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giovedì 24 novembre 2022

IL REGNO DI DIO SI INSTAURA CON LA SECONDA VENUTA DI GESU CRISTO

 


IL TEMPO DELL'AVVERTENZA DELLA MISERICORDIA DI DIO. 

L'apertura dei sigilli finirà col settimo, e dopo di un periodo di tempo indeterminato in cui si  apprezzará sempre con maggiore chiarezza l'apparizione dei segni precursori del tempo della Parusía  del Signore, Dio prenderà la decisione di mettere in moto gli avvenimenti che Egli stesso controlla  attraverso gli angeli, che procureranno in forma irreversibile l'arrivo del tempo del fine.  

 

A) Comincio del tempo dell'avvertenza. 

Apocalisse 8,1-5: “Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo per circa  mezz'ora. Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio furono date sette trombe. Poi venne un altro  angelo e si fermò all'altare, reggendo un incensiere d'oro.  

Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i santi bruciandoli  sull'altare d'oro, posto davanti al trono. E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a  Dio, insieme con le preghiere dei santi.  

Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì del fuoco preso dall'altare e lo gettò sulla terra: ne  seguirono scoppi di tuono, clamori, fulmini e scosse di terremoto.”  

  Gli angeli si trovano di fronte al trono di Dio, aspettando le suei ordini; allora ricevono ognuno una  tromba. Ricordiamo che biblicamente la tromba è un segno di chiamata, da una parte, e di giudizio,  per un altra:  

Isaia 27,12-13: “In quel giorno, dal corso dell'Eufrate al torrente d'Egitto,il Signore batterà le  spighe e voi sarete raccolti uno a uno, Israeliti. In quel giorno suonerà la grande tromba, verranno  gli sperduti nel paese di Assiria e i dispersi nel paese di Egitto. Essi si prostreranno al Signore sul  monte santo, in Gerusalemme.” 

  In questo passo Isaia presenta la chiamata e la riunione del popolo di Dio negli ultimi tempi,  utilizzando l'immagine del raccolto, immagine che rappresenta la restaurazione alla fine dei tempi. Il  suono di corno o di tromba serve per riunire a tutti i dispersi per il mondo, proclamando la  misericordia di Dio.  

  Il profeta Gioele si riferisce al suono della tromba come annuncio dell'imminenza del giudizio e  punizione di Dio nel “giorno di Yahveh”:  

Gioele 2,1-2: “Suonate la tromba in Sion e date l'allarme sul mio santo monte! Tremino tutti gli  abitanti della regione perché viene il giorno del Signore, perché è vicino, giorno di tenebra e di  caligine, giorno di nube e di oscurità. Come l'aurora, si spande sui monti un popolo grande e forte;  come questo non ce n'è stato mai e non ce ne sarà dopo, per gli anni futuri di età in età.” 

Quando i sette angeli ricevono le sue trombe, appare un altro angelo vicino all'altare che si trova di  fronte al trono di Dio, portando le preghiere di tutti i santi che chiedono a Dio per la Venuta di  Cristo, riassunte nel Padre Nostro: "¡Venga il tuo Regno!” 

  Queste orazioni arrivano alla presenza di Dio ed allora questo angelo riceve l'ordine: l'incensiere  che bruciava i profumi che salivano davanti a Dio portando le preghiere, è riempito del fuoco  dell'altare e questo è gettato sulla terra. Il senso di questa azione lo abbiamo commentiamo nel  Capitolo 1 (punto A.1.c.). Immediatamente i sette angeli cominciano a suonare le sue trombe. 


B) Le quattro prime trombe.  

Apocalisse 8, 6-13: “I sette angeli che avevano le sette trombe si accinsero a suonarle. Appena il  primo suonò la tromba, grandine e fuoco mescolati a sangue scrosciarono sulla terra. Un terzo della  terra fu arso, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde si seccò. Il secondo angelo suonò  la tromba: come una gran montagna di fuoco fu scagliata nel mare.  

Un terzo del mare divenne sangue, un terzo delle creature che vivono nel mare morì e un terzo delle  navi andò distrutto.Il terzo angelo suonò la tromba e cadde dal cielo una grande stella, ardente  come una torcia, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque. La stella si chiama Assenzio; un  terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono per quelle acque, perché erano  divenute amare. 

Il quarto angelo suonò la tromba e un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu  colpito e si oscurò: il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente. Vidi poi e udii  un'aquila che volava nell'alto del cielo e gridava a gran voce: «Guai, guai, guai agli abitanti della  terra al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!».” 

  Consideriamo che gli avvenimenti in simboli che descrivono le sei prime trombe devono prendersi  nel suo insieme; non sono descrizioni di eventi con un ordine cronologico, ma costituiscono aspetti di  un stesso avvenimento centrale. C'è un elemento importante che ci permette di esprimere questa  idea: le tre primi trombe mostrano catastrofi (vedremo subito in che cosa possono consistere) che  colpiscono la terza parte della terra con incendi, inquinamento delle acque, distruzione delle  imbarcazioni del mare e fenomeni cosmici, ma appena nella sesta tromba si menziona che muore la  terza parte dell'umanità. È molto difficile accettare che siano avvenimenti successivi e che colpendo  tanto fortemente la terza parte della terra non producano perdita di vite umane.  

  Pertanto analizzeremo gli eventi che provocano queste sei prime trombe come un unico  avvenimento, che risulta essere chiaramente una terribile guerra a scala mondiale. Tutto questo  periodo descritto per il suono delle sei trombe lo denomineremo "periodo dell'avvertenza e  misericordia di Dio." 

GIANFRANCO BENEDETTO 

giovedì 25 agosto 2022

IL REGNO DI DIO SI INSTAURA CON LA SECONDA VENUTA DI GESU CRISTO

 


GLI AVVENIMENTI PRECURSORI DELLA SECONDA  VENUTA DI GESÙ.


D) Conclusioni. 

  Esiste un momento definito nella storia dell'umanità nel quale Dio Padre disporrà nuovamente un  intervento di suo Figlio Gesù Cristo, come lo fece per prima volta nella sua Incarnazione. È  solamente il Padre, nella sua infinita Saggezza, chi conosce quando sarà il tempo di questo evento: 

Marco 13,32: “Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel  cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre.” 

  La maggioranza dei teologi interpreta che qui si tratta della scienza e la conoscenza del Figlio nella  sua natura di vero uomo, informata certamente per la sua unione con la natura divina, ma che può  ignorare certe cose. 

  Il Libro dell'Apocalisse ci presenta a Giovanni come testimone in visione profetica del momento in  cui questa decisione è presa dal Padre, ovviamente ignorando il suo tempo nella storia del mondo. 

  La scena dove Gesù Cristo, figurato come Agnello di Dio che espiò per i peccati degli uomini con la  sua morte, effondendo sull'umanità il dono della Salvazione, prende dal Padre il libro sigillato nel  quale si trovano rivelati gli avvenimenti della fine, segna l'inizio del tempo che culminerà con la sua  Seconda Venuta al mondo in gloria e maestà. 

  Attraverso le visioni che ci consegna Giovanni conosceremo lo sviluppo di questi avvenimenti che  non erano stati rivelati prima, benché continuerà ad essere soltanto nella conoscenza del Padre il  "giorno e l'ora” in cui si manifesteranno. 

