mercoledì 31 dicembre 2025

Visione di Elia ed Eliseo. L'idolatria moderna - Ven. Anne Catherine Emmerick

 


Secondo le visioni del  

Ven. Anna Caterina Emmerick 


LA VITA DI GESÙ CRISTO E DELLA SUA SANTISSIMA MADRE

(Dalla fine della prima Pasqua alla prigionia di San Giovanni Battista)


Visione di Elia ed Eliseo. L'idolatria moderna


Ho visto in questa occasione, in occasione della lettura che si faceva nel tempio, che Elia scrisse dopo la sua morte una lettera al re Joram. Gli ebrei non volevano crederci: lo spiegavano come se Eliseo, che portò la lettera a Joram, l'avesse ottenuta prima della morte di Elia, come una lettera profetica che ora presentava al re. Anche a me sembrava una cosa strana questa lettera scritta dopo la morte di Elia. Improvvisamente mi sentii portata verso Oriente e vidi lì il Monte dei Profeti coperto di neve e ghiaccio. C'erano, tuttavia, torri lì: forse era una figura di come era ai tempi di Joram. Arrivai poi più a Est, al Paradiso terrestre, e vidi gli animali meravigliosi che camminavano lì dentro e giocavano, e ho rivisto quelle mura brillanti che avevo visto altre volte, e ho visto dentro Elia ed Enoch di fronte, che riposavano e dormivano. Elia vedeva in spirito tutto ciò che accadeva in Palestina. Un angelo portò e mise davanti a lui una penna di canna e un rotolo fine, e Elia si alzò e scrisse sulle sue ginocchia. Ho visto un carro piccolo come un sedile su una collina o gradini, da un lato, vicino alla porta, e che veniva verso Elia; era trainato da tre bellissimi e bianchi animali. Elia salì sul suo carro e discese come su un arcobaleno, con leggerezza, verso la Palestina. Giunse sopra una casa a Samaria e si fermò. Vidi che dentro c'era Eliseo a pregare, guardando in alto, e che Elia lasciò cadere la lettera accanto a Eliseo, e che Eliseo portò questa lettera a Joram. I tre animali del carro di Elia erano imbrigliati, uno davanti e due dietro. Erano animali indescrivibilmente belli e gentili, delicati come piccoli cerbiatti, bianchi come la neve, con peli lunghi e fini come seta. Le zampe erano sottili; le teste piccole e mobili, e sulla fronte avevano un grazioso cornetto un po' attorcigliato. Con simili animali vidi che era imbrigliato il suo carro quando salì ai cieli. Ho visto anche la storia di Eliseo con la Sunamita. Operò anche maggiori meraviglie dello stesso Elia. Eliseo era più fine e delicato nei suoi vestiti e nel suo modo di agire rispetto a Elia. Elia era un uomo di Dio, e non secondo il modo comune degli uomini; era come Giovanni Battista, a cui apparteneva per la sua missione e il suo ufficio. Ho visto anche come il servo di Eliseo, Gehazi, corse dietro a quell'uomo che aveva sanato dalla lebbra (Naaman). Era notte; Eliseo dormiva; lo raggiunse vicino al Giordano e chiese regali a nome del suo signore. Il giorno dopo questo servo lavorava tranquillo, come se non sapesse nulla, nel legno, per fare pareti e separazioni di camere da letto. Eliseo gli chiese: "Dove sei stato?". E gli ricordò tutto ciò che era successo durante la notte. Da quel momento il servo fu colpito da lebbra, che passò ai suoi figli.

Quando mi fu mostrata l'idolatria degli uomini, l'adorazione degli animali e dei feticci di quei primi tempi, e la frequenza con cui gli Israeliti cadevano nell'idolatria, e allo stesso tempo la grande misericordia di Dio attraverso i profeti, mi meravigliavo che gli uomini potessero adorare tali feticci. Mi fu insegnato come anche ora sussista la stessa abominazione, sebbene in modo diverso, cioè in relazione a feticci spirituali e intellettuali. Ho visto, infatti, innumerevoli esempi di questa idolatria in tutto il mondo, e come venisse praticata, e l'ho vista ora sotto la forma di come si faceva allora. Ho visto, così, sacerdoti che adoravano serpenti amministrando i sacramenti: le loro stesse passioni somigliavano a questi animali e serpenti. Ho visto come tra i grandi e nobili si praticasse l'idolatria sotto diversi animali che venivano adorati a seconda della disinvoltura che questi signori avevano nei confronti della religione. Tra persone di bassa condizione, poveri e sfortunati peccatori, ho visto adorare rospi e altri animali disgustosi. Ho visto comunità che adoravano questi animali, come una religione riformata del Nord, che ho visto, con un altare vuoto, oscuro e detestabile, su cui c'erano corvi neri. Loro, naturalmente, non vedevano tali animali; ma li adoravano, perché seguivano le loro passioni, rappresentate in quegli animali. Ho visto ecclesiastici che, sfogliando le pagine del breviario, trovavano cagnolini, gattini e altri mostriciattoli. Altri ho visto adorare in realtà idoletti che avevano tra i loro libri e sulla tavola come Moloch, Baal e altre figurine, e che addirittura gli baciavano; questi stessi erano quelli che, d'altra parte, si burlavano delle persone pie e religiose. In questo modo ho visto che ora è come allora e anche peggio: e ho visto che queste figure degli antichi feticci non erano semplici figure, ma che se oggi l'idolatria, l'empietà e l'irreligione prendessero corpo come allora, si adorerebbero le stesse rappresentazioni di feticci di prima, e sarebbero di moda gli stessi feticci di quei tempi.


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