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lunedì 5 giugno 2023

SUGGESTIONE E TENTAZIONE DI GESU’ NEL DESERTO - 1

 


La suggestione nell'anima e nella mente


Questa volta siamo di fronte ad uno scontro ben diverso. Il “primo Adamo” fu sconfitto dall’ingannatore in brevissimo tempo perché non fece la volontà del Padre, il “secondo Adamo”, Gesù,  invece, pur uomo in tutto e per tutto, si comportò in ogni istante della sua vita esattamente come piacque al Padre, per questo risultò sempre vincitore.  

La prima domanda che ci poniamo è: perché Gesù fu tentato solo quando aveva circa trent’anni? E’ semplice: perché solo dopo il battesimo (scelta cosciente) e la conferma dello Spirito Santo (conferma divina), è “ufficialmente” davanti al mondo il “diletto Figlio di Dio in cui il Padre si compiace” [1] E' a questo punto che Satana si sente particolarmente minacciato: perché Gesù inizia la sua missione. 

- Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo [2]. 

Le prime volte che leggevo questo passo pensavo: “Ma perché nel deserto? Povero Gesù, fu messo nel luogo più sfavorevole! E fu condotto dallo stesso Spirito Santo! Come mai?”  In effetti questo è un ragionamento con una logica molto umana; la  verità invece è l’opposto: lo Spirito Santo, sapendo che Satana avrebbe comunque attaccato Gesù, scelse il tempo ed il  terreno migliore: il tempo migliore è dopo l'effusione dello Spirito Santo quando siamo ripieni dello Spirito; il luogo migliore è la solitudine e il silenzio. Il deserto in questo caso fu il miglior alleato che si potesse trovare. Qui non è Satana il soggetto, ma è l'oggetto della "provocazione" di Gesù. Gesù accettando di andare nel deserto prende l'iniziativa e "costringe", in un certo senso, Satana ad uscire allo scoperto. 

La prima prova di Gesù fu proprio l’ubbidienza. I vantaggi sono conseguenza della fede, ci sono sempre e arrivano sempre quando noi siamo docili allo Spirito di Dio. Egli non si mise a pensare per conto suo: “Ma come? Mi dici che sono il figlio diletto e poi mi mandi in un deserto? Che ci vado a fare là? Chi mi ascolta in un deserto? Non mi hai mandato per predicare e mostrare la verità?”  

Ricordate in Genesi? “Ma come? Dio vi ha impedito di mangiare i frutti?” Qui Gesù non dà nessun appiglio all’infiltrazione del dubbio come fece Eva; lo Spirito di Dio lo voleva condurre nel deserto? Bene, lui docilmente prende e ci va, senza obiezioni senza domande. Sapeva che ogni cosa concorre al bene di coloro che amano Dio [3]. Se Eva non si fosse messa a ragionare sul perché Dio aveva dato una disposizione "strana" probabilmente non avrebbe peccato. Non subito almeno. Evitiamo dunque di metterci a discutere e di resistere sempre allo Spirito di Dio come facevano quelli che uccisero Stefano [4]. 

Gesù è solo. E' eliminata ogni fonte di possibile distrazione. Non ci sono donne, non ci sono compagni, non c’è confusione, non ci sono colori sgargianti, non ci sono parole inutili. Questa volta Satana è di fronte ad Uno che, seguendo perfettamente la volontà di Dio, non è un ingenuo ma risulta essere perfettamente equipaggiato per la lotta spirituale.   

Prima di proseguire direi di fare una sosta su queste considerazioni: E' bene essere soli in certi casi. Si, nella coppia è bene pregare insieme ma ci possono essere dei momenti particolari in cui è anche bene stare davvero soli, anche se per breve tempo [5]. Allora se abbiamo fatto la nostra professione di fede dicendo “Signore in Te confido, guidami tu” e poi ci troviamo magari isolati in un periodo in cui non riusciamo a comunicare con nessuno e ci sentiamo quasi “costretti” ad un deserto di solitudine, non lo respingiamo [6]. Può essere lo Spirito Santo che conduce anche noi in disparte, secondo come è scritto: «Perciò, ecco, io l'attrarrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore [7] » E se ci conduce avrà qualcosa da dirci, lo fa per il nostro bene, perché è nel silenzio che possiamo udire la dolce voce di Dio che tanto ci rafforza e ci rassicura. 

di Renzo Rocca

lunedì 14 novembre 2022

Genesi 3:1-6 - SUGGESTIONE E TENTAZIONE DI EVA ED ADAMO NELL’EDEN - 3

 


La suggestione nell'anima e nella mente


Genesi 3:1-6 - SUGGESTIONE E TENTAZIONE  DI EVA ED ADAMO NELL’EDEN - 3 


La suggestione iniziale ha ormai fatto perdere alla donna ogni orientamento. Dall’ascolto della voce di Dio è passata tranquillamente all’ascolto della voce dell’ingannatore. Questi, approfittandone, con i suoi seducenti modi ha favorito e potenziato l’impurità nei pensieri di lei;  ha inoltre amplificato il suo desiderio, focalizzandolo proprio in ciò che era proibito.  

