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giovedì 10 dicembre 2020

UN DONO per i consacrati al mio Cuore Immacolato

 


CONCLUSIONE 


"... per quasi quarant'anni soffrii e lottai tra la gioia che mi aveva procurato la cara e dolce Mamma del Cielo e il dolore immenso perché non si era realizzato, per causa mia, ciò che aveva chiesto, sebbene lei, la cara Mamma, mi avesse assicurato che mi avrebbe mandato uno strumento per realizzare tutto quello che desiderava dare in dono ai suoi cari figliolini. Mi assaliva fortemente il timore di essere nell'illusione, e ancora questo pensiero mi tormenta spesso.  

Dopo tante preghiere ed esortazioni di Mamma, mi presentai a lei, Padre. Non so se ha ancora presente quel primo incontro! Mi sentii subito accolta e capii che lei mi avrebbe compreso. Però le confesso che ogni volta che mi proponevo di parlare della Vergine Maria, quando le ero davanti, sentivo una forza che mi impediva di parlare, non riuscivo a dire una parola. E così il timore di essere un’illusa era sempre più forte.  

Un giorno la Mamma mi disse:  

- Piccola mia, parla! É questo lo strumento che Gesù ti ha mandato per realizzare quello che io ti avevo chiesto. 

- Perdona, Mamma, tu vedi, non riesco a dire una parola...  

- Non temere, è la rabbia del mio nemico, che vuole impedire che la tua Mamma dia questo dono ai Suoi cari figli, per la salvezza delle anime.  

Mi feci coraggio e le dissi:  

- Senti, cara Mamma, perdona il mio ardire! Se sei proprio Tu che vuoi questo, Tu che puoi, fa’ che sia lui a interrogarmi: allora mi sarà più facile esporre con semplicità tutto quello che Tu mi hai chiesto.  

Fiduciosa nell'aiuto di Mamma mi misi tranquilla e serena, nella certezza che avrebbe condotto le cose in modo che fosse lei, Padre mio, a interrogarmi. Quando, dopo aver letto i miei quaderni, lei mi chiese, quale segreto avessi, non so se si sia accorto, mi commossi, sentii una forza che non era mia e potei parlare con facilità. Grazie, mia cara Mamma, quanto sei buona e condiscendente! 


"Suor Chiara Scarabelli


a cura di Mons. Luigi Molinari 

sabato 7 novembre 2020

UN DONO per i consacrati al mio Cuore Immacolato

 


Suor Chiara Scarabelli 


PER LA TERZA VOLTA L'ANGELO DELLE TENEBRE 


Agosto 1953 

Una sera mi ero messa da poco a letto e stavo pregando. Ad un certo momento sentii un piccolo rumore nella cella, ma non ci faci caso. Dopo poco sento come una mano posata sulla testa. Mi impressionai. Allungai il braccio per accendere la luce, ma non la trovai. Mi spaventai. Mentre ero lì, che non sapevo cosa fare, sentii la voce del giovane che avevo visto le due volte precedenti, che mi diceva:  

- Non temere, sono io, l'angelo del Signore.  

Allora guardai: era proprio lui! Egli proseguì:  

- Non avere paura, vengo per il tuo bene. Perché non mi hai ascoltato? Sii buona, ascolta il mio consiglio, altrimenti ti pentirai quando sarà troppo tardi. Se continui così non farai che ingannare! Confessa che questa storia è stata tutta una tua illusione e non pensare più a queste cose.  

Ero titubante e piena di paura, ma mi ricordai di quello che mi aveva detto il Padre. Volevo prendere l'acqua santa che tenevo sul comodino accanto al letto, ma ebbi paura. Allora presi il Crocifisso che tenevo sempre sul petto e alzandolo dissi:  

- "In nome di Cristo e della Vergine Immacolata, va’ via di qua!" 

Egli fece una smorfia, con voce severa disse:  

- Maledetta tu e chi ti ha suggerito questa cosa: me la pagherai! Se non ci fosse "Lei" ti strozzerei!  

Diventò come un carbone acceso e fuggì lasciandosi dietro come una scia di fuoco, che durò alcuni minuti.  

Le lascio immaginare, Padre dell'anima mia, il terrore che provai. Mi prese ancora più forte il timore che tutto quello che c’era stato tra me e la cara Mamma fosse veramente illusione mia. Quale tormento! Non riuscivo più a dormire per la paura. Allora decisi di chiamare di nuovo quel Padre e gli raccontai tutto. Dopo aver ascoltato mi disse  

- Questa è la rabbia del demonio! Ora sono ancora più convinto che ti ha parlato veramente la Vergine santa per dare quel suo dono all'umanità, come pegno del suo amore di Mamma per la salvezza delle anime. Non avere paura!  

- Padre, temo tanto!  

- No, sta' serena! Ti assicuro che la Vergine non permetterà che Satana ti faccia del male. Non sei forse nel suo cuore?  

