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domenica 17 agosto 2025

IL CRISTO E L' ANTICRISTO

 


Il primo Anticristo. 


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Sì Iddio fe' conoscere agli Angeli l'incarnazione e la gloria del suo Figlio. Ascoltiamo Bernardino. Avendo Iddio creato gli Angeli nella libertà di natura rivelò ad essi l'incarnazione del suo Figlio, che avea stabilito Dominatore su tutta la terra. Onde Giobbe al capo 38 dice: Chi gettò la pietra angolare (della terra) quando mi lodavano assieme gli astri del mattino, e giubilavano tutti i figli di Dio?

Chi per la pietra angolare della terra, questa figura può più convenientemente esprimere che Cristo, il quale prese il corpo dalla terra? Questa pietra Iddio la gettò quando lo lodavano gli astri del mattino, quando rivelò nel principio della creazione agli Angeli che dovea mandarlo ad incarnarsi. Cum creasset Angelos Deus in li bertate naturae revelavit eis in carnationem Filii sui, quem proposuit Dominatorem universae terrae. Unde Iob. 38 ait: Quis dimisit lapidem angularem eius, silicet terrae, cum me lauderent simul astra matutina, et iubilarent omnes filii Dei? Quem per lapidem angularem terrae, haec figura convenien tius notare potest, quam Christum, qui de terrena materia corpus assumpsit? Hunc lapidem Deus dimisit, cum laudarent astra matutina: quando Christum in assumptione carnis mittendum ab initio creaturae rationalis inter Angelos revelavit. (Serm. 56. de Pars. Chr. Tom. 2.). 

Ossequiosi e riverenti ubbidirono tosto al comando paterno la maggior parte degli Angeli, credettero all'Incarnazione, e se ne rallegrarono, e riconobbero il Cristo pel loro Dio, loro Signore, loro Re, e come tale lo adorarono. Non così però una terza parte dei medesimi, con a capo uno fra i più belli chiamato pel suo splendore Lucifero. Vedendo essi tanta gloria e maestà del Cristo la invidiarono in prima; e poi vieppiù insuperbendo negarono di adorarlo e di assoggettarsi al suo impero. A questa incarnazione, segue il citato Bernardino, gli uni erano favorevoli e costoro si chiamano astri del mattino, costoro giubilanti nella loro mente dell'incarnazione di Cristo lodavano Iddio della sua saggia disposizione nel salvare. Ma gli altri insuperbitisi, e tratti dal l'inganno di Lucifero disprezzavano di assoggettarsi ad una natura inferiore, e perciò invidiavano all'incarnazione di Cristo. Huic in carnationi quidam Angelorum favebant, et hi astra matutina denominantur, hi iubilantes interna men tis ea:ultatione de incarnatione Christi Deum de eiussapienti dispositione in sua gratifica salvatione laudabant. (Ibi.).

Che anzi il loro capo crescendo di superbia in superbia vedendosi, scrive Cirillo, sì grande e si glorioso desiderò di essere eguale al Figlio di Dio, e di comandare agli altri. Cum videret se omnes Angelorum ordines, gloria et decore praecellere, spretis omnibus, voluit Deo aequalis existere, et aliis per tyrannidem imperare. E vaneggiando disse nel cuor suo: salirò in cielo, porrò sopra le stelle di Dio il mio trono, m'innalzerò sopra l'altezza delle nubi, e sarò simile all'Altissimo. Già si accingeva allo stolido e superbo attentato, e già cominciava co' suoi ad alzarsi verso il cielo, ove era la reggia del Cristo, quando ciò scorgendo gli Angeli con a capo Michele, altro infra i – 37 – principali Angeli da Dio creati, se gli opposero con tutte le loro forze e tutti esclamarono: o stolto, e qual mai persona per grande che sia può farsi simile a Dio? qual creatura può eguagliare il Creatore? quis ut Deus? quis ut Deus?

