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mercoledì 13 gennaio 2021

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!

 


APPENDICE III

UN PAPA IN MOSCHEA 

Veramente non sarebbe la prima volta che Giovanni Paolo II sia entrato nell'interno di una moschea, perché era entrato già in uno spazio sacro dell'Islam quando, sulla spianata delle moschee di Gerusalemme, era anche all'interno di un edificio sacro musulmano. Comunque, Giovanni Paolo II, che fu già visto baciare, religiosamente, il Corano, il 14 maggio 1999,aveva iniziato i suoi viaggi, dedicati al "dialogo interreligioso", già molto prima, con preferenza verso l'Islam. Si direbbe che Egli abbia sempre avuto una specie di fascino verso il mondo musulmano, fin dall'inizio del suo pontificato. Per esempio: il 29 novembre 1979, fu ad Ankara (Turchia), proprio per quella sua volontà di "dialogo" con l'Islam. Una volontà ad hoc che prenderà sempre più forma negli altri viaggi, specialmente in Africa e in Asia, con i molti incontri che fece con le comunità musulmane, nonostante le cattive accoglienze che talora ebbe, come in Nigeria, nel febbraio 1982.

  Il 2 aprile 1980, quattro giorni prima della Pasqua, derogando ai regolamenti della Settimana Santa, ricevette in Vaticano il Re Hassan del Marocco e il suo seguito. Ci fu subito una corrente d'amicizia tra loro, e il Re invitò il suo "illustre ami" ad andare a Casablanca per parlare ai giovani musulmani del suo regno. L'incontro, infatti, avvenne il 19 agosto 1985. Nel gennaio 1993, Giovanni Paolo II volle andare persino in Sudan, alla capitale Kharthoum, nonostante l' impossibile situazione per un qualsiasi "dialogo" con le autorità musulmane del Paese. Come, difatti, avvenne! Nel 1999, dopo un accordo avvenuto tra università romane e la grande Università musulmana "Al Azhar" del Cairo (Egitto), ebbe l'incontro con gli universitari, il 25 febbraio 2000. Un anno dopo, Giovanni Paolo II ha voluto andare a Damasco (Siria), quasi a coronamento di questa sua volontà di "dialogo" con l'lslam, nella moschea degli Omayyades, considerata come il quarto luogo sacro dell'lslam.' In quella moschea, Giovanni Paolo II è entrato con tanto di croce pettorale al collo; un fatto certamente inatteso e sconvolgente per gli integralisti islamici, sunniti e scii ti t Ma anche noi ci domandiamo: perché il Papa è andato in quella moschea? .. Certo, doveva sapere che quella moschea-madre di tutte le moschee, come Gli dirà, poi, il Gran Mufti, era stata costruita all'inizio del secolo VIII, dopo che i conquistatori arabi avevano distrutto la chiesa-cattedrale cristiana, dedicata appunto a San Giovanni Battista; come doveva pur sapere delle persecuzioni che i cristiani di Damasco avevano subìto, proprio da parte dei musulmani! .. Interrogativi che possono avere risposta solo ripensando al percorso di apertura verso le altre religioni e culture, lungo il quale Giovanni Paolo II ha spinto la Chiesa di Roma. Ed ecco, qui - 6 maggio 2001, domenica, giorno del Signore!- all'interno della grande Moschea Omayyades di Damasco, nel cuore dell'Islam, a posare la sua mano sul cenotafio di San Giovanni Battista, il "precursore" di Gesù Cristo, che anche l'Islam venera come "Yahia", uno dei Profeti. Ed è proprio qui, infatti, in questo tempio musulmano, che è custodita la reliquia della testa del Santo. Ed è qui che, oltre ai mosaici cristiani, c'è anche una iscrizione greca su un portale: "Cristo, il re dei tempi!", quasi a testimoniare un'epoca in cui quel luogo era una Basilica bizantina, cristiana, ma che, dopo la conquista araba di Damasco, nel 636, diventò moschea musulmana. Prima di entrare nella moschea, però, il Papa fu condotto in una sala, sulla sinistra del complesso, dove lo fecero sedere su uno degli scranni, posti lungo le pareti, e il vescovo Stanislaw, fedele suo segretario, Gli tolse le scarpe e Gli infilò un paio di babbucce bianche. Dopo di che, il Gran Mufti guidò il Papa fino alla "sala della preghiera". Ma la méta era il "memoriale" di San Giovanni Battista, venerato anche dai musulmani come "profeta". Il suo mausoleo si trova in mezzo alla lunga navata, sormontato da una cupoletta colorata, dietro un cubo allungato, di pietra, interrotto da tante finestre con le griglia dorate, dietro le quali si intravede un immenso sarcofago, coperto di iscrizioni arabe. Qui - come vuole la tradizione locale - è custodita la testa di San Giovanni Battista. Qui, la tomba del profeta "Y ahya" vorrebbe essere un simbolo della comunanza tra musulmani e cristiani. Il suo nome compare anche nel Corano, nella Sura XIX, Mariam (Maria), e nella Sura III "al Imran" (la famiglia di Imran), che è la famiglia di Gesù2•

Ora, questo gesto del Papa fa ricordare il suo raduno inter-religioso del 1986, ad Assisi, dove 200 Capi religiosi avevano pregato insieme per la pace. Qui, però, in quella moschea di Damasco, non ci fu alcuna preghiera in comune, forse per non eccitare gli integralisti. Infatti, l'annuncio prematuro di una preghiera che Giovanni Paolo II avrebbe fatto nella moschea di Omayyades, aveva suscitato, in Siria, un fremito d'indignazione tra i musulmani! E per questo si evitò ogni gesto di sapore sincretista, fino ad eliminare persino un qualsiasi segno di croce! Giovanni Paolo II rimase ivi, in piedi, per alcuni istanti, in preghiera silenziosa. Era appoggiato, con la sinistra, al bastone, e, con la destra, alla base di una colonna del cenotafio di San Giovanni Battista. Da rilevare: la moschea, durante quella visita di Giovanni Paolo II, era chiusa al pubblico e blindata da schiere di poliziotti e sciami di agenti! Per la popolazione musulmana, quindi, il Papa è rimasto una persona remota, quanto un Capo di Stato in visita ufficiale. Per il regìme siriano, poi, fu un interlocutore gradito, sì, ma sfuggente, anche se l'avevano invitato a benedire un fronte comune tra cristiani e musulmani. Io spero che il Papa, lì, a Damasco, abbia ricordato che, nella tappa precedente, ad Atene, la Chiesa ortodossa aveva insistito sulla matrice " cristiana", o "ellenico-cristiana", dell'Europa, con l'evidente intenzione di attribuire a quella dimensione un senso anti-islamico, anti-turco! Come pure spero che abbia ripensato anche alle pressioni dei non pochi Prelati del "Sinodo Europeo" che Gli avevano ricordato la minaccia di una nuova "islamizzazione" del Vecchio continente. Inoltre, quel suo percorso nel cuore dell'Islam, avrebbe dovuto fargli presente che Egli era il capo di una Chiesa cattolica e non un apostolo dei "diritti umani" della Rivoluzione Francese, e neppure un leader di un movimento di opinione liberale, per cui avrebbe dovuto tendere tutte le sue forze spirituali e intellettuali ad affermare la centralità del cristianesimo nella Storia, e non solo in quella d'Europa!

