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lunedì 22 aprile 2024

L'Immacolata manda il denaro in modo addirittura sorprendente

 


LETTERA 72   

A P. Alfonso Kolbe, Nieszawa S.l.G.C.  

Grodno 18 XII 1922  


Caro fratello!  

 Scusami della cartolina poco chiara che ti ho spedito ieri; il fatto è che dovevo scrivere a Poznari, ma mi sono sbagliato. Sicuramente il Rycerz è già arrivato; in caso contrario, scrivi subito un reclamo, così non ci sarà bisogno di francobolli.  

 «Iddio ti ricompensi per mezzo dell'Immacolata» per gli auguri; te li ricambio, soprattutto per quell'ultima parte.  

Sono stato assente da Grodno per due settimane, perciò c'è stata un po' di confusione. Aiutami con la penna come ti è possibile. L'Immacolata manda il denaro in modo addirittura sorprendente, tanto che, nonostante le numerose e ingenti spese, relative anche all'acquisto della macchina, sto più o meno in piedi. Ho comperato i caratteri (per 350.000 [marchi]) in contanti, mentre per la macchina il P. Provinciale [P. Luigi Karwacki] mi ha prestato 1.500.000 [marchi]1.  

Ti chiedo un ricordo nella s. Messa.  

Fr. Massimiliano  

  

Zdzislaw ha deciso di dire addio all'Ordine; del resto era soltanto terziario.  

 PS - Devo comperare ancora caratteri per circa 500.000 marchi.  

 Saluti cordiali al M. Rev.do P. Guardiano [P. Stanislao Czelusniak] e a P. Silvestro; e «Buone Feste».  

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(1) Si era in periodo di grande svalutazione del marco polacco. Come esempio si può riferire il fatto che una copia del RN nel gennaio 1923 costava 100 marchi, in giugno 500, in dicembre dello stesso anno ben 20.000 marchi! Con la riforma monetaria del 1 V 1924 attuata dal ministro Grabski, il marco polacco fu sostituito con lo zloty e fu stabilito il cambio seguente: 1 zl. per 1.800.000 marchi! In seguito ad una ulteriore svalutazione, provocata dalla crisi economica, generata a sua volta dalla riforma monetaria, ai primi mesi del 1926 la «Banca di Polonia» riuscì a fissare il cambio di 1 dollaro USA a 8,91 zl. - cf. Enciclopedia Italiana Treccani, XXVII, p. 748 alla voce Polonia.  


giovedì 18 aprile 2024

Gloria all'Immacolata per questa grazia ottenuta

 


LETTERA 71   

A P. Alfonso Kolbe, Nieszawa S.l.G.C.  

Grodno 17 XII 1922 1  


Caro fratello!  

 Questa volta non sono stato io ad effettuare la spedizione; per questo ci sono stati alcuni disguidi. Ti prego di inviare al più presto quei 100 esemplari a Varsavia a P. Rainerio.  

Durante il lavoro di spedizione sono corso a Leopoli e a Cracovia (passando anche da Varsavia) in cerca di una macchina tipografica. E finalmente la macchina è già acquistata; la stanno imballando a Cracovia, mentre i caratteri li ho portati con me da Varsavia. - Gloria all'Immacolata per questa grazia ottenuta in occasione della solennità dell'8 dicembre.  

Scrivi ora quanto ti viene in mente, mandamelo e io lo stamperò.  

Ti prego di mandarmi anche [l'articolo] per il Rycerz, secondo la promessa. Ti chiedo un ricordo nella s. Messa.  

Tuo F M. 1  

Massimiliano  

  

PS - Mi affretto, perché ho lavoro fin sopra i capelli.  

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(1) La data è stata stabilita sulla base del timbro postale e della lettera n. 72.  


mercoledì 13 marzo 2024

«Iddio ti ricompensi per mezzo dell'Immacolata»

 


LETTERA 68   

A P. Alfonso Kolbe, Nieszawa S.l.G.C.  

Cracovia 8 X 1922  

 

Caro fratello!  

 Ti scrivo una cartolina di edizione M.I. per non spendere troppo e per ricordarti e chiederti se non sia possibile spedirvi un buon numero delle nostre cartoline.  

 Le memorie sul nostro santo [P. Venanzio Katarzyniec] - e di esse il buon Dio ti ricompensi di cuore - sono state lette pubblicamente durante la ricreazione dei chierici, però non riesco a trovare la poesia a cui accenni all'inizio, senz'altro sta ancora a Nieszawa in attesa di compassione.  

 P. Gerardo è tornato da casa. Si trova con noi P. Bernardino Rizzi; è giunto pure Fr. Elia, mentre Fabiano si è recato ai Leopoli per il noviziato.  

 In tipografia1 ho pagato il 50% in più e mi hanno consolato dicendomi che in questo mese dovrò pagare almeno un altro 50% di più. 

Sono stato a Grodno per esaminare le possibilità tipografiche di quella città2. Forse acquisteremo una macchina da stampa.  

Tuo fratello  

Massimiliano M.  

 

Speriamo che quella poesia arrivi al più presto.  

 «Iddio ti ricompensi per mezzo dell'Immacolata» per gli auguri.  

Il libro in francese su Gemma Galgani l'ho comperato con i soldi che mi aveva dato il P. Guardiano3 precedente. Me lo ha portato Wacio. Domanda al P. Guardiano se avanza delle pretese su di esso.  

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(1) La tipografia Czas [Tempo] di Cracovia, dove furono stampati tutti i numeri del RN che uscirono a Cracovia (I-X 1922). - (2) P. Massimiliano si era recato a Grodno il 4 X 1922 in relazione alla decisione del P. Provinciale, P. Luigi Karwacki, di trasferire la sede del RN a Grodno. Il P. Provinciale così scrive negli atti della visita canonica (Acta Coadunatac. Prov., p. 235, Cracovia 25 IX 1922): «Durante la visita ho trasferito tutta la redazione, insieme con P. Massimiliano, al nostro convento di Grodno, dove avrà un locale più adatto, maggior disponibilità di tempo e maggior facilità con le tipografie; forse si riuscirà ad aprire in quel convento, in società con altri, una nostra tipografia: se riuscissimo ad averla, si potrebbe comporre da soli tutto il giornaletto e stamparvi le altre nostre cose. La stampa, infatti, nelle comuni tipografie, di fronte alle pretese enormemente esagerate dei compositori, sta diventando in questi tempi quasi impossibile». Ai primi di ottobre il Guardiano di Grodno, P. Tommaso Wilusz, si incontrò con il P. Provinciale e si giunse così alla decisione definitiva del trasferimento. - (3) Il superiore uscente di Nieszawa era P. Clemente Zylka; gli succedette P. Stanislao Czelusniak, Dopo il nome di Wacio (Wadaw Kubacki, proveniente da Nieszawa), P. Massimiliano aveva scritto: «da parte della signora Kamiriska», che poi ha cancellato.  

martedì 20 febbraio 2024

Il pastore protestante [Krenz] sta leggendo la biografia di Gemma Galgani. Preghiamo molto per lui, perché la sua conversione può attirare anche molti altri.

 


LETTERA 65  

A P. Alfonso Kolbe, Cracovia S.l.G.C.  

Nieszawa 18 X 1921 1 


Caro fratello!  

 Ringraziandoti per le notizie e per gli auguri, rispondo a quanto mi chiedi.  

1) Per le facoltà bisogna scrivere a Roma in due posti, cioè: a) Chiesa del Transito di s. Giuseppe - Porta Trionfale - Roma; e b) Suore del s. Cuore - Via Villini - Roma. Per la prima facoltà si accetta personalmente l'obbligo di celebrare una s. Messa all'anno nel giorno stabilito, che può essere precisato nella lettera, applicando «per i moribondi» (i particolari sono spiegati nel libretto di cui P. Giacinto e P. Maestro [P. Czeslaw Kellar] sono in possesso). Bisogna accludere 50 centesimi per la pagella d'iscrizione. Nel secondo luogo, invece, ci si iscrive alle «Vittime d'amore» e si recita, secondo la breve formula che si trova nella pagellina d'iscrizione, l'atto di accettazione di tutte le sofferenze che la vita ci offrirà con spirito di «vittima d'amore». Il foglietto di P. Giacinto o di P. Maestro spiegherà il resto. Con questo si ottengono le varie facoltà elencate sulla pagellina d'iscrizione.  

 2) Il pastore protestante [Krenz] sta leggendo la biografia di Gemma Galgani. Preghiamo molto per lui, perché la sua conversione può attirare anche molti altri.  