  Tuttavia bisogna tenere in conto che la misericordia di Dio, cercando che tutti gli uomini si salvino,  cioè, che arrivino ad essere i suoi figli adottivi nella sua presenza per tutta la eternità, permetterà di  conoscere attraverso certi segni, che saranno avvenimenti particolari nella storia, che questo "giorno  ed ora" sta avvicinandosi, per quello che sarà necessario agire secondo quello che Gesù ha  insegnato che è necessario per entrare al Regno di Dio. 

  È così che ogni cristiano deve trovarsi sempre attento ai "segni" dei tempi, senza pretendere  ciononostante di scrutinarli di maniera di sapere quando succederà esattamente l'attesa Seconda  Venuta del Signore. È per questa ragione che costantemente l'insegnamento di Gesù ricorda la  necessità di vegliare, di essere attenti, di non "addormentarsi", di pensare che il "Giorno" del  Signore può apparire in qualunque momento:  

Marco 13, 33-37: “State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso. È  come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a  ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare. Vigilate dunque, poiché non sapete  quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino,  perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti:  Vegliate!».” 

  Neanche sappiamo quanto durerà il tempo dei "segni precursori", ma senza dubbio non sarà un  tempo breve, e permetterà che i cristiani che siano aperti al discernimento spirituale siano capaci di  vedere ogni volta con maggiore chiarezza l’apparizione di questi segni nel mondo. 

GIANFRANCO BENEDETTO 


mercoledì 9 febbraio 2022

IL REGNO DI DIO SI INSTAURA CON LA SECONDA VENUTA DI GESU CRISTO

 


GLI AVVENIMENTI PRECURSORI DELLA SECONDA  VENUTA DI GESÙ.


C) I segni indicativi della vicinanza della Parusía: 

Per affrontare questo tema studieremo i discorsi escatologici di Gesù che troviamo nei tre vangeli  sinottici, uniti a passi rilevanti del Nuovo Testamento che citeremo in ogni caso: 

* Matteo: Capitolo 24  

* Marco: Capitolo 13  

* Luca: Capitolo 21 

  Analizziamo gli elementi che c'apportano questi vangeli in quanto ai segni precursori, a partire  dalla sua importanza spiccata per Gesù nella parabola del fico: 

Luca 21, 29-31: “E disse loro una parabola: «Guardate il fico e tutte le piante; quando già  germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina. Così pure, quando voi  vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.” (cfr. Matteo 24,32-33; Marco  13,28-29). 

I segni che Gesù spiegherà, al iguale di quelle che produce la natura anticipando le stagioni,  mostreranno a quelli che siano attenti che il Regno di Dio è giá vicino. 

  Vediamo i segni che sorgono dal discorso escatologico del Signore: 

Matteo 24, 1-14: “Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli  per fargli osservare le costruzioni del tempio. Gesù disse loro: «Vedete tutte queste cose? In verità  vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata». Sedutosi poi sul monte degli Ulivi,  i suoi discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Dicci quando accadranno queste cose,  e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo». Gesù rispose: «Guardate che nessuno  vi inganni; molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno.  Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi; è necessario che  tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine. Si solleverà popolo contro popolo e regno contro  regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo è solo l'inizio dei dolori. Allora  vi consegneranno ai supplizi e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome.  Molti ne resteranno scandalizzati, ed essi si tradiranno e odieranno a vicenda. Sorgeranno molti falsi  profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà. Ma chi  persevererà sino alla fine, sarà salvato. Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto  il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine.” 

  Analizziamo ora questi segni che Gesù anticipa ai suoi apostoli: 

a) Sorgerà un inganno religioso generalizzato e si perderà sempre di più la vera fede cristiana: 

  Molti saranno quelli che proclameranno che Cristo già viene, che sta arrivando il tempo della fine:  sono i falsi profeti del Signore. Si fisseranno date arbitrarie e capricciose per la fine del mondo, e la  fede cristiana sarà snaturalizzata e corrotta, con un confuso sincretismo con credenze esoteriche ed  elementi di altre religioni, specialmente le orientali. 

  Numerosi gruppi proclameranno essere i possessori della verità sulla Venuta di Cristo, e si  definiranno come gli eletti che saranno favoriti con la sua salvazione. 

  Che molti vengono usurpando il nome di cristiani dicendo "Io sono il Cristo” significa che numerose  false religioni si proclameranno come cristiane, ma solamente cercheranno di ingannare e perdere a  quelli che vogliano realmente seguire a Cristo. 

  Il medesimo concetto espressa San Paolo: 

1 Timoteo 4,1-2: “Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno  dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, sedotti dall'ipocrisia di impostori,  già bollati a fuoco nella loro coscienza.” 

  L'inganno delle false religioni, suscitate per "spiriti menzogneri e dottrine diaboliche" può portare  all'apostasia a cristiani che non siano crescuti nella sua fede, che non abbiano raggiunto la  perfezione spirituale, poiché saranno "portati alla deriva per qualunque vento di dottrina": 

Efesini 4, 11-14: “È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come  evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine  di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di  Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo. Questo  affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di  dottrina, secondo l'inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell'errore.”  

  Nella Seconda Lettera di Pietro, dopo di proclamare la venuta della Parusía, si avverte anche sui  falsi profeti:  

2 Pietro 2,1-3.12-22: “Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo  a voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e  attirandosi una pronta rovina. Molti seguiranno le loro dissolutezze e per colpa loro la via della verità  sarà coperta di impropèri. Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna è già da tempo all'opera e la loro rovina è in agguato. Ma costoro, come animali irragionevoli nati  per natura a essere presi e distrutti, mentre bestemmiano quel che ignorano, saranno distrutti nella  loro corruzione,  subendo il castigo come salario dell'iniquità. Essi stimano felicità il piacere d'un  giorno; sono tutta sporcizia e vergogna; si dilettano dei loro inganni mentre fan festa con voi; han  gli occhi pieni di disonesti desideri e sono insaziabili di peccato, adescano le anime instabili, hanno il  cuore rotto alla cupidigia, figli di maledizione!  

Abbandonata la retta via, si sono smarriti seguendo la via di Balaàm di Bosòr, che amò un salario di  iniquità, ma fu ripreso per la sua malvagità: un muto giumento, parlando con voce umana, impedì la  demenza del profeta. Costoro sono come fonti senz'acqua e come nuvole sospinte dal vento: a loro è  riserbata l'oscurità delle tenebre. Con discorsi gonfiati e vani adescano mediante le licenziose  passioni della carne coloro che si erano appena allontanati da quelli che vivono nell'errore.  Promettono loro libertà, ma essi stessi sono schiavi della corruzione.  

Perché uno è schiavo di ciò che l'ha vinto.Se infatti, dopo aver fuggito le corruzioni del mondo per  mezzo della conoscenza del Signore e salvatore Gesù Cristo, ne rimangono di nuovo invischiati e  vinti, la loro ultima condizione è divenuta peggiore della prima. Meglio sarebbe stato per loro non  aver conosciuto la via della giustizia, piuttosto che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo  precetto che era stato loro dato. Si è verificato per essi il proverbio:Il cane è tornato al suo vomito e  la scrofa lavata è tornata ad avvoltolarsi nel brago.”  

  In una forma terribile si esprime la realtà di questi falsi profeti, che inquinano e portano all'errore  ed al peccato a coloro che si lasciano imbrogliare per le sue dottrine, apparentemente attraenti, ma  imbevute di concetti mondani.  