Usciti dalla moschea, il Papa venne condotto e fatto sedere, a un lato di un cortile, sotto il "Minareto di Gesù". Il perché di questo titolo lo si trova in una tradizione musulmana in cui si narra che il profeta Gesù, il giorno del giudizio finale, ritornerà dal soggiorno dei morti a uno dei tre Minareti di quella grande Moschea, e precisamente a quella che vien detta il "Minareto di Gesù". Ora, lì, venne cantato un brano del Corano, tolto dalla "Sura di Hshr", che riporta dei "nomi di Dio". Poi, ci fu lo scambio dei discorsi. Il Mufti ha detto: "La Chiesa cattolica e i governi Cristiani aiutino a far trionfare la giustizia e a cancellare l'oppressione esercitata da Israele sui palestinesi". E dopo aver ricordato la "tolleranza"(?!) con cui l 'lslam ha trattato, nella storia, i "fratelli cristiani" (?!),ha aggiunto: "Non possiamo passare sotto silenzio gli errori compiuti nel passato da persone che pure si richiamavano agli insegnamenti della religione". Ma qui la Storia fu addirittura stravolta!.. Forse che essa non è disseminata di cadaveri, fatti dai musulmani, più razzisti dei razzisti d'ogni tempo? ... Forse che il loro codice di vita, il "Corano", non obbliga alla "guerra Santa" contro gli "infedeli", quali siamo considerati, soprattutto, noi cattolici? Ma anche il discorso del Papa, -che non lesse personalmente, limitandosi a pronunciare, in inglese, i saluti iniziali e quelli finali, mentre il testo lo fece leggere, in arabo, a uno dei Vescovi del suo seguito! - benché soffuso di tolleranza e d'amore, è rimasto al di qua delle questioni religiose e politiche. Il Papa, cioè, dopo aver ascoltato religiosamente (! !) la lettura di alcuni versetti del Corano e la litania dei nomi di Allah, ascoltò il Gran Mufti che accoglieva calorosamente Sua Santità Giovanni Paolo II, quale "presidente dello Stato del Vaticano", in quel tempio "culla dei profeti"; poi, parlò Lui, affermando, senza arrossire - che "l'lslam è  la religione della fraternità e della pace", quasi che nessuno sapesse dei fatti della Cecenia, della Macedonia, della Bosnia, della Palestina, della Molucche, del Pakistan, del Sudan, dell'Algeria, e via dicendo! .. Imperturbabile, poi, continuò: "Noi adoriamo tutti lo stesso Dio", senza battere ciglio! .. Era d'accordo, allora? Se sì, sarebbe stato un rinnegamento del nostro Dio, che è Padre, Figlio e Spirito Santo, per nulla affatto eguale a quello dei musulmani, come abbiamo dimostrato precedentemente; se non era d'accordo, e tacque solo per cortesia, il suo silenzio ha certamente indotto le centinaia di milioni di musulmani di tutto il mondo a credere di essere nel giusto a credere che "Allah" è il vero loro dio e che Maometto è il suo profeta! Comunque, la risposta di Giovanni Paolo II, evocando la testimonianza di San Giovanni Battista, una vita tutta consacrata a Cristo e coronata dal martirio, non fu, certo, quella che ci si poteva aspettare da un successore di Pietro! Infatti, disse: "Che tutti coloro che venerano la sua memoria, qui, siano illuminati dalla sua testimonianza, affinché possano comprendere - e Noi pure! - che il grande compito della sua vita fu di cercare la verità di Dio e la sua giustizia"! Si noti l 'inciso: "e Noi pure", che dovrebbe significare che anche Giovanni Paolo II "cerca la verità di Dio e la sua giustizia". È una confessione pubblica strabiliante, inattesa! E poi continuò: "Il Nostro incontro, in questo luogo rinomato, ci richiama che l'uomo è un essere spirituale, chiamato a riconoscere e a rispettare il primato assoluto di Dio su tutte le cose". E perché non disse: "del Cristo che è Dio"? •. Forse che San Giovanni Battista non "si mise a predicare Gesù, proclamando che Egli era il Figlio di Dio?"(Atti: 9, 20). E ancora: "lo desidero ardentemente che i responsabili religiosi e i professori di religione, musulmani e cristiani, presentino le nostre due importanti comunità religiose come delle comunità impegnate in un dialogo rispettoso, mai più come delle comunità in conflitto". Ma allora, chi si impegna in questo dialogo cristiano musulmano dovrà evitare di parlare di Gesù Cristo, Figlio di Dio, perché il Corano insegna che Dio ... non ha figli! .. E continuò: "Il nostro incontro d'oggi alla Moschea Omayyades sarà il segno della nostra determinazione a far progredire il dialogo inter-religioso della Chiesa cattolica con l'Islam ... e Noi, oggi, possiamo manifestare la nostra riconoscenza (a chi?) per la strada che Noi abbiamo percorso assieme. Al più alto livello, il Consiglio Pontificio per il "Dialogo inter-religioso rappresenta la Chiesa cattolica in questo sforzo". Ma perché tacere dei massacri cristiani in Palestina, in India, in Cina, in Indonesia, ecc.. anche se il Papa ha affermato che "il ricco dialogo di vita è continuato senza interruzione", limitandosi ad aggiungere che " ogni persona e ogni famiglia ha conosciuto momenti di armonia e altri momenti in cui il dialogo s'è interrotto"? .. e affermare persino che "i Musulmani e i Cristiani onorano parallelamente i loro luoghi di preghiera"? .. Per Giovanni Paolo II, allora, chiese e moschee sono forse luoghi di intercomunione, in "occasione di matrimoni, di funerali e di altre celebrazioni"? .. Ma il Papa non sapeva che il Califfo Walid I 0 perseguitò i cristiani, confiscò la chiesa cattolica per fare quella moschea? E non sapeva che i musulmani d'allora avevano fatto numerosi martiri cristiani'? .. E adesso, dopo la visita di Giovanni Paolo II, non ci saranno più né martiri né apostati, ma solo "il dialogo inter-religioso" che "condurrà a delle forme varie di cooperazione, particolarmente prendendo cura dei poveri e dei deboli, perché "tali sono i segni che la nostra adorazione di Dio è vera"? .. Comunque, questo parlare è una condanna proprio dei poveri e dei deboli, se si afferma che la "violenza" "distrugge l'immagine del Creatore nelle sue creature", e che essa "non deve più essere considerata come il frutto di convinzioni religiose", condannando, così, la "forza", usata dai suoi predecessori che hanno impiegato proprio la "forza" in difesa delle loro "pecorelle"! .. A Damasco, così, il Papa ha disarmato i cristiani d'Asia, d'Africa e del vicino Oriente, rendendo li inermi di fronte ali' offensiva planetaria de li' Islam contro la Cristianità, quasi consegnandola ai lupi perché sia azzannata e uccisa! Ma noi pre-conciliari avevamo imparato che la "fortezza" è una virtù cardinale, dono dello Spirito Santo, e che, quindi, non è affatto illegittimo che sia usata "in nome di Dio", proprio come diceva Santa Giovanna d'Arco ai suoi soldati e ai suoi persecutori. Anche perché la "fortezza" è un vero strumento di pace e di fraternità tra i popoli e della vera civiltà! Comunque, quel discorso di Giovanni Paolo II, a Damasco, cadrebbe sotto la condanna di San Pio X, pronunciata proprio a riguardo della "cooperazione" inter-confessionale e inter-religiosa: «Non c'è vera civilizzazione senza civilizzazione morale; e non c'è vera civilizzazione morale senza la vera religione: ciò è una verità dimostrata; è un fatto di storia»! Perciò, continuando la nostra riflessione, su quel recarsi del Papa in una moschea, ci poniamo anche altre domande: Perché si è fatto quell'incontro, che non fu né "dialogo" né un "confronto" tra le due religioni, quella cattolica - la sola vera! - e quella musulmana, una sètta di stampo giudaico, che ha dimostrato, a parole, talvolta, anche un certo rispetto dei cristiani, "la gente del libro", come ci chiamava Maometto, ma che, in realtà, ha trattato e tratta tuttora come "infedeli" da convertire all'lslam o da macellare decisamente? .. E perché quel "dialogo" con loro? .. N o n si sa, forse, chi siano, per loro, Gesù e Maria? e chi siano, per loro, il "Padre, il Figlio e lo Spirito Santo"? .. e cosa sia la Croce? .. e che per i musulmani, Gesù è uno "sconosciuto", anche se il Corano parla spesso di Lui come "lsa ibn Maryam", e anche se Lo dice un grande saggio profeta, un "rasul" che siede alla destra di Dio? .. V al e a dire, per Maometto e i suoi seguaci, Gesù non è affatto il Figlio di Dio, e non fu neppure crocifisso! Si legga la quarta "Sura", versetto 171: "Gente della scrittura, non lasciatevi andare a esagerare le vostre affermazioni sul problema religioso, e sul Dio non dite che la verità. Il "Masih Isa Maryam" altro non è che un "rasul" di Dio; altro non è che il suo Verbo lasciato in Maryam, e un "ruh" da parte sua. Credete, dunque, al Dio e ai rasul. Smettetela! Sarà meglio per voi. Il Dio è un dio solo"! Chiaro? il "dio" di Maometto non è trinitario, e Gesù non è Figlio di Dio! .. E allora, quale senso dare a quel viaggio a Damasco da parte di un Vicario di Cristo? .. Se fu impossibile il "dialogo" tra i due leader delle due religioni, anche il "dialogo" tra le due comunità religiose rimarrà inammissibile, come pure lo saranno i rapporti religiosi tra Cattolicesimo e Islam! .. E perché, allora, Giovanni Paolo II cerca di rappacificare la cristianità con l'Islam, quasi imponendo la nostra Fede in Dio come una religione che si considera il compimento delle religioni monoteistiche? Forse che Egli pensa di poter creare un ponte privilegiato tra Islam e Cristianesimo? Anche la richiesta di mutuo perdono, da Lui formulata, doveva sapere che non avrebbe potuto avere alcun senso per il mondo islamico, perché è assurdo pensare che i musulmani chiedano perdono per aver ucciso cristiani, perché quei massacri, per loro, furono atti richiesti dalla loro "jihàd", o "guerra santa", e quindi, furono "opere buone"! e anche la richiesta di perdono da parte dei cristiani per aver ucciso musulmani, non aveva alcun senso, perché gli islamici, uccisi dai cristiani, vanno subito, diritto diritto, in paradiso, come assicura loro il Corano! Perciò, che senso poteva avere quell'incontro? Nessuno! .. Infatti, non ci fu alcuna convergenza religiosa e neppure alcuna possibilità politica tra le due parti! Tutto è rimasto nell'ambiguità e nell'equivoco. Nessun dei due azzardò un qualsiasi "dialogo" sulle loro reciproche religioni. Il loro dire fu di due monologhi senza alcuna comunicazione. Purtroppo, però, ne è derivato non poco sconcerto nei veri cattolici per quel gesto del Vicario di Cristo che ha umiliato la loro Religione cattolica, (entrando) in una moschea di una falsa religione! Anche questo viaggio a Damasco lo sta a testimoniare, perché, anche lì, il Papa ha travisato il passato della Chiesa cattolica, mettendola in umiliazione, ossequiando i suoi persecutori e dando corpo ad un autentico sincretismo, sia pure dissimulato! Perciò, torno ancora a domandarmi: quale fu l'intenzione oggettiva di quel viaggio papale? .. La risposta non può esser che in una dimensione personale, quella che Lui ha dato a tutto il suo pontificato, e cioè di una collaborazione tra le religioni e una cooperazione, legata a una preoccupazione politica: il timore che i conflitti interreligiosi diventino, poi, conflitti politici! Ma io credo poco anche al significato di "promozione della pace" che si vuoi dare a questi suoi viaggi nei paesi non cristiani, anche per il fatto che, in tale senso, non ebbero mai un risultato politico positivo! Comunque, anche quei suoi messaggi di "pace interreligiosa", come mezzo di arrivo ad una pace politica e civile, non possono essere visti come una parte del suo mandato petrino! Questo suo agitarsi, in ogni parte del mondo, potrebbe essere interpretato, forse, come una sua spina interiore per costruire una specie di "ONU delle Religioni"; un agitarsi generoso, ma storicamente inefficace e confusionario, perché invita a credere che anche la nostra religione cattolica sia stata messa sul medesimo piano delle altre religioni, facendo perdere, così, persino il sentimento della nostra identità cristiana-cattolica! Un Papa pacificatore universale, quindi, che si è lasciato spingere ad entrare persino in una moschea, nonostante che, in tante parti del mondo, i musulmani stanno tuttora uccidendo, impunemente, migliaia e migliaia di cristiani!










sac. Luigi Villa

martedì 15 dicembre 2020

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!