Attualmente si trova qui il Rev.mo P. Provinciale [P. Luigi Karwacki]. Probabilmente domani partirà per Toruri, per prendere visione del progetto della nostra chiesa. Il piano di restauro del convento di Nieszawa è già elaborato. La metà del tetto è già rinnovata e il lavoro procede senza sosta, anche se la spesa è rilevante.  

Dato che il Rev.mo P. Provinciale mi ha pregato di continuare ad occuparmi anche in seguito delle cause dei nostri religiosi morti in concetto di santità, dei Venerabili e Beati, anche se non di tutti e con tutto l'impegno necessario, a causa del mio stato di salute non ancora perfetto, perciò desidererei almeno portare a termine la piccola biografia di P. Venanzio. Per questo pregherei che qualcuno (forse Fr. Cristoforo, se ha fatto qualcosa a Kalwaria) mi faccia sapere con precisione che cosa hanno messo insieme in merito i chierici a Kalwaria, che cosa hanno trovato di ciò che riguarda il defunto P. Maestro, dove si trova il materiale e che cosa hanno fatto.  

 A P. Domenico un cordialissimo «Iddio lo ricompensi» per gli auguri. Come va la salute di Fr. Bonaventura? Può darsi che presto arrivi anch'io2.  

 M'ha scritto Franco, in risposta agli auguri per il suo onomastico.  

Ti chiedo una preghiera. Tuo fratello  

Fr. Massimiliano M. Kolbe  

 

Saluti ai Padri Giacinto, Domenico, Norberto, Samuele, Giorgio, Gerardo, a Fr. Bonaventura e ai chierici, soprattutto a quelli della M.I.  

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(1) Il giorno 18 X 1921 il P. Provinciale si recò in visita al convento di Nieszawa; la data della lettera è stata stabilita in base a tale indicazione. -(2) «Verso la fine di ottobre del 1921 ricevetti l'obbedienza per Cracovia e mi trasferii colà il 3 novembre. A Cracovia trovai che il gruppo dei laici della M.I. era in stato di abbandono, perché non c'era nessuno che se ne occupasse, ma in compenso, sotto la direzione di P. Bonaventura Podhorodecki, la vita della M.I. tra i chierici studenti si sviluppava con grande fervore. Rinacque l'idea di stampare una rivista, tanto più che a Nieszawa, durante la visita del P. Provinciale, si era parlato nuovamente della pubblicazione e perfino della tipografia» - articolo Garstka uispomniee o RN [Una manciata di ricordi sul RN]. L'idea di pubblicare una rivista mariana era stata appoggiata da P. Venanzio Katarzyniec, il quale, ancora il 3 VI 1920 aveva scritto a P. Massimiliano: «Mi sono rallegrato molto nel sapere che lei intende stampare una rivistina che sia l'organo della Milizia dell'Immacolata. Naturalmente do il mio appoggio con tutta l'anima [...]. Tuttavia, se il mio consiglio meriterà qualche attenzione, sono del parere che sia bene far uscire questo nostro periodico al più presto possibile». E in seguito: «Non ho ancora scritto l'introduzione per la rivistina della MJ., ma lo scriverò non appena mi sarò ristabilito in salute» - P. Alfonso Kolbe, Zebrane ulomki ziycia O. Wenantego Katarzynca franciszkanina, Niepokalanòw 1931, p. 101. Il progetto della rivista per il movimento della M.I. fu realizzato nel gennaio 1922 - cf. SK 67, nota 2; 989B, in data 11 VII 1923.  


domenica 28 gennaio 2024

Se tale è la Volontà di Dio

 


LETTERA 64

A P. Luigi Karwackì, Leopoli S.l.G.C.  

Nieszawa 16 VIII 1921  

 

 

Reverendissimo Padre Provinciale  

 Secondo il suo desiderio, espresso nella lettera del 12 VII, mi sono recato a Toruri per la causa del Servo di Dio Giovanni Lobdowczyk e ho potuto constatare che ivi è proprio del tutto dimenticato. Nessuno ha saputo dirmi qualcosa di lui: né il parroco della chiesa che un tempo  era dei nostri frati, né le religiose, né un altro parroco (che abita di fronte alle religiose). Quest'ultimo mi consigliò di rivolgermi al segretario della biblioteca della «Società scientifica». Purtroppo non lo abbiamo trovato in casa (mi accompagnava P. Alfonso) e le circostanze non ci hanno permesso di fare ulteriori ricerche.  

 Tornato in convento, ho trovato nel Manuale dei Novizi1 (L. Caratelli M[inistro] G[enerale]), al capitolo «Religiosi morti in fama di santità» nel secolo XIII, al n. 52: «B. Giovanni Loberdank di Thorn, prussiano; +9 ottobre 1264 a Culma, e quivi sepolto nella nostra chiesa, dai luterani poi profanata insieme al corpo del beato (Wadding)». Sicuramente si tratta di lui; dunque, secondo il Wadding2, è già beato ed era sepolto a Chelmno, dove i protestanti profanarono le sue spoglie e la chiesa. È mai possibile, dunque, che non si possa trovare qualche indizio di lui? La cassa del convento, nella previsione del restauro del tetto, non mi permette di fare ulteriori indagini a Chelmno in merito a questa causa.  

 In occasione della prima Messa di P. Alfonso - alla quale ho partecipato - al paese natale, visitai anche la tomba del Venerabile P. Raffaele Chyliriski ed ho constatato che anche lì non si fa nulla per la sua causa. Il P. Guardiano [P. Ferdinando Swierczyriski] dapprima mi disse che lui si occupava dei peccatori e non dei santi, ma poi, quando gli ho accennato che pensavo di stampare un foglietto con una piccola biografia del Servo di Dio, si mostrò sinceramente soddisfatto. Gli altri Padri e Fratelli accolsero volentieri l'idea di collaborare per raccogliere notizie di grazie ricevute per intercessione del Ven. P. Raffaele. Ho chiesto a P. Edoardo di raccogliere le testimonianze a questo riguardo con le firme di coloro che hanno assistito a tali fatti straordinari o ne hanno sentito parlare.  

Alla presente accludo la piccola biografia del Ven. P. Raffaele scritta da P. Alfonso, che ho fatto venire a Nieszawa per questo motivo, e chiedo il permesso di stamparla in un formato simile al volantino su Gemma [Galgani]. A Leopoli non c'è forse un ritratto migliore del Ven. P. Raffaele? Quanto alle spese di stampa, nella «Ksiçgarnia Powszechna» o nella «Drukarnia Diecezjalna» mi è stato detto che un foglietto stampato come quello di Gemma, con la tiratura di 20.000 copie verrebbe a costare un marco per ogni esemplare; in numero minore sarebbe più caro. Credo che 20.000 copie, con una opportuna pubblicità, si diffonderebbero presto. Si potrebbe anche far conoscere il Ven. P. Raffaele ai nostri polacchi d'America e di Romania e forse in altri paesi.  

Io sono del parere che per l'efficienza della diffusione della devozione ai nostri francescani conventuali polacchi sarebbe necessaria una «cassa della Postulazione», poiché in caso contrario la situazione finanziaria del convento ostacola, ritarda e paralizza l'attività; del resto non è possibile che un solo convento riesca a coprire le spese di lavoro per tutti i nostri Servi di Dio; secondo il menzionato Manuale, infatti, ce ne sono circa 25; considerando i gruppi [ad esempio, di martiri] come unità singole. Una fonte di entrate per la cassa potrebbero essere le relative pubblicazioni ed offerte dei fedeli; tale cassa potrebbe servire anche per coprire le spese di beatificazione e canonizzazione. Le casse attuali (ad esempio a Lagiewniki) sono inattive, perché nessuno si occupa seriamente di questo.  

