domenica 19 maggio 2019

CRISTO CROCIFISSO CAPOLAVORO DELL’AMORE



IL TEMPO DI GESÙ CROCIFISSO

Finora abbiamo parlato di un Verbo Figlio di Dio, fatto uomo nel seno purissimo della Vergine Maria, tutto inteso a realizzare il grande programma che gli è stato affidato dal Padre, cioè quel divin Sacrificio che avrebbe restituito al Padre la sua gloria e ridato al mondo la salvezza perduta: ma questo discorso sarebbe rimasto incompiuto e anche ingiusto senza una parola che mettesse brevemente in rilievo ciò che costituisce la sua personale iniziativa nel compimento del grande programma ricevuto dal Padre.
Potremmo cominciare rievocando, come mi pare di aver fatto, quella sua totale, non solo, ma entusiastica adesione a quella Volontà, rivelandone anzi gli aspetti più esigenti: non permettendo ad alcuno che lo dissuadesse (e di ciò san Pietro ne fece le spese), né domandando ad alcuno che gli fosse di aiuto: tutti infatti poterono svignarsela.
Qui forse possiamo chiederci del perché di tanta gelosia di Gesù, sia nell'ignorare chi avrebbe potuto aiutarlo, sia nel rifiutare chi volesse dissuaderlo da quel suo cammino verso il suo grande Sacrificio: ebbene, scoprire il perché di questa sua gelosia, sarà come scoprire che Lui faceva questo cammino verso quel suo Sacrificio non solo per obbedire alla Volontà del Padre, ma anche per le seguenti motivazioni, alle quali ora accenneremo.
Anzitutto, quel miracolo di amore con il quale Egli volle incoronare il suo Sacrificio sulla Croce, facendo delle sue carni sacrificate e del suo Sangue sparso un divino Banchetto per la nostra fame e la nostra sete di infinito...: questo miracolo di amore, anche se tutto intonato al programma del Padre, in realtà era una iniziativa tutta sua, una iniziativa che gli è scaturita proprio da quella carne ricevuta dalla Vergine sua Madre, per cui, nel momento stesso del sentirsi uomo, ecco che quel pensiero, per sé devastante, di dover morire sulla Croce, si trasformò d'improvviso, come in una tappa meravigliosa, cioè: quella tappa, come il fuoco... avrebbe 'preparato' quelle sue Carni e quel suo sangue, così che poi, in quel Banchetto di Vita, sarebbero diventati più bramati, più desiderati e gustati!
Ma ecco che a questa iniziativa se ne accompagna un'altra: abbiamo sentito, appena sopra, da Apocalisse (21, 3) parlare delle Nozze dell'Agnello come di una eterna Alleanza: "Ecco la dimora di Dio con gli uomini: essi il suo popolo... Egli il Dio con loro". Sappiamo che ci fu una prima Alleanza, al tempo dell'uscita dall'Egitto, ma a questa il popolo non fu fedele, ed essa decadde. Ma il ricordo di essa non decadde, perché i Profeti continuarono a richiamarla. Quando poi venne la pienezza dei tempi, ecco che Isaia ed Ezechiele annunciarono "una nuova ed eterna Alleanza".
Ma ogni Alleanza deve essere ratificata dallo spargimento di sangue: quella prima era stata sancita con il sangue di animali: e questa seconda ed eterna?... Ecco Gesù, che nell'ultima cena con i suoi, prima di andare alla morte di Croce, inaugurando anzi tempo il Banchetto Eucaristico, ma riferendosi sempre alla sua morte di Croce, con il suo Sangue che spargerà sulla Croce, ratifica, sancisce la Nuova Eterna Alleanza.
Nel medesimo tempo, cioè mediante quell'ultima Cena, con le grandi parole rivolte agli Apostoli al termine di essa: "Fate questo in memoria di me" (ecco una nuova e terza grande iniziativa). Egli eleggerà il nuovo Sacerdozio per l'Eterna Nuova Alleanza!
