domenica 31 gennaio 2021

Il dramma della fine dei tempi

 


IV. L'impero dell'Anticristo, visione del profeta Daniele.

( Quarto articolo giugno 1885 )


I

Una notte il profeta Daniele ebbe una visione formidabile. Mentre i quattro venti del cielo combattevano in un vasto mare, vide quattro bestie mostruose sorgere dalle onde. Erano una leonessa, un orso, un leopardo a quattro teste e non so quale mostro di forza prodigiosa, con denti e unghie di ferro e dieci corone sulla fronte. Fu rivelato al profeta che queste quattro bestie selvagge significavano quattro imperi che sarebbero sorti successivamente sulle onde mutevoli dell'umanità.

Ora, mentre Daniele guardava con timore la quarta bestia, vide un piccolo corno spuntare dalle altre dieci, che ne abbatteva tre e diventava più grande di tutte le altre; e questo corno aveva gli occhi di un uomo e una bocca che diceva grandi cose; e faceva guerra ai santi dell'Altissimo e prevaleva su di loro.
Il profeta chiese il significato di questa strana visione. Gli fu detto che le dieci corna rappresentavano dieci re; che il piccolo corno era un re che alla fine avrebbe governato su tutta la terra con un potere inaudito. "Egli, gli fu detto, sputerà bestemmie contro Dio, e investirà i santi dell'Altissimo, e si crederà capace di cambiare le feste e le leggi, e i santi saranno lasciati in mano sua per un tempo, e due volte, e mezzo tempo.

II

Con questo re, tutti gli interpreti intendono l'Anticristo.
Qual è la bestia sulla quale questo corno dell'empietà esce al tempo stabilito?È la Rivoluzione, con la quale tutto il corpo degli empi, che obbediscono a un motore nascosto, si solleva contro Dio: la Rivoluzione, un potere allo stesso tempo satanico e bestiale, satanico in quanto animato da uno spirito infernale, bestiale in quanto dato a tutti gli istinti della natura degradata. Ha denti e unghie di ferro: perché forgia leggi dispotiche, con le quali fa a pezzi la libertà umana. Cerca di impadronirsi dei re e dei governi, che devono scendere a patti con essa. Quando l'Anticristo apparirà, avrà dieci re al suo servizio, come dieci corna sulla sua fronte.
L'Anticristo, ci dice Daniele, apparirà come un piccolo corno; cioè, i suoi inizi saranno oscuri. Non uscirà da una famiglia reale; sarà un Maometto, un Madhi, che si eleverà a poco a poco con l'audacia delle sue imposture, con la complicità totale del diavolo.
Infatti, il corno che lo rappresenta è molto diverso dagli altri. Ha occhi come gli occhi dell'uomo; perché il nuovo re è un veggente, un falso profeta. Ha una bocca che pronuncia grandi parole; perché si impone non meno con la brillantezza delle sue parole e la seduzione delle sue promesse che con la forza delle armi e l'astuzia della politica.
Il mondo intero avrà presto gli occhi puntati sull'imbidente, le cui gesta saranno celebrate dalle trombe di una stampa entusiasta. La sua popolarità metterà in ombra molti dei governanti apostati, che condivideranno poi l'impero della bestia rivoluzionaria. Questo sarà seguito da una lotta gigantesca, in cui, secondo Daniele, l'Anticristo abbatterà tre dei suoi rivali. In quel momento tutti i popoli, fanatizzati dai suoi prodigi e dalle sue vittorie, lo acclameranno come il salvatore dell'umanità. E gli altri non avranno altra scelta che sottomettersi a lui.
Una terribile crisi inizierà allora per la Chiesa di Dio. Perché il corno dell'empietà, quando avrà raggiunto l'apice della sua potenza, farà guerra ai santi e prevarrà contro di loro.


III

È probabile che, durante questo primo periodo, che può durare molti anni, l'uomo del peccato abbia un'aria di moderazione ipocrita.
Egli si presenterà agli ebrei come il Messia promesso, come il restauratore della legge di Mosè; cercherà di applicare a suo favore le misteriose profezie di Isaia ed Ezechiele; ricostruirà, secondo l'opinione di diversi Padri, il tempio di Gerusalemme. Gli ebrei, almeno in parte, abbagliati dai suoi falsi miracoli e dal suo insolente fasto, lo riceveranno, il falso Cristo; e metteranno a sua disposizione l'alta finanza, tutta la stampa e le logge massoniche del mondo intero.
È anche molto probabile che l'Anticristo tratterà con considerazione, per elevarsi, i partigiani delle false religioni. Si presenterà come pienamente rispettoso della libertà religiosa, una delle massime e una delle bugie della bestia rivoluzionaria. Dirà ai buddisti che lui stesso è un Buddha; dirà ai musulmani che Maometto è un grande profeta. Non è affatto impossibile che il mondo musulmano accetti il falso Messia degli ebrei come un nuovo Maometto.
Cosa sappiamo? Forse arriverà a dire, nella sua ipocrisia, e simile in questo a Erode suo precursore, che vuole adorare Gesù Cristo. Guai ai cristiani che sopporteranno senza indignazione che il loro adorabile Salvatore sia messo sullo stesso piano di Buddha e Maometto, e non so quale pantheon di falsi dei!
Tutti questi artifici, come le carezze del cavaliere che vuole salire sulla sua cavalcatura, conquisteranno insensibilmente il mondo per il nemico di Gesù Cristo; ma una volta che egli sarà ben seduto sulle striae, porterà a portare le briglie e gli speroni; e allora la tirannia più spaventosa peserà sull'umanità.

IV

San Paolo ci fa conoscere in un solo tratto di penna il carattere estremo di questa tirannia, la più odiosa che sia mai esistita e che mai esisterà.
L'uomo del peccato, dice, il figlio della perdizione, l'empio,
"affronterà e insorgerà contro chiunque si chiami Dio o abbia un carattere religioso, finché non invaderà il santuario di Dio e vi porrà il suo trono, mostrando di essere Dio" 14. "Non presterà attenzione agli dèi dei suoi padri, né al favorito delle sue mogli, né a nessun dio, perché si riterrà superiore a tutti" 15.
Così, quando l'Anticristo avrà sottomesso il mondo, quando avrà piazzato ovunque i suoi luogotenenti e le sue creature, quando potrà utilizzare a proprio vantaggio tutte le risorse di una centralizzazione portata al suo culmine, allora si toglierà la maschera, proclamerà che tutti i culti sono aboliti, si presenterà come unico Dio, e sotto le pene più tremende e infami cercherà di costringere tutti gli abitanti della terra ad adorare la propria divinità, ad esclusione di tutte le altre divinità.
Questo è ciò a cui la famosa libertà di culto, che è ora tanto predicata, arriverà; perché la promiscuità dell'errore richiede logicamente questa conclusione.
Mentre era sulla terra, l'adorabile Gesù, mite e umile di cuore, che era Dio, non si propose mai all'adorazione dei suoi apostoli; al contrario, arrivò a inginocchiarsi davanti a loro quando lavò loro i piedi. Ma l'Anticristo, un mostro di empietà e di orgoglio, sarà adorato dagli uomini, impazziti e sedotti; essi avranno scelto questo maestro, preferendolo al primo.
E non si pensi che la trappola sia ovvia! Non dimentichiamo, dice San Gregorio, che il mostro avrà il potere del diavolo di fare miracoli: e così, mentre all'inizio i miracoli erano dalla parte dei martiri, in quel momento sembreranno essere dalla parte dei carnefici. Ci sarà un abbaglio, una vertigine. Solo chi è veramente umile, radicato in Dio, si renderà conto dell'importanza e sfuggirà alla tentazione.
Ma dove l'Anticristo stabilirà il suo culto? San Paolo dice:
"nel tempio di Dio". Sant'Ireneo, quasi un contemporaneo degli Apostoli, è più preciso, e dice che nel tempio di Gerusalemme, che egli ricostruirà. Questo sarà il centro dell'orribile religione. San Giovanni, invece, ci fa sapere che l'immagine del mostro sarà proposta ovunque all'adorazione degli uomini 16.
Allora il buddismo, il maomettanismo, il protestantesimo, ecc. saranno soppressi e aboliti. Ma va da sé che il furore del mondo sarà diretto contro Nostro Signore e la Sua Chiesa. L'Anticristo farà cessare il culto pubblico; abolirà, dice Daniele, il sacrificio perpetuo. La Santa Messa non può più essere celebrata se non in grotte e luoghi nascosti. Le chiese profanate saranno profanate, e l'abominio della desolazione, cioè l'immagine dell'uomo mostruoso sugli altari del vero Dio, sarà posto davanti agli occhi di tutti. Nella rivoluzione francese ci fu una prova di tutto questo.
Qui si sentirà la mano di Dio. Accorcerà quei giorni di grande angoscia. Questa persecuzione, che scuoterebbe le stesse pupille del cielo, non durerà che un tempo, due volte e mezzo, cioè tre anni e mezzo.