La donna a questo punto, proprio per effetto di questa suggestione che è di fatto una manipolazione psicologica, non ha più volontà propria; come se fosse ipnotizzata vede ciò che le viene fatto vedere e constata addirittura una cosa prima ancora di averla sperimentata: infatti come poteva sapere che il frutto dell’albero era “buono da mangiare” se non lo aveva ancora mangiato?  

Questa è una delle tante alterazioni della realtà. Oggi facciamo lo stesso di fronte al manipolatore di turno che forse non si serve di un albero ma di un televisore: gli crediamo in tutto, come fosse un dio; qualunque cosa dice gli crediamo, anche se non abbiamo comprovato un bel nulla. 

 

-" prese del frutto, ne mangiò" 

Dopo la manipolazione mentale ecco l’atto pratico; ma la trasgressione era successa già prima, nella sua mente plagiata, come ci dice Gesù:  Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.(Matt 5:28); "[…] Poiché dal cuore provengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, maldicenze. Queste sono le cose che contaminano l'uomo […]" (Matt 15:19- 20) 

Il cuore della donna era stato fuorviato e lei aveva accettato di buon grado quelle ipotesi estranee alla parola ed alla volontà di Dio.  

Quella, invece, sarebbe stata per lei l’unica difesa: il fidarsi di Dio! Pure se non capiva il senso della proibizione avrebbe dovuto fidarsi di Dio, invece aprì il cuore ad un estraneo, ad idee estranee. A quel punto essendo con la mente già nella trasgressione, come avrebbe potuto non trasgredire anche nelle azioni?  

-"e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò." 

Quando due persone vivono insieme viene spontaneo condividere tutto. Le comunità di tossicodipendenti sono piene di ragazzi e ragazze che si sono drogati solo per stare vicino o al loro ragazzo/a. 

Eva dunque, non solo trasgredì, ma offrì la sua disobbedienza anche al marito, il quale senza problemi l’accettò.  

Se l’ingannatore con la donna dovette fare un grosso lavoro di suggestione, con l’uomo invece non fece alcuna fatica: gli inviò la donna già “condizionata” e lui rinnegò subito Dio senza pensarci un momento.  

Ma come fu possibile che l’uomo acconsentisse così?  

Adamo è la figura più assente,  insignificante ed irritante del racconto. Non solo non si preoccupò di salvaguardare la donna che era parte di lui, ma addirittura “era con lei” in accordo con tutto quello che lei faceva o diceva. Non intervenne, non fece nulla, non disse nulla, prese quello che lei gli porgeva e lo mangiò. Diremmo oggi che Adamo si unì alla donna e si unì anche al peccato, cioè a quello (qualunque cosa sia) che la donna aveva assunto prima in se stessa.  

Unirsi a chi ha peccato equivale, davanti a Dio, commettere lo stesso peccato, come si comprende da questa frase:  1 cor 6:16 “Non sapete che chi si unisce alla prostituta è un corpo solo con lei? «Poiché», Dio dice, «i due diventeranno una sola carne»”. 

Conosco uomini che sono come leoni, ma vicini a una donna diventano agnellini privi di volontà; l’uomo davanti alla figura femminile perde la capacità di essere obiettivo. L’ingannatore, profondo conoscitore della natura umana, ha affascinato la donna ingannandola e poi attraverso lei è arrivato al cuore di lui. La suggestione di Adamo non fu dovuta direttamente al fascino dell’ingannatore, ma alla dipendenza passiva dalla donna, per lui sufficientemente suggestionante. Probabilmente avrebbe mangiato di tutto se offerto da lei con i modi adeguati. In un certo senso la donna agì come alleata dell’ingannatore. 

Abbiamo visto quanto sia stato importante, per la riuscita della tentazione in Eden, il complesso meccanismo della suggestione. L’ingannatore ebbe un successo pieno con i primi uomini perché riuscì a collocarli nel peccato; dunque secondo la legge (“se ne mangerai morrai”) era già condannato: doveva morire.  

