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domenica 9 ottobre 2022

Le forze occulte che manovrano il mondo

 


APPENDICE

Era giusto e doveroso il pensare che la Santa Madre Chiesa — nell'occasione del Concilio Ecumenico Vaticano II — rendendosi conto dell'immenso pericolo incombente ormai su la Società tutta quanta, ad opera dell'ebraismo manovrante nell'ombra, avesse, in proposito, fatta udire la Sua voce possente, così da aprire gli occhi, al numero infinito di quelli che, purtroppo, li hanno ancora socchiusi.

Ma cosa è invece avvenuto?

Modificando la prassi dalla stessa Chiesa adottata, per tanti secoli, nei confronti dei Giudei, sembra avere adesso voluto dare a costoro una sorta di patente di libera circolazione, asserendo che, dove si verifica il dolo, spetta al potere politico intervenire e non già alla Chiesa.

E' però difficile intendere come mai si possa restare indifferenti di fronte alla strage di anime che l'ebraismo, in vari modi, fomenta fra il Popolo cristiano. E non è forse chiaro che qui si tocca l'altare?

Come è possibile mantenere un sepolcrale silenzio su l'azione giudaica, allorché si consideri che essa è la causa prima delle guerre, delle rivoluzioni, della bomba atomica, nonché dell'affermarsi del comunismo, del dilagare dell'immoralità e dell'ateismo? Tacere in merito, equivarrebbe ad incoraggiare il male e ad impedire il bene.

Sembra che il Concilio abbia adesso approvata l'idea, che gli odierni Ebrei non debbano più essere ritenuti colpevoli del delitto di deicidio.

Ma a ciò si potrebbe obiettare, che, a condannare Gesù, non fu una singola persona, bensì il Gran Sinedrio, presieduto dal Sommo Sacerdote Caifa, che è quanto dire: la Sinagoga in forma ufficiale e quindi: peccato nazionale.

E poi, siamo noi bene certi che i successori di quella genia, abbiano, ai giorni nostri, cessato di esistere? Esistono, purtroppo, e — sempre ostinati nel loro accecamento — sono pieni di un «odio satanico» contro Cristo e i Cristiani. Da tale livore — è necessario rilevare — non è esente l'intero Popolo ebraico, il quale segue docilmente la linea di condotta che gli viene fissata dai propri maggiorenti.

Le persecuzioni scatenatesi ovunque e in ogni epoca contro i Giudei — si tenga per fermo — non avvennero giammai per motivi religiosi, ma esclusivamente per la loro aggressività, invadenza e prepotenza verso i Paesi, che generosamente li avevano ospitati nei loro confini. Che ciò sia bene inteso e tenuto a mente.

Dunque, ci si dice che, per la soluzione di un tale problema, debba intervenire il potere politico. Ma il potere politico — è cosa assolutamente certa — non interverrà né punto né poco, per il semplice fatto, che esso è dappertutto influenzato — sia per diretto che per indiretto — dalla strapotenza giudaica, fondata sulla finanza.

E allora, a chi spetterà dire una parola che illumini, se non alla Chiesa depositaria della verità, la quale segue il Divino Maestro, che non faceva politica ma andava contro-corrente e non aveva riguardo a persone?

Se si tace — è evidente — vi saranno buoni motivi.

Quali? Mi sia permesso formulare quattro ipotesi:

1) Che sia, per la paura del peggio?

2) Che sia, perché anche nel Luogo Santo siano riusciti ad infiltrarsi dei falsi fratelli con lo scopo di distruggere il cristianesimo?

3) Che sia, perché si vuole colpire il peccato e non il peccatore? Ma, un tale criterio, pei Giudei, sembra non sia applicabile, dal momento che, dalla stessa Sapienza Infinita, furono qualificati con parole così gravi, quali non vennero adoprate con nessun altro, e, per di più, fu comandato: «Non buttate le vostre perle davanti ai porci, che non le pestino coi loro piedi e si rivoltino a sbranarvi» (Matt. VII, 6).

L'avere, poi, voluto l'apertura del dialogo con gli Ebrei e il riconoscere in loro la buona fede, rappresenta tale sorta di errore, che errore più grande non si poteva commettere, per le conseguenze disastrose che di certo cagionerà. Stringi al seno una vipera, sentirai che morso!

4) Mentre sul globo si è acceso un immane vulcano che ormai manda fuori dal cratere lava e lapilli, tanto da minacciare l'esistenza di ognuno — intendo riferirmi all'irrompere vittorioso del comunismo, ch'è il trionfo dei Giudei — sembrerebbe logico e urgente che il Concilio Vaticano avesse accentuata la sua attenzione, più che sulla liturgia, l'ecumenismo od altro (cose per sé bellissime), sulla realtà del pericolo straordinario rappresentato dall'ebraismo, che, quale spada di Damocle, pende tremendo sull'intera umanità.

Purtroppo, i nemici della verità non cessano, ai dì nostri, di farci digerire come vero ciò che in effetti nasconde la frode; con la conseguenza che, per il moltiplicarsi dell'iniquità e per una intossicazione generale, si è raffreddata la carità in molti e ormai — dall'alto fino in basso — si brancola nel buio, si è fuori della realtà. Purtroppo, siamo al punto, che solo si presta fede alle fandonie quanto più sono grosse, mentre più non si intende, tutto quello che riveste importanza ed urgenza. In simile condizione, non si vede come possano più nascere frutti buoni da un albero divenuto guasto. Bisognerebbe prima disintossicarci da tante false credenze. Bisognerebbe che la nostra giustizia divenisse superiore a quella dei farisei.

Se saremo sopraffatti dai nemici della Croce, a che varranno tante magnifiche deliberazioni conciliari? «Primurn vivere, deinde philosophari». Oggi si può ancora parlare. Domani non più. Sarà la Chiesa del silenzio.

Dio voglia, che sorga in seno al Concilio, nella sua ultima sessione (così scrivevo nel 1965). un novello S. Atanasio, il quale abbia tanta forza da sconvolgere le idee e fare rientrare tutti a vedere, quello ch'è ora realmente più essenziale, sicché più non succeda, di perdere di vista un problema, dalla cui soluzione può dipendere, non solo il futuro della nostra Santa Chiesa, ma addirittura l'esistenza dell'umanità.

Ma ahimè! Nulla, dell'augurio testé formulato, è stato messo ad effetto. Il Cielo ce la mandi buona!

“Vermijon”

venerdì 9 settembre 2022

Le forze occulte che manovrano il mondo - Una prova schiacciante


Una prova schiacciante

A meglio illustrare l'atteggiamento degli Ebrei in Russia, già posto in rilievo da numerose testimonianze, è interessante riportare un grave documento, emanato dal Comitato Centrale della Sezione di Pietrogrado della Lega Internazionale Israelita nel 1919. (In realtà dovette essere distribuito nel termine del '18).
Scritto originariamente in lingua ebraica, fu tradotto e pubblicato il 31 gennaio 1919 dai giornali «Postimees» di Tartu (Estonia) e «Teetaja» di Revel, ristampato a Berlino dal giornale russo «Prizyf» (l'Appello), molto diffuso, il 6 febbraio 1920, dal quotidiano parigino «L'Action Française» nonché da molti altri. (Vogliasi, per curiosità, fare attenzione quante volte l'imperativo «siate prudenti», che è come dire «badiamo ad operare senza farcene accorgere», vi è ripetuto).
La notte del 9 dicembre 1918, durante lo scontro con le forze bolsceviche al confine di Estonia, fu trovato, nel portafogli dell'ucciso comandante di battaglione del II reggimento dei tiratori, l'ebreo Zunder, la seguente circolare confidenziale, descrivente l'attività degli Ebrei e la loro segreta organizzazione in Russia. La riportiamo senza alcuna alterazione e commento:
"Confidenziale. Ai rappresentanti delle Sezioni dell'Unione Internazionale Israelita.
Figli d'Israele! L'ora della nostra vittoria finale è vicina. Noi siamo alla vigilia della nostra egemonia universale. Quello che ci sembrava un sogno ora si trasforma in realtà. Deboli ed abbandonati ancora poco tempo fa, ora noi, grazie alla generale catastrofe mondiale, alziamo con fierezza il capo.
Però noi dobbiamo essere prudenti perché si può prevedere con certezza che, dopo aver calpestato gli altari e i troni distrutti, noi dovremmo proseguire nella direzione stabilita.
Noi abbiamo sottoposto, coi mezzi dell'abile propaganda e delle rivelazioni compromettenti, ad una critica spietata ed alla derisione, l'autorità e le credenze della religione a noi estranea. Noi abbiamo rovesciati i santuari degli altri popoli, abbiamo scosso la loro civiltà e le loro tradizioni. Noi abbiamo fatto tutto per sottomettere il popolo russo alla potenza nostra e per costringerlo finalmente, ad inginocchiarsi davanti a noi. Noi abbiamo conseguito quasi tutto; però... noi dobbiamo essere prudenti perché la Russia asservita è il nostro nemico secolare. La vittoria su di essa ottenuta col nostro genio potrebbe, nelle generazioni future, essere rivolta contro di noi.
La Russia è atterrata, è sotto il nostro dominio; ma non dimenticate neanche per un minuto che dobbiamo essere prudenti e cauti. La sacra lotta per la nostra sicurezza non ammette né compassione né pietà.
Finalmente noi abbiamo visto la miseria e le lagrime del popolo russo. Dopo avergli tolto il suo patrimonio e l'oro noi abbiamo trasformato questo popolo in una razza di miserabili schiavi. Siate prudenti e parchi di parole. Noi dobbiamo essere spietati verso il nemico; bisogna estirpare da esso i migliori elementi affinché la Russia asservita non possa avere un condottiero. Con tale metodo noi elimineremo qualsiasi possibilità di ribellione al nostro dominio. Bisogna svegliare l'odio di parte e le lotte intestine fra gli operai e i contadini. La guerra e la lotta di classe distruggeranno i tesori culturali creati dai popoli cristiani. Ma siate cauti, figli d'Israele. La nostra vittoria è vicina perché la nostra potenza economica e politica e la nostra influenza sulle masse popolari aumentano. Noi accaparriamo i prestiti statali e l’oro e per questo dominiamo le borse del mondo. La forza è nelle nostre mani, ma siate prudenti! Non abbiate fiducia nelle forze oscure e illusorie.
«Bronstein» (alias Trotzky),  «Apfelbaum» (Zinovieff), «Rosenfeld» (Kameneff), «Steinberg» sono tutti, come pure molti altri, fedeli figli d'Israele. La nostra potenza in Russia è illimitata. Nelle città, nei commissariati, nelle commissioni d'approvvigionamento, nei comitati casalinghi, ecc. i rappresentati del nostro popolo sono ai posti di comando.
Non inebriatevi della vittoria, siate prudenti, perché nessuno potrà difendervi eccetto voi stessi. Ricordatevi che non si può contare sull'armata rossa perché essa potrebbe rivolgere subitamente le armi contro di noi1.
Figli d'Israele! E' vicina l'ora in cui noi otteniamo la tanto agognata vittoria sulla Russia! Serrate le file! Diffondete la politica nazionale nel nostro popolo, lottate per i nostri ideali eterni»". Questo documento — a noi che ancora non siamo Russia — dovrebbe dare da pensare non poco, perché ci fa istruiti come sia possibile, da parte di persone superiori che manovrano con diabolica astuzia e senza scrupoli, fare di un popolo un branco di miserabili schiavi, dopo averlo derubato del patrimonio e dell'oro che possedeva, nel tempo stesso che l’ha persuaso di avere agito per il meglio, senza che minimamente sia riuscito ad avvedersi ch'è stato invece superlativamente truffato.
Assume, il citato scritto confidenziale, tale enorme importanza, che basterebbe la sua autenticità per convincere anche l’uomo più ottuso della terra, sul grado di colpevolezza degli Ebrei, e la suprema perfidia, cui possono giungere questa razza di uomini scellerati e vipere, che chiamano «opera di genio» l'assassinio del genere umano per il proprio interesse.
All'erta, dunque, perché quanto avvenuto in Russia non abbia a ripetersi sul resto del mondo. Vi sono fondati motivi per ritenere come tale evenienza sia tutt'altro che cervellotica.
Se noi — previa doverosa indagine — potessimo avere conferma come Krushev ed Eisenhower siano effettivamente di stirpe giudaica, tale fatto, invero, costituirebbe il colmo dell'improntitudine, nonché una netta riprova, come, al dì d'oggi, sia l'Oriente che l'Occidente sarebbero, in pieno, manovrati da Giudei.
E allora — dopo quello che siamo venuti chiarendo — risponda il lettore, se sia cosa intelligente, riporre cieca fiducia in personaggi come quelli testé nominati.
Stando in tal modo i fatti, ben si vede quanto urga badare a non lasciarci convincere e al tempo tesso gabbare dal martellante «cancan» della stampa e della radio asservite all'ebraismo, le quali, per vero, sono del tutto impegnate a confonderci le idee ed a farci apparire bianco ciò che è nero.