PREGHIERA IN GINOCCHIO - Cristo in tutte le anime e nel mondo la pace.

 


In ginocchio davanti al tabernacolo che custodisce

quanto resta di amore e di unità,

vengo con i fiori del desiderio in modo che

me le cambi in frutti veri.

Cristo in tutte le anime e nel mondo la pace.



Gettate nelle vostre piante, le armi della guerra,

rossi fiori troncati da un desiderio di amare,

Facciamo dei mari e della terra come un immenso altare.

Cristo in tutte le anime e nel mondo la pace.



Come siete, mio Signore nella Custodia,

come la palma che allieta la sabbia,

vogliamo che al centro della vita

Regni sulle cose la tua ardente carità.

Cristo in tutte le anime e nel mondo la pace.



Come cervi assetati che vanno verso la fontana,

andiamo incontro a te sapendo che verrai;
quello che la cerca è perché già sulla fronte

Porta un bacio di pace.

Cristo in tutte le anime e nel mondo la pace.



Che nelle anime gemelle delle anime amiche,

si muovono tutte insieme nell'unico scopo,

come l'aria ha mosso le spighe

che hanno fatto questo Santo Pane

Cristo in tutte le anime e nel mondo la pace.



Cristo in tutte le anime e nel mondo la pace.

Cristo in tutte le anime e nel mondo la pace.

Cristo in tutte le anime e nel mondo la pace.

State vivendo tempi molto pericolosi in cui i cambiamenti arriveranno su di voi senza preavviso.

 


GIOVEDÌ 14 GENNAIO 2021

Se ti fidi di me

   Figli miei, state vivendo tempi molto pericolosi in cui i cambiamenti arriveranno su di voi senza preavviso. Se sei radicato nella Mia santa Parola, sarai in grado di stare in piedi, qualunque cosa accada. Sei radicato in Me, nella tua fede in Me? Riesci a resistere indipendentemente dalla persecuzione che arriva? Non importa cosa - o chi - ti prendono i malvagi?
                    Molti di voi temono la mancanza nei prossimi mesi. È vero che molti mancheranno, ma io sono il tuo Provider in ogni momento. Ricordati di chiamarmi quando ne hai bisogno. Ti fidi di Me per provvedere a te in tutte le circostanze?
   Se credi in Me, perché temi di non mangiare o di non avere vestiti da indossare? Se credi in Me, perché temi quello che sta arrivando?  
   Figli miei, man mano che i giorni si fanno sempre più bui, vedrete e sentirete molte cose che vi tenteranno a temere. Tieni gli occhi su di me e io ti darò pace.           
   So già cosa ti aspetta e ti ho al sicuro nel palmo della mia mano potente. Desidero che tu non abbia paura.


MERCOLEDÌ 13 GENNAIO 2021

Rendere gli errori giusti

    Questa è la stagione per correggere i torti, figli Miei. Questa è la stagione per risolvere le questioni in sospeso e fare i preparativi per lasciare il mondo. Desidero che tu faccia i tuoi preparativi ora. Non desidero che i Miei veri figli che camminano a stretto contatto con Me vedano il male a venire e molti di voi saranno chiamati a casa da Me prima di quel momento.
   C'è già molto male nel tuo mondo, ma sta arrivando molto peggio. Desidero che i miei figli non abbiano parte nel peccato e nella malvagità. Desidero che trascorriate molto tempo in preghiera e nella Mia santa Parola, e dicendo agli altri della Mia salvezza.
   Usate il tempo che vi resta con saggezza, figli Miei, affinché la vostra ricompensa in cielo sia molto grande.


MARTEDÌ 12 GENNAIO 2021

Migliora le tue relazioni

   Desidero che i miei figli vivano in pace con tutti gli uomini. Guarda le relazioni nella tua vita e vedi cosa puoi fare per migliorarle. Devi vivere in pace con tutti per essere un testimone efficace per Me.
   I miei figli sono spesso ciechi di fronte ai propri difetti in situazioni controverse e desidero che non sia così. Desidero che i Miei figli siano operatori di pace, che siano i primi a fare ammenda anche se la colpa non era loro, perché questo è lo spirito di un vero operatore di pace.
   Umiliatevi, figli, ed estendete i vostri sforzi per migliorare ogni relazione mentre siete ancora sulla terra. Che nei Miei figli non si trovino mai orgoglio, avidità o atteggiamento egoista.
   Il tuo giorno per lasciare la terra si avvicina rapidamente. Rendi giusto ciò che è sbagliato per quanto puoi. 


LUNEDÌ 11 GENNAIO 2021

Cuori oscuri

   Un tempo di molti tradimenti per i Miei figli è vicino. Dovete imparare a stare in guardia in ogni momento, figli Miei, perché molti cercano di ingannarvi in ​​questo momento.
   Ci sono molti vicini a chi pensi di essere per te, che si chiamano col Mio Nome che inizieranno a rivoltarsi contro di te ora mentre l'oscurità aumenta in grande misura. Attenti, figli miei, ai lupi travestiti da pecore. Il tuo discernimento ti dirà chi è di Me e chi no.
   Quelli che fingono di essere Miei i cui cuori sono oscuri ti saranno rivelati in questo momento. Fai attenzione e non fidarti di loro quando vedi l'oscurità in loro, perché quell'oscurità continua ad aumentare fino alla fine.

   Il pericolo aumenterà rapidamente per il Mio popolo ora mentre ti avvicini al tuo momento di lasciare la terra.

Glynda Lomax 

PROFEZIE - Santa Ildegarda di Bingen

 


Ildegarda di Bingen (Hildegard von Bingen) nacque il 16 settembre 1098 e morì il 17 settembre 1179, vicino a Bingen, in Germania.

Ildegarda era la decima figlia di Hildebert e Mathilde, nobili tedeschi.

Ben presto si appassionò alla religione e fu favorita dai fenomeni mistici.

Ildegarda affermerà di aver ricevuto le prime grazie dall'età di tre anni:

"Nel terzo anno della mia età ho visto una tale luce che la mia anima ne è stata commossa, ma a causa della mia infanzia non ho potuto dire nulla al riguardo."

All'età di otto anni entra nel convento benedettino di Disibodenberg.

Ha emesso i voti perpetui e ha ricevuto il velo monastico intorno all'età di quattordici o quindici anni.

Nel 1136, Ildegarda fu eletta badessa di Disibodenberg all'età di 38 anni.

All'età di 43 anni, iniziò a registrare le visioni che aveva avuto fin dall'infanzia, negli "Scivias" (dal latino: sci vias Dei "conosci le vie di Dio").

Nel 1147 fondò l'Abbazia di Rupertsberg.

L'approvazione di Papa Eugenio III incoraggiò Ildegarda a continuare la sua attività letteraria.

Completò lo Scivias, composto nel 1151. Scrisse il Liber vitae meritorum tra il 1158 e il 1163 e il Liber divinorum operum tra il 1163 e il 1174.

Nel 1165 fondò l'abbazia di Eibingen.