Non dierono quei superbi retta agli avvisi degli altri Angeli, ed allora si fece in cielo una grande guerra, figura di quella che si farà un giorno sulla terra; Michele co' suoi combatteva da una parte, e Lucifero co' suoi compagni dall'altra. Factum est praelium magnum in coelo, Michael et Angeli eius praeliabantur cum dracone, et draco pugnabat et angeli eius. (Apoc. 12). Quando il Cristo venuto in aiuto di Michele e de'suoi, per essi vinse Lucifero, e dal cielo lo cacciò nell'inferno. Onde a ragione Isaia diceva: come cadesti dal cielo Lucifero, tu che dicevi ascenderò in cielo? Giustamente fu abbassata fino all'inferno la tua superbia. Quo modo cecidisti de coelo Lucifer, qui dicebas in corde tuo in coelum conscendam? Detracta est ad inferos superbia tua. E Bernardo: il diavolo non stette nella verità, perchè non si appoggiò sul Verbo, ma confidò nella sua virtù, imperocchè diceva: sederò sul monte del testamento. Ma lddio giudicando altrimenti nè stette, nè se dette, ma cadde. Diabolus in veritate non stetit, quia non innirus est Verbo, qui in sua virtute confisus est. Dicebat enim sedebo in monte testa menti. Caeterum Deo aliter disponente, nec stetit, nec sedit, sed cecidit. Ed ei da Angelo restò demonio, di bellissimo bruttissimo, e si chiamò dippoi nen più Lucifero ma Satana, che come osserva Andrea, significa avversario del suo Signore: Satanas vocatus est tamquam adversans Domino suo: epperò primo Anticristo.

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DEL PADRE VIATORE C0MBA

mercoledì 13 agosto 2025

IL CRISTO E L' ANTICRISTO

 


Il primo Anticristo. 

La parola Anticristo suona avversario, nemico , contro di Cristo. Di costoro sempre ve ne furono in tutti i tempi. Se, parlando de' suoi scrive Ecumenio, se aspettiamo l'Anticristo, già ora molti Anticristi si trovano in questo mondo, manifesto è perciò che se ne avvicina il tempo, mentre molti Anticristi ne precedono uno e gli preparano la strada. Ed il Rabano. L'Anticristo ha molti ministri della sua malignità, dei quali molti nel mondo lo precedettero, quali furono Antioco, Nerone e Domiziano. E noi anche ai nostri tempi ne conosciamo molti Anticristi. Imperocchè chiunque, sia laico, sia canonico, sia monaco vive contro la giustizia, ed impugna la gloria del suo ordine, e bestemmia quel che è buono, è un Anticristo ed un ministro di Satana. An tichristus multos habet suae malignitatis ministros ea quibus multi in mundo praecesserunt, qualis fuit Antiochus, Nero, Domitianus. Nos quoque nostro tempore Antichristos multos novimus esse. Quicumque enim sive laicus, sive canonicus, sive monachus, contra iustitiam vivit, et Ordinis sui gloriam impugnat, et quod bonum est blasphemat, Antichristus est, minister Satanae. 

Infra costoro due sono i principali il primo e l'ultimo. Non potendo, per la brevità che mi sono proposto, parlare di tutti, mi limito ad alcuni, ed in questo capo comincio dal primo. Avendo Iddio creato il cielo ed abbellitolo d'in numerevoli e luccicanti stelle; e la terra ed adornatala d'erbe e di fiori, e popolatala d'una famiglia di pressochè infiniti animali. Racconta la Genesi che seguitò dicendo: facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza, e presieda ai pesci del mare, e ai volatili del cielo, ed alle bestie di tutta la terra, ed a tutti i rettili che strisciano sopra la medesima. Colle quali parole lo destinò ad essere il re della creazione in terra. Nè di ciò contento avendogli preparata nel Paradiso terrestre una conveniente reggia; colà condottolo volle porlo egli stesso al possesso del suo regno. E chiamato attorno a lui gli uccelli dell'aria in prima e poi tutti gli animali della terra gli comandò, che, qual padrone era dei medesimi, loro imponesse il nome, che sempre poi avrebbero dovuto portare, e col quale chiamate avrebbero dovuto ubbidirgli. Indi benedicendo tanto lui, quanto la cara compagna che gli avea dato disse loro: Dominate sui pesci del mare, sugli uccelli dell'aria, e su tutte le bestie che si muovono sulla terra. Dominamini piscibus maris, et volatilibus coeli, et universis animantibus quae moventur super terram (Gen. I).