 La cosa migliore, però, potrebbe essere che nella nostra Provincia fosse nominato uno dei Padri più anziani, esperto ed intraprendente, come formale «postulatore provinciale». Suo compito sarebbe di occuparsi con vero zelo di tutti i nostri Servi di Dio, di studiare accuratamente lo stato attuale di tutte le cause, conoscere le difficoltà e superarle, guidare tutta l'azione metodicamente, sistematicamente, saggiamente ed energicamente, all'occasione istituire il processo diocesano (can. 2038-2064), preparare un materiale critico e ben ordinato per il nostro postulatore a Roma, e - prendendo con vivo interesse le informazioni sullo stato e l'andamento della causa -incoraggiarlo [-> il postulatore di Roma] a «non differire le cause dei nostri». È evidente che gli italiani possono fare a meno del postulatore provinciale, poiché il postulatore generale (attualmente l'arcivescovo Jaquet) e il vicepostulatore (il P.M. Laner) si recano personalmente sul posto, esaminano i testimoni, preparano le biografie, ecc.; da noi, invece, non viene nessuno dei due, perché la strada è lunga e costosa. Per questo si può spiegare anche il fatto che attualmente è stata portata avanti solo la «conferma del culto» di un italiano (terziario dei tempi di s. Francesco3); la causa del P.M. Bonaventura Fasani4 (come mi disse il vicepostulatore) va avanti bene; la causa di una monaca5 (credo italiana), della quale il vicepostulatore ha scritto la biografia (per quanto mi ricordo) dà buone speranze, ecc., mentre le nostre cause aspettano misericordia.  

A volte sento dire che non ci sono i miracoli, ma forse soltanto perché noi non ci informiamo; mi è stato detto, per esempio, che a Lagiewniki i sacerdoti (probabilmente secolari) non diedero ascolto a una signora che si era presentata per deporre su una grazia ricevuta per intercessione del Ven. P. Raffaele. Dopo una dimostrazione simile, evidentemente gli altri si limitano a ringraziare privatamente Dio e il suo Servo. Del resto, i nostri non sono tanto conosciuti, perciò sono pochi anche quelli che li invocano.  

Evidentemente, questo postulatore dovrebbe tenere una fitta corrispondenza sia con i luoghi dove si trovano i sepolcri dei nostri Servi di Dio, come pure con il nostro postulatore a Roma e qualche volta recarvisi personalmente, il che comporta spese non piccole, per coprire le quali è proprio necessaria una particolare cassa della postulazione, del cui uso, come pure di tutta l'attività, egli renderebbe conto ogni anno al P. Provinciale, o ogni anno e mezzo al Capitolo o al Definitorio (oppure ogni 3 anni secondo la durata del suo incarico). - Le parole finali della piccola biografia messe tra parentesi prevedono la eventuale istituzione di una postulazione provinciale con sede stabile.  

 Forse queste sono utopie della fantasia di un giovane, ma mi pare che in questa maniera le cause dei nostri Servi di Dio procederebbero speditamente (se tale è la Volontà di Dio), e chissà quante autentiche vocazioni susciterebbe tra la gioventù polacca la fama delle loro virtù e della loro venerazione. Non potrebbe lei, Rev.mo P. Provinciale, se lo crede opportuno, parlare di questo problema durante il Capitolo?  

Chiedendo la serafica benedizione  

Fr. Massimiliano M. Kolbe  

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(1) LORENZO CARATELLI, Manuale dei Novizi e Professi Chierici e Laici Minori Conventuali sopra la Regola, le Costituzioni, le memorie e le funzioni dell'Ordine, coll'aggiunta del Catechismo di Roma e d'alcune preghiere, Roma 1897. Il titolo completo del capitolo è: Religiosi del nostro serafico Ordine morti con fama di santità, p. 203- 223. - (2) Luca Wadding, storico francescano (1588-1657). - (3) Si tratta, forse, del B. Lucchesio da Poggibonsi, primo terziario francescano. - (4) B. Francesco Antonio Fasani, sacerdote dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali, beatificato il 15 IV 1951. Il nome «Bonaventura», usato da P. Massimiliano, è un errore. - (5) La Serva di Dio Maria Satellico, clarissa del secolo XVIII - P. FRANCESCO LANER, La Venerabile Serva di Dio Maria Crocifissa Satellico monaca clarissa, Roma 1918.  


venerdì 5 gennaio 2024

Anche in questo si può ben notare la Provvidenza divina

 

LETTERA 63   

A P. Alfonso Kolbe, Cracovia S.l.G.C.  

Nieszawa 29 VI 1921  

 

 

Caro fratello!  

 Ho già inviato a Roma una lettera come dimostrazione che sono ancora vivo1.  

 Quanto alla richiesta per la celebrazione di una s. Messa, da parte di Fr. Lodovico Sobieski M.C. (non Sobuski), me l'aveva fatta lui stesso scrivendomi a Zakopane; ma siccome col passar dei mesi non avevo ricevuto «l'offerta della s. Messa», gli ho risposto che non l'avevo ancora celebrata, perché quel «regalo» (come mi aveva scritto in precedenza nella lettera) di certo era andato perduto da qualche parte; di conseguenza lo invitavo a reclamare presso l'ufficio postale. Così ora o il reclamo ha avuto il suo esito, oppure mi ha mandato per la seconda volta quei due dollari. Le intenzioni sono solo due (2). Ecco il testo della lettera di Fr. L. Sobieski: «Con il permesso e per la bontà del P. Rettore [P. Stefano Ignudi] le mando l'offerta per due (2) ss. Messe, perché siano celebrate, una per mio fratello defunto e la seconda per ottenere grazie particolari e per una buona riuscita, secondo l'intenzione dell'offerente». Anche in questo si può ben notare la Provvidenza divina: in questo modo ti è stato agevolato il viaggio in occasione della prima Messa solenne. Quanto a me, il P. Guardiano [P. Clemente Zylka] mi lascerà venire molto volentieri. Del resto c'è ancora tempo fino «alla metà delle vacanze», quindi potremo ancora prendere accordi per lettera e forse anch'io sarò completamente sfebbrato. Di questo passo raggiungerò in breve tempo le dimensioni di una botte e questo dovrebbe accelerare il completamento della cura.  

 Qualche giorno fa ti ho inviato una lettera con gli auguri per te e per gli altri «neo-sacerdoti»2; sicuramente il P. Maestro [P. Czesfaw Kellar] te l'avrà consegnata subito dopo l'ordinazione.  

Può darsi che Fr. Lodovico abbia inviato quelle due intenzioni in riconoscenza per essermi occupato della spedizione dei libri in polacco agli americani di origine polacca del nostro collegio. Infatti, in quella stessa lettera mi ringrazia, in base a quanto gli avevo fatto sapere, del mio interessamento presso un Padre, perché procurasse i libri e li spedisse (da Cracovia) dietro il consenso e il suggerimento del P. Guardiano [P. Mariano Sobolewski] che di questo mi aveva scritto a Zakopane. Nel frattempo, passando per Cracovia, ero venuto a sapere che non era stato fatto ancora nulla, perché la libreria non si assume la responsabilità per il recapito dei libri. Potresti occuparti un po' tu di questa cosa, se ti è possibile (dopo aver terminato l'anno scolastico) e informarti se, per esempio, le suore Nazaretane, che spesso vanno a Roma, possono recapitare questi libri; oppure si può tentare di spedirne uno e, se arriva, allora mandare anche gli altri in piccole quantità. Il P. Guardiano, come ho già detto, ha già dato il suo permesso. Si tratta di qualche buona predica in polacco e un po' di letteratura (Sienkiewicz, Mickiewicz, ecc.). Si accontentano anche di libri usati e pagano con dollarini (domandano subito la «ricevuta»). Fammi sapere se si può fare qualcosa in merito e, se lo sai, come sono arrivati quei due dollari (forse per posta).

Termino perché sta per finire il foglio e raccomando fervidamente me stesso e il mio giovane pastore protestante [Krenz] insieme con le sue pecorelle, il direttore della scuola e quegli altri poveretti che sono lontani dalla s. Chiesa. Prego di annoverarli tra i raccomandati della M.I.  

Tuo fratello  

Fr. Massimiliano M. Kolbe  

 

Dietro raccomandazione del Rev mo P. Provinciale [P. Luigi Karwacki], mi ha scritto il focolare M.I. di nuova fondazione dei nostri seminaristi di Leopoli. Varrebbe la pena mandare loro, quando si presenti una buona occasione (non per posta, perché si perderebbe) almeno una serie delle “Conferenze apologetiche» ed un po' di altri doppioni adatti [a loro].  

Cordiali saluti al M. Rev.do P. Maestro. Saluti cordiali alla mamma.  

 Se mi mandi ancora 3 o 4 immaginette, allora potrei darne una anche al mio giovane pastore.  

 Delle immagini, una l'ho mandata al P. Rettore a Roma e l'altra a Fr. L. Sobieski, che ha mandato i 2 dollarini.  

 Saluto cordialmente tutti i neo-sacerdoti, i membri della M.l. e gli altri chierici. - Si ricordino qualche volta pure di me nella preghiera ed anche del mio giovane pastore e di tutta la sua «combriccola».  