* * *

Ora che la luce è fatta ed il segreto è manifesto, è tempo di aprire gli occhi alla grandezza del pericolo e di riunire le forze del cristianesimo alla comune difesa. E' questione di vita o di morte.
E' tempo di porre fine all'indegno spettacolo, di vedere un pugno di stregoni riuscire a menare dove vogliono la totalità degli uomini, quasi fossero bestie da pascolo, ma, soprattutto, di fare basta all'ebraica perfidia di creare degli Stati nell'interno di Stati.
Finché esisterà una simile camorra non vi sarà né pace né quiete in nessuna parte, giacché ciò equivarrebbe a tollerare una rivoluzione permanente, un vulcano sotto i piedi.
Si scuotano, dunque — da sonno letargico — gli oratori e la stampa non legati al massonismo ebraico, e parlino chiaro e tondo per illuminare chi non vede, su la macchinazione denunciata.
Si facciano recensioni reclamistiche su ogni possibile giornale e rivista, perché l'attuale pubblicazione possa venire letta dal maggiore numero di persone. Ciò non vuole affatto significare volontà di offendere o venire meno alla carità. E' legittima difesa non solo pei corpi ma più per le anime. E' seguire l'esempio di Cristo, il Quale ha avuto parole di fuoco contro i dirigenti d'Israele. Mancanza di carità, penso, sarebbe invece mantenere un glaciale silenzio su l'azione satanica dei nemici di Cristo e della Società, perché, chi non vede come, un siffatto silenzio, si risolverebbe, in pratica, ad incoraggiare il male e ad impedire il bene?
Non vale poi il dire che siccome Gesù fu di stirpe ebraica, per questo dobbiamo onorare gli Ebrei. Sarebbe come dire, che siccome i demoni furono di stirpe angelica, per questo siamo tenuti a venerarli.
Poiché un tale pensare evidentemente non regge, noi ci dobbiamo guardare, tanto dai demoni, che furono angeli ribelli, in odio a Dio Padre, quanto — se passa il paragone — dagli ostinati Giudei, popolo riprovato, in odio a Dio Figlio e Spirito Santo.
Sgombrato il terreno d'altresì quest'ostacolo, il restarcene freddi, oziosi od esitanti, al cospetto d'un avvenire oltremodo pauroso, sarebbe lo stesso che tradire la nostra fede cristiana, la famiglia, la patria, la società tutta quanta; tanto varrebbe ad aprire le prigioni ed a dare mano libera ai malfattori.
Desidero, però, sottolineare che, malgrado la veemenza del mio dire per smascherare il mistero dell'iniquità, siamo tutti obbligati in coscienza a non nutrire alcun odio verso gli Ebrei, ma invocare, anzi, che il Cielo li benedica e li converta. (Si deve odiare il peccato non il peccatore).
D'altra parte, tenuto conto della loro abitualità a delinquere e della necessità che abbiamo di difenderci; «visto — per avvalerci ancora del citato editto di Serse — come una sola nazione, ribelle a tutto il genere umano, che segue massime perverse, altera la concordia e la pace di tutte le genti», noi non ripeteremo coi pagani: Morte al Giudeo! ma diremo: Fuori il Giudeo! Viva pure, ma lontano da noi.
Provvedimento, questo, tanto più ragionevole in quanto, dalla Stessa Verità Infallibile è stato implorato su detta gente il perdono «perché non sanno quel che si fanno». Ora, siccome verso chi opera il male senza sapere quello che si fa, anche la Società non pronunzia sentenza di condanna ma lo segrega in manicomi criminali, noi — non essendo possibile applicare tale mezzo — ci limiteremo ad isolarli — come già si è proposto — nella grande isola del Madagascar, purché anche di là non riescano a crearci nuovi guai con qualche inattesa diavoleria. Onde la necessità che vi sia stabilito un permanente servizio di controllo, atto a renderci sicuri da qualunque eventuale sorpresa. Amici! Dopo esserci sincerati della fondatezza delle accuse, ed avere ponderato fino a che punto quello ch'è in gioco ci potrebb'essere fatale, logica vuole, sicurezza esige, che l'umanità si decida, di tentare senza indugio, l'esperimento da me sopra indicato. A estremi mali estremi rimedi. Facciamo tuttavia attenzione, che tale esperimento non potrà mai aver luogo, se prima le masse popolari non saranno state illuminate sulla realtà che si cela dietro il sipario degli avvenimenti.
Ma come faremo per ottenere questo intento?
Sulla cooperazione dei giornali e degli uomini politici di oggidì, non c'è da fare alcun conto, in quanto — è facile intuirlo — essi non possono che esserci avversi.
Se Hitler, consapevole delle infamie dei Giudei, anziché scagliarsi — in modo anticristiano — per sterminarli, si fosse valso dei grandi mezzi in suo potere per scatenare una campagna di stampa nell'interno delle principali potenze, così da ottenere che l'opinione pubblica mondiale restasse alfine convinta della realtà della congiura ebraica contro la Società, penso, avrebbe operato con efficacia assai più potente, e gli avvenimenti susseguiti si sarebbero svolti in tutt'altra direzione. Non essendosi tale cosa verificata, i Popoli sono continuati a restare nella più crassa ignoranza sul retroscena giudaico, per cui l'antisemitismo di Hitler apparve come assurdo ed inconcepibile ed egli fu giudicato quale un criminale di guerra.
Risultando dunque ovvio, come la soluzione del problema ebraico verta esclusivamente a che la gente conosca quello che ora completamente ignora, e che le autorità costituite — venendo meno ad un preciso dovere — non vogliono in alcun modo intervenire per debellare il pericolo denunciato, cerchiamo almeno noi di fare qualche cosa ad estrema difesa. Ecco, pertanto, quanto all'uopo vorrei permettermi suggerire e che ritengo di sicuro successo:

Ogni lettore, che esaminato comunque il presente studio n'è rimasto persuaso, non resti in una colpevole indifferenza, ma senta imperioso il dovere di difendersi con l'unghia e coi denti. Si adoperi, con ogni forza, fra la cerchia dei suoi amici, perché la questione trattata sia anche da loro conosciuta e seriamente sentita. Faccia girare la pubblicazione. Ne diventi un crociato di diffusione impegnandosi che venga acquistata da almeno una persona.

Se ciascuno vorrà mettere in atto il suggerito espediente — il quale vuole essere come un'onda che si allarga — in breve volgere di tempo, tutti avremo conoscenza della situazione. Solo allora, la Società potrà dirsi matura ad ottenere quelle leggi, atte a difenderla da un'oppressione divenuta sì grave, che invero era lì per soffocare tutto il genere umano.
Se il ben dell'intelletto non è dunque ancor perduto, insorgiamo tutti come un sol uomo a estrema difesa e, al grido disperato "fuori i Giudei!", sia posto alfine un argine alla criminale pazzia dell'ebraismo.
Che se poi realmente, il secolo odierno — per incoscienza ed inerzia — non si trova più in grado di svincolarsi dalla rete che Israele ha gettato sul globo terrestre, in questo caso, purtroppo, non resta altro che dire: Tal sia di noi! Avrò parlato ai posteri!

«Non odi consiglio?
Soccorso non vuoi?
E' giusto se poi
Non trovi pietà.

Chi vede il periglio
Né cerca salvarsi,
Ragion di lagnarsi
Del fato non ha».

(1) In relazione a tale paura, potrebbe stare la spiegazione della morte dei generali sovietici, provocata ad opera di medici ebrei, e della estromissione del Maresciallo Zhukov, ad opera del Segretario del P.C.U.S. Krushev, il quale, in un ricevimento alla Ambasciata iraniana a Mosca, ebbe a qualificarsi per un piccolo ebreo. (Cfr. giornale «Il Tempo» di Roma del 29 Ott. 1957). Inoltre, da altra fonte, risulterebbe come il vero nome di Krushev sia: Nicola Salomon Pearl Mutter.