- Sì, Padre, mi aiuti lei perché io mi sento tanto piccola e povera!...  

E lui:  

- Abbi fiducia e vivi il tuo abbandono totale in Lei che ti ama con cuore e tenerezza materna!  


L'ANGELO DELLE TENEBRE GETTA LA MASCHERA 


Ecco, sono qui, ora me la pagherai! 

Novembre 1953 

 

In quel periodo c'era in uno dei due dormitori pericolo di cedimento, per lo spostamento delle travi, e fummo perciò costrette a ritirarci tutte nell'altro. Ci eravamo perciò accordate di dormire in due per ogni cella, con un piccolo paravento a separazione dei letti.  

Qui è avvenne il colpo più grosso. Quella sera io ero già a letto, così pure la sorella vicina, e mi sembrava che lei già avesse preso sonno. Non so il perché, ma non ero capace di dormire. Dopo circa un'ora, mi sentii chiamare da una voce che mi impaurì dicendo: 

- Ecco, io sono qui: ora me la pagherai!  

Aprii gli occhi e mi vidi davanti quel giovane che diceva di essere l'angelo del Signore. Solo Dio sa quale fu lo spavento che provai!, solo Dio lo sa. (...) Egli mostrava di volersi avvicinare al mio letto (...)  

Non so, caro Padre mio, se può immaginare quello che provai! Fuggire non potevo... Quanta angoscia avvertii dentro di me...! Mi vidi perduta e, senza volerlo, mi misi a chiamare aiuto. La sorella si svegliò chiedendomi se mi sentissi male. Subito si è avvicinò al mio letto, vedendomi tremare dalla paura mi chiese:  

- Che cosa hai?  

Le risposi: 

- Per carità; butta acqua santa, che c'è il demonio! Prega la Vergine Santa che allontani da me questo mostro, mi sento morire!  

La poverina, si mise a fare segni di croce con l'acqua benedetta e recitare l'Ave Maria. Non so spiegare quello che avvenne. So che quel giovane si trasformò in un mostro ributtante e fuggì urlando, facendo tremare la stanza.  

Avendo chiesto alla sorella che dormiva nella stessa cella con me, se avesse visto qualche cosa, mi rispose:  

- No, però sentivo che succedeva qualche cosa che non sapevo s piegarmi. (…). 

Scusi, Padre dell'anima mia, se le ho raccontato tutto questo. Mi sono fatta violenza solo per ubbidire (…). 

a cura di Mons. Luigi Molinari 

giovedì 22 ottobre 2020

UN DONO per i consacrati al mio Cuore Immacolato

 


LA TUA MAMMA NON PUÒ INGANNARE... 

"sono io, in carne e ossa, tocca le mie mani..." 


8 maggio 1953 

Mentre era notte e stavo pregando davanti al santo Tabernacolo, più col cuore che con la bocca, sempre tormentata dal dubbio di essere un’illusa, mi vidi davanti, come le altre volte, la dolce Mamma Maria, tutta avvolta nella luce. Si avvicinava me e sorridendo mi diceva:  

- Piccola mia, coraggio, non temere!  

La tua Mamma non può ingannare: sono io, in carne e ossa. Tocca le mie mani: sono una creatura umana come te, anche se vengo dal cielo! É il Signore che mi ha dato questa missione, per il bene di tutti i miei figli che abitano sulla terra. Parla pure con quel Padre che vuoi chiedere come confessore: te lo permetto io! Vedrai che capirà che sono io a parlarti. Il mio avversario vuole tormentarti e vuole impedire che io, la Vostra mamma, dia questo dono per il bene e la salvezza delle anime. Parlagli pure senza paura e credi alla sua parola.  

- Perdonami, Mamma, i miei dubbi! So che sei tanto buona, ma, conoscendo la mia povertà e piccolezza, temo sempre di me stessa!  

- Ti ripeto, non temere! Sta’ serena. Ti benedico.  

Quanta gioia e pace lasciò nel mio cuore la dolce Mamma anche questa volta! (…) 


PENSO CHE SIA PROPRI O LEI, LA MADONNA 

20 giugno 1953 


In giugno decisi di domandare, in carità di potermi confessare con quel Padre di cui ho parlato. Dopo pochi giorni venne. Io esposi con semplicità ciò che mi aveva detto l'angelo del Signore, la prima volta e anche la seconda. Il confessore stette a pensare un poco, poi mi chiese:  

- In che cosa ha mentito?  

Allora mi feci coraggio e confidai tutto quello che la Mamma del cielo mi aveva, detto, ciò che voleva da me, e la lotta che avevo dentro di me, da tre anni, per il timore di essere "illusa". Egli stette un poco a pensare. Mi fece alcune domande, poi mi disse:  

- Penso che ad apparirle sia proprio Lei, la Madonna, che vuole portare a termine quello che Gesù ha chiesto a suor Consolata Betrone. Stia tranquilla, lo dico in nome di Dio.  

