lunedì 2 marzo 2020

PADRE PIO E IL DIAVOLO



Gabriele Amorth racconta... 

Esorcismi e indemoniati 

Erano le anime, la posta in gioco nella lotta epica prefigurata dalla “visione” del gennaio  1903. La battaglia si svolgeva ogni giorno, per ore, nel confessionale. Uno scontro durato  cinquant'anni, salvo il periodo in cui fu proibito a Padre Pio di esercitare il ministero della  riconciliazione. Fu certamente quello, il terreno principale sui cui Padre Pio e il suo nemico  si incontrarono duramente. Oltre a quello, personale, dei dubbi e delle tentazioni, che il  demonio tentava di insinuare, per indebolire l’avversario. Ma ci si sarebbe potuti aspettare  che il monaco santo, anche e proprio per la sua facilità a far convivere lo straordinario con  la normalità quotidiana, ci dedicasse anche una forma particolare di lotta al diavolo, e cioè  la “liberazione” rituale. Il rapporto di Padre Pio con gli esorcismi ha sempre incuriosito i  biografi; ma a quanto risulta, li ha praticati in maniera saltuaria. Non mancano però episodi  eccezionali, nella pur già straordinaria lotta. Uno dei più eclatanti avvenne nel 1964, cioè quattro anni prima della scomparsa del monaco santo. È estate, e fra le donne che aspettano  nella sacrestia piccola che passi Padre Pio, c’è anche una ragazza di diciotto anni, del Nord  Italia, posseduta. Quando il frate passa, il demonio si scatena in urla e insulti. Padre Pio  sembra non farci caso. Ma nella notte fra il 5 e il 6 luglio il convento è scosso da un rumore,  fortissimo, un tuono che fa tremare mura e pavimenti. E subito dopo si odono le grida di  Padre Pio: «Fratelli, aiutatemi!... Fratelli, aiutatemi!...». I religiosi corrono nella sua cella, e  trovano l’anziano frate a terra, bocconi, semisvenuto; perde sangue dalla bocca e dal naso,  e sull’arcata sopraccigliare destra ha un’ampia ferita, come di un pugno. La mattina  seguente Padre Pio dovrà restare a letto, e non potrà scendere in cappella per celebrare la  messa. 

Il fatto è stato narrato da molti testimoni; in particolare ne fa ampio resoconto nel suo Diario padre Eligio D’Antonio. E anche Luigi Peroni ne fornisce una versione molto ricca di  dettagli: «Il giorno dopo padre Dellepiane incontra, al primo piano, Padre Pio che viene avanti sostenuto da due confratelli. Al vederlo così ridotto, gli chiede allarmato: “Che è successo, padre?”. “Eh! Sono caduto!”. Ma uno dei frati soggiunge: “...e ha preso un sacco di legnate”. 
Mentre scendono le scale, si ode la voce della giovane, invasata dal demonio che, dal corridoio, urla: “...Quell'anima era già mia; me l'ha levata per forza, all'ultimo istante, quel vecchiaccio! 
L'avrei voluto distruggere, questa notte; e gli occhi glieli avrei cacciati certamente se quella donna non gli avesse messo un cuscino sotto il viso...”. Si è poi saputo che Padre Pio è stato ritrovato sotto il letto, tutto pesto, con gli occhi gonfi e con i segni evidentissimi sotto di essi, come di due dita che avessero tentato di accecarlo. Per richiudere la ferita dell'arcata sopracciliare i medici hanno messo due punti a carne viva. Nella stessa mattina del 6 luglio il demonio, per bocca dell'ossessa, dà un'altra conferma dell'accaduto: "... Ieri sera alle dieci, sono stato a trovare qualcuno... mi sono vendicato... così imparerà un'altra volta''. Veramente chi non ha ancora imparato è proprio il demonio, perché se Padre Pio si è lasciato massacrare da lui fin da bambino, non sarà ora, a settantasette anni, che si deciderà a tirarsi indietro». 