“Vermijon”


venerdì 26 agosto 2022

Le forze occulte che manovrano il mondo - Da dove viene la vera luce

 



Da dove viene la vera luce

Giacché ormai volge al fine la trattazione dell'argomento in esame, mi si conceda di dire una libera parola in merito al tormentoso problema sociale, sul quale gli Ebrei hanno fatto fondamento di speculazione e per la cui soluzione vorrei permettermi suggerire quell'unico rimedio, che è certamente il più giusto e di sicura efficacia.
Uno dei principali motivi di successo del comunismo, va ricercato nel fatto, che le masse operaie si gettano in questo partito, con l'errata convinzione, che, il trionfo di tale dottrina, risolverà definitivamente per essi la penosa situazione economica, nella quale attualmente si dibattono.
I lavoratori, infatti — e bisogna pur convenirne — non sono affatto trattati secondo principi di cristiana giustizia, non essendo affatto onesto che, mentre il datore di lavoro viene a percepire un guadagno di cento, all'operaio che produce il lavoro sia dato soltanto due. Vengano, pertanto, elevate le paghe operaie, magari in forma legislativa, che stabilisca un «minimum», in modo tale, che il lavoratore abbia il diritto, non soltanto alla vita, ma anche ad un certo benessere, facendolo allo stesso tempo compartecipe ad un ragionevole godimento degli utili che il datore di lavoro percepisce.
Le vertenze economiche, poi, siano decise non con gli scioperi, ma da un tribunale misto, composto dai rappresentanti degli operai, dei datori di lavoro e del governo.
Però, ricchi e poveri, finché il mondo sarà mondo, sempre ci saranno, perché la disuguaglianza e la varietà sono insite nella stessa natura, e pazzo veramente sarebbe colui che pretendesse andare contro le leggi fissate dal Creatore.
Resta, però, al ricco il dovere sacrosanto di considerare, nel povero un proprio fratello, cui è assolutamente obbligato di dare quanto di beni possiede in soprappiù.
Si obbedirà, così, al categorico comando di Cristo Signore, senza del Quale nulla si può fare, e che — si voglia o non si voglia — è l'unico Maestro e la luce del mondo. Dalla quale Luce, se noi ci allontaniamo, ripiombiamo, dritti dritti, nelle tenebre della notte e nello stato di barbarie, da cui una volta, per virtù di Cristo, siamo stati liberati.
L'umanità, in questo caso, altro non potrà diventare che uno scannatoio ed un postribolo, senza dire che, in simile condizione, si verifica il fatto ben strano, che ciò che è brutto diventa bello e ciò che è bello diventa brutto, la verità apparisce menzogna e la menzogna verità.
Considerato, poi, come l'azione giudaica agisca, in definitiva, in conseguenza di un'errata concezione del Messia — frutto d'inganno diabolico — è ragionevole fare un po' di confronto con l'essenza del vero Messia.
Militare sotto la bandiera di Cristo equivale a: verità, libertà, fratellanza, tranquillità dell'ordine e, per soprappiù, pane e companatico.
Viceversa, se ci lasciamo affascinare dalla bandiera della Sinagoga, non avremo altro che inganno e delusione, schiavitù, degradazione morale e disperazione.
Se la Sinagoga vuole essere espressione dell’odio, dell'egoismo e del materialismo, il Cristianesimo è il trionfo dello spirito sulla materia, il trionfo dell'amore.
A ribadire la cosa ancor meglio aggiungerò: che quanto più profondamente si aderisce a Cristo — il Quale, oltre ad essere Luce è la Verità per essenza — tanto più la nostra mente viene indotta ad essere elevata e sublimata; ed è questa l’unica via per riuscire a tenere a bada i Giudei.
Al contrario, quanti pongono la propria fede in Carlo Marx — e noi abbiamo toccato con mano, come costui nasconda una menzogna di proporzioni colossali — sono colpiti da tale offuscamento intellettuale — che ben si deve chiamare «lavaggio del cervello» — da passare istantaneamente dallo stato di uomini allo stato di bestie, vorrei dire venti punti al di sotto dei selvaggi.

Ed è penoso il pensare, fino a quale grado, in questi poveri caduti, si accentui una falsa luce, che li fa erompere in una diabolica energia.
Muovendosi, ormai, dentro una sfera di tenebre, si rendono sempre più incapaci di intendere e di ragionare; cangiano, a poco a poco, anche l'aspetto fisico, e, in sì triste condizione, possono giungere fino a commettere i più atroci eccessi. Chi non la vede secondo il loro punto di vista ha perduto ogni diritto alla vita.
Bene, quindi, giudicarono: Martin Lutero e il Procuratore di Stato dell'U.R.S.S. Viscinski. allorché — come avanti si è detto — qualificarono gli ebrei «cani idrofobi». E in realtà, quanti sono morsi da costoro, col prestar fede ai loro inganni, sono colpiti dalla stessa idrofobia.
Se vogliamo, dunque, risolvere, con intelligenza, la questione sociale, non c'è altra alternativa che l'affermazione del Vangelo. Che la Luce di Cristo compenetri di nuovo in tutte le menti. Facciamo sì, che i Cristiani di nome diventino veramente Cristiani di fatto. Bene allora gli occhi saranno aperti, e luce meravigliosa splenderà ai nostri sguardi; ne seguirà, che il modo di operare degli uomini sarà affatto diverso da quello che attualmente dobbiamo purtroppo constatare, perché ci sentiremo tutti fratelli.
Si consideri posatamente che, per il subdolo lavorio della Sinagoga i popoli sono stati scristianizzati. Che meraviglia, quindi, se oggi assistiamo allo scatenarsi dell'egoismo più sfrenato, con conseguente oppressione dei deboli?
Credere che si possa imporre la giustizia sociale per mezzo della violenza e della forza, è pensiero assolutamente errato. Oltre che peggiorare la situazione, sarebbe come invocare, o prima o dopo, dei movimenti inevitabili di controreazione, o, altrimenti, volere volontariamente piegare il collo sotto il giogo della più avvilente tirannide o della più abbominevole schiavitù.
Nessuno, pertanto, sia più così sciocco, da farsi più oltre ottenebrare la mente dalle mirabolanti promesse di certi sedicenti maestri, divulgatori di false dottrine; essi, in verità, non sono altro che stregoni e perfetti ciarlatani, che preparano al popolo, soltanto delusioni, delusioni, delusioni, una più grande dell'altra. Somiglia il loro agire a quello di coloro che, offrendo agl'indiani dei miseri specchietti, ne ricevevano in contraccambio puro oro zecchino.
I lavoratori di tutto il mondo non dovrebbero quindi dimenticare, che il comunismo è una colossale truffa, ordita da una cricca di supercapitalisti ebrei, i quali si servono del proletariato — che con ogni mezzo hanno affamato ed abbrutito — come uno sgabello pei propri interessi, vale a dire: per soggiogare il mondo ed impadronirsi dei suoi beni, per distruggere il cristianesimo, e per portarci, quanti siamo, allo stato degli schiavi. E' il regno della menzogna, il paradiso dei cretini.
Si aprano dunque gli occhi, di quanti sono caduti nella fatale illusione di preferire Barabba a Gesù. Da Barabba — ladro e assassino — non c'è proprio da aspettarsi alcun bene, ma unicamente dei danni, di sempre più malefici effetti.
Tengasi presente il monito di Dante Alighieri, che riassume in breve la questione sociale:


«Siate Cristiani a muovervi più gravi;
Non siate come penna ad ogni vento
E non crediate ch’ogni acqua vi lavi.
Avete ‘l vecchio e 'l nuovo testamento,
E 'l Pastor della Chiesa che vi guida:
Questo vi basti al vostro salvamento.
Se mala cupidigia altro vi grida
Uomini siate e non pecore matte,
Si che 'l Giudeo tra voi di voi non rida».
(Dante, Par., V)


E non ci lasciamo dire dal Poeta:

« ...Oh creature sciocche,
Quanta ignoranza è quella che v'offende!»
(Dante, Inf., VII.)


Considerato, pertanto, quanto sopra siamo venuti esponendo, io mi domando: ma non sarebbe un tassativo dovere, un obbligo sacrosanto da parte delle autorità costituite, quello di indagare sul serio ed accertare, quanto, in effetti, ci sia di concreto e positivo nelle induzioni e deduzioni che, in questo studio, mi sono permesso delineare? (S'affonderà, senza dubbio, in un terreno di fertilità sorprendente). Di spezzare, con impeto, la congiura mondiale ordita dal giudaismo contro la Cristianità e la Civiltà?
Il non volere operare in proposito, potrebbe essere riprova di connivenza con l'iniquità, per non dire di manifesta insipienza.
Francamente, non riesco a capire cos'altro si aspetta per deciderci a risolvere un problema — per sommi capi appena accennato — da cui dipende tanto il presente come l'avvenire di tutti e di ciascuno.
Davanti all'evidenza d'un'incombente catastrofe, le persone di retto sentire non possono rimanere impassibili. Tale indifferenza equivarrebbe ad una grandissima colpa, se pure non voglia attestare uno stato di assoluta incoscienza, o, addirittura, di vigliaccheria la più atroce e inconcepibile.
Se si deve soccombere, ebbene soccomberemo ma combattendo da valorosi, e non alzando le mani per riconosciuta impotenza, come «gente a cui si fa notte innanzi sera», o, come lo struzzo che s'illude salvarsi cacciando la testa nella sabbia.
«Noi non lasceremo la pace al mondo» hanno scritto recentemente i Giudei sopra un loro grave giornale, come, alla fine del capitolo, si documenterà.
Intanto, come non accorgerci del progressivo aggravarsi della situazione?
Nei tempi passati le guerre si combattevano fra nazione e nazione, poi abbiamo visto le coalizioni contro Napoleone, in seguito la guerra europea, e per ultimo la guerra mondiale. Oggi siamo alla vigilia dell'urto fra Oriente ed Occidente, che deciderà delle sorti dell’umanità.
Non vedete come, nell'interno delle stesse nazioni, divampino le lotte dei partiti? Come, anche dentro ai medesimi partiti, si verifichino contrasti, dissensi, scissioni? Avviene tutto ciò, di moto spontaneo e naturale? A nessuno sorge il dubbio che tale agitarsi sia invece frutto d'una precisa intelligenza che opera? d'una precisa volontà che così vuole?
Da tali risultante è lecito dedurre, come i comandi del mondo siano ormai caduti — a forza di doppio gioco e con l'accortezza di un gioco di scacchi — nelle mani della più vasta camorra che abbia mai visto la Terra, vale a dire d'una masnada di criminali e di complici — più o meno responsabili — di cui urge renderci conto e sbarazzarci, se non vogliamo perire da perfetti babbei. Ma, contro l'aberrazione che il genere umano debba essere organizzato così, mi si conceda di elevare la più vibrata protesta. Oh, come bene Dante colpiva nel segno, allorché ci ammoniva:


