giovedì 18 aprile 2024
Testo del Segreto lasciato dalla Madonna a La Salette, e rivelato dalla veggente Melanie Calvat: “Si legga il Segreto con attenzione ed umiltà, e si sarà istruiti per il presente e per il futuro” (Lettera di Melania all’abbé Combe, 4 marzo 1899).
mercoledì 17 aprile 2024
Virgo Fidelis in Veritas et Amor
EPOPEA SALVIFICA DEL CRISTIANESIMO VITTORIOSO
Virgo Fidelis in Veritas et Amor
La milizia celeste già protende le sue trombe ed allinea i prodi cristiani dell’ultima ora.
La veridicità delle promesse divine troverà allora conferma e gli esuli troveranno tutti la patria sperata.
La santità sarà l’investitura che corazzerà il cuore umano con la potenza di Dio stesso, che doterà i suoi d’una forza irresistibile nell’appassionata testimonianza che Gesù è il Signore, Dio ed Amore.
La vetustà di ciò che è costruzione terrena subirà la furia devastante di colui che da sempre brama la distruzione del cristianesimo.
Vaticinio che diverrà illustre è: “Virgo Fidelis in Veritas et Amor” che sarà motto vincitore della Chiesa cattolica e apostolica.
L’avidità demoniaca diverrà sempre più palese nel delinearsi del falso intendimento di ciò che significa e da cosa nasce la vera pace, per cui verrà ampliato e diffuso, in contraddizione alla pace, l’uso della guerra che determinerà l’urogenesi, cioè satanici colpi di coda sino alla terza guerra mondiale, per la connessione all’autodistruzione di cui i kamikaze sono l’avvisaglia.
Cultura della morte, dunque, per l’immane catastrofe materiale che seguirà all’immane catastrofe spirituale dei cultori dell’odio e della violenza.
La sacralità della Chiesa cattolica e apostolica sarà mantenuta viva e operante dal “piccolo resto” che si sarà mantenuto fedele a Papa Pietro II, pur nelle traversie di un papato che del Calvario riproporrà lo scenario.
Vorrà l’anticristo pregustare la sua ritenuta vittoria profanando il suolo sacro ed inducendo in schiavitù del potere satanico tutti gli sprovveduti amanti del mondo e non certo di Dio.
Il tormento spirituale allora dilagherà con indicibile disperazione umana, alla quale la misericordia additerà il vertice della vera Chiesa in colui che la superbia del malefico avrà esiliato, coprendolo di scellerato disprezzo umano per non aver voluto riconoscere in lui il vero vicario in terra, portatore della vera luce, verità, amore e pace nel mondo, nel valore della realtà della rinascita dell’umanità rinnovata e santa dal motto: “Virgo Fidelis in Veritas et Amor”.
Il rapporto esecutivo della priorità dell’intendimento divino è dato dall’ammantarsi della preghiera mariana di colui sul quale calata è la scelta divina, in modo trascendentale rispetto alla prassi umana.
Nell’ordinamento massonico confutata sarà tale scelta, che però sarà messa in grado di rendere noto al mondo intero il valore della coppia rinnovata e santa in antitesi ad Adamo ed Eva, per cancellarne la colpa.
Vera e propria persecuzione colpirà la Chiesa, ma come predetto da Gesù sarà inaffondabile ed altamente vittoriosa perché Cristo ed i cristiani con lui hanno vinto la morte.
La gravità degli eventi diraderà le fila dei miei discepoli, per il rinnovarsi della fuga degli apostoli sul Calvario, ma il futuro Pietro a nome Giovanni sarà in me, con me e per me crocifisso e risorto.
In tale luce la nuova aurora di vita universale porgerà al Cuore Immacolato di Maria SS. il suo trionfo.
A merito della grazia del Divino Volere nulla verrà distrutto nel cuore umano di ciò che Gesù e Maria e il nuovo Giovanni nel cuore hanno seminato per l’epopea salvifica del cristianesimo vittorioso.
