Apparizioni a Ghiaie
Nona apparizione, domenica 21 maggio
L'apparizione di domenica 21 maggio doveva essere l'ultima, invece fu l'ultima del primo ciclo delle apparizioni.
Fin dal mattino si riversò nel piccolo paese una grande folla, che a sera raggiunse le 200.000 persone. Gruppi di pellegrini arrivavano a piedi, sui carri, sui tram. Pregavano ad alta voce e cantavano inni alla Vergine Maria.
Attorno al luogo delle apparizioni si era preparato un solido recinto di grossi tronchi.
Nel pomeriggio alcune crocerossine aiutate da volenterosi, lavoravano per collocarvi e assistere numerosi malati.
La dott.ssa E. Maggi nella relazione afferma che Adelaide risultò normale dopo un esame obiettivo fattole nel pomeriggio. Durante le molte ore passate con lei notò che la bambina non era golosa, ma accettava i dolciumi che le venivano regalati e li dava con generosità ai presenti.
La bambina senza stancarsi si divertiva a prendere dalla finestra gli oggetti che la gente le gettava per farglieli toccare.
Dopo aver mangiato un pezzo di pane e bevuto in po' d'acqua, volle recarsi al luogo delle apparizioni, dove incominciò a pregare e attendere calma e serena. Non l'eccitavano gli ondeggiamenti paurosi di quella marea umana, né le facevano perdere la pazienza le continue richieste di grazie che le giungevano scritte su biglietti, da presentare alla Vergine.
Adelaide, dopo aver vagato con lo sguardo nel cielo antistante mostrando di cercare qualcuno, concentrò la sua attenzione in un punto preciso. Interrogata, rispose che la Vergine era presente. Il polso presentò gli stessi caratteri di altre volte: prima 70, poi salì a 80 per ritornare a mantenersi normale (7072) durante l'apparizione.
Alle varie prove fatte, la bambina ebbe una lieve reazione che non distolse la sua attenzione dall'oggetto che immensamente la interessava.
Riportata a casa, Adelaide raccontò la visione degli animali che pregano nella chiesa, dinnanzi la S. Famiglia.
Aggiungo alle osservazioni fatte dalla dott.ssa Maggi, quelle del dott. Loglio, il quale nella sua relazione scrive:
"21 maggio: Assistetti la fanciulla anche il giorno seguente (seguente il 20, n.d.r.). La ressa della folla era aumentata; la piccola Adelaide fu portata sul luogo alle 18 circa. Anche questa volta notai la sua indifferenza per quanto avveniva per lei, e stette in preghiera assai più del giorno precedente. Durante la visione, durata più a lungo del 20, rilevai gli stessi sintomi del giorno prima; il polso aumenta da 72 a 80 per poi ridiscendere a 70. Terminata la visione, la veggente fu portata via, ma ebbi modo di avvicinarla in casa sua. Quel giorno la Madonna non le parlò; vide solo la S. Famiglia riunita in una chiesa, ma nei giorni precedenti le aveva detto che "Bisogna pregare e fare penitenza e — ripeto le esatte parole — in cò du m is ederì cosa ghe sarà": = fra due mesi vedrete cosa ci sarà. E non disse altro perché fu chiamata dal sig. Verri".
La dott.ssa Maggi continua:
"Ricollegandomi a questa visione (degli animali che pregano nella chiesa dinnanzi la S. Famiglia, n.d.r.) mi permetto di far notare che una bimba di sette anni, vissuta isolata e priva di fantasia non può creare nella sua mente una così strana visione e spiegarla nettamente con tutti i particolari, illustrandola meglio quando le si creavano delle contraddizioni; (questo come nota clinica di osservazione di contro a molte voci denigratrici ed insulse).
Volli esaminare Adelaide due giorni dopo all'asilo presso le R. Suore, dove era stata portata. La trovai ritrosa e di cattivo umore perché stanca ed assonnata; mi raccontò poi che oltre alla visione simbolica descritta, le era stato detto che se faceva la brava avrebbe avuto altre visioni: il giorno della sua prima S. Comunione ed ancora per altri tre giorni di seguito. E mi segnò con la manina, mostrandomi quattro ditini, sillabando: domenica, lunedì, martedì, mercoledì.
Volli accertarmi se ricordava le punture fattele, e la prova termica, ma la piccola meravigliandosi della mia domanda rispose di non ricordare nulla e che io non le avevo fatto niente".
Adelaide scrive:
"21 maggio: Anche questa apparizione fu preceduta dai colombi e nel punto luminoso si manifestò la Sacra Famiglia, vestita come ieri, in mezzo a una chiesa. Verso la porta principale c'era: un asino color grigiastro, una pecora bianca, un cane dal pelo bianco con macchie marrone, un cavallo del solito color marrone. Tutte le quattro bestie erano inginocchiate e muovevano la bocca come se pregassero. Ad un tratto il cavallo si alzò e passando vicino alle spalle della Madonna uscì dalla porta aperta e s'incamminò sull'unica strada che conduceva ad un campo di gigli, ma non fece a tempo a calpestarne quanti voleva perché S. Giuseppe lo seguì e lo riprese. Il cavallo appena vide S. Giuseppe cercò di nascondersi vicino al muricciolo che serviva da cinta al campo dei gigli, qui si lasciò prendere con docilità e accompagnato da S. Giuseppe ritornò in Chiesa ove si inginocchiò e riprese la preghiera. Quel giorno spiegai questo fatto solo col dire che il cavallo era una persona cattiva che voleva distruggere i buoni. Ora pur semplicemente posso spiegare meglio i sentimenti prodotti in me da quella visione. Nel cavallo vidi una persona superba e cattiva avida di dominio, la quale abbandonata la preghiera voleva distruggere i gigli di quel magnifico campo, calpestando e distruggendo di nascosto la loro freschezza e il semplice candore. Da notare che mentre il cavallo faceva strage in quel campo manifestava un senso di malizia perché cercava di non essere visto. Quando il cavallo vide S. Giuseppe muoversi per rintracciarlo abbandonò il furtivo danno e cercò di nascondersi vicino al muricciolo di cinta del campo. S. Giuseppe avvicinatoglisi lo guardò con dolce sguardo di rimprovero e lo condusse nella casa di preghiera. Mentre il cavallo faceva il danno gli altri animali non interruppero la preghiera.
I quattro animali rappresentano quattro virtù indispensabili per formare una S. Famiglia. Il cavallo capo che non deve abbandonare la preghiera perché lontano da essa è capace solo di disordine e rovina. Ripudia la pazienza la fedeltà la mitezza e silenzio familiare raffigurate nelle simboliche bestie. In questa visione nessuno parlò e lentamente tutto scomparve.
N.B. Le macchie particolari del pelo del cane sono figure della fedeltà familiare tanto corrotta. La porta aperta del tempio è figura della libertà che Dio dona ad ogni creatura".
Severino Bortolan
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