APPENDICE II
UNA FALSIFICAZIONE STORICA
Un'autentica falsificazione storica è quella di alcuni cattolici progressisti - come il francescano padre Giulio Basetti-Sani - che hanno strumentalizzato la lettera che il Papa San Gregorio VII aveva inviato all'Emiro di lppona, Hammadid-an-Nasir, nella quale il grande Pontefice avrebbe affermato che cristiani e musulmani credono e confessano lo stesso Dio e, pertanto, ugualmente si salvano1•
Ora, qui, innanzi tutto, va detto che si tratta di una lettera diplomatica. Il Papa, infatti, ringrazia l'Emiro per aver permesso l 'insediamento di un Vescovo nella città di Ippona, un tempo cristianissima. Inoltre, l'Emiro aveva fatto liberare molti prigionieri cristiani e aveva promesso di liberarne ancora. E evidente, perciò, che la lettera del Papa doveva essere scritta con linguaggio diplomatico, con argomentazioni, cioè, "ad hominem", ossia con frasi che fossero accettabili alla mentalità di un musulmano, senza urtarne la suscettibilità.
Ma ecco la frase di Papa S. Gregorio VII, che i progressisti hanno giocato a loro favore: "Hanc utique caritatem nos et vos specialius nobis qua caeteris gentibus debemus, qui unum Deum, Zie et diverso modo, credimus et confitemur, qui eum creatorem saeculorum et gubernatorem huius m un di cotidie laudamur et veneramur".
E' evidente che il testo di San Gregorio VII non intende affermare che lui e l'Emiro credono e confessano lo stesso Dio, a meno che non s'intenda dire che i cristiani e i musulmani professano l'esistenza di un solo Creatore e Signore del Cielo e della terra, ma non certo, però, nel senso che il "dio" di Maometto - invenzione arbitraria del falso profeta! - sia veramente lo stesso Dio che ha creato il mondo, e che si è anche rivelato definitivamente nella Persona del Verbo incarnato, fondando la Sua Chiesa.
Si tratta, quindi, sì, di credere in un Dio unico, ma non di credere nell'unico Dio!
Perciò, quando noi cristiani, nella Santa Messa, la Chiesa ci fa dire: "Credo in unum Deum", questo non significa "credo in un solo Dio", ma bensì "credo nell'unico Dio", quello vivo e vero!
La frase di San Gregorio VII, perciò, non può essere intesa nel senso di un ecumenismo relativista e latitudinario, che crede e considera i musulmani come degli autentici credenti, e che il loro culto sia leggittimo, benché "diverso", di onorare l'unico Dio. No! Il Dio vivente non può volere essere onorato come viene onorato il "dio" delle altre religioni, in modi falsi o abnormi, imputabili a colpevole ignoranza o a perverse frodi. San Paolo sancì tutto questo nel suo famoso motto: "UN SOLO DIO, UNA SOLA FEDE, UN SOLO BATTESIM0". 2
Il "pluralismo", quindi, nel campo della verità religiosa, non può essere ammissibile! Pio Xl, nella sua enciclica "Mortalium animos" lo ha insegnato chiaramente, senza possibilità di equivoci né di aggiornamenti!
sac. Luigi Villa
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