Allora mi feci coraggio e chiesi:  

- Quel giovane che mi dice di essere l'angelo del Signore, ha detto che tornerà ancora. Mi fa tanta paura! Come devo comportarmi?  

Rispose: 

- Ascolta quel che ti dice, se vedi che insiste nel farti ammettere che hai mentito, prendi l'acqua benedetta e aspergendolo digli: "In nome di Dio e della Vergine Santa va via di qua". Poi mi saprai dire come si è comportato, per capire se è Satana o l'angelo del Signore.  

Alle parole del Padre mi misi serena e tranquilla. Però questa serenità fu ben presto turbata da colui che diceva di essere l'angelo del Signore.  

"Suor Chiara Scarabelli

a cura di Mons. Luigi Molinari 

domenica 11 ottobre 2020

UN DONO per i consacrati al mio Cuore Immacolato

 


ANCORA L'ANGELO DELL E TENEBRE 

20 gennaio 1953 

Al nuovo confessore, nominato per causa mia, confessavo le mie mancanze e basta, in pochi minuti. Per le prime volte tutto andò bene, poi cominciò a interrogarmi e a chiedermi se avevo niente da dirgli. Rispondevo di no, che mi bastava l'assoluzione dei miei peccati, perché questo era lo scopo della confessione. Però dopo non molto tempo, cominciò a tormentarmi insistendo che dovevo parlare: "Parli, può darsi che lei abbia ragione..." Ma io non potevo parlare perché mi era stato proibito dal Delegato per le religiose…. Egli però insisteva perché io parlassi. Era un tormento ogni volta! Temevo anche di disubbidire. Come fare? Il Superiore mi aveva imposto di non parlare, la Mamma celeste mi aveva detto di tenere segreto tutto fino a quando il Signore non avesse mandato uno strumento adatto!  

Il 20 gennaio 1953 mentre stavo per andare a letto, sentii un piccolo rumore simile al respiro di una persona. Spaventata, non avevo il coraggio di alzare gli occhi, e neppure quello di togliermi il vestito per andare a letto. Pregavo col cuore invocando l'aiuto di Gesù e di Mamma. Poi decisi di alzare gli occhi e vidi davanti a me il giovane che mi aveva parlato in novembre. Impaurita abbassai gli occhi. Egli allora prese la parola dicendo:  

- Non avere paura, sono l'angelo del Signore. Mi fa tanta pena la tua sofferenza. Ascoltami, ti parlo per il tuo bene. Perché resisti così al ministro di Dio, non sai che disubbidisci? Dovresti essere più docile e parlare con semplicità! Non hai forse fatto il voto di ubbidienza? Vengo da parte di Dio, parla, e tutto sarà finito!  

Non avevo la forza di aprire la bocca, mi sembrava di essere muta dalla paura.  

Egli replicò:  

- Ti insegno io quello che devi dire! Chiedi scusa di avere mentito, di’ che non è vero nulla quello che hai visto e sentito da "quella", che è stata tutta illusione tua. Confessa la verità, ora che sei ancora in tempo, altrimenti... Non rispondi nulla? Pensaci bene, tornerò ancora.  

Lascio immaginare a lei, Padre mio, come ero rimasta male! Ma avevo un dubbio: quando mi parlava la cara Mamma sentivo dentro di me pace e gioia ed ero contenta in maniera indescrivibile. L'angelo del Signore, invece, mi faceva paura, mi lasciava nel tormento: confusione, dubbi, incertezze. Non sapevo capacitarmene. Tuttavia non mi sentivo di parlarne col confessore: oltre provare una certa ripugnanza, avevo anche il divieto del Superiore e della Mamma. Mentre lottavo dentro di me, mi venne in mente che un santo di cui non ricordo il nome, aveva detto: "Se la voce del Signore mi ordinasse una cosa contraria alla volontà del Superiore, ubbidirei a quest’ultimo perché così facendo sarei sicura di non sbagliare, mentre la voce del Signore potrebbe essere illusione". Quanta lotta dentro di me! Possibile che la Mamma e Gesù mi avessero ingannata?  

Andai avanti con questo tormento! Poi un giorno trovai scritto, non ricordo dove, che il demonio a volte, prende forma di angelo della luce per ingannare le anime. Rimasi impressionata, ma non sapevo cosa fare. Pregavo, pregavo con insistenza lo Spirito Santo e la cara Mamma celeste che mi aiutassero.  