Ildegarda ha composto più di settanta canti liturgici, inni e sequenze.

Tutte le canzoni formano la raccolta Symphonia harmoniae celestium revelationum (Sinfonia dell'armonia delle rivelazioni celesti), che ha musicato.

Ha anche composto un dramma liturgico intitolato Ordo virtutum (Il gioco delle virtù), che presenta ottantadue melodie e descrive il tiro alla fune tra il diavolo e le virtù.

Per Ildegarda, la musica è una reminiscenza di questa scienza divina che l'uomo ha perso dopo la caduta, è uno dei pochi legami che ancora lo unisce alle realtà spirituali e lo distoglie dalla travolgente che potrebbe causare la sua cacciata dal paradiso celeste.

Consacrata dalle massime autorità dell'epoca, Ildegarda divenne un faro spirituale al quale si rivolgevano papi, cardinali, vescovi, re e laici.

Così è intervenuta nei più grandi conflitti religiosi e politici del suo tempo.

Intorno al 1155, Dio rivelò alla sua umile badessa una medicina alla portata di tutti: la Natura.

Santa Ildegarda riceve l'ispirazione divina, l'illuminazione da Scivias.

The Scivias è la prima delle tre opere scritte da Hildegarde che descrivono le sue visioni.

Ildegarda ha scritto diversi resoconti che descrivono il mondo terrestre raggruppati nel libro "Physica". Si trova anche modificato in più parti. In questo libro molto completo, descrive le proprietà medicinali di animali, piante, minerali ...

Felce ad esempio:

“La felce è piuttosto calda e secca. E contiene relativamente poco succo. Ma ha molte virtù analoghe al sole; anzi, allo stesso modo mette in fuga le fantastiche apparizioni, ed è per questo che gli spiriti maligni lo detestano. Nei luoghi in cui cresce, il diavolo esercita raramente i suoi incantesimi. (...)

E se alcune statuette sono pronte a ferire o uccidere una persona, indipendentemente dal fatto che abbiano una felce vicino, la statuetta non può più fargli del male. (…) Infatti, quando il diavolo, nel paradiso terrestre, ha attirato a sé l'uomo, ha ricevuto in ricordo un segno che deve rimanere in lui fino all'ultimo giorno.

E quando viene chiamato da un uomo per mezzo di certe formule (...) viene colpito il segno che è rimasto in lui. (…) Succede che un uomo riceva una benedizione attraverso questa immagine, in modo che sia utile per la sua prosperità e la sua salute. Ma è il male che viene provocato dall'odio e dall'invidia, ed è il male che si aggiunge al male. E la malvagità del diavolo vede ciò che è già accumulato nell'uomo, attacca costantemente l'uomo, e il male si unisce al male (…).

Per questo, quando una donna partorisce, è necessario circondarla di felce, è necessario metterne un po 'intorno al bambino, nella sua culla e il diavolo glielo porterà ancora meno, perché quando il diavolo guarda un bambino per la prima volta, lo odia e cerca di ferirlo. (...) "

Alcune piante fanno bene all'uomo come cibo, come il farro (da mangiare regolarmente secondo Ildegarda), il grano, la salvia, l'ortica ...

Altre piante non fanno né male né bene come la ninfea, l'erba di San Giovanni ...

E altri fanno male, come mirtilli, funghi, fragole (se crescono per terra e rimangono nell'umidità) ... In questo caso se l'uomo ha una buona vitalità le resiste, o altrimenti si ammala.

Lo stesso vale per gli animali. Si riferisce al manzo e all'agnello come due carni eccellenti per quello che mangiano.

Il maiale, da parte sua, è molto dannoso per l'uomo perché gli provoca "stati d'animo" (secrezioni), quindi devi avere una buona vitalità per sostenerlo perché non porta nulla di buono per l'uomo.

Descrive anche animali leggendari, come l'unicorno e il drago, e con loro un po 'della natura che è in paradiso.

Spiega come trattare disturbi o malattie, con questi elementi naturali, preparando intrugli, balsami, tisane ...

L'efficacia è reale, esiste un centro medico in Germania basato sulle cure consigliate da Hildegarde.

Può ricordarci la conoscenza medica degli antichi guaritori che abbiamo perso.

Descrive gli elementi aria, acqua, terra, poi metalli e pietre preziose.

"L'aria è un soffio che si insinua nella linfa di tutto ciò che cresce"

“Il diavolo detesta le pietre preziose, le detesta e le disprezza, perché ricorda che il loro splendore si manifestò in lui prima che cadesse dalla gloria che Dio gli aveva dato; e anche perché molte pietre preziose nascono dal fuoco, che è l'elemento della sua punizione. »

Per Ildegarda:

"L'acqua proviene dalla fonte viva ed è da questa fonte che sgorgano anche le acque che lavano via tutte le macchie".

Spiega che il mare è la principale fonte d'acqua, e quindi i fiumi nascono dal mare.Ogni fiume ha le sue proprietà a seconda della terra che attraversano.

Storia della nascita dei metalli di Ildegarda:

"Quando all'inizio lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque e l'acqua riempiva il mondo, e le acque rimasero senza fluire né provocarono un diluvio, lo Spirito le fece fluire con il suo soffio, e poi queste stesse acque penetrarono nella terra e consolidato, impedendogli di disintegrarsi.

E là dove la forza ignea che circola nell'acqua è penetrata nella terra in tutto e per tutto (…). "

Ildegarda ha anche dedicato la sua storia ad alberi, pesci e uccelli con la stessa analisi.

La sua visione dimostra una “solidarietà” tra tutte le forme, visibili o invisibili, degli esseri viventi. Il mondo che scrive in perpetuo movimento è più vicino alla fisica moderna che alle concezioni congelate del Medioevo.

In un momento in cui le energie spirituali stanno trascinando molte persone nella "New Age", Santa Ildegarda parla di forze invisibili con un'interpretazione cristiana e alla luce di Dio.

Era anche interessata alla malinconia (depressione), che vede nella storia umana come conseguenza del peccato originale:

"Nel momento in cui Adamo ha disobbedito all'ordine divino, in quel preciso momento, la malinconia si è coagulata nel suo sangue."

Adamo ed Eva di Zampieri (1625)

Santa Ildegarda morì nel 1179, all'età di 81 anni, nel monastero di Eibingen, da lei fondato.

Lo Spirito Santo non ha mai rivelato così tante luci alla stessa anima.

Il processo di canonizzazione di Santa Ildegarda è durato nel tempo, senza mai ottenere convalida.

Tuttavia, le persone la qualificarono rapidamente come una santa.

Il 10 maggio 2012, Papa Benedetto XVI ha esteso il culto liturgico di Santa Ildegarda alla Chiesa universale, in un processo noto come “canonizzazione equipollente”, o canonizzazione equivalente, poiché è stata oggetto di una devozione di lungo tempo.

Nel 2012 Benedetto XVI ha proclamato Dottore della Chiesa Ildegarda di Bingen, diventando così la quarta dottoressa della Chiesa dopo Caterina da Siena, Teresa d'Avila e Teresa di Lisieux.

Questo riconoscimento è il più alto nella Chiesa cattolica, affermando così la natura esemplare della vita ma anche degli scritti di Ildegarda come modello per tutti i cattolici.

C'è un film basato sulla sua vita “Vision” di Margarethe Von Trotta con Barbara Sukowa (2009).

Profezie

Le sue storie apocalittiche (nel senso letterale di svelare i fini finali) danno all'universo una visione sorprendente della modernità dove la scienza attuale può essere riconosciuta (creazione continua, energia nascosta nella materia).

"Il mondo non rimane mai in uno stato", ha scritto.

Ildegarda dice "Ogni volta che Dio propone di castigare l'umanità con le sue prevaricazioni, lo fa predire dagli uomini o manifestato dalle creature, in modo che non abbiano motivo di lamentarsi dei loro mali. "

Santa Ildegarda di Bingen che ricevette grandi luci profetiche, parla della catastrofe, che verrà a purificare l'umanità, che dopo una desolazione riceverà le consolazioni del Cielo.