«Che dove l'argomento della mente
S’aggiunge al malvolere ed alla possa
Nessun riparo vi può far la gente» !
(Dante, Inf. XXXI)

E adesso — «e questo fia suggel che ogni uomo sganni» — vorrei così epilogare:

Della realtà tragica della questione considerata, resteremo tutti pienamente persuasi, se rifletteremo alquanto al significato racchiuso nelle seguenti parole, scritte il 3 marzo 1939, sul giornale ebraico «Jewish Chronicle» che si pubblica in Inghilterra:
«Il problema ebraico avrà sviluppi che faranno fremere tutti i dirigenti politici sensati. Il problema ebraico si alzerà dinanzi ad essi con una forma ed una realtà così pressante e così acuta, come mai nel corso della storia.
«I dirigenti politici delle varie nazioni potranno fare ciò che vorranno, ma non si sbarazzeranno del problema ebraico. Questo apparirà, come la testa della famosa idra, in tutti gli ambienti diplomatici e sbarrerà il passo ad ogni tentativo di distensione internazionale. Il problema è tale che noi ebrei non lasceremo la pace al mondo, per quanto zelo possano impiegare gli uomini di stato e gli angeli della pace per conseguirla...».

“Vermijon”


martedì 16 agosto 2022

Le forze occulte che manovrano il mondo - L'antisemitismo

 


Mentre mi accingo a dare alle stampe il presente volumetto (così scrivevo in una precedente edizione), si verifica, in più nazioni, un ennesimo inganno della malizia giudaica, la quale, peraltro, credo bene smascherare, anche per comprovare con quanta facilità siamo tutti turlupinati.
Siccome, avanti di fare una guerra, conviene rendersi conto dell'entità delle forze nemiche, e contemporaneamente, fare un controllo della propria efficienza, ecco, nel Gennaio 1960, assistere alle grandi manovre del giudaismo.
Avendo essa fondati motivi di temere, come, durante il prossimo conflitto possa esplodere una mondiale sollevazione antisemita, vuole adesso tastare il polso per conoscere, in quali nazioni, tale evenienza riscuota maggiore seguito, onde correre ai ripari.
A questo fine — servendosi di un'intensa propaganda di stampa e dell'ausilio di agenti massoni — si vedono ora, gli stessi Giudei, scatenare ovunque un'artificiosa campagna di antisemitismo.
Con tale campagna si prefiggono:
1° Di conoscere — come si è detto — le località ove gli antiebrei sono più numerosi.
2° Di schierare, nello stesso tempo, in campo il predisposto meccanismo difensivo, consistente in giornali, in partiti e nelle infinite associazioni di ogni genere, tutte create e dirette da agenti ebraici, i quali sommoveranno, nel momento opportuno — mediante manifestazioni ed atti inconsulti — gli ingenui gregari della base, che, in realtà, nulla sanno dei veri scopi perseguiti dai loro infidi dirigenti.
3° Di fare promulgare, in conseguenza delle agitazioni accennate, delle nuove leggi («reati di genocidio»), per le quali, chiunque criticherà i Giudei si renderà reo di un delitto superiore a quello «di lesa maestà».
4° Di intimorire a tal punto gli autentici antisemiti da costringerli a non potere più fiatare, non solo in considerazione dell'apparato delle forze contrarie, ma anche per la constatazione del fatto, di vedere gli stessi governi, la magistratura, ed oggi, le leggi di genocidio erigersi a difesa dei Giudei, colpendo, senza pietà, quanti ardissero combattere il giudaismo.
Dopo di che vorrei così replicare:
Vogliamo, dunque, eliminare l'antisemitismo? Ebbene, l’autore del presente volumetto avanza una formale proposta, perché — tenuto conto dell'insegnamento della storia, di quanto migliaia di scrittori d'ogni paese hanno segnalato circa la realtà della perfidia giudaica e di quanto, in questo studio, si è venuto esponendo — venga costituito un Tribunale Internazionale, composto di uomini autorevoli, di provata rettitudine ed imparzialità (naturalmente non massoni), i quali vogliano istruire uno storico processo all'ebraismo.
Vagliate in profondità tutte le accuse che si imputano ai Giudei, e, sentito quanto costoro possono opporre a difesa, emetta, un tale Tribunale, una motivata sentenza che tranquillizzi il genere umano, ed alla quale saremo tutti obbligati a sottostare.
Se risulteranno innocenti, gli antisemiti saranno i primi a gridare: «Abbiamo sbagliato. Viva gli Ebrei!».
Qualora, invece, risultassero colpevoli, i governanti dei popoli deliberino quelle misure difensive che l’esperienza dei secoli e la situazione attuale potranno suggerire. Per tal modo, in forma legale e senza usare violenza, si sarà fatto quanto era un preciso obbligo fare e, necessariamente, avrà fine ogni ragione di essere per qualsivoglia movimento antiebraico.
Ma per carità, si smetta una buona volta di emanare leggi e pronunziare condanne contro coloro che alzano la voce per segnalare il pericolo del giudaismo, senza avere prima conosciuto, in modo specifico, se i motivi che a ciò li inducono, fossero per avventura giustificati o altrimenti inconsistenti.
Soltanto, dopo le risultanze del processo suaccennato, sarà lecito agli Stati, deliberare o meno su l'opportunità di certe leggi o condanne. Prescindendo da ciò, si potrebbe peccare di superficialità e di ingiustizia. Il che non farebbe onore all'intelligenza di questo secolo.
Credere — come molti credono — che l’anti-giudaismo sia determinato da semplici motivi di religione o di razza, è cadere in un errore di valutazione, in un grosso equivoco. Della razza e della religione ebraica — si tenga per fermo — agli antisemiti interessa esattamente un bel niente. Chi combattesse gli Ebrei, mosso da ragioni del genere, dimostrerebbe coi fatti di essere persona barbara e incivile.
Invero, ben altre sono le cause che spingono gli antisemiti ad agire come agiscono: trattasi di dolo, non d'altro che di dolo.
Essi ravvisano nei Giudei della gente che si comporta — nei confronti dei non-ebrei — con una morale esecranda, che li autorizza ad essere con loro menzogneri, spergiuri, a derubarli, ad ucciderli. Scorgono, in costoro, della gente che non fa altro che cospirare ed ordire ai danni del genere umano. Che crea — mediante una rete di intrighi — la discordia nell'interno delle nazioni, fa scoppiare le rivoluzioni nonché le guerre fra popolo e popolo, ed anela allo sterminio totale della società in uno con la distruzione del cristianesimo.
Lo scrittore Osman Bey, in una sua pubblicazione dal titolo «Gli Ebrei alla conquista del mondo» (Venezia 1883, p. 51), così ribadisce:
«In ogni paese si è costituita una associazione compatta e onnipossente, composta di uomini intelligenti, attivi e senza scrupoli (sezioni dell'Alleanza Israelitica Universale»), i quali si sono arrogati una specie di diritto d'immischiarsi in tutti gli affari, di sfruttare la credulità umana, e di educare perfino la gioventù secondo le loro idee. (Governo ombra?).
«Una simile associazione costituisce evidentemente da sé sola una potenza formidabile, più forte della Chiesa, una potenza dinanzi alla quale noi non siamo, or più altro, che schiavi».
Ciò premesso, non sembra cosa onesta, che chiunque obiettivamente ragioni per mettere in guardia il proprio simile contro la peste giudaica, mosso dalla retta intenzione di giovare alla collettività, possa essere trattato alla stregua di un volgare malfattore e tanto meno essere oggetto di sanzioni penali.
Gli scrittori che squarciano davanti agli occhi del pubblico, il velo che asconde gli atroci e cupi disegni della giudaica perfidia, sono benemeriti nonché della Patria, dell'umanità tutta. Il riconoscere questa verità e giustizia, il proclamarla sarà il più bello e ben meritato premio di quei valorosi.
Il principio dei «Diritti dell'Uomo» è un assioma che nessuno contesta, in quanto presuppone nell'uomo il senso della rettitudine. Ma tale principio non può essere esteso né interpretato nel senso, di «un diritto pei delinquenti di fare tutto il male che vogliono».
Stiano perciò molto cauti, quanti vogliono assumere la difesa dei Giudei, affinché non sia per succedere che — mossi da un sentimento di pietà — non abbiano eventualmente a parteggiare — sebbene inconsciamente — per delle belve umane, per dei mostri infernali.

“Vermijon”

martedì 26 luglio 2022

Le forze occulte che manovrano il mondo - La salvezza dipende da noi

 


La salvezza dipende da noi

Pertanto, se tutto quello che fin qui ho avuto l'ardire di esporre, verrà dall'umanità chiaramente compreso e messo in esecuzione, allora sì, che il mondo potrà respirare a pieni polmoni, e si godrà, alla perfine, la tanta sospirata pace, perché, cessata la causa, cesserà l'effetto; tolto all'ammalato il cancro che aveva nello stomaco e lo divorava, egli resterà perfettamente guarito.

Al contrario, se si lasciano andare le cose come sono andate sinora, vuol dire, che, secondo me, l'umano intelletto — nei confronti, almeno, del problema ebraico — è, oggidì, del tutto refrattario; significa, che gli occhi degli uomini non sono soltanto chiusi ma cuciti, e che, proprio «non licet» parlare di musica ai sordi. Bene, dunque, avrebbe avuto ragione il già nominato ebreo Marcus Eli Ravage, quando aggiungeva, nel citato «Century Magazìne»: «E’ con sollievo che noi riconosciamo che il ''goi " non saprà mai scoprire la vera gravità della nostra colpa».