 Sono stato da don Helbich3 a Grabkòw presso Wlodawek: l'ho trovato logorato dalla persecuzione moscovita e dal lavoro. È stato molto contento.  

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(1) «Scrivi immediatamente a P. Massimiliano che... P. Ignudi, allarmato per la notizia della sua presunta morte, informa con un doloroso "proh dolor!", di aver perfino celebrato una s. Messa per la pace della sua anima. Informi, perciò, il suo P. Rettore sul suo stato di salute, perché si rallegri». Questa la raccomandazione che P. Mariano Sobolewski, Guardiano di Cracovia, aveva dato a P. Alfonso (lettera   di P. Alfonso a P. Massimiliano in data 24 VI 1921). Nel giugno 1921, non si sa come, giunse a Roma la notizia della morte di P. Massimiliano. È stato facile prestar fede alla falsa notizia, dato che molti sapevano del suo precario stato di salute. Il Rettore del collegio serafico internazionale, P. Stefano Ignudi, secondo l'uso, aveva fatto celebrare una s. Messa in suffragio di P. Massimiliano e sulla Cronaca del Collegio Serafico di S. Teodoro dei Frati Minori Conventuali, in data 14 VI 1921 scriveva di suo pugno il seguente necrologio, in lingua italiana: «Giugno 14 - Oggi è stata cantata Messa di Requie, in terzo, per l'anima di P. Massimiliano Raimondo Kolbe della provincia di Polonia, alunno di questo Collegio: morto per tisi il... Fu un angioletto, un santino, pieno di fervore e di zelo; uno degli alunni più osservanti, edificanti e anche negli studi uno dei migliori che abbia avuto questo Collegio. Quivi istituì fra i più volonterosi una associazione divota di preghiere per la conversione dei peccatori, specialmente dei nemici più infesti alla Chiesa, frammassoni, ecc., in onore dell'Immacolata, sotto il titolo: Militia Immaculatae Conceptionis B.M.V., che dura ancora. Laureato in Filosofia all'Università Gregoriana, in Teologia in questo Collegio 22 luglio 1919. Sacerdote il 28 aprile 1918. Lasciò il Collegio 23 luglio 1919». Nel posto vuoto (per la data della morte) P. Ignudi in seguito scrisse: «Non è morto! fu notizia falsa». - (2) Insieme con P. Alfonso Kolbe erano stati ordinati sacerdoti: P. Norberto Uljasz, P. Samuele Rosenbaiger, P. Gerardo Domka, P. Giorgio Wierdak, P. Domenico Bednarz. - (3) Don Adalberto Helbich era stato amico della famiglia Kolbe ancora negli anni 1907-1908: fu il primo parroco della parrocchia della B.V. Maria a Pabianice, eretta nel 1907.  


venerdì 1 dicembre 2023

L'Immacolata mi ha dato un po' di chiarezza di pensiero e tutto è andato liscio.

 

LETTERA 61   

Ai chierici militi di Cracovia S.l.G.C.  

Nieszawa 10 VI 1921  

 

 

Cari «Commilitones»,  

 Conformandomi al desiderio del Rev mo P. Provinciale [P. Luigi Karwacki], qui non mi occupo della causa della M.I., non organizzo nulla, anche se più di qualche volta mi viene una forte tentazione. Vicino vi è una scuola (con circa 400 bambini); nella cittadina, il «circolo della gioventù» (cattolica) è quasi inesistente e al presente riduce la propria attività ai soli balli; l'attività del Terz'Ordine è quasi spenta.  

Ma la cosa migliore è l'obbedienza. Agisco pertanto come un semplice membro della M.I. ed anche in questo limitatamente, per non ostacolare la cura. Venendo a Nieszawa, in treno, ho avuto occasione di parlare con diverse persone e chiarire le loro idee. Mentre mi recavo a Wlodawek (per chiedere la facoltà di confessare) nella carrozza mi sono trovato, tra l'altro, in compagnia di un ebreo (civile, senza le ciocche rituali di capelli), di una giovane ebrea (vestita elegantemente), di un protestante, di un cattolico del Caucaso e di altre persone. Ho indirizzato volutamente la conversazione su un tema religioso, senza però stancarmi troppo, perché lasciavo che discutessero tra di loro; mi limitavo unicamente ad intervenire là dove era necessario e a volte cercavo di chiarire nel modo migliore una cosa o l'altra. L'Immacolata mi ha dato un po' di chiarezza di pensiero e tutto è andato liscio. La giovane ebrea ha riconosciuto con facilità, contro i protestanti, che una fede soltanto può essere buona; quando si è parlato di cattivi cattolici, si è riconosciuto che un buon cattolico è migliore di un buon incredulo, ecc. Alla fine del viaggio, mentre si arrivava in stazione, ho preso la parola io e, per concludere la conversazione, son passato dalla legge di natura, dalla elezione di Israele e dal protestantesimo fino al cattolicesimo, dando pure delle brevi motivazioni; ho raccomandato infine la preghiera come mezzo per riconoscere la verità. Quando già stavo sul marciapiede, uno dei compagni di viaggio (il cattolico) mi ha riferito che, quando sono uscito dalla carrozza, l'ebreo (o il protestante) aveva esclamato:  

«Che saggio prete!». Può darsi che l'Immacolata abbia cominciato ad aprire una breccia nella loro anima. Raccomando perciò tutti i miei compagni di viaggio alle preghiere della M.I. (domando di collocarli tra i «raccomandati»).  

 Mi sono dilungato troppo, perciò ora cercherò di concludere rapidamente.  

 Anche qui, talvolta, riesco ad avvicinare alcune anime che evitano il confessionale, con qualche stratagemma. Del resto, Gesù stesso ha esortato: «Siate prudenti come i serpenti» [Mt 10,16]. L'Immacolata manda certe anime oneste, veri Militi, le quali, con un pizzico di furbizia ne conducono altre al confessionale. Una volta, una persona venne da me mentre stavo in confessionale e, indicandomene un'altra, mi disse: «Quella vorrebbe confessarsi, ma si vergogna». Evidentemente, poi, mi è bastato fare «benevolmente» un cenno con la mano, perché quella si avvicinasse ed incominciasse la confessione.  

 Ho fatto anche una visita al pastore protestante [Krenz] del luogo, con il pretesto di voler conoscere come si insegna nella sua università (a Dorpat), poiché «ogni università protestante ha un proprio orientamento». Sapevo che è piuttosto sostenuto (vorrebbe che fosse il sacerdote per primo a fargli l'inchino); mi sono presentato (come s. Paolo «cittadino romano» [cf. Atti 16,37; 22,25]) come professore di storia della Chiesa e gli ho detto che quest'anno desideravo commentare più ampiamente il protestantesimo, perciò volevo raccogliere fonti. - Lo spazio finisce, quindi debbo concludere. - 

In breve citai qualche passo della sacra Scrittura, e soprattutto: «Tu sei Pietro e su questa pietra ecc.» [Mt 16,18], che lo fece riflettere. Tant'è vero che uscì con questa espressione: «Può darsi pure che Cristo abbia voluto scegliere Pietro come capo visibile». Promise di venire da me in giardino, ma finora non si è fatto vedere. Perciò, pregate molto per lui e consideratelo tra i «raccomandati».  

Nel Padre san Francesco  

Fr. Massimiliano M. M.I. 


giovedì 16 novembre 2023

Potrebbe risvegliare chissà quante vocazioni assopite.

 


LETTERA 60   

A Fr. Alfonso Kolbe, Grodno S.l.G.C.  

Zakopane 19 IV 1921  

 

Caro fratello!  

Ho saputo da Cracovia, dal P. Maestro [P. Czesfaw Kellar], che P. Venanzio è morto1. Ritengo che tutti vedano in lui un religioso modello. Per questo non sarà fuori luogo raccogliere alcune testimonianze (documenti) e, se il Rev.mo P. Provinciale [P. Luigi Karwacki] lo permetterà, scrivere una sua biografia2, soprattutto per i laici, dato che talvolta essi hanno le più strane idee su quel che succede «dietro la porta di un convento» e non mancano coloro che pensano che, in pratica, i frati non osservano ciò che le loro regole prescrivono, perché è impossibile. Pertanto una breve biografia chiarirebbe molte idee e potrebbe risvegliare chissà quante vocazioni assopite. Quindi, ti pregherei, nei momenti liberi, di scrivere fatti concreti e parole, il più fedelmente possibile, del tuo defunto Maestro. Lo stesso facciano i suoi compagni P. Floriano e P. Cornelio. La presentazione dei fatti e delle parole può essere illustrata sotto diversi titoli, per esempio, riguardanti la fede, la speranza, l'amor di Dio e del prossimo, l'abnegazione di sé, l'obbedienza, l'umiltà, lo zelo nel compimento dei doveri, la sollecitudine per salvare e santificare le anime, la semplicità, la prudenza, la forza d'animo nelle avversità ecc., la mortificazione, la pazienza ecc. Tutto questo, però, senza trasgredire i tuoi doveri, nei momenti liberi.  