Satana anche oggi è capace di elaborare piani complessi pur di far trovare gli uomini in trasgressione, in peccato, nei confronti di Dio. Questo perfido essere non ha bisogno di tentare le persone che fanno parte della mondanità, sono già “sue”; se la prende invece con noi credenti e soprattutto con chi potrebbe diventarlo e non ha ancora determinato in se stesso una scelta cosciente tale da resistergli.  Avete visto con che cura prepara i suoi piani? Osserva silenzioso, si apposta, studia i nostri caratteri, aspetta il momento a lui più favorevole ed ecco che ci presenta la sua realtà meravigliosa, ma che produce morte.  

Ovviamente ci sono infinite forme di seduzione e suggestione: pensate ai depressi gravi, ai perseguitati, a chi è stato abbandonato, a chi ha subito ingiurie, derisioni e violenze senza conoscere un minimo di giustizia o d'affetto... se queste persone non avessero la possibilità di rifugiarsi in Dio, vedrebbero al realtà con gli occhi dell’ingannatore, subendo la “suggestione della disperazione”; senza il Signore infatti sembrerebbe loro di constatare un futuro orribile senza speranza, impossibile da vivere, troppo insopportabile per il dolore. Sarebbero così sicuri ed affranti per questa falsità che vedrebbero la morte come servita su un piatto d’argento, come una soave liberazione dalla sofferenza. Ma ringraziamo Dio che per mezzo del Figlio Suo ha voluto e saputo salvarci, liberarci, guarirci e rimettere la verità al posto della suggestione.   

Lo vedremo meglio la volta prossima nella lotta che Gesù stesso ebbe direttamente con Satana. 

di Renzo Rocca

sabato 20 agosto 2022

Genesi 3:1-6 - SUGGESTIONE E TENTAZIONE DI EVA ED ADAMO NELL’EDEN -2

 


La suggestione nell'anima e nella mente


Genesi 3:1-6 - SUGGESTIONE E TENTAZIONE  DI EVA ED ADAMO NELL’EDEN -2

[Il serpente] disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?» 

L’approccio è composto da una frase che sembra incompleta; come fosse la conseguenza di qualcosa avvenuto o detto prima. Non sappiamo cosa stesse facendo la donna, se passeggiasse per il giardino, se si fosse soffermata verso qualche fiore o  frutto, se avesse avuto un moto di incertezza vicino l’albero proibito… fatto sta che l’ingannatore, senza presentarsi, entra subito in confidenza, come proseguendo i pensieri della donna a voce.  

Non possiamo sapere cosa pensasse la donna del comandamento di Dio, ma se ci fu in lei curiosità o una certa titubanza, l’ingannatore, acquattato chissà da quanto tempo, seppe coglierla al volo.   

L'ingannatore dunque ha la capacità di entrare nella nostra vita scegliendo il momento più a lui favorevole; lo sa fare in modo quasi naturale, senza preavviso, come una persona conosciuta da tempo, falsamente interessata a noi, facendosi passare per uno che sta dalla nostra parte, pronto a condividere a consigliare…  

Appena si presenta un dubbio nella nostra coscienza, un desiderio non permesso, o solo un momento di debolezza, lui è lì, prontissimo a lavorarci sopra, rigirandolo a tal punto che quel piccolo buchino diviene presto un’apertura irreparabile da cui può entrare ogni elemento estraneo, alieno.   

-Come mai..- sembra dire l’ingannatore, perfettamente intonato con la donna (oggi diremmo “avendo creato un buon feeling con lei”)  -..possibile che Dio vi abbia detto di non mangiare nessun albero del giardino? Ma dai, non è possibile, non mi dire… di nessun albero? Il nostro Dio! ma come! Avrai capito male, ti ha detto proprio così?”    

“ La donna rispose al serpente:..” 

Eccolo un altro grosso errore: la donna non solo ha a gito in autonomia senza consultarsi, ma risponde alla domanda, accetta il dialogo senza domandarsi minimamente su chi fosse realmente quello sconosciuto accettando in pratica lo scambio con lui.    

La domanda era ovviamente un amo da pesca per farla abboccare.  L’ingannatore in un certo senso “provoca” una risposta semplice ed apparentemente innocente: dice una cosa sbagliata (“non potete mangiare da nessun albero”) ed aspetta la correzione istintiva, che infatti abboccando all’amo, arriva subito: “Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto..”   