Un giorno, mentre ero in preghiera, mi venne in mente di domandare la concessione, per la confessione, di un certo Padre Michelangelo. Tuttavia nello stesso tempo pensavo che la Mamma del cielo mi aveva detto di tenere il segreto sulle cose accadute finché il Signore avesse mandato lo strumento adatto per fare quello che Lei voleva. Ero titubante pensando a che cosa avrei risposto se il Padre che volevo chiamare, mi avesse domandato: "A proposito di che cosa, hai mentito?". Il mio rifugio è sempre stata la preghiera. 

a cura di Mons. Luigi Molinari 

sabato 26 settembre 2020

UN DONO per i consacrati al mio Cuore Immacolato

 


Suor Chiara Scarabelli nata il 29 marzo 1912


TERZA APPARIZIONE


"Piccola mia, coraggio, non temere!" 

21 Novembre 1952, festa della Presentazione di Maria ss. al Tempio. 

Mi trovavo in adorazione davanti al Santissimo. Una grande sofferenza mi tormentava: non ero capace di allontanare dalla mia mente la figura di quel giovane che diceva di essere l'angelo del Signore. Erano le due o le tre del pomeriggio e tutte le sorelle si erano ritirate in cella o per il riposo o per lo studio. Sentivo un senso di tristezza e non ero capace di pregare. Solo nel cuore dicevo:  

"Mamma, Mamma, dove sei? Abbi pietà di questa tua piccola bambina sola, sola, abbandonata da tutti".  

Avevo voglia di piangere per paura di essere stata un'illusa e di avere ingannato tutti, e temevo che, per questi motivi, Gesù e Mamma mi avessero abbandonata.  

Ero inginocchiata con gli occhi bassi. Dopo breve tempo mi sentii chiamare:  

- Piccola, piccola mia!  

Compresi che era la voce della Mamma. Provai un sussulto di gioia, alzai gli occhi, la vidi davanti a me sui gradini dell'altare, tutta circondata di luce, vestita come le altre due volte, però in aggiunta aveva attorno al capo una corona di dodici stelle, che emanavano una luce che non so descrivere. Scese i gradini dell'altare, si avvicinò al banco dove ero inginocchiata, posò la sua mano destra sulla testa dicendomi con tanta dolcezza e tenerezza:  

- Piccola mia, coraggio non temere!  

Con un nodo alla gola risposi:  

- Mamma, ti ho tradito! Te lo avevo detto che nessuno mi avrebbe creduto: ho rovinato l'opera tua, perdonami, abbi pietà di me! Tu sai tutto! Mi hai perdonato, Mamma?  

Mi fece una carezza dicendomi:  

- Piccola mia, non temere, ti parlo per tuo conforto. Ascoltami: sappi che questa tua sofferenza ha dato tanta gloria a Dio e al mio Cuore Immacolato ed ha salvato più anime che se fossi riuscita a fare quello che ti avevo chiesto. Sta’ serena, non è colpa tua, ma della rabbia di Satana che si è servito delle creature per ostacolare l'opera mia. Però ti assicuro che il mio Cuore trionferà. Tieni segreto tutto quello che riguarda la medaglia! Dovrai soffrire ancora, però verrà un tempo in cui il Signore susciterà colui che sarà lo strumento per eseguire quello che avevo chiesto, secondo le promesse che ti ho fatto, per il bene di tante anime. Mi credi, piccola mia?  

- Sì Mamma! Tu puoi tutto! Ma vedi, se tu avessi scelto uno strumento più adatto, tutti avrebbero creduto e si sarebbe realizzato...  

La Mamma celeste ribadì: 

- Non dire questo, ho scelto proprio te, che sei un nulla, perché tutti comprendano che ciò che avviene é solo opera mia. Anzi ti dico che se avessi trovato una persona più piccola, più povera di te, l'avrei preferita, perché la gloria sarebbe tutta di Dio e del mio Cuore e per lei, solo l'umiliazione e il disprezzo!  

- Grazie, Mamma. Ma dimmi, dov'eri tu quando soffrivo tanto, ti chiamavo e non mi rispondevi?  

- Oh, piccola mia, chi ti ha dato la forza di sopportare in silenzio tutto quello che è avvenuto? Eravamo io e Gesù. Io ti ho sempre tenuta nel mio cuore, dove c'è Gesù e sempre sarò con te. Coraggio, non temere, sono la tua Mamma. Sei troppo piccola, da sola non sei capace di nulla: lascia fare a Me e a Gesù. La tua missione è: preghiera e sacrificio. Non temere, ama la sofferenza e Gesù ti darà tutte le anime. Non stancarti, continua per questa via. Io sono con te, ti saluto, ti benedico".  

Mi mise una mano sulla testa sorridendo, si sollevò da terra e sparì nella luce lasciando una scia dietro di Lei.  

Le lascio immaginare, caro Padre, quello che successe nel mio cuore! Vi era un desiderio di nascondimento, di sofferenza, di vivere solo per amare Gesù e la Mamma e farli amare da tutti i fratelli.  

a cura di Mons. Luigi Molinari 

martedì 8 settembre 2020

UN DONO per i consacrati al mio Cuore Immacolato



Suor Chiara Scarabelli nata il 29 marzo 1912


HO AVUTO IL SEGNO CH E HO CHIESTO


Maggio 1951 

Un giorno il confessore mi disse:  

- Ho avuto il segno che ho chiesto.  