"In quei giorni, gli imperatori romani (governanti d'Europa) vedranno la loro gloria offuscata al punto che, per un giusto castigo di Dio, il potere supremo si indebolirà gradualmente nelle loro mani fino a sfuggirgli completamente., A causa della loro incuria , tiepida, priva di carattere e moralmente in quanto inefficace per il bene pubblico.

Vorranno ancora essere considerati dalla gente; ma non cercando di renderlo felice, non riceveranno né onore né rispetto.

Da lì accadrà che i re ei capi di un gran numero di paesi fino ad allora soggetti all'Impero si distacceranno da esso e non si lasceranno più assoggettare ad esso.

E così andrà in pezzi.

Perché ogni nazione, ogni popolo sceglierà quindi un particolare sovrano, dicendo "che la grande estensione dell'Impero era diventata meno una gloria che un peso per i sudditi".

Tuttavia, prosegue il Santo, dopo questa condivisione senza ritorno della corona imperiale, la tiara apostolica subirà essa stessa una riduzione del suo potere secolare, e verrà il tempo in cui il Sommo Pontefice vedrà il suo potere temporale così ridotto rispetto al passato, che difficilmente gli sarà concesso di mantenere Roma e alcune zone dei dintorni. "

"Quando il timore di Dio sarà completamente messo da parte, scoppieranno guerre atroci e crudeli, folle di persone saranno sacrificate lì e molte città saranno trasformate in un mucchio di rovine.

Tanto l'uomo cancella la debolezza della donna con la sua forza e quanto il leone prevale sugli altri animali, tanti uomini, di impareggiabile ferocia, suscitati dalla giustizia divina, giocheranno con il resto dei loro simili.

Così è stato dall'inizio del mondo; il Signore consegnerà ai nostri nemici la verga di ferro destinata a vendicarlo crudelmente per le nostre iniquità.

Ma quando la società sarà finalmente completamente purificata da queste tribolazioni, gli uomini, stanchi di tanti orrori, torneranno pienamente alla pratica della rettitudine e cadranno fedelmente sotto le leggi della Chiesa, che ci rendono così graditi a Dio., Con la paura. del Signore.

La consolazione sostituirà allora la desolazione; proprio come la nuova legge è succeduta alla vecchia legge, così i giorni della guarigione faranno dimenticare con la loro prosperità l'angoscia della rovina: altrimenti, se l'incostanza e gli scandali del mondo continuassero impunemente, la verità sarebbe così oscurata, che le torri della Gerusalemme celeste sarebbero state scosse e le istituzioni della Chiesa sarebbero state calpestate, come se Dio non esistesse più per gli uomini ".

“Quando la società sarà stata finalmente completamente purificata dalle tribolazioni, gli uomini verranno sottoposti alle leggi della Chiesa.

In questo momento di rinnovamento, Giustizia e Pace saranno ristabilite con decreti così nuovi e così poco attesi che il popolo, deliziato dall'ammirazione, confesserà ad alta voce che nulla di simile si era visto fino ad allora.

Questa pace del mondo prima della fine dei tempi, rappresentata da quella che ha preceduto il primo avvento del Figlio di Dio, sarà tuttavia contenuta: l'avvicinarsi dell'ultimo giorno impedirà agli uomini di darsi pienamente alla gioia, ma si affretteranno per chiedere a Dio Onnipotente che li riempia di tutta la giustizia nella fede cattolica.

Gli ebrei si uniranno quindi ai cristiani e riconosceranno con gioia l'arrivo di Colui che fino ad allora avevano negato di venire in questo mondo.

Questa pace raggiungerà il suo culmine e porterà alla perfezione la pace simbolica che regnò al primo avvento del Figlio di Dio.

Allora sorgeranno, infatti, santi ammirevolmente rivestiti del dono della profezia, e vedremo una sovrabbondante fioritura di tutto il germe di giustizia nei figli e nelle figlie degli uomini, come è stato annunciato nel nome dell'Altissimo da il Profeta, suo servo, dicendo:

“In quei giorni il seme del Signore fiorirà in tutta la sua magnificenza e gloria; la terra vedrà avvenire la sublime perfezione e la gioia regnerà tra i figli d'Israele in possesso del loro Salvatore ". (Isaia IV, 2).

“In questi giorni di benedizione al seno di un'atmosfera dolcissima, le nuvole più dolci si riverseranno sulla terra.

Lo copriranno di verde e di frutta, perché gli uomini si dedicheranno poi a tutte le opere di giustizia, mentre nei giorni precedenti, così desolati dalle maniere effeminate del mondo, gli elementi, violati dai peccati degli uomini, saranno stati ridotta all'impotenza di produrre qualcosa di buono.

I principi competeranno con zelo con i loro popoli per far regnare ovunque la legge di Dio.

Proibiranno l'uso di armi da guerra, il ferro non sarà più usato per altri usi che per coltivare la terra e provvedere alle necessità della vita.

Chi lo usa altrimenti sarà punito con il ferro e messo al bando delle "nazioni".

Come le nuvole fertilizzeranno poi la terra con la loro dolce rugiada, così lo Spirito Santo si riverserà abbondantemente sui popoli, mediante la rugiada della sua grazia, conoscenza, saggezza e santità: tutto sarà così trasformato in uomini nuovi.

Vedremo allora un'estate spirituale che risponde all'influenza della virtù dall'Alto: tutte le cose saranno riportate alla verità.

Sacerdoti e religiosi, vergini e anime dedite unicamente a Dio, i vari ordini della società persevereranno sulla retta via della giustizia e del bene, senza più preoccuparsi dell'abbondanza e del superfluo della ricchezza, perché che, per grazia di Dio, il la vita spirituale salirà all'altezza dell'abbondanza dei beni della terra.

La verità apparirà senza ombre, la saggezza manifesterà i suoi tesori di gioia e virtù eroiche; tutti i fedeli vi vedranno come uno specchio di salvezza.

Allo stesso tempo i santi angeli, che l'infezione delle iniquità del mondo troppo spesso allontana dalla società degli uomini, verranno e si uniranno a loro familiarmente, affascinati come saranno da questo rinnovamento e dalla santità delle loro vite.

Questa gioia dei giusti che sono arrivati ​​come in vista della terra promessa e sostenuti dalla speranza di ricompense eterne, non sarà tuttavia perfetta, perché vedranno chiaramente che il giorno del giudizio sarà vicino.

Ebrei ed eretici non metteranno limiti al loro trasporto:

"Finalmente", grideranno, "è giunta l'ora della nostra giustificazione, i vincoli dell'errore sono caduti sotto i nostri piedi, abbiamo gettato lontano da noi il pesante e persistente fardello della prevaricazione".

“La folla dei fedeli sarà notevolmente accresciuta dalle ondate di pagani, portati via da tanto splendore e abbondanza.

Dopo il loro battesimo, si uniranno ai credenti nel proclamare Cristo come ai tempi degli Apostoli.

Rivolgendosi agli ebrei e agli eretici ancora induriti: "Ciò che chiami la tua gloria, diranno loro, diventerà la tua morte eterna, e colui che onori come tuo capo, perirà davanti ai tuoi occhi, in mezzo alle più spaventose e pericolose orrore per te.
In questo giorno, risponderai alla nostra chiamata, sotto i raggi di Maria, la stella del mare ".

Tuttavia, proprio in questi giorni, la giustizia e la pietà a volte avranno ancora i loro momenti di stanchezza e languore, ma per ritrovare presto la loro forza originaria.

L'iniquità a volte solleverà la testa, ma sarà di nuovo rovesciata; la guerra, la fame, la pestilenza, il flagello della morte eserciteranno ancora le loro devastazioni, ma poi svaniranno, senza gravare a lungo sul mondo, apparendo qua e là oggi, scomparendo domani.

