Visualizzazione post con etichetta LE 24 ORE DELLA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta LE 24 ORE DELLA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO. Mostra tutti i post

giovedì 28 marzo 2024

LE 24 ORE DELLA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

 


VENTESIMA ORA 

Da mezzogiorno all’1 Prima ora di agonia sulla croce 


[Prima parola: “Padre, perdona loro, ché non sanno quel che fanno”]  

Crocifisso mio Bene, Ti vedo sulla croce come sul tuo trono  di trionfo, in atto di conquistare tutto e tutti i cuori e di attirarli tanto a Te, che tutti sentano il tuo sovrumano potere. La natura, inorridita di tanto misfatto, si prostra innanzi a Te ed in silenzio aspetta un tuo detto, per renderti onore e far riconoscere il tuo dominio; il sole piangente ritira la sua luce, non potendo sostenere la vista di Te, troppo dolorosa; l’inferno sente terrore e, silenzioso, aspetta. Sicché tutto è silenzio. 

La tua trafitta Mamma, i tuoi fidi sono tutti muti e pietrificati alla vista, ahi! troppo dolorosa della tua squarciata e slogata Umanità e, silenziosi, aspettano una tua parola. La tua stessa Umanità che giace in un mare di dolori tra gli spasimi atroci dell’agonia, è silenziosa, tanto che si teme che da un respiro all’altro Tu muoia. Che più? Gli stessi perfidi giudei, gli stessi spietati carnefici che sino a poco fa Ti oltraggiavano, Ti schernivano, Ti chiamavano impostore, malfattore, gli stessi ladroni che Ti bestemmiavano, tutti tacciono, ammutoliscono; il rimorso li invade e, se qualche insulto si sforzano di lanciarti, questo muore sulle loro labbra. 

Ma penetrando nel tuo interno, vedo che l’amore rigurgita, Ti soffoca e non puoi contenerlo e, costretto dal tuo amore, che Ti tormenta più delle stesse pene, con voce forte e commovente  Tu parli. Da quel Dio che sei, levi i morenti tuoi occhi al cielo ed esclami:  

“Padre, perdona loro, ché non sanno quel che fanno!”.  

E di nuovo Ti chiudi nel silenzio, immerso in pene inaudite. 

Crocifisso Gesù, possibile tanto amore? Ah! Dopo tante pene ed insulti, la prima parola è il perdono e ci scusi, innanzi al Padre, di tanti peccati. Ah! Questa parola la fai scendere in ogni cuore dopo la colpa, e sei Tu il primo ad offrire il perdono.  

Ma quanti la respingono, e non l’accettano! Il tuo amore allora va in follie, perché Tu, smaniando, vuoi dare a tutti il perdono ed il bacio di pace. A questa tua parola l’inferno trema e Ti riconosce Dio, la natura e tutti restano attoniti e riconoscono la tua Divinità, il tuo inestinguibile amore e, silenziosi, aspettano per vedere dove esso giunge. 

E non è solo la tua voce, ma anche il tuo Sangue, le tue piaghe, che gridano ad ogni cuore dopo il peccato: “Vieni nelle mie braccia, ché ti perdono e il suggello del perdono è il prezzo del mio Sangue”. O mio amabile Gesù, ripeti ancora questa parola a quanti peccatori stanno nel mondo. Per tutti implora misericordia, per tutti applica i meriti infiniti del tuo preziosissimo Sangue, per tutti, o buon Gesù, continua a placare la Divina Giustizia e dà grazia a chi, trovandosi in atto di dover perdonare, non ne sente la forza. 

Mio Gesù, Crocifisso adorato, in queste tre ore di amarissima agonia Tu vuoi dare compimento a tutto. E mentre, silenzioso, Te ne stai su questa croce, vedo che nel tuo interno vuoi soddisfare in tutto il Padre. Lo ringrazi per tutti, soddisfi Tu per tutti, per tutti chiedi perdono e a tutti impetri grazia che mai più Ti offendano; e per impetrare ciò dal Padre, riepiloghi tutta la tua vita, dal primo istante del tuo  concepimento fino all’ultimo respiro.  

Mio Gesù, amore interminabile, lascia che anch’io riepiloghi tutta la tua vita con Te, con l’inconsolabile Mamma, con San Giovanni e con le pie donne. Mio dolce Gesù, Ti ringrazio delle tante spine che hanno trafitto la tua adorabile Testa, delle gocce di Sangue da questa versate, dei colpi che su di essa hai ricevuti e dei capelli che Ti hanno strappato. Ti ringrazio di quanto bene hai fatto e hai impetrato a tutti, dei lumi e delle buone ispirazioni che ci hai date e di quante volte hai perdonato tutti i nostri peccati di pensieri, di superbia, di orgoglio e di propria stima.  

Ti chiedo perdono a nome di tutti, o mio Gesù, di quante volte Ti abbiamo coronato di spine, di quante gocce di Sangue Ti abbiamo fatto versare dal sacratissimo tuo Capo, di quante volte non abbiamo corrisposto alle tue ispirazioni. Per tutti questi dolori da Te sofferti Ti prego, o buon Gesù, d’impetrarci la grazia di non commettere mai più peccati di pensieri. Intendo ancora offrirti tutto ciò che soffristi nella tua santissima Testa, per darti tutta quella gloria che le creature Ti avrebbero dato se avessero fatto buon uso della loro intelligenza. 

Adoro, o Gesù mio, i tuoi santissimi occhi e Ti ringrazio di quante lacrime e Sangue han versato, per le punture crudeli delle spine, per gli insulti, le derisioni e i vilipendi sostenuti in tutta la tua Passione. Ti chiedo perdono per tutti quelli che si servono della vista per offenderti e oltraggiarti, pregandoti, per i dolori sofferti nei tuoi sacratissimi occhi, a compartirci la grazia che nessuno più Ti offenda con gli sguardi cattivi. Intendo ancora offrirti tutto quello che Tu stesso soffristi nei tuoi santissimi occhi, per darti tutta quella gloria che le creature Ti avrebbero dato, se i loro sguardi fossero fissi solo al Cielo, alla Divinità e a Te, o mio Gesù. 

 Adoro le tue santissime orecchie. Ti ringrazio di quanto soffristi mentre i manigoldi sul Calvario Te le assordavano con grida e scherni. Ti chiedo perdono a nome di tutti, per quanti discorsi cattivi si ascoltano, e Ti prego che si aprano le orecchie di tutti gli uomini alle verità eterne, alle voci della grazia e che nessuno più Ti offenda col senso dell’udito. Intendo ancora offrirti tutto ciò che soffristi nel tuo santissimo udito, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se di quest’organo avessero fatto santo uso. 

 Adoro e bacio, o Gesù mio, il tuo santissimo Volto e Ti ringrazio di quanto soffristi, per gli sputi, schiaffi e scherni ricevuti e per quante volte Ti lasciasti calpestare dai tuoi nemici. Ti domando perdono a nome di tutti, per quante volte si è avuto l’ardire d’offenderti, pregandoti per questi schiaffi e per questi sputi di far sì che da tutti venga riconosciuta, lodata, glorificata la tua Divinità. Anzi, o mio Gesù, intendo io stessa andare per tutto il mondo, dall’oriente all’occidente, da mezzogiorno a settentrione, unire tutte le voci delle creature e cambiarle in altrettanti atti di lode, d’amore e di adorazione. Intendo ancora, o mio Gesù, portare a Te tutti i cuori delle creature, affinché in tutti Tu possa gettare luce, verità, amore, compatimento alla tua Divina Persona. E mentre perdonerai tutti, io Ti prego di non permettere che nessuno più Ti offenda, se fosse possibile anche a costo del mio sangue. Intendo infine offrirti tutto ciò che soffristi nel tuo santissimo Volto, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se nessuno avesse ardito offenderti.

Adoro la tua santissima bocca e Ti ringrazio dei tuoi primi vagiti, di quanto latte succhiasti, di quante parole dicesti, dei baci infocati che desti alla tua santissima Madre, del cibo che prendesti, dell’amarezza del fiele e della sete ardente che soffristi sulla croce, delle preghiere che innalzasti al Padre, e Ti chiedo perdono per quante mormorazioni e discorsi cattivi e mondani si fanno e per quante bestemmie pronunziano le creature. Intendo offrire i tuoi santi discorsi in riparazione dei loro discorsi non buoni, la mortificazione del tuo gusto per riparare le loro golosità e tutte le offese che Ti hanno arrecato col cattivo uso della lingua. Intendo offrirti tutto ciò che soffristi nella tua santissima bocca, per darti io tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se nessuna avesse ardito offenderti col senso del gusto e con l’abuso della lingua.  

O Gesù, di tutto Ti ringrazio e, a nome di tutti, T’innalzo l’inno di un ringraziamento eterno, infinito. Intendo, o mio Gesù, offrirti tutto ciò che hai sofferto nella tua santissima Persona, per darti tutta la gloria che Ti avrebbero dato tutte le creature, se avessero uniformata la loro vita alla tua. 

Ti ringrazio, o Gesù, per quanto hai sofferto nelle tue santissime spalle, per quanti colpi hai ricevuti, per quante piaghe Ti sei lasciato aprire sul tuo sacratissimo Corpo e per quante gocce di Sangue hai versato. Ti chiedo perdono a nome di tutti, per quante volte per amore delle comodità Ti hanno offeso con piaceri illeciti e non buoni. Ti offro la tua dolorosa flagellazione per riparare tutti i peccati commessi con tutti i sensi, l’amore ai propri gusti, ai piaceri sensibili, al proprio io, a tutte le soddisfazioni naturali, e intendo pure offrirti tutto ciò che hai sofferto nelle tue spalle, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se in tutto avessero cercato di piacere a Te solo e di rifugiarsi all’ombra della tua divina protezione. 

Gesù mio, bacio il tuo piede sinistro. Ti ringrazio di quanti passi facesti nella tua vita mortale e di quante volte stancasti le tue povere membra per andare in cerca di anime da condurre al tuo Cuore. Ti offro perciò, o mio Gesù, tutte le mie azioni, passi e movimenti, con l’intenzione di darti riparazione per tutto e per tutti. 

Ti chiedo perdono per quelli che non operano con retta intenzione. Unisco le mie azioni alle tue per divinizzarle, e le offro unite a tutte le opere che facesti con la tua santissima Umanità, per darti tutta la gloria che Ti avrebbero dato le creature, se avessero operato santamente e con fini retti.  

Ti bacio, o Gesù mio, il piede destro e Ti ringrazio di quanto hai sofferto e soffri per me, specialmente in quest’ora che sei pendente dalla croce. Ti ringrazio per lo straziante lavorio che fanno i chiodi nelle tue piaghe, le quali si squarciano sempre più al peso del tuo sacratissimo Corpo. Ti chiedo perdono di tutte le ribellioni e disobbedienze che commettono le creature, offrendoti i dolori dei tuoi santissimi piedi in riparazione di queste offese, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se in tutto fossero state soggette a Te.  

