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domenica 23 novembre 2025

IL MISTERO DELLA NOSTRA INTIMITÀ CON DIO

 


“Dio ti cerca. Lasciati trovare”. 


Non è una delle nostre minori gioie, nella convivenza con le anime del nostro tempo, la constatazione di un appello misterioso udito da molte di esse, per entrare in una vita di preghiera autentica, sostenuta e vivificata da una vera fedeltà alle ispirazioni dello Spirito Santo.

Noi le incontriamo in tutti i mezzi. Esse si sentono come trascinate, rapite da una grazia, la cui natura non sempre sanno spiegare, ma le cui esigenze valutano poco a poco.

Queste anime cercano veramente Dio. Desiderano ardentemente trovarlo e vivere per lui. Visibilmente, il Signore lavora in loro.

Hanno percepito vagamente alcune volte, che non deludono la loro speranza. Vogliono corrisponderle con tutto l'amore di cui si sentono capaci.

Le riflessioni che presentiamo qui non mirano se non ad aiutarle a trovare Dio. Questo lavoro desidererebbe chiarirle sul cammino che hanno intrapreso, aiutarle a discernere la vera via che conduce al Signore, evitare che si perdano tra le difficoltà di un'impresa delicata che richiede un senso soprannaturale acuto e un veemente desiderio di stare con Dio.

Tale è il nostro proposito e il senso dei tentativi che iniziamo in queste righe.


Un "mistero" che può essere percepito solo dalla fede.


È un "mistero", in effetti - e uno dei più autentici - quello di vivere nell'intimità di Dio. È stato intenzionale che abbiamo scelto la parola "mistero"; nessun'altra può tradurre così pienamente ciò che si intende esprimere qui.

Un "mistero", cioè, una realtà segreta della quale non si intravede il valore se non poco a poco, man mano che si entra nella luce della fede per apprenderlo in tutta la sua ricchezza, per viverlo, soprattutto, perché esso non si rivelerà veramente se non a coloro che lo faranno entrare nella loro vita.

Questo vuole dire che nessuno può intraprendere questo cammino senza essere disposto a ciò con un'iniziazione appropriata.

Accade con il Signore lo stesso che con le persone che incontriamo nel nostro cammino: non entriamo di improvviso nell'intimità delle loro vite. È necessaria, molte volte, una lunga convivenza, avvicinamenti successivi, molta pazienza, accettazione rassegnata dei ritardi, delle freddezze, delle incomprensioni apparenti. Non è se non al termine di un'esperienza, molte volte dolorosa, che anime fatte per amarsi arrivano ad aprirsi e liberare alcuni dei segreti che portavano con sé e la cui possesso custodivano gelosamente. 

Quanti vivono fianco a fianco senza mai conoscersi veramente e senza scoprire l'intimità nascosta delle loro anime!


Sarà sufficiente visitare Dio con assiduità?


Visitare assiduamente Dio e vivere nella sua intimità sono due realtà ben differenti

È necessario essere convinti di questo. Non basta pregare vocalmente, cantare salmi, partecipare a un'azione liturgica per incontrare Dio.

Quanti si ingannano rotondamente su questo argomento.

È necessario dirlo: c'è una verità che non si pone forse abbastanza in evidenza nella nostra epoca, nella quale la rinnovazione liturgica si afferma ogni giorno di più.

Senza una vita di preghiera costante, senza una ricerca fervorosa di Dio attraverso la sua parola, tutta la celebrazione rischia di rimanere esterna alle anime e non arriva a creare altro che un automatismo più o meno consapevole. I più lucidi lo avvertono, ed è in questa percezione soprannaturale che si deve cercare la causa del ritorno, così commovente, alla preghiera silenziosa, alla assidua convivenza con Dio, alla ricerca della sua intimità.

Fare gesti religiosi, adempiere al rito del culto, mantenere atteggiamenti totalmente esterni di fede, questo non può essere sufficiente per incontrare Dio. È necessario superare questo comportamento, per quanto eccellente possa essere, per dargli un'anima, un impulso spirituale, una vitalità che può essere fornita solo da un'intimità vissuta con Dio. Questa funzionerà come il "brodo di cultura" dove i fermenti divini depositati dalla partecipazione liturgica, dallo studio sacro, dalla lettura della Sacra Scrittura e dalla riflessione personale potranno svilupparsi e espandersi. Se non si diventa consapevoli di questa verità, si rimane fuori dalla vera via di unione con Dio e si inganna se stessi.

Tutte le anime veramente soprannaturali lo sentono e cercano di approfondirsi nella religione con un'inquietudine che nulla può attenuare. Soffrono quando percepiscono un disequilibrio qualsiasi tra i gesti che compiono e il vuoto spirituale che li accompagna, come una mancanza di correttezza, di lealtà verso il Signore. Si tratta per loro di essere "veritiere" nella loro convivenza con Dio. Ora, tutto ciò che non procede dalla pienezza di una vita di intimità con lui sarà solo un'ipocrisia illusoria. Lo stesso accadrà nel caso dell'attività apostolica che ha le sue radici interamente nell'unione con Dio, da dove attinge la sua forza, il principio della sua generosità e la sua più eccellente fecondità.


Le dimensioni del "mistero"


È in questo "mistero" del nostro incontro con Dio che ci accingiamo a entrare. È necessario, a tal fine, molta umiltà, perché solo Lui può istruirci. A Lui spetta iniziarci in questa via, rivelarci tutte le ricchezze e spingerci verso di esse, attraverso l'invito segreto della grazia, affinché ci impegniamo senza riserve.

Su questo argomento del "mistero" stabiliremo quattro questioni:

1. Perché ci viene proposto questo "mistero" dell'intimità divina?

2. In cosa consiste l'intimità divina?

3. Per quali motivi non si realizza nelle nostre vite?

4. Come viverlo concretamente nella nostra vita quotidiana?

Man mano che la riflessione prosegue, scopriremo i molteplici aspetti di questa realtà così alta nella quale Dio, nella sua bontà, ci invita a entrare, perché è suo sogno che la viviamo. Così apprezzeremo meglio anche le sue incomparabili ricchezze.

L.- J. CALLENS, O. P.