Luigi Peroni ha raccolto questa testimonianza direttamente da Padre Pio Dellepiane dei  Frati Minimi di san Francesco da Paola, nella prima domenica di maggio del 1973. Dopo  quell'assalto, furono scattate alcune fotografie a Padre Pio, da cui risultano evidenti i segni  lasciati sul volto dall'aggressione. Ma la storia di quell'indemoniata, e del suo “ospite",  particolarmente feroce non finisce lì. Infatti narra Alberto D'Apolito che vi fu il tentativo da  parte di alcuni sacerdoti, cappuccini e conventuali, di esorcizzare l'indemoniata, che  avevano avuto il permesso del vescovo. Il diavolo li prendeva in giro: «Non vi vergognate! 
Avete mangiato e bevuto e ora volete cacciarmi da questo corpo. Non sarà mai». Padre  Dellepiane narra anche che il demonio si vantava, per bocca dell'invasata, di aver dato un  potente pugno alla spina dorsale di Padre Pio e che, per le percosse, gli aveva impedito di  scendere in chiesa per celebrare la Messa. La storia termina qualche giorno più tardi. Padre  Pio, ristabilito, passò di nuovo per la sacrestia, per andare in chiesa e dire Messa. La ragazza  indemoniata lo vide uscire rivestito dei paramenti sacri: emise un urlo grandissimo,  svenne. Quando riprese i sensi, era libera. 

La Positio contiene un episodio che avrebbe dell'incredibile, se Padre Pio non l'avesse  raccontato a padre Tarcisio, che così Io riporta: «Una mattina mentre stavo confessando gli uomini» dice Padre Pio «mi si presenta un signore alto, snello, vestito con una certa raffinatezza e dai modi garbati, gentili. Inginocchiatosi questo sconosciuto incomincia a palesare i suoi peccati che erano di ogni genere contro Dio, contro il prossimo, contro la morale: tutti aberranti. Mi colpì una cosa. Ver tutte le accuse, anche dopo la mia riprensione, fatta adducendo come prova la parola di Dio, il magistero della Chiesa, la morale dei santi, questo enigmatico penitente controbatteva le mie parole giustificando, con estrema abilità e con ricercatissimo garbo, ogni genere di peccato, svuotandolo di qualsiasi malizia e cercando allo stesso tempo di rendere normali, naturali, umanamente indifferenti tutti gli atti peccaminosi. E questo non solo per i peccati che erano raccapriccianti contro Dio, Gesù, la Madonna, i Santi, che indicava con perifrasi irriverenti senza mai nominarli, ma anche per i peccati che erano moralmente tanto sporchi e rozzi da toccare il fondo della più stomachevole cloaca. Le risposte, che questo enigmatico penitente dava di volta in volta alle mie argomentazioni, con abile sottigliezza e con ovattata malizia, mi impressionavano. Tra me e me, domandandomi, dicevo: “Chi è costui? Da che mondo viene? Chi sarà mai?”. E cercavo di fissarlo bene in volto per leggere eventualmente qualcosa tra le pieghe del suo viso; e allo stesso tempo aguzzavo le orecchie a ogni sua parola in modo che nessuna di esse mi sfuggisse per soppesarle in tutta la loro portata. A un certo momento» dice Padre Pio, «per una luce interiore vivida e fulgida percepii chiaramente chi era colui che mi stava dinanzi E con tono deciso e imperioso gli dissi: “Di' viva Gesù, viva Maria”. Appena pronunziati questi soavissimi e potentissimi nomi, Satana sparisce attristante in un guizzo di fuoco, lasciando dietro a sé un insopportabile irrespirabile fetore». Così ha raccontato a padre Tarcisio da Cervinara, ora  scomparso, amico di padre Amorth, esorcista a San Giovanni Rotondo, e autore di un  piccolo studio sui rapporti fra Padre Pio e il diavolo. 

MARCO TOSATTI 

Nessun commento:

Posta un commento