6/2/2005
Scritti di Anna Maria Ossi
L’Esistenza di Dio – I saggi del mondo – Cuore ed intelletto
Al saggio del mondo sovente è difficile credere in una Divinità, perché il suo intelletto è costretto a trarre altre conclusioni a causa di un spere che non corrisponde però del tutto alla Verità. Già un’opinione errata sullo sviluppo della Terra conduce a false immaginazioni e poi è difficile far valere un eterno Creatore, un Essere Che dovrebbe Essere ben riconoscibile attraverso la Sua Manifestazione di Forza, ma non vuole quasi mai essere riconosciuto. La scienza cerca di dimostrare tutto. Dove non le è possibile, non ammette però la sua incapacità, ma semplicemente non riconosce ciò che è irraggiungibile alla sua ricerca. Così edifica su una falsa opinione, ed infine la via verso l’eterna Divinità è difficile da trovare persino quando c’è la volontà. Ogni ricerca dovrebbe iniziare a chiarire l’Esistenza di Dio, Che non può bensì essere dimostrata, ma Che viene creduta nel pieno della convinzione interiore. Allora ogni ricerca prenderà un corso rapido e di successo. Ma per giungere dapprima a questa fede convinta l’uomo deve malgrado l’acutezza d’intelletto, escludere quest’ultima, deve lasciare da parte ogni scienza e come un bambino farsi istruire interiormente, cioè accettare la Verità di ciò che immagina o desidera secondo il sentimento. Deve in certo qual modo sognare ad occhi aperti. Allora avrà davanti sempre una Divinità Che guida e conduce tutto e dalla Quale si sa supportato. Il desiderio più interiore di un uomo è e rimane un forte Potere al di sopra di lui, soltanto l’intelletto mondano cerca di soffocare questo desiderio, perché all’intelletto parla anche colui che vuole respingere una Divinità, che però non può arrivare al cuore dell’uomo e perciò cerca di influenzare più fortemente l’intelletto dell’uomo. Attraverso il cuore Si manifesta Dio, attraverso l’intelletto il Suo avversario, se il cuore non è più forte ed attira anche l’intelletto dalla sua parte. Allora è anche possibile riconoscere Dio intellettualmente, allora cuore ed intelletto tendono all’eterna Divinità, allora anche la scienza edificherà su altro fondamento, trarrà altre conclusioni, che non sono davvero conclusioni errate, perché appena una ricerca inizia con la fede in una Divinità, non rimarrà senza successo e si avvicinerà anche alla Verità, non importa in quale campo inizia. Allora non staranno più in opposizione scienza e fede, ma si completano soltanto, e soltanto allora il sapere è libero da errore, quando armonizza con la fede in Dio come l’Essere onnipotente, saggio ed amorevole, Che presiede a tutto ciò che era, che è e che rimarrà in tutta l’Eternità. Amen
15 gennaio 1949
Chiudere le porte della Morte
Maria
Le vie di Dio e le vie degli uomini sono molto diverse. La via di Dio è una via di vita, dove fiorisce la vera vita e gli strumenti di morte sono posti da parte. La via dell’uomo è una via di egoismo, del cercare ciò che può piacere a sé stesso. L’uomo non intende uccidere, ma se qualcosa viene a frapporsi, non lo esclude. Per lui, la morte di un altro è un’alternativa. Non chiude mai la porta. Lui non dice mai: “Non posso prendere quella strada”. Così, nella parte posteriore della sua mente, si trova sempre l’alternativa della morte.
Questo comporta incertezza. Coloro che sono deboli e dipendenti non sono mai sicuri di quello che faranno coloro che sono potenti. Sono impotenti. Sanno che la morte è sempre un’opzione.
Ci potrà essere una cultura della vita solo quando l’uomo obbedirà a Dio che ha detto così chiaramente: “Non uccidere”. L’uccisione diretta di un altro è una porta che deve essere tenuta sempre chiusa. È stata inaugurata da Caino e, da allora, ha introdotto miserie indicibili alla razza umana.
Rinuncia alla violenza
Chi sarà il primo a chiudere quella porta per sempre? Chi sarà il primo a rinunciare alla violenza e scegliere la via della pace? Questi saranno i costruttori di pace della Nuova Era. Questo è stato il percorso che mio Figlio ha scelto quando ha detto a Pietro di mettere via la sua spada (Mt 26, 52). Questo è stato il percorso di tutti coloro che hanno veramente seguito il mio Figlio. Hanno sempre chiuso la porta della morte, anche se ciò significava la propria morte.
Il mondo griderà, “Non possiamo farlo. C’è violenza ovunque”. Iniziate dove non c’è violenza. È il bambino nel grembo materno violento? Ha forse attaccato qualcuno? Perché è la porta della morte così aperta per lui? Chiudi per prima quella porta e una nuova mitezza scenderà sull’America. I tuoi occhi si apriranno su altre porte di morte che possono essere chiuse. La cosa più importante, non si apriranno nuove porte di morte che non sono, fino a questo momento, mai state aperte prima. Non è possibile aprire una porta alla morte e pensare che sia possibile mantenere chiuse le altre.
Commento: Maria ha così ragione. Aprire la porta della morte del nascituro porta all’incertezza e, infine, ad aprire tutte le porte della morte.
27/09/2011
TEMPO DI SCELTA
Ascoltarmi e non pubblicarlo è come un tesoro nascosto che nessuno può conoscere. Lo si tiene per sé e non lo si condivide con nessuno. Questo è ciò che chiamiamo l'egoista, che vuole il mondo tutto per sé.
Sono state fatte molte riforme, che hanno cambiato la direzione del Paese, ma la mia parte è rimasta la stessa, o in peggio. Se non avessi scelto alcuni, come te, figlio mio, molti sarebbero ancora uguali, perché pochi hanno il coraggio di parlare del mio ritorno, che è così vicino. La gente si perde alla ricerca di un tesoro che la ruggine corrode e le tarme lo finiscono (Mt 6,19).