  Richiama specialmente l'attenzione l'attualità che ha questa descrizione, nella proclamazione per  questi falsi profeti della libertà ad oltranza, che porta solo alla schiavitú che generano le proprie  passioni senza freno.  

  Il mondo si va sempre di più avvicinando a queste realtà ultime che devono essere avvertite ed  evitate per l'uomo di fede, benché nei tempi vicini alla fine rimarranno molti pochi cristiani in  condizioni di discernere con chiarezza questi inganni, come l'annuncia lo stesso Gesù:  

Luca 18,8: “Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».”  

b) Guerre ed annunci di guerre:  

  C'è un annuncio di Gesù che non offre dubbi: il fine non verrà per guerre provocate per gli uomini,  anche se fossero di una distruzione terribile, ma sarà Dio stesso che lo produrrà, quando sia il  momento della sua decisione, ed utilizzando strumenti naturali, come i terremoti e catastrofi  cosmiche.  

  Ma nei tempi finali le nazioni si affronteranno, ed i paesi faranno la guerra, come conseguenza  dell'azione tentatrice di Satana esemplificata per il Secondo cavaliere dell'Apocalisse, benché questi  avvenimenti saranno solamente preparatori per la vera fine.  

c) Fame e pesti: 

  Sorgerà la povertà e mancanza di alimento in grandi regioni dalla terra, provocata specialmente  per l'opera predatrice e distruttrice delle risorse naturali proveniente dalla sfrenata ambizione  dell'uomo.  

  Aggiuntivamente la scarsità e la carestia di alimenti per grandi settori dell'umanità sarà anche  conseguenza dello spirito di egoismo ed avarizia di quelli che tutto l'hanno e non lo condividono,  spinti per gli spiriti demoniaci che vedemmo secondo i cavalieri terzo e quarto dell'Apocalisse.  

d) Catastrofi naturali:  

  Il mondo continuerà a soffrire un'intensificazione delle catastrofi naturali: terremoti, maremoti ed  inondazioni (Luca 21,25), cadute di grandine, ed anche siccità che genereranno la mancanza di  alimento e la fame, come vedemmo nel punto anteriore. 

È molto interessante vedere come nell'Apocalisse si aggiudica agli uomini la colpa di distruggere o  corrompere alla terra: 

Apocalisse 11,18: “Le genti ne fremettero, ma è giunta l'ora della tua ira, il tempo di giudicare i  morti, di dare la ricompensa ai tuoi servi, ai profeti e ai santi e a quanti temono il tuo nome, piccoli e  grandi, e di annientare coloro che distruggono la terra».” 

  La parola greca che si usa qui come "distruggere" o "corrompere" è "dia-fzeiro", utilizzata per  esempio in un'altra espressione che ci mostra il suo significato con chiarezza:  

2 Corinzi 4,16: “Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va  disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno.”  

  Si sta parlando di una distruzione della terra graduale, di una corruzione delle risorse naturali e del  suo inquinamento, male uso, irresponsabilità, tutte derivate dell'ambizione umana senza freno. 

  Il sesto sigillo rivela che Dio utilizzerà finalmente catastrofi naturali di grandezza mai vista prima  per realizzare il suo proposito di trasformazione del mondo attuale in una nuova creazione.  

e) La carità diminuirà: 

  È veramente terribile l'annuncio del Signore in Mateo 24,12: "E crescendo sempre di più l'iniquità,  la carità della maggioranza si raffredderà”.  

  Vedemmo prima nel punto a) che l'inganno generalizzato dei falsi profeti porterà anche ad una  diminuzione della fede cristiana. Ricordiamo che fede e carità, insieme alla speranza, sono le tre  virtù teologali infuse per la grazia santificante nell'uomo, come dono di Dio per la sua redenzione e  salvazione, e che regolano la vita dell'uomo inclinando la sua volontà ed intelligenza verso Dio. 

  Possiamo immaginarci un mondo dove appena si trovino qui e là cristiani che vivano queste virtù,  che sono quelle che conducono alla santità? Immaginiamo un mondo dove chi prevarrà sarà il "uomo  razionale", con la sua intelligenza e volontà inferme per il peccato originale e sommesse all'influenza  devastatrice della sua propria concupiscenza e della tentazione di Satana (vedere lo sviluppo di  questo tema in www.it.Contemplatori.com.ar , Parte 2, Capitolo 3).  

  Le passioni senza il freno delle virtù infuse, il peccato generalizzato, gli interessi esclusivamente  egoisti, il materialismo ad oltranza e manifestazioni simili saranno le caratteristiche di un mondo  allontanato dall'azione dello Spirito Santo e sommesso mansuetamente all'azione corruttora e  distruttrice di Satana, come lo descrive la Prima Lettera di Pietro: 

1 Pietro 5,8-9: Le passioni senza il freno delle virtù infuse, il peccato generalizzato, gli interessi  esclusivamente egoisti, il materialismo ad oltranza e manifestazioni simili saranno le caratteristiche  di un mondo allontanato dall'azione dello Spirito Santo e sommesso mansuetamente all'azione  corruttora e distruttrice di Satana, come lo descrive la Prima Lettera di Pietro:  

  San Paolo ci presenta ammirevolmente il quadro degli uomini allontanati dalla grazia di Dio negli  ultimi tempi dell'attuale umanità:  

2 Timoteo 3,1-9: “Devi anche sapere che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. Gli uomini  saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati,  senza religione, senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici del bene, traditori,  sfrontati, accecati dall'orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio, con la parvenza della pietà, mentre  ne hanno rinnegata la forza interiore. Guardati bene da costoro! Al loro numero appartengono certi  tali che entrano nelle case e accalappiano donnicciole cariche di peccati, mosse da passioni di ogni  genere, che stanno sempre lì ad imparare, senza riuscire mai a giungere alla conoscenza della  verità. Sull'esempio di Iannes e di Iambres che si opposero a Mosè, anche costoro si oppongono alla  verità: uomini dalla mente corrotta e riprovati in materia di fede. Costoro però non progrediranno  oltre, perché la loro stoltezza sarà manifestata a tutti, come avvenne per quelli.”  

Questa descrizione è uno dei segni che saranno più chiari in quanto a che il Giudizio di Dio si  avvicina:  una corruzione, ingiustizia, perversità e perversioni generalizzate nel mondo. Tuttavia  sarà solamente percettibile per coloro che, avendo una fede abbastanza cresciuta, senza immergersi  in quella voragine, potranno vedere tutto questo con chiarezza.  

f) Si proclamerà la Buona Novella del Regno nel mondo intero: 

  Dio concederà un tempo di misericordia prima del suo giudizio, per salvare a tutti quelli che  accettino la salvazione offerta, e questo si riuscirà con una proclamazione rinnovata dell'annuncio  dell'arrivo del Regno nel mondo intero, appoggiata per i segni della prossimità della fine che si  apprezzeranno già con una certa chiarezza. 

  Il modo di questa proclamazione lo studieremo con più dettaglio nel seguente Capitolo. 

GIANFRANCO BENEDETTO

lunedì 22 novembre 2021

IL REGNO DI DIO SI INSTAURA CON LA SECONDA VENUTA DI GESU CRISTO

 


GLI AVVENIMENTI PRECURSORI DELLA SECONDA  VENUTA DI GESÙ.


B) L'apertura dei sette Sigilli: gli strumenti di Dio.