O mio Gesù, bacio la tua santissima mano sinistra. Ti ringrazio di quanto hai sofferto per me, di quante volte hai placata la Divina Giustizia, soddisfacendo per tutti. Bacio la tua mano destra e Ti ringrazio di quanto bene hai operato e operi per tutti; in modo speciale Ti ringrazio delle opere della Creazione, della Redenzione e della Santificazione. Ti chiedo perdono a nome di tutti di quante volte siamo stati ingrati ai tuoi benefici, delle tante nostre opere fatte senza retta intenzione. In riparazione di tutte queste offese, intendo offrirti tutta la perfezione e santità delle tue opere, per darti tutta quella gloria che le creature Ti avrebbero dato, se avessero corrisposto a tutti questi benefizi. 

O Gesù mio, bacio il tuo sacratissimo Cuore e Ti ringrazio di quanto hai sofferto, desiderato e zelato per amor di tutti e per ognuno in particolare. Ti chiedo perdono di tanti desideri cattivi, affetti e tendenze non buone. Perdono, o Gesù, per tanti che pospongono il tuo Amore all’amore delle creature, e per darti tutta la gloria che queste Ti hanno negato, Ti offro tutto ciò che ha fatto e continua a fare il tuo adorabilissimo Cuore. 


Riflessioni e Pratiche  

Gesù innalzato in croce, resta sospeso senza toccare la terra. E noi, cerchiamo di vivere distaccati dal mondo, dalle creature e da quanto sa di terra? Tutto deve concorrere a formare la croce sulla quale dobbiamo distenderci e rimanere sospesi come Gesù, lontani da tutto ciò che è terra, affinché le creature non si attacchino a noi.  

Il penante Gesù non ha altro letto che la croce, altro refrigerio che le piaghe e gli insulti. Ed il nostro amore giunge a tanto per Gesù, da trovare riposo nel patire? Tutto ciò che facciamo, preghiere, sofferenze ed altro, rinchiudiamolo in quelle piaghe, intingiamolo nel Sangue di Gesù, e non troveremo conforto che nelle sue pene. Sicché le piaghe di Gesù saranno le nostre, il suo Sangue lavorerà continuamente in noi per lavarci ed abbellirci, e così attingeremo qualunque grazia per noi e per la salvezza delle anime. 

Col deposito del Sangue di Gesù nel nostro cuore, se commetteremo qualche mancanza, pregheremo Gesù che non ci tenga imbrattati alla sua presenza ma col suo Sangue ci lavi e ci tenga insieme con Lui. Se ci sentiremo deboli, pregheremo Gesù che dia un sorso del suo Sangue all’anima nostra, affinché ci dia la forza. Il dolce Gesù prega per i suoi carnefici, anzi li scusa. E noi, facciamo nostra la preghiera di Gesù, per scusare continuamente i peccatori innanzi al Padre e per impetrare loro misericordia, anche per quelli che ci offendessero? 

Mentre preghiamo, operiamo, camminiamo, non dimentichiamo pure le povere anime che stanno per dare l’ultimo anelito. Portiamo loro in aiuto e conforto le preghiere e i baci di Gesù, perché il suo preziosissimo Sangue le purifichi e faccia loro prendere il volo verso il Cielo. 

*  

Mio Gesù, dalle tue piaghe, dal tuo Sangue, voglio attingere la forza di poter ripetere in me la tua stessa vita, e così potrò impetrare a tutti il bene che facesti Tu stesso. 


Il riposo di Gesù sulla Croce 

( Dal Volume 6 - 20 Maggio 1905 ) 

 [Scrive Luisa:] 

 Questa mattina stavo pensando quando il benedetto Gesù restò tutto slogato sulla croce, e dicevo tra me: “Ah, Signore, quanto fosti compenetrato da questa sì atroce sofferenza, e come l‟anima vostra dovette restarne afflitta!”. In questo mentre, quasi ombra, Gesù è venuto e mi ha detto: 

 “Figlia mia, Io non Mi occupavo delle mie sofferenze, ma Mi occupavo dello scopo delle mie pene; e siccome nelle mie pene vedevo compiuta la Volontà del Padre, soffrivo e nel mio stesso soffrire trovavo il più dolce riposo, perché il fare la Volontà Divina ha questo bene, che mentre si soffre, vi si trova il più bel riposo. Se si gode, e questo godere non è voluto da Dio, nello stesso godere vi si trova il più atroce tormento. Anzi quanto più Mi avvicinavo al termine delle mie pene, sognavo di compire in tutto la Volontà del Padre, così Mi sentivo più alleggerito, ed il mio riposo si faceva più bello.  

Oh, quanto è diverso il modo che tengono le anime! Se soffrono od operano non hanno né la mira del frutto che possono ricavare, né l’adempimento della Volontà Divina; si concentrano tutte nella cosa che fanno e, non vedendo i beni che possono guadagnare né il dolce riposo che porta la Volontà di Dio, vivono infastidite e tormentate, e fuggono quanto più possono il patire e l’operare, credendo di trovare riposo, e vi restano più tormentate di prima”. 


sabato 26 agosto 2023

LE 24 ORE DELLA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

 


DICIANNOVESIMA ORA  

Dalle 11 a mezzogiorno La crocifissione 


Gesù, Amor mio, già sei stato spogliato delle tue vesti, ed hai il tuo santissimo Corpo tanto lacero che mi sembri un agnello scorticato. Ti vedo tremare tutto, mentre i nemici Ti preparano la croce e, non reggendoti in piedi, cadi a terra su questo monte.

Mio Bene e mio Tutto, il cuore mi si stringe per il dolore nel guardarti, vedendo che il Sangue diluvia da tutte le parti del tuo santissimo Corpo, tutto piagato da capo a piè. 


[ Gesù è coronato di spine per la terza volta] 

I tuoi nemici, stanchi ma non sazi, nello spogliarti hanno strappato con indicibile dolore dal tuo Capo la corona di spine, e poi di nuovo Te l’hanno conficcata con spasimi inauditi, forando la tua sacratissima Testa con nuove ferite. Ah! Tu ripari la perfidia dell ’uomo e l’ostinazione del peccato, specialmente di superbia. 

 Gesù, vedo che se l ’amore non Ti spingesse più in alto, saresti morto per l’acerbità del dolore che hai sofferto in questa terza coronazione di spine. Ma vedo che non puoi più reggere al dolore e, con gli occhi velati di Sangue, guardi se uno almeno si avvicini a Te per sorreggerti in tanto dolore e confusione. 

Dolce mio Bene, cara mia Vita, qui non sei solo come nella notte della passione: c’è la dolente Mamma che, lacerata nel Cuore, tante morti subisce per quante pene Tu soffri; c’è l’amante Maddalena, che pare impazzita per le tue pene; c’è il fido Giovanni, ammutolito per la forza del dolore della tua Passione. Questo è il monte di chi ama. Non puoi essere solo. Dimmi, Amor mio, chi vorresti per sorreggerti in tanto dolore? Deh! Permettimi che venga io a sorreggerti, sono io che ho più bisogno di tutti. La cara Mamma e gli altri mi cedono il posto. 

Ed ecco, o Gesù, mi avvicino a Te, Ti abbraccio e Ti prego di poggiare la tua Testa sulla mia spalla e di farmi sentire le tue spine nella mia. Voglio mettere la mia testa vicina alla tua, non solo per sentire le tue spine, ma anche per lavare col tuo preziosissimo Sangue, che dal Capo Ti scorre, tutti i miei pensieri, perché possano stare in atto di ripararti ogni offesa che le creature commettono col pensiero. 

 Deh! Amor mio, stringiti a me. Voglio baciare una ad una le gocce di Sangue che scorrono sul tuo santissimo Volto, e Ti prego, mentre le adoro, che ogni goccia sia luce ad ogni mente di creatura, affinché nessuna Ti offenda con pensieri cattivi. 

Ma mentre Ti tengo stretto e poggiato a me, Ti guardo, o Gesù, e vedo che tu guardi la croce che i nemici Ti preparano; senti i colpi che danno, per fare i fori dove T’inchioderanno. O mio Gesù, sento che il tuo Cuore batte forte forte e dà in sussulto, agognando questo letto, da Te il più desiderato, sebbene con dolore indescrivibile, in cui suggelli la salvezza delle anime nostre in te. 

 Già Ti se nto dire: “Amor mio, cara croce, letto mio prezioso, tu sei stata il mio martirio in vita, ed ora sei il mio riposo. Deh, o croce! Ricevimi presto nelle tue braccia, Io sono impaziente di aspettare. Croce santa, in te darò compimento a tutto. Presto, croce! Adempi i desideri ardenti che Mi consumano di dare vita alle anime, e queste vite saranno suggellate da te, o croce. Oh, non più indugiare! 

 Con ansia aspetto di stendermi su di te per aprire il Cielo a tutti i miei figli e chiudere l ’inferno.  

O croce, è vero che tu sei la mia battaglia, ma sei pure la mia vittoria ed il mio trionfo completo, ed in te darò grandi eredità, vittorie, trionfi e corone ai figli miei”.  

Ma, chi può dire tutto ciò che il mio dolce Gesù dice alla croce?  

Ma, mentre Gesù si sfoga con la croce, i nemici gli comandano di stendersi su di essa, e Lui subito ubbidisce al loro volere per riparare le nostre disubbidienze . Amor mio, prima che Ti distenda sulla croce, permettimi che Ti stringa più forte al mio cuore e di baciarti; e Tu, dammi un bacio. Senti, o Gesù, non voglio lasciarti: voglio venire a distendermi insieme con Te sulla croce e restare insieme con Te inchiodato. Il vero amore non soffre nessuna separazione. Perdonami l’arditezza del mio amore e concedimi di rimanere con Te crocifissa.  

Vedi, tenero Amor mio, non solo io Ti chiedo questo, ma pure la dolente Mamma, l’inseparabile Maddalena, il prediletto Giovanni; tutti Ti dicono che sarebbe più sopportabile rimanere crocifissi con Te, che assistere e vedere Te solo crocifisso. 

Perciò insieme con Te mi offro all ’Eterno Padre, immedesimata con la Tua Volontà, col tuo Amore, con le tue riparazioni, col tuo stesso Cuore e con tutte le tue pene. Ah! Pare come se il mio addolorato Gesù mi dicesse:  

“ Figlia mia, hai prevenuto il mio amore, questa è la mia Volontà:  

che tutti quelli che Mi amano restino con Me crocifissi. Ah, sì! Vieni pure a distenderti con Me sulla croce: ti farò vita della mia vita e ti terrò come la prediletta del mio Cuore”. 