Ora quello che Iddio Padre fece con Adamo, figura ed immagine del Cristo, colà nel Paradiso terrestre, è solo una debol ombra di quanto pria avea fatto col suo Figlio in cielo. Avendo Iddio Padre, come abbiamo visto nel capo precedente, destinato fino dall'eternità il Cristo ad essere il Padrone ed il Re del cielo e della terra, volle porlo egli stesso al possesso del suo regno. Quindi è che appena creato il cielo e popolatolo d'innumerevoli esseri spirituali, gli Angeli suoi ministri: avendoli destinati a godere della stessa sua gloria; e volendo che se la meritassero, e fosse ai medesimi di corona. Sedendo il Cristo nel più alto dei cieli, come nella sua reggia, chiamatili tutti mostrò loro la gloria che avrebbe avuto il suo Figlio incarnato, ed ordinò loro che lo adorassero qual loro Dio, loro Signore e loro Re. Il che così fu enfaticamente cantato dal Profeta Davide. Regnò il Signore, esulti la terra, le nubi e le caligini il circondano, la giustizia ed il giudizio sono le basi e le fondamenta del suo soglio. Annunziarono i cieli la di lui giustizia, e viddero tutti i popoli (celesti) la gloria di lui. E la celeste Sionne attonita e plaudente ascoltò queste parole: Adoratelo tutti, o Angeli di Dio. Dominus regnavit, exultet terra. Nubes et caligo in circuitu eius; iustitia et iudicium correctio sedis eius. An nuntiaverunt coeli iustitiam eius; et viderunt omnes populi gloriam eius. Adorate eum omnes Angeli eius; audivit et laetata est Sion. (Ps. 96).

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DEL PADRE VIATORE C0MBA


martedì 22 luglio 2025

IL CRISTO E L' ANTICRISTO

 


 Il Cristo

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Onde a ragione Gesù Cristo parlando di se stesso diceva: Il Signore mi possedette nel principio delle sue vie priachè facesse qualche cosa da principio, o meglio secondo il testo Ebreo: il Signore mi possedette principio della sua via, innanzi le sue opere, da allora: Do minus possedit me principium viae suae ante 0pera sua ex tunc. Io fui stabilito dall'eternità, dall'antichità primachè si facesse la terra. Non vi erano ancor gli abissi ed io era già concepito, io nacqui innanzi alle colline. (Prov. 8). Che anzi per questo che si sarebbe fatto uomo Iddio Padre, come ne assicura Giovanni, gli diede ogni cosa nelle sue mani: omnia dedit ei Pater in manus (Ioan. 3). Ed ei è il Re per natura, il Re per autonomasia, il solo Re. Quindi con ogni verità a suo onore canta la Chiesa. Ti benediciamo. Ti adoriamo. Ti glorifichiamo. Figlio Unigenito. Perchè tu solo sei Padrone. 0 Gesù Cristo. Benedicimus te. Adoramus te. Glorificamus te. Fili Unigenite. Quoniam tu solus Dominus. Iesu Christe. 

- Questo suo impero e dominazione il Signore cominciò ad esercitarlo in cielo. Essendosi, come vedremo più innanzi diflusamente, Luci fero con non pochi de' suoi compagni ribellato a questo suo regno, ei li cacciò di quel luogo, e li riservò ad esser condannati nel finale giudizio all'inferno (Ep. Iud. I). Ed appena Iddio creò l'uomo, ei, come ce lo attesta la Sacra Scrittura si mise tosto ad esercitarlo anche in terra. Eccone le parole. La Sapienza (Gesù Cristo) custodi colui che primo fu formato da Dio Padre, mentre era ancora solo; (Adamo) e caduto di poi - nel peccato - lo trasse dal suo delitto, e gli comunicò il potere di reggere tutte le cose. E quando l'acqua distruggeva la terra, la Sapienza lo salvò di nuovo, governando il giusto Noè per mezzo d'un di sprezzevole legno. Questa liberò il popolo giusto (l'Ebreo) dalle nazioni che lo opprimevano; entrò nell'anima del servo di Dio Mosè e fece contro i re portenti e segni; li fece passar pel Mare Rosso, e annegò nel mare i loro nemici; e i giusti tolsero le spoglie degli empi Haee populum iustum liberavit a nationibus, quae illum deprimebant. Intravit in animam servi Dei: et stetit contra reges horrendos in portentis et signis. Transtulit illos per mare Rubrum. Inimicos au tem illorum demersit in mare. Ideo iustitulerunt spolia impiorum. (Sap. 10). E questo suo impero continuò ad esercitarlo sino alla sua venuta.