Apocalisse 6,1-14: “Quando l'Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, vidi e udii il primo dei quattro  esseri viventi che gridava come con voce di tuono: «Vieni». Ed ecco mi apparve un cavallo bianco e  colui che lo cavalcava aveva un arco, gli fu data una corona e poi egli uscì vittorioso per vincere  ancora. Quando l'Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che gridava: «Vieni».  Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco. A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace  dalla terra perché si sgozzassero a vicenda e gli fu consegnata una grande spada. Quando l'Agnello  aprì il terzo sigillo, udii il terzo essere vivente che gridava: «Vieni». Ed ecco, mi apparve un cavallo  nero e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. E udii gridare una voce in mezzo ai quattro  esseri viventi: «Una misura di grano per un danaro e tre misure d'orzo per un danaro! Olio e vino  non siano sprecati». Quando l'Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che  diceva: «Vieni». Ed ecco, mi apparve un cavallo verdastro. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte  e gli veniva dietro l'Inferno. Fu dato loro potere sopra la quarta parte della terra per sterminare con  la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra. Quando l'Agnello aprì il quinto sigillo,  vidi sotto l'altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della  testimonianza che gli avevano resa. E gridarono a gran voce: «Fino a quando, Sovrano, tu che sei  santo e verace, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue sopra gli abitanti della terra?».  Allora venne data a ciascuno di essi una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco,  finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli che dovevano essere  uccisi come loro. Quando l'Agnello aprì il sesto sigillo, vidi che vi fu un violento terremoto. Il sole  divenne nero come sacco di crine, la luna diventò tutta simile al sangue, le stelle del cielo si  abbatterono sopra la terra, come quando un fico, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i fichi  immaturi. Il cielo si ritirò come un volume che si arrotola e tutti i monti e le isole furono smossi dal  loro posto.” 

  Il libro sigillato che l'Agnello ha preso dalla destra di Dio comincia ad essere aperto, tirando fuori  uno ad uno i sette sigilli che lo mantengono chiuso. Ricordiamo che il libro è un rotolo, ed i sigilli  sono cerchi o anelli che non permettono che sia srotolato, ed è scritto nei due lati, interno ed  esterno, quello che indica la sua estensione. 

  La prima domanda che dobbiamo farci è: Che cosa contiene il Libro? Molti autori, specialmente gli  antichi, sostengono che il libro è la Sacra Scrittura, ed in particolare l'Antico Testamento, le cui  profezie saranno spiegate ora.  

  Altri sostengono che contiene il piano redentore di Dio lungo la storia umana, una specie di storia  della Chiesa dagli apostoli fino al tempo della Parusía, e per sostenere questa ipotesi forzano  allegorie e paragoni in ogni sigillo per definire distinte epoche della Chiesa. Crediamo che sia  un'interpretazione troppo forzata ed arbitraria (tanto arbitraria come le spiegazioni storiche simili  rispetto al contenuto delle lettere alle sette Chiese che vedremo più avanti), aperta a cualunque  associazione allegorica o simbolica che sia trovata per ogni interprete. 

  Noi sosteniamo che in questo Libro sono scritti gli avvenimenti del fine del tempo ed il giudizio di  Dio sugli uomini, mentre i sigilli rappresentano i distinti strumenti di Dio che saranno liberati e messi  in azione per arrivare allo sviluppo e compimento effettivo dei suddetti avvenimenti. 

  Pertanto, togliere i sigilli ed aprire il libro per potere leggerlo simbolizza la decisione sovrana del  Padre, il cui momento solo Egli conosce, di dare inizio agli eventi precursori della Parusía del Figlio,  mediante quello che potremmo chiamare la "liberazione" degli strumenti dei quali Dio si servirà. E  questa missione gli sarà confidata a Gesù Cristo, Figlio di Dio, l'unico degno di portarla a termine. 

  Gli è permesso a Giovanni, in questa visione celestiale, conoscere gli avvenimenti descritti nel libro  che sostiene il Padre, quelli che precisamente egli farà conoscere, per espressa ordine di Gesù, nel  Libro dell'Apocalisse. Arriverà il giorno, nel divenire della storia umana, quando il Padre lo decida,  che effettivamente incominceranno questi fatti della fine, e la scena della quale fu testimone il  veggente avrà corrispondenza con un'epoca determinata dell'umanità. 

 

a) Il Primo Sigillo: 

  Questo primo sigillo forma un'unità coi tre seguenti, data per la successione di elementi simili  (cavalli e cavalieri). Sosteniamo che questo gruppo di quattro visioni mostra il primo strumento che  Dio utilizzerà negli avvenimenti della Parusía, tanto nella sua fase preparatoria come nel suo  culmine: Satana ed i suoi demoni. 

Il primo sigillo ci presenta un tale che cavalca su un cavallo bianco, che come simbolo ci rimette  subito a 19,11-13, dove troviamo anche un cavaliere su un altro animale, chi è identificato come il  "Verbo di Dio", il "Re di Re" ed il "Signore dei Signori", cioè, è senza dubbi Gesù Cristo. 

  Ma, quello che sta aprendo il sigillo è propio l'Agnello, Gesù Cristo, pertanto Egli non può essere  questo personaggio sul cavallo bianco. Questo cavaliere pare che sia solamente una grossolana  imitazione di Cristo, destinata ad ingannare a molti alla fine dei tempi. Per quel motivo crediamo che  sia molto chiara l'identificazione con qualcuno che, come si rivelerà più avanti, sarà un strumento  diretto e manipolato per il Diavolo (il "Drago"): la Bestia del Mare o l'Anticristo. 

  Questo personaggio avrà come missione principale convincere al mondo in generale, ed ai cristiani  in particolare, che egli è il vero Cristo che è arrivato al mondo nella sua Parusía, compiendo tutti gli  annunci e profezie. Dio, per compiere i suoi obiettivi, gli permetterà di vincere, in primo luogo, alla  gran struttura anticristiana, mondana e materialista che si identificherà nell'Apocalisse come  "Babilonia", e dopo, a molti santi che l'affronteranno, dominando così al mondo intero (questo  dominio lo simbolizza la corona reale che riceve). 

Apocalisse 13,7: “Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra  ogni stirpe, popolo, lingua e nazione.” 

 

  Nel prossimo Capitolo vedremo in dettaglio questo processo. 

 

b) Il Secondo Sigillo: 

  Questo cavaliere che monta il cavallo colore di fuoco è lo spirito di discordia e di contesa. Mediante  lui Satana utilizzerà agli uomini che si sottomettano alla sua astuta e subdola tentazione,  esacerbando le ansie di potere, di dominio, di ricchezze, o soffiando sul fuoco degli odi religiosi,  politici o etnici, per togliere la pace e generare confronti e guerre di ogni tipo e grandezza, facendo  che gli uomini si uccidano tra loro. 

  Nella Lettera dell'Apostolo Giacomo si presentano le passioni derivate della propria concupiscenza  dell'uomo che Satana esacerba con la sua azione tentatrice: 

Giacomo 4, 1-3: “Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono  forse dalle vostre passioni che combattono nelle vostre membra? Bramate e non riuscite a  possedere e uccidete; invidiate e non riuscite ad ottenere, combattete e fate guerra! Non avete  perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri  piaceri.” 