[ La crocifissione] 

Ed ecco, dolce mio Bene, che Ti distendi sulla croce e guardi i carnefici con tanto amore e con tanta dolcezza, che già tengono nelle mani chiodi e martelli per inchiodarti, da far loro dolce invito a che presto Ti crocifiggano. E quelli, sebbene ne sentano ribrezzo, con ferocia inumana prendono la tua mano destra, fermano il chiodo e a colpi di martello lo fanno uscire dalla parte opposta della croce. È tale e tanto il dolore che soffri, o mio Gesù, che tremi ; la luce dei tuoi begli occhi si eclissa, ed il tuo Volto santissimo impallidisce e diventa livido. 

Destra benedetta del mio Gesù, ti bacio, ti compatisco, ti adoro e ti ringrazio per me e per tutti. [Per] quanti colpi ricevesti, tante anime Ti chiedo di liberare in questo momento dalla condanna all’inferno; per quante gocce di Sangue hai versato, tante anime Ti prego di lavare in questo tuo Sangue preziosissimo. E per il dolore acerbo che soffristi specialmente quando inchiodarono la mano alla croce e nello stiramento dei nervi delle braccia, Ti prego di aprire a tutti il Cielo e di benedire tutti. Possa la tua benedizione chiamare i peccatori alla conversione, e gli eretici e gli infedeli alla luce della fede. 

O Gesù, dolce Vita mia, appena finiscono d ’inchiodare la destra, i nemici prendono con crudeltà la sinistra e, per farla giungere al foro segnato, Te la tirano tanto che Ti senti slogare le giunture delle braccia e delle spalle, e per la forza del dolore, le gambe, convulse, si contraggono. 

Poi con ferocia instancabile, come la destra, la inchiodano sulla croce. 

Sinistra mano del mio Gesù, ti bacio, ti compatisco, ti adoro e ti ringrazio. Per i colpi e i dolori che soffristi quando Te la inchiodarono, tante anime Ti prego di concedermi in questo momento, di far volare dal Purgatorio in Cielo. E per il Sangue che spargesti, Ti prego di smorzare le fiamme che le bruciano, e di fare che a tutte sia refrigerio e bagno salutare che le purifichi da ogni macchia e le disponga alla visione beatifica. 

Amor mio e mio Tutto, per l ’acuto dolore sofferto quando T ’inchiodarono la mano sinistra, Ti prego di chiudere l’inferno a tutte le anime e di non lasciar cadere i fulmini della Divina Giustizia, purtroppo irritata dalle nostre colpe. Fa’, o Gesù, che questo chiodo nella tua sinistra benedetta sia chiave che serri la Divina Giustizia, perché non faccia piovere i flagelli sulla terra e che apra i tesori della divina Misericordia a pro di tutti. 

Già pare che [Tu] sia rimasto immobile a tutto e che noi siamo liberi di poterti far tutto. Quindi, nelle tue braccia metto il mondo e tutte le generazioni; e Ti prego, Amore mio, con le voci dello stesso tuo Sangue, di non negare il perdono a nessuno, e per i meriti di questo tuo preziosissimo Sangue, Ti chiedo la salvezza e la grazia per tutti. Non escludere nessuno, o mio Gesù. 

Amor mio, Gesù, i tuoi nemici non sono contenti ancora. 

 Con ferocia diabolica Ti prendono i tuoi santissimi piedi (sempre instancabili in cerca di anime), e, contratti come stavano per la forza del dolore delle mani, li tirano tanto che restano slogate le ginocchia, le costole e tutte le ossa del petto. Il cuore non mi regge, mio Bene. Per la forza del dolore, vedo che i tuoi begli occhi, eclissati e velati di Sangue, stralunano; le tue labbra livide e gonfie dai pugni si contorcono, le tue guance si affossano, i denti sbattono, il petto si affanna ed il Cuore resta tutto sconquassato per la forza delle stirature delle mani e dei piedi. Amor mio, quanto volentieri prenderei il tuo posto per risparmiarti tanto dolore! Voglio distendermi su tutte le tue membra per lenirti, baciarti, confortarti e ripararti per tutti. 

Mio Gesù, vedo che mettono un piede sull ’altro e Te li trapassano con un chiodo, per giunta spuntato. Deh, o mio Gesù! Mentre il chiodo Te li trapassa, permettimi che nel piede destro  

Ti metta tutti i sacerdoti, affinché siano luce alle genti, specialmente quelli che non vivono una vita buona e santa; e che nel sinistro metta tutte le genti, affinché ricevano luce dai sacerdoti , li rispettino e siano loro ubbidienti. E come il chiodo trapassa i tuoi piedi, così trapassi i sacerdoti e le genti, affinché gli uni e gli altri non possano spostarsi da Te. 

Piedi benedetti del mio Gesù, vi bacio, vi compatisco, vi adoro e vi ringrazio. Per gli acerbissimi dolori che soffristi, per le tirature con cui Ti slogarono tutte le ossa e per il Sangue che spargesti, Ti chiedo di rinchiudere tutte le anime nelle tue piaghe, non disdegnare nessuno, o Gesù.  

I tuoi chiodi inchiodino le nostre potenze, affinché non si spostino da Te; inchiodino il nostro cuore, affinché si fissi sempre e solamente in Te; e tutti i nostri sentimenti restino inchiodati dai tuoi chiodi, affinché non prendano nessun gusto che non venga da Te . 

O mio Gesù crocifisso, Ti vedo tutto insanguinato, nuotare in un bagno di Sangue. Queste gocce di Sangue altro non dicono che anime. In ogni goccia vedo brulicare anime di tutti i secoli, sicché tutti in Te ci contenevi, o Gesù. Ebbene, per la potenza di questo Sangue, Ti chiedo che nessuna più sfugga da Te. 

O mio Gesù, i carnefici finiscono d ’inchiodarti i piedi ed io mi avvicino al tuo Cuore. Vedo che non ne puoi più, ma l’amore grida più forte: “Pi ù pene ancora!”. 

Mio Gesù, mi abbraccio al tuo Cuore, Ti bacio, Ti compatisco, Ti adoro e Ti ringrazio per me e per tutti. O Gesù, voglio poggiare la testa sul tuo Cuore, per sentire ciò che soffri in questa dolorosa crocifissione. Ah! Sento che ogni colpo di martello rimbomba nel tuo Cuore . Il tuo Cuore è il centro di tutto: da esso incominciano i dolori ed in esso finiscono. E se non fosse che aspetti una lancia per essere trafitto, le fiamme del tuo amore ed il Sangue che rigurgita all’interno, si sarebbero fatti via e Ti avrebbero squarciato il Cuore. Questo Sangue e queste fiamme chiamano le anime che Ti amano a far felice soggiorno nel tuo Cuore. 

Ed io, per amore del tuo Cuore e del tuo preziosissimo Sangue, Ti chiedo, o Gesù, la santità delle anime che Ti amano. O Gesù, non farle uscire giammai dal tuo Cuore, e con la tua grazia moltiplica le vocazioni delle anime vittime, che continuino la tua vita sulla terra. Tu hai voluto dare un posto distinto nel tuo Cuore alle anime che Ti amano, fa’ che questo posto non lo perdano mai. O Gesù, le fiamme del tuo Cuore mi brucino e mi consumino, il tuo Sangue mi abbellisca, il tuo amore mi tenga sempre inchiodata all’amore col dolore e con la riparazione. 

O mio Gesù, già i carnefici hanno inchiodato le tue mani e i tuoi piedi alla croce, e voltando questa per ribattere i chiodi, costringono il tuo Volto adorabile a toccare la terra insanguinata dallo stesso tuo Sangue. E Tu, con la tua bocca divina, la baci. Con questo bacio, o dolce Amor mio, Tu intendi baciare tutte le anime e vincolarle al tuo amore, suggellandone la loro salvezza. 

O Gesù, lascia che prenda io il tuo posto, e mentre i carnefici ribattono i chiodi, fa ’ che questi colpi feriscano me pure e m ’inchiodino tutta al tuo amore. Mio Gesù, metto la mia testa nella tua. Mentre le spine si addentrano sempre più nella tua Testa, voglio offrirti, o dolce mio Bene, tutti i miei pensieri che come baci affettuosi Ti consolino e leniscano l’amarezza delle tue spine. O Gesù, metto i miei occhi nei tuoi, e vedo che i tuoi nemici non sono ancora sazi d’insultarti e deriderti, ed io voglio confortare i tuoi sguardi divini coi miei sguardi di amore.  

Metto la mia bocca nella tua , o Gesù. La tua lingua è quasi attaccata al palato per l’amarezza del fiele e per la sete ardente. Per ristoro alla tua sete, o mio Gesù, Tu vorresti tutti i cuori delle creature traboccanti d’amore, e non avendoli, bruci sempre più per loro. Dolce Amor mio, intendo mandarti fiumi d’amore, per mitigarti in qualche modo l ’amarezza del fiele e la tua sete ardente.  

O Gesù, metto le mie mani nelle tue . Ad ogni movimento che fai, le piaghe delle tue mani più si squarciano, e il dolore si fa più intenso e acerbo. Caro mio Bene, per ristorarti e raddolcire questo dolore, Ti offro le opere sante di tutte le creature. O Gesù, metto i miei piedi nei tuoi. Quanto soffri nei tuoi santissimi piedi! Tutti i movimenti del sacratissimo tuo Corpo pare che si ripercuotono in essi, e nessuno è a Te vicino per sorreggerti e lenire un po ’ l’acerbità dei tuoi dolori. 

Vita mia dolcissima, vorrei riunire i passi delle creature di tutte le generazioni, passate, presenti e future, ed indirizzarli tutti a Te, per venirti a consolare nelle tue dure pene. 

Mio Gesù, metto il mio cuore nel tuo povero Cuore. Com’è straziato! Se muovi i piedi, i nervi della punta del Cuore li senti strapparsi; se muovi le mani, i nervi d’ambo le parti del Cuore restano tirati più che da chiodi; se muovi la Testa, la bocca del Cuore dà Sangue e soffre la completa crocifissione. O mio Gesù, come confortare tanto dolore? Mi diffonderò in Te, metterò il mio cuore nel tuo, i miei ardenti desideri nei tuoi, perché sia distrutto qualunque desiderio cattivo. Diffonderò il mio amore nel tuo, perché col tuo fuoco siano bruciati i cuori di tutte le creature e distrutti gli amori profani. Il tuo Cuore sacratissimo rimarrà confortato ed io, fin d’ora, prometto, o Gesù, di tenermi sempre inchiodata a questo Cuore amorosissimo con i chiodi dei tuoi desideri, del tuo amore e della tua Volontà. 