DEL PADRE VIATORE C0MB A

sabato 28 giugno 2025

IL CRISTO E L'ANTICRISTO

 


Il Cristo


Che se il Cristo è Figlio di Dio ne segue, che siccome il Padre per confessione di tutti è il Re del cielo e della terra, così anche esso è il Re dei medesimi. E tanto ne viene insegnato da Paolo con queste parole. Iddio che molte volte ed in molti modi parlò un tempo ai padri per mezzo dei Profeti: ultimamente in questi giorni ha parlato a noi pel suo Figliuolo, cui egli costituì erede di tutte le cose, e per cui creò anche i secoli. Quem constituit haeredem universorum, per quem fecit et saecula. Il quale essendo lo splendore della gloria, e figura della sostanza di lui e le cose tutte sostentando colla possente parola sua, fatta la purgazione dei peccati, siede alla destra della Maestà nelle altezze. Fatto di tanto superiore agli Angeli, quanto più eccellente nome, che essi ebbe in retaggio. Imperocchè a qual mai degli Angeli disse: Tu sei mio Figliuolo, oggi ti ho generato? Agli Angeli dice bensì egli: che suoi Angeli fa gli spiriti. Ma al Figlio poi dice: il tuo trono, o Dio, pel secolo del secolo, e scettro di equità e il scettro del tuo regno. Ad Filium autem thronus tuus, Deus, in saeculum saeculi, virga aequitatis, virga regni tui. (Haebr. I). 

Tale si fu pure sempre la fede, vuoi della Sinagoga, vuoi della Chiesa. Il Soar al foglio 88 sulla Genesi dice: Di te, o Messia, si canta (Ps. 2): baciate il Figliuolo, tu sei il Figliuol mio. Egli è il Principe d'Israele, il Signore delle cose inferiori, il Signore de gli Angeli del ministero, il Figliuolo dell'Altissimo, il Figliuolo di Dio. Ed Eusebio di Cesarea parlando di Gesù Cristo lo chiama: il Sommo Condottiero ed Imperatore dei celesti ed immortali eserciti; e il Padrone ed il Dio di tutte le cose create da Dio, il quale ricevette dal Padre l'autorità ed il potere assieme alla Divinità, alla Virtù ed all'Onore. Ai quali facendo eco Agostino scriveva: il Figlio di Dio che ci ha creati venne tra di noi, ed egli è il nostro Re che ci regge, come quegli che ci ha creati. Filius Dei qui fecit nos, factus est inter nos, et Rea noster regit nos, quia Creator noster fecit nos. Oltre a ciò il Signore non è solo il Re del cielo e della terra assieme al Padre in quanto Dio e suo Figlio, ma lo è di più ancora in quanto uomo. Iddio come conosce se stesso da tutta l'eternità; così pure fin d'allora conosce tutte le cose. Ora egli nell'infinita sua sapienza, previdde che se avesse creato nel tempo il mondo e l'uomo, l'uomo sarebbe caduto, e che non sarebbe stato conveniente alla sua bontà il lasciarlo perire. Ma convenientissimo il mandare il suo Figliuolo a farsi uomo per liberare l'uomo. E siccome quanto ei vuole lo vuole ancora fin dall'eternità, così fin d'allora stabili di mandarlo. Ed avendo quegli accettato Iddio lo fece fino dall'eternità il Capo e il Re della creazione.