 

APPENDICE II


UNA FALSIFICAZIONE STORICA  


Un'autentica falsificazione storica è quella di alcuni  cattolici progressisti - come il francescano padre Giulio  Basetti-Sani - che hanno strumentalizzato la lettera che il  Papa San Gregorio VII aveva inviato all'Emiro di lppona,  Hammadid-an-Nasir, nella quale il grande Pontefice avreb­be affermato che cristiani e musulmani credono e confessano  lo stesso Dio e, pertanto, ugualmente si salvano1• 

Ora, qui, innanzi tutto, va detto che si tratta di una lettera  diplomatica. Il Papa, infatti, ringrazia l'Emiro per aver per­messo l 'insediamento di un Vescovo nella città di Ippona, un  tempo cristianissima. Inoltre, l'Emiro aveva fatto liberare  molti prigionieri cristiani e aveva promesso di liberarne an­cora. E evidente, perciò, che la lettera del Papa doveva es­sere scritta con linguaggio diplomatico, con argomentazioni, cioè, "ad hominem", ossia con frasi che fossero accettabili  alla mentalità di un musulmano, senza urtarne la suscettibi­lità. 

Ma ecco la frase di Papa S. Gregorio VII, che i progressisti  hanno giocato a loro favore: "Hanc utique caritatem nos et  vos specialius nobis qua caeteris gentibus debemus, qui  unum Deum, Zie et diverso modo, credimus et confitemur,  qui eum creatorem saeculorum et gubernatorem huius  m un di cotidie laudamur et veneramur". 

E' evidente che il testo di San Gregorio VII non intende  affermare che lui e l'Emiro credono e confessano lo stesso  Dio, a meno che non s'intenda dire che i cristiani e i musulmani  professano l'esistenza di un solo Creatore e Signore del Cielo  e della terra, ma non certo, però, nel senso che il "dio" di  Maometto - invenzione arbitraria del falso profeta! - sia  veramente lo stesso Dio che ha creato il mondo, e che si è anche rivelato definitivamente nella Persona del Verbo  incarnato, fondando la Sua Chiesa. 

Si tratta, quindi, sì, di credere in un Dio unico, ma non di credere nell'unico Dio! 

Perciò, quando noi cristiani, nella Santa Messa, la Chiesa  ci fa dire: "Credo in unum Deum", questo non significa  "credo in un solo Dio", ma bensì "credo nell'unico Dio",  quello vivo e vero! 

La frase di San Gregorio VII, perciò, non può essere intesa nel senso di un ecumenismo relativista e latitudinario,  che crede e considera i musulmani come degli autentici  credenti, e che il loro culto sia leggittimo, benché "diverso",  di onorare l'unico Dio. No! Il Dio vivente non può volere  essere onorato come viene onorato il "dio" delle altre reli­gioni, in modi falsi o abnormi, imputabili a colpevole  ignoranza o a perverse frodi. San Paolo sancì tutto questo nel  suo famoso motto: "UN SOLO DIO, UNA SOLA FEDE,  UN SOLO BATTESIM0".

Il "pluralismo", quindi, nel campo della verità religiosa, non può essere ammissibile! Pio Xl, nella sua enciclica "Mortalium animos" lo ha insegnato chiaramente, senza  possibilità di equivoci né di aggiornamenti! 


"Orient", giornale libanese di lingua francese, il 7 giugno 1999 riferisce della visita del patriarca catto­lico dei Caldei il 14 maggio, a Giovanni Paolo II: «al­la fine dell'udienza( ... ) davanti a una delegazione dell'lman sciita di Khartoum e al Presidente sunnita della Banca Islamica irachena, (?!!). Ma il Corano, il "libro sacro" dei musulmani, vuole e ordina la morte  di tutti gli "infedeli" ... cristiani!.. Come spiegare, allora, questo gesto di Giovanni Paolo II? 

sac. Luigi Villa 

sabato 5 dicembre 2020

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!

 


APPENDICI


MAOMETTO" VERO PROFETA?"

Avevamo letto su "Mondo e Missione" del15 marzo 1977 (n.6), alla rubrica "non cristiani", un articolo di Padre Giulio Basetti-Sani, O. F. M., dal titolo: "Il vangelo profetico di Maometto" L'articolo era preceduto da questa "avvertenza": "Al Congresso cristiano-musulmano che si terrà a Cordoba (Spagna) in questo mese (marzo 1977), studiosi delle due grandi religioni si incontreranno per una valorizzazione positiva di Maometto e di Gesù nel Cristianesimo e nell'Islam. Giulio Basetti-Sani, certo uno degli esperti islamologi ... presenta, in questo articolo, le principali tesi che esporrà al Congresso". Ora, noi diciamo: con quella "valorizzazione positiva di Maometto e di Gesù" sembra che la Rivista del P. I. M. E. metta sullo stesso piano Gesù (Redentore, vero Dio e vero Uomo) col mercante arabo che, un certo giorno, s'inventò una "religione" adatta ai suoi conterranei! Ma vediamo il testo del discorso di P. Basetti-Sani. L'esordio dice: "Alcuni musulmani sono stati sorpresi che, nella dichiarazione conciliare "Nostra aetate" non si faccia alcuna menzione al profeta Muhammad: "Nessuna parola circa il profeta dell'lslam, quando non vi è Islam1 senza Maometto, e i Padri conciliari- osservava Seikh Hamza Bubaker, rettore dell'Istituto musulmano di Parigi - hanno creduto o piuttosto hanno cercato di saltare l'ostacolo e, forse, pensavano che non ce ne saremmo accorti". Credo che il problema non possa eludersi se vogliamo veramente un sincero dialogo"! In "nota", si legge: "M o ns. Piero Rossano osservava in "Il Problema Teologico delle Religioni"2: "Mancano, fino al presente, studi seri sullo Statuto Teologico dei Fondatori di religioni". Senza pretendere di anticipare conclusioni, sembrerebbe che la luce positiva in cui sono giudicati, nella Bibbia, capi e personalità religiose, quali: Melkisedek, J etro, Ciro, autorizzi una valutazione realisticamente aperta". C'è, qui, la solita spacconata, o scoperta dell'America, da parte dei corifei del Vaticano II - tipo Mons. Rossano - che sfomano sciocchezze ovunque parlano o scrivano, come qui. La frase libera: "mancano fino al presente ... " sa di ignoranza e di malignità. Forse che Mons. Rossano non conosceva l'esistenza del "Dictionnaire de Théologie Catholique?". Se andava a vedere la bibliografia che Padre Casanova ha posto in calce al suo lavoro, avrebbe visto quanto aveva ancora da imparare, prima di parlare e scrivere! Quanto al V ati c ano II, che si è illuso "di saltare l'ostacolo", Padre Basetti-Sani avrebbe dovuto rileggersi il testo sui musulmani, dove si dice che "professando di avere la fede di Abramo, adorano con noi il Dio unico e misericordioso, che giudicherà gli uomini nell'ultimo giorno", e vedrà che il "dialogo" tra Cattolici e musulmani è stato più che avviato. Invece, Padre Basetti-Sani continua: "E Muhammad è l'inviato di Dio, ma, fino ad oggi, non sembra sia stata presa seriamente in considerazione dai cristiani". È una affermazione ... che sa anch'essa d'ignoranza! Difatti, tutti gli Autori, cristiani e non cristiani, competenti in cose islamiche, che hanno trattato sia la vita che la dottrina di Maometto, si sono sempre posto i quesiti: "quale giudizio dare alle "visioni", alle "rivelazioni" e alla "persona" di Maometto quale "profeta"? Ma nessuno ha osato mettere Maometto tra "i veri profeti", quelli ispirati da Dio, come quelli della Bibbia, da Mosè a Malachia3 e "i Profeti" (''II Libro Sacro", Padova 1965). 