 Può darsi che fra poco io possa partire da Zakopane, perché il medico mi ha consigliato di trascorrere l'estate in campagna.  

Sempre tuo  


Fra Massimiliano  

Ricordati di me nelle tue preghiere. Saluti ai PP. Floriano e Cornelio.  

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(1) P. Venanzio Katarzyniec, maestro dei chierici novizi, morì di tubercolosi il 31 III 1921 a Kalwaria Padawska, all'età di 31 anno. È in corso il processo di beatificazione. - (2) P. Alfonso Kolbe scrisse una biografia di P. Venanzio Katarzyniec dal titolo Zebrane ulomki z zycia O. W enantego Katerzynca, franciszkanina, Niepokalanòw 1931. 

venerdì 27 ottobre 2023

Lasciamo tutto all'Immacolata. Qualche volta occorre pregare secondo questa intenzione, tuttavia lasciamo fare a Lei e a Lei sola tutto quello che vuole

 


LETTERA 59   

A Fr. Alfonso Kolbe, Grodno S.I.G.C.  

Zakopane 25 III 1921  


Caro fratello!  

 Ho ricevuto oggi la cartolina con gli auguri. Ricambio di cuore e che Dio ti ricompensi!  

 Mi riempie di gioia il fatto che tu ti stia avvicinando sempre più all'altare; non so se potrò essere presente alla tua ordinazione1, in quanto il medico mi ha consigliato di trascorrere l'estate in campagna e quindi di ritornare di nuovo a Zakopane. Poi finalmente mi dirà che cosa dovrò fare in seguito. Probabilmente dopo un breve soggiorno qui, potrò riprendere il lavoro. Per il momento la ferita ai polmoni non si è ancora cicatrizzata.  

 Il M. Rev.do P. Maestro [P. Czeslaw Kellar] mi ha scritto dello zelo di Fr. Bonaventura per la M.I.  

 Il Rev.mo P. Segretario Generale [P. Ernesto Franciosi] mi consigliava, quand'ero a Roma, di diffondere la M.I. tra i laici e di darmi da fare, in seguito, per ottenere l'approvazione e le indulgenze per mezzo dei vescovi. Dal momento che ora si sono sviluppate alcune associazioni protestanti (soprattutto la YMCA2 e la YWCA) gli ho scritto chiedendogli se non sia giunto il tempo di iniziare a Roma le pratiche a tale scopo. In merito a questo mi ha risposto di aver trattato la questione con il Rev.mo P. Generale [P. Domenico Tavani]; essi hanno concluso di fare il possibile, per il momento, di ottenere l'approvazione da parte dei vescovi; in seguito «si vedrà come procedere»: vale a dire, ci penserà il Rev.mo P. Generale. Lasciamo tutto all'Immacolata. Qualche volta occorre pregare secondo questa intenzione, tuttavia lasciamo fare a Lei e a Lei sola tutto quello che vuole, poiché la Milizia è «dell'Immacolata».  

Tuo fratello  

 P. Massimiliano M. Kolbe M.I.  

«Buone Feste» a P. Floriano e a P. Innocenzo.  

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(1) P. Alfonso Kolbe ricevette l'ordinazione sacerdotale il 29 VI 1921. - (2) La Y MCA (Young Men's Christian Association) è l'associazione della gioventù fondata a Londra nel 1884 da G. Williams; la YWCA (Young Women's Christian Association) è il ramo femminile di tale associazione. Ambedue hanno la medesima origine, il medesimo scopo e i medesimi metodi. La loro ideologia religiosa fu condannata dalla santa Sede con decreto del s. Officio del 5 XI 1920. 


giovedì 19 ottobre 2023

Ti chiedo una preghiera.

 


LETTERA 58   

A Maria Kolbe, Cracovia S.l.G.C.  

Zakopane 1 III 19211  

 

 

Cara mamma  

 Sabato mi sono incontrato con la Madre Superiora, sono entrato nell'asilo, ho preso la lettera, ma ho lasciato il pacchetto, perché dovevo proseguire e mi sentivo debole, poiché avevo avuto catarro e infiammazione alla gola con febbre fino a 40 gradi, ma solo per una sera, perché in seguito la febbre è scesa. Le suore del sacro Cuore2 usano molte attenzioni nei miei riguardi ed anche il medico si preoccupa parecchio, benché gratuitamente (come Burdygan). In salute fino a quel momento mi sembrava di andare sempre meglio, ma dopo quel catarro ho l'impressione di essere peggiorato un pochino.  

 Sono molto contento che tu, mamma, vada a trovare Franco3 e, dato che non so quando partirai, mando fin d'ora gli auguri per il tuo onomastico e la «Buona Pasqua» a te, a Franco e a tutta la famiglia. Il 25 marzo celebrerò la santa Messa per te, mamma, e secondo le tue intenzioni: sarà il migliore augurio.  

 Finisco perché la sera è già abbastanza inoltrata e il medico mi ha ordinato di andare a dormire presto.  

Grazie. a Dio che Edmondo4 è stato ritrovato.  

  Sicuramente tu, mamma, non avrai avuto la possibilità di leggere la biografia di Gemma Galgani dal titolo Glebie duszy 5, perché è già esaurita; inoltre il libretto su Gemma che ha la M.I. di Cracovia è solo per bambini. Io ho con me una biografia della Galgani in italiano: è un grosso volume di 563 pagine. È già la terza volta che la leggo e mi piace moltissimo; mi ha fatto più bene che un corso di esercizi spirituali.  

Ti chiedo una preghiera.  

Il figlio sempre affezionato  

Sac. Massimiliano M. Kolbe  

  

Puoi dire a Franco che le obiezioni contro la religione, di cui gli ho scritto, le voglio raccogliere da varie parti della Polonia, quindi anche dalle sue, comprese quelle che ha sentito nell'esercito per poi confutarle e, se piacerà a Dio, stamparle6.  

 Iddio ti ricompensi per il pacco; ma perché disturbarsi tanto? Se avrò bisogno di qualcosa, allora me lo daranno dal convento. Ma probabilmente si tratta di un «regalo» americano che è arrivato perfino a me. Che sia così, dunque! Ho raccomandato all'Immacolata anche suor Samuela.  

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(1) Nell'originale vi è l'indicazione «1920»: si tratta evidentemente, di un errore. - (2) Le «Serve del ss. Cuore di Gesù» chiamate comunemente Sercanki (difficilmente traducibile in italiano con un termine unico), sono state fondate nel 1894 dal vescovo di Cracovia Mons. Giuseppe Pelczar. - (3) FrancescoKolbe, congedato dalle legioni nel 1917, fu assunto come insegnante a Kraénik (lettera a P. Massimiliano in data 9 X 1919), dove rimase fino all'aprile 1925 (lettera allo stesso in data 17 IV 1925). - (4) Attualmente è difficile precisare di chi si tratta. Forse è un parente della famiglia Kolbe. - (5) Le profondità dell'anima - P. Massimiliano si serviva del volume di P. GERMANO DI S. STANISLAO, PASSIONISTA, Biografia della Serva di Dio Gemma Galgani Vergine Lucchese, edito a Roma. - (6) P. Massimiliano scrisse articoli su temi apologetici in RN. Di questi, poi, fu fatto un libro dal titolo: Ku swiatlu [Verso la luce], Niepokalanòw, prima edizione 1936; una seconda edizione apparve l'anno seguente con titolo diversoe- Dlaczego toierzç? [Perché credo?].  

domenica 8 ottobre 2023

Bisogna che le tribolazioni esterne ed interne, i fiaschi, la svogliatezza, la stanchezza, le derisioni, i rovesci e altre croci ci purifichino e ritemperino.

 


LETTERA 56   

A Fr. Paolo Moratti, Roma G.M.G.Fr.  