Mi ordinò, dunque, di scrivere tutto quello che gli avevo riferito a voce per procedere all'attuazione.  

Dovevo scrivere di notte, perché di giorno ero sempre occupata in tanti lavori. Scrissi su due quaderni, uno per il confessore l'altro per me.  
  
Settembre 1951 

Il giorno di Maria Bambina consegnai al confessore il quaderno contenente le informazioni di ciò che era avvenuto tra me e la Regina del cielo.  

Egli mi disse: 

- Ora mi metto all'opera per eseguire ogni cosa!  

La volta successiva, però, venne a confessare un altro Padre della sua comunità. Da allora non lo vidi, né lo sentii più. In seguito venni a sapere che aveva parlato con il Delegato delle religiose, il quale, a sua volta aveva parlato con la mia madre superiora. Le conseguenze furono inimmaginabili: secondo la madre io ero una povera illusa e quanto accaduto era opera del demonio... Il Delegato parlò poi a tutta la comunità, a me impose il silenzio e mi ordinò di non discutere più di queste cose. Assegnò poi alla nostra comunità un nuovo confessore, un sacerdote diocesano, al posto dei "religiosi". Il quaderno che avevo per conto mio, mi sparì...  


PARLI, PUÒ DARSI CHE LEI ABBIA RAGIONE 

Aprile 1952 

Al nuovo confessore, nominato per causa mia, confessavo le mie mancanze e basta, in pochi minuti. Per le prime volte tutto andò bene, poi cominciò a interrogarmi e a chiedermi se avevo niente da dirgli. Rispondevo di no, che mi bastava l'assoluzione dei miei peccati, perché questo era lo scopo della confessione.  

Dopo non molto tempo, cominciò a tormentarmi insistendo che dovevo parlare: "Parli, può darsi che lei abbia ragione..."  

Ma io non potevo parlare perché mi era stato proibito dal Delegato per le religiose….  


NOTTE DELLO SPIRITO 

Giugno 1952 

Nel frattempo vivevo dentro me una lotta terribile. Le tentazioni erano il mio cibo di giorno e di notte. Solo Dio lo sa: fino alla disperazione! Il demonio ne approfittava per tormentarmi i tutti i modi (...). Ormai mi sembrava che per me non ci fosse altro che l'inferno! (...).  

Scusi Padre, se ho riferito tutto ciò, ma l’ho fatto per ubbidienza a lei: le assicuro che avrei preferito morire e portare tutto nel segreto della tomba. Immagini lei lo stato dell'anima mia! In certi momenti la tentazione era così forte che mi pareva di essere dannata: ed allora a che scopo vivere? Sola, sola, senza una parola da nessuno. Il mio povero cuore gridava: "Gesù e Maria, dove siete? Venite in mio aiuto!" Ma non ottenevo risposta.  

Mi aggrappavo alla fede gridando col cuore: "Gesù confido e spero in te, solo perché credo al tuo amore per me! So che mi ami, non ne dubito! Se vuoi, mandami all'inferno, che so di meritare per i miei peccati! Però so anche che la tua misericordia è più grande di tutti i peccati del mondo. Ma se per assurdo tu mi mandassi laggiù, nel profondo dell'inferno, ricordati che tu resteresti in Paradiso senza la Madre tua, perché io vivo nel suo Cuore Immacolato e non posso separarmi da lei! Anche lei verrebbe con me!"  

Quest’ultimo grido ferì il Suo cuore divino e con tenerezza mi disse:  

- "Piccola mia, chi è con mia madre è con me. Coraggio, non temere perché metto alla prova proprio coloro che mi amano". 

Ciò era stato, per il mio povero cuore, come un raggio di luce, ma solo momentaneo.  


L'ANGELO DELLE TENEBRE RIVESTITO DI LUCE

Una prova ben più grande mi attendeva. 

Novembre 1952 

Un giorno che ero in cella da sola e stavo per andare a riposare, senza sapere come, mi vidi davanti un giovane, di circa quindici anni. Mi spaventai e feci per fuggire, ma lui si mise sulla porta dicendomi: 

- Perché tanta paura? Sono l'angelo del Signore, ho visto la tua sofferenza e vengo per consolarti. Mi fai tanta pena! Perché tanta sofferenza? Chiedi al Signore che ti liberi! 

Io risposi 

- "Se il Signore permette questo, io non ricuso la sofferenza, perché voglio sia fatta la sua volontà!" 

