martedì 26 gennaio 2021

COMPI IN ME L’OPERA TUA, SIGNORE

 


Sentivo la voce del dovere di obbedire a te, o Dio vero e buono! ma i nemici tuoi e miei mi tiranneggiavano, mi slogavano le ossa, mi dileggiavano e mi contorcevano le viscere! Volevo obbedirti, o Dio mio, e Sposo mio. Questo era il sentimento che primeggiava in cima alla mia mente e al mio cuore, ma dove radunare tanta forza, perché potessi, con piede fermo e risoluto, calpestare i falsi allettamenti prima e la tirannia poi del mondo che non è tuo?! Tu lo sai, o Signore, le calde lacrime che versavo innanzi a te, in quei tempi luttuosissimi! Tu lo sai, o Dio dell'anima mia, i gemiti del mio cuore, le lacrime che giù scendevano da questi occhi. Tu ne avevi il segno incontestabile di quelle lacrime e della causa che sostenevo, dai guanciali che inzuppati ne rimanevano. Volevo e sempre volevo obbedirti, ma la vita mi si arrestava. Volevo morire, piuttosto che venir meno alla tua chiamata. Ma tu, Signore, che facesti esperimentare tutti gli effetti di un vero abbandono a questo tuo figliuolo, sorgesti alfine, mi stendesti la tua mano potente e mi conducesti là dove prima mi avevi chiamato. Ti siano rese infinite lodi e ringraziamenti, o mio Dio. Ma tu qui mi nascondesti agli occhi di tutti, ma una missione grandissima avevi fin d'allora affidata al tuo figlio: missione che a te e a me solo è nota. Mio Dio! Padre mio! Come ho corrisposto a siffatta missione?! Non lo so. Ma so solo che dovevo far forse di più. e [questo] l'argomento della presente irrequietezza del mio cuore. Irrequietezza che la sento sempre più ingigantirsi dentro di me in questi giorni di spirituale ritiro. Sorgi, dunque, ancora una volta, Signore, e liberami innanzi tutto da me stesso e non permettere che vada in perdizione chi, con tanta cura e premura, hai richiamato e strappato dal mondo che non è tuo. Sorgi, dunque, ancora una volta, Signore, e conferma nella tua grazia coloro che mi affidasti e non permettere che qualcuno abbia a perdersi disertando l'ovile. Oh Dio! Oh Dio!... Non permettere che vada in perdizione la tua eredità. Oh Dio, fatti sempre più sentire al mio povero cuore e compi in me l'opera da te incominciata. Epistolario 3,1008-1010


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