Quindi, è solo il P. Basetti-Sani a mettere Maometto come "vero profeta" e come "uomo di Dio"! Padre Casanova4, invece, scrive: "l suoi contemporanei videro in lui, individualmente, un posseduto (ossesso) "madjinoun". Gli Autori bizantini ne han fatto un "epilettico", sulla testimonianza degli stessi musulmani che parlano di "crisi" che atterravano il profeta all'avvicinarsi dell'Angelo; ma era una interpretazione forzata di un brano del Corano. "Sprenger", medico ed orientalista , ha voluto vedere in lui un "isterico" •.. Il francescano Padre Sani, invece, ha scritto: "Io lo giudico una grandissima e forte intelligenza; carattere esaltato, ma diritto e fermo, che sapeva unire l'entusiasmo del mistico alla fredda riflessione dell'uomo di azione, che sapeva maneggiare, ~ con la stessa facilità, le arguzie della controversia e la spada della battaglia; grande seduttore di uomini, convinto della grande missione del popolo arabo, del quale Dio ha voluto che egli fosse a capo, e che ha fatto di queste povere tribù in perpetua guerra, grossolane e rapinatrici, appena con una tinta di civilizzazione, una magnifica nazione che ha pesato per lungo tempo con un peso formidabile sui destini dell'umanità. Tutto questo non ha potuto essere l'opera di un malato. Maometto credette con sincerità incontestabile che giudei e cristiani si sarebbero affrettati a riconoscerlo; egli è venuto per dare una versione araba delle Sacre Scritture, delle quali si ha già una versione ebraica, la "Tora", e una versione cristiana, "l'Evangelo". Ma, questo dire è un vaneggiamento, anche storico.

 Il Cristianesimo orientale, allora, stava subendo una crisi terribile, causata dall'eurichianismo e dal nestorianismo, che avevano divisi l'unità cristiana. Maometto fu colpito da questo scisma ideologico e si credette designato da Dio a riunire, ponendo fine alle divisione. In una delle sue prime "rivelazioni", si interroga; "Su che cosa si interrogano? Sulla grande novella, circa la quale disputano. Sì, sapranno; giacete, sì, sapranno!". Si legga la biografia di Essad Bey su Maometto, e il giudizio di Carlo Alfonso Nallino della Università di Roma, nella "Enciclopedia Italiana" Treccani, vol. XXII: "Gli informatori di Maometto furono cristiani di fede ardente, ma molto versati nelle dottrine della loro religione, imbevuti di eresie, in un certo senso, giudaizzanti; onde si spiegano certi errori gravissimi di Maometto in materia biblica e a proposito di elementi dottrinali cristiani e giudaici". Quindi, altro che "vero profeta"! altro che "parola di Dio"! 5 Perciò, l'immaginazione di P. Basetti-Sani non è che irenismo-ecumenico! Purtroppo, il Vaticano II ha detto: "La Chiesa guarda anche con stima i Musulmani (lslamiti) che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, Creatore del cielo e della terra, e che ha parlato agli uomini"6. Ma questa "affermazione" è falsa, poiché i musulmani respingono Dio-Trinità, che ritengono come dottrina blasfema. Maometto, infatti, ha scritto: "Dio non ha alcun Figlio"! 

mentre noi cattolici proclamiamo: "Sanctissima Trinitas atque indivisa Unitas"! E l'Apostolo evangelista S. Giovanni scrive: "chi rinnega il Figlio, non ha neanche il Padre. Chi confessa il Figlio, ha anche il Padre"7• Ora, i maomettani, rinnegano Gesù, proprio come "Figlio di Dio", ritenendoLo solo come "profeta"8• Chiaro, perciò, che la suddetta "nuova dottrina" del Vaticano II, qui, è falsa ed erronea! Grave, perciò, sarebbe l'affermazione di Giovanni Paolo II quando disse che "l'ubbidienza agli insegnamenti del Vaticano II è l'ubbidienza allo Spirito Santo", e questo perché è impossibile che lo Spirito Santo possa essere Fondatore e Autore di una falsa dottrina, e neppure affermatore di una falsa convinzione di fede, come lo è nelle "altre false religioni"; e sarebbe persino blasfemo attribuire che tale convinzione sia un effetto dello Spirito Santo!..

 

sac. Luigi Villa

domenica 8 novembre 2020

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!

 


CONCLUSIONE


Ouesta è la posizione teologica, a grandi linee, della nostra religione cristiana cattolica di fronte a Dio, per cui se l'Unità e Trinità di Dio è aborrita dagli Ebrei e dai Musulmani, se l'unico vero Dio è il nostro, in tre Persone, uguali e distinte, è chiaro che qualsiasi altra concezione che  si possa avere di Dio è una concezione falsa. 

Perciò, si deve credere espressamente nell'unico vero  Dio in tre Persone, perché "chi rifiuta il Figlio non ha  neppure il Padre"1. 

Se San Paolo sostiene che i Giudei, persecutori dei Cristiani, "non conoscono Dio, non obbediscono al Vange­ lo"z; se lo stesso Gesù afferma che i giudei "odiano Me e il Padre mio", e se gli Ebrei "sono in odio a Dio a causa del Vangelo"3, allora possiamo dire, con sicurezza, che la "No stra Aetate" del Vaticano II "non la possiamo accettare", proprio perché non si può affermare che il Dio dei cristiani  sia lo stesso "dio" degli Ebrei e dei Musulmani. 

Il "dio" degli Ebrei non convertiti, quindi, come pure il "dio" dei Musulmani, sono alla pari del "Dio Baal"4,  adorato dal re A cab, rimproverato da Elia, perché "idolo".  Lo ha comprovato chiaramente profeta Elia, il quale si  beffava dei 450 profeti che invocavano Baal! Di conse­guenza, il miracolo compiuto dal Dio di Abramo, di Isacco,  di Giacobbe, invocato dal profeta Elia, come pure la professione di fede del popolo che, prostandosi a Terra, esclamava: "Il Signore è Dio! Il è Signore è Dio!", sono più che illuminanti per dover rigettare doverosamente il massonico ecumenismo d'oggi! 

Cantando il "Benedictus", noi impariamo che il vero  Dio per tutti è quello del "Dio di Israele, perché ha visitato  e redento il suo popolo", per cui chi non crede in Gesù Cristo, Dio storicizzato, crede in un idolo. E così è il "Dio  degli Ebrei" non convertiti, e così è il "dio-idolo" dei  musulmani, perché sono tuttora come lo erano il "dio"  Giove e la "dea" Minerva. Idoli, e nient'altro! 

Perciò, è riprovevole affermare che "tutte le religioni  sono più o meno buone e lodevoli". Una tale concezione­ dichiara l'enciclica "Mortalium Animos" di Pio XI (6  gennaio 1928) - "è una falsità vera e propria, e ripudia la  vera religione e spiana la via al naturalismo e all'atei­ smo". Mentre la falsa teologia nega che il soprannaturale è  un dono gratuito di Dio, e confondendo il "naturale" con il "soprannaturale" e la Grazia, e nega, di conseguenza,  che, per la salvezza eterna, necessiti la loro collaborazione,  la Rivelazione, invece, invita a cercare le vie del Signore, i  suoi sentieris, ed esige di sforzarsi a "entrare per la porta  stretta, perché molti cercheranno di entrarvi ma non riusciranno"6! 

Ebbene, Maometto, analfabeta e del tutto ignaro degli  alti concetti della metafisica, di Dio e delle sue grazie ineffabili, ai suoi seguaci promette un paradiso tutto ben tappezzato, con tante donne bellissime, vini eccellenti e vivande squisite, dimostrando, così, di aver mai compreso alcunché della vita divina, del Sommo bene, Unico e Trino, Eterno Principio di tutto ciò che è vero, buono e bello, il solo  capace di deliziare perfettamente il cuore umano! 

Il cristiano, invece, sebbene disorientato mentalmente dall'anarchia in corso nell'attuale Chiesa, pure si rende ancora conto che è inconcepibile sostenere una pari digni­ tà e una sostanziale uguaglianza di dottrine contrastanti, di morali divergenti, appunto perché con ciò si verrebbe a confondere il giusto con l 'ingiusto, il vero con il falso, il vizio con la virtù. 

Ma guai farne un cocktail di ciò che Dio stesso ha sepa­ rato! Si cadrebbe nelle mani del Dio vivente e ciò sarebbe orribile, perché "horrendum est incidere in manu Dei viventis!"?. 

Ma oggi, quello che più preoccupa, è la facilità e la in­ credibile consapevolezza con cui la Chiesa di Roma abbia  mutato discorso. Si consideri questo nostro tempo: Pio XI è  morto da 61 anni; Pio XII da 43 anni, eppure, tutte le loro  dichiarazioni, discorsi e attegiamenti sono quasi completa­ mente dimenticati, ignorati. Sono Papi, direi, cancellati dalla  Storia! Ma allora, se è vero che la Chiesa ha cambiato rotta,  è anche vero che l'unità della Chiesa si è pure rotta, come  pure si è rotta l'alleanza tra i fedeli. E questo perché si è  cambiato non solo la veste talare, ma anche la dottrina,  anche l'ecclesiologia, creando, così, le basi di quella frattura  che ormai continua implacabile, dando più che l'impressio­ ne che Roma sia passata al nemico! .. 

E a questo ci illumina anche l'attuale "invasione mu­ sulmana" che ci sta derubando tutta la dignità nazionale.  L'apparente "invasione pacifica" di finti "immigrati", sta devastando la mappa etnica nazionale, oscurando ogni forma  di patriottismo in nome di un falso "pacifismo" che vela  paurose future violenze. 

Sono ormai più di 3 milioni i musulmani in Italia,  facilitati e tutelati da leggi incoscienti o traditrici! Come  interpretare, infatti, le generose "donazioni" di 17 ettari di  terreno che il Governo Italiano ha fatto all'lslam in una  delle zone verdi di Roma, il cuore del Cristianesimo, per  costruirvi quella monumentale moschea con annesse strut­ ture di cultura(?) che vediamo? .. 

