Apparizioni a Ghiaie
CONTESTO STORICO-RELIGIOSO DELLE APPARIZIONI
La chiesa parrocchiale
La costruzione della chiesa parrocchiale iniziata nel 1888, fu portata a termine dopo 11 anni, e il 16 settembre 1899 fu benedetta da monsignor Guindani, vescovo di Bergamo, presenti due amici di Ghiaie: monsignor Radini-Tedeschi ed il chierico Angelo Giuseppe Roncalli. La chiesa è adornata come un santuario mariano: attorno all'altare della Vergine Maria sono rappresentati i misteri gaudiosi; attorno all'altare di San Giuseppe i misteri dolorosi; sulla volta della chiesa i misteri gloriosi. Tra le opere che rendono bella la chiesa, sopra il coro, si notano tre tele che rappresentato: la Santa Famiglia, lo sposalizio di Maria e Giuseppe, la morte di San Giuseppe. All'interno della chiesa due lapidi, dettate da don Angelo Giuseppe Roncalli, ricordano il grande benefattore G. Bonzanni e il canonico Alessandro Locatelli.
Il canonico Alessandro Locatelli
Alessandro Locatelli, nato a Carvico (Bergamo) nel 1850, andò presto ad abitare a Sotto il Monte (Bergamo). Fu ordinato sacerdote nel 1874 e assegnato a Bonate Sopra come curato, con l'incarico di cappellano festivo per la frazione di Ghiaie. Ricevuto in dono da Giuseppe Bonzanni il terreno nel 1885, vi fece costruire una casa, per restare a Ghiaie in modo permanente.
Nel 1888, iniziò la costruzione dell'attuale chiesa parrocchiale, e per raccogliere il denaro necessario scrisse lettere in Italia e all'estero, dipinse, modellò statuette, perfino riparò sveglie...
Quando monsignor Radini-Tedeschi volle con sé nell'episcopio don Alessandro Locatelli, egli non abbandonò Ghiaie, ma vi ritornò regolarmente per il servizio religioso.
Morì il 1° agosto 1918.
Don Cesare Vitali
È nato a Boltiere (Bergamo) il 1° agosto 1881. Nel 1917 passa da Bonate Sotto a Ghiaie come curato, a fianco di don Alessandro Locatelli, col compito di abbellire la nuova chiesa, organizzare le attività religiose e lavorare per la erezione canonica della parrocchia di Ghiaie, di cui fu parroco dal 1921 fino al 25 maggio 1955, quando morì. Colpito da paralisi, durante la malattia ricevette più volte la visita del vescovo monsignor Giuseppe Piazzi, e nel settembre 1954, quella graditissima del cardinale Roncalli, patriarca di Venezia. Lo stesso cardinale, avuta notizia della sua morte, il 2 giugno 1955, così scriveva a don Italo Duci: "Esprimo al rev. e caro don Italo Duci e per suo mezzo a tutti i buoni fedeli delle Ghiaie la mia viva partecipazione al loro lutto per la morte del loro parroco don Cesare Vitali degno continuatore del canonico Alessandro Locatelli nella cura della chiesa e delle anime. Amo veder associati nella luce celeste questi due ottimi sacerdoti che io conobbi ed amai dalla mia giovinezza e che in grande semplicità di vita e di ministero pastorale fecero tanto e tanto bene, e continueranno a fame ora dal Paradiso. Don Cesare Vitali ci incoraggia tutti al lavoro, alla sofferenza, alla carità. Tutti benedico. + Angelo Giuseppe Roncalli, patriarca di Venezia".
Il giudizio dato dal cardinale, sull'opera e sulla vita di don Cesare Vitali, era pienamente condiviso dalla popolazione di Ghiaie che volle, come atto di pubblico riconoscimento, a lui intitolata la via che conduce alla scuola materna.
Don Cesare Vitali, da principio, tenne verso le apparizioni un contegno distaccato, di grande prudenza. Dopo avere osservato quei fatti, con l'animo del pastore attento e preoccupato del bene dei suoi fedeli e della Chiesa, si convinse della loro soprannaturalità. Per il suo atteggiamento favorevole, mantenuto sempre entro i limiti di una rigorosa fedeltà alle direttive del vescovo, alcuni sacerdoti lo fecero molto soffrire, in particolare il parroco di Presezzo (Bergamo), don Luigi Locatelli, il quale lo accusò di essere il principale regista della farsa di Ghiaie, il manipolatore della bambina Adelaide Roncalli. Nel corso del presente lavoro, riprenderò la triste questione.
Don Italo Duci
Nato a Ponte Nossa (Bergamo), il 23 maggio 1915, andò a Ghiaie come curato nel 1940, appena ordinato sacerdote.
Divenne parroco di Ghiaie nel 1955, dopo la morte di don Cesare Vitali. Lasciò la parrocchia per motivi di salute, il 29 giugno 1987, dopo 47 anni di ininterrotto e fedele servizio pastorale.
Partecipò ai fatti straordinari del 1944, assieme al parroco don Cesare Vitali, nella piena obbedienza all'autorità ecclesiastica.
Fu sempre convinto della verità delle apparizioni, mantenendo una sofferta prudenza nella difficile situazione che si era creata, specie dopo l'atto vescovile del 30 aprile 1948. Nel 1946, fu scelto da monsignor Angelo Bramini, professore nel seminario di Lodi e avvocato difensore delle apparizioni, come suo principale collaboratore sul posto, fino alle dimissioni date dal Bramini stesso dall'incarico ricevuto.
Una sera lo vidi davanti alla cappella, sul luogo delle apparizioni. Mi meravigliai, perché là non l'avevo mai visto. Finita la preghiera, si avvicinò e mi disse: "La ringrazio per tutto il bene che ha fatto qui. Tra qualche giorno lascio la parrocchia per motivi di salute". Andai più volte a trovarlo nella casa di riposo a Scanzorosciate (Bergamo) e sempre mi manifestò il dubbio, che era anche il suo cruccio, di non aver fatto abbastanza per la causa delle apparizioni. Tale sofferenza affiora nel suo testamento spirituale. Egli scrive: "A riguardo dei fatti straordinari qui avvenuti, nel 1944, per i quali ho tanto gioito, lavorato e sofferto, rinnovo la mia sottomissione alle decisioni della Chiesa rappresentata dal vescovo della diocesi. Se a riguardo di questi fatti in qualche cosa ho mancato, per la realizzazione dei piani divini, ne chiedo perdono a Dio e alla Madonna ed offro le mie preghiere e sofferenze" (v. Bollettino parrocchiale Comunità Cristiana di Ghiaie, dicembre 2003, pp. 8-9). Morì il 13 settembre 2003.
Severino Bortolan
Nessun commento:
Posta un commento