Ma anche immediatamente prima di andare incontro alla sua Passione, e quindi alla sua Crocifissione e quale inspirazione da essa, ecco un'ulteriore iniziativa, cioè quel suo discorso che giustamente è chiamato la preghiera sacerdotale, la preghiera di oblazione e di intercessione nell'ora del Sacrificio: noi possiamo vedere in essa una soluzione di quell'altra iniziativa che è il mistero delle Nozze Eterne che Cristo, al suo ritorno, dovrà stringere con la Nuova Gerusalemme, cioè con la sua Chiesa, quella formata dall'umanità da Lui redenta, formata dunque da ciascuno di noi, poiché ognuno sarà soggetto di quelle Nozze.
Infatti quella preghiera parla di una consacrazione di tutti nella Verità, e insieme di una partecipazione di tutti e di ognuno a quell'Unità stessa nella quale vivono il Padre e il Figlio; e di tanta Grazia, cioè di tali Nozze Eterne, dovranno poi esserne partecipi tutti per tutta la Vita Eterna. Ecco infatti come conclude quella preghiera: "Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato: poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo" (Gv 17,17 e s.).
A quali prospettive veramente divine e davvero infinite conducono tutte queste iniziative di Cristo, partendo tutte dal dolcissimo mistero della sua Morte di Croce!
O mio dolce Signore, Gesù Crocifisso!... capolavoro dell'Amore!... dopo aver compiuto con Te questo lungo viaggio attraverso i lunghi secoli del tuo Avvento: il grande secolo della tua presenza tra noi, gli ormai quasi due millenni dalla tua dipartita, e quindi di una tua trepida attesa, sempre compresi dentro il mistero del tuo grande Sacrificio, cioè della tua Passione e Morte di Croce, prima nella sua realtà storica, poi nella sua realtà mistica, dentro la celebrazione della tua Chiesa: credendoci dunque verso il termine di questo viaggio, e ritenendoci un po' in diritto che Tu, finalmente debba venire a noi... ecco che noi andiamo già vedendo vicini i grandi fatti che la tua venuta porterà con sé: la fine di questo mondo, la condanna di Satana e dei suoi, il Giudizio di tutti e la comparsa dei cieli nuovi e della nuova terra, dove regnerà la giustizia!
Ma Tu, con la parola della Scrittura, vieni a richiamarci oltre siffatti, e a mostrarci al di là della nostra stessa Salvezza (per la quale Tu hai fatto tanto), al di là, quando ormai l'immane fracasso, che segnerà la caduta nel nulla di ogni vanità del tempo, anche lui, il tempo stesso sparirà nel nulla, al sopravvento dell'Eternità con le sue eterne bellezze! Ed è proprio la prima di esse, quella che tu vuoi mostrarci, perché essa è tutta nostra, cioè la celeste Gerusalemme che discende dal Cielo, tutta pronta per le Nozze Eterne con l'Immacolato Agnello che sei Tu!
O beata Gerusalemme del Cielo! O beata Chiesa di Cristo Crocifisso! O beato ciascuno di noi Chiesa di Cristo Crocifisso!... innamorato di ciascuno di noi ancora dalla sua Croce, ora vuol concludere tutto alla perfezione del suo Amore, chiamando tutti alle sue mistiche Nozze, dopo averci doppiamente consacrati nella Verità, dopo averci ammessi alla stessa Unità di Lui con il Padre, e dopo aver ottenuto dal Padre che stiamo sempre con Lui per contemplare la sua gloria, quella che gli è stata data ancor prima della fondazione del mondo perché noi la viviamo con Lui!
O Gesù, dolcissimo Sposo delle nostre anime, come è vero che Tu sei il nostro sposo, perché ci hai dato tutto di Te stesso, sia prima qui sulla terra, sia ora in Cielo: e come è vero che nel tempo del tuo vivere qui tra noi ti è toccato di vivere in quella "angoscia", della quale ci hai detto, per aver dovuto aspettare che si compisse, finalmente, quel "Battesimo" per il quale ci avresti manifestato in pienezza quel tuo amore, morendo per noi sulla Croce e lasciandoci così il tuo Corpo e il tuo Sangue come nostro cibo e bevanda: e come è pur vero che Tu, prima di partire da noi, hai dato ai tuoi la facoltà divina di perpetuare nel tempo, per la nostra fame e sete, quel santo sacrificio tuo sulla Croce.
