martedì 15 dicembre 2020

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!

 

APPENDICE II


UNA FALSIFICAZIONE STORICA  


Un'autentica falsificazione storica è quella di alcuni  cattolici progressisti - come il francescano padre Giulio  Basetti-Sani - che hanno strumentalizzato la lettera che il  Papa San Gregorio VII aveva inviato all'Emiro di lppona,  Hammadid-an-Nasir, nella quale il grande Pontefice avreb­be affermato che cristiani e musulmani credono e confessano  lo stesso Dio e, pertanto, ugualmente si salvano1• 

Ora, qui, innanzi tutto, va detto che si tratta di una lettera  diplomatica. Il Papa, infatti, ringrazia l'Emiro per aver per­messo l 'insediamento di un Vescovo nella città di Ippona, un  tempo cristianissima. Inoltre, l'Emiro aveva fatto liberare  molti prigionieri cristiani e aveva promesso di liberarne an­cora. E evidente, perciò, che la lettera del Papa doveva es­sere scritta con linguaggio diplomatico, con argomentazioni, cioè, "ad hominem", ossia con frasi che fossero accettabili  alla mentalità di un musulmano, senza urtarne la suscettibi­lità. 

Ma ecco la frase di Papa S. Gregorio VII, che i progressisti  hanno giocato a loro favore: "Hanc utique caritatem nos et  vos specialius nobis qua caeteris gentibus debemus, qui  unum Deum, Zie et diverso modo, credimus et confitemur,  qui eum creatorem saeculorum et gubernatorem huius  m un di cotidie laudamur et veneramur". 

E' evidente che il testo di San Gregorio VII non intende  affermare che lui e l'Emiro credono e confessano lo stesso  Dio, a meno che non s'intenda dire che i cristiani e i musulmani  professano l'esistenza di un solo Creatore e Signore del Cielo  e della terra, ma non certo, però, nel senso che il "dio" di  Maometto - invenzione arbitraria del falso profeta! - sia  veramente lo stesso Dio che ha creato il mondo, e che si è anche rivelato definitivamente nella Persona del Verbo  incarnato, fondando la Sua Chiesa. 

Si tratta, quindi, sì, di credere in un Dio unico, ma non di credere nell'unico Dio! 

Perciò, quando noi cristiani, nella Santa Messa, la Chiesa  ci fa dire: "Credo in unum Deum", questo non significa  "credo in un solo Dio", ma bensì "credo nell'unico Dio",  quello vivo e vero! 

La frase di San Gregorio VII, perciò, non può essere intesa nel senso di un ecumenismo relativista e latitudinario,  che crede e considera i musulmani come degli autentici  credenti, e che il loro culto sia leggittimo, benché "diverso",  di onorare l'unico Dio. No! Il Dio vivente non può volere  essere onorato come viene onorato il "dio" delle altre reli­gioni, in modi falsi o abnormi, imputabili a colpevole  ignoranza o a perverse frodi. San Paolo sancì tutto questo nel  suo famoso motto: "UN SOLO DIO, UNA SOLA FEDE,  UN SOLO BATTESIM0".

Il "pluralismo", quindi, nel campo della verità religiosa, non può essere ammissibile! Pio Xl, nella sua enciclica "Mortalium animos" lo ha insegnato chiaramente, senza  possibilità di equivoci né di aggiornamenti! 


"Orient", giornale libanese di lingua francese, il 7 giugno 1999 riferisce della visita del patriarca catto­lico dei Caldei il 14 maggio, a Giovanni Paolo II: «al­la fine dell'udienza( ... ) davanti a una delegazione dell'lman sciita di Khartoum e al Presidente sunnita della Banca Islamica irachena, (?!!). Ma il Corano, il "libro sacro" dei musulmani, vuole e ordina la morte  di tutti gli "infedeli" ... cristiani!.. Come spiegare, allora, questo gesto di Giovanni Paolo II? 

sac. Luigi Villa 

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