mercoledì 4 marzo 2020

LA MISERICORDIA DIVINA NELLA MIA ANIMA



Una volta quando  notai che Dio stava per provare un certo arciprete, che era mal disposto e  non credeva a questa causa, ne fui addolorata e pregai Dio per lui ed il  Signore gli alleviò le sofferenze. A Dio dispiace molto la diffidenza verso  di Lui e per tale motivo alcune anime perdono molte grazie. La diffidenza  di un'anima ferisce il Suo dolcissimo Cuore, che è pieno di bontà e di  amore inesprimibile per noi. C'è una grande differenza col dover del  sacerdote, che talvolta non deve credere per poter accertare a fondo la  veridicità dei doni o quelle grazie in una data anima; e quando lo fa per  poter convincere meglio u anima e condurla ad una più profonda unione con Dio, ne avrà una grande, incalcolabile ricompensa. Ma non  dare alcun peso e diffidare delle grazie di Dio i un'anima, per il solo  fatto che non si riesce a sviscerarle ed a comprenderle col proprio  cervello, quest non piace al Signore. Ho una gran pena per quelle anime  che si imbattono in sacerdoti inesperti. Una volta un sacerdote m chiese  di pregare secondo la sua intenzione; promisi di pregare e chiesi una  mortificazione. Quando ottenni il permesso per una certa mortificazione,  mi sentii spinta nell'anima a cedere a quel sacerdote per quel giorno tutte  le grazie che la bontà di Dio mi aveva destinate. E pregai Gesù che si  degnasse di mandare a me tutte le sofferenze e le tribolazioni esteriori ed  interiori che quel sacerdote doveva soffrire quel giorno. Iddio accolse in  parte questo mio desiderio e subito, non si sa come, cominciarono a venir  fuori varie difficoltà e contrarietà, a tal punto che una delle Suore disse  ad alta voce queste parole: « Il Signore deve entrarci in qualche modo in  questa faccenda, poiché tutti ce l'hanno contro Suor Faustina ». I fatti  riportati erano talmente infondati, che alcune suore li sostenevano ed  altre li negavano ed io in silenzio li offrivo per quel sacerdote. Ma non finì  qui; provai sofferenze interiori. Dapprima fui presa da un'indisposizione  e da un'avversione verso le suore, poi uno strano dubbio cominciò a  tormentarmi e non riuscii a concentrarmi per la preghiera, mentre varie  questioni mi frullavano in testa dandomi preoccupazioni. Quando, vinta  dalla stanchezza, entrai in cappella, un dolore misterioso compresse la  mia anima e cominciai a piangere silenziosamente. Ad un tratto udii  nell'anima questa voce: « Figlia Mia, perché piangi? Dopotutto ti  sei offerta da sola per questa sofferenza. Sappi che quello che  tu hai ricevuto per quell'anima, è una parte molto piccola. Egli  soffre ancora di più ». E chiese al Signore perché si comportasse a  questo modo con lui. Ed il Signore mi rispose che lo faceva per la triplice  corona che gli era stata destinata: della verginità, del sacerdozio e del  martirio. E subito la gioia invase la mia anima, al pensiero della grande  gloria che avrebbe ottenuto in paradiso. Allora recitai il Te Deum per  questa particolare grazia di Dio, cioè per aver appreso che Iddio si  comporta così con coloro che intende avere vicino a Sé. E pertanto sono  niente tutte le sofferenze, in confronto a quello che ci attende in paradiso.

Diario di Santa Sr. Faustina Kowalska

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