Ora, queste invasioni, volute e protette dall'ebraismo massonico, quando avranno ottenuto la cittadinanza e il diritto di voto, si raggrupperanno e faranno "pesare" la loro forza politica. E poi, tra non più di dieci anni, dopo aver  messo al mondo 4-5-6-7-8 figli per coppia, avremo più di  dieci milioni di islamici, giovani e forti, contro i 50 milioni  di italiani, vecchi e incapaci a difendersi dalle loro aggressioni. . . ' 

L'Italia cattolica "romana" sarà, così, una bastarda mescolanza di religioni e di culture! .. 

Ed è questo l'obiettivo che si vuole, sia col permettere l'apertura dei negozi di domenica, sia con l'abolire il suono delle nostre campane, sia la volontà di eliminare persino il giorno festivo della "Domenica", purchè si arri vi a spegnere  la "voce" della Fede cattolica, dissacrando anche il dovere  di "santificare la festa", il nostro "dies Domini"? .. E que­ ste sono solo le prime antifone di un salmo blasfemo che  Satana, coadiuvato dai molti "laici politici", ha già da tempo intonato. 

E si rifletta anche sui milioni di bambini uccisi con  l'aborto nella già nostra Italia l.. Da quando entrò in vigore  la "legge 194", fino al 1995, ci furono circa 3 milioni e  mezzo di aborti, che ci obbligano a vedere - strana coinci­ denza! -ai circa tre milioni e più di musulmani che, nello  stesso periodo, hanno invaso l'Italia! .. E il Governo Italiano d'allora donò a loro quei 170.000 mq. della terra di Roma­ sacra per milioni di Martiri, mentre in varie nazioni del­ l' Asia e dell'Africa perseguitavano, uccidevano, costringen­ do la Chiesa cattolica ad abbandonare quelle terre "conqui­ state", come sempre, a prezzo di sangue cristiano! .. 

E ancora oggi, mentre l'Italia li riceve in casa, essi conti­ nuano a perseguitare, a uccidere i cristiani un po' ovunque,  come nelle Filippine, nel Timor, nel Sudan, in Algeria, e  via dicendo! .. 

Quanto è doloroso constatare la superficialità e l'inco­ scienza di chi non avverte le enormi distanze e la radicale incompatibilità tra la Fede cattolica e l'Islam, come pure con le altre confessioni Religiose, vendendo l'opera sal vi fica  di Cristo che, per salvarci, ha assunto la natura umana e  subìto la dolorosa Passione e Morte di Croce! 

Ma oltre a tradire Cristo questo falso ecumenismo che  conduce, oggi, la Chiesa Cattolica, tradisce non solo noi  cristiani-cattolici, ma anche gli stessi "fratelli separati" e i  "non Cristiani", perché nega loro la prima carità che è la  Verità! .. 

Il vero ecumenismo, invece, non può mirare a stabilire  un'unità nelle diversità, sia con le varie professioni cristia­ ne e tanto meno con le religioni non cristiane. Lo aveva già affermato chiaramente San Paolo: «Non vogliate unirvi mediante un giogo ambiguo con gli infedeli, poiché quale accordo può esserci tra giustizia e ·iniquità? O quale società tra la luce e le tenebre? Ovvero quale armonia tra Cristo e Belial? O quale cosa in comune tra il fedele e l'infedele? Quale accordo tra il tempio di Dio vivente, come dice Dio: "lo abiterò in essi e camminerò tra di loro  sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. Perciò, uscite  di mezzo a questa gente e separatevi da essa, dice il Signore, e non toccate ciò che è immondo". 

 questo lo disse persino il Decreto "Unitatis redintegra­ tio": «Il modo e il metodo di enunziare la Fede cattolica  non deve in alcun modo essere di ostacolo al dialogo con  i fratelli. Bisogna esporre con chiarezza tutta intera la dottrina. Niente è più alieno dall'ecumenismo quanto  quel falso irenismo dal quale viene a soffrire la purezza  della dottrina cattolica e ne viene oscurato il senso genu­ino e preciso"9. 

Ma purtroppo - ripeto - oggi, il dialogo con i "fratelli separati" e i "non cristiani", sembra non tener conto di questi princìpi e svolgersi sulla base di una affermata effica­cia salvifica di tutte le religioni. Ma allora, è lecito il "dialo­go" con loro? .. Certamente lo è se diventa occasione di  evangelizzazione, ossia di comunicazione della nostra Fede,  come lo esige Gesù stesso: "euntes docete omnes gentes";  al contrario, non lo è se non garantisce questa finalità. Oc­corre, perciò, tener presente che l'incompatibilità con le  confessioni non cattoliche avviene su questi due pilastri  fondamentali: 

l - l'origine soprannaturale della Fede cattolica, per­ché essa è frutto del piano salvifico di Redenzione e della Grazia soprannaturale, che spinge alla conversione, e la corona con la Grazia santificante, germe di vita eterna; 

2 - i contenuti della Fede cattolica, in tutto aderenti alla Rivelazione soprannaturale. Perciò, il retto ecumenismo è solo quello che porta a questa purezza di adesione a Dio!  

sac. Luigi Villa

lunedì 28 settembre 2020

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!

 


LA DIFFERENZA DI FEDE IN DIO 

TRA EBREI E CRISTIANI

Questa differenza sta, soprattutto, in questo: che noi Cristiani crediamo nel Dio-Uno e Trino, di cui la Seconda Persona, il Figlio, si è incarnata e fatta Uomo, pur restando Dio, e ha compiuto la Redenzione dell'umanità, mentre gli Ebrei, invece, non credono all'Incarnazione del Verbo e alla Sua divinità. Ma San Giovanni evangelista ha scritto: «Sappiamo che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l'intelligenza per conoscere il vero Dio» 1; il che vuol dire che ci ha dato la vera conoscenza di Dio, perché un'imperfetta conoscenza di Dio la si può avere anche senza la Rivelazione del Figlio. Dopo la Redenzione, però, gli Ebrei non vollero credere nel Verbo incarnato e in tutto il resto che fece e che disse. Quindi, noi cristiani non possiamo avere lo stesso Dio dei  Giudei, perché questo significherebbe credere non solo lo stesso Dio, ma anche le stesse cose di Dio. Ora, dato che "Dio nessuno l'ha visto", e che "il Figlio Unigenito, che è nel seno del Padre, ce l'ha rivelato", significa accettare la testimonianza che Dio ha reso di Sé stesso nell'unica Sua Rivelazione. Perciò, come c'è un unico Dio, così c'è anche un'unica vera Rivelazione di quest'unico vero Dio: "Unus Deus, una fides"2. Di conseguenza, è evidente che noi cristiani non abbiamo lo stesso Dio degli Ebrei. Perché: l) essi non credettero, né credono tuttora alla divina Rivelazione; 2) perché non credettero né credono di Dio le stesse cose che crediamo noi. Per questo, la Chiesa, coi Padri, ha introdotto il termine "Trinità" come "nome sostantivo proprio del vero Dio ... per la necessità di distinguere il Dio della Rivelazione dal Dio della filosofia degli ebrei e dei musulmani"3. È un principio indiscutibile, spiegato così da San Tommaso d'Aquino: «Quando si distinguono tra loro cose che, in parte, sono incluse l'una nell'altra, la distinzione viene impostata non su quanto hanno in comune, ma sull'eccedenza dell'una sull'altra. Ciò è evidente nella distinzione dei numeri e delle figure: infatti, il triangolo non si distingue dal quadrato in quanto è incluso in esso, ma in quanto viene sorpassato da esso; lo stesso si dica per il tre, rispetto al quattro"4. Quindi, non possiamo dire che noi cristiani abbiamo lo stesso Dio degli Ebrei e dei Musulmani per il solo fatto che hanno in comune l'unità della natura, ma anche perché Ebrei e Musulmani affermano anche l'unità di persona in Dio, e, quindi, in conflitto diretto con la Rivelazione. Dal che si può affermare quanto sia la gravità dell'inganno ecumenico, perché, riducendo al minimo denominatore delle verità religiose naturali, si unisce al modernismo, il quale nega la "Rivelazione divina" come fatto storico e storicamente non accettabile, riducendo la Rivelazione a un semplice manifestarsi di Dio alla coscienza dei singoli uominis. 

La vera Fede, invece, è "un atto soprannaturale, per il quale l'intelletto, sotto l'influsso della Grazia, aderisce alla verità rivelata da Dio"6• La Fede, cioè, "non accetta alcuna verità se non in quanto è rivelata da Dio" e "si appoggia alla Verità divina, come a suo principio"7 • Perciò, San Tommaso scrive anche che "credere Dio, non spetta agli infedeli in quanto atto di fede" 8 ; mentre, invece, essi accettano, sulla testimonianza di Dio, le stesse verità religiose accessibili alla ragione umana (esistenza di Dio, unità di Dio, ecc.); allora, come i Profeti e i Patriarchi, sono oggetto non di Fede ma di semplice conoscenza razionale, come lo fu anche per i pagani sapienti; perciò, San Paolo, nella lettera ai Romani, li rimprovera e li dice "inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non Gli hanno dato gloria, né Gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa"9. Quindi, la differenza tra noi cristiani e gli altri non è solo una differenza di maggiore o minore differenza di fede, perché la conoscenza di Dio, acquisita per ragionamento, non è la fede, la quale è, invece, credere a Dio nella Sua autorevole testimonianza. 