In questo caso è giocoforza dedurre, come decisamente i Giudei siano diventati qualcosa di simile a demoni incarnati, per essere il flagello del mondo, forse la personificazione dell’anticristo, gli emuli in terra della ribellione satanica ne' cieli. L'azione atroce che essi compiono, la compiono ognora, coprendola con un diluvio di parole ingannatrici e con la sirena delle più fallaci promesse. Applicano il loro principio: «Facciamo tutto noi; ma in modo che sembriamo non avere fatto niente».

Ma poveri noi, che confondiamo i nostri pensieri sulle foglie dell'albero, sui fiori e sui frutti, e non badiamo alle radici! Che, mentre il fuoco divampa travolgente e distruttore, attendiamo solo a cose contingenti ed accessorie, anziché pensare a salvarci!

Se il «primum vivere, deindc philosophari» dei Romani, è ancora oggi verità incontestata, perché mai più non si agisce in conseguenza? Perché mai — se pure, a volte, cerchiamo difenderci — ce la prendiamo con gli effetti piuttosto che con le cause, comportandoci, un po', a somiglianza del cane, il quale, allorché viene colpito da un sasso, sfoga la sua ira nel mordere il sasso, in luogo di mordere la mano di colui che glie lo scaglia?

Quando il fiume, rotto l'argine, straripa, è inutile togliere l'acqua che inonda la cantina; bisogna adoperarsi per otturare la falla.

Ma è dunque possibile che dobbiamo essere tutti menati pel naso, così indegnamente, e diventare — senza che alcuno se ne avveda — le vittime di sì colossale truffa, ordita contro di noi da un popolo di dementati, il quale ci ricompensa dell'ospitalità accordatagli, col calpestarci e sbranarci?

Non basta ancora l'immenso cumulo di danni che questi ministri di Satana, fin qui, ci hanno arrecato? o dovremmo aspettarne degli altri, lasciandoci completamente polverizzare, come tanti mammalucchi uno meglio dell'altro?

Perché dunque più non si reagisce, quando il leone — imbaldanzito per avere distrutti gli ostacoli e addormentata la gente — mai con più furia di adesso c'è saltato addosso e, in modo orrendo, ci sta tutti con ferocia sbranando? Si badi a non accorgerci della nostra stupidità — che chissà quanto ci farà compatire dai posteri — quando non sia per avventura troppo tardi, vale a dire, quando saremo diventati inebetiti, senza più forza di reazione, governati con una verga di ferro. Temo però assai, che il pretendere l'accortezza e la reazione ai nostri giorni, sia cosa affatto impossibile, essendo già forse, realmente, non più in tempo. E ciò, a causa della degradazione morale a cui siamo arrivati, che ha fatto precipitare il livello dell'umano intelletto, a tale grado di bassezza che ci ha disteso a terra, da essere ben maturi e più che meritevoli di cadere sotto il giogo della più terribile schiavitù.

Da sì fatta tenebra come uscirne? Altro non resterebbe che alzare di nuovo il livello della moralità e dell'intelligenza, ma, da simile cosa, ahi quanto ci troviamo ancora distanti! Quante difficoltà ad esse si frappongono! Dio ci aiuti!

Se Lui non ci mette la Sua mano, il mondo moderno, con tutte le sue istituzioni senza alcuna eccettuarne, cadrà sotto il giogo del prepotere giudaico.

Ricordiamoci, che 40 secoli di storia, pressoché universale, stanno lì, con la loro condotta antisemita, a rendere solenne testimonianza, fino a che punto sia ragionevole e fondato, quanto in questo scritto mi sono sforzato di esporre per il bene dell'umanità.

Si badi, che a migliaia si contano gli scrittori d'ogni paese, che hanno segnalato la realtà della minaccia ebraica1. Come si vede, sto in buona compagnia.

Possibile che costoro abbiano tutti sbagliato? o non può darsi che invece siamo noi che, inghiottendo di continuo inganni e falsità, o, altrimenti, assorbiti in sciocchezze e impegnati in litigi, siamo restati sì lavati al cervello, da non essere più idonei ad udire cose serie, bensì solo minchionerie? In tale caso, ahimè, ci sarebbe proprio da disperare. Solo una forza sovrumana ci potrebbe ancora aprire gli occhi.

A coloro, poi, che — a prescindere dal mio dire — già in precedenza conoscevano la questione di cui trattasi, e, tuttavia, mantengono in merito un silenzio sepolcrale, vorrei dire: Perché tacete? Non vedete in che modo le forze occulte si avanzano? Non vedete a quali estremi siamo giunti? O noi gridiamo oggi a gran voce, o la nostra bocca resterà chiusa per sempre.

Ma, se, contrariamente alla tesi illustrata, fosse volontà o permissione Divina che, veramente, Israele — popolo eletto, misterioso e deicida — sia destinato a dominare la Terra, tutto quanto fin qui si è detto cadrebbe di colpo, perché, oltre che la volontà Divina va sempre rispettata, contro di lei nulla si può fare. E che il dominio dei Giudei, sia effettivamente volontà Divina, pure è cosa che realmente potrebbe essere, di fronte al fatto della persistente loro vittoria attraverso tanti secoli.

In questo caso si avrebbe: da una parte la Sinagoga, ossia un regno materiale, universale o antiCristo, e dall'altra la Cattolica Chiesa, vale a dire il regno dello spirito o di Gesù Cristo, che, pur subendo dalla Sinagoga le persecuzioni più spietate, avrà alla perfine il trionfo finale.

Trattasi, però in effetti, non di altro che del figlio morto e del figlio vivo del Salomonico giudizio; dell'urto fra due opposte concezioni messianiche: quella della Sinagoga, fondata sul «tibi dabo» di Satana (regno materiale: beni di questo mondo - Matt. 4, 9) e quella della Chiesa, fondata sul «tibi dabo» di Cristo (regno spirituale: beni celesti - Matt. 16, 19).

A tale punto, però, giudico doveroso porre in evidenza un'ipotesi, la quale — se consistente — potrebbe avere una importanza decisiva nella valutazione del problema in esame.

Ma, non si potrebbe legittimamente opinare, che i Giudei — interpretando erratamente i testi biblici — ritengano in buona fede, come opera di religione, e conseguentemente quale uno divino mandato, d'impadronirsi dei beni del mondo nonché di soggiogarlo, di «amare il prossimo ed odiare il nemico» (cioè volersi bene fra loro ed odiare i non giudei), di praticare la vendetta, secondo la parola «occhio per occhio, dente per dente»?

Ipotesi questa maggiormente avvalorata se si vorrà un po' riflettere su l'essenza del «credo» giudaico. «Credo», peraltro, bene chiarito dal noto scrittore Werner Sombart, nella sua opera «Les juifs et la vie cconomique»:

«La principale caratteristica — così scrive — della religione ebrea è quella di essere una religione che nulla ha a che vedere con l’al di là; una religione, tanto per spiegarsi bene, unica nel suo genere ed essenzialmente terrestre. L'uomo non può sperimentare il bene o il male che in questo mondo. Se Dio vuole castigarlo non può farlo che nel corso della sua vita. Quindi è quaggiù, sulla terra, che il giusto deve prosperare e l'empio soffrire».

Sic stantibus rebus, la prassi ebraica equivarrebbe a un'osservanza religiosa, che ben si potrebbe definire: ebraismo imbastardito. Ma Dio ci liberi dagli uomini che praticano un tale genere di religione! Qui siamo davanti ad una corruzione della vera religione giudaica. Ecco perché Mosè, preso da sdegno, infranse le Tavole della Legge, e i Profeti e il Cristo li condannarono.

Specie oggidì, l'insegnamento talmudico dei Rabbi e Dottori ha affogato completamente la Legge e i Profeti dell'Antico Testamento.

Sisto da Siena, giudeo convertito nel XVI secolo, nella sua opera «Bibliotheca sancta»2, ci attesta come, nell'edizione del «Talmud» di cui egli si serviva, si leggeva, fra gli altri, il seguente precetto: «Dio ha ordinato ai Giudei di appropriarsi i beni dei Cristiani, sempre che il potranno, sia con la frode, sia con la violenza; ovvero con la usura o col furto».

E' mai possibile pensare, che Dio abbia potuto ordinare ai Giudei di essere dei ladri e degli assassini?

E' mai possibile un accecamento spinto a tal punto?

Da ciò argomenti il lettore, quanto sia irragionevole mantenere fra noi gente che opera con siffatti principi, e quanto appaiano ignoranti o in malafede, coloro i quali — tacciando di razzismo chi cerca solo difendersi — si vogliono erigere ad avvocati d'ufficio della Sinagoga di Satana, che è quanto dire: dei nemici più spietati di Cristo e dell'umanità.

(1) Cfr. «Bibliografia ebraica e giudaica» di C. Barduzzi, Roma 1938.

(2) Cfr. Rohrbacher, nella sua «Storia Universale», v. 8, p. 696, Torino 1865.

“Vermijon”

martedì 21 giugno 2022

Le forze occulte che manovrano il mondo - I rimedi

 


I rimedi

Di fronte ad una situazione di così splendida attrattiva, cosa è a noi praticamente possibile fare per salvarci?

Ecco quello che proporrei:

Premesso che, com'è da prevedersi, la setta massonica, quale polipo dai mille tentacoli, obbedendo supinamente agli ordini venuti dall'alto, immediatamente tenterà, con tutti i mezzi, di soffocare ed impedire ogni movimento popolare antisemita:

1) Innanzi tutto, i popoli dovrebbero, indipendentemente dai governi e dalla stampa, essere svegliati dal sonno e resi coscienti con ogni forma di intensa propaganda, fatta da appositi Comitati, sorti ovunque e formati da persone intelligenti, affinché tutti possano balzare in piedi alla difesa, appena conosciuta l'orribile situazione ed il pericolo in cui ci troviamo per opera dell'ebraismo.

2) Sostituire, in ogni nazione, i relativi governi massonici con governi di uomini non asserviti alla setta.

3) Abolire, ovunque esista, la stampa vincolata alla Massoneria.

4) Sciogliere dappertutto le Logge massoniche, e considerare grave delitto l'appartenere a simili misteriose congreghe d'interessi.

5) Togliere agli Israeliti, non per vendetta, ma per legittima cristiana difesa, le loro grandi ricchezze, restituendo il mal tolto ai rispettivi proprietari, o devolvendole in favore delle famiglie vittime della guerra e per la ricostruzione dei beni materiali dalla stessa distrutti.