  Questa violenza includerá tanto guerre e conflagrazioni mondiali, come azioni più regionali come  guerre civili, confronti tra paesi, azioni di guerriglia e terrorismo, guerre tra bande rivali di  malviventi, e violenza e morti per furti, saccheggi, etc. Tutto quello descritto è sempre stato  presente nella storia del mondo, ma si aggraverà molto più nei tempi vicini alla fine. 

  Rimane chiaro che l'azione di questo secondo cavaliere non è un'azione diretta sulle persone, ma la  sua missione tentatrice è "fare che si sgozzino a vicenda." 

 

c) Il Terzo Sigillo: 

  Colui che cavalca il cavallo nero è lo spirito di egoismo ed avarizia, che genera l'accaparramento e  la concentrazione della ricchezza ed i mezzi economici in pochi, dannando a molti che rimangono  abbandonati alla sua sorte disgraziata, è non possono avere neanche il minimo necessario per  sussistere.  

  Il grano e l'orzo rappresentano articoli di prima necessità per i più poveri, che devono comprare a  prezzi esorbitanti, mentre gli articoli di lusso (olio e vino) sono solo a portata dei più ricchi e  poderosi. 

  Di questa maniera la fame e la mancanza di alimento passeranno ad essere cause di moria  nell'umanità, alimentate per lo spirito di egoismo dei pochi che hanno e non condividono, ed anche come quello esposto anteriormente, si vedranno elevati al suo massimo livello nei tempi che  precederanno la Parusía. 

 

d) Il Quarto Sigillo: 

  Il cavallo verdastro o pallido porta come cavaliere alla stessa morte, che è la vittoria massima che  può ottenere Satana, benché gli sia dato un potere limitato (solo sulla quarta parte della terra) per  provocare la morte, non solo dovuta a guerre e fame, ma anche con pesti e malattie che sorgeranno  dalla stessa negligenza ed ambizione degli uomini, ed anche per le bestie della terra, quest’ultima di  una forma misteriosa che rimane velata ed oscura.  

  Il "Hades" o "Sheol", luogo dei morti secondo il pensiero ebreo, va dietro questo cavallo ed il suo  cavaliere, raccogliendo le vittime che lascia al suo passo. 

  Di questa maniera, come menzioniamo prima, questi quattro cavalieri con le sue cavalcature  simbolizzano l'azione distruttrice di Satana tra gli uomini, quella che, con la sua limitazione, ha il  permesso divino, cioè, si trasformano in strumenti di Dio.  

  Rimane da chiarire un punto importante: l'azione di Satana che abbiamo descritto non è qualcosa  di nuovo, ma è esistita sempre fin dal peccato originale, ma qui il significato è che vicini già i tempi  della fine, questa azione si intensificherà ed esacerberà di una maniera mai vista prima.  

  Troviamo la descrizione di questi castighi di Dio (guerra, fame, pesti e bestie feroci) in Ezechiele  14,6-23, dove il Signore chiede la conversione dell'adorazione agli idoli, non solo al suo popolo  Israele, bensì a "qualunque straniero abitante in Israele." 

Ezechiele 14, 6-7: “Riferisci pertanto al popolo d'Israele: Dice il Signore Dio: Convertitevi,  abbandonate i vostri idoli e distogliete la faccia da tutte le vostre immondezze, poiché a qualunque  Israelita e a qualunque straniero abitante in Israele, che si allontana da me e innalza nel suo cuore i  suoi idoli e rivolge lo sguardo all'occasione della propria iniquità e poi viene dal profeta a  consultarmi, risponderò io, il Signore, da me stesso.”  

  Quelli che non ascoltino la chiamata di Dio alla conversione riceveranno i quattro castighi di Dio,  benché ci saranno superstiti:  

Ezechiele 14, 21-22: “Dice infatti il Signore Dio: Quando manderò contro Gerusalemme i miei  quattro tremendi castighi: la spada, la fame, le bestie feroci e la peste, per estirpare da essa uomini  e bestie, ecco vi sarà in mezzo un residuo che si metterà in salvo con i figli e le figlie. Essi verranno  da voi perché vediate la loro condotta e le loro opere e vi consoliate del male che ho mandato contro  Gerusalemme, di quanto ho mandato contro di lei.”    

  La figura dei quattro cavalieri ed i suoi cavalli ha anche il suo riferimento nell'Antico Testamento: 

Zaccaria 1,7-10: “Il ventiquattro dell'undecimo mese, cioè il mese di Sebàt, l'anno secondo di  Dario, questa parola del Signore si manifestò al profeta Zaccaria, figlio di Iddò. Io ebbi una visione di  notte. Un uomo, in groppa a un cavallo rosso, stava fra i mirti in una valle profonda; dietro a lui  stavano altri cavalli rossi, sauri e bianchi. Io domandai: «Mio signore, che significano queste cose?».  L'angelo che parlava con me mi rispose: «Io t'indicherò ciò che esse significano». Allora l'uomo che  stava fra i mirti prese a dire: «Essi sono coloro che il Signore ha inviati a percorrere la terra».” 

  È indubbio che qui si tratta di angeli che Dio ha inviato a percorrere tutta la terra. Nell'Apocalisse i  quattro cavalieri avranno anche una portata universale con la sua azione tentatrice per alimentare e  fomentare la guerra e la morte. 

 

e) Il Quinto Sigillo: 

  Si rivela nell'apertura di questo quinto sigillo ad un altro degli strumenti di Dio che avrà  partecipazione negli avvenimenti del fine, non già per fare il male bensì per bene: i santi che sono  morti, con le sue anime separate dal corpo che si trovano nel cielo. 

La sua supplica ed intercessione si eleva al Signore, affinché arrivi il tempo della giustizia di Dio, in  un mondo che ha perso quasi totalmente l'impronta cristiana, sottomesso maggioritariamente al  "padrone del mondo”, Satana. C'è un desiderio espresso di questi santi che giunga presto alla terra il  Giudizio di Dio, e che per loro arrivi il tempo della resurrezione. 

  Il suo clamore al "Signore Santo e Verace" è ascoltato, e, da una parte, ricevono a modo di  anticipo e sicurezza della sua prossima resurrezione una veste bianca, indumento che può utilizzare  solo chi ha un corpo materiale. 

  Inoltre ricevono una rivelazione sommamente importante: dovranno aspettare (pazientare) ancora  un poco per questa resurrezione, dato che sarà necessario che si completi un numero che soltanto  Dio conosce, di altri che rimarranno nella sua stessa situazione. Questo c'anticipa già che ci saranno  molti santi martiri nei tempi che succederanno. Sul senso di questo numero misterioso di santi nel  cielo ritorneremo più avanti in forma estesa, nel Capitolo 6.3.  

  Troviamo qui uno degli strumenti più preziosi di Dio: la preghiera delle sue creature, e,  specialmente, l'intercessione davanti a Lui dei santi, poderoso motore per mobilitare gli eventi che  Dio confida agli uomini come le sue cause seconde. 

 

f) Il Sesto Sigillo:  

  Quando l'Agnello apre il sesto sigillo, Giovanni presenzia l'azione distruttrice delle forze della natura  come strumenti di Dio. La forza principale è un "gran terremoto", e ci sono anche segni cosmici nel  sole, la luna e le stelle.  