I musulmani, perciò, hanno verità religiose naturali, dettate da Maometto, che non è affatto un testimone accreditato da Dio, ed ha persino manomesso, alterato e corrotto la Divina Rivelazione. Quindi, la credenza musulmana ha niente a che vedere con la fede soprannaturale, accreditata da Dio, perché è un puro sentimento naturale che ha radice nel subcosciente 11 ed è assolutamente insufficiente a salvare l'uomo. Non essendo verità di fede, hanno solo il compito di predisporre alla Fede. San Paolo, per questo, scriveva ai Romani: "I gentili, seguendo il lume naturale della ragione, avrebbero potuto predisporsi alla Fede, ma, "perché non lo fecero, posero un impedimento alla Grazia, e perciò, furono abbandonati ... "t2. 

Ora, oggetto della Fede è, anzitutto, la Trinità e l'Incarnazione. La Trinità, perché solo con Essa si ha "una giusta idea della Redenzione del genere umano, avvenuta con l'Incarnazione del Figlio e l'effusione dello Spirito Santo" 13 ; poi, l'Incarnazione, perché solo la Passione Redentrice del Figlio "apre la porta al Cielo" 14 • Queste verità, che sono "mezzo indispensabile all'uomo per raggiungere la beatitudine" 15, sono assolutamente rigettate, come bestemmia e come eresia, sia dall'ebraismo che dall'islamismo!t6

Purtroppo, l'attuale ecumenismo, oltre all'annebbiamento del soprannaturale, contiene anche l'annullamento, più o meno tacito, del "peccato originale", e, quindi, dello stato di natura decaduta. Ma la differenza tra cattolici e increduli, o infedeli, è soprattutto questione di verità e di errore, perché solo Cristo può dire: "Ego sum Veritas" 17 • Perciò, San Tommaso d'Aquino scrive che, con l'incredulità, che "consiste nel non credere in Cristo"18, "l'uomo si allontana da Dio nella maniera più grave, perché viene a mancare persino della vera conoscenza di Dio; e, con una conoscenza falsa, a Lui non si avvicina, ma se ne allontana maggiormente"'9. Anche per questo, quindi, noi non possiamo avere lo stesso Dio degli Ebrei, perché essi hanno rifiutato quello che Dio ha rivelato, e sostengono, tuttora, contro la Divina Rivelazione, che Dio è uno nella Persona, com'è uno nella natura, ignorando che Gesù aveva detto ai suoi oppositori: "Se non fossi venuto e non avessi parlato, non avrebbero colpa; ora, invece, non hanno scusa alloro peccato!"2o. È chiaro, perciò, che noi non abbiamo lo stesso Dio degli Ebrei increduli. Essi hanno cambiato Dio e per questo la Chiesa li ha chiamati "perfidi", ossia rinnegatori della fede professata, in figura, dai loro Padri. San Paolo lo ha scritto chiaramente, dicendo che, ora, un velo rimane steso davanti ai loro occhi, un velo che "in Cristo soltanto si annulla"21. Fu appunto con la negazione della divinità di Cristo che si è effettuato, per gli Ebrei, quel radicale mutamento di stato, ribadito dallo stesso Gesù: "Verranno molti dall'Oriente e dall'Occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco  e Giacobbe, nel Regno dei Cieli, mentre i figli del Regno saranno gettati fuori"22.

Eppure, la "Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo", volendo riabilitare gli Ebrei, in "Sussidi per una corretta presentazione d eli' ebraismo", è arrivata fino a negare l'autenticità e la veridicità dei Vangeli, inserendo, così, in un documento ufficiale della Santa Sede, una vera eresia23.

E il "Segretariato per l 'unione dei cristiani", come pure la "Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo", hanno affermato: "l cattolici si sforzeranno di comprendere le difficoltà che l'anima ebraica prova davanti al mistero del Verbo Incarnato, data la nozione molto alta che essa possiede della trascendenza divina"24. Incredibile!.. Ma come si è potuto scrivere questo, sottacendo quello che disse Gesù stesso di loro: "Ho compiuto molte opere, per quale ragione mi lapidate?". Gli risposero i Giudei: "Non ti lapidiamo per le opere buone, ma per la bestemmia. Perché tu, che sei uomo, ti fai Dio!".

E fu solo questo il motivo decisivo per cui Lo condannarono a morte: «<ll sommo sacerdote si stracciò le vesti, dicendo: "Egli ha bestemmiato ... Ecco, l'avete sentita la bestemmia. Che ve ne pare?". Quelli risposero: "È reo di morte"»25 !

Ora, come abbiamo già detto, il Verbo divino, Gesù, avendo assunto la natura umana senza perdere quella divina, anzi, unendo inseparabilmente le due nature, l'uccisione del Cristo deve essere chiamata giustamente "Deicidio", cioè: uccisione di Dio, perché se, come Dio, Cristo non poteva essere ucciso né morire, uccidendo Cristo nella Sua persona umana, si venne ad ucciderlo anche nella Sua persona divina, così che l'apostolo Pietro poté dire ai Giudei "Avete ucciso l'Autore della vita"26 , e l'apostolo San Paolo: "Se l'avessero conosciuto, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria (cioè Dio)". Quindi, gli Autori della condanna a morte (Sinedrio) e gli uccisori di Cristo, sono stati veramente "deicidi", perché - come insegna la dottrina cattolica - l'unione "ipostatica", ossia l'unione della natura divina con quella umana, in Cristo non fu mai interrotta, neppure sulla Croce, né in morte! Perciò, oltre a tradire Cristo e la sua Chiesa, questo "ecumenismo" tradisce gli stessi fratelli separati e i non cristiani, perché nega loro la prima carità che è la Verità!

sac. Luigi Villa 

mercoledì 23 settembre 2020

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!


 

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!

 


L'ERRORE ESSENZIALE DELL'ISLAM: LA NEGAZIONE DELLA SS. TRINITÀ

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Concludendo: il Corano ignora l'Unità, quanto alla  natura, e la Trinità, quanto alle Persone, da intendersi  come altrettante "relazioni" sussistenti, distinte tra loro per  il processo generativo che costituisce Dio - come Padre­ Generante, Dio - come Figlio-Generato, e, per processo  spirativo, Dio come Amore-emanato dall'Uno e dall'Al­ tro! .3. 

Ora, se noi cristiani cattolici recitiamo attentamente il  "Prefazio" della SS. Trinità, vediamo quale abisso  insormontabile separi l' lslam dal Cristianesimo! 

Leggiamolo: 

«( ••• ) Signore, Padre santo, Dio onnipo­tente ed eterno, con il tuo unico Figlio e con lo Spirito Santo, sei un solo Dio, un solo Signore, non nell'unità di una sola  Persona, ma nella Trinità di una sola  sostanza. Quanto hai rivelato della tua gloria, noi lo crediamo, e con la stessa fede, senza differenze, lo affermiamo del tuo Fglio e dello Spirito Santo. E nel  proclamare Te, Dio vero ed eterno, noi  adoriamo la Trinità delle Persone, l'uni­tà della natura, l'uguaglianza nella mae­stà divina ( ... )». 

Così pure si legga, a confronto, la nostra Professione di Fede cristiana: 

«<o credo in un solo Dio, Padre onnipo­tente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibile invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non crea­to, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create ... ». 

Perciò, i misteri principali della nostra Fede cristiana, che  professiamo nel Credo, sono due: Unità e Trinità di Dio - Incarnazione, Passione e Morte e Resurrezione di Nostro  Signore Gesù Cristo. Essi sono strettamente connessi l'uno  all'altro, e mirabilmente compendiati nel segno della Croce.  La Trinità, quindi, è il più sublime dei misteri cristiani,  e si enuncia in questi termini: Dio, assolutamente Uno nella  natura, o essenza, è Trino relativamente nelle persone,  (Padre, Figlio e Spirito Santo), uguali e distinte. 

Questo mistero, adombrato nell'Antico Testamento, fu  rivelato esplicitamente solo da Nostro signore Gesù Cri­ sto. Nel Vangelo, infatti, vi si parla chiaramente ed esplici­ tamente più volte, soprattutto nel passo del "battesimo di  Gesù Cristo", in quello della sua "Trasfigurazione" e in  quello della sua "Ascensione". E Gesù, prima di ascendere in Cielo, disse agli Apostoli: 

«A Me è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate, dunque, e fate miei di­scepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito  Santo»4,

 La Chiesa, nel "Credo degli Apostoli" e nel "Simbolo  niceno-costantinopolitano" lo ha stabilito come verità di  Fede! 

*** 

Quanto è doloroso, perciò, constatare la superficialità di  chi non avverte le enormi distanze e la radicale incompatibi­ lità tra la Fede cattolica e le altre confessioni religiose, e  vende a prezzi stracciati l'opera salvifica di Cristo che, per  salvarci, ha assunto la natura umana e subìto la dolorosa  Passione e la morte in croce! 

Che il Signore perdoni i peccati degli uomini di Chie­sa! 

sac. Luigi Villa

venerdì 4 settembre 2020

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!