6) Segregare gli Ebrei dalle popolazioni ariane, per mezzo di leggi speciali.

Seguendo il suggerimento di autorevoli politici e scrittori, sarebbe anzi necessario confinarli in qualche regione o isola della Terra (molti indicano l'isola del Madagascar...), in cui possano vivere uniti e tranquilli, ma da cui non possano più uscire, almeno fino a che non abbiano mutato il loro pravo pensiero. A nessuno, poi, dovrebbe essere lecito recarvisi. La proposta d'inviarli nel Madagascar è giustificata dal fatto, che gli altri rimedi, escogitati dall'antichità fino ad oggi, si sono dimostrati inefficaci.

7) Sarebbe, poi, desiderabile, per non dire ragionevole, che iniziatori del movimento antisemita di difesa sociale, fossero proprio gli Stati Uniti d'America, da cui dovrebbe uscire la scintilla che, simile a benefica bomba atomica, dovrebbe divampare sul mondo e salvarlo. In omaggio al consiglio, già riportato, di Beniamino Franklin, l'America dovrebbe espellere tutti gli Ebrei ivi esistenti, anche per sdebitarsi verso gli altri popoli. Infatti, se oggi, la Russia è diventata uno Stato ebraico-comunista, pericoloso a tutto il mondo, lo si deve all'aiuto concessole dall'America, attraverso il finanziamento dei grandi capitalisti ebreo-americani. Furono essi, massoni o no, che diedero alla Russia grandi aiuti di armi, munizioni e viveri; furono essi che vollero la distruzione della Germania e del Giappone, le sole grandi nazioni che potevano efficacemente fronteggiare la potenza della Russia bolscevica

8) Riguardo, infine, a quei popoli, che ormai si trovano legati mani e piedi sotto il diretto assolutismo ebraico, due maniere sarebbero da adoperarsi affine di liberarli:

a) Insistere, per un determinato tempo, con la più fantastica propaganda, a mezzo radio e a mezzo, di manifesti, gettati senza economia da gran numero di aerei su tutte le loro città e paesi, perché intendano come siano stati giocati dai capitalisti ebrei, li afferrino quanti sono per il collo mettendoli in condizione, di non più nuocere, ma non li uccidano, essendo che solo Dio ha il diritto di togliere la vita.

b) Ma, se per forza maggiore, l'espediente accennato, dovesse riuscire vano, allora, altro non resterebbe che organizzare una crociata mondiale — cui tutte le nazioni, grandi e piccole, dovrebbero dare il massimo contributo — per assalirli da ogni parte, e, quindi, con la forza farli arrendere.

“Vermijon”

mercoledì 27 aprile 2022

Le forze occulte che manovrano il mondo - Un cenno sulla Rivoluzione Francese

 


Un cenno sulla Rivoluzione Francese

Mio lettore! E' dall'epoca della Rivoluzione Francese che ha avuto inizio lo scatenamento dell'aggressività giudaica. Siccome tale rivolgimento fu opera delle sue macchinazioni ed incise sul futuro del mondo, non sarà disdicevole fare qualche cenno in proposito.
Intanto appare subito agli occhi il fatto, che mentre gli Ebrei fino al 1789 avevano avuto in Europa le mani legate da una serie di disposizioni limitative, dettate dall'esperienza dei secoli — come l'andare vestiti in modo diverso, il dovere abitare nel ghetto, il non potere occupare certi uffici, ecc. — dopo quel tempo le ebbero sciolte, ottenendo così, via libera alla loro aggressività ed invadenza, onde oggi, purtroppo, ne stiamo pagando il fio e ne vedremo delle belle.
La dichiarazione dei «Diritti dell'Uomo», a volere ben guardare, non volle significare altro che i
«Diritti degli Ebrei».
Gl'immortali principi, i giacobini, gli illuministi, gli enciclopedisti altro non furono che manifestazioni giudaiche, superfetazioni massoniche1.
Marat  (Mara), il ghigliottinatore della nobiltà e del clero, era un discendente degli Ebrei
espulsi dalla Spagna nel 1492.
L'ebreo Mosè Hess proclama, che, con la Rivoluzione Francese «si è iniziata l'epoca messianica, una nuova era per il giudaismo». E un più recente scrittore ebraico afferma addirittura:
«Il Messia è venuto per noi il 28 febbraio 1789, con i "Diritti dell'Uomo"».
Il 19 Marzo 1848 il massone Lamartine, in una riunione massonica, non si peritava di dire:
«E' dal fondo delle nostre Logge che furono emanati prima nell'ombra, poi nella penombra e, infine, nella, piena luce, i sentimenti che finirono per produrre la sublime esplosione di cui fummo testimoni nel 1789».
Al convegno massonico del 1904 il massone Bonnet, esaltando la gloriosa progenie degli
enciclopedisti, precisava:
«I nostri illustri fratelli D'Alembert, Diderot, Helvetius, D'Holbach, Voltaire, Condorcet, hanno compiuto l'evoluzione degli spiriti, preparato i nuovi tempi. E quando la Bastiglia è crollata, la Framassoneria ha avuto il supremo onore di dare all'umanità la carta che aveva elaborato con amore.
« E' il nostro fratello de Lafayette che, primo, all'Assemblea Costituente, ha presentato il progetto di una dichiarazione dei diritti naturali dell'uomo e del cittadino, vivente in società, per formare il primo capitolo della Costituzione.
«Il 26 Agosto 1789. la Costituente, di cui più di 300 membri erano massoni, ha definitivamente adottato, quasi parola per parola, tale quale era stato studiato in loggia, il testo dell'immortale "Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo"». (Se nel 1789 un'Assemblea Legislativa contava più di 300 membri massoni, si può immaginare cosa saranno oggi i nostri Parlamenti. Io opino, che molti discorsi, prima di venire pronunziati alle Camere, debbano essere stati approvati dalla Massoneria)2. Celebrandosi, nel 1889, il primo centenario della Rivoluzione Francese, si tenne, al grande Oriente massonico di Parigi, un Congresso di rappresentanti le logge dei due emisferi, così che poté dirsi mondiale. Gli atti di questo conciliabolo sono venuti a luce sufficiente, coi discorsi ed i brindisi che vi si fecero udire. Quale fu il punto sul quale più si premette e odiale l'augurio, o meglio la profezia più acclamata, che gli oratori vi fecero risonare? ecco: che il mondo cristiano, cent'anni dopo i rivolgimenti del 1789, era all'agonia; e per l'anno duemila sarebbe finito: che la distruzione delle Monarchie e delle religioni, nei paesi immuni ancora dai benefici delle gioie del 1789, era vicina: che finalmente sorgerebbe quella Repubblica Universale, al cui avvenimento si propinò con furibondo entusiasmo.3

Il Cav. De Malet ripeteva, che «gli autori della Rivoluzione formano una nazione speciale che nacque e crebbe nelle tenebre, in mezzo alle nazioni civili, con lo scopo di sottometterle tutte al proprio domino».
L'ebreo Teodoro Reinach, nel riferire, il 25 Gennaio 1890, all'assemblea generale della «Société des Etudes Juives», rivendicava fieramente al giudaismo la paternità degli immortali principi di «Liberté - Egalité - Fraternité».
In un curioso libretto, edito a Parigi nel 1886 dall'ebreo Alessandro Weil (Paris Dentu), col titolo «La France catholique et athée», si legge a pag. 35 (parlando della Rivoluzione Francese): «Questa rivoluzione deista e mosaica fu come una freccia vittoriosa che fende il cristianesimo e finirà col farlo totalmente sparire dal mondo».
A conferma fino a qual punto il giudaismo si senta ormai sicuro del suo trionfo sui «goim», riportiamo — da un foglio volante, edito dalla Loggia russo-ebraica «I Savi di Sion» — il seguente brano: .
«Lo scopo principale, che è il dominio mondiale ebraico, non è ancora raggiunto. Esso sarà però raggiunto e ci sta già vicino più di quel che le masse dei cosidetti Stati cristiani se lo immaginino... (Come spiegare tanta certezza di vincerla se non fosse basata su qualche cosa di reale e positivo?).
«Lo zarismo russo, l'impero tedesco e il militarismo sono abbattuti, tutti i popoli sono spinti verso la rovina. Questo è il momento in cui si inizia il vero dominio dell’ebraismo»4.
L'avere concesso agli Ebrei, come ha fatto la Rivoluzione, l'uguaglianza civile, è equivalso ad avere, per sentimento di umanità, aperto le gabbie ad un serraglio di bestie feroci.


(1) Di manifestazioni e superfetazioni del genere ne abbiamo visto e vediamo un vasto assortimento, confacenti a tutti i gusti e tendenze, ma sempre miranti a farci allontanare dal vero, a corrompere i costumi e a giovare ai fini d'Israele. Tali, nel passato, furono «La Carboneria», «L'Alta Vendita», «La Giovane Italia», «I Circoli», «I Giovani Turchi» i quali, guidati dal giudeo Enver Pascià (Annar Pascià), atterrarono l'ultimo Sultano di Turchia.
Oggi vediamo «La Yoga» in India, «I Martinisti» in Francia, «Il Rotary Club», «I Cavalieri di...» (portano varie denominazioni», «Le Onorate Società», «La Psicanalisi», «La Dante Alighieri», la «Corda Frates», e poi, associazioni teosofiche, ginniche, scautistiche ed un'infinità di altri raggruppamenti, per i quali si confrontino le opere di René Guénon.
Da ciò si deduca, quale lavoro di penetrazione compia il giudaismo nel mondo intero. Non senza ragione il fondatore de «L'Alleanza Israelita Universale» poteva affermare nel suo proclama: «La rete che Israele getta sul globo terrestre si allarga e si estende ogni giorno di più».
(2) Alla distanza di cento anni da simili dichiarazioni, la rivista. «La Civiltà Cattolica» del 5 Agosto 1890 (p. 409) ne conferma la veridicità con le seguenti asserzioni: «Assaettasi la Massoneria per mantenere in sella Francesco Crispi
(Ven. 33.) mercé i suoi trecento deputati che l'addestrano al freno».
(3) Cfr. «L'Univers» di Parigi del 5 Agosto 1890.
(4) Citaz. in Meister, «Judas Schuldbuch», 5a ed., p. 171.