La fedeltà alla legge di Dio, come abbiamo appena sentito, ci condurrà da soli a questi giorni di felicità incomparabile che l'intero universo desidera con tutti i suoi desideri, ma che troppe passioni sfrenate continuano a respingere da noi.

Portiamo la guerra sul terreno delle passioni, e tutta la pace è nostra ”.

Visioni di Ildegarda dell'Anticristo

“Mio Figlio è venuto al mondo dopo le prime cinque età, e quando il mondo si stava già avvicinando al declino.

Il figlio della perdizione, che regnerà per brevissimo tempo, verrà negli ultimi giorni.

Dopo aver trascorso una giovinezza licenziosa in mezzo a uomini molto perversi e in un deserto dove sarà stato condotto da un demone travestito da angelo di luce, la madre del figlio della perdizione lo concepirà e lo darà alla luce.

Il figlio della perdizione è questa bestia molto malvagia che metterà a morte coloro che si rifiutano di credere in lui, che si assocerà a re, principi, grandi e ricchi, che disprezzeranno l'umanità e ameranno solo l'orgoglio, che alla fine soggiogherà l'intero universo con mezzi diabolici.

Apparirà per agitare l'aria, per far scendere il fuoco dal cielo, per produrre fulmini, tuoni e grandine, per rovesciare le montagne, per prosciugare i fiumi, per spogliare la vegetazione degli alberi delle foreste e poi per restituirla loro .

Apparirà anche per far ammalare gli uomini, guarire i malati, scacciare i demoni e talvolta resuscitare i morti facendo muovere un cadavere come se fosse vivo.

Tuttavia, questo tipo di risurrezione non durerà mai più di un'ora in modo che la gloria di Dio non ne soffra.

Conquisterà molti popoli, dicendo loro:

"Puoi fare ciò che vuoi; rinunciare al digiuno, basta che mi ami, io che sono il tuo Dio. "

Porterà loro tesori e ricchezze e permetterà loro di dedicarsi a tutti i tipi di banchetti, come desiderano.

Li costringerà a praticare la circoncisione e diverse osservanze ebraiche, e dirà loro:

“Chi crede in me riceverà il perdono dei suoi peccati e vivrà con me per sempre. "

Rifiuterà il battesimo e il Vangelo e ridicolizzerà tutti i precetti che la Chiesa ha dato agli uomini da parte mia.

Quindi dirà ai suoi sostenitori:

"Colpiscimi con una spada e metti il ​​mio corpo in un sudario immacolato fino al giorno della mia risurrezione. "

In realtà si crederà che sia stato messo a morte e da parte sua fingerà di essere risorto.

Dopo di che comanderà ai suoi servitori di adorarlo.

Quando coloro che, per amore del mio nome, rifiutano di rendere questa adorazione sacrilega al figlio della perdizione, li ucciderà in mezzo ai più grandi tormenti.

Ma manderò i miei due testimoni, Enoc ed Elijah, che ho riservato per quel tempo.

La loro missione sarà combattere quest'uomo del male e riportare sulla via della verità coloro che ha sedotto.

Avranno la virtù di operare i miracoli più brillanti in tutti i luoghi in cui il figlio della perdizione avrà diffuso le sue cattive dottrine.

Tuttavia, permetterò a questo malvagio di ucciderli, ma darò loro in cielo la ricompensa delle loro fatiche.

Quando il figlio della perdizione avrà compiuto tutti i suoi disegni, radunerà i suoi credenti e dirà loro che vuole ascendere al cielo.

Nel momento stesso di questa salita, un fulmine lo abbatterà e lo ucciderà.

D'altra parte, la montagna dove sarà stabilito per operare la sua ascesa sarà immediatamente coperta da una nuvola che diffonderà una corruzione insopportabile e veramente infernale.

Il che, alla vista del suo cadavere in putrefazione, aprirà gli occhi a un gran numero di persone e le farà confessare il loro miserabile errore.

Dopo la triste sconfitta del figlio della perdizione, la moglie di mio Figlio, che è la Chiesa, risplenderà di una gloria senza pari e le vittime dell'errore si affretteranno a tornare all'ovile.

Quanto al sapere quale giorno dopo la caduta dell'Anticristo il mondo dovrà finire, l'uomo non dovrebbe cercare di conoscerlo, non potrebbe realizzarlo.

Il Padre ha tenuto il segreto per sé.

O uomini, preparatevi al giudizio! "

Fonti:

"Voci o segni profetici, apparenze e previsioni moderne", Abbé JM Curique, edizione Victor Palmé, 1872

"Sainte Hildegarde, 3 libri di visioni e rivelazioni", Edizione R. Chamonal, 1909, disponibile su livres-mystiques.com

"Physica, il libro delle sottigliezze delle creature", Hildegarde de Bingen, Atopia, 2011

"Hildegarde de Bingen, la coscienza ispirata al XII secolo", Régine Pernoud, a cura di LGF, Livre de Poche

"La vita di Santa Ildegarda di Bingen: e gli atti dell'indagine in vista della sua canonizzazione", Charles Munier, Les Editions du Cerf, 2000

"Hildegarde de Bingen, Chants et Lettres (scelta)", tradotto dal latino, presentato e annotato da L. Mouninier, in Voix de femmes au Moyen Age. Conoscenza, misticismo, poesia, amore, stregoneria XII-XV secolo, R. Laffont, 2006

RISPOSTA AD UN SACERDOTE

 

La Chiesa tra “l’emergenza pandemica” e l’agenda globalista? L’obbedienza ad un’autorità pervertita non può essere considerata doverosa, né moralmente buona, solo perché al Suo ritorno il Figlio dell’uomo tornerà a fare giustizia alla fine dei tempi  


RISPOSTA AD UN SACERDOTE


di


Carlo Maria Viganò



Reverendo e Caro Sacerdote di Cristo,

ho ricevuto la Sua lettera, nella quale Ella mi sottopone alcune gravi questioni sulla crisi dell’autorità nella Chiesa, crisi che va acuendosi in questi ultimi anni ed in particolare durante “l’emergenza pandemica”, in occasione della quale la gloria di Dio e la salvezza delle anime sono state messe da parte a vantaggio di una presunta salute del corpo. Se intendo rendere pubblica questa mia articolata risposta alla Sua lettera, è perché essa risponde ai numerosissimi fedeli e sacerdoti che mi scrivono da ogni dove, esponendomi interrogativi e tormenti di coscienza su queste stesse gravi questioni.

Il problema di un’autorità pervertita – ossia che non agisca nei limiti che le sono propri o che si sia data autonomamente un fine opposto a quello che la legittima – viene affrontato dalle Sacre Scritture per ricordarci che omnis potestas a Deo (Rom 13, 1) e che qui resistit potestati, Dei ordinationi resistit (ibidem., 2). E se San Paolo ci intima di obbedire all’autorità civile, a maggior ragione noi siamo tenuti ad obbedire all’autorità ecclesiastica, in ragione del primato che le questioni spirituali hanno su quelle temporali.

Ella osserva che non sta a noi giudicare l’autorità, perché il Figlio dell’uomo tornerà a fare giustizia alla fine dei tempi. Ma se dovessimo aspettare il giorno del Giudizio per vedere puniti i malvagi, a quale scopo la divina Maestà avrebbe costituito sulla terra un’autorità temporale e una spirituale? Non è forse loro compito, come vicari di Cristo Re e Sommo Sacerdote, reggere e governare i loro sudditi su questa terra, amministrando la giustizia e punendo i malvagi? Che senso avrebbero le leggi, se non vi fosse chi le fa rispettare, sanzionando chi le viola? Se l’arbitrio di chi è costituito in autorità non fosse punito da chi ha sopra di essi autorità, come potrebbero i sudditi – civili ed ecclesiastici – sperare di ottenere giustizia in terra?

Temo che la Sua obiezione, secondo la quale gli Ecclesiastici che rivestono una potestà loro derivante dall’autorità dell’ufficio ricoperto possano essere giudicati solo alla fine dei tempi, conduca da un lato al fatalismo e alla rassegnazione nei sudditi, e dall’altro costituisca una sorta di incoraggiamento ad abusare del proprio potere nei Superiori.