Mi sono sempre chiesto come mai non ci fu alcuna attenzione in Eva. Credo che la prima influenza, il primo condizionamento sia stato proprio il magnetismo di un essere affascinante ed importante che le parlava in amicizia di cose che riguardavano Dio. Parlare di Dio ad altri (sottintendendo il fatto di credere che Egli esista) ci fa sentire un po’ tutti come fratelli. Poi sentirne parlare da un essere così nuovo ed affascinante magari diventava piacevolmente amichevole e persino gratificante ed eccitante!   

Un certo ascendente doveva averlo questo essere ingannatore se lei gli diede subito ascolto. Quante volte ci lasciamo prendere dal “carisma” di una persona e subito ci fidiamo!    

Poi ci fu l’astuzia della domanda: un modo trasversale e contorto per poi arrivare dove voleva lui: una persona normale, senza prevenzione, tende sempre a rispondere quando le si chiede qualcosa; a maggior ragione se la domanda proviene da uno simpatico, cordiale, interessato a te… rispondi con dovizia di particolari. Quando rispondi infatti sei in una posizione importante davanti a chi ti ha fatto la domanda: lui ti ascolta; ti guarda, il riflettore è su di te… se poi è bello, suadente, dotato di “charme”, allora ci può essere anche un certo compiacimento..    

In realtà è solo il povero pesciolino che abboccando si conficca da solo l’amo nella bocca.  

La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"».   

Eccola qui la donna a rispondere all’astuto ingannatore; e lo fa non in maniera breve ma in una forma esauriente, persino eccessiva. Infatti aggiunge addirittura qualcosa che Dio non aveva detto: “..e non lo toccate…”  Oggi forse lo definiremmo un “lapsus freudiano”, una scivolata che rivela probabilmente anche un fuggevole desiderio che la donna ha avuto. Non credo che questa distrazione di Eva sia passata inosservata all’astuto ingannatore.    

L'ingannatore  a questo punto sa di aver raggiunto due obiettivi importanti: 

1)    La donna ha accettato la sua familiarità, accetta il dialogo e lo scambio di idee, si fida, si è aperta a lui. 

2)    La donna subisce il fascino suo e dell’albero ed ha probabilmente curiosità e desiderio di saperne di più, almeno “toccare un poco, appena-appena, in fondo che male c’è…" Segno che qualcosa la attrae.  

Per questo arriva immediatamente alla conclusione che ora può comunicare con lei in forma più decisa, rafforzando queste piccole seduzioni appena sussurrate e spingendosi anche oltre..  

4 Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male». 

Qui non c’è più uno che chiede, ma uno che “insegna”! E lo fa con decisione, spiegando verità a modo suo. I contenuti sono terribili. L’ingannatore sta in pratica dicendo che Dio è un bugiardo!  

L’ambiguità del furbo comunicatore/manipolatore è magistrale: non dice letteralmente “Dio è bugiardo” ma lo lascia indietro come per farlo acquisire senza ragionarci. Infatti appena proferita la menzogna (“non morirete affatto”), senza dare il tempo di riflettere su questa cosa terribile, aggiunge subito una specie di “rivelazione-teologico-filosofica” dai contenuti mezzi veri e mezzi falsi, che impegnano altrove le facoltà intellettive della donna, aprendole la fantasia sull’eternità e trasmettendole la sostanza principale del peccato, che è il voler innalzarsi, il voler essere come Dio.    

Le mezze verità si vedranno presto: è vero che “i loro occhi si apriranno” e che acquisteranno una parte di conoscenza, ma non certo per contemplarsi come Dio, bensì per contemplare a loro miseria di peccatori.  

Il desiderio di “essere come Dio” è la radice del male che il serpente cerca di trasmettere (e certo ci riuscì se oggi l’ambizione di essere qualcuno è diventata virtù).   

Questa insoddisfazione interiore, quasi ribellione, che porterà poi la donna alla trasgressione vera e propria è organizzata dall'ingannatore in maniera perfidamente geniale: egli usa una serie di "fascinazioni" che preparano il terreno ed avvolgono la donna privandola di raziocinio e di critica.   