L'ERRORE ESSENZIALE DELL'ISLAM: LA NEGAZIONE DELLA SS. TRINITÀ

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La posizione del Corano, quindi, riguardo la SS. Trinità, come mistero centrale del Cristianesimo e come religione rivelata, in quanto riguarda la vita intima di Dio, è del tutto ignorata e condannata. Puerile, perciò, è pretendere di vedere nel Corano dei presunti accenni a questo mistero cristiano, come, ad esempio, citando la "Sura" 5:47-48: "Giudichi la gente del Vangelo secondo ciò che in esso Dio ha rivelato( ... )"; come pure la "Sura" 4:136: "O voi che credete ( = Musulmani), credete in Dio, nel suo messaggero (Maometto), nel Libro che ha rivelato al suo messaggero (il Corano), e nel Libro che ha rivelato prima di lui. Chi non crede in Dio, nei suoi angeli, nei suoi Libri, nei suoi messaggeri e nell'ultimo giorno, si allontana enormemente dalla verità"... È quindi puerile dire che Maometto, approvando i cristiani e incoraggiandoli a mantenere la propria fede, implicitamente approva la stessa fede nella Trinità(!!); come pure il dire che la "Sura" 2:253: "Noi abbiamo dato a Gesù, figlio di Maria, segni evidenti, e lo abbiamo confermato con lo Spirito Santo", vale quasi a conferma di una esplicita professione di fede nelle tre Persone divine, quali credute, adorate e professate dal Cristianesimo; e così anche la professione di fede dell'unità e unicità di Dio che si legge nel Corano alla "Sura" 112: "Dì: Egli, Iddio, è unico. Iddio, l'eterno, non generò e non è generato, ed a Lui non è eguale nessuno", sono tutt'altro che sufficienti per dire che quelle formule del Corano esprimono la fede in un Dio-Trino, quando altrove, invece, il Corano annulla decisamente la divinità di Cristo, Figlio di Dio, perché proprio la morte di Gesù, come sacrificio espiatorio, e la sua risurrezione, costituiscono l'anima della Rivelazione e la prova suprema della divinità di Gesù Cristo. Lo stesso dicasi anche per lo Spirito Santo, ignorato del tutto, nel Corano, come Terza Persona della SS. Trinità!

 Dunque, né il Padre, né il Figlio, né lo Spirito Santo, sono accettati soggetti di fede nell' lslam
Difatti: 

1°- IL PADRE 

Per Maometto, "Allah" non è "padre": "Dio non è generato e non ha generato" { "Sura" 112, 1-4). Con questa formula, l'Islam nega che Dio è Padre, e nega, con fermezza, la filiazione divina di Gesù. Per Maometto, Dio è infinitamente troppo alto, inacessibile, perché la sua creatura possa permettersi di vedere in Lui un "Padre". 

2° - IL FIGLIO 

Il Corano rifiuta di credere nell'Incarnazione. La "Sura" XXIII.92 dice: "Dio non ha affatto dei figli, e al suo fianco non ci possono essere altri dei: diversamente, ogni dio si impadronerebbe della sua creazione, e gli uni sarebbero più elevati degli altri (dei) ••. ". E nella "Sura" V. 76 si legge: "Infedele è colui che dice: Dio è il Messia, figlio di Maria. Il Messia non ha detto lui stesso: O figli d'Israele, adorate Dio che è mio Signore e il vostro! Chiunque associerà a Dio altri dei, Dio gli chiuderà l'entrata del giardino (paradiso) e la sua dimora sarà il fuoco" .•. La "Sura" XXXIX.6 dice: "Se Dio avesse voluto avere un Figlio, l'avrebbe scelto tra gli esseri che egli ha voluto creare. Ma che questa bestemmia sia lontana dalla sua gloria! Egli è unico e potente!". E nella "Sura" XIX, si leggono imprecazioni, di tono apocalittico, contro coloro che "attribuiscono un Figlio al misericordioso"! L'lslam, quindi, rigetta l'Incarnazione. Il suo "Credo" è ben lungi dal nostro!

3°- LO SPIRITO SANTO 

Nel Corano, il termine "Routh" (Spirito-Allah, Spirito Santo) indica sia l'arcangelo Gabriele, considerato come l'intermediario designato delle rivelazioni profetiche, sia il Cristo, "Messia, Verbo e Spirito d'Allah. Comunque, in nessun caso, questo vocabolo "Routh", nel Corano, avrà il significato di "Spirito Santo", ossia la Terza Persona della Trinità. Il Corano, cioè, tace completamente anche su questa terza Persona della SS. Trinità. Niente Padre; niente Figlio; niente Spirito Santo (quando non sia confuso con Gabriele!). 

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sac. Luigi Villa

mercoledì 26 agosto 2020

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!



L'ERRORE ESSENZIALE DELL'ISLAM: LA NEGAZIONE DELLA SS. TRINITÀ 


Il "Corano", infatti, parla solo di monoteismo anti­-trinitario. È una violenta ostilità, questa, verso il dogma  cristiano della SS. Trinità, che Maometto ha assunto dai suoi  contatti con il mondo giudaico. 
Si leggano, a proposito, queste due "Sure": la V. 77 che dice: "Infedele è colui che dice: Dio è un terzo della  Trinità. Non c'è Dio se non è il Dio unico"; e l'altra "Sura"  IV. 169: "0 detentori della Scrittura! Non siate strava­ganti nella vostra religione. Il Messia, GESÙ, figlio di  Maria, è solamente un apostolo di Allah ... ". Credete in  Allah e nei suoi apostoli, e non dite affatto: "Tre ... Allah  non è che una divinità unica. A Lui non piace di avere un  Figlio!" ... 
La predicazione di Maometto fu sempre contro il  politeismo dei beduini del suo tempo, che adoravano una  dozzina di "dei" differenti. Per questo, Maometto assimilò  la "Trinità" dei cristiani a questo politeismo, inglobandola  con le idolatrie beduine. 

I cristiani, quindi, per Maometto, sono degli "associatori".  La "Sura" LXXII.2 dice: "(Allah) conduce alla verità:  noi crediamo in essa, e noi non assoderemo mai alcun es­sere a nostro Signore". 
La "Sura" IV.51 dice: "Allah non perdona affatto che  a Lui siano dati degli associati ... Chiunque si associa ad  Allah commette un immenso peccato". Maometto, quindi,  è espressamente ostile alla Trinità! 
Il Corano, seguendo le eresie anti-trinitarie e la fuorvian­te concezione talmudica giudaica, respinge( ... ) con orrore il dogma cristiano della Trinità. Nel Corano, ancora, si  legge: "Sono miscredenti quelli che dicono: in verità, Dio  è il terzo dei tre".  E: "Egli, Dio, è uno! Dio, l'Eterno! Non  generò né fu generato, e nessuno gli è pari"2. Questa  "Sura" del Corano, detta del "culto sincero", pare costruita  proprio come "contrario" alle parole del Credo cristiano:  "Genitum non factum, consubstantialem Patri". 
Per questo, l'lslam accusa il Cristianesimo di "politei­smo" e di "idolatria". Tutti gli intellettuali musulmani, che  pur "dialogano" con la Chiesa cattolica, ammettono questa differenza abissale e incolmabile tra le due religioni. Perciò,  ogni tentativo di avvicinamento è destinato al fallimento. 
È chiaro, quindi, che l'Islamismo non accetterà mai i  due misteri principali della nostra religione cristiana  cattolica, ossia l'Unità e Trinità di Dio, come pure l'Incar­nazione, Passione, Morte e Risurrezione di Nostro Signo­re Gesù Cristo. 
L'ebreo Memmi, parlando dei cristiani, disse: «La vo­stra religone è, per i giudei, una "bestemmia" e una sovversione. Il vostro Dio è il diavolo, ossia il concentrato  del male sulla terra». 
Un altro ebreo, Rabi, scrisse: «(La religione cristiana)  è tradimento e idolatria, perché implica la grande bestemmia, cioè la credenza nella divinità di un uomo». 

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sac. Luigi Villa 

giovedì 6 agosto 2020

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!



