martedì 29 dicembre 2020

Nel mistero di un Amore di predilezione

 


Nel mistero di un Amore di predilezione, quale si rivela nella chiamata di Dio donata al sacerdote, rimane chiara la parola di Paolo apostolo. 
Il programma della vita del presbitero è abbagliante: un debole uomo è chiamato a "perdere tutto", persino se stesso, cioè a rinunciare definitivamente alla "vita secondo la carne", subordinata ai limiti del tempo e alle pretese della materia, per essere come il Maestro, "tutto di tutti". Essere immagine Dio !

"Per Lui ho accettato di perdere tutto !". La grande insidia, che mina alla radice l’impegno della fedeltà e della fecondità presbiterale, sta nella dimenticanza abituale di questa scelta, che è anche una enorme promessa di libertà ! Riconoscere, accettare con gioia e con umile fierezza, di essere "differente" dal mondo e dalle sue leggi, ben più differente di quanto non sia il giorno dalla notte: il sacerdote viene collocato da Dio "nella Luce, quella che illumina ogni uomo", egli deve identificarsi come "luce del mondo!".

Nel cuore del mondo, fatto di terra e di peccato, il sacerdote è mandato dal Padre a testimoniare il tempo nuovo, il tempo della nuova relazione tra Creatore e creatura. In questo mistero, cioè nella intima congiunzione del divino con l’umano, il sacerdote è inviato a proclamare che la "creazione nuova" è possibile e che l’unica vita è "Per Lui !": questa è la chiave di tutto. La fedeltà presbiterale alla vocazione e alla missione è una questione di riconoscenza, di amore attento a  Lui "che ha dato tutto se stesso per me"!

 Aiuto al Sacerdote

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