  C'è un aspetto sommamente importante per risaltare: si producono cambiamenti nella terra,  esemplificati per un cielo che sparisce, e montagne ed isole rimosse dei suoi posti. Questi terribili  disastri naturali saranno quelli che utilizzerà Dio per l'annichilazione finale degli infedeli nel suo  giudizio nel “Giorno dell'ira di Dio", e per la trasformazione della terra, come vedremo nella  descrizione dell'azione della settima Coppa, che precederà immediatamente alla Parusía di Cristo. 

  Qui, in questi sei primi sigilli finiscono di liberarsi gli strumenti di Dio che interverranno nel dramma  del fine: Satana ed i suoi seguaci, i santi e la natura. 

 

g) Il Settimo Sigillo:  

  L'ultimo sigillo indica qualcosa di essenziale: gli strumenti di Dio già sono stati liberati e messi in  azione secondo la disposizione di Dio, e cominceranno ad agire sul mondo, per un certo tempo,  simbolizzato per la "mezz'ora", che conosciamo come l'apparizione dei segni del fine.   

  Ancora non si libereranno gli avvenimenti irreversibili che precederanno la Parusía, che saranno  ordinati per Dio ai suoi angeli, ma questi segni saranno sempre di più evidenti, secondo  quell'annunciato per lo stesso Gesù. 

GIANFRANCO BENEDETTO

sabato 23 ottobre 2021

IL REGNO DI DIO SI INSTAURA CON LA SECONDA VENUTA DI GESU CRISTO

 


IL REGNO DI DIO SI  INSTAURA CON LA  SECONDA VENUTA DI GESU CRISTO 


2) Visione dell'Agnello di Dio nel Cielo: 

  Arriverá un momento nella storia dell'umanità che si rifletterà nella seguente visione di Giovanni,  dove avrà accaduto un avvenimento straordinario: l'incarnazione del Figlio di Dio in Gesù Cristo, e la  sua conseguente vita, passione, morte, resurrezione ed ascensione al cielo. Giovanni è testimone  della presenza dell'Agnello immolato nel cielo: 

Apocalisse 5: “E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo,  scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. Vidi un angelo forte che  proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». Ma nessuno né in  cielo, né in terra, né sotto terra era in grado di aprire il libro e di leggerlo. Io piangevo molto perché  non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo. Uno dei vegliardi mi disse: «Non piangere più; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi  sette sigilli».  

Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come  immolato. Egli aveva sette corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la  terra. E l'Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono. E quando  l'ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all'Agnello,  avendo ciascuno un'arpa e coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. Cantavano  un canto nuovo: 

«Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per  Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai costituiti per il nostro Dio  un regno di sacerdoti e regneranno sopra la terra». 

Durante la visione poi intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il  loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce: «L'Agnello che fu  immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione».  Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii  che dicevano:  «A Colui che siede sul trono e all'Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli». E i  quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E i vegliardi si prostrarono in adorazione.” 

  Appare in questa visione, come continuità dell'anteriore, un dettaglio che non si era menzionato  prima:  Dio Padre ha nella sua mano destra un libro (rotolo), chiuso con sette sigilli. C'è un angelo  poderoso (un angelo delle massime gerarchie celestiali) che chiama cercando qualcuno che sia  degno di aprire il libro slegando i suoi sigilli. 

  Nessuno è degno di aprire quelli sigilli, ed allora Giovanni piange. Questa descrizione dà un certo  senso di passo del tempo, dalla scena anteriore, che dicemmo rappresenta il tempo dell'Antico  Testamento, fino a che si produrrà il mistero dell'Incarnazione del Verbo, con la sua vita, passione,  morte, resurrezione ed ascensione al cielo. 

  È il Leone di Giudá, il Germoglio di Davide (titoli messianici che si riferiscono all'ascendenza del  Messia) che ha trionfato sulla morte, come annuncia uno degli anziani a Giovanni, chi appare davanti  al trono di Dio come Agnello immolato, conservando nella sua sacra umanità i segni della sua morte.  Le sette corna rappresentano la somma del potere che detiene, ed i sette occhi sono la pienezza  dello Spirito Santo che Egli ha rovesciato sulla terra: 

Giovanni 1,16: “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.” 

  Abbiamo così nuovamente la Santa Trinità: il Padre, il Figlio incarnato e lo Spirito Santo. E si  produrrà la cosa sperata: l'Agnello è degno di prendere il libro dalla destra del Padre, e così lo fa.  Questo gesto inizierà nel cielo una liturgia di adorazione inenarrabile: gli angeli servitori del Padre e  gli Anziani si prostrano davanti all'Agnello per adorarlo, offrendo il suo canto nuovo (non si era  ascoltato prima dell'Ascensione), accompagnato per arpe e per le preghiere dei santi che sono  offerte al Signore. 

  In questo canto che incomincia in quelli che si trovano più vicino a Dio (i Viventi e gli Anziani), si  riassume magnificamente il proposito eterno di Dio per la sua massima creazione, l'uomo, e della  sua realizzazione finale per mezzo di suo Figlio Gesù Cristo. 

  Vediamo con cura gli elementi di questo canto nell'adorazione celestiale all'Agnello: 

a) Dio dall'eternità ha previsto formarsi un Regno composto per uomini di ogni "tribù e lingua e  paese e nazione", cioè, senza eccettuare a nessuna delle sue creature, affinché compongano il suo  popolo.  

b) Questo proposito, dopo l'apparente fallimento nell'elezione di un popolo, Israele, e le sue  infedeltà all'alleanza che stabilì con essi, si porterà finalmente a capo mediante suo Figlio Gesù  Cristo. 

c) Col sangue versato nella croce Gesù ha pagato per il peccato dell'umanità e ha cancellato il  prezzo affinché gli uomini trovino aperto il cammino verso quel Regno promesso e desiderato per il  Padre. 

  Si rinchiude qui tutto il fondamento della finalità della creazione dell'essere umano per Dio.  Deplorevolmente la gran maggioranza degli uomini che popolano il nostro mondo di oggi, includendo  buona parte dei cristiani, ignorano completamente il proposito eterno che ha avuto Dio Padre per  creare gli uomini, e per questa ragione si trovano in un'oscurità che non permette loro neanche di  scorgere il proposito delle sue vite, della sua esistenza. 

  Nella Lettera agli Efesini si esprime con moltissima chiarezza questo proposito eterno del Padre: 

Efesini 1, 3-10: “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con  ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per  essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per  opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua  grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue,  la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l'ha abbondantemente riversata  su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua  volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza  dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della  terra.” 

  Vediamo i concetti che ci consegna con profondità unica questo passo del Nuovo Testamento: 

*Da prima della fondazione del mondo, in precedenza a che questo esistesse, il Padre aveva deciso  nella sua volontà onnipotente di procurarsi mediante la creazione dell'uomo una moltitudine di figli  adottivi, affinché vivessero eternamente nella sua presenza, e per questo dovevano essere santi,  cioè senza macchia di peccato, meta che non è alla portata dell'uomo con i suoi soli mezzi naturali,  ma è un'impresa soprannaturale.  

*Poiché l'essere umano, facendo male uso della libertà con che fu creato, peccò dall'inizio,  trasmettendosi dopo questo peccato originale alle generazioni successive, fu necessario che il Padre  desse alle sue creature benedizioni speciali e grazie che le permettessero ottenere il proposito che  Egli aveva fissato, e questo lo fece mediante la salvazione ottenuta per tutta la razza umana da suo  Figlio Gesù Cristo. 