Il primo motivo, scrive Bernardino, per cui tutte le cose sono da Dio create, è per diffondere se stesso. Imperocchè la natura del bene è di communicarsi. La seconda ragione, per cui Dio creò tutte le cose, è per l'esaltazione del Cristo. Imperocchè la principal natura da Dio voluta nella creazione dall'eternità fu quella che ei predestinò alla personale unione ed essendo la persona di Cristo la più grande nel l'ordine della grazia, che supera l'ordine della natura, ad essa la dio, che tiene il primato sopra tutte le cose, e alla gloria, e all'onore di lei ordinò tutte le cose, affinchè dai beni e dai mali si accrescesse l'onore all'uomo Dio Gesù Cristo. Prima ratio quare omnia sunt creata a Deo, est propter sui communicationem. Natura enim boni est communicare seipsum. Secunda autem ratio, quare Deus cuncta creavit, est propter Christi eaal tationem. Nom principalis natura in creatione in tenta a Deo ab aeterno fuit, quam ipsa praedesti navit ad personalem unionem, et cum ipsa persona Christi sit omnium summa in ordine gratiae, qui superat ordinem naturae, ad ipsam Deus, qui in omnibus primatum tenet, et ad eius gloriam et honorem homnia ordinavit, ut ea omnibus bonis et malis honor accrescat Deo homini Iesu Christo. (Serm. 54. De Univ. Reg. Iesu. 1.). Ed ecco come il Signore in quanto alla sua umanità è il Re del cielo e della terra (Tom. I.).

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DEL PADRE VIATORE C0MBA


mercoledì 4 giugno 2025

IL CRISTO E L'ANTICRIST0

 


Il Cristo


Sebbene in più luoghi de' miei scritti io abbia detto e spiegato diffusamente chi è il nostro Signor Gesù Cristo, tuttavia vuoi per l'altezza e profondità dell'argomento, che sono immense, vuoi perchè non può trovarsi il fine di parlare di colui che non ha fine; vuoi per la perfezione di questo libro, e vuoi special mente ancora per coloro che non avessero letto gli altri, bisogna permettermi che ne dica di nuovo qualche cosa.

Doppio è il nome del nostro Signore; esso suona Gesù e Cristo; il primo, come osserva Agostino, è un nome proprio, Mosè, per esempio, Elia, Abramo; il secondo è un nome di ufficio, di dignità, di onore, come Profeta, Sacerdote. Iesus proprium nomen est, quomodo Moyses, Elias, Abraham: Christus autem sacra menti nomen est, quomodo si dicatur Propheta vel Sacerdos, ossia il primo è un nome di persona, il secondo un sopranome (1). Il primo significa Salvatore, e il secondo Re consecrato: essi vogliono essere dai veri Cristiani creduti e confessati tutti e due. E chiunque ammettesse solo il primo e negasse il secondo, e così dividesse il Signore, dice Giovanni, costui non sarebbe da Dio, nè perciò un vero Cristiano, che anzi ei sarebbe un Anticristo, o, come legge il Greco, sarebbe dell'Anticristo, e ne avrebbe, secondo Cipriano, lo spirito. Omnis spiritus qui solvit Iesum, ea Deo non est: et hic est Antichristus (I. Ioan. 4). E per verità, come non crederlo e confessarlo per tale se lo è infatti ?

Ed ecco come. Iddio, come insegnano d'accordo la ragione e la fede, è l'Essere, e non in una maniera qualunque, sibbene in un modo assoluto: epperò l'Essere eterno, immenso, infinito, onnipotente, onnisciente e sommamente beato. Ei si conosce da tutta l'eternità, e conoscendosi produce un'idea, che tutto il rappresenta, la quale perchè è a lui consustanziale è Dio; e perchè lo dice a se stesso appellasi Verbo, Parola, Sapienza; e perchè lo rappresenta e gli rassomiglia chiamasi Immagine, Figlio. Ora Gesù Cristo nella sua parte più nobile è appunto questa idea a Dio con sustanziale, epperò Dio, ed inoltre gli rassomiglia e lo rappresenta, epperò è suo Figlio. Si Gesù Cristo è Figlio di Dio. Di questa verità io ci potrei arrecare molte prove, ma voglio limitarmi alla testimonianza degli antichi i quali, vuoi per essere più vicini alla origine della rivelazione; vuoi per essere prima della venuta del Signore; sono, per gli uomini di buona volontà, e che cercano schiettamente il vero, una autorità irrefragabile.

