giovedì 10 agosto 2023

Ritorno a casa

 


Cristiani, atei ed ebrei

convertiti alla fede cattolica


DOROTHY DAY ci racconta nel suo libro La lunga solitudine, la sua autobiografia: da giovane si dedicò alla lotta contro le ingiustizie a favore dei più poveri. Per questo, si associò prima con il partito socialista, allontanandosi dalla sua fede episcopale, nella quale era stata battezzata. Organizzava assemblee, finendo in diverse occasioni in carcere per difendere i diritti dei lavoratori.

Ma, a poco a poco, iniziò a trovare amici cattolici che le parlarono della loro fede. Fu importante soprattutto la lettura di alcuni autori come Huysmans (cattolico convertito). E cominciò a frequentare una chiesa cattolica, benché non fosse ancora pienamente convinta. A volte, ripeteva a se stessa la frase che aveva sentito a più riprese: La religione è l’oppio dei popoli, per non lasciarsi convincere. Ancor più, farsi cattolica significherà affrontare la vita da sola e io mi attaccavo alla mia vita familiare. Sembrava duro rinunciare ad un marito perché io e mia figlia potessimo divenire membri della Chiesa. Se io abbracciavo la religione cattolica, Forster non avrebbe avuto niente a che fare né con la Chiesa né con me. Per questo motivo attesi.

Ma decisi di prepararmi, e la sorella Aloysia veniva tre volte a settimana a darmi lezioni di catechismo che io cercavo di imparare obbedientemente.

Fino a che un giorno si decise e si fece battezzare sotto condizione, fece la sua confessione e la sua prima comunione. Racconta: Non provai una gioia particolare nel ricevere questi tre sacramenti: il battesimo, la confessione, e la santa eucaristia... Io amavo la Chiesa, non in quanto tale; poiché spesso era secondo me motivo di scandalo proprio perché rendeva visibile Cristo.

Disse Romano Guardini che la Chiesa era la croce nella quale Cristo fu crocifisso; e come non si può separare Cristo dalla sua croce, bisogna vivere in uno stato di perenne insoddisfazione con la Chiesa.

Mai mi pentii, neanche per un istante, di essermi fatta cattolica, ma ripeto che per un anno questa scelta mi diede ben poca contentezza, poiché proseguì la lotta interiore. Conobbì un buon sacerdote che mi aiutò a proseguire il mio cammino.

Col passare del tempo fondò il periodico The Catholic Worker in difesa dei diritti dei lavoratori e così nacque il movimento dei “Lavoratori Cattolici”. Narra: Agli inizi del The Catholic Worker la mia giornata cominciava con la messa prima dell’alba e si concludeva spesso a mezzanotte.

La vita di Dorothy Day fu una continua ricerca di Dio, condotta amando gli altri, specialmente i più poveri e sfruttati. Lei ci racconta nelle ultime parole del suo libro: L’ultima parola è amore. Non possiamo amare Dio, se non ci amiamo gli uni gli altri, e per amarci dobbiamo conoscerci gli uni gli altri. Lui lo conosciamo nell’atto di spezzare il pane (messa) e gli uni gli altri ci conosciamo nell’atto di condividere il nostro pane. Il cielo è un banchetto e la vita è anch’essa un banchetto, anche con un pezzetto di pane, lì dove c’è una comunità... Tutti abbiamo capito che l’unica soluzione è l’amore e che l’amore arriva con la comunità.

Quando morì nel 1980, il New York Times la definì una militante della non violenza, radicale nel sociale, di una raggiante personalità, che lottò per cinquant’anni in prima linea a favore della giustizia sociale.

Padre ángel Peña


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