Benedetto, figlio mio, molti in passato hanno percorso sentieri oscuri e si sono persi per false ricchezze. Ma ora che sta arrivando il momento in cui il Tesoro più grande sarà visto da tutta la Terra, la maggior parte non ci pensa minimamente.
La Luce che brillerà per l'eternità davanti agli uomini e alle donne non è un diamante o un oggetto luccicante di grande valore, ma Io Gesù, il vostro Salvatore, dove tutte le stelle possono brillare solo con il riflesso che viene da Me. Questo è un Tesoro che è stato conservato per la fine dei tempi e che ora è a disposizione di tutti. Ma purtroppo pochi potranno toccarlo, perché non credono che questo giorno verrà. Il pianto sarà come in una nursery piena di bambini appena nati, che piangono tutti allo stesso tempo. Così sarà per il mio ritorno. Grazie alla pazienza di molti, la mia luce si accenderà per tutti i secoli e non avrà fine. Piangeranno di gioia, non di dolore. Essi passeranno alla Vita Eterna, mentre miliardi di persone rimarranno senza nulla, nuotando nelle tenebre, per non avermi ascoltato.
Da quando sono venuto sulla Terra, il mio Spirito Santo non ha smesso di mostrare la mia via, ma la progenie di Caino e Giuda non ha smesso di crescere. Troppe persone sono nate con il veleno dato da Satana.
I miei servitori sono perseguitati, ma alla fine vinceremo, perché la quantità non mi riguarda. Faccio come con il diluvio e con Sodoma e Gomorra (Gen 7:19, 24-25). Posso finire in un attimo, ma se mi date tempo, vedrete che ho già la scure in mano (Lc 3:9).
Tra Me e i miei servi, la lotta non si ferma mai. È il momento di andare in battaglia, senza fermarsi a pensare, perché il tempo sta per scadere e non si può perdere nemmeno un giorno. I soldati del diavolo sono pronti ad attaccare in questa battaglia finale. Le loro armi e bombe sono le più potenti, ma quando tutto esploderà, ciò che è Mio sarà preservato. Ecco perché il Padre mio ha abbreviato questo giorno, tutto per il bene degli eletti (Mt 24,22).
Verranno persone da Occidente e da Oriente, dai quattro angoli della terra, per unirsi in un unico gregge. Allora li radunerò tutti intorno a me e a ciascuno darò ciò che ho promesso. Chi avrà fatto di più riceverà di più (Mt 13,12).
Grazie, figlio mio. Se giudico, è perché la mia giustizia è vera.
Che possiate avere tutti la Mia Pace!
GESÙ
17/08/1995
Gesù va al Giordano e vi si fa battezzare. - Ven. Anne Catherine Emmerick
Secondo le visioni del
Ven. Anna Caterina Emmerick
La prima Pasqua a Gerusalemme
Gesù va al Giordano e vi si fa battezzare.
Giovanni era in quel momento ancora impegnato con i battesimi. Erode cercava in tutti i modi di convincerlo ad andare da lui: mandò dei messaggeri a per adularlo ed elevarlo al di sopra di Gesù. Giovanni lo trattò sempre con poca stima e ripeté la sua precedente testimonianza su Gesù. Di nuovo dei messaggeri si recarono da Giovanni per chiedergli conto dei suoi rapporti con Gesù. Giovanni ripeté la stessa cosa: che non l'aveva mai visto prima e che era stato mandato a preparare le sue vie. Dopo il battesimo di Gesù, Giovanni insegnò che l'acqua, attraverso il battesimo di Gesù e lo Spirito Santo che era sceso su di lui, era ora santificata e che molte cose malvagie erano uscite dall'acqua; era stato come un esorcismo delle acque5 . Gesù si lasciò battezzare per santificare le acque. Il battesimo di Giovanni era ora più puro e più santo; per questo ho visto Gesù battezzare in un recipiente separato, e da questa fonte far sgorgare le acque nel Giordano e nel luogo comune del battesimo, e ho visto Gesù e i discepoli prendere con sé di queste acque per altri battesimi.