O mio Gesù, crocifisso Tu, crocifissa io in Te. Tu non permettere che mi schiodi menomamente da Te, ma vi resti sempre inchiodata per poterti amare e riparare per tutti, e lenire il dolore che Ti arrecano le creature con le loro colpe. 


[Gesù è innalzato sulla croce] 

Mio buon Gesù, vedo che i tuoi nemici innalzano il pesante legno della croce e lo lasciano cadere nella fossa da essi preparata; e Tu, dolce Amor mio, resti sospeso fra cielo e terra. In questo solenne momento Ti volgi al Padre, e con voce debole e fioca, Gli dici: 

 “Padre Santo, eccomi qui, carico di tutti i peccati del mondo. 

 Non vi è colpa che non si riversi su di Me, perciò non più scaricare sugli uomini i flagelli della tua Divina Giustizia, ma su di Me, tuo Figlio. O Padre, permettimi di legare tutte le anime a questa croce, e che per loro implori perdono con le voci del mio Sangue e delle mie piaghe. O Padre, non vedi come Mi son ridotto? Per questa croce, in virtù di questi dolori, concedi a tutti vera conversione, pace, perdono e santità”. 


[ Preghiera per disarmare la Divina Giustizia 1 ] 

 

Gesù, mentre sei sulla croce trafitto, la tua Anima non è più in terra, ma nei Cieli con il tuo Divino Padre, per difendere e perorare la causa delle anime nostre.  

Crocifisso Amor mio, anch ’io voglio seguirti innanzi al trono dell’Eterno e disarmare insieme a Te la Divina Giustizia. La tua santissima Umanità la faccio mia: unita con la tua Volontà, ed insieme con Te, voglio fare ciò che fai Tu. Permetti, Vita mia, che scorrano i miei pensieri nei tuoi; il mio amore, la mia volontà ed i miei desideri nei tuoi, che scorra il mio palpito nel tuo Cuore e tutto il mio essere in Te, affinché nulla mi possa sfuggire,  e possa ripetere, atto per atto, parola per parola, tutto ciò che fai Tu. 2 


Vedo, crocifisso mio Bene, che Tu, vedendo grandemente sdegnato il Divino tuo Padre contro le creature, Ti prostri innanzi a Lui e nascondi tutte le creature dentro la tua santissima Umanità, mettendoci al sicuro, affinché il Padre, guardandoci in Te, per amore tuo, non scacci la creatura da Sé. E se Egli la guarda sdegnato, è perché tante anime hanno contraffatto la bella immagine da Lui creata, hanno pensieri soltanto per offenderlo. E della loro intelligenza che doveva occuparsi di comprenderlo, ne fanno ricettacolo dove annidano tutte le colpe. E Tu, o mio Gesù, per placarlo, chiami l’attenzione del Divino Padre a guardare la tua santissima Testa, trafitta di spine tra spasimi atroci. Così tieni come inchiodate nella tua mente tutte le intelligenze delle creature, per ognuna delle quali offri una espiazione per soddisfare la Divina Giustizia. Oh, come queste spine scusano tutti i pensieri cattivi delle creature, come voci pietose innanzi alla Maestà Divina! Mio Gesù, i miei pensieri sono una sola cosa con i tuoi; perciò insieme con Te prego, imploro, scuso e riparo innanzi alla Maestà Divina tutto il male commesso dalle creature con la loro intelligenza. Permettimi che prenda le tue spine e la tua stessa intelligenza e che vada con Te da tutte le creature, ad attaccare la tua intelligenza alla loro . Voglio restituire loro l’intelligenza, come Tu la creasti all’origine, con la santità della tua. [Voglio] riordinare con la santità dei tuoi pensieri tutti i pensieri delle creature in Te, e trafiggere con le tue spine tutte le menti delle creature, per restituirti il dominio ed il regime di tutti. O Gesù, Tu solo sii il dominatore di ogni pensiero, di ogni affetto e di tutti i popoli. Reggi Tu solo ogni cosa; solo così la faccia della terra, che fa orrore e spavento, si cambierà.


Crocifisso Gesù, continui a vedere che il Divino Padre, sdegnato, guarda le povere creature e le trova tutte insozzate di colpe e coperte delle più brutte luridezze, da far schifo a tutto il Cielo. Oh, come resta colpita la purità dello sguardo divino, quasi non più riconoscendo la povera creatura come opera delle sue mani santissime! Anzi, le creature pare che siano tanti mostri che occupano la terra, che attirano lo sdegno dello sguardo paterno. 

 Ma Tu, o mio Gesù, per placarlo cerchi di addolcirlo, scambiando i suoi occhi con i tuoi, e facendoglieli vedere coperti di Sangue e gonfi di lacrime. Dinanzi alla Maestà Divina piangi, per muoverla a compassione per la sventura di tante povere creature. 


E sento la tua voce che dice: 

 “ Padre mio, è vero che la creatura ingrata si va sempre più lordando di colpe da non meritare più il tuo sguardo paterno. Ma guardami, o Padre, innanzi a Te voglio tanto piangere, da formare un bagno di lacrime e di Sangue, per lavare queste luridezze di cui si sono coperte le creature. Padre mio, vuoi Tu forse rigettarmi? No, non puoi, sono tuo Figlio; e mentre sono tuo Figlio, sono anche il capo di tutte le creature ed esse sono mie membra. 

Salviamole, o Padre, salviamole ”. 


Mio Gesù, Amore sconfinato, vorrei avere i tuoi occhi per piangere innanzi alla Maestà Suprema per la perdita di tante povere creature e per questi tempi così tristi. Permettimi che prenda le tue lacrime e i tuoi stessi sguardi, che sono una sola cosa con i miei, e vada da tutte le creature. Per muovere a compassione le loro anime del tuo amore, farò loro vedere che Tu piangi per causa loro e che, mentre si vanno lordando, Tu hai pronte le tue lacrime ed il tuo Sangue per lavarle; e vedendoti piangere, si arrenderanno. Sì, permettimi di lavare con queste lacrime tutte le sozzure delle creature: scendano nei loro cuori, rammolliscano tante anime indurite nella colpa e vincano l ’ostinatezza di tutti i cuori. 

 Con i tuoi sguardi, permettimi che penetri le creature in modo da fare innalzare tutti i loro sguardi al Cielo per amarti, invece che smarrirsi sulla terra per offenderti; così il Divino Padre non avrà più sdegno nel guardare la povera umanità. 


Crocifisso Gesù, vedo che il Divino Padre non Si placa ancora nel suo sdegno , perché mentre la sua paterna bontà, presa da tanto amore per la povera creatura, ha riempito il cielo e la terra di attestati di amore e di benefici per essa che, quasi ad ogni passo e ad ogni atto, sente scorrere l’amore e le grazie di quel Cuore paterno, la creatura, sempre ingrata, disprezzando questo amore, non lo vuole riconoscere. Anzi contrasta tanto amore, riempiendo il cielo e la terra di insulti, disprezzi ed oltraggi, fino a metterlo sotto i suoi immondi piedi, volendo quasi distruggerlo, idolatrando se stessa.


Ah, tutte queste offese penetrano fin nei Cieli e giungono innanzi alla Maestà Divina! Oh, come Si sdegna nel vedere che la vile creatura giunge ad insultarla e ad offenderla in tutti i modi! Ma Tu, o mio Gesù, sempre intento a difenderci, con la forza rapitrice del tuo amore, costringi il Padre a guardare il tuo santissimo Volto, coperto di tutti questi insulti e disprezzi, e dici: 

 “ Padre mio, non disdegnare le povere creature: se disdegni loro disdegni Me. Deh, placati! Tutte queste offese le porto sul mio Volto, che Ti risponde per tutti. Padre mio, arresta il tuo furore contro la povera umanità: sono ciechi e non sanno quello che fanno. Perciò guardami bene come sono ridotto per causa loro. Se non Ti muovi a compassione per la misera umanità, Ti intenerisca questo mio Volto insozzato di sputi, coperto di Sangue, illividito e gonfio per i tanti schiaffi e colpi ricevuti. Pietà, Padre mio! Ero Io il più bello di tutti, ed ora sono tutto sfigurato, tanto che non Mi riconosco più; son diventato l’abiezione di tutti. Perciò, a qualunque costo voglio salva la povera creatura”. 


Mio Gesù, possibile che ci ami tanto? Il tuo amore stritola questo mio povero cuore. Volendo seguirti in tutto, permettimi che prenda il tuo santissimo Volto per averlo in mio potere, per mostrarlo così sfigurato continuamente al Padre per muoverlo a compassione della povera umanità, che è tanto oppressa sotto la sferza della Divina Giustizia che giace quasi morente. 

 Permettimi che vada in mezzo alle creature, e faccia loro vedere questo tuo Volto così sfigurato per causa loro, per muoverle a compassione delle loro anime e del tuo amore. 

E con la luce che tramanda il tuo Volto e con la forza rapitrice del tuo amore, faccia loro comprendere chi sei Tu e chi sono esse che ardiscono offenderti, e faccia risorgere le loro anime da tante colpe in cui vivono morte alla grazia, perché tutte si prostrino innanzi a Te in atto di adorarti e glorificarti. 

 

Mio Gesù, Crocifisso adorabile, la creatura va sempre irritando la Divina Giustizia, e dalla sua lingua risuona l’eco di bestemmie orrende, voci di imprecazioni e di maledizioni, discorsi cattivi, intese di come meglio uccidere e fare carneficine. Ah! Tutte queste voci assordano la terra e penetrano fin nei Cieli, assordando l’udito divino, il quale, stanco di questa eco velenosa che Gli manda la creatura, vorrebbe disfarsi di essa, cacciandola da Sé lontana, perché tutte queste voci velenose imprecano e chiedono vendetta e giustizia contro di essa stessa. Oh, come la Divina Giustizia Si sente spingere a scagliare flagelli! Oh, come accendono il suo furore contro la creatura tante bestemmie orrende! Ma Tu, o mio Gesù, amandoci di amore sommo, fai fronte a queste voci micidiali con la tua voce onnipotente e creatrice, in cui raccogli tutte queste voci, e fai sentire all’udito del Padre la tua voce dolcissima per rinfrancarlo delle molestie che le creature Gli danno , con altrettante voci di benedizioni e lodi, e gridi misericordia, grazie, amore per la povera creatura. 

 E per placarlo di più , Gli mostri la tua santissima bocca, e dici: “Padre mio, tornami a guardare; non sentire le voci delle creature, ma senti la mia. Sono Io che soddisfo per tutti. Perciò ti prego di guardare la creatura e di guardarla in me. Se la guardi fuori di me, che sarà di essa? È debole, ignorante, capace solo di far male, piena di tutte le miserie. Pietà, pietà della povera creatura. Rispondo Io per essa con questa mia lingua amareggiata dal fiele, inaridita dalla sete, arsa e riarsa dall’amore”. 