Zakopane 26 I 19211  

 

Carissimo Confratello  

 Non ripeto questo che già ho scritto nel foglio per il Fr. Girolamo perché la salute non me lo permette. Domandi dunque a lui e faccia sapere lui delle cose di M.I., che metto qua come risposta alla Sua lettera.  

 Io non posso dire niente di ufficiale, perché (come ho detto nel foglio al Fr. Girolamo) sono adesso, per la Volontà della nostra carissima e benignissima Mamma Immacolata, un semplice membro.  

 Riguardo dunque alla condizione del consenso del confessore posso comunicare soltanto il fatto che dai secolari in Polonia questa condizione non si esige. Neppure la mettevamo quando si trattava dei Padri.  

 Bisogna anche concedere che, stampata la pagella, tutti coloro che compiscono le condizioni ivi indicate appartengono alla M.I. Dunque strettamente parlando è la consacrazione alla Madonna Immacolata (anche con atto interno) secondo lo spirito di M.I. cioè come strumento incondizionato e totale in vita, morte ed eternità, come la Sua proprietà, che costituisce l'essenza di M.I. La Sua medaglia è il segno esterno della consacrazione e fonte di tante grazie da Essa promesse. È dunque una parte integrante, non però essenziale, così che se mancano le medaglie, si fa a meno, senza però troncare subito M.I.  

Anche l'inscrizione nel libro non figura come condizione, dunque strettamente parlando non è assolutamente necessario, ma però si deve fare per avere evidenza e comodo nel reggere l'associazione. La giaculatoria e in genere i mezzi non sono la condizione «sine qua non». Questo è finora; se poi nel concedere le indulgenze la Congregazione vorrà richiedere come condizione anche l'inscrizione o qualche altra cosa, p.e. la giaculatoria, allora chi non la osserverebbe non avrebbe parte nelle indulgenze.  

Dunque anche i Chierici come gli altri fedeli possono (dicendo strettamente) appartenere alla M.I. senza il consenso del Confessore, ma saranno allora incapaci di vincere le avversità, le contraddizioni e diverse burrasche alle quali ogni opera di Dio era stata esposta. Se si troveranno degli uomini del resto molto savii e santi, che però non saranno per loro i Superiori nel rispettivo foro (interno o esterno secondo i diversi atti) e questi uomini metteranno fuori le ragioni molto savie e sante in contrario così che loro si persuaderanno; di più se troveranno difficoltà in ogni passo e continui fiaschi, quando ci perderanno voglia per tutto questo, allora non potranno resistere. Ci ho io anche degli esempi. Perché dove potrebbero allora trovare l'appoggio? Sola certezza che non si appartiene alla M.I. per la propria volontà (volubile) e secondo la propria ragione (fallibile), ma secondo e per l'ubbidienza cieca, è un fondamento incrollabile. Tutte le obiezioni e avversità potranno affliggere, ma non mai rompere. Solo l'ubbidienza contraria potrà cambiarci, ma anche allora non diremo mai di aver sbagliato facendo prima «sì» e adesso «no», ma che prima era bene «sì» perché così voleva Iddio e la Mamma e adesso è buono «no» per questa stessa ragione. Siamo strumenti nella mano dell'Immacolata, Essa dunque deve chiamarci. E la certezza possiamo avere solamente nella santa ubbidienza. Perciò dico che senza questa condizione si può appartenere alla M.I., ma quelli che così appartengono non avranno tanta forza e pace quanto gli altri, che piuttosto entrano nel 3° grado di M.I. cioè in modo eroico.  

 Potrà dire al P. Rettore [P. Stefano Ignudi], che io mi misi a piantare la M.I. nei nostri collegii perché R.mo P. Generale [P. Domenico Tavani] privatamente ha detto a me quando ero a Roma di fondare M.I. (secondo il programma che benedisse) nei nostri Collegii (si parlava di tutto l'Ordine, perché in generale). Dunque io Gli comunico questo desiderio del R.mo P. Generale.  

Riguardo alla Confraternita di Parigi2, questa si limita soltanto alla preghiera, M.I. però benché la usi come l'arma principale, ugualmente si mette in azione con tutti i mezzi permessi dalle circostanze come p.e. da noi in Polonia: dunque approfondire la scienza della religione in sé e fra gli altri, libri, stampe, biblioteche, conferenze, discussioni, etc. I Chierici si preparano a questo per mezzo delle collocuzioni apologetico-religiose (in Noviziato da noi si tratta l'ascetica) e i Sacerdoti lavorano secondo la preparazione acquisita nel Chiericato.  

 Poi, noi ci consacriamo illimitatamente all'Immacolata e questo costituisce l'essenza di M.I.; nell'Associazione di Parigi questo non c'è. - Ogni nostra passione e l'azione, pensieri, parole, atti; vita morte eternità tutti noi siamo sempre la proprietà irrevocabile (che dolcezza) dell'Immacolata Regina del cielo e della terra. Dunque anche se non ci pensiamo (come piace a riflettere) Essa dirige ogni nostro atto e predispone tutte le circostanze, ripara le cadute e ci porta amorevolmente verso il cielo e per mezzo di noi si compiace di seminare buoni pensieri, affetti, esempi, di salvare le anime e ricondurle al buon Gesù. - C'è dunque una bella differenza.  

 Ma la Volontà della nostra Mamma è lo stesso che la Volontà di Dio? Senza dubbio, ma (se si può dirlo) c'è qualche distinzione cioè che la Mamma è lo strumento della Misericordia di Dio, non però della Giustizia. Il Buon Dio per non punirci ci diede la Mamma per poter restringere quanto più la Sua Giustizia.  

 Noi dunque, consacrandoci ad Essa, siamo anche, come Essa nella mano di Dio, così noi nella Sua immacolata mano gli strumenti della misericordia di Dio. L'ubbidienza è la Volontà di Dio, e per noi di Dio per mezzo dell'Immacolata cioè di Dio misericordioso.  

 Lasciamoci dunque guidare, siamo quieti, quieti, non pretendiamo di fare più di quello che vuole Essa, oppure più presto. Lasciamoci portare da Essa. Essa ci penserà a tutto, ci provvederà a tutti i nostri bisogni di anima e di corpo; ogni difficoltà, dispiacere diamo a Lei e confidiamo che ci penserà meglio di noi. Dunque pace, pace, molta pace nell'illimitata confidenza in Lei. Tutta M.I. non la abbiamo fatta noi e neppure noi la sappiamo o possiamo portare avanti. Se è la cosa della Mamma gli ostacoli la faranno più forte, se poi no, cada pure; perché deve impicciare? Se anche la Mamma non volesse che M.I. durasse più, ma si contentasse di quello che si è fatto finora, è Essa la nostra Signora, faccia come Le pare.  

Occupiamoci, ma non preoccupiamoci. Bisogna che le tribolazioni esterne ed interne, i fiaschi, la svogliatezza, la stanchezza, le derisioni, i rovesci e altre croci ci purifichino e ritemperino. Ci vuole molta pazienza anche con se stesso e perfino col buon Dio, che per amore ci prova.  

 Scrivete quanto più presto a fra Garleanu di queste cose che sono scritte in questa lettera e potrebbero servirgli specialmente che non si turbi, lasci tutto alla Mamma, perché noi tutti non facciamo da noi che rovinare. Io non gli scrivo perché ammalato e come vedete per francare una lettera ci vogliono 10 marchi. Salutatemelo tanto tanto.  

Preghi alla Mamma che anch'io mi converta. Aff.mo confratello  

Massimiliano M. Kolbe M.C. M.I.  

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Testo originale in lingua italiana.  

(1) Nell'originale vi è l'indicazione «1920»: si tratta, evidentemente, di un errore. Il probabile destinatario è stato identificato in base ad un confronto della presente con la lettera n. 55. - (2) Associazione della Medaglia Miracolosa. cf. SK 34.  


domenica 24 settembre 2023

Preghiamo, soffriamo e lavoriamo per amore di Gesù per le mani dell'Immacolata.

 


LETTERA 55  

A Fr. Girolamo Biasi, Roma Sia lodato Gesù Cristo!  

Zakopane 25 I 1921 


Carissimo fratello mio  

Scrivo poco, perché ammalato e ancora febbricitante. 

Continuo a stare nell'ospedale come cappellano e paziente insieme e dovrò stare qua fino al mese di maggio (se la cura andrà bene). Con tutto ciò mi trovo assai bene, perché la vita dei M.I. si riduce a farsi guidare dove, quando e come piace alla Mamma. L'ubbidienza, dunque la Mamma, mi mandò qua, allora che cosa posso desiderare di meglio?  