Egli rispose: 

- Sta’ tranquilla, lo chiederò io per te. Verrò ancora. 
Così dicendo sparì come una lampo, senza che io capissi da che parte. 

a cura di Mons. Luigi Molinari 

sabato 5 settembre 2020

UN DONO per i consacrati al mio Cuore Immacolato



Suor Chiara Scarabelli


PARLA COL MINISTRO DI DIO

7 dicembre 1950 

In quei giorni, il pensiero di dover parlare di ciò che era avvenuto tra me e la mia cara Mamma del cielo mi preoccupava un poco. Non sapevo come iniziare il discorso! Il giorno 7 di dicembre, mentre stavo pregando la Vergine Maria, supplicandola di venire in mio aiuto, con tanta tenerezza così mi parlò:  

- Piccola mia, parla col ministro di Dio, riferisci tutto quello che ti ho comunicato!  

Sarà per la gloria di Dio, del mio Cuore Immacolato e per la salvezza delle anime.  

Non temere, vedrai che ti comprenderà: sarà lo Spirito di Dio a parlare per mezzo tuo!  

Parla con la semplicità dei piccoli. Solo così potrai eseguire la missione che ti ho affidato.  

- Sì, mamma, ma aiutami tu, lo sai che sono un povero nulla, una povera idiota. Vieni, ti prego, in mio soccorso, affinché non abbia a rovinare l'opera tua.  

- Sta' serena, non temere, io sono con te.  

Allora mi presentai al confessore e, a più riprese riferii tutto quello che avevo visto e sentito dalla dolce e cara Mamma del cielo.  

Le mie confessioni precedenti erano sempre state brevi, ora mi trattenevo più a lungo, per rispondere alle domande che il Padre mi faceva su quest'argomento (...)  

Intanto il tempo passava. Quando il confessore fu al corrente di tutto quello che mi aveva affidato la Vergine, mi disse:  

- Ti assicuro, in nome di Dio, che tutto questo non è una tua illusione e neppure arte del demonio, ma che è invece segno di predilezione per te, piccola anima, da parte del Cuore Immacolato di Maria oltre che di tenerezza materna per tutti i suoi figli. É Suo desiderio che la consacrazione fatta al Suo cuore dalla Chiesa, per volontà del Signore Gesù, si viva in pratica!  

Poi mi disse: 

- Prega tanto, voglio chiedere un segno, non perché non creda che sia opera sua, ma per essere più pronto a fare tutto quello che desidera da me, suo indegno ministro.  

a cura di Mons. Luigi Molinari

sabato 29 agosto 2020

UN DONO per i consacrati al mio Cuore Immacolato



SECONDA APPARIZIONE


"...ti affido la missione di far coniare una medaglia... " 

7 ottobre 1950 

All'adorazione notturna davanti al Tabernacolo ero sola! Erano da poco passate le 11. Pregavo (…) 

Con mia sorpresa e gioia, vidi comparire una grande luce dalla parte destra dell'altare. Un istante dopo, ecco apparire la bella Signora che mi aveva parlato il 15 maggio. Si avvicinò a me con un dolce sorriso. Aveva il medesimo aspetto, era vestita allo stesso modo, portava il cuore nella mano sinistra, nella destra la corona del rosario con dei grani d'oro ed una croce che scendeva giù, fino a circa dieci centimetri dai piedini bianchi, candidi. Tutto attorno alla sua persona, come in cerchio, c’era scritto a caratteri d'oro: "Madre mia, fiducia e speranza, in te mi affido e abbandono".  

Mi guardava con una tenerezza ed un sorriso che non trovo parole per esprimere. Mi disse:  

- Piccola mia, sono venuta per affidarti una missione! Ho bisogno di te per dare un dono a quei miei cari figli che sono la gioia del mio cuore, perché mi amano e vivono in pratica la consacrazione fatta al mio Cuore Immacolato che avevo chiesto, a Fatima, per volontà di Gesù.  

Desidero dare loro un segno, un dono, per mostrare loro la riconoscenza del mio cuore di Mamma. Esso sarà anche un richiamo per tanti, miei figli che amo con tenerezza, ma che non corrispondono al mio amore. Io dico loro: "Figliolini miei, venite, venite al mio cuore, vi aspetto per portarvi a Gesù che vi ama! Solo in lui troverete la pace, la gioia e la felicità che tanto cercate!" E vi dico ancora: "Pregate, amatevi come figli di Dio, da veri fratelli, amatevi come vi ama la vostra mamma e come vi ama Gesù!"  

Egli ha affidato al mio Cuore Immacolato la missione di chiamare tutti i miei figli alla conversione, alla preghiera, alla penitenza: pregate, pregate! Se non pregate non potete convertirvi. Amatevi tra di voi come vi amo io. Lo dico con dolore. Tanti, tanti non pregano, non amano.  

Piccola mia, ti affido la missione di far coniare una medaglia, che mi ritrae come mi vedi: è un dono d'amore del mio Cuore Immacolato.  

Ecco, guarda il rovescio della medaglia. 

