martedì 16 dicembre 2025

“Mio amato Gesù, io non so fare”.

 


FIAT  Luglio, 15 – 1926 


Fin d’allora l’amabile Gesù mi faceva nel mio interno lezione sulla Croce, sulla mansuetudine, sull’ubbidienza, sulla sua Vita nascosta... A tal proposito della sua Vita nascosta, ricordo che mi diceva: “Figlia mia, la tua vita deve essere in mezzo a Noi nella casa di Nazaret. Se lavori, se preghi, se prendi cibo, se cammini, devi avere una mano a Me, l’altra alla Mamma nostra e lo sguardo a S. Giuseppe, per vedere se i tuoi atti corrispondono ai nostri, in modo da poter dire: faccio prima il mio modello sopra ciò che fa Gesù, la Mamma Celeste e S. Giuseppe, e poi lo seguo. A seconda del modello che hai fatto, o voglio essere ripetuto da te nella mia Vita nascosta; voglio [16] trovare in te le opere della Mamma mia, quelle del mio caro S. Giuseppe e le mie stesse opere.”   

Io restavo confusa e gli dicevo: “Mio amato Gesù, io non so fare”.  

E Lui: “Figlia mia, coraggio, non ti abbattere; se non sai fare domandami, che o ti insegni, ed Io subito t’insegnerò, ti dirò il modo come facevamo, le mie intenzioni, l’amore continuo di tutti e tre, che Io come mare e loro come fiumicelli eravamo sempre gonfi, in modo che uno straripava nell’altro, tanto che poco tempo avevamo 16 di parlarci; tanto eravamo assorbiti nell’amore. Vedi quanto stai dietro? Molto hai da fare per raggiungerci; ti conviene molto silenzio e attenzione, ed o non ti voglio dietro, ma in mezzo a Noi.” 

Onde quando non sapevo fare domandavo a Gesù e Lui m’insegnava [17] nel mio interno. Cercavo quasi sempre, quanto più potevo, di appartarmi dalla famiglia per starmi sola, per mantenere il silenzio; prendevo il mio lavoro e chiedevo alla mamma che mi permettesse di andarmene sopra, e lei me lo concedeva. Sicché la mia mente stava nella casa di Nazaret, ed ora guardavo l’uno, ora l’altro, e mi confondevo nel vederli così attenti nei loro umili lavori, così assorbiti nelle fiamme d’amore, che s’innalzavano tanto in alto che i loro lavori restavano incendiati e trasformati in amore 17; ed io, meravigliata, pensavo tra me: “Loro amano tanto, e il mio amore qual è? Posso dire che i miei lavori, le mie preci, il cibo che prendo, i passi che faccio, sono fiamme che s’innalzano al trono di Dio e, formando fiume, straripano nel mare [18] di Gesù?”  

E vedendo che non lo erano, restavo afflitta; e Gesù nel mio interno mi diceva: “Che hai? Non ti affliggere; a poco a poco giungerai. o ti starò sopra, e tu seguimi e non temere”.  

Se io volessi dire tutto ciò che passai nel mio interno nella mia fanciullezza, andrei troppo per le lunghe; molto più che nel primo Volume da me scritto, senza precisare l’epoca, prima o dopo18, quando fui più piccola o quando fui più grande, sta dato un accenno del lavorio della Grazia nel fondo dell’anima mia, perché così mi fu detto: che non faceva nulla che non mettessi l’ordine dell’età, né quello che era stato prima, né quello che era stato dopo, purché dicessi quello che in me era passato;  molto più che dopo tanti [19] anni mi riusciva difficile  tenere l’ordine di ciò che era passato nel mio interno. Ed ora, per non fare ripetizione, passo avanti.  

Luisa Piccarreta

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