Estratto dal libro: “La banca la moneta e l’usura” di Sua Ecc.za dott. Bruno Tarquini
SOVRANITÀ MONETARIA
PER IL CONTROLLO DELL’INFLAZIONE
Un perfetto funzionamento del sistema monetario impone
il rispetto assoluto di alcune regole fondamentali.
La prima regola è che il volume totale del circolante deve essere costantemente in rapporto con il volume dei
beni che il sistema economico nazionale ha prodotto ed
è pronto a distribuire. Attualmente succede, invece, che
il volume della moneta oscilla in un senso o nell’altro senza alcuna scientifica relazione con la massa dei beni reali,
già prodotti o che si vogliono produrre, oppure si dà vita
all’attuale situazione economica, nella quale domina una
anomala scarsità della moneta ed una stagnazione del
commercio, incapace, peraltro, di determinare una significativa riduzione dei prezzi, a causa degli alti costi e della
pressione fiscale.
La seconda regola, anch’essa irrinunciabile, è che il rapporto tra il volume della moneta circolante e quello dei
beni prodotti deve essere calcolato, sorvegliato ed eventualmente corretto da un organismo statale o parastatale, formato da scienziati della finanza e dell’economia, eletti a vita dal Parlamento, e per ciò autonomi e
indipendenti dal Governo e sottratti ad ogni tipo di
coinvolgimento di natura politica, e che rispondono del
loro operato soltanto ai rappresentanti del popolo.
Tale organismo deve avere a disposizione, naturalmente,
tutti i dati della produzione dei beni (quelli prodotti e quelli
programmati, secondo l’indirizzo politico-sociale liberamente scelto dal Parlamento e dal Governo) e della circolazione monetaria. In tal modo, mediante rilevazioni statistiche molto ravvicinate nel tempo, esso dovrebbe essere in
grado di fornire al Governo, in termini scientificamente
esatti, le indicazioni sul volume del circolante sufficiente e
necessario perché possa funzionare, a favore dei cittadini,
come mezzo di scambio dei beni. Di conseguenza, il Governo può immettere nella circolazione la “propria” moneta
nella quantità scientificamente utile per la collettività, e
può, all’occorrenza, a seconda dell’andamento della produzione, aumentare il volume di moneta circolante o ridurlo.
Solamente in questo ultimo caso il Governo può procedere ad un prelievo fiscale nei limiti della contrazione
programmata ed a carico, possibilmente, di quelle fasce
di cittadini maggiormente capaci di sopportarlo.
Nel calcolo della popolazione si deve tener conto di tutti i
cittadini: non solo di quelli produttivi, di coloro, cioè, cui
è certamente destinata una quota-parte della moneta circolante come corrispettivo della loro attività di lavoro, di
qualunque natura sia, ma anche di quelli che, per una ragione o l’altra, sono privi di reddito, come possono essere
i disoccupati, i malati, gli anziani, i bambini.
“Chiesa viva” NUMERO UNICO *** Gennaio 2014
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