All'alba Gesù attraversò il Giordano attraverso quello stretto luogo dove era passato quaranta giorni prima. Lì c'erano delle zattere. Non si trattava del guado generale, ma di un passaggio meno frequentato. Gesù camminò lungo il lato orientale del Giordano fino al luogo del battesimo di Giovanni. Stava insegnando e battezzando, ma subito indicò l'altra sponda e disse: "Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo". Da qui Gesù partì per Betabara. Andrea e Saturnino, che erano con Giovanni, si affrettarono ad attraversare il Giordano nello stesso punto in cui era passato Gesù. Lo seguirono uno dei cugini di Giuseppe d'Arimatea e altri due discepoli di Giovanni. Si affrettarono a seguire Gesù, che li incontrò e chiese loro cosa stessero cercando. Poi Andrea, felicissimo di averlo trovato, gli chiese dove alloggiasse. Gesù disse loro di seguirlo e li condusse in una locanda presso Betabara, vicino al mare, e lì si sedettero. Gesù si fermò con questi cinque discepoli a Betabara e consumò un pasto in loro compagnia. Disse che avrebbe iniziato la sua vita pubblica e che si sarebbe associato ad alcuni discepoli. Andrea nominò alcuni conoscenti e ne elogiò alcuni; fece i nomi di Pietro, Filippo e Natanaele. Gesù parlò del battesimo nel Giordano e chiese ad alcuni di loro di battezzare. Essi dissero che non c'era un luogo adatto, se non quello in cui Giovanni battezzava; ma che non era opportuno che Giovanni fosse ostacolato. Gesù parlò della missione e della chiamata di Giovanni, del suo prossimo termine e confermò tutte le parole che Giovanni aveva pronunciato riguardo al Messia. Parlò anche della sua preparazione nel deserto per il suo ministero e della necessità di prepararsi per le grandi opere. Era tenero e familiare con i suoi discepoli, perché si sentivano un po' in imbarazzo e umiliati alla sua presenza.
Il mattino seguente Gesù si recò con i suoi discepoli da Betabara al Giordano nelle case di coloro che passavano il fiume e tenne una riunione. In seguito passò il Giordano e insegnò in un piccolo villaggio di una ventina di casette, a circa un'ora di cammino prima di Gerico. Folle di persone battezzate da Giovanni andavano e venivano ad ascoltare Gesù e poi tornavano a raccontare a Giovanni quello che avevano sentito. Era quasi mezzogiorno quando lo vidi insegnare. Gesù incaricò alcuni discepoli di andare dalla festa del sabato all'altra sponda del Giordano, a circa un'ora di cammino risalendo il fiume da Betabara, e lì preparare una fonte dove Giovanni, proveniente da Ainon, aveva battezzato prima di passare a est del Giordano, di fronte a Betabara. Volevano preparare un pasto per Gesù, ma egli se ne andò e prima del sabato tornò oltre il Giordano a Betabara, dove celebrò la festa del sabato e insegnò nella sinagoga. Lì mangiò nella casa del capo della sinagoga e dormì nella sinagoga. I discepoli di Gesù ripristinarono il luogo del battesimo che Giovanni aveva utilizzato qualche tempo prima di quello attuale. Il fonte non era grande come quello di Giovanni, vicino a Gerico; aveva un bordo con spazi per far stare in piedi il battezzatore e un piccolo canale intorno al quale l'acqua arrivava al fonte a volontà, a seconda della necessità. Attualmente esistono tre luoghi battesimali: quello sopra Betabara, il luogo dove Gesù fu battezzato con l'isola che era nata lì nel Giordano, e quello più usato dove Giovanni battezzava in quel periodo. Quando Gesù arrivò, versò in questa fonte l'acqua della sorgente dell'isola dove egli stesso era stato battezzato, che Andrea aveva portato in una bacinella, e benedisse l'acqua della sorgente. Coloro che furono battezzati qui furono tutti molto commossi e meravigliosamente cambiati. Andrea e Saturnino erano i battezzatori. Non furono immersi completamente nell'acqua; le persone si avvicinarono al bordo del fonte; le mani furono poste sulle spalle e il battezzatore versò l'acqua tre volte con la mano e battezzò nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Nel battesimo di Giovanni, vedo che si usava un recipiente con tre aperture da cui uscivano tre getti d'acqua. Qui venivano battezzate molte persone, soprattutto dalla Perea.
Gesù, in piedi su un luogo alto ed erboso, stava insegnando sulla penitenza, sul battesimo e sullo Spirito Santo. Disse: "Il Padre mio mandò lo Spirito Santo quando fui battezzato e gridò: Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto". Questo lo dice anche di tutti coloro che amano il Padre celeste e si pentono dei loro peccati. Su tutti coloro che sono battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo Egli manda il suo Spirito Santo, e sono quelli in cui Egli si compiace; perché Egli è il Padre di tutti coloro che ricevono il suo battesimo e che rinascono a Lui mediante il battesimo.