 Mio amareggiato Gesù, la mia voce nella tua vuole far fronte a tutte queste offese. Permettimi che prenda la tua lingua, le tue labbra, e giri per tutte le creature, toccando le loro lingue con la tua, affinché sentendo l’amarezza della tua nell’atto di offenderti, se non per amore, almeno per l’amarezza che sentono, non bestemmino più; che tocchi le loro labbra con le tue, affinché facendo sentire il fuoco della colpa sulle labbra di tutti e facendo risuonare la tua voce onnipotente in ogni petto, possa arrestare la corrente di tutte le voci cattive e cambiare tutte le voci umane in voci di benedizioni e lodi. 


Mio Crocifisso Gesù, la creatura, a tanto tuo amore e dolore, non si arrende ancora, anzi disprezzandoti, va aggiungendo colpe a colpe, commettendo sacrilegi enormi, omicidi, suicidi, duelli, frodi, inganni, crudeltà e tradimenti. Ah, tutte queste opere cattive appesantiscono le braccia paterne! E il Padre, non potendo sostenere il peso, sta per abbassarle, per riversare sulla terra furore e distruzione. E Tu, o mio Gesù, per strappare la creatura dal furore divino, temendo di vederla distrutta, stendi le tue braccia al Padre, affinché non le abbassi per distruggere la creatura . E aiutando con le tue braccia a sostenere il peso, Lo disarmi e impedisci che la Giustizia faccia il suo corso. E per muoverlo a compassione della misera umanità ed intenerirlo, Gli dici con la voce più insinuante: “Padre mio, guarda queste mani squarciate e questi chiodi che Me le trafiggono, che Mi inchiodano insieme a tutte queste opere cattive. Ah, è in queste mani che sento tutti gli spasimi che Mi danno queste opere cattive! Non sei contento, o Padre mio, dei miei dolori? Non sono forse capaci di soddisfarti? Sì, queste mie braccia slogate saranno sempre catene che terranno strette le povere creature, affinché non Mi sfuggano, tranne quelle che volessero strapparsi a viva forza. E queste mie braccia saranno catene amorose che Ti legheranno, Padre mio, per impedirti di distruggere la povera creatura. Anzi Ti attirerò sempre vicino ad essa, perché versi su di lei le tue grazie e misericordie ”. 

Mio Gesù, il tuo amore è un dolce incanto per me, e mi spinge a fare ciò che fai Tu. Perciò dammi le tue braccia, ché insieme con Te voglio impedire, a costo di qualunque pena, che la Divina Giustizia faccia il suo corso contro la povera umanità. E per muovere il Padre a pietà delle creature, permettimi che metta nelle tue braccia le tante membra straziate, i gemiti di tanti poveri feriti, i tanti cuori addolorati ed oppressi. Permettimi che vada da tutte le creature e le stringa tutte nelle tue braccia, affinché tutte ritornino al tuo Cuore. Permettimi che con la potenza delle tue mani creatrici arresti la corrente di tante opere malvagie e ritragga tutti dall ’operare il male. 

 Mio amabile crocifisso Gesù, la creatura non è ancora contenta di offenderti. Vuol bere fino in fondo tutta la feccia della colpa, e corre quasi all ’impazzata nella via del male. Si precipita di colpa in colpa, disobbedisce alle tue leggi e, disconoscendoti, si ribella a Te e, quasi per farti dispetto, vuole andare all’inferno. 


Oh, come si sdegna la Maestà Suprema! E Tu, o mio Gesù, trionfando di tutto, anche dell’ostinatezza delle creature, per placare il Divin Padre, Gli fai vedere tutta la tua santissima Umanità lacerata, slogata, straziata in modo orribile. Mostri i tuoi santissimi piedi trafitti, nei quali contieni tutti i passi delle creature, che Ti danno dolori mortali, al punto che sono contorti dall’atrocità degli spasimi. E sento la tua voce più che mai commovente, come in atto di spirare, che vuol vincere per forza d’amore e di dolore la creatura, e trionfare sul Cuore paterno: 

 “ Padre mio, guardami dalla Testa ai piedi: non c’è parte sana in Me, non ho dove farmi aprire altre piaghe e procurarmi altri dolori. Se non Ti plachi a questo spettacolo di amore e di dolore, chi mai potrà placarti ? 

O creature, se non vi arrenderete a tanto amore, che speranza vi resta di convertirvi? Queste mie piaghe e questo Sangue saranno sempre voci che chiameranno dal Cielo alla terra grazie di pentimento, perdono, compassione per la povera umanità”. 

Mio Gesù, Ti vedo in uno stato di violenza per placare il Padre e per vincere la povera creatura. Permettimi che prenda i tuoi santissimi piedi e giri per tutte le creature, per legare i loro passi ai tuoi piedi, e così, se volessero camminare nella via del male, sentendo le catene che hai messo tra Te e loro, non possano [farlo]. Deh! Con questi tuoi piedi fa’ che indietreggino dalla via del male, mettile sulla via del bene, rendendole più docili alle tue leggi. E con i tuoi chiodi serra l’inferno affinché più nessuno vi cada dentro. Mio Gesù, Amante crocifisso, vedo che non ne puoi più: la tensione terribile che subisci sulla croce; lo scricchiolio continuo delle tue ossa, che sempre più si slogano ad ogni piccolo movimento; le carni che più si squarciano; le ripetute offese che Ti giungono, ripetendo passioni e morti più dolorose; la sete ardente che Ti consuma; le pene interne che Ti soffocano di amarezza, di dolore e di amore; e l’ingratitudine umana che in tanti tuoi martiri Ti affronta e Ti penetra come onda impetuosa, fin dentro il trafitto tuo Cuore, Ti schiacciano tanto che la tua santissima Umanità, 

non reggendo sotto il peso di tanti martiri, sta per finire e, delirando di amore e di patire, chiede aiuto e pietà. Crocifisso Gesù, possibile? Tu che reggi tutto e dai vita a tutti, chiedi aiuto? Ah! Come vorrei penetrare in ogni goccia del tuo Sangue e versare il mio per raddolcirti ogni piaga, per attutire il dolore di ogni spina, per rendere meno dolorose le loro punture e per raddolcirti in ogni pena interna del tuo Cuore, per sollevare le intensità delle tue amarezze. 

Vorrei darti vita per vita, e se mi fosse possibile vorrei schiodarti dalla croce per sostituirmi in vece tua. Ma vedo che sono nulla e nulla posso, sono troppo insignificante. Perciò dammi Te stesso. Prenderò vita in Te e in Te darò Te a Te stesso . Così contenterai le mie brame. 


Straziato Gesù, vedo che la tua santissima Umanità finisce non per Te, ma per compiere in tutto la nostra Redenzione.  

Hai bisogno di aiuto divino e perciò Ti getti nelle braccia paterne, chiedendo aiuto e soccorso. Oh! Come il Divin Padre S’intenerisce nel guardare l’orrendo strazio della tua santissima Umanità, il lavorio terribile che la colpa ha fatto sulle tue santissime membra. E per contentare le tue brame d ’amore, Ti stringe al suo Cuore paterno e Ti dà gli aiuti necessari per compiere la nostra Redenzione. E mentre Ti stringe, senti nel tuo Cuore più forte ripetere i colpi dei chiodi, le sferze dei flagelli, gli squarci delle piaghe, le punture delle spine. Oh, come il Padre ne resta colpito! Come Si sdegna nel vedere che tutte queste pene Te le recano fin nel tuo Cuore anche anime a Te consacrate! E nel suo dolore Ti dice: 

 “ Possibile, Figlio mio, che neppure la parte da Te eletta è tutta con Te? Anzi pare che queste anime chiedano rifugio e nascondimento in questo tuo Cuore per amareggiarti e darti morte più dolorosa; e quel che è più, tutti questi dolori che Ti danno sono nascosti e coperti da ipocrisie. Ah, Figlio! Non posso più contenere lo sdegno per l’ingratitudine di queste anime, le quali Mi addolorano più che le altre creature tutte insieme”. 

Ma Tu, o mio Gesù, trionfando di tutto, difendi queste anime, e fai riparo con l ’amore immenso del tuo Cuore alle onde delle amarezze e trafitture che queste anime Ti danno. 

E per placare il Padre, Gli dici: 

“Padre mio, guarda questo mio Cuore: tutti questi dolori Ti soddisfino, e quanto più acerbi essi sono, altrettanto più potenti siano sul tuo Cuore di Padre, per impetrare grazie, luce e perdono per queste anime. Padre mio, non li rigettare: saranno essi i miei difensori che continueranno la mia Vita sulla terra. 

 O Padre amorosissimo, considera che, se la mia Umanità è giunta ora al colmo dei suoi patimenti, questo mio Cuore pure scoppia per le amarezze, le intime pene e gli inauditi strazi che ho sofferto per lo spazio di trentaquattro anni, a cominciare dal primo istante della mia Incarnazione. Tu conosci, o Padre, l’intensità di queste interne amarezze, che sarebbero state capaci di farmi morire ad ogni momento di puro spasimo, se la nostra onnipotenza non Mi avesse sostenuto, per prolungare il mio patire fino a questa estrema agonia. Ah! Se finora Ti ho offerto tutte le pene della mia santissima Umanità per placare la tua Giustizia che pende su tutti, e per attirare su tutti la tua Misericordia trionfatrice, ora Ti presento questo mio Cuore sconquassato, premuto e infranto sotto il torchio di tutti i momenti della mia vita mortale, in modo particolare per i traviamenti delle anime a Noi consacrate. 

 Osserva, o Padre mio: questo è il Cuore che Ti ha amato di infinito amore, che sempre è stato arso di amore per i miei fratelli, figli tuoi in Me; questo è il Cuore generoso con il quale ho anelato il patire, per darti la completa soddisfazione di tutti i peccati degli uomini. Abbi pietà delle sue desolazioni, dei suoi continui accoramenti, delle sue angosce, dei suoi tedi, delle sue tristezze innanzi alla morte! 

 O Padre mio, vi è stato forse un solo palpito del mio Cuore che non abbia cercato la tua gloria, a costo di pene e di Sangue, e la salvezza dei miei fratelli? Non sono usciti da questo mio Cuore sempre oppresso, le ardenti suppliche, i gemiti, i sospiri, i clamori con cui per trentaquattro anni ho pianto e gridato misericordia al tuo cospetto? 

 Tu Mi hai esaudito, o Padre mio, per una infinità di volte e di anime, e Te ne rendo grazie infinite. Ma, guarda, o Padre mio, come non può calmarsi il mio Cuore nelle sue pene se dovesse sfuggire al suo amore anche un’anima sola, perché Noi amiamo tanto un’anima sola quanto tutte le anime insieme. 

