I segni dell'azione dello Spirito
Quale è dunque il segno più sicuro dell'azione dello Spirito? Certo, Dio è creatore, ma soprattutto è salvatore, dopo che l'uomo ha peccato; egli ci redime e ci salva, eliminando l'ambiguità del peccato, risanando la nostra natura.
E il nostro Redentore è Gesù. Per sant'Ignazio di Loyola il carattere più proprio dell'azione dello Spirito è il «sentire cum Ecclesia», sentire con la Chiesa, il vivere dei sentimenti stessi della Chiesa, inserirsi sempre più profondamente nella Chiesa. È il carattere specifico di un apostolo che lavora per la Chiesa nel ministero. Per un'anima contemplativa il medesimo carattere si concentra nell'amore per Cristo: non amare nulla al di sopra di Cristo, non amare che Cristo, non volere che lui.
È l'insegnamento che vi dà proprio la storia del vostro Ordine. Non avete tra le vostre Sorelle santa Margherita Maria Alacoque? Non ha insegnato lei quanto Gesù ci ha amato e come noi dobbiamo riamarlo? Non è precisamente questo l'insegnamento fondamentale anche del vostro Padre e Fondatore, il Dottore dell'Amore? L'amore per Cristo! Ecco quello che distingue l'azione dello Spirito; l'azione dello Spirito è quella di operare l'incarnazione del Verbo, lo dice anche il Credo: «Per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine».
Se dunque la nostra vita spirituale non può essere altro che una identificazione progressiva col Cristo, lo Spirito Santo non può vivere in noi che in quanto ci unisce a Gesù, in quanto ci porta a Gesù, in quanto rende sempre più esclusivo in noi l'amore per Cristo Signore. Ed è questo il carattere proprio dell'azione dello Spirito, da questo noi riconosciamo se siamo animati dallo Spirito del Signore, da questo noi riconosciamo se le ispirazioni che riceviamo, le mozioni interiori che riceve il nostro spirito, vengono dallo Spirito Santo, o dipendono dallo spirito naturale, o dipendono dallo spirito maligno.
Prima di tutto verifichiamo se queste mozioni implicano un crescere della nostra vita spirituale nella fedeltà, nella gioia e nella pace; e poi se questo crescere nella fedeltà, nella gioia e nella pace ci unisce sempre più a Cristo Signore, ci fa identificare sempre più a lui, e rende sempre più viva in noi la passione per Cristo e per la sua Chiesa. Questa in poche parole è la dottrina del discernimento degli spiriti.
La vita spirituale è prima di tutto rapporto di amore, e il rapporto di amore come suppone l'amante suppone l'amato: si può amare se non c'è uno da amare? Se dunque tutta la vita cristiana è amore, l'amore suppone la presenza dell'amato, del Cristo. Tutta la vostra vita implica di per sé la presenza di lui; senza questa presenza noi andiamo vagando qua e là, possiamo vivere le virtù, ma solo come esercizio di etica naturale, come esercizio di morale. No, la vita cristiana non è esercizio di moralità, è un rapporto di amore, e le virtù che esercitiamo sono espressione di questo amore per lui. Ma non sì può amarlo se lui non c'è. Perciò è necessario per noi che il Cristo sia reale, divenga sempre più reale e sempre più vivo.
Don Divo Barsotti