Mi meraviglio di come queste e altre cose avvengano così brevemente nel Vangelo; come ad esempio: Gesù, appena Andrea lo segue, dopo la testimonianza di Giovanni, incontra subito Pietro, che non era nemmeno lì, ma in Galilea. Mi stupisce ancora di più che nel Vangelo, quasi dopo l'ingresso trionfale a Gerusalemme, seguano la cena pasquale del giovedì e la Passione, mentre sento tanti insegnamenti di Gesù in questo intervallo e passano tanti giorni. Credo che Gesù si fermi qui per altri quindici giorni prima di andare in Galilea. Andrea non era ancora stato accolto come apostolo. Gesù non lo aveva chiamato; lui si era offerto, dicendo che voleva stare volentieri con Lui. Era più servizievole e più risoluto di Pietro, che pensava con una certa leggerezza: "Non mi sento in grado di farlo, non ne avrei la forza". Così tornò alle sue occupazioni ordinarie. Lo stesso Saturnino e i due cugini di Giuseppe d'Arimatea, Aram e Themeni, si erano così uniti a Gesù. Molti altri discepoli di Giovanni sarebbero venuti da Gesù, ma alcuni discepoli di Giovanni, gelosi del loro maestro, non li avrebbero trattenuti. Il luogo del battesimo di Giovanni non era più così frequentato. Questi discepoli gelosi si lamentarono con Giovanni, dicendo che non era giusto che i discepoli di Gesù venissero a battezzare lì, perché quello era il luogo di Giovanni. Giovanni aveva già abbastanza lavoro da fare per far loro capire la loro miopia e il loro egoismo. Disse loro di ricordare le sue parole, che ripeteva sempre: che era venuto a preparare la via, che sarebbe scomparso presto quando la via fosse stata pronta. Essi amavano molto Giovanni e non volevano capire queste ragioni. Al battesimo di Gesù si erano già radunati così tanti che egli disse ai suoi discepoli che era ora di andarsene.
Gesù si incamminò, accompagnato da una ventina di discepoli, tra cui Andrea, Saturnino, Aram e Themeni, da Betabara, attraverso il passaggio comune, attraversò il Giordano e andò a Gilgal, e lasciandola sulla destra, alla città di Ofra, che era nascosta in una valle tra i monti. Da qui arrivava sempre la gente dalle parti di Sodoma e Gomorra, su cammelli, con merci che andavano a est del Giordano e si facevano battezzare da Giovanni. Qui c'era una strada meno importante dalla Giudea al Giordano. Il luogo era come dimenticato, situato a circa tre o quattro ore dal luogo di Giovanni, un po' più vicino a Gerico e a circa sette ore da Gerusalemme. Questa città era fredda perché non prendeva molto sole, ma era ben costruita. Gli abitanti avevano una certa ricchezza derivante dal contrabbando, dal commercio e dal baratto, come facevano i pubblicani. Vivevano, in una parola, di coloro che passavano per il loro commercio. Non erano cattivi, ma erano indifferenti e con quello spirito che tendono ad avere i commercianti che vivono bene della loro attività. Non si erano nemmeno preoccupati molto del battesimo di Giovanni; non erano preoccupati per la salute spirituale e non erano preoccupati per la salute spirituale del loro stesso popolo.
È successo come a chi ha il necessario per vivere e non si preoccupa di nient'altro.
Quando Gesù si avvicinò, ordinò ai cugini di Giuseppe d'Arimatea di chiedere le chiavi della sinagoga e di chiamare il popolo per l'insegnamento. Gesù si servì di questi discepoli per questo scopo, perché erano gentili e abili nell'arte della persuasione. Quando entrò in città, gli indemoniati e gli arrabbiati gli gridarono: "Ecco il profeta, il Figlio di Dio, Gesù Cristo, il nostro nemico. Viene a cacciarci da qui". Gesù ordinò loro di fare silenzio e di stare fermi. Tutti tacquero e lo seguirono nella sinagoga, per andare alla sinagoga Gesù dovette attraversare quasi tutta la città. Qui insegnò fino a sera e uscì solo una volta per prendere cibo. Insegnò la vicinanza del regno di Dio, la necessità del battesimo ed esortò con parole severe gli abitanti a uscire dalla loro tiepidezza e dalla loro falsa sicurezza prima che il giudizio di Dio si abbattesse su di loro. Li rimproverò con parole severe per la loro usura, per i loro affari ingiusti e per tutti i loro peccati, che erano come quelli dei pubblicani e dei mercanti. Gli uomini non contraddicevano, ma non erano molto avvicinabili, perché erano molto impegnati nei loro loschi affari. Alcuni di loro si commossero molto e migliorarono. La sera altri distinti, come i poveri, vennero al loro alloggio pronti ad andare al battesimo di Giovanni. Infatti, fin dal mattino seguente si recarono dove si trovava Giovanni.
Da Ofra Gesù partì con i suoi discepoli al mattino per Betabara e durante il cammino si divisero. Andrea, con il gruppo più numeroso, fu mandato avanti, per la strada che aveva preso Gesù, con Saturnino e i cugini di Giuseppe d'Arimatea; si diressero verso il luogo di Giovanni, per la strada dove Giovanni gli aveva reso testimonianza dopo il battesimo. Passando di lì, entrarono in alcune case ed esortarono la gente a venire al battesimo di Giovanni. La sera erano di nuovo a Betabara e Gesù insegnava, mentre Saturnino e Andrea battezzavano. Quando arrivarono nuovi battezzandi, l'insegnamento di Gesù fu lo stesso delle altre volte: che il Padre Eterno disse a tutti coloro che facevano penitenza e venivano battezzati: "Questo è il mio Figlio prediletto", poiché tutti erano figli di Dio. La maggior parte dei battezzati apparteneva alla giurisdizione di Filippo il tetrarca, che era un uomo buono. Queste persone si consideravano fortunate e fino ad allora si erano curate poco del battesimo.