L’obbedienza ad un’autorità pervertita non può essere considerata doverosa, né moralmente buona, solo perché al Suo ritorno il Figlio dell’uomo tornerà a fare giustizia alla fine dei tempi. La Scrittura ci sprona ad essere sì obbedienti, moderando la nostra obbedienza con la pazienza e lo spirito di penitenza, ma non ci esorta assolutamente ad obbedire a ordini intrinsecamente malvagi, per il solo fatto che chi ce li imparte è costituito in autorità. Quell’autorità, infatti, proprio nel momento in cui viene esercitata contro lo scopo per cui essa sussiste, si priva della legittimazione che la giustifica e, pur non decadendo in sé, nondimeno richiede da parte dei sudditi un’adesione che dovrà essere di volta in volta vagliata e giudicata. 

Con la Rivoluzione, l’ordo christianus, che riconosceva l’Autorità costituita come proveniente da Dio, è stato rovesciato per far posto alle cosiddette democrazie in nome della laicità dello Stato e della sua separazione dalla Chiesa. Con il Concilio Vaticano II questa sovversione del principio di autorità si è insinuata nella Gerarchia stessa, facendo sì che quell’ordine voluto da Dio non solo fosse cancellato dalla società civile, ma addirittura venisse minato anche nella Chiesa. Ovviamente, quando l’opera di Dio viene manomessa e la Sua Autorità negata, il potere ne è irrimediabilmente compromesso e si creano i presupposti per la tirannide o per l’anarchia. Né la Chiesa fa eccezione, come possiamo dolorosamente constatare: il potere è spesso esercitato per punire i buoni e premiare i malvagi; le sanzioni canoniche servono quasi sempre per scomunicare chi rimane fedele al Vangelo; i Dicasteri e gli organi della Santa Sede assecondano l’errore e impediscono la propagazione della Verità. Lo stesso Bergoglio, che dovrebbe rappresentare in terra la più alta Autorità, usa del potere delle Sante Chiavi per assecondare l’agenda globalista e promuovere dottrine eterodosse, ben consapevole di quel Prima Sedes a nemine judicatur che gli permette di agire indisturbato.

Questa situazione è ovviamente anomala, perché nell’ordine stabilito da Dio a chi rappresenta l’autorità è dovuta obbedienza. Ma in questo mirabile kosmos Satana insinua il chaos, manomettendo l’elemento fragile e peccabile: l’uomo. Ella lo evidenzia bene nella Sua lettera, caro Sacerdote: «Ora, la cosa più diabolica che il nostro nemico è riuscito a compiere, è quella di usare proprio chi si presenta al mondo investito dell’autorità conferita da Gesù Cristo alla Sua Chiesa, per fare il male, e con questo: da un lato coinvolgere nel male alcuni dei buoni, dall’altro scandalizzare i buoni che se ne rendono conto», e contestualizza poi questa situazione nel caso attuale: «L’autorità di Gesù è stata usata abusivamente per giustificare e caldeggiare una terribile operazione, che viene presentata sotto il nome falso di vaccinazione».

Concordo con Lei circa le valutazioni di oggettiva immoralità del cosiddetto vaccino contro il Covid-19, in ragione dell’uso di materiale derivante da feti abortiti. Concordo parimenti sulla assoluta inadeguatezza – scientifica, oltreché filosofica e dottrinale – del documento promulgato dalla CDF, il cui Prefetto si limita ad eseguire supinamente più che discutibili ordini impartiti dall’alto: l’obbedienza dei reprobi è emblematica, in questi frangenti, perché sa ignorare con disinvoltura l’autorità di Dio e della Chiesa, in nome di un asservimento cortigiano all’autoritarismo del superiore immediato.

Vorrei nondimeno precisare che il documento della Santa Sede è particolarmente insidioso non solo per l’aver esso analizzato solo un aspetto remoto, per così dire, della composizione del farmaco (a prescindere dalla liceità morale di un azione che non perde di gravità col passare del tempo); ma per aver deliberatamente ignorato che per “rinfrescare” il materiale fetale originale occorre periodicamente aggiungervi nuovi feti, ricavati da aborti al terzo mese provocati ad hoc, e che i tessuti devono essere prelevati da creature ancora vive, a cuore palpitante. Data l’importanza della materia e la denuncia della comunità scientifica cattolica, l’omissione di un elemento integrante per la produzione del vaccino in un pronunciamento ufficiale conferma, nell’ipotesi più generosa, una scandalosa incompetenza e, in quella più realistica, la deliberata volontà di spacciare per moralmente accettabili dei vaccini prodotti con aborti provocati. Questa sorta di sacrificio umano, nella sua forma più abbietta e cruenta, viene quindi considerato trascurabile da un Dicastero della Santa Sede in nome della nuova religione sanitaria, della quale Bergoglio è strenuo sostenitore.

Mi trovo d’accordo con Lei sull’omissione delle valutazioni inerenti la manipolazione genetica indotta da alcuni vaccini che agiscono a livello cellulare, con scopi che le case farmaceutiche non osano confessare, ma che la comunità scientifica ha ampiamente denunciato e di cui non si conoscono ancora le conseguenze a lungo termine. Ma la CDF evita scrupolosamente di esprimersi anche sulla moralità della sperimentazione sull’uomo, ammessa dagli stessi produttori dei vaccini, i quali si riservano di fornire i dati su questa sperimentazione di massa solo tra qualche anno, quando sarà possibile comprendere se il farmaco è efficace e a prezzo di quali effetti secondari permanenti. Così come la CDF tace sulla moralità di speculare vergognosamente su un prodotto che viene presentato come unico presidio contro un virus influenzale che ancora non è stato isolato ma solo sequenziato. In assenza dell’isolamento virale, non è scientificamente possibile produrre l’antigene del vaccino, per cui l’intera operazione del Covid si mostra – chi non sia accecato da pregiudizio o da malafede – in tutta la sua criminale falsità e intrinseca immoralità. Una falsità confermata non solo dall’enfasi quasi religiosa con la quale è presentato il ruolo salvifico del cosiddetto vaccino, ma anche dall’ostinato rifiuto delle autorità sanitarie mondiali a riconoscere la validità, l’efficacia e il costo contenuto delle cure esistenti, dal plasma iperimmune all’idrossiclorochina e all’ivermectina, dall’assunzione di vitamina C e D per aumentare le difese immunitarie alla cura tempestiva dei primi sintomi. Non dimentichiamo che, se vi sono persone anziane o debilitate nella salute che sono morti con il Covid, ciò avviene perché l’OMS ha prescritto ai medici di base di non curare i sintomi, indicando per i soggetti con complicanze una cura ospedaliera assolutamente inadeguata e dannosa. Anche su questi aspetti la Santa Sede tace, complice evidente di una congiura contro Dio e contro l’uomo.

Torniamo ora all’autorità. Ella scrive: «Pertanto chi si trova di fronte a persone investite dall’Autorità di Gesù che agiscono evidentemente all’opposto del Suo mandato, si trova nella condizione di domandarsi se possa o meno obbedire alla loro Autorità, quando in situazioni terribili come questa, chi esercita l’autorità in nome di Gesù va palesemente contro i Suoi Mandati». La risposta ci viene dalla dottrina cattolica, che all’autorità dei Prelati e a quella suprema del Papa pone chiarissimi limiti di azione. In questo caso mi pare sia evidente che non è competenza della Santa Sede esprimere valutazioni che, per il modo in cui sono esposte e analizzate e per le palesi omissioni in cui incorrono, non possono rientrare minimamente nell’alveo determinato dal Magistero. Il problema, a ben vedere, è logico e filosofico, ancor prima che teologico o morale, perché i termini della quæstio sono incompleti ed erronei, e quindi erronea e incompleta ne sarà la risposta.