MONOTEISMO E TRINITA 

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Per i Giudei 

Oggi, i cristiani sono i veri ebrei sostitutivi dei ribelli  ultimi dell'Antico Testamento, sudditi di "Gesù Nazareno,  Re dei Giudei. I Giudei avevano gridato, davanti a Pilato:  "Non abbiamo altro Re che Cesare!""8• Ma Gesù, con i  "resti" di Apostoli e discepoli, conquistò sempre più nuovi  adoratori, obbedienti al Padre che aveva prescritto: "Questo  è il mio Figlio diletto: ascoltateLo!
Certo, Dio non ha rotto l'Alleanza con i figli di Abramo, però, quando questi fecero condannare a morte il Figlio, ha  mostrato, con segni chiari, di non considerare più valida condizione del Patto la figliolanza carnale. "Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo"10, e, da quel momento i Giudei furono diseredati. Il "Dio di Abramo",  ormai, è solo nella fede in Cristo. 
S. Tommaso d'Aquino, commentando l'"Evangelium secundum Ioannem" e !'"Epistola ad Romanos", esclude  ogni parentela, eredità e figliolanza, se non è di ordine spirituale. È figlio di Abramo, e cioè ebreo, quindi, solo chi nasce dalla fede in Cristo! 
Sull'"Osservatore Romano" del18 marzo 1998, di Gio­vanni Paolo II si legge: 
«San Paolo svilupperà l 'insegnamento del Cristo quan­do, in contrasto con quanti volevano fondare la speranza  di salvezza sull'osservanza della legge mosaica, afferme­rà con forza che la fede in Cristo è la sola fonte di  salvezza». 
Quindi, anche Mosè, Davide e i Profeti si sono salvati  non per le opere della Legge, non per la fede in un Dio unico, ma per la fede in Cristo, e, quindi, per la fede in Dio trinitario. "Abramo Mi vide"11 , ha affermato Gesù. San Tommaso, per questo, scrisse: «Era necessario che il mi­ stero dell'Incarnazione di Cristo, in qualche modo fosse creduto da tutti in tutti i tempi: però, diversamente, secondo le diversità dei tempi e delle persone ... »12 •  Quindi, che ci sia un Dio unico nelle religioni monoteiste non è mai stata ritenuta dottrina dalla Chiesa pre-conci­ liare, perché la religione musulmana è semplicemente  una "impostura", e quella dei Giudei una "infedeltà" e un "latrocinio" di tutto un popolo, da parte dei loro maggiorenni, come è descritto nell'episodio della vigna di Nabot 13  e nella parabola significativa dei "vignaioli perfidim4: "Uc­cidiamolo e avremo la sua eredità"! 15 
Non può esserci, quindi, alcuna medesimezza di Dio nelle tre religioni, perché esiste una sola adorazione: quella al "Dio-Trino", rivelato dal Cristo crocifisso; invece, il dio dei Maomettani esiste come essi lo adorano, ossia come gli sarebbe stato rivelato; e anche il "dio" dei Giudei esiste come essi lo vogliono credere, e cioè: senza "Figlio" e  senza "Spirito Santo"! 
Ma c'è anche un altro grave motivo per cui la nostra Fede non può confrontarsi con le "altre grandi religioni monoteiste", ed è questo: la Fede non è un vero atto morale, ma ontologico, che modifica la stessa natura umana, "la nostra vita divina", immettendo, in chi ha questa Fede, una vita "eristica" nella sua pienezza divina  e trinitaria. Ora, questo, è causa di inconciliabilità tra le  "tre religioni monoteiste". Infatti, credere nella fede maomettana e in quella ebrea significa non credere al Sangue  di Cristo Redentore; significa non credere all' atto supremo  della Sua "transustanziazione" e ad ogni altra realtà che  comporta la nostra Fede. 
Purtroppo, la confusione ecumenica di oggigiorno com­ porta atti intrinsecamente cattivi, anche se fatti per raggiun­gere fini apparentamente buoni, ma che conducono, però, a possibilità di equivoci e di induzione ad errori, quali: il relativismo, il sincretismo, il calo del senso del sacro, la confusione immanentistica tra naturale e soprannatu­rale, l'agnosticismo, le abiure, l 'infedeltà, il rinnegamento  reale della nostra religione ... 
Forse che la Fede, oggi, non deve essere più esternata "apertis verbis"? Forse che non vale più il "credere nel cuore ciò che si proclama con la lingua", come dice San  Paolo? 16 • 
San Tommaso d'Aquino si domanda «se la confessione  della Fede sia necessaria per salvarsi», e risponde: «
Ora, volere "incontri comuni in luoghi significativi per  le grandi religioni monoteiste", come vuole Giovanni  Paolo II nel suo "T erti o Millennio adveniente", sarebbe un  vero affronto a Cristo, sia pure sotto l'aspetto di preghiera.  Papa san Leone Magno ha scritto: «Ora, cessata la  varietà dei sacrifici materiali, l'offerta unica del tuo  Corpo e del tuo Sangue sostituisce pienamente tutte le  specie di vittime, poiché Tu sei il vero Agnello di Dio che  togli i peccati del mondo. Così, compi in Te tutti i misteri,  e, come unico è il sacrificio, che succede al gran numero  delle vittime, così unico è anche il regno formato dall'in­sieme di tutti i popoli»'8• 
Perciò, pregare assieme ai Musulmani e agli Ebrei costituisce una vera "comunicatio in sacris"! Purtroppo,  da decenni, ormai, stiamo assistendo all'abuso scandaloso e ostinato di questa "comunicatio in sacris"! Si è incomincia­to con la "preghiera", accomunandosi agli increduli, prima,  nel silenzio, poi, nella meditazione su temi comuni, quali l'amore (!), la pace ... ; poi, nello scambio di un segno di pace; poi, nei discorsi sociali; poi, in preghiere generiche, buone per ogni "dio"; poi, d'incontro in incontro, si è finiti nella "comunio" tra cristiani e non! .. 
Ora, come si poteva concepire di fare questi "incontri comuni" con le religioni monoteiste quando, per noi, "pregare" è sostanzialmente partecipare all'atto soprannaturale di immolazione e di lode a Dio-Padre che ha compiuto  Gesù Cristo, Dio-Figlio, su di Sé, offrendosi volontaria­mente alla Croce? Di conseguenza, togliendo il "Sacrifi­cio" di Gesù, non annulliamo, forse, anche la nostra preghie­ra? .. "Se dall'aperta confessione della Fede nascesse turbamento tra gli increduli, senza alcuna utilità per la Fede e per  i fedeli, codesta confessione pubblica non sarebbe encomiabile  ( ... ). Ma se si spera una qualche utilità, o sia necessario,  disprezzando il turbamento degli infedeli si deve confessare  la fede pubblicamente. Infatti, il Vangelo racconta che quan­do i discepoli Gli riferirono che i Farisei si erano scandaliz­zati delle sue parole, il Signore risponde: "Lasciateli fare!",  cioè: non vi curate di loro, perché "sono ciechi che guidano  altri ciechi"'9 ! 
Invece, il Card. Martini ha insegnato una dottrina  nuova, quella della "doppia aspettativa" di Cristo, vale a  dire: noi preghiamo il Cristo, già venuto, insieme agli Ebrei  che pregano il Cristo che ha ancora da venire. Quindi, per il cardinale Martini, i "popoli di Dio" sono due: uno, del  Vecchio Testamento; l'altro, del Nuovo Testamento. E,  per Lui, devono essere considerati contemporanei i due  "Patti", le due fedi, i due tragitti. Il Messia è unico; quello  che cambia, nel tempo, è solo la discesa del Messia: per noi Cristiani, è già avvenuta; per i Giudei, invece, ha da venire!..  Come si vede, è una dottrina falsa, oltre che insensata,  senza alcun argomento probante che si stia aspettando la  stessa persona, e invalidando le stesse parole di Cristo che  riguardano il Vecchio e il Nuovo Testamento! Anche quel  suo spiegare l'aspettativa dei popoli, dichiarando che "è la  religiosità che fa la religione", è una teoria-sofisma che  basa sul naturalismo, che urta contro la dottrina tomista  ed ecclesiale della giustificazione, ed è una teoria che  abbatte il potere di Cristo e la Sua-nostra religione!  Ma torniamo a San Tommaso, il quale chiarisce che, "in  caso di necessità, quando la Fede è in pericolo, chiunque  è tenuto a manifestarla agli altri, sia per istruire e confer­ mare i fedeli, sia per frenare l'impertinenza degli incre­duli. 
Ma sarà questo che vuole Giovanni Paolo II quando  saranno riuniti, insieme ai Musulmani e ai Giudei, sul monte  Oreb e a Gerusalemme, per manifestare la Fede in Gesù  Cristo, Figlio di Dio, il cui Sacrificio sulla Croce potrà  salvare tutte le genti, una volta convertite a Lui, impetrando  il di Lui Padre ad avere pietà di loro? .. ovvero non sarà,  invece, solo un drammatico momento di comunione e di profanazione, anche perché contrastante con l'ultimo precet­to del Signore: 

«ANDATE E ISTRUITE LE GENTI,  BATTEZZANDOLE NEL NOME DEL  PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRI­TO SANTO, INSEGNANDO LORO AD  OSSERVARE QUANTO IO HO CO­ MANDATO»? .. 21 

E non si venga a dire che "la Chiesa apre le braccia maternamente a coloro che vogliono accogliere, per inte­ro, la fede", perché questo tenerume non può velare l'intel­letto che si chiede: «In nome di chi "la Chiesa apre le  braccia"»? .. Non certo in nome di Dio-Padre, perché "nes­ssuno può credere al Padre se non crede in Me; e neppure  in nome di Dio-Figlio, perché è proprio LUI che è negato  e odiato dagli Ebrei, che tuttora dicono che Cristo è un  "bestemmiatore", uno "spergiuro", un "millantatore; e  dai Musulmani, che di Cristo dicono che è un "eretico", un  "padre di eretici", un "bugiardo"! .. 
Perciò, dire che "La Chiesa apre le braccia materna­mente a coloro che vogliono accogliere, per intero, la  fede", è semplicemente una dabbenaggine, perché la Fede  non si ha "per intero" o, come qui si presume, in parte,  perché la Fede o la si ha o non la si ha! 
Bisogna dire, invece, che la Fede o è "formata" o è  "informe" per mancanza di carità2\ ossia quando il fedele  è in uno stato più o meno grave di peccato. 
Quindi, il caso dei Giudei è assimilabile a quello degli  increduli; anzi, di più, perché i Giudei sono colpevoli non  solo per incredulità, ma soprattutto per il rinnegamento  della vera Fede. Perciò, non si tratta di far loro raggiungere  la pienezza, avendo già qualcosa, ma bensì di convertire,  "toto corde", chi ha rinnegato, tradito la propria Fede.  Qui, allora, non si può più parlare di uguaglianza tra le  religioni monoteiste, ma, al contrario, di dar risalto alla  differenza sostanziale della fede nella Trinità che c'è tra loro!  

sac. Luigi Villa