I DUE FRATELLI TEOBALDO E JOSEF BURNER
Illfurt, Alsazia, 1864-1869
Il diavolo fa la predica
Nel vangelo si legge che erano gli indemoniati, cioè i demoni che stavano nel corpo degli indemoniati, i primi a riconoscere e a proclamare la divinità di Gesù. Spesse volte il demonio, obbligato da Dio e non certo di sua iniziativa, diventava apostolo delle verità della fede e arrivava convertire atei e increduli da molto tempo lontani dalle pratiche della religione. Molti missionari in terra di missione considerano il demonio un loro valido collaboratore lo vedremo meglio nel quarto racconto di questa seconda parte, ambientato in Cina — in quanto molti pagani, per liberarsi dalla sua presenza fastidiosa, si rivolgono al missionario cattolico e scoprono, poi, la verità della fede e i fanno battezzare.
La predica del diavolo si è avuta a diverse riprese anche Illfurt. Le verità della fede, le norme della morale cristiana, le massime eterne, l’inferno, il paradiso, il peccato, l’eternità, la fedeltà all’autorità ecclesiastica, la frequenza lei sacramenti, la necessità della preghiera, la devozione alla Madonna e altri punti della catechesi hanno trovato, impensatamente, una nuova e strabiliante conferma proprio nelle parole che il demonio faceva sentire attraverso l bocca dei due fanciulli.
Racconta ancora il Sutter:
«Il pensiero del paradiso perduto è una pena atroce e indescrivibile per satana. Quante volte non lo si udì esclamare per bocca delle due povere vittime: “Ah! che splendore lassù! che splendore! Se potessi avere la gioia di godere un momento solo di quella gloria quanto sarei felice! Quanto è bello il paradiso! Come vorrei rivederlo! Ma non lo potrò rivedere mai, mai mai!” Interrogato che cosa farebbe per tornarvi disse: “Striscierei migliaia di anni su punte di spilli, camminerei su lame affilate pur di arrivarvi una volta!”».
Parlando dell’inferno generalmente terminava sempre coll’esprimere il desiderio di essere distrutto da Dio per non essere più obbligato a tornarvi, avverando così quello che si legge nella Sacra Scrittura: «Allora i re della terra e i grandi... si nascosero nelle caverne e fra le rupi dei monti e dicevano ai monti e alle rupi: cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello» (Ap 6,15-16). Attestò inoltre che la chiesa cattolica insegna la verità su quello che riguarda l’inferno. Parlando del fuoco disse:
— Non potete farvene un’idea, è molto più doloroso di quello che voi pensate e i dannati ne soffrono in modo spaventoso.
Uno degli astanti gli domandò come fosse l’inferno.
— Non è bello, rispose.
E siccome si insisteva per saperne di più egli si mostrò seccato e disse:
— Fate in modo di venirci e lo vedrete da voi.
Pur ritenendo l’inferno il posto peggiore che ci sia e la sorte di chi vi cade la più miseranda di tutte, non lasciava occasione per trovare nuove prede tra coloro che incontrava. In altre parole, continuava a essere e a fare, malgrado tutto, il suo mestiere di tentatore e di seduttore.
A papà Burner, sempre povero e obbligato a forti spese anche per la disgrazia capitata ai figli, avrebbe offerto 1000 franchi se si fosse messo al suo servizio e avesse promesso di stare a ciò che lui gli ordinava, il che il brav’uomo naturalmente rifiutò. Al signor Tresch offrì molti sacchi di monete d’argento e d’oro che gli avrebbe fatti trovare se l’avesse voluto, naturalmente a certe condizioni.
Ad ogni colpo ben riuscito si rallegrava visibilmente.
Una volta il demonio interruppe bruscamente un discorso che stava facendo ed esclamò:
- Lo teniamo!
Chi dunque?
— Quel giovanotto che sta ballando freneticamente nella sala N. a Sélestat — aggiungendo trionfante — adesso non ci scappa più! E arrivato a destinazione!
Si andò subito a controllare la cosa. Veramente alla stessa ora nella sala da ballo indicata un giovanotto era caduto morto colpito da apoplessia durante il ballo.
Il sabato precedente la terza domenica di quaresima Teobaldo annunciò che l’indomani sarebbero arrivati parecchie centinaia di forestieri a Illfurt perché si era sparsa lì notizia che in quel giorno lui e il fratello sarebbero stati liberati dal demonio. L’indomani effettivamente i visitatori furono molto più numerosi del solito, desiderosi tutti di assistere al fatto straordinario, ma di liberazione degli ossessi non si parlò neppure. Si era trattato di un falso allarme. La sera il demonio alzò grida di gioia e di entusiasmo, il suo gioco era pienamente riuscito: la falsa notizia da lui stesso propagata aveva impedito a quel gran numero di persone di assistere alla Messa domenicale e alle altre funzioni religiose.
Il signor Martinot racconta di aver avuto un giorno dal demonio conferma esplicita della verità della religione cattolica e che tutte le altre religioni, nessuna esclusa, erano false.
— Ma come puoi affermarlo? gli fu chiesto.
E il demonio rispose per bocca di Josef:
— Vi sono costretto dai Tre di lassù. E devo ancora aggiungere che noi siamo senza forza e senza potere sopra quelli che la pensano come te, che hanno la vera fede. Noi siamo inermi contro quelli che si confessano e si comunicano degnamente, che sono devoti alla «Grande Signora» e che invocano Colei alla quale dobbiamo la nostra rovina. Siamo inermi contro chiunque segue e pratica francamente la dottrina di Colui che noi odiamo cordialmente e sono obbedienti al padre di tutti i cani (il papa) e che vivono sottomessi nel gran porcile (la chiesa).
Un giorno un ufficiale di un reggimento d’Africa, di guarnigione a Mùhlhausen, volle fare per curiosità una visita ai due ragazzi di cui tanto si parlava. Non l’avesse mai fatto I due ragazzi gli fecero in perfetto francese un completo esame di coscienza di tutto ciò che aveva fatto da molti anni. L’uffìciale ne rimase impressionatissimo e, buon per lui, decise di convertirsi e di cambiar vita. Lo stesso avvenne ad altri signori che erano venuti a Illfurt per curiosità ed erano tornati a casa trasformati interiormente e convertiti. Lo stesso Werner, il poliziotto ricordato, completamente incredulo e lontano dalla partica religiosa, si convertì dopo aver conosciuto i fenomeni di cui era stato più volte testimone oculare e di cui poi ci lasciò una dettagliata relazione.
E facile immaginare come la notizia di fatti così straordinari e impressionanti si diffondesse con rapidità da ogni parte e attirasse a Illfurt spettatori sempre più numerosi, che se ne tornavano poi a casa con propositi di vita migliore. Dio sa cavare figli di Abramo anche dalle pietre, dice Gesù. In questo caso Dio si serviva anche del tentatore e del «Bugiardo» per fare arrivare alle anime che ama la luce della verità e ia grazia della salvezza.
Paolo Calliari
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