*Gesù, con la sua incarnazione, vita, passione, morte e resurrezione ottenne la Redenzione per il  genere umano, procurando il perdono dei peccati e regalando ai suoi discepoli il dono della grazia,  con la quale la mente umana riceve una saggezza ed intelligenza soprannaturali, che permetteranno  al cristiano compiere il proposito previsto in anticipo per il Padre, cioè, arrivare ad essere i suoi figli  adottivi vivendo eternamente nella sua presenza. 

*Questo chiaro piano non si realizzerà improvvisamente, ma comincerà a prepararsi durante un  lungo periodo, compreso tra l'Incarnazione del Figlio di Dio (conosciuta come la sua prima Venuta al  mondo) e la sua seconda Venuta, che costituirà la pienezza dei tempi. 

*Sará in questo tempo che tutto quello che esista nei cieli e nella terra si costituirà finalmente nel  Regno di Dio in pienezza, dove Cristo sarà il Re e il Capo di tutta la creazione.  

  Tutto questo è quello che esprime il cantico celestiale, al quale dopo si uniscono anche in  adorazione miriadi di angeli del cielo e la creazione tutta, adorando al Padre, allo Spirito Santo e  all'Agnello, a chi le riconoscono che avrà l'Impero sul Regno per sempre. 

  I Viventi assentono con un "amen", e così il canto di adorazione e lode continua a passare dall’uno  all’altro, perché c'è realmente festa nel cielo, poiché ha cominciato a svilupparsi il compimento finale  del proposito eterno del Padre. 

GIANFRANCO BENEDETTO

mercoledì 15 settembre 2021

IL REGNO DI DIO SI INSTAURA CON LA SECONDA VENUTA DI GESU CRISTO

 


CAPITOLO 1: GLI AVVENIMENTI PRECURSORI DELLA SECONDA  VENUTA DI GESÙ. 


A) I preparativi nel Cielo.  

1) La visione della Santissima Trinità prima dell'ascensione di Gesù Cristo.

  Il Libro dell'Apocalisse sviluppa a partire dal Capitolo 4 gli avvenimenti che sboccheranno nella  Parusía del Signore. In questo Capitolo si presenta in visione a Giovanni il Cielo come esiste fin dalla  creazione. Potremmo dire che è il Cielo durante l'epoca dell'Antico Testamento, se applichiamo allo  stesso i tempi della storia umana.   

  Questo implica, ovviamente, non entrare nelle profondità della discussione teologica sul no-tempo  nell'eternità, bensì semplicemente assumiamo che è una visione di qualcuno che è immerso nella  temporalità terrena. 

Apocalisse 4: “Dopo ciò ebbi una visione: una porta era aperta nel cielo. La voce che prima avevo  udito parlarmi come una tromba diceva: Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in  seguito. Subito fui rapito in estasi. Ed ecco, c'era un trono nel cielo, e sul trono uno stava seduto.  Colui che stava seduto era simile nell'aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile a smeraldo  avvolgeva il trono. Attorno al trono, poi, c'erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti  ventiquattro vegliardi avvolti in candide vesti con corone d'oro sul capo. Dal trono uscivano lampi,  voci e tuoni; sette lampade accese ardevano davanti al trono, simbolo dei sette spiriti di Dio.  Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e intorno al  trono vi erano quattro esseri viventi pieni d'occhi davanti e di dietro. Il primo vivente era simile a un  leone, il secondo essere vivente aveva l'aspetto di un vitello, il terzo vivente aveva l'aspetto d'uomo,  il quarto vivente era simile a un'aquila mentre vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali,  intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere: Santo, santo, santo  il Signore Dio, l'Onnipotente, Colui che era, che è e che viene! E ogni volta che questi esseri viventi  rendevano gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, i  ventiquattro vegliardi si prostravano davanti a Colui che siede sul trono e adoravano Colui che vive  nei secoli dei secoli e gettavano le loro corone davanti al trono, dicendo: «Tu sei degno, o Signore e  Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per la tua  volontà furono create e sussistono».”

La visione è quella della Santissima Trinità. In primo luogo risalta Dio Padre, seduto nel trono,  assolutamente luminoso e radiante, circondato d’una specie di arcobaleno smeraldo. Questa  immagine, come altre della stessa visione (i "Viventi"), ha molti elementi comuni con le visioni  profetiche di Isaia (6,1-5) ed Ezechiele (1,1-28). Anche Ezechiele descrive il trono e la figura di Dio  luminosa come fuoco, come metallo brillante.  

  Nella visione dell'Apocalisse, davanti al trono si trova presente lo Spirito Santo, simbolizzato per le  sette lampade accese che già nell'Antico Testamento rappresentavano lo Spirito di Dio (Zaccaria 4,26). 

  Ma inoltre è presente il Figlio, simbolizzato per i lampi, voci e tuoni che escono dal trono. Vediamo  in dettaglio alcuni elementi che ci permetteranno di provare questa affermazione, fino a dove  sappiamo, innovativa. 

a) Lampi: 

  La parola greca utilizzata è "astrape", e la troviamo applicata nei vangeli per descrivere come si  vedrà l'apparizione di Gesù nella sua Parusia: 

Matteo 24,27: “Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del  Figlio dell'uomo.” 

Luca 17,24: “Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio  dell'uomo nel suo giorno.”  

  Vediamo che nel simbolo del lampo c'è una chiara identificazione con Gesù Cristo nella sua venuta. 

b) Voci e tuoni: 

  Questi due vocaboli vanno uniti perché il senso è che si ascoltano voci che suonano come tuoni,  forma comune per esprimere la voce di Dio fin dall'Antico Testamento: 

Salmi 104 (103), 5-8: “Hai fondato la terra sulle sue basi, mai potrà vacillare. L'oceano  l'avvolgeva come un manto, le acque coprivano le montagne. Alla tua minaccia sono fuggite, al  fragore del tuo tuono hanno tremato. Emergono i monti, scendono le valli al luogo che hai loro  assegnato.” 

  Notiamo che all'ordine di Dio, la cui voce suona come un tuono, le acque prendono il suo posto. In  Giobbe troviamo anche che si associa al tuono con la voce di Dio: 

Giobbe 37, 2-5: “Fragore che esce dalla sua bocca. Il lampo si diffonde sotto tutto il cielo e il suo  bagliore giunge ai lembi della terra; dietro di esso brontola il tuono, mugghia con il suo fragore  maestoso e nulla arresta i fulmini, da quando si è udita la sua voce;  mirabilmente tuona Dio con la  sua voce, opera meraviglie che non comprendiamo!” 

  Anche San Giovanni descrive il suono di una voce che viene dal cielo ed è confusa con un tuono: 

Giovanni 12, 27-29: “Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma  per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo:  «L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!». La folla che era presente e aveva udito diceva che era  stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato».” 

  Crediamo che nell'Apocalisse la voce che come tuono esce del trono è la Parola, il Verbo, come lo  espressa San Giovanni nel principio del suo Vangelo: 

Giovanni 1, 1-3: “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in  principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto  ciò che esiste.” 

c) Lampi, Voci e Tuoni: 

È molto interessante analizzare quando nell'Apocalisse si usa il vocabolo "tuono" (o il plurale  "tuoni") che sempre è significato per il suono di una voce. Appare in 8 passi distinti, in tre dei quali  si identifica chiaramente di chi proviene la voce: 

*6,1: “Quando l'Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, vidi e udii il primo dei quattro esseri viventi  che gridava come con voce di tuono: «Vieni».” 