Ma ciò sarà pur vero anche per quando verrai? O poveri uomini, tanto superficiali quanto vanitosi e vuoti, ascoltate bene voi, cui dà tanto fastidio la presenza del Crocifisso: nel Credo noi diciamo: "Di nuovo verrà nella gloria" ma, prima di lui, "comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo"; quel segno non sarà che la Croce!... e sarà splendida come il sole! - ditemi dunque: quel segno, nel vederlo, avrete ancora tempo per andar dal sindaco a pregar di rimuoverlo, o vi troverete, d'improvviso, morti per lo spavento?
"E vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo, con grande potenza e gloria" (Mt 24,30) - Ma tutto questo avverrà. Tu intanto, o Cristo, fino a quando non avverrà la fine, e ci sarà anche un uomo solo da salvare, Tu sarai in agonia, cioè sarai là su quella Croce, quella che Tu, fin dall'inizio del mondo e del peccato, Tu hai subito pensato, voluto e bramato come l'unico rimedio per quel gran male del peccato, o benedetto Cristo Crocifisso, vero capolavoro dell'Amore.
Ma a un tanto capolavoro di Amore, non dovrà forse corrispondere un premio? E quale premio potrebbe essere da più di quello che Tu già ci hai mostrato, cioè quello che, fin da un misterioso passato (come narra san Giovanni della Croce) il Padre tuo, desideroso di trovarti una Sposa, dopo averti indicato i cieli e la terra quale degno palazzo di essa, alla fine ecco che (con tuo grande contento) ti rivela il mistero della tua Sposa, cioè: poiché gli abitanti dei due piani di quel palazzo della Sposa (e sono gli Angeli, nel piano superiore e gli uomini, nel piano inferiore) formano un Corpo solo, per il fatto che Tu solo sei lo Sposo che li ama, e: "il Pane degli Angeli è diventato il Pane degli uomini ecco che quel Corpo è la vera, unica tua Sposa!
Oh! allora, venga dal Cielo questa celeste Gerusalemme, cioè la Sposa del palazzo dai due piani, cioè le infinite schiere dei cori angelici, e la folla immensa che non si può misurare degli uomini redenti e salvati: e Lui, lo Sposo, l'Agnello immolato per tutti: e vengano dunque le tanto sospirate Nozze, e con esse gli sconfinati orizzonti dell'Eternità, e quella Vita Eterna, e l'eterno viaggio nuziale di quelle Nozze Eterne, anzi l'eterno viaggio trionfale di quello Sposo Vincitore della Morte e delle forze infernali, e di quella Sposa da Lui salvata e con Lui Vincitrice: Eterno viaggio trionfale all'insegna della Croce, il "Segno" del Figlio dell'uomo, più radioso del Sole: il segno che, fin dall'inizio del tempo, il Verbo divino ideò come l'arma sicura della sua trionfante impresa, e sulla quale poi, fattosi uomo si lasciò crocifiggere, divenendo così il Crocifisso, e quindi il grande Sacrificio di Redenzione lasciato in dono alla Chiesa sua Sposa, perché lo tenesse vivo tutti i giorni, tutte le ore del giorno, quale capolavoro dell'Amore, ispirativo di Amore.
E ora, finito il tempo, avviato l'Eterno Viaggio trionfale, quel "Segno" con il quale tutto era stato fatto, non poteva certo nascondersi, né venir dimenticato, ma innalzato! come il vessillo, la bandiera di quel trionfo e di quel Trionfatore!!!
Oh, davvero beati coloro che avran parte in quell'Eterno Viaggio trionfale, sotto quel Segno, quel vessillo, quella Bandiera. Ma quale vergogna e, purtroppo, eterna!... per chi, quel Segno, l'avesse ritenuto una realtà insignificante.

Padre Virginio Carlo Bodei O.C.D.

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