- Allora vidi comparire, di fianco a lei, il suo cuore e quello di Gesù strettamente uniti, direi quasi legati, da una corona di spine; il cuore di Gesù era sormontato da una piccola croce e quello della Mamma trapassato da una spada. Sotto i due cuori, c’erano una A ed una M intrecciate, a significare: Ave Maria. Entrambi i cuori erano circondati da fiamme, simbolo dell'amore di cui ardono per la salvezza di tutte le anime. Tutto intorno c’era scritto a caratteri d'oro "Gesù e Maria vi amo, salvate tutte le anime".  

Dopo avermi mostrato il rovescio della medaglia la Mamma disse: 

- Cari figli miei, vi esorto a recitare spesso, e col cuore l'invocazione: "Gesù, Maria vi amo, salvate tutte le anime". Sarà come una carezza che consola il Cuore di Gesù e il mio Cuore Immacolato. L’invocazione, se recitata con fede e col cuore, riparerà ogni volta tante bestemmie. Ogni atto d'amore salverà un'anima. L'amore vi aiuti a valorizzare al massimo ogni istante della vostra vita terrena. Più forte sarà l'amore, più la vostra vita sarà feconda. Amatevi, amatevi, cercate le cose di lassù! Quaggiù tutto passa: solo l'amore resta in eterno! Sarete giudicati sull'amore. Anzi, per chi veramente ama, non ci sarà giudizio: solo un abbraccio del Padre buono col figlio che sia vissuto solo per amore e nell'amore!  

Ascoltate la vostra Mamma! Vi parlo, vi esorto perché vi amo e vi voglio felici in eterno lassù, lassù in Paradiso! Voglio portarvi a Gesù ed al Padre che vi attende tutti!  

Prometto a tutti coloro che porteranno con sé questo dono del mio Cuore Immacolato, testimoniando la loro consacrazione, di benedirli, di condurli per mano, di portarli nel mio cuore come figli prediletti per presentarli a Gesù. Li assisterò nel momento della morte affinché il nemico, Satana, non possa nuocere loro e saranno lassù, con me, in Paradiso, dove Gesù darà loro il premio eterno.  

Conoscendo la mia miseria e povertà, fui presa da timore e domandai:  

- Mamma, tu vedi il mio nulla, sai che sono una povera idiota: come potrò riferire, tutte le tue parole, descrivere il tuo amore?  

- "Piccola mia, ti ripeto, non temere: ti ho scelta proprio perché sei un nulla, affinché tutti comprendano che ciò che fai non è opera tua ma che sono io ad operare in te. Non ti fidi, forse, della tua Mamma? " 

- Oh, sì, Mamma, fa’ di me tutto quello che vuoi, sono tua proprietà, mi affido a te, mi abbandono al tuo cuore.  

- Coraggio, non temere, parla col ministro di Dio, lo Spirito Santo ti guiderà. Anche se per far questo, dovrai soffrire, fai tutto per amore, per la salvezza di tutte le anime! Sta' serena, ti ripeto, non temere il mio nemico, Satana, che farà di tutto per impedire questo progetto, perché ne verranno glorificati Dio e il mio Cuore Immacolato. Io sono con te ed alla fine trionferò!  

- E poi, rivolta a tutte le anime, disse: 

Figliolini miei, vi consegno il mio Rosario, catena d'oro che vi tiene stretti al mio cuore: pregate, pregate col Rosario, tenetelo stretto, recitatelo con fede, col cuore. Sarà la salvezza dell'umanità!  

Questo sarà il segno che siete miei!  

Egli lo teme tanto e fa di tutto per perdere le anime. Però io, la vostra Mamma faccio di tutto per salvarle, perché questa è la volontà del Signore.  

Ma ho bisogno del vostro aiuto! Pregate, fate sacrifici e penitenza. Amatevi, amatevi come io vi amo. Solo così le anime si salveranno.  

E poi, rivolta a me, proseguì: 

Tu, piccola mia, ti ripeto ancora, non devi temere. Sono con te. Lo Spirito parlerà in te, abbi fiducia. Tutto per amore, solo per amore!  

- Poi, posandomi una mano sulla testa, disse con tenerezza  

- Ti benedico e resto con te per sostenerti nella prova.  

- Sorridendo si alzò da terra e scomparve mentre la luce rimase ancora per un certo tempo. Poi scomparve tutto, lasciando nel mio cuore una grande pace.  




a cura di Mons. Luigi Molinari

mercoledì 26 agosto 2020

UN DONO per i consacrati al mio Cuore Immacolato



Suor Chiara Scarabelli

Una comunicazione della Santissima Vergine Maria rimasta segreta per quarant’anni 


PRIMA APPARIZIONE 

"Ho bisogno di te!"