E si dirà che dovrò dare l ’ultimo sospiro su questo doloroso patibolo, vedendo miseramente perire anche anime a Noi consacrate? Io muoio in un mare di affanni e di pene per l’iniquità e la perdita eterna del perfido Giuda, tanto duro ed ingrato, che respinse tutti i miei tratti amorosi e delicati, e che tanto beneficai, fino a farlo sacerdote, vescovo, come gli altri miei Apostoli. Ah, Padre mio, basta questo abisso di pene! Quante anime vedo, scelte da Noi per il duplice sacro seguito, che vogliono imitare Giuda, chi più, chi meno! 

 Aiutami, Padre mio, aiutami! Non posso sopportare tutte queste pene. Vedi se c’è una fibra nel mio Cuore che non sia tormentata più di tutti gli strazi del mio Corpo divino. Vedi se tutto il Sangue che sto versando non sgorghi, più che dalle mie piaghe, dal mio Cuore, che si disfa di amore e di dolore. Pietà, Padre mio, pietà! Non per Me, che voglio patire sino all’infinito per le povere anime, ma pietà di tutte le anime, specialmente per quelle, di uomini e donne, chiamate al mio santo servizio e al mio sposalizio di amore. Ascolta, o Padre, il mio Cuore che, vicino a venire meno alla vita, accelera i suoi palpiti infocati e grida: Per tante mie pene, grazie efficaci di pentimento e di vera conversione Ti chiedo per tutte queste infelici anime! Nessuna di esse Ci sfugga! Ho sete, Padre mio, ho sete di tutte le anime, specialmente di queste. Ho sete di patire di più per ciascuna di queste anime. Ho sempre fatto la tua Volontà, Padre mio. Ora questa mia Volontà, che è pure la tua, deh! fa’ che sia compiuta perfettamente per amore di Me, tuo Figlio dilettissimo, nel quale hai trovato tutte le tue compiacenze”. 

 O mio Gesù, non resisto più. Mi unisco alle tue suppliche, ai tuoi patimenti, al tuo amore penante. Dammi il tuo Cuore, affinché io senta la tua stessa sete per le anime consacrate a Te e, con i miei palpiti, Ti restituisca l ’amore e gli affetti di tutti. Permettimi di andare da tutte e di deporre il tuo Cuore in loro. Al suo contatto si riscaldino le fredde, si scuotano le tiepide, si sentano richiamare le fuorviate, ed in loro ritornino le tante grazie respinte. Il tuo Cuore è soffocato dal dolore e dall’amarezza, nel vedere resi vani tanti disegni che avevi su di loro, per la loro in corrispondenza, e nel vedere che tante altre anime, che dovevano avere vita e salvezza per mezzo di quelle, ne risentono le tristi conseguenze.

Io mostrerò loro il tuo Cuore tanto amareggiato per causa loro, lancerò in esse dardi di fuoco dal tuo Cuore, presenterò tutte le tue suppliche e tutti i tuoi patimenti per loro: non è possibile che non si arrendano a Te. Così ritorneranno pentite ai tuoi piedi, ed i tuoi amorosi disegni su di loro saranno ripristinati; staranno in Te ed intorno a Te, non più per offenderti, ma per ripararti, consolarti e difenderti. 


 Vita mia, Crocifisso Gesù, vedo che ancora agonizzi sulla croce, non essendo ancora pago il tuo amore per dare compimento a tutto. Anch ’io, sì, agonizzo insieme con Te, e chiamo tutti: Angeli, Santi, venite sul monte Calvario a mirare gli eccessi e le follie di amore di un Dio! Baciamo le sue piaghe sanguinanti, adoriamole, sosteniamo quelle membra lacerate, ringraziamo Gesù dell’operata Redenzione. Diamo uno sguardo alla trafitta Madre, che tante pene e morti sente nell’Immacolato suo Cuore per quante pene vede nel suo Figlio Dio. Le sue stesse vesti sono intrise di Sangue, il monte Calvario n’è cosparso tutto.

 

 Perciò tutti insieme prendiamo questo Sangue, preghiamo la dolente Madre che si unisca a noi, dividiamoci in tutto il mondo e andiamo in aiuto di tutti. Aiutiamo i pericolanti affinché non periscano, i caduti affinché si rialzino, quelli che stanno per cadere affinché non cadano. Diamo questo Sangue a tanti poveri ciechi, affinché splenda in essi la luce della verità. E in modo speciale portiamoci in mezzo ai poveri combattenti: facciamo loro da vigili sentinelle, e se stanno per cadere colpiti dal piombo nemico, riceviamoli nelle nostre braccia per confortarli; e, se vengono abbandonati da tutti, se sono disperati della loro triste sorte, diamo loro questo Sangue, perché si rassegnino e venga lenita l ’atrocità dei dolori. E se vediamo che vi sono anime che stanno per cadere nell’inferno, diamo loro questo Sangue divino, che contiene il prezzo della Redenzione, e strappiamole a satana. E mentre mi terrò Gesù stretto al mio cuore per difenderlo e ripararlo da tutto, stringerò tutti a questo cuore, affinché tutti ottengano grazia efficace di conversione, forza e salvezza. 

O Gesù, vedo che il Sangue a rivi scorre dalle tue mani e dai tuoi piedi. Gli Angeli, piangenti, facendoti corona, ammirano i portenti dell’immenso tuo amore. Vedo la tua dolce Mamma ai piè della croce, trafitta dal dolore, la tua cara Maddalena, il prediletto Giovanni, tutti presi da estasi di stupore, di amore e di dolore. 

 O Gesù, mi unisco con Te e mi stringo alla tua croce; prendo tutte le gocce del tuo Sangue e le verso nel mio cuore. Quando vedrò la tua Giustizia irritata contro i peccatori, io, per placarti, Ti mostrerò questo Sangue; quando vorrò la conversione di anime ostinate nella colpa, Ti mostrerò questo Sangue e per virtù di esso non rigetterai la mia preghiera, perché ne ho il pegno nelle mani. Ed ora, crocifisso mio Bene, a nome di tutte le generazioni, passate, presenti e future, insieme con la tua Mamma e con tutti gli Angeli mi prostro innanzi a Te e Ti dico: Ti adoriamo, o Cristo e Ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo. 

 


Riflessioni e Pratiche 

 Gesù crocifisso ubbidisce ai carnefici, accetta con amore tutti gl’insulti e pene che Gli danno. Per il grande amore che Gesù sentiva per la povera anima nostra, trovò nella croce il suo letto di riposo. E noi, in tutte le pene, ci riposiamo in Lui? Con la nostra pazienza e col nostro amore possiamo dire che prepariamo un letto nel nostro cuore a Gesù? 

 Mentre Gesù è crocifisso, non c ’è parte interna ed esterna che non senta uno speciale patire. E noi, ci teniamo tutti crocifissi a Lui, almeno coi nostri sensi principali? Quando in una vana conversazione od altro simile divertimento troviamo il nostro gusto, allora è Gesù che resta inchiodato alla croce. Ma se questo medesimo gusto lo sacrifichiamo per amor suo, allora schiodiamo Gesù e c’inchiodiamo noi.  

Teniamo sempre inchiodati coi chiodi della sua santissima Volontà, la nostra mente, il nostro cuore, tutto l ’essere nostro? 

 Gesù, mentre è crocifisso, guarda con amore i carnefici. E noi per amor suo guardiamo con amore chi ci offende? * 

 Mio crocifisso Gesù, i tuoi chiodi siano fitti nel mio cuore, affinché non ci sia palpito, affetto, desiderio che non senta le punture di essi, ed il sangue che verserà questo mio cuore sia il balsamo che lenisca tutte le tue piaghe. 


Il poema della Croce 

( Dal Volume 3 - 2 Dicembre 1899 ) 

 

“ La CROCE sofferta da Voi mi liberò dalla schiavitù del demonio, e mi sposò alla Divinità con nodo indissolubile; la CROCE è feconda, e mi partorisce la grazia; la CROCE è luce e mi disinganna del temporale, e mi svela l ’eterno; la CROCE è fuoco e mette in cenere tutto ciò che non è di Dio, fino a svuotarmi il cuore d’un minimo filo d’erba che possa starci. La CROCE è moneta d’inestimabile prezzo, e se io avrò, Sposo Santo, la fortuna di possederla mi arricchirò di monete eterne, fino a rendermi la più ricca in Paradiso, perché la moneta che corre in Cielo è la croce sofferta in terra.  

La CROCE,poi, non solo mi fa conoscere me stessa, ma  mi dà anche la conoscenza di Dio. La CROCE mi innesta tutte le virtù. La CROCE è la nobile Cattedra dell’increata Sapienza, che mi insegna le dottrine più elevate, sottili e sublimi. La CROCE, da sola, mi svelerà i misteri più nascosti, le cose più recondite, la perfezione più perfetta, tutto ciò essendo nascosto ai dotti ed ai sapienti del mondo. La CROCE è acqua benefica che non solo mi purifica, ma mi somministra anche il nutrimento per le virtù, facendomele crescere, e mi lascia soltanto quando sarò ricondotta alla Eterna Vita. 

 La CROCE è rugiada celeste che mi conserva ed abbellisce il bel giglio della purità. La CROCE è l’alimento della Speranza. La CROCE è la fiaccola della Fede operante. La CROCE è legno asciutto che conserva e mantiene sempre acceso il fuoco della Carità. 

 La CROCE è legno asciutto che fa svanire e mette in fuga tutti i fumi di superbia e di vanagloria e produce nell’anima l’umile viola dell’umiltà. 

 La CROCE è l ’arma più potente che offende i demoni e mi difende da tutti i loro artigli. L’anima, che possiede la CROCE, è invidiata ed ammirata dagli stessi Angeli e Santi e suscita rabbia e sdegno nei demoni. La CROCE è il mio Paradiso in terra; se nel Paradiso dei Beati ci sono i godimenti, nel Paradiso in terra ci sono i patimenti. 

 La CROCE è la catena d ’oro purissimo che mi congiunge con Voi, mio Sommo Bene, formando l’unione più intima possibile, fino a fare scomparire l’essere mio, tramutandomi in Voi e vivente della stessa Vostra Vita”. 


lunedì 26 settembre 2022

LE 24 ORE DELLA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

 


DICIOTTESIMA ORA 

Dalle 10 alle 11 del mattino Gesù prende la croce e si avvia al Calvario, dove è spogliato 


Mio Gesù, amore insaziabile, vedo che non Ti dai pace, sento le tue smanie d ’amore, i tuoi dolori; il cuore Ti batte forte, ed in ogni palpito sento scoppi, torture, violenze d’amore. E Tu, non potendo contenere il fuoco che Ti divora, Ti affanni, gemi, sospiri, ed in ogni gemito Ti sento dire: Croce! Ogni goccia del tuo Sangue ripete: Croce! Tutte le tue pene, nelle quali come in un mare interminabile Tu nuoti dentro, ripetono fra loro: Croce! E Tu esclami: 

“ O croce diletta e sospirata, tu sola salverai i miei figli, ed Io in te concentro tutto il mio amore ”. 


