CAPITOLO 1: GLI AVVENIMENTI PRECURSORI DELLA SECONDA VENUTA DI GESÙ.
A) I preparativi nel Cielo.
1) La visione della Santissima Trinità prima dell'ascensione di Gesù Cristo.
Il Libro dell'Apocalisse sviluppa a partire dal Capitolo 4 gli avvenimenti che sboccheranno nella Parusía del Signore. In questo Capitolo si presenta in visione a Giovanni il Cielo come esiste fin dalla creazione. Potremmo dire che è il Cielo durante l'epoca dell'Antico Testamento, se applichiamo allo stesso i tempi della storia umana.
Questo implica, ovviamente, non entrare nelle profondità della discussione teologica sul no-tempo nell'eternità, bensì semplicemente assumiamo che è una visione di qualcuno che è immerso nella temporalità terrena.
Apocalisse 4: “Dopo ciò ebbi una visione: una porta era aperta nel cielo. La voce che prima avevo udito parlarmi come una tromba diceva: Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito. Subito fui rapito in estasi. Ed ecco, c'era un trono nel cielo, e sul trono uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell'aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il trono. Attorno al trono, poi, c'erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro vegliardi avvolti in candide vesti con corone d'oro sul capo. Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; sette lampade accese ardevano davanti al trono, simbolo dei sette spiriti di Dio. Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e intorno al trono vi erano quattro esseri viventi pieni d'occhi davanti e di dietro. Il primo vivente era simile a un leone, il secondo essere vivente aveva l'aspetto di un vitello, il terzo vivente aveva l'aspetto d'uomo, il quarto vivente era simile a un'aquila mentre vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere: Santo, santo, santo il Signore Dio, l'Onnipotente, Colui che era, che è e che viene! E ogni volta che questi esseri viventi rendevano gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro vegliardi si prostravano davanti a Colui che siede sul trono e adoravano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettavano le loro corone davanti al trono, dicendo: «Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per la tua volontà furono create e sussistono».”
La visione è quella della Santissima Trinità. In primo luogo risalta Dio Padre, seduto nel trono, assolutamente luminoso e radiante, circondato d’una specie di arcobaleno smeraldo. Questa immagine, come altre della stessa visione (i "Viventi"), ha molti elementi comuni con le visioni profetiche di Isaia (6,1-5) ed Ezechiele (1,1-28). Anche Ezechiele descrive il trono e la figura di Dio luminosa come fuoco, come metallo brillante.
Nella visione dell'Apocalisse, davanti al trono si trova presente lo Spirito Santo, simbolizzato per le sette lampade accese che già nell'Antico Testamento rappresentavano lo Spirito di Dio (Zaccaria 4,26).
Ma inoltre è presente il Figlio, simbolizzato per i lampi, voci e tuoni che escono dal trono. Vediamo in dettaglio alcuni elementi che ci permetteranno di provare questa affermazione, fino a dove sappiamo, innovativa.
a) Lampi:
La parola greca utilizzata è "astrape", e la troviamo applicata nei vangeli per descrivere come si vedrà l'apparizione di Gesù nella sua Parusia:
Matteo 24,27: “Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo.”
Luca 17,24: “Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno.”
Vediamo che nel simbolo del lampo c'è una chiara identificazione con Gesù Cristo nella sua venuta.
b) Voci e tuoni:
Questi due