*14,2-3: “Udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo  di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di arpa che si accompagnano nel canto  con le loro arpe. Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi  e ai vegliardi.” 

  In questo brano il canto che suona come tuono si emette davanti al trono e non sorge da lui, e  proviene sicuramente dalla gran moltitudine di redenti che stanno lì, come lo descrivono i passi di  7,9-10 e 19,1-6.  

*19,6: “Udii poi come una voce di una immensa folla simile a fragore di grandi acque e a rombo di  tuoni possenti, che gridavano: «Alleluia. Ha preso possesso del suo regno il Signore, il nostro Dio,  l'Onnipotente.” 

  Quest’altro brano conferma quello visto anteriormente, poiché il cantico come tuono proviene dalla  moltitudine davanti al trono. Ma ora analizzeremo cinque passi in cui appaiono associati i tre  vocaboli:  "lampi, voci e tuoni": 

1°) *4,5: è quello che vedemmo già all'inizio in questa analisi del Capitolo 4 dell'Apocalisse.  

2°) *8,5: “Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì del fuoco preso dall'altare e lo gettò sulla terra:  ne seguirono scoppi di tuono, clamori, fulmini e scosse di terremoto.” 

   Questa scena succede durante la descrizione del 7° Sigillo che subito vedremo in dettaglio, ma  avanziamo un po' ed anticipiamo il significato di quest’ultimo sigillo: è l'inizio degli avvenimenti previ  alla Parusía, quello che chiameremo "il tempo della misericordia di Dio", dove ancora esisterà la  possibilità della conversione degli uomini (il tempo delle sette Trombe), previo al tempo del giudizio  (il tempo delle sette Coppe). 

  È il momento che ha scelto Dio Padre affinché si comincino a scatenare in forma irreversibile gli  avvenimenti che culmineranno con la Parusía di Gesù Cristo. E è il momento nel quale risuona sulla  terra dal cielo il compimento delle parole che Gesù espresse come il suo desiderio più ardente nella  sua permanenza nel mondo:  

Luca 12,49: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!”   

3°) *11,19: “Allora si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve nel santuario l'arca dell'alleanza. Ne  seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una tempesta di grandine.” 

  È la descrizione della settima Tromba, il fine del tempo dell'avvertenza e principio del giudizio di  Dio che realizzerà Gesù Cristo, chi regna e giudica al mondo: 

*11,15: “Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano:  «Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli».” 

  Cioè, lampi, voci e tuoni simbolizzano nuovamente Cristo che assume il suo regno sul mondo, e  che annuncia che si avvicina la fine producendo il segno annunciato di un gran terremoto. 

4°) *16, 17-18: “Il settimo versò la sua coppa nell'aria e uscì dal tempio, dalla parte del trono, una  voce potente che diceva: «È fatto!». Ne seguirono folgori, clamori e tuoni, accompagnati da un  grande terremoto, di cui non vi era mai stato l'uguale da quando gli uomini vivono sopra la terra.”  

  È culminato il "Giorno dell'ira di Dio” del quale parlano i profeti dell'Antico Testamento, il giudizio di  Gesù Cristo sui vivi, e si è stabilito il Regno di Dio. Nuovamente i lampi, voci e tuoni simbolizzano  questo Cristo che assume il suo regno che non avrà fine. 

5°) *10, 1-4: “Vidi poi un altro angelo, possente, discendere dal cielo, avvolto in una nube, la fronte  cinta di un arcobaleno; aveva la faccia come il sole e le gambe come colonne di fuoco. Nella mano  teneva un piccolo libro aperto. Avendo posto il piede destro sul mare e il sinistro sulla terra, gridò a  gran voce come leone che ruggisce. E quando ebbe gridato, i sette tuoni fecero udire la loro voce.  Dopoché i sette tuoni ebbero fatto udire la loro voce, io ero pronto a scrivere quando udii una voce  dal cielo che mi disse: «Metti sotto sigillo quello che hanno detto i sette tuoni e non scriverlo».” 

  Esaminiamo questo ultimo passo dell'Apocalisse che si riferisce al vocabolo "tuono." Qui solo si  parla di "sette tuoni" che alzano le sue voci e parlano. Ricordiamo che il numero sette ha in ebreo il  significato di pienezza (vedemmo già che lo Spirito Santo si presenta in 4,5 come sette lampade di  olio accese), e qua sembrerebbe indicare al Figlio di Dio incarnato, Gesù Cristo, che parla. 

   Osserviamo che quando Giovanni si dispone a scrivere quello che ha detto la voce dei sette tuoni,  un'altra voce distinta che viene dal cielo (possibilmente è il Padre), gli dice che lo metta sotto sigillo.  Se accettiamo che Cristo è quello che parla, allora possiamo dedurre che le sue parole non sono per  conoscerle ora, al contrario di tutto il contenuto del Libro dell'Apocalisse, il quale l'angelo chiede  espressamente a Giovanni che non lo metta sotto sigillo (22,10). È possibile che queste parole del  Signore che si sigillarono siano quelle che pronuncierà quando nella sua Parusia "tutte le razze della  terra vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole dal cielo con gran potere e gloria”. (Mateo  24,30) 

  Diamo così per provata la nostra affermazione che il Capitolo 4 dell'Apocalisse ci mostra alla Trinità  Eterna nel cielo, dalla creazione del mondo fino all'ascensione del Signore Gesù Cristo al Cielo. 

  Seguendo con l'analisi della scena descritta nel Capitolo 4 vediamo che inoltre circondano a Dio  Padre quattro "Viventi" che sembrerebbero essere angeli simili ai serafini di Isaia ed i cherubini di  Ezechiele, che servono permanentemente a Dio nel suo trono, e danno gloria a Lui gridando e  chiamandolo "il tre volte santo”, come i serafini in Isaia 6,15. 

  Troviamo anche attorno al Trono altri ventiquattro troni occupati per Vegliardi di candide vesti ed  corone di oro, che si inchinano adorando a Dio ogni volta che i Viventi gli danno "gloria, onore ed  azione di grazie", e riconoscendo in Lui al creatore di tutte le cose. 

  L'identità di questi anziani è misteriosa, ed al massimo si può dire che rappresentano una specie di 

consiglio celestiale, trovandosi permanentemente in presenza di Dio. Magari un riferimento ad essi lo  troviamo in Geremia 23,18-22, dove il profeta menziona un "consiglio di Yahveh" che è chi espressa  ai veri profeti di Dio il messaggio che devono comunicare. Se uniamo questi concetti a quello che si  dice su essi nel seguente Capitolo dell'Apocalisse, vale dire che offrono le preghiere dei santi (5,8), è  probabile che siano esseri angelici. 

   Ma quello que veramente importa è non perdere di vista a causa dei dettagli il quadro generale di  questa grandiosa visione del cielo, che si va ripetendo durante l'Apocalisse con varianti molto  importanti man mano che avanzino gli avvenimenti che sboccheranno nella Parusía. 

  Il tratto fondamentale che troviamo è l'adorazione a Dio Trinità, portata a capo "giorno e notte  senza cessare", cioè, sempre ed in ogni momento, per gli angeli, i quattro viventi ed i 24 vegliardi,  riconoscendo a Dio Trinità come il principio di tutte le cose. 

GIANFRANCO BENEDETTO