Da Betabara Gesù si avviò con tre discepoli attraverso la valle verso Dibon, dove era stato in precedenza per le feste dei Tabernacoli. Insegnò in alcune case e nella sinagoga che era lontana dalla città, in mezzo alla valle. Non entrò nella città di Dibon e si ritirò, quando giunse la sera, in una locanda isolata dove ricevevano alloggio e cibo i braccianti della campagna circostante. Lì stavano seminando le colture e dovevano scavare il terreno perché spesso trovavano pietre, sabbia e non potevano usare gli strumenti comuni per arare la terra. Avevano appena immagazzinato parte del raccolto. Gli abitanti di questa valle, che poteva essere lunga circa tre ore di viaggio, erano un popolo buono, semplice e modesto, ed erano ben disposti verso Gesù. Gesù li istruì con la parabola del seminatore, sia nella sinagoga che nel campo, spiegando il paragone. Non sempre Gesù spiegava le parabole. Quando parlava ai farisei, spesso raccontava una parabola senza spiegarla. Andrea e Saturnino andarono con altri discepoli a Ofra, perché la gente del luogo, già commossa dalla visita di Gesù, aveva bisogno di essere confermata e rafforzata in queste buone disposizioni.
Quando Gesù lasciò Dibon, giunse a Elealeh, che dista circa quattro ore da Betabara; percorse un sentiero che si trova a circa due ore a sud del Giordano rispetto alla strada che aveva percorso prima da Betabara. Arrivò con circa sette discepoli ed entrò nella casa del capo della sinagoga. All'inizio del sabato insegnò nella sinagoga con la parabola dei rami dell'albero spazzati dal vento, dai quali cadono i fiori e poi non producono frutti. Voleva dire loro che, per la maggior parte, non erano stati migliorati dal battesimo di Giovanni, e che si lasciavano muovere da ogni vento, gettando i germogli e i fiori della penitenza, e non portavano il frutto della conversione. Usò questo paragone perché qui vivevano principalmente dei frutti dei loro alberi. Portavano i loro frutti lontano, perché qui non c'era una strada reale; ho visto che lavoravano anche a fare coperte e a tessere vari tessuti in quantità. Finora Gesù non ha trovato oppositori qui. Gli abitanti di Dibon e dei dintorni gli sono affezionati e dicono di non aver mai sentito un maestro simile, e gli anziani lo paragonano ai profeti, i cui insegnamenti avevano sentito dai loro antenati.
Dopo il sabato, Gesù si diresse verso ovest, a circa tre ore di viaggio, verso Betjesimoth, a circa un'ora dal Giordano, sul versante orientale di una montagna. Mentre camminavano, Andrea, Saturnino e altri discepoli di Giovanni si unirono a Gesù. Gesù raccontò loro come i figli di Israele si fossero accampati qui e come Mosè e Giosuè avessero parlato al popolo. Fece un'applicazione ai tempi attuali e al suo stesso insegnamento. La città di Betjesimoth non è grande, ma il suo territorio è fertile, soprattutto di vigneti. Nel momento in cui Gesù stava entrando in città, alcuni indemoniati posseduti e arrabbiati che erano rinchiusi in una casa erano stati presi e liberati. Cominciarono a gridare: "Ora viene il profeta; ci scaccerà". Gesù si voltò verso di loro, ordinò loro di tacere e di sciogliere i legami, e disse loro di venire con lui nella sinagoga. Improvvisamente i legami caddero ed essi si tranquillizzarono, caddero ai piedi di Gesù, lo ringraziarono e lo seguirono nella sinagoga. Lì li istruì con le parabole dei frutti e della vigneti. Poi ha visitato e guarito molti malati nelle loro case. Poiché la città non ha una strada reale, la gente porta i frutti al mercato per venderli.
Qui Gesù guarì per la prima volta dalla sua partenza dal deserto: per questo la gente del luogo lo pregò di restare. Ma Gesù andò, accompagnato da Andrea, Saturnino, i cugini di Giuseppe d'Arimatea, in tutto circa dodici discepoli, verso nord, verso il passaggio generale a cui conduceva la strada per Dibon, la stessa che aveva preso quando era andato alla festa dei Tabernacoli, da Gilgal. Dovettero impiegare molto tempo per attraversare il fiume, perché i luoghi di imbarco e di sbarco non c'erano a causa della montagna scoscesa sull'altra sponda del fiume. Da qui camminarono per circa un'ora in direzione di Samaria, fino a un piccolo luogo ai piedi di una montagna.