“Vermijon”

domenica 27 febbraio 2022

Le forze occulte che manovrano il mondo - L'attuale situazione militare

 


L'attuale situazione militare

E qual'è oggi la situazione militare? E' spiegata in poche parole:

Da una parte immensi eserciti, armati fino ai denti, dall'altra popoli affatto disarmati.

Difatti al di là della cortina di ferro, la Russia, che ha mantenuto integre le sue truppe, tiene su piede di guerra milioni e milioni di soldati. Lo stesso dicasi dei paesi satelliti, della Jugoslavia e della Cina comunista. Al di qua vediamo, invece, la Francia e l'Italia con eserciti ridotti a poche divisioni, l'Inghilterra ha smobilitato il suo Impero, gli Stati Uniti hanno mandato a casa i propri soldati. Per di più, le nazioni europee occidentali, sono divise tra loro da vecchi antagonismi e diversità di vedute, la Germania sezionata in due tronconi, l'America latina assente, le colonie in rivolta....

Presentemente il potere giudaico concentra i suoi sforzi a sommovere i Popoli arabi e ad imbrogliare l'India.

In merito agli Arabi, si noti la tattica usata con essi per trarli in inganno.

La giudaica Russia, constatata la refrattarietà degli Islamici alle idee comuniste, ma, soprattutto, visto il pericolo di distruzione incombente su lo Stato d'Israele ad opera dei popoli confinanti, che fa?

Simulando inimicizia a Israele e tenerezza agli Islamici, invia a quest'ultimi donativi d'armi e munizioni. Risultato?

1) Ha ottenuto la simpatia di questi popoli e, in conseguenza, penetrazione fra loro dei principi sovietici. 2) Le armi, già inviate all'Egitto e ammassate nel Sinai, sono, in realtà, andate a terminare, intatte — in seguito alla triplice aggressione subita dagli Egiziani — nello Stato di Israele, accrescendone oltremodo la potenza. 3) Detto Stato si sentirà, d'ora in poi, più sicuro in quanto, coloro che ne volevano l'annientamento ci dovranno adesso pensare due volte prima d'attuarne il proposito, sapendolo formidabilmente armato.

Dalle ultime notizie giornalistiche, sembra, si stia ora profilando un intervento economico americano nei paesi del Medio Oriente. Ciò, secondo me, è un gioco di bussolotti, un rinforzo dall'altra sponda.

Chissà che, fra gli altri fini, non si nasconda anche quello di spingere i Popoli islamici a lottare fra loro, lasciando, per tal modo, in pace lo Stato di Israele?

Abbiamo testé assistito, alla guerra scatenatasi fra Israele e i Popoli arabi, con la fulminea vittoria di Israele. Ma ciò era logico avvenisse, in quanto gli Arabi non sono consapevoli che, dietro ad Israele, sta nascosta tutta la potenza degli Stati Uniti e della Russia, la quale ultima, mentre ostenta di aiutare gli Arabi, in effetti, li imbroglia e favorisce Israele.

E poi, chissà che non ci sia stato il tradimento anche da parte di dirigenti arabi? E' tattica antica degli ebrei di tenere il piede su due staffe, come, in seguito, avremo modo di constatare.

Esaurita la opportuna digressione e tornando a quanto già si diceva, se, dunque, la situazione militare del mondo si presenta come quella che si è avanti prospettata, chi può negare che gli Stati comunisti, uniti sotto una ferrea dittatura, potrebbero, in qualunque momento lo vogliono, marciare, senza trovare ostacolo notevole, verso occidente o verso il sud; arrivando in quattro giorni a Parigi, o a Teheran, o ad Hanoi, accolti trionfalmente dai comunisti locali? (Tanto, scrivevo nel 1944). Essi ci vanno semplicemente saggiando ed esautorando, con la guerra fredda in Europa o con la calda in Asia, per decidere dove e quando convenga meglio lanciare il colpo più forte, salvaguardando le spalle.

Si tenga presente, che, per la conquista dell'Asia, di fianco al maresciallo Mao Tse si trovava, nel '28-'31, il giudeo lettone Michael Borodin-Grusenberg, e le grandi potenze non fecero nulla d'efficace per salvare la Cina dalla invasione comunista. Si può, anzi, fondatamente pensare che le armi, già inviate dall'ebraica America a Ciang Kai Shek, con l'apparente fine di aiutarlo, abbiano, invece, avuto lo scopo preciso di farle passare — come sono infatti passate — ai comunisti per agevolarne il trionfo.

E l'odierno intervento americano in Corea, che ha imposto ai nazionalisti cinesi di non muoversi da Formosa, non potrebbe forse significare una manovra, per spingere la Cina ad un armamento sempre più efficiente ed aggressivo, che poi sarà rivolto anche a fomentare guerre e guerriglie contro popoli confinanti?

E le armi, che oggi l'America spedisce a Tito, non potrebbero, pur esse, nascondere un bel gioco, appunto per fortificare sempre più la potenza militare del comunismo?1

La politica degli Stati Uniti — cioè della sua classe dirigente — è, secondo me, il nemico numero uno: non fa che giovare alle mire d'Israele ed a favorire la diffusione del comunismo nel mondo.

Il Kremlino non ha sede a Mosca bensì nella città di New York, dove pure si trova la «B' nai B' rith», la quale manovra la «Massoneria Universale», nonché vi si vede ergere quella «torre di Babilonia» chiamala l’«O.N.U.», che pur rappresenta la più grande manifestazione del ghetto ebraico, come appresso, con prova schiacciante, sarà appieno mostrato.

Ci convince di quanto detto sulla Cina, il fatto gravissimo, che ogni qualvolta Ciang Kai Shek poneva in fuga i comunisti, così che avrebbe potuto riconquistare l'intero territorio al nazionalismo, ecco verificarsi il nefasto intervento del gen. Giorgio Marshall — inviato di Truman — il quale gli imponeva di concludere tosto coi rossi un armistizio, pena l'embargo delle armi e munizioni e il congelamento dei prestiti.

Sì badi, che in tre diverse circostanze tale nefasto intervento si è ripetuto: il 27 Nov. 1945, il 7 Giugno 1946 e l'8 Nov. 1946.

Tirando la somma: altri 450 milioni di Asiatici passati al servizio dell'ideologia marxista2.

Che se poi, a quanto sopra, si volesse aggiungere, come anche mezza Europa fu regalata a Stalin, per merito dell'ex Presidente degli S. U. — il massone d'origine ebrea Delano Roosevelt — nel malaugurato Convegno di Yalta, allora ben netta si palesa l'amara realtà del doppio gioco americano.

Ma siccome vale la pena ragionare un altro po' su la fine dell'Impero Cinese, onde renderci conto con quali satanici imbrogli un così grande paese fu costretto a piegarsi sotto il gioco del regime comunista, penso, desterà maraviglia l'apprendere che:

a) lo stesso Ciang Kai Shek è un agente degli Ebrei, vale a dire un autentico massone. Nell'Enciclopedia Massonica del Lcnnhoff-Posner del 1932, pag. 1600, c'è la seguente notizia: «Ciang Kai Shek, vittorioso generalissimo del Kuomintang, seguace di Sun Yat Sen, è fratello nella Gran Loggia "Pagoda Lodge" del Massachussets»;

b) il suo primo consigliere, col rango di Generale di Brigata, è l'ebreo-massone Moris-Abraham Cohen, oriundo del Sud Africa, chiamato dai Cinesi Me-She;

c) sua moglie, Mei Ling, ha pur essa, quale suo consigliere particolare, l'ebreo Donald, oriundo australiano.

Qui, è bene notare come il nominato Moris-Abraham Cohen fu già — giusto quanto venne segnalato dal giornale ebraico «Jewish World» del 25 Agosto 1927 — il collaboratore intimo del Dr. Sun Yat Sen. Quest'ultimo fu appunto colui che — dopo aver creato un movimento settario, a netto carattere massonico, il quale prese il nome di Tung-Men-hui — abbattè, nel 1911-12, l'ultimo Imperatore della Cina e costituì la Repubblica Cinese, che, da quel momento, non ebbe più pace. Ho ritenuto cosa di sommo interesse specificare quanto sopra, perché, penso, che nulla può essere più probabile come, la stessa tattica verificatasi in Cina — cioè a dire col sistema di tenere il piede su due staffe — possa ripetersi in Europa, allorché scoppierà la guerra fra Oriente e Occidente.

Truman — il quale oltre ad essere grado 33° della massoneria americana è figlio di madre ebrea — a volere ben guardare, non è che il megafono del Sinedrio e l'esecutore più valente delle sue direttive. Direttive tali, che altri effetti non producono, se non un crescendo di calamità sempre più gravi, ed insieme il più funesto sconvolgimento di idee.

Come non vedere nel cosiddetto «scandalo White» — anche costui giudeo — già trapelare la verità di quanto affermo? come Truman, fatto consapevole dell'attività spionistica del White, ciò nonostante lo conservò in posti di responsabilità? e come, in seguito, Eisenhower cercava di soffocare lo scandalo?

L'avere permessa negli Stati Uniti — Nazione, come s'è visto, in pugno ai Giudei — l'esecuzione sulla sedia elettrica dei traditori ebrei, i coniugi Rosenberg, non potrebbe occultare il doppio scopo, primo: di sconvolgere le idee a quanti pensavano essere l'America un impero ebraico? E, secondo: per accentuare, sempre più, verso i Giudei la simpatia dei comunisti, i quali ammireranno fino a che punto essi si sacrifichino per la causa del marxismo?

Dello stesso genere è stata, ncll'U.R.S.S., la retrocessione degli ebrei Kaganovic e Malenkow: si è voluto dare ai Popoli di oltre cortina la sensazione, come colà i Giudei, non solo non hanno alcuna voce in capitolo ma vi sono anzi perseguitati.

A confermarci maggiormente, come la politica americana giovi alle mire di Israele e alla diffusione del comunismo, sarà opportuno ricordare quanto segue:

Allorché in Ungheria cadde Bela Kuhn, gli Stati Uniti imposero (ahi tragica commedia!) come capo della Polizia ungherese l'ebreo Nathan Horowitz, il quale, a sua volta, incaricò l'ebreo David Fleckenstein dell'inchiesta sulle atrocità commesse da Bela Kuhn3.