In primo luogo viene l'autorità della Chiesa primitiva. L'antichissimo Eschilo così fa parlare Mercurio a Promoteo incatenato, figura dell' uomo decaduto : non credere già che un tal supplizio abbia ad aver termine pria che un Dio si offra per sottentrare ne' tuoi tormenti e voglia discendere per te lungi dalla luce, nella dimora di Plutone nei tenebrosi profondi del tartaro. In China, scrive Roscelly, i libri Likiyki annunziavano un eroe che dovea stabilire ogni cosa nel primo stato, e distruggere i delitti co'suoi patimenti. Questi era detto Kiun-tsé il Santo. Il Tsiung-yung, il Seium King dicono che il Santo e non ha padre (terreno). Egli è concepito per opera di Tien (Dio Padre). I Kings parlano pure di questo misterioso personaggio. Egli esisteva prima del cielo e della terra. Benchè sì grande pure la sua natura è simile alla nostra. Tien-gien sarà il Dio-uomo ; sarà fra gli uomini, e gli uomini (empi) non lo conosceranno (per Dio). Lo stesso è dei Persiani. Mitra, scrive Antequil-Duper ron è da Ormuzd stabilito sul mondo per governarlo. Egli procede da lui, e vedesi nei libri Zend la parola Verbum, che procede dal primo principio che era prima del cielo, prima dell'acqua, prima della terra, prima degli armenti, prima degli alberi, prima del fuoco, prima di tutto il mondo esistente, prima di tutti i beni, di tutti i germi dati da Ormuzd. Il suo nome è Io sono (nome proprio di Dio). Ai quali facendo eco gli Indiani ed i Romani credevano i primi al gran Dio ed al Verbo, ed i secondi al gran Dio ed al Genito di Dio, cioè come i Cristiani al Padre Dio ed al Figliuolo di Dio.

La seconda testimonianza irrefragabile è della Sinagoga, la quale sempre credette del Messia il Salmo secondo di Davide dove è chiamato generato da Dio e Figlio di Dio. Che questo Salmo sia del Messia, scrive il Perrone, lo professano con unanime consenso tutti i documenti dell'Antica Sinagoga, come vedesi dal Talmud Trat. Succàh fogl. 52, dal Soar fogl. 94 sui Numeri, dal Midrax-Rabbà sulla Genes, e dal Midrax-Thehillim. Lo stesso parimenti confessano quasi tutti i dottori della Sinagoga, che anzi il vogliono. Hume Psalmum de Messia esse, documenta omnia Veteris Syna gogae unanimi consensu profitentur, ut patet ea Talmude Tract. Succàh, ex Zoar in Numer. fol 94, Midrax-Rabbà in Genes 15, et Midrax Thehillim. Idipsum pariter plerique omnes Sy nagogae doctores fatentur, immo, et contendunt. (De Div. Ies. Chr. V. I. 54). Ecco il Salmo:

E perchè mai tumultuano le genti? 

E le tribù van meditando il nulla?

 Collegansi li Regi della terra, 

E fan consiglio secoloro i Prenci 

Contro il Signore e contro il suo Cristo? 

Spezziamo (van dicendo) i lor legami, 

Ed iscotiamo da noi il lor giogo. 

Di lor si ride chi nei cieli siede, 

Ed il Signor si fa di loro beffa; 

Allora parlerà lor pien di sdegno, 

Ed ei li abbatterà nel suo furore; 

« Io fui da Dio per Rege consacrato » 

Sovra il suo santo Monte di Sionne, 

» Ed io sarò de' suoi voleri il Nunzio. » 

A me disse il Signor: Tu sei mio Figlio, 

» Oggi l'ho generato; mi richiedi, » 

Richiedi pur tutte le genti, e queste » 

Te le concederò per tuo retaggio, 

» E tuoi saranno del mondo i confini, » 

E tu li guiderai con verga ferrea, 

» Li triterai quali di creta un vaso; » 

Adesso adunque l'intendete, o Regi, 

O giudici del mondo l'imparate; 

A Dio Signor servite con rispetto, 

Ed il timor unite al gaudio vostro, 

Ossequiate il Figlio, onde con voi 

(Iddio) non entri in ira e voi periate 

Dal ver cammin, quando fra breve accenda, 

Il suo furor. Felici tutti quanti 

Ripongono su lui la loro speme.  

(Versione del Vignolo).

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DEL PADRE VIATORE C0MBA