Questo villaggio era composto da poche case e non aveva una scuola. Era abitato da pastori e da gente semplice e buona, che vestiva quasi come i pastori della grotta di Betlemme. Gesù insegnava all'aperto, su un luogo elevato dove c'era un sedile. Queste persone avevano già ricevuto il battesimo di Giovanni.
Consolare il Cuore del Padre
Messaggio ricevuto il 12 aprile 2024 da Sr. Amapola
[La nostra Beata Madre]
Scrivi per i Miei figli –
Sono Io, la vostra Madre Celeste, la vostra Regina e il vostro Rifugio.
Venite al Mio Cuore, piccoli Miei.
Venite alla Casa e alla Cittadella preparata per voi dal Padre per questi tempi.
Rifugiatevi nel Mio Cuore Immacolato e non temete.
Perché il Mio Cuore Immacolato è il vostro rifugio sicuro, la fortezza che vi protegge?
Perché è il Dono del Padre, del Figlio e del Santissimo Spirito di Dio, dato a voi nell'Amore, per Amore e attraverso l'immensa sofferenza sulla Croce e ai piedi della Croce. I due Fiumi di Dolore che si uniscono nella Grande Offerta e Riparazione al Cuore del Padre.
Non rifiutate questo Dono, figli Miei. Non pensate che sia superfluo.
Ogni Grazia e Dono che esce dal Cuore del Padre è per voi un aiuto, un Segno del Suo Amore per i Suoi figli, una protezione dalle insidie del nemico, e un'opportunità per cooperare con il Suo Piano, con la Sua Volontà. [1]
NON DISPREZZATE I SUOI DONI, FIGLI MIEI.
Quando Egli parla, è perché dovete ascoltare, perché la Sua Voce è Amore. Quando Egli dà, voi dovete ricevere, perché il Suo Dono è sempre Amore.
Figli miei, almeno voi, ricevete i Suoi Doni, ricevete tutto ciò che viene dal Suo Cuore, dalle Sue Mani, perché sono tesori. E in tutti loro c'è l'Infinito, il Santo, il Bellissimo Dono di Suo Figlio, del Suo Gesù.
Come Lui è generoso nel dare, piccoli Miei, io insegno a voi ad essere generosi nel ricevere.
Questo atto di ricevere ciò che Egli sceglie di dare è l'UMILTÀ, è la FEDE, è l'OBBEDIENZA. I tre atti e le virtù della tua anima che ti uniscono alla Sua Perfetta Volontà, che ti uniscono al Suo Cuore.
Il Cuore del Padre. [2]
Figli miei, voi non conoscete ancora le infinite profondità del Suo Cuore, l'insondabile bontà e misericordia che contiene.
Figli miei, venite ad abitare nel mio Cuore, il Cuore di vostra Madre, e Io vi mostrerò – insieme al mio Gesù – il Cuore del Padre, affinché lo amiate sempre di più, riconosciate CHI E' e, con Me, offriteGli il vostro amore, la vostra adorazione e la vostra fiducia. Come desidero farlo amare e adorare, piccoli Miei. Venite, e dateMi questa Gioia. [sorriso gentile]
Guardate, figli Miei, che cosa vedete intorno a voi? Lo sgretolamento della società, della Mia Chiesa, delle famiglie, delle anime stesse dei Miei figli. Poveri, poveri figli miei. Mia povera, povera Chiesa. QUANTA SOFFERENZA INUTILE, PICCOLI Miei. QUANTO.
Trafigge il Mio Cuore. Lo fa sanguinare.
Guardate di nuovo, figli, e vedete il grande potere e dominio che il Nostro nemico ha su tutta la creazione. L'oscurità che avvolge i Miei figli e l'orrore – l'orrore – di vedere queste tenebre non solo circondare la Mia Chiesa – il Corpo Mistico di Mio Figlio – ma uscire dal suo interno, vomitare da essa, da coloro che sono diventati traditori di Mio Figlio e da coloro che non Gli sono mai appartenuti. [4]
Come ferisce il Mio Cuore vedere queste tenebre, figli, uscire dalla Mia Chiesa, formata e chiamata a custodire e distribuire la Luce Divina della Verità.
Dov'è ora questa Luce, figli Miei? Vedete com'è diventato fioco?
Questa Luce dovrebbe risplendere luminosa da ogni anima, creata per essere unita a questa Luce per tutta l'eternità.
La grande oscurità che ora adombra tutta la creazione non è solo l'oscurità del nemico, dei suoi attacchi, delle sue astuzie e macchinazioni, delle sue menzogne e dei suoi inganni.
È l'assenza e il rifiuto della Luce di Dio nei cuori dei Miei figli, nelle famiglie, nella Mia Chiesa.