 Di M.I. non me ne occupo più; cioè: non la reggo, perché il P. Provinciale [P. Luigi Karwacki] mi ha detto di lasciare tutto, anche la direzione di M.I. ed attendere alla recuperazione della salute, dunque anche questo vuole la Mamma. Adesso le cose di M.I. in Polonia tiene nella mano il P.M. Ceslao Kellar, definitore della Provincia.  

Io mi riduco all'azione di un membro di M.I. ed anche questa moderatamente, non organizzo niente, soltanto prego e faccio pregare gli altri e parlo un po'; e così un impiegato governativo, che da molto tempo trascurava i SS. Sacramenti e che, ricevuto il libro apologetico da leggere, lo mise da parte e sfogliava soltanto certi romanzacci e diceva «io sono un eretico», «per me ci vogliono le prove chiare», raccomandato alla Mamma Immacolata che preghi il S. Cuore per mezzo della Gemma e ricevuto la medaglia miracolosa, contro ogni aspettazione, subito presa la medaglia si confessò. Alla Gemma ho promesso per questo la versione della Sua biografia in russo se questo signore si fosse confessato nello stesso giorno e così fu.  

 Non lontano di qua ci sta una casa di salute degli studenti di università colla fama della irreligione. L'Immacolata mi portò in mezzo a loto per mezzo d'una mia furberia, «sicut serpentes» [Mt.10,16], feci con loro una serie di discussioni apologetiche, ma libere, così che ciascuno poteva dire la sua sentenza. Il più accanito avversario, che convinto ha detto una volta: «la logica è un gioco di parole» ed un'altra: «io non posso credere» dopo fallita una prova colla filosofia di Schopenhauer ed un altro libro in mano, cedette alla grazia di Dio per mezzo dell'Immacolata, della quale ha ricevuto prima la «Medaglia miracolosa», e colla meraviglia dei colleghi disse pubblicamente che si voleva confessare - e subito lo fece. Mi ha scritto adesso (perché tornato in casa) raccomandandosi alla preghiera. Preghi anche Lei e faccia pregare per lui.  

 Nella stessa casa ho avuto la felicità di battezzare un giudeo (studente di università anche lui) e gli diedi gli ultimi Sacramenti (era molto grave). Un giorno dopo venne la sua madre con fratello e fecero un pandemonio ma era troppo tardi. Anche a lui diedi la medaglia. Per questo ho incitato un odio di quasi tutti gli accademici e quando una delle. accademiche pregava il medico di casa che chiami me (o piuttosto dopo che io sono stato già lì) disse lui che si può chiamare gli altri preti, ma questo no, perché lui è un... missionario. Che bel reato, è vero? Che felicità sarebbe morire per una tale colpa.  

 Quando i prigionieri bolscevichi stavano qua (erano 40) feci venire da Cracovia dei libri (in russo) apologetici dalla biblioteca di M.I. e imprestai a loro designando uno che doveva far da bibliotecario. Parecchi arrivarono alla persuasione che Gesù Cristo fondò una Chiesa e qualcuno si persuase che il capo di questa è il successore di S. Pietro, il Papa. Tutti accettarono le «Medaglie miracolose», anche due giudei che erano fra i soldati polacchi per la guardia presero le medaglie - adesso tutti partirono e dicevano i russi: «quando guarderemo questa medaglia ci ricorderemo che l'ha data un sacerdote» - preghiamo anche per loro e per questa povera e misera casa dei studenti di università che il S. Cuore, al quale era stata consacrata da  una signora [Edvige Bieniecka] che lì sta, regni anche in questo luogo. - Ho dato la Medaglia anche ad una giudea che promise di tenerla con onore; quando m'incontra, allora mi saluta con un profondo inchino. Oltre questo cerco di imprestare i libri agli irreligiosi, ed incitare al fervore i buoni, p.e. per mezzo dello «Specchietto delle gioie spirituali» o qualche buona parola. Ecco un po' di azione che la Mamma Immacolata si degna fare per me adesso.  

 Incontrati gli operai o gli altri, se è opportuno e conveniente e prudente mi fermo e si parla della insufficienza del socialismo, della irragionevolezza degli increduli e della felicità e verità nella pratica della religione e la fede.  

 Ecco un fascio di notizie, che Lei può comunicare anche al fra Paulo e a quelli che vogliono sapere come potrebbe lavorare uno M.I. anche senza organizzazioni.  

 Forse non ha ricevuto la mia cartolina 2 scritta 3 mesi fa da Zakopane [?]  

 Con P. Pal ci sto in relazione come con voialtri. Indirizzo: Colegiul Franciscan, Halaucesti Jud. Roman. Romania. Mi mandi: «J'irai la voir un jour» colla musica 3.  

 Avrei molto da scrivere ma non posso, perché se no la febbre andrà su. Preghiamo, soffriamo e lavoriamo per amore di Gesù per le mani dell'Immacolata. Fra poco - in paradiso.  

Suo aff.mo confratello  

Massimiliano M. Kolbe M.C. M.I.  


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Testo originale in lingua italiana.  

(1) Nell'originale vi è l'indicazione «1920»: si tratta, evidentemente di un errore. Il destinatario è indicato da una annotazione di P. Massimiliano - «per fr. Girolamo» - all'inizio della lettera. - (2) La cartolina non è stata conservata. - (3) In precedenza P. Massimiliano aveva già indirizzato una simile richiesta a P. Pal - cf. SK 46.  


mercoledì 30 agosto 2023

Ho sperimentato che solo la preghiera ottiene la grazia della conversione.

 


LETTERA 54

A Fr. Alfonso Kolbe, Grodno S.I.G.C.  

Zakopane 12 I 19211  

 

Caro fratello!  

 Mi scrivi che non riesci a organizzare nulla; senza dubbio contribuisci di più alla gloria di Dio e alla salvezza delle anime studiando secondo l'obbedienza, che operando miracoli di conversioni, ma contro la volontà di Dio. Comunque, devo dirti che anche a Zakopane, fra gli studenti universitari, hai fatto qualcosa; infatti, ho ritenuto opportuno leggere ad alcuni di loro la poesiola «Blogoslawieni»2 in risposta alle loro insinuazioni contro il clero.  

 Possiamo ringraziare l'Immacolata, poiché il più accanito avversario (non so se già te ne ho scritto) si è arreso alla grazia di Dio e, prima di partire da Zakopane, ha voluto confessarsi. Ho anche battezzato uno studente ebreo che stava ormai in punto di morte3: e il fatto ha provocato una scenata quando sono giunti la madre e il fratello, ma ormai tutto era compiuto. 

 Faresti una cosa lodevole se qualche volta tu volessi pregare il sacratissimo Cuore di Gesù, per mezzo dell'Immacolata, per la conversione di «tutti» gli studenti universitari che si trovano qui. Ho sperimentato che solo la preghiera ottiene la grazia della conversione.  

 Quanto alla mia salute, sono ancora febbricitante. Potresti accennare a P. Innocenzo dei miei progetti di fisica 4. In ogni caso, glieli manderò io stesso appena mi sarò ristabilito un poco (forse egli potrà preparare un modellino).  

 Prega sinceramente per la salvezza della mia anima e, se è per la maggior gloria di Dio, anche per quella del mio corpo (ma sempre sotto condizione).  

Tuo fratello  

Fr. Massimiliano  

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(1) Nell'originale vi è l'indicazione «1920»: si tratta, evidentemente, di un errore. - (2) G. SK 48, nota 1. - (3) Era uno studente di medicina di Tarnòw. - (4) Tra gli scritti di P. Massimiliano vi è un progetto per il volo interplanetario, dal titolo: Etereoplano ed altri apparecchi, che egli presentò a P. Giuseppe Gianfranceschi, professore della Gregoriana a Roma, il 22 XI 1918 (cf. SK 988 D, alla stessa data) e che alcuni giorni più tardi comunicò alla rivista milanese Scienza per tutti. Negli stessi anni P. Massimiliano abbozzò alcuni progetti per un telegrafo e un trattato di matematica (cf. SK 34, nota 2). 


mercoledì 23 agosto 2023

Alcune anime sono sinceramente alla ricerca della verità, poiché si sentono «infelici» senza la fede;

 


LETTERA 53  

A fr. Alfonso Kolbe, Grodno S.l.G.C.  

