martedì 6 luglio 2021

1962 Rivoluzione nella Chiesa

 


 Cronaca dell’occupazione  neomodernista  della Chiesa Cattolica


LA CONDANNA UFFICIALE DELLA “NUOVA TEOLOGIA”


b) Relativismo dogmatico

Seguiva la condanna dei “nuovi teologi” in blocco:

“Per quanto riguarda la teologia, certuni intendono ridurre al massimo il significato dei dogmi; liberare lo stesso dogma dal modo di esprimersi, già da tempo usato nella Chiesa, e dai concetti filosofici in vigore presso i dotti cattolici, per ritornare nell’esporre la dottrina cattolica, alle espressioni usate dalla Sacra Scrittura e dai Santi Padri. Essi così sperano che il dogma, spogliato degli elementi estrinseci, come essi dicono, alla divina Rivelazione, possa venire con frutto paragonato alle opinioni dogmatiche di coloro che sono separati dalla Chiesa e in questo modo si possa pian piano arrivare all’assimilazione del dogma con le opinioni dei dissidenti. Inoltre, ridotta in tali condizioni la dottrina cattolica, pensano di aprire così la via attraverso la quale arrivare, dando soddisfazione alle odierne necessità, a poter esprimere i dogmi con le categorie della filosofia odierna, sia dell’immanentismo, sia dell’idealismo, sia dell’esistenzialismo o di qualsiasi altro sistema”.11

“E perciò - proseguiva il Papa - taluni, più audaci, sostengono che ciò possa, anzi debba farsi, perché i misteri della fede, essi affermano, non possono mai esprimersi con concetti adeguatamente veri, ma solo con concetti approssimativi e sempre mutevoli, con i quali la verità viene in un certo qual modo manifestata, ma necessariamente anche deformata”; secondo costoro sarebbe necessario che la teologia “sostituisca nuovi concetti agli antichi; cosicché in modi diversi, e sotto certi aspetti anche opposti, ma, come essi dicono, equivalenti, esponga al mondo umano le medesime verità divine”.12

“Da quanto abbiamo detto - concludeva il Sommo Pontefice - é chiaro che queste tendenze non solo conducono al relativismo dogmatico, ma di fatto già lo contengono; questo relativismo é poi fin troppo favorito dal disprezzo verso la dottrina tradizionale e verso i termini con cui essa si esprime”.13

Cosa proponevano, infatti, i “nuovi teologi” in sostituzione della teologia scolastica? Nient’altro che delle “nozioni ipotetiche ed espressioni fluttuanti e vaghe della nuova filosofia, le quali, a somiglianza dell’erba dei campi, oggi vi sono e domani seccano; a questo modo si rende lo stesso dogma simile ad una canna agitata dal vento”.14

Sac. Andrea Mancinella

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