QUANTE GRAZIE DI LUCE, DEL SUO AMORE FATTO LUCE PER VOI, SONO STATE RESPINTE, FIGLI MIEI. QUANTI.
QUANTI AIUTI DAL CIELO, DAL CUORE DEL PADRE, SONO STATI RIFIUTATI, RITENUTI SUPERFLUI, RIFIUTATI, DALLA MIA CHIESA.
COME È STATO FERITO IL CUORE DEL PADRE. [5]
Figli miei, aiutatemi a consolare questo CUORE. Aiutami a consolare il Suo Dolore.
Vi mostro come essere Suoi veri figli, figli che Lo riconoscono come Padre Eterno e Amorevole, degni di tutto il vostro amore, della vostra completa obbedienza, della vostra fiducia, del vostro sorriso. [sorriso gentile]
Il "sorriso" dell'anima che riceve tutto ciò che il Padre ordina per te con amore e fiducia, sapendo che tutto ciò che Egli fa e permette fa parte del Suo Piano per te – e per tutti i tuoi fratelli – per averti unito a Lui per tutta l'eternità.
Figli miei, vi insegno ad offrirgli questo sorriso – che è la vostra fede e il vostro abbandono alla sua volontà – che lo consola e attira su di voi il suo sorriso. [sorriso]
Vi insegno come offrirgli questa consolazione in mezzo ai vostri dolori e dolori, in mezzo alle vostre paure e ansie, in mezzo a tanta oscurità e confusione:
Rifugiatevi nel Mio Cuore. Alzate lo sguardo verso il mio Gesù. Accogliete con cuore generoso tutto ciò che il Padre vi manda e vi concede.
NON DISPREZZATE I SUOI DONI.
RICEVETE CON ME TUTTO CIÒ CHE EGLI HA ORDINATO PER QUEST'ORA TREMENDA.
Miei amati, figlioli del Mio Cuore, del Mio valoroso Esercito[6] – Io vi amo.
Lasciate che vi rivesta della Luce Divina che viene dal Cuore del Padre, attraverso il Cuore Trafitto del Mio Gesù, attraverso l'Azione e la Potenza del Santissimo Spirito di Dio, e che abita nel Mio Cuore Immacolato.
Figli miei, non temete.
TI AIUTERÒ SEMPRE. SEMPRE, PICCOLI MIEI.
Vi benedico e vi invito ad entrare nel Rifugio del Mio Cuore... [sorriso gentile]
[Gesù continua]
... Questo Cuore[7] – l'unico luogo in tutta la creazione che non ha mai posto un ostacolo alla Mia Volontà; che ha ricevuto TUTTA la Mia Grazia, TUTTA la Mia Luce, che mi ha ricevuto in pienezza. Il Cuore che io stesso non ho esitato a prendere come MIO RIFUGIO, come MIO luogo di riposo. Il Mio Cuore ha preso Carne da questo Santissimo, Purissimo, Soavissimo, Bellissimo Cuore. Fate come ho fatto io, figli Miei.
Perché in questo Cuore troverete sempre il Mio, e solo il MIO. [sorriso]
Beati coloro che entrano in questo Rifugio.
Beati coloro che ricevono le Sue Parole, perché sono le Mie Parole.
Beati coloro che l'amano e la onorano, perché sono uniti a tutto il Cielo in questo amore e onore.
NON DISPREZZATE I MIEI DONI, figli.
NE HAI BISOGNO.
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[1] Per "Grazia e Dono" intendo che Egli si riferisce non solo alla Grazia santificante e a tutte le Grazie attuali, ma anche ai diversi doni carismatici e a tutte le parole, i segni, le missioni e le azioni profetiche che Egli invia.
[2] Diceva con tanto amore e riverenza! È bellissimo.
[3] L'immagine che mi è venuta in mente mentre pronunciava queste parole era quella di un corpo in cui le cellule cancerose hanno preso il sopravvento sulla maggior parte di esso, e del fetore che proviene da queste cellule cancerose. Ci sono ancora cellule sane nel corpo, ma la puzza delle cellule cancerose si diffonde in tutto il corpo, quindi è più difficile identificare le cellule sane.
[4] Capisco che questa sia la distinzione tra coloro che una volta erano sinceri nella loro Fede, ma che ora hanno tradito quella Fede, e coloro che si sono deliberatamente infiltrati nella Chiesa per distruggerla.
[5] Detto con molta tristezza e santa indignazione – facendoci capire cosa fa al Suo Cuore il nostro rifiuto delle Sue Grazie.
[6] Lo disse con un sorriso e un orgoglio materno: il suo esercito.
[7] Il Figlio parlando del Cuore di Sua Madre – quando diceva "Questo Cuore" lo faceva con tanta veemenza amorevole, cercando di trasmettere la bellezza e la grandezza del Suo Cuore. Non riesco davvero a trovare le parole per esprimere bene il modo in cui Egli ha detto queste parole. Difficile da descrivere, ma mi ha commosso.