Zakopane 5 I 1921  


Caro fratello  

Questa volta ho ricevuto la lettera con la lista dei libri.  

Iddio ti ricompensi per l'ampio lavoro che hai svolto. L'ho già data agli universitari perché la esaminino; inoltre ho pensato di procurare loro i volumi più importanti e così trasformare un poco la loro biblioteca. Per le spese ci penserà il parroco di qui (amministratore [don Giovanni Tobolak]). Egli conosce certe contessine che forse si impegneranno a preparare qualche «strenna natalizia» per gli studenti ospiti di «Bratnia Pomoc» [Aiuto fraterno].  

 In tutta questa misera casa soltanto una universitaria di Wilno [Edvige Bieniecka] e una donna di servizio sono sinceramente praticanti (l'universitario che si è confessato è già partito). Questa paziente mi ha invitato nella sua stanza e mi ha mostrato qualcosa di insolito in «Bratnia Pomoc»: delle immagini sacre. Vicino al letto c'era un piccolo quadro di s. Antonio senza cornice, attaccato alla parete, e sopra la finestra si vedeva una bellissima immagine del sacro Cuore, dipinta su vetro e bene incorniciata. La signora mi raccontava che una sua amica, venuta a farle visita, era rimasta sconvolta per la situazione preoccupante di questa casa dal punto di vista religioso. Allora ha comperato quel quadro e... insieme hanno organizzato la cerimonia della intronizzazione [del s. Cuore] in quella casa. Da allora molte cose sono cambiate in meglio. Io ho cominciato a farvi delle capatine, un universitario si è confessato, un ebreo ha ricevuto il battesimo, alcune anime sono sinceramente alla ricerca della verità, poiché si sentono «infelici» senza la fede; infine, è imminente un cambiamento dell'amministrazione miscredente. Il medico del luogo, una volta, mi ha invitato nel suo studio e mi ha pregato, d'accordo con il direttore, di non frequentare più la casa di cura «Bratnia Pomoc». L'Immacolata mi ha dato un po' di energia e mi sono opposto, facendogli presente che anch'io sono un ospite come gli altri e son libero di entrare nelle ore di visita, e quindi non si possono fare eccezioni.  

Ti chiedo una preghiera per questi poveretti.  

Fr. Massimiliano M. Kolbe M.I.  


sabato 12 agosto 2023

La croce è scuola di amore.

 


LETTERA 51   

A Fr. Alfonso Kolbe, Cracovia S.l.G.C. 99  

Zakopane 27 X 1920  

 

Caro fratello!  

 Non ero ancora a conoscenza della composizione della presidenza della M.I. dei chierici ed anche del fatto che pure P. Floriano è membro della associazione. Comunque, nemmeno ora conosco i membri della M.I. dei chierici1. Del resto, non sono obbligato a tenermi informato su nessuna di queste novità.  

Dato che i romani hanno stampato 1e pagelline d'iscrizione in italiano, certamente queste saranno utili anche per i laici. Per i chierici, tanto qui come in Italia, è più difficile (quasi impossibile) agire fuori della propria cerchia, in mezzo ai laici. Questo apostolato è più consono ai sacerdoti. Perciò, mi sembra che in Italia, non tanto gli alunni del collegio quanto piuttosto due o tre sacerdoti della M.I. potrebbero agire più facilmente tra i laici. Senza dubbio, dopo le ordinazioni, dopo le prime destinazioni, potranno agire in maniera più considerevole quelli che a tale scopo si sono ben preparati durante il periodo del chiericato. Mi sembra che la stessa cosa avverrà anche da noi. Non c'è, quindi, da meravigliarsi se (come scrivi) non si riesce ad attirare qualcuno dal di fuori.  

 E poiché ciò non è la «condizione indispensabile per l'apostolato», non si possono incolpare i confratelli se non se ne occupano.  

 Il testo della benedizione del vescovo Teodorowicz è completo2. Può darsi, tuttavia, che quel foglio fosse accompagnato da una lettera (che don Adamo Bogdanowicz non mi ha mandato). Anch'io ho avuto la stessa impressione. 

 Quanto a me, sto sempre meglio, solo che le malattie polmonari sono sempre lunghe...  

 L'intelletto è al di sopra dei sensi e la fede al di sopra dell'intelletto, benché essa «sia un ossequio della ragione per ciò che riguarda l'evidenza esteriore, non già quella interna»3. E quanto meno l'intelletto vede la «evidenza interna» e tuttavia cammina ugualmente seguendo i dettami della fede, tanto maggiore è la gloria che rende a Dio, riconoscendo la sua infinita sapienza, bontà e potenza. La perfezione consiste nell'amore di Dio, nell'unione con Lui, nella nostra divinizzazione. L'amore si manifesta mediante l'attuazione della volontà di Dio, che a noi si rivela per mezzo della volontà dei superiori, qualora questa non sia apertamente e sicuramente contraria alla legge di Dio (in modo esplicito o implicito) - in realtà, esiste anche una subordinazione di leggi e di superiori. L'angelo custode disse a Gemma che la via più breve e più autentica per giungere al cielo è l'obbedienza4.  

Il rimettersi alla volontà di Dio e la sua attuazione, specialmente in ciò che è contrario ai sensi e persino ad un intelletto limitato e fallibile, infiamma sempre più l'amore verso Dio. La croce è scuola di amore.  

 Termino con l'augurio che l'Immacolata non risparmi le croci alla sua «Milizia» e a nessuno dei membri per causa di essa; solo così, infatti, si purificano le intenzioni, sicché non si aderisca ad essa né in essa si lavori per propria esibizione o per compiacenza interiore, ma unicamente per puro amore (come in «Blogoslawieni»5).  

 Con sforzo comune i membri procurino di conoscere bene le odierne correnti antireligiose, i fondamenti della fede, il socialismo, il bolscevismo, la massoneria, il protestantesimo, ecc. e imparino ad agire contro di essi.  

Ti chiedo una preghiera.  

Tuo fratello  

Fr. Massimiliano  

 

 Non capisco cosa voglia significare il termine «fantasie»6, però credo che la M.I. si debba mantenere su una strada difficile e dura, ma vantaggiosa, nello sforzo di conoscere gli errori, i pregiudizi antireligiosi - oggi così largamente disseminati - la loro natura, le conseguenze deleterie, i metodi di propaganda, i loro rappresentanti e nel modo di agire contro di essi, nel modo di salvare tante anime che si perdono; e non si trasformi in un'associazione letteraria o artistica, perché fallirebbe lo scopo. Il periodo del chiericato è breve e la materia da apprendere è abbondante, occorre quindi utilizzare bene il tempo.  

 Per esperienza personale so che non è lo stesso imparare qualche cosa per la scuola ed essere preparati ad esporre un problema in modo convincente ad ogni persona, di qualunque ceto sociale. Perciò, che Iddio non permetta che  un membro della M.I., trovandosi in qualsiasi luogo, in società o in treno, possa rispondere a qualche obiezione contro la religione solamente con una risposta superficiale, tale da indebolite la fede degli ascoltatori. E casi simili sono successi e proprio tra i sacerdoti.  

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(1) Essi erano: Fr. Bonaventura Podhorodecki (presidente), Fr. Alfonso Kolbe (segretario), Fr. Valentino Skurzak, Fr. Giuseppe Wyrostek, Fr. Giuliano Mirochna, Fr. Giustino Nazim e Fr. Cristoforo G6recki. - (2) P. Alfonso, nella lettera del 25 X 1920 a P. Massimiliano, scriveva: «Ho dimenticato di ricordarti che, della benedizione dell'arcivescovo Teodorowicz alla M.I., ci hai mandato soltanto la parte finale; quindi, forse per disattenzione, devi aver staccato l'inizio, credendo che fosse un foglio pulito. Se non lo avessi ancora usato, guarda - per favore - se non vi sia l'inizio di quella benedizione». - (3) Frase tradotta dal latino. - (4) P. GERMANO DI S. STANISLAO, PASSIONISTA, Biografia della Serva di Dio Gemma Galgani Vergine lucchese, VI ediz. Roma 1910, pp. 177-178. - (5) Cf. SK 48, nota 1. - (6) Nella lettera di Fr. Alfonso a P. Massimiliano in data 25 X 1920 si trova questo brano: «Durante queste ultime [riunioni straordinarie] oltre alle conferenze, alle declamazioni di propria composizione o di qualche poeta, di contenuto confacente alla solennità, e al canto, hanno o avranno luogo discorsi, dialoghi e perfino fantasie».