Ciò non toglie nulla alla gravità del comportamento della CDF, ma allo stesso tempo è proprio nell’uscire dai limiti propri all’autorità ecclesiastica che si conferma il principio generale della dottrina, e con esso anche l’infallibilità che il Signore garantisce al Suo Vicario quando egli intende insegnare una verità relativa alla Fede o alla Morale come Supremo Pastore della Chiesa. Se non vi è una verità da insegnare; se questa verità non ha a che vedere con la Fede e la Morale; se chi promulga questo insegnamento non intende farlo con l’Autorità Apostolica; se l’intenzione di trasmettere questa dottrina ai fedeli come verità da tenersi e credersi non è esplicita, l’assistenza del Paraclito non è garantita, e l’autorità che la promulga può essere – e in certi casi deve essere – ignorata. Ai fedeli è quindi possibile resistere all’esercizio illegittimo di un’autorità legittima, all’esercizio di un’autorità illegittima o all’esercizio illegittimo di un’autorità illegittima.

Non mi trovo pertanto d’accordo con Lei quando Ella afferma: «Se l’infedeltà tocca tale autorità, solo Dio può intervenire. Anche perché anche nei confronti di autorità di grado inferiore diventa poi difficile ricorrere sperando di avere giustizia». Il Signore può intervenire positivamente nel corso degli eventi, manifestando in modo prodigioso la Sua volontà o anche solo abbreviando i giorni dei malvagi. Ma l’infedeltà di chi è costituito in autorità, pur non essendo essa giudicabile dai sudditi, non per questo è meno colpevole, né può pretendere obbedienza a ordini illegittimi o immorali. Una cosa infatti è l’effetto che essa ha sui soggetti, un’altra il giudizio circa il suo modo di agire e un’altra ancora la punizione che essa può meritare. Così, se non sta ai sudditi mettere a morte il Papa per eresia (nonostante la pena di morte sia considerata da san Tommaso d’Aquino commisurata al crimine di chi corrompe la Fede), possiamo nondimeno riconoscere un Papa come eretico, e in quanto tale rifiutarci, caso per caso, di prestargli l’obbedienza cui altrimenti avrebbe diritto. Non lo giudichiamo, perché non abbiamo l’autorità di farlo; ma lo riconosciamo per quello che è, aspettando che la Provvidenza susciti chi possa pronunciarsi definitivamente e autorevolmente.

Ecco perché, quando Ella afferma che «non sono i sottoposti a quei malvagi che hanno l’autorità per ribellarsi e rovesciarli dal loro posto», occorre distinguere anzitutto che tipo di autorità sia in questione, e in secondo luogo quale sia l’ordine impartito e quale il danno che l’eventuale obbedienza comporterebbe. San Tommaso considera la resistenza al tiranno e il regicidio come moralmente leciti, in certi casi; così com’è lecita e doverosa la disobbedienza all’autorità dei Prelati che abusano del proprio potere contro il fine intrinseco del potere stesso.

Nella Sua lettera, Ella identifica nella ribellione all’autorità il marchio dell’ideologia comunista. Ma la Rivoluzione, di cui il Comunismo è un’espressione, intende rovesciare i sovrani non in quanto eventualmente corrotti o tirannici, ma in quanto gerarchicamente inseriti in un kosmos che è essenzialmente cattolico, e quindi antitetico al marxismo.

Se non fosse possibile opporsi ad un tiranno, avrebbero peccato i Cristeros, che si ribellarono con le armi al dittatore massone che in Messico perseguitava i suoi cittadini abusando della propria autorità. Avrebbero peccato i Vandeani, i Sanfedisti, gli Insorgenti: vittime di un potere rivoluzionario, pervertito e pervertitore, dinanzi al quale la ribellione non solo è lecita, ma anche doverosa. Furono vittime del potere anche i Cattolici che, nel corso della Storia, si trovarono a doversi ribellare ai loro Prelati, ad esempio i fedeli che in Inghilterra dovettero resistere ai loro Vescovi diventati eretici con lo scisma anglicano, o quanti in Germania si videro costretti a rifiutare obbedienza ai Presuli che avevano abbracciato l’eresia luterana. L’autorità di questi Pastori diventati lupi era infatti nulla, poiché orientata alla distruzione della Fede anziché alla sua difesa, contro il Papato anziché in comunione con esso. Giustamente Ella aggiunge: «Allora i poveri fedeli, di fronte ai loro pastori che si macchiano di tali crimini, e in modo così svergognato, rimangono sbigottiti. Come posso io seguire in nome di Gesù qualcuno che invece opera ciò che Gesù non vuole?»

Eppure poco oltre leggo queste Sue parole: «Chi nega la loro Autorità, in realtà nega la Autorità di chi li ha costituiti. E chi vuole negare la Autorità di chi li ha costituiti deve anche negare la loro autorità. Chi invece resta sottomesso alla autorità dei ministri costituiti in autorità da Gesù, pur non rendendosi complice dei loro errori, obbedisce alla Autorità di Gesù, che li ha costituiti». Questa proposizione è chiaramente erronea, poiché legando indissolubilmente l’autorità prima e originaria di Dio all’autorità derivata e vicaria della persona, ne inferisce una sorta di vincolo indefettibile, vincolo che invece viene meno proprio nel momento in cui colui che esercita l’autorità in nome di Dio di fatto la perverte, ne stravolge il fine sovvertendolo. Direi anzi che è proprio perché si deve avere in massimo onore l’autorità di Dio che essa non può essere disattesa con l’obbedire a chi è per sua natura sottoposto alla medesima divina autorità. Per questo San Pietro (At 5, 29) ci esorta ad obbedire a Dio piuttosto che agli uomini: l’autorità terrena, sia essa temporale o spirituale, è sempre sottoposta all’autorità di Dio. Non è possibile pensare che – per una ragione che pare quasi dettata da un burocrate – il Signore abbia voluto lasciare la Sua Chiesa in balìa di tiranni, quasi preferendo la loro legittimazione proceduralmente legale allo scopo per il quale Egli li ha posti a pascere il Suo gregge.

Certo, la soluzione della disobbedienza pare più facilmente applicabile ai Prelati che non al Papa, dal momento che quelli possono essere giudicati e deposti dal Papa, mentre questi non può esser deposto da alcuno in terra. Ma se è umanamente incredibile e doloroso dover riconoscere che un Papa possa essere malvagio, questo non consente di negare l’evidenza e non impone di consegnarsi passivamente all’abuso del potere che egli esercita in nome di Dio ma contro di Lui. E se nessuno vorrà assalire i Sacri Palazzi per scacciarne l’indegno ospite, si possono altresì esercitare forme legittime e proporzionate di vera e propria opposizione, ivi comprese le pressioni a che si dimetta e abbandoni l’ufficio. È proprio per difendere il Papato e la sacra Autorità che esso riceve dal Sommo ed Eterno Sacerdote che occorre allontanarne chi lo umilia, lo demolisce e ne abusa. Oserei dire, per completezza, che anche la rinunzia arbitraria all’esercizio dell’autorità sacra del Romano Pontefice rappresenta un gravissimo vulnus al Papato, e di questo dobbiamo considerare responsabile più Benedetto XVI che Bergoglio.

Ella accenna poi a ciò che il Prelato tirannico dovrebbe pensare della propria autorità: «un ministro di Dio […] dovrebbe anzitutto negare la propria autorità di apostolo, ovvero inviato di Gesù. Dovrebbe riconoscere di non voler seguire Gesù, e andarsene. In tal modo il problema sarebbe risolto». Ma Ella, caro Sacerdote, pretende che l’iniquo agisca come una persona onesta e timorata di Dio, mentre proprio perché malvagio costui abuserà senza alcuna coerenza e senza alcuno scrupolo di un potere che egli sa benissimo di avere dolosamente conquistato per demolirlo. Poiché è nell’essenza stessa della tirannide, in quanto perversione dell’autorità giusta e buona, non solo il suo esercitarsi in modo perverso, ma anche il voler gettare discredito e repulsione sull’autorità di cui essa è grottesca contraffazione. Gli orrori compiuti da Bergoglio in questi anni non solo rappresentano un indecoroso abuso dell’autorità papale, ma hanno come immediata conseguenza lo scandalo dei buoni nei suoi confronti, perché rende invisa e odiosa, con la parodia del Papato, anche il Papato in sé stesso, pregiudicando irrimediabilmente l’immagine e il prestigio di cui godeva sinora la Chiesa, pur già afflitta da decenni di ideologia modernista.