All’inizio potremmo chiamarla la “suggestione dell’udito” quella che dapprima presenta la propria persona ingannatrice in un modo ed in una forma accattivante, affascinante, familiare, amichevole.  In seguito ecco che all’udito sui aggiunge la suggestione degli gli altri sensi: 

La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza…. 

di Renzo Rocca

domenica 20 febbraio 2022

Genesi 3:1-6 - SUGGESTIONE E TENTAZIONE DI EVA ED ADAMO NELL’EDEN -1

 


La suggestione nell'anima e nella mente


La suggestione è parte della tentazione[1]

“Tentare” deriva letteralmente da “toccare leggermente, con maggiore o minore forza per accertarne la consistenza” [2] per estensione: “mettere alla prova qualcuno per esaminarlo”. Se la tentazione è “l’azione e il fatto di tentare o venire tentati al peccato” [3],   allora la suggestione è ciò che permea e contorna tutto questo. Data la sua straordinaria forza evocativa e quasi ipnotica, una volta accettato l’inizio della suggestione è quasi impossibile poi sfuggire alla potenza trasfigurante di cui è composta. 

  

Genesi 3:1-6 

1 Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti. Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?» 2 La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; 3 ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"». 4 Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; 5 ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male». 6 La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò. 

  

Il serpente era il più astuto... 

Mai dimenticare le capacità dell’ingannatore! Anche se usa i suoi talenti in modo perverso egli era ed è:  furbo, perspicace, intuitivo, intelligente, ragionatore, trasformista, affascinante, "omicida fin dall'inizio"(Giov 8:44).  

Nell'Eden non dobbiamo dunque pensare al "serpente-animale" come è oggi: strisciante, sgradevole e repellente, ma piuttosto una un “dio-serpente” [4] dall’aspetto meraviglioso ed imponente (Lucifero= “portatore di luce”). Solo l'ubbidienza a Dio avrebbe potuto salvare i progenitori dalla pericolosità di questa creatura, non il loro giudizio personale. 

Quindi nell'Eden il serpente (o ciò che esso era realmente)  vede la sua preda: l’uomo e la donna.  

Li studia senza farsi vedere, valuta le loro caratteristiche, i punti deboli e i punti forti.  

Deve poter entrare in contatto con loro.  

Se avesse detto subito: “Ehi ragazzi! Avanti ribellatevi e disobbedite a Dio!” non avrebbe avuto successo; doveva prima entrare in contatto, acquisire familiarità e magari carpire la loro fiducia.  

Parlare ad entrambi era forse possibile, ma non utile: "due insieme” rappresentavano infatti una unità, cioè la completezza. Divisi erano “mezza unità”, ovvero vulnerabili; meglio dunque uno dei due. Ma chi? 

  

Esso disse alla donna… 

Il serpente sceglie la donna. Aveva capito che attraverso lei sarebbe stato semplicissimo arrivare a lui (lo vedremo più avanti). Una creatura in grado di accogliere “un seme” e produrre dei “figli”. Fisicamente più piccola, non sembrava un guerriero pronto alla lotta. Tra i due era la creatura meno diffidente, più intraprendente e più curiosa, più propensa ad accogliere e generare il prodotto di ciò che accoglie, meno pronta ai giudizi netti, forse più ingenua, comunque più capace di ragionevoli compromessi. Facile quindi attrarla e fare in modo che si trovasse da sola proprio nei pressi dell’albero proibito; ambiente poco conosciuto da lei ma molto familiare invece al serpente. 

  

Pensate a questo albero come volete, non entriamo in merito.  

Io per esempio me lo immagino come una porta nell’infinito, che in quel tempo doveva restare chiusa; una porta con una piccola finestrella da cui forse Eva poteva spiare qualcosa o sentire qualche voce o da cui poteva entrare di tutto attorno e “dentro” di lei. 

L’errore fu di Adamo che non vigilò su sua moglie o fu di Eva che si allontanò da lui? Non lo sappiamo, forse entrambe le cose.  

Pensiamo che Eva fosse comunque sola quando il serpente le parlò e questo agire per conto suo fu il primo errore grave della donna.  

Ma se anche Adamo, come vedremo, le fosse stato abbastanza vicino, lei commise lo stesso un errore di "autonomia", agì cioè come se fosse stata sola, decidendo cose importanti senza prima consultarsi con “la sua metà”. 

  

Riflessione: Noi siamo sempre uniti al nostro coniuge? L’unità dei due indica anche l’unità tra anima e Dio; allora quando vediamo, leggiamo, ascoltiamo, quando sperimentiamo, quando formuliamo della ipotesi, siamo certi di essere uniti a Dio? Se non lo siamo allora non proseguiamo, fermiamoci, torniamo indietro ed assicuriamoci prima della presenza del Signore. Senza di Lui non possiamo nulla. 

di Renzo Rocca