Maggio 1950 

"Se non sbaglio era il giorno 15, o meglio, fra il 15 il 16, perché poco mancava alla mezzanotte. Mi trovavo in cappella per l'adorazione notturna. Stavo pregando, più col cuore che con le labbra, per tutta l'umanità. Davanti al Tabernacolo, chiedevo a Gesù perdono, pietà, misericordia per tutti i miei amatissimi fratelli peccatori della terra. Stavo supplicando la Vergine santa, rifugio dei peccatori, di intercedere Lei, presso il Figlio suo Gesù, affinché nessuno si perdesse ma fosse donato a tutti il Paradiso, quando, con mia grande sorpresa, dal lato destro dell'altare, vidi apparire una luce grandissima. Rimasi confusa alla vista di quello splendore che abbagliava gli occhi! Credevo di sognare. Mentre stavo ancora guardando, una grande gioia, mi inondò l'anima. Vidi scendere dall'alto una bellissima Signora, di una bellezza che non trovo parole per esprimere.  

Era vestita tutta di bianco, coperta con un velo, anch’esso, bianco che scendeva fino ai piedi, tutto ornato d'oro. Ai fianchi aveva, come cintura, un nastro azzurro. Teneva la mano sinistra all'altezza del nastro, o meglio, poco sopra, ed in essa il cuore. Attorno ad esso, simile a un cerchio, c’era una corona di grosse spine, tre delle quali lo penetravano. Una spada trapassava il cuore dalla parte sinistra.  

Fui presa da timore: non credevo fosse un evento reale, ritenendo impossibile che la celeste Regina si degnasse di mostrarsi a me2[1], questo povero nulla, a questa povera idiota! Mentre pensavo queste cose, la vedevo scendere gli scalini dell'altare per avvicinarsi al banco nel quale ero in ginocchio. Vedendomi timorosa, incerta, mi disse sorridendo: 

-- Non temere, piccola mia, sono la tua Mamma, la Regina del cielo e della terra. Vengo a te per chiederti un favore: ho bisogno di te!  

Rimasi sbalordita. Tutta tremante chiesi: 

- Mamma, che cosa te ne puoi fare di questo piccolo e povero a nulla? 

- É proprio per questo che scelgo te, affinché tutti comprendano che ciò che avviene è solo opera mia, di tuo non c'è nulla. Anzi ti dico che se avessi trovato una più piccola di te, l'avrei preferita. Vedi queste spine che mi trafiggono il cuore? Sono i peccati di tanti miei figli che non mi amano e offendono il Signore. Vengo per richiamarli alla conversione, alla penitenza, e per dare loro il dono del mio cuore, affinché comprendano quanto io li ami, nonostante i loro peccati. Li aspetto per portarli al Cuore di Cristo e per consolare Gesù per i numerosi peccati che commettono tante sue creature. La sua misericordia è infinita. Egli aspetta con tenerezza che tutti tornino al suo cuore. Ha affidato al mio Cuore Immacolato la salvezza dell'umanità. Sono il rifugio dei peccatori. Venite, venite tutti al mio cuore e troverete la pace che tanto cercate! Dimmi, piccola mia, vuoi bene a Gesù?  

- Mamma, tu lo sai che gli voglio bene, ma che vorrei amarlo di più. É un tormento, per me, questa sete, vorrei amarlo come lo ami tu!  

- E alla tua Mamma vuoi bene, mi ami?  

- Mamma, perché me lo domandi? Tu mi vedi, mi conosci, sai tutto, lo sai che ti amo!  

- Sì, lo so che mi ami ed è per questo che ti chiedo se accetti di cooperare con me nel dare un dono d'amore a tutti i miei figli, i beniamini del mio cuore, che amo, e dai quali sono amata ma che sarà un richiamo anche per quelli che non mi amano! Il mio cuore li attende tutti per portarli a Gesù, al Padre.  

- In quel momento vidi, come in uno specchio, tutta la mia miseria, la mia povertà, i miei peccati, la condizione nella quale mi trovavo in seno alla mia Comunità…  

Mi guardò con tenerezza e mi disse:  

- So tutto, io ti ho sostenuta, non temere, le anime costano sangue. Non vuoi salvarle tutte?  

Un momento di silenzio, poi riprese:  

- Dunque sei disposta a cooperare con la tua Mamma per dare questo dono, come il mio cuore desidera, alle anime?  

Allora con un nodo alla gola risposi: 

- Mamma, nessuno mi crederà, rovinerò l'opera tua! Però, ecco, fa’ di me tutto quello che vuoi!  

- Grazie, non temere, ama tanto Gesù. Tornerò a dirti quello che aspetto da te. Ti benedico.  

E mi mise una mano sulla testa dicendo  

- Arrivederci!  

Lentamente si alzò da terra e scomparve. Rimase la luce ancora per breve tempo, poi sparì anch’essa. Rimasi sola. Non riuscivo a credere a me stessa, però sentivo tanta pace nel cuore, un bisogno di preghiera, di silenzio, di nascondimento, di scomparire agli occhi delle creature, di unione con Dio e con la Mamma.  

di Mons. Luigi Molinari