Ella scrive: «Pertanto, a nessuno è lecito obbedire a ordini ingiusti o malvagi, illegittimi, o fare qualunque male col pretesto dell’obbedienza. Ma nemmeno ad alcuno è permesso negare l’autorità del Papa perché costui la esercita in modo malvagio, andando fuori dalla Chiesa costituita da Gesù sulla roccia dell’Apostolo Pietro». Qui l’espressione «negare l’autorità» andrebbe distinta tra il negare che Bergoglio abbia un’autorità in quanto Papa e viceversa negare che Bergoglio, in questo specifico ordine che imparte al fedele, abbia il diritto di essere obbedito quando l’ordine è in conflitto con l’autorità del Papa. Nessuno obbedirebbe a Bergoglio se costui parlasse a titolo personale o fosse un impiegato del catasto, ma il fatto che da Papa insegni dottrine eterodosse o dia scandalo ai semplici con affermazioni provocatorie, rende di estrema gravità la sua colpa, perché chi lo ascolta crede di ascoltare la voce del Buon Pastore. La responsabilità morale di chi comanda è incommensurabilmente maggiore di quella che ha il suddito che deve decidere se obbedirgli o meno. Di questo il Signore chiederà conto inflessibilmente, per le conseguenze che il bene o il male compiuto dal superiore comporta sui sottoposti, anche in termini di buono o cattivo esempio.

A ben vedere è proprio per difendere la Comunione gerarchica con il Romano Pontefice che occorre disobbedirgli, denunciare i suoi errori e chiedergli di dimettersi. E pregare Iddio che lo chiami a Sé il prima possibile, se da questo può derivarne un bene per la Chiesa.

L’inganno, il colossale inganno del quale ho scritto in più occasioni, consiste nel costringere i buoni – chiamiamoli così per brevità – a rimanere imprigionati in norme e leggi che viceversa i cattivi usano in fraudem legis. È come se costoro avessero compreso la nostra debolezza: l’essere cioè noi, pur con tutti i nostri difetti, religiosamente e socialmente orientati al rispetto della legge, all’obbedienza all’autorità, all’onorare la parola data, all’agire con onore e lealtà. Con questa nostra debolezza virtuosa, essi si garantiscono da noi obbedienza, sottomissione, al massimo rispettosa resistenza e prudente disobbedienza. Sanno che noi – poveri stolti, pensano – vediamo in loro l’autorità di Cristo e a questa facciamo in modo di obbedire anche se sappiamo che quell’azione, ancorché moralmente irrilevante, va in una direzione ben precisa… Così ci hanno imposto la Messa riformata; così ci hanno abituato a sentir cantare le sure del Corano dall’ambone delle nostre cattedrali, e a vederle trasformate in trattorie o dormitori; così ci vogliono presentare come normale l’ammissione delle donne al servizio dell’altare.... Ogni passo compiuto dall’Autorità, dal Concilio in poi, è stato possibile proprio perché obbedivamo ai Sacri Pastori, e pur sembrandoci certe loro decisioni devianti, non potevamo credere che stessero ingannandoci; e forse essi stessi, a loro volta, non si rendevano conto che gli ordini impartiti avessero uno scopo iniquo. Oggi, seguendo il fil rouge che unisce l’abolizione degli Ordini Minori all’invenzione delle accolite e delle diaconesse, comprendiamo che chi riformò la Settimana Santa sotto Pio XII aveva già sotto gli occhi il Novus Ordo e le sue atroci declinazioni odierne. L’abbraccio di Paolo VI con il Patriarca Atenagora suscitò in noi speranze di vera ecumène, perché non avevamo capito – come invece avevano denunciato alcuni – che quel gesto doveva preparare il pantheon di Assisi, l’osceno idolo della pachamama e, a breve, il sabba di Astana.

Nessuno di noi vuole comprendere che questa empasse si rompe semplicemente non assecondandola: dobbiamo rifiutare di confrontarci a duello con un avversario che detta le regole a cui solo noi dobbiamo sottostare, lasciando se stesso libero di infrangerle. Ignorarlo. La nostra obbedienza non ha nulla a che vedere né col servilismo pavido, né con l’insubordinazione; al contrario, essa ci consente di sospendere qualsiasi giudizio su chi sia o non sia Papa, continuando a comportarci come buoni Cattolici anche se il Papa ci deride, ci disprezza o ci scomunica. Perché il paradosso non risiede nella disobbedienza dei buoni all’autorità del Papa, ma nell’assurdità di dover disobbedire a una persona che è allo stesso tempo Papa ed eresiarca, Atanasio e Ario, luce de jure e tenebra de facto. Il paradosso è che per rimanere in Comunione con la Sede Apostolica dobbiamo separarci da colui che dovrebbe rappresentarla, e vederci burocraticamente scomunicati da chi è in stato oggettivo di scisma con se stesso. Il precetto evangelico di «Non giudicare» non deve intendersi nel senso di astenersi dalla formulazione di un giudizio morale, ma dalla condanna della persona, altrimenti saremmo incapaci di porre atti morali. Certo non sta al singolo separare il grano dalla zizzania, ma nessuno deve chiamare zizzania il grano, né grano la zizzania. E chi è insignito dell’Ordine Sacro, tanto più se nella pienezza del Sacerdozio, ha non solo il diritto, ma il dovere di additare i seminatori di zizzania, i lupi rapaci e i falsi profeti. Poiché anche in quel caso vi è, assieme alla partecipazione al Sacerdozio di Cristo, anche la partecipazione alla Sua regale Autorità.

Quello di cui non ci accorgiamo, tanto in ambito politico e sociale quanto in ambito ecclesiastico, è che la nostra accettazione iniziale di un presunto diritto del nostro avversario a compiere il male, basata su un erroneo concetto di libertà (morale, dottrinale, religiosa), ora si sta mutando in una forzata tolleranza del bene mentre il peccato e il vizio sono diventati la norma. Quello che ieri era ammesso come nostro gesto di indulgenza oggi pretende piena legittimità, e ci confina ai margini della società come minoranza in via di estinzione. A breve, coerentemente con l’ideologia anticristica che sovrintende a questo inesorabile mutamento di valori e principi, verrà proibita la virtù e condannato chi la pratica, in nome di un’intolleranza verso il Bene additato come divisivo, integralista, fanatico. La nostra tolleranza verso chi, oggi, si fa promotore delle istanze del Nuovo Ordine Mondiale e della sua assimilazione nel corpo ecclesiale condurrà infallibilmente all’instaurazione del regno dell’Anticristo, in cui i Cattolici fedeli saranno perseguitati come nemici pubblici, esattamente come in epoche cristiane erano considerati nemici pubblici gli eretici. Insomma, il nemico ha copiato, capovolgendolo e pervertendolo, il sistema di protezione della società realizzato dalla Chiesa nelle nazioni cattoliche.

Credo, caro reverendo, che le Sue osservazioni sulla crisi dell’autorità saranno presto da integrare, almeno a giudicare dalla velocità con cui Bergoglio e la sua corte assestano i loro colpi alla Chiesa. Da parte mia, prego che il Signore faccia venire alla luce la verità sinora nascosta, consentendoci di riconoscere il Vicario di Cristo in terra non tanto per la veste che indossa, quanto per le parole che escono dalla sua bocca e per l’esempio delle sue opere.

Riceva la mia Benedizione, mentre con fiducia mi affido alla Sua preghiera.


+ Carlo Maria, Arcivescovo


31 Gennaio 2021

Dominica in Septuagesima



Del 31 Gennaio 2021