[ Gesù è incoronato di spine per la seconda volta]  

Intanto i tuoi nemici Ti fanno rientrare nel pretorio, Ti tolgono la porpora, volendoti rivestire delle tue vesti. Ma, ahi, quanto dolore! Mi sarebbe più dolce il morire che vederti tanto  soffrire! La veste si attacca alla corona e non possono tirarla su; quindi, con crudeltà non mai vista, Ti strappano tutto insieme e vesti e corona. Allo strappo crudele molte spine si spezzano e restano infisse nella tua santissima Testa; il Sangue a ruscelli Ti piove, ed è tanto il tuo dolore che Tu gemi. Ma i nemici, non curando le tue torture, Ti mettono la veste di nuovo, ritornano a metterti la corona, e, premendola fortemente sul tuo Capo, le spine giungono negli occhi, nelle orecchie; sicché non c ’è parte della tua santissima Testa che non senta le trafitture di esse. E’ tanto il tuo dolore, che vacilli sotto quelle mani crudeli, tremi da capo a piè, tra spasimi atroci stai per morire; e con i tuoi occhi languidi e ripieni di Sangue a stento mi guardi, per chiedermi aiuto in tanto dolore. 

Mio Gesù, Re di dolori , lascia che Ti sostenga e Ti stringa al mio cuore. Vorrei prendere il fuoco che Ti divora per incenerire i tuoi nemici e metterti in salvo, ma Tu non vuoi perché le ansie della croce si fanno più ardenti e vuoi su di essa subito immolarti, anche per i tuoi stessi nemici. Ma mentre Ti stringo al mio cuore, Tu, stringendomi al tuo, mi dici: “Figlia mia, fammi sfogare il mio amore, ed insieme con Me ripara per quelli che fanno il bene e Mi disonorano. Questi giudei Mi vestono delle mie vesti per screditarmi maggiormente innanzi al popolo, per convincerlo che Io sia un malfattore.

Apparentemente l ’azione di vestirmi era buona, ma in sé stessa era cattiva. Ah! Quanti fanno opere buone, amministrano Sacramenti, li frequentano, con fini umani ed anche cattivi. Ma il bene, fatto malamente, porta alla durezza. Ed Io voglio essere coronato una seconda volta, con dolori più acerbi della prima, per frangere questa durezza e così, con le mie spine, attirarli a Me. Ah, figlia mia! Questa seconda coronazione Mi è ben più dolorosa. Mi sento la Testa come nuotare dentro le spine e, ad ogni movimento che faccio, o urto che Mi danno, tante morti crudeli Io subisco. Riparo così la malizia delle offese; riparo per quelli che in qualunque stato di animo si trovano, invece di pensare alla propria santificazione, si dissipano e rigettano la mia grazia, ritornando a darmi spine più pungenti , mentre Io sono costretto a gemere, a piangere con lacrime di Sangue e a sospirare la loro salvezza. 

Ah, Io faccio di tutto per amarle, e le creature fanno di tutto per offendermi! Almeno tu non lasciarmi solo nelle mie pene e nelle mie riparazioni”. 


[ Gesù prende la croce] 

Straziato mio Bene, con Te riparo, con Te soffro. Ma vedo che i tuoi nemici Ti precipitano dalle scale, il popolo con furore ed ansie Ti aspetta; già Ti fanno trovare pronta la croce che con tanti sospiri Tu cerchi, e Tu con amore la guardi e con passo franco Ti avvicini ad abbracciarla. Ma prima la baci, e correndoti un brivido di gioia per la tua santissima Umanità, con sommo tuo contento ritorni a guardarla e ne misuri la lunghezza e la larghezza. In essa già stabilisci la porzione per tutte le creature; le doti sufficientemente per vincolarle alla Divinità con nodo di sposalizio e renderle eredi del Regno dei Cieli. Poi non potendo contenere l’amore con cui le ami, ritorni a baciare la croce e le dici: 

“ Croce adorata, finalmente ti abbraccio! Eri tu il sospiro del mio Cuore, il martirio del mio amore; ma tu, o croce, tardasti finora, mentre i miei passi sempre verso di te si dirigevano. Croce santa, eri tu meta dei miei desideri, lo scopo della mia esistenza quaggiù. In te concentro tutto l’essere mio, in te metto tutti i miei figli, e tu sarai la loro vita e la loro luce, la difesa, la custodia, la forza; tu li sovverrai in tutto, e gloriosi Me li condurrai nel Cielo. Oh, croce, cattedra di sapienza! Tu sola insegnerai la vera santità; tu sola formerai gli eroi, gli atleti, i martiri, i santi. Croce bella, tu sei il mio trono, e dovendo Io partire dalla terra, tu rimarrai in vece mia; a te do in dote tutte le anime: custodiscimele, salvamele, a te le affido ”. 


Così dicendo, ansioso, Ti fai mettere la croce sulle tue santissime spalle. Ah, mio Gesù! La croce per il tuo amore è troppo leggera, ma al peso della croce si unisce quello delle nostre colpe, enormi ed immense quanto la distesa dei cieli. E Tu, affranto mio Bene, Ti senti schiacciare sotto il peso di tante colpe; la tua anima inorridisce alla vista di esse e sente la pena di ogni colpa, la tua Santità resta scossa di fronte a tanta bruttezza e perciò, addossando la croce sulle tue spalle, vacilli, affanni, e dalla tua santissima Umanità trafila un sudore mortale. 

Deh, Amor mio! Non mi regge l ’animo di lasciarti solo, voglio dividere insieme con Te il peso della croce, e per sollevarti il peso delle colpe mi stringo ai tuoi piedi. Voglio darti, a nome di tutte le creature, amore per chi non Ti ama, lodi per chi Ti disprezza, benedizioni, ringraziamenti, ubbidienza per tutti.

Protesto che in qualunque offesa che riceverai, io intendo offrirti tutta me stessa per ripararti, fare l’atto opposto alle offese che le creature Ti fanno e consolarti coi miei baci e continui atti di amore. 

Ma vedo che sono troppo misera, ho bisogno di Te per poterti riparare davvero. Perciò mi unisco alla tua santissima Umanità, ed insieme con Te unisco i miei pensieri ai tuoi, per riparare i pensieri cattivi miei e di tutti; i miei occhi ai tuoi, per riparare gli sguardi cattivi; la mia bocca alla tua, per riparare le bestemmie e i discorsi cattivi; il mio cuore al tuo, per riparare le tendenze, i desideri e gli affetti cattivi. In una parola, voglio riparare tutto ciò che ripara la tua santissima Umanità, unendomi all’immensità del tuo amore per tutti, ed al bene immenso che fai a tutti. 

Ma non son contenta ancora; voglio unirmi alla tua Divinità, e questo mio nulla lo sperdo in Essa, e così Ti do il Tutto. Ti do il tuo amore per ristorare le tue amarezze; Ti do il tuo Cuore per ristorarti delle nostre freddezze, in corrispondenze, ingratitudini e poco amore delle creature. Ti do le tue armonie per rinfrancarti l’udito dagli assordamenti che ricevi con le bestemmie.  

Ti do la tua bellezza per rinfrancarti delle bruttezze delle anime nostre quando ci infanghiamo nella colpa. Ti do la tua purità per rinfrancarti delle mancanze di rettitudine d’intenzione e del fango e del marciume che vedi in tante anime. Ti do la tua immensità per rinfrancarti delle volontarie strettezze in cui si mettono le anime. Ti do il tuo ardore per bruciare tutti i peccati e tutti i cuori, affinché tutti Ti amino e nessuno più Ti offenda. Insomma Ti do tutto ciò che sei Tu per darti soddisfazione infinita, amore eterno, immenso ed infinito. 


[ La salita al Calvario] 

 Mio pazientissimo Gesù, vedo che fai i primi passi sotto il peso enorme della croce, ed io unisco i miei passi ai tuoi; e quando Tu, debole, svenato e vacillante starai per cadere, io sarò al tuo fianco per sorreggerti, presterò le mie spalle sotto di essa per dividerne insieme con Te il peso. Tu non disdegnarmi, ma accettami per tua fedele compagna. 

 O Gesù, Tu mi guardi, e vedo che ripari per quelli che non portano con rassegnazione la propria croce, anzi imprecano, s’irritano, si suicidano e fanno omicidi; e Tu impetri a tutti amore e rassegnazione alla propria croce. 


[ Gesù cade per la prima volta]  

Ma è tanto il tuo dolore, che Ti senti come stritolare sotto la croce. Sono appena i primi passi che muovi, e già Tu cadi sotto di essa, e mentre cadi, urti nelle pietre: le spine si conficcano di più nel tuo Capo, mentre tutte le piaghe s’inaspriscono e danno nuovo Sangue; e siccome non hai forza per alzarti, i tuoi nemici, irritati, con calci e con spinte cercano di metterti in piedi. Caduto Amor mio, lascia che Ti aiuti a metterti in piedi, Ti baci, Ti rasciughi il Sangue, ed insieme con Te ripari per quelli che peccano per ignoranza, per fragilità e debolezza; e Ti prego di dare aiuto a queste anime. 


[ Gesù incontra la sua Santissima Madre]  

Vita mia, Gesù, i tuoi nemici, facendoti soffrire spasimi inauditi, sono giunti a metterti in piedi, e mentre barcollando Tu cammini, sento il tuo respiro affannoso. Il tuo Cuore batte più forte, e nuove pene  Te lo trafiggono intensamente; già scuoti la Testa per sgombrare i tuoi occhi dal Sangue che li riempie e ansioso guardi . Ah, mio Gesù! Ho capito tutto: la tua Mamma che, come gemebonda colomba va in cerca di Te, vuol dirti un’ultima parola e ricevere un tuo ultimo sguardo; e Tu senti le sue pene, il suo Cuore lacerato nel tuo ed intenerito e ferito dal suo e dal tuo amore. 

Già la scorgi che, spingendosi attraverso la folla, a qualunque costo vuol vederti, abbracciarti e darti l ’ultimo addio. Ma Tu resti più trafitto nel vedere la sua pallidezza mortale, tutte le tue pene per forza di amore riprodotte in lei; se essa vive, è solo miracolo della tua onnipotenza. 

Già Tu muovi i passi incontro ai suoi, ma a stento Vi potete scambiare gli sguardi. Oh, schianto di cuori d’ambo le parti! I soldati avvertono e, con urti e spinte, impediscono che Mamma e Figlio Vi diate l’ultimo addio.


