IO PECCATI NON NE HO
Giacché « nulla vi è di occulto che non verrà rivelato », e giacché quello che diciamo al sacerdote in confessione viene cancellato, quando ci si va a confessare il problema è di vedere con esattezza tutti i nostri peccati. Li i pericoli sono due: di non vedere i propri peccati; di scambiare per cose da nulla le cose grosse. Ti voglio puntualizzare questi pericoli con due episodi.
1. Un giorno, confessando una compagnia di soldati per il precetto pasquale, un soldato mi disse:
- Padre, io peccati non ne ho; ma, tanto è Pasqua, e vengo ugualmente a confessarmi.
- Di dove sei?, gli chiedo.
- Toscano, egli mi risponde.
- Beh, allora qualche bestemmia c'è.
- Oh, quello sí!
- Dieci o quindici al giorno?
- Quindici o venti al giorno; non piú di quello.
2. Questo episodio successe in Adrano molti anni addietro, e fece allora ridere tutto il paese; i vecchi lo ricordano ancora. Un uomo, una notte di luna, andò a caccia. Appostatosi a ridosso di una bassissima collina, attese il coniglio. Dopo un pezzo vide spuntare sul ciglio della collina due orecchie. « È il coniglio! », pensò subito il nostro cacciatore; sparò e corse a prendere la preda. Aveva ucciso un asino, che stava sdraiato all'addiaccio e che, a un certo punto, per sua mala sorte, aveva sollevato la testa.
Cosí la maggioranza dei cristiani: o non vedono i peccati; o scambiano le cose grosse, anche grossissime per inezie: bestemmie, maldicenze, pornofilms, bugie, giuramenti falsi, impurità, ecc.
Il Signore ha dato esempi impressionanti per farci capire questa verità tanto elementare e tanto dimenticata dagli uomini. « Davide radunò di nuovo tutti gli uomini migliori d'Israele in numero di trentamila. Poi si alzò e partí con tutta la sua gente da Baalà di Giuda, per trasportare di là l'arca di Dio, sulla quale è invocato il nome del Signore degli eserciti, che siede in essa sui cherubini. Posero l'arca di Dio sopra un carro nuovo, la tolsero dalla casa di Abinadab, che era sul colle; Uzzà e Achio, figlio di Abinadab, conducevano il carro nuovo; Uzzà stava presso l'arca di Dio, e Achio precedeva l'arca. Davide e tutta la casa d'Israele facevano festa davanti al Signore, con tutte le forze, con canti e con cetre, arpe, timpani, sistri e cembali. Ma quando furono giunti all'aia di Nacon, Uzzà stese la mano verso l'arca di Dio, e vi si appoggiò, perché i buoi la facevano piegare. L'ira del Signore si accese contro Uzzà; Dio lo percosse per la sua colpa ed egli morí sul posto, presso l'arca di Dio». (2 Salm. 6,1-8).
Il motivo fu questo: Dio aveva ordinato che solo i sacerdoti potevano toccare l'arca santa. (Oggi moltissimi trattano senza rispetto l'Eucarestia e, se laici, la prendono senza autorizzazione del Vescovo).
«Un uomo di nome Anania colla moglie Saffira vendette un suo podere e, tenuta per sé una parte dell'importo, d'accordo colla moglie, consegnò l'altra parte deponendola ai piedi degli apostoli. Ma Pietro gli disse: "Anania, perché mai Satana si è cosí impossessato del tuo cuore e tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno? Prima di dividerlo non era forse tua proprietà e, anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo questa azione? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio". All'udire queste parole Anania cadde a terra e spirò. E un timore grande prese tutti quelli che ascoltavano. Si alzarono allora i piú giovani e, avvoltolo in un lenzuolo, lo portarono fuori e lo seppellirono. Avvenne poi, circa tre ore piú tardi, entrò anche sua moglie, ignara dell'accaduto. Pietro le chiese: "Dimmi: avete venduto il campo a tal prezzo?". Ed essa: "Si, a tanto". Allora Pietro le disse: "Perché vi siete accordati per tentare lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta i passi di coloro che hanno seppellito tuo marito e porteranno via anche te. D'improvviso cadde ai piedi di Pietro e spirò. Quando i giovani entrarono la trovarono morta e, portatala fuori, la seppellirono accanto a suo marito. E un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa e in quanti venivano a sapere queste cose"». (Atti 5, 1-11).
- Sono ugualmente impressionanti le testimonianze di morti rianimati, raccolte dal dott. Raymond Moody nel libro La vita oltre la vita (Mondadori).
Una donna gli disse: «Appena morta mi trovai in un mondo di luce e vidi d'un colpo, come a un flash, tutta la mia vita, tutte le mie azioni, particolarmente quelle di cui avevo a vergognarmi; e delle mie azioni, anche buone, vidi i moventi meno buoni che mi spingevano. Ho avuto tanta paura!... Adesso ho deciso di vivere solo per fare del bene».
Di Padre Ildebrando A. Santangelo
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