Perché mai l'America non intervenne a difesa dell'Ungheria — come fece in Corea, in Grecia, nel Vietnam — allorché, tale eroica nazione, dopo essere riuscita a distruggervi il comunismo, si vedeva minacciata dall'irrompere di cinquemila carri armati russi e gridava soccorso al mondo intero? Nessuno si mosse. Evidentemente simile intervento non rientrava nei piani del giudaismo. Ciò detto, oggi assistiamo all'ultima novità: il Patto Nord-Atlantico. Cos'è? E' un'invenzione ebraica, efficacissima agli obiettivi di Israele, portata a termine per mezzo della serva Massoneria e con lo strepito della asservita stampa, una delle tante truffe continuate, ammantate di solennità e di suasive ragioni (come la Società delle Nazioni, l'O.N.U., l'Unione Europea, ecc...).

Tali truffe, nascondendo scopi del tutto opposti a quelli pur magnifici enunciati, servono in realtà, per meglio imbrogliare e controllare il complesso degli Stati aderenti, sia per ragioni belliche come per quelle economiche.

A suscitare il «casus belli», basterà che l'ebraismo dia ordine alla massoneria d'una data nazione di sostenere un determinato punto di vista, in opposizione a quello che verrà comandato di sostenere un'altra. Le relative «stampe» soffieranno sul fuoco, ed ecco i popoli muoversi ed il sangue correre. Quale artificiosità! E così si fa la storia.

Il «Patto», inoltre, giova a rafforzare le quinte colonne comuniste, perché i partiti estremi avranno la possibilità e l'occasione di farvi leva, per suscitare una psicosi di guerra e farci su una grandiosa speculazione a proprio favore. Infatti, proclamandosi essi i genuini difensori della pace, tenteranno di indurre, ove fosse possibile, dalla loro parte tutte le oneste persone che giustamente sono stufe di guerra e ne hanno orrore. Ne risulterà ancora un dannoso azzuffamento fra i vari partiti politici, che porterà, di necessità, ad un indebolimento generale, di cui non ci rendiamo alcun conto. Riguardo, poi, ai solenni convegni cosiddetti dei tre, dei quattro, ecc..., non è da porvi alcuna fede. Trattasi solo di comandate adunanze massoniche, miranti a non altro che a farci cadere nell'inganno ed a confonderci le idee. Ne abbiamo viste abbastanza di queste trappole, prima dello scoppio dell'ultima guerra.

E si badi che quanto è stato detto, sebbene a prima vista possa sembrare arbitrario, è invece molto ragionevolmente fondato sulla «forma mentis» ebraica, come avremo modo di convincercene appieno, se considereremo, con seria attenzione, l'ultimo capitolo del presente studio. Lì, toccheremo con mano, come gli Ebrei chiamano «loro genio», il sapersi far servire dall'umanità per il conseguimento del loro scopo, dopo averla contemporaneamente persuasa ed insieme truffata.

E' un fatto sintomatico il constatare come dalla Russia sia partito per l'America, quale suo rappresentante all’O.N.U., l'ebreo-russo Jacob Malik, mentre dall'America già partì, per manovrare nell'Europa occidentale, presso i rispettivi Stati Maggiori, un altro ebreo-americano portante lo stesso nome di Jacobs.

Bisogna dunque essere ben ciechi, per non vedere più che chiaro, come, tanto dall'America che dalla Russia, sia sempre lo stesso Giacobbe (che significa Israele), il quale dirige, nei posti di essenziale importanza, il complesso orchestrale.

Non sarà inutile qui aggiungere come, in prosieguo di tempo, abbiamo potuto assistere alla venuta in Europa, in forma ufficiale, di due altri personaggi ebraici degli Stati Uniti, con lo scopo specifico di rendersi conto degli apprestamenti difensivi dell'Europa anti-Stalin: l'ex Generalissimo Eisenhower e il Ministro della difesa, Pace.

Predisposto così il terreno come volevano, forse allora vedremo la valanga sovietica marciare, a bandiere spiegate, alla conquista della misera Europa. Dopo di che, vuol dire, verranno gli Americani per liberarci. In che modo? Forse con la bomba atomica, di cui è commissario per gli Stati Uniti l'ebreo Baruch? Ovvero per mezzo dell'«O.N.U.», in cui vi spadroneggia, in modo sfacciato e assoluto, la massoneria internazionale, e di cui è segretario generale, l'ebreo Beniamino Cohen? e non sappiamo, forse come anche l'atomica russa sia in mani ebraiche?

Cari, amici, qui si profila lo sterminio dell'umanità proprio a mezzo dell'atomica, che si dice creata essenzialmente da Giudei: i Fermi (?), gli Einstein, i Samuel Allison, i Segre, i Castelnuovo, i Fuchs, i Pontecorvo, i Rosenberg; è noto che gli ultimi tre passarono alla Russia o fecero spionaggio a vantaggio della Russia...

Attenzione quindi a noi stessi, perché la vendetta ebraica — già in funzionamento con ritmo accelerato — potrebbe ora colpirci, nella maniera più impensata ed atroce, con una orribile pioggia di bombe atomiche ed una contemporanea invasione, oltre che dell'Europa, come s'è detto, ancora dell'Asia e, forse, anche dell'America attraverso l'Alasca.

Quando, poi, la guerra sarà scoppiata, chissà quanto i Giudei rideranno dietro le persiane nel vederci scannare fra noi! Come crederanno di offrire a Dio un sacrificio accetto, nel sapere come, questo volta, anziché 46, saranno 400 i milioni di «goim» trucidati per loro merito! Chissà che posto altissimo si aspetteranno in paradiso per così insigne benemerenza!

Alcuno dirà: — Ma moriranno anche i Giudei. — Nossignore. Le comunità israelite si salveranno, perché saranno state tempestivamente avvisate — della caduta delle bombe — dal proprio governo centrale («Kahal»), ch'è il motore generatore di così orrendi misfatti.

In merito a ciò, mi si ascolti almeno nel seguente progetto che — a nostra salvezza — vorrei chiedere venisse vagliato.

Appena sarà scoppiata la guerra, sia inibita ai Giudei l'uscita dalla località dove normalmente risiedono. Siano anzi asserragliati nel quartiere più centrale della città, con buoni reticolati. Serviranno da parafulmine, in quanto c'è da prevedere che, finché staranno lì, l'atomica non ci colpirà. Con lo stesso criterio, se ne trasferiscano alcuni nelle città secondarie e paesi dove non hanno stabile dimora.

Udite cosa ardiva scrivere l'ebreo Samuel Roth, nel 1925, nel suo libro «Now and for ever»:

«L'Occidente: svanisce davanti all'Oriente. L'Europa sta per scomparire. L'Oriente per rifiorire. Questa la meta. Vale la pena che noi ebrei rivolgiamo a questo le nostre preghiere augurali.

«Dopo lungo tempo il mondo sarà totalmente cambiato. L'America così vecchia come oggi l'Inghilterra. L'Europa sarà in polvere. L'America scaccerà gli ebrei. Allora l'America avrà la razza gialla di fronte e nella schiena.

«La maggioranza degli ebrei sarà in India, Persia, Cina per portare avanti là il vessillo dell'umanità.

«E allora arriverà un uomo, l’uomo della vendetta. Egli coprirà l'Europa con una nube gialla. Moriranno i popoli. Nella Russia saranno risparmiati solo i lattanti e gli analfabeti. La Polonia, l’Ucraina  dovranno diventare deserto».

Queste, badiamo, non sono visioni di un pazzo, ma, purtroppo, della crude realtà, possibilissime ad essere attuate da simili indiavolati.

Indiavolati a tal punto, che potrebbero ancora avere in programma — come sembra da vari contesti — lo sterminio totale della Società, per restare essi soli — popolo eletto, fratellanza universale — padroni unici del globo terraqueo.

Ma via, in nome di Dio, prima di arrivare a tanto scempio (dovremmo proprio morire disintegrati per dare gusto agli Ebrei?...), rendiamoci conto, una buona volta, del mistero dell'iniquità, salviamoci, difendiamoci! Smettiamo di essere pupazzi di cartapesta in mano a così feroci burattinai, a questi artisti del doppio gioco, che ci fanno spargere tanto sangue per il loro odio ed interesse; mettiamoli in condizione di non poterci più nuocere, facendo piazza pulita, una volta per sempre, di tutta la razza dei Giudei, vale a dire, col segregarli definitivamente dai popoli ariani, come appresso si dirà.

Vedremo, così, i loro satelliti, massoneria, comunismo e stampa ebraica, non avendo più quelli che li sostenevano con l'energia e col denaro, svanire come la nebbia al sole, sfasciarsi necessariamente da sé.

In seguito a ciò spariranno, per riflesso, altresì le guerre, le rivoluzioni, il parlamentarismo, i partiti e le partite, il disagio economico, l'indifferenza religiosa e un'infinità d'altri malanni.

L'umanità sarà, invero, liberata da coloro che, volontariamente o involontariamente, ne alteravano la pace e ne impedivano il benessere.

Che non sia mai vero abbia ad avverarsi quanto scrive uno scrittore francese, che fa il seguente terribile quadro della società d'oggi:

«Il rapido corre con velocità spaventosa... tutti i passeggeri sono ubriachi. Ubriachi pure il macchinista ed il fochista, lottano fra di loro ed uno getta a terra l'altro. La locomotiva, rimasta senza conduttore, corre avanti a precipizio. I passeggeri non s'accorgono di nulla: ridono, bevono e schiamazzano... e il treno corre pazzamente... attraverso ponti, viadotti, gallerie.., senza fermarsi alle stazioni... avanti nella notte oscura. Ma fino a quando? come finirà?».


(1) In merito a Tito, riporta il sett.le «La Domenica del Corriere», in data 13-12-1953, la seguente notizia: «Come mai Tito, cresciuto tra incolti operai o. contadini, suona il pianoforte così bene da poter offrire agli ospiti esecuzioni di Bach, Beethoven e Mozart? Il mistero si spiegherebbe, secondo alcuni, nel modo più semplice: Tito non sarebbe il meccanico Josip Broz. L'operaio croato di questo nome sarebbe morto molti anni fa, combattendo nella guerra di Spagna. Il generale Lister, comandante la brigata internazionale, ne avrebbe consegnato i documenti personali a un altro misterioso personaggio: il rivoluzionario Weiss, un ebreo inglese, e costui sarebbe appunto l'attuale Tito».

(2) Cfr. F. Bortone «La Repubblica fiorita», ed. Signorelli, Roma 1952, pp. 28, 30, 31.

(3) Cfr.. «Vieille France» n.. 144, p. 10.


“Vermijon”