[ Gesù cade per la seconda volta]  

È tanta l’ambascia d’entrambi, che la tua Mamma resta impietrita dal dolore e quasi sta per soccombere. Il fedele Giovanni e le pie donne la sorreggono, mentre Tu di nuovo cadi sotto la croce . Allora la tua dolente Mamma, ciò che non fa col corpo, perché impedita, lo fa con l’anima: entra in Te, fa suo il Volere dell’Eterno e, associandosi in tutte le tue pene, Ti fa l’ufficio di mamma, Ti bacia, Ti ripara, Ti lenisce ed in tutte le tue piaghe versa il balsamo del suo doloroso amore.  

Mio penante Gesù, anch ’io mi unisco con la trafitta Mamma. Faccio mie tutte le tue pene ed in ogni goccia del tuo Sangue, in ogni piaga voglio farti da mamma; ed insieme con Lei e con Te, riparo per tutti gli incontri pericolosi, e per quelli che si espongono alle occasioni di peccare, o, costretti dalla necessità ad esporsi, restano allacciati nel peccato. 

Tu intanto gemi, caduto sotto la croce . I soldati temono che Tu muoia sotto il peso di tanti martiri e per lo spargimento di tanto Sangue. Ciò non pertanto a via di frustate e calci, stentatamente giungono a metterti di nuovo in  piedi. Così ripari le ripetute cadute nel peccato, i peccati gravi commessi da ogni classe di persone, e preghi per i peccatori ostinati e piangi con lacrime di Sangue per la loro conversione. 


[ La piaga profonda nella spalla di Gesù]  

Affranto Amor mio, mentre Ti seguo nelle riparazioni, vedo che non reggi sotto il peso enorme della croce. Già tremi tutto; le spine, ai continui urti che ricevi, penetrano sempre più dentro la tua santissima Testa; 

la croce per il suo grave peso si addentra nella spalla, tanto da formare una piaga così profonda da scoprire le ossa, e ad ogni passo mi sembra che muori e quindi impossibilitato di andare più avanti. Ma il tuo amore che tutto può, ti dà forza; e come Ti senti penetrare la croce nella spalla, ripari per i peccati nascosti che, non essendo riparati, accrescono l’acerbità dei tuoi spasimi. Mio Gesù, lascia che metta la mia spalla sotto la croce per sollevarti, e con Te ripari tutti i peccati occulti. 


[ Il Cireneo è costretto a portare la croce di Gesù]  

Ma i tuoi nemici, per timore che Tu muoia sotto di essa, costringono il Cireneo ad aiutarti a portare la croce, il quale, mal volentieri e brontolando, non per amore Ti aiuta, ma per forza. E nel tuo Cuore allora fanno eco tutti i lamenti di chi soffre, le mancanze di rassegnazione, le ribellioni, le ire e i disprezzi nel soffrire. Ma molto più resti trafitto nel vedere che le anime a Te consacrate, che chiami a compagne ed aiuto nel tuo dolore, Ti sfuggono; e se Tu le stringi a Te col dolore, ah!, esse si svincolano dalle tue braccia per andare in cerca di godimenti, e così lasciano Te solo a dolorare . Mio Gesù, mentre riparo con Te, Ti prego di stringermi fra le tue braccia, e tanto forte, che non ci sia pena che Tu soffra di cui non prenda parte anch’io, per trasformarmi in esse e per rifarti dell’abbandono di tutte le creature.

 

[ La Veronica rasciuga il Volto di Gesù] 

Affranto mio Gesù, a stento cammini e tutto incurvato. Ma vedo che Ti soffermi, e cerchi di guardare. Cuor mio, che c ’è, che vuoi? Ah! È la Veronica che nulla temendo, coraggiosamente con un panno Ti rasciuga il Volto tutto coperto di Sangue, e Tu ve lo lasci impresso in segno di gradimento. Mio generoso Gesù, anch’io voglio asciugarti, e non con un panno, ma voglio esibire tutta me stessa per sollevarti. Voglio entrare nel tuo interno e darti, o Gesù, palpiti per palpiti, respiri per respiri, affetti per affetti, desideri per desideri. Intendo tuffarmi nella tua santissima Intelligenza e, facendo scorrere tutti questi palpiti, respiri, affetti e desideri nell’immensità della tua Volontà, intendo moltiplicarli all’infinito. Voglio, o mio Gesù, formare onde di palpiti per fare che nessun palpito cattivo si ripercuota nel tuo Cuore, e così lenire tutte le sue interne amarezze . 

Intendo formare onde di affetti e di desideri, per allontanare tutti gli affetti e i desideri cattivi che potrebbero menomamente contristare il tuo Cuore. Intendo ancora, o mio Gesù, formare onde di respiri e di pensieri, per allontanare qualunque respiro e pensiero che potrebbe menomamente dispiacerti. Starò bene in guardia, o Gesù, affinché nulla più [Ti] affligga e aggiunga alle tue pene interne altre amarezze. O mio Gesù, deh! Fa ’ che tutto il mio interno nuoti nell’immensità del tuo; così potrò ritrovare amore sufficiente e Volontà sufficiente per far che non entri nel tuo interno amore cattivo, né volontà che potrebbe dispiacerti. Intanto i nemici, mal vedendo quest’atto della Veronica, Ti frustano, Ti spingono e Ti mettono in via. 


[ Gesù consola le pie donne] 

Altri pochi passi e Ti fermi ancora. Il tuo amore, sotto il peso di tante pene non si arresta e, vedendo le pie donne che piangono per causa delle tue pene, Tu  dimentichi Te stesso e le consoli col dir loro: “ Figlie, non piangete sulle mie pene, ma sopra i peccati vostri e sopra i figli vostri”. 

 Che insegnamento sublime! Come dolce è la tua parola! O Gesù, con Te riparo le mancanze di carità, e Ti chiedo grazia di farmi dimenticare me stessa, perché non ricordi altro che Te solo . 


[ Gesù cade per la terza volta]  

Ma i tuoi nemici, sentendoti parlare, vanno in furia: Ti tirano per le funi, Ti spingono con tanta rabbia che Ti fanno cadere e, mentre cadi, urti nelle pietre. Il peso della croce Ti crucia 1 , e Tu Ti senti morire. Lascia che Ti sostenga e faccia riparo con le mie mani al tuo santissimo Volto. Vedo che tocchi la terra e boccheggi nel Sangue. Ma i tuoi nemici Ti vogliono mettere in piedi: Ti tirano con le funi, Ti alzano per i capelli, Ti danno calci, ma tutto invano. Tu muori, mio Gesù! 

Che pena! Mi si spezza il cuore per il dolore! E quasi trascinandoti, Ti conducono al monte Calvario. Mentre Ti trascinano, sento che ripari tutte le offese delle anime a Te consacrate, che Ti danno tanto peso che, per quanto Tu Ti sforzi per alzarti, Ti riesce inutile. E così trascinato e calpestato, giungi al Calvario, lasciando da dove passi, rossa traccia del tuo Sangue prezioso. 


[ Gesù è spogliato e coronato di spine per la terza volta]  

Ma qui nuovi dolori Ti aspettano: Ti spogliano di nuovo e Ti strappano vesti e corona di spine. Ah! Tu gemi nel sentire strappare da dentro la tua Testa le spine. E mentre Ti strappano la veste, Ti strappano pure le carni lacere attaccate ad essa. Le piaghe si squarciano, il Sangue a rivi scorre fino a terra, ed è tanto il dolore, che, quasi morto, Tu cadi.  

Ma nessuno si muove a compassione di Te, mio Bene. Anzi con bestiale furore di nuovo Ti mettono la corona di spine, Te la battono ben bene, ed è tanto lo strazio per i laceramenti e per lo strappo che fanno ai tuoi capelli ammassati nel Sangue coagulato, che solo gli Angeli potrebbero dire ciò che Tu soffri, mentre, inorriditi, ritorcono i loro sguardi celesti e piangono. 

Spogliato mio Gesù, permettimi che Ti stringa al mio cuore per riscaldarti, perché vedo che tremi, ed un sudore gelido di morte invade la tua santissima Umanità. Quanto vorrei darti la mia vita, il mio sangue per sostituire il tuo, che hai perduto per darmi vita. Gesù intanto, quasi guardandomi con i suoi occhi languidi e moribondi, par che mi dica:  “ Figlia mia, quanto Mi costano le anime! Qui è il luogo dove tutti aspetto per salvarli, dove voglio riparare i peccati di quelli che giungono a degradarsi al di sotto delle bestie, e si ostinano tanto nell ’offendermi, che giungono a non saper vivere senza fare peccati. La loro ragione resta cieca e peccano all’impazzata; ecco perché una terza volta Mi coronano di spine. E con lo spogliarmi, riparo per quelli che indossano vesti di lusso e indecenti, per i peccati contro la modestia, e per quelli che sono tanto legati alle ricchezze, agli onori, ai piaceri, che ne formano un dio per i loro cuori. Ah, sì!, ognuna di queste offese è una morte che sento e, se non muoio, è perché il Volere dell’Eterno mio Padre non ha decretato ancora il momento della mia morte” 

Denudato mio Bene, mentre con Te riparo, Ti prego di spogliarmi di tutto con le tue santissime mani, e non permettere che nessun affetto cattivo entri nel mio cuore; Tu vigilamelo, circondamelo con le tue pene, riempimelo del tuo amore. 

La mia vita non sia altro che la ripetizione della tua, e rafferma con la tua benedizione il mio spogliamento. Benedicimi di cuore e dammi la forza d’assistere alla tua dolorosa crocifissione, per rimanere crocifissa insieme a Te. 


Riflessioni e Pratiche  

Gesù porta la croce. L ’amore di Gesù alla croce, il suo ansioso ardore di morire sulla stessa per salvare le anime, sono immensi. E noi, amiamo come Gesù il patire? Possiamo dire che i nostri palpiti fanno eco ai suoi palpiti divini, e che anche noi chiediamo la nostra croce?  

Quando soffriamo, abbiamo noi l ’intenzione di farci compagni a Gesù, per alleggerirgli il peso della sua croce? Come lo accompagniamo? E negli insulti che riceve, siamo sempre pronti a dargli il nostro piccolo patire per sollievo delle sue pene?  

Nell ’operare, nel pregare, e quando sotto il peso di pene interne sentiamo lo stento nel nostro patire, facciamo volare la nostra pena a Gesù, che come velo, asciugandogli i sudori, lo rinfranchi, facendo nostro il suo stento? 

 

O mio Gesù, chiamami sempre a Te vicino, e fa ’ che Tu sia sempre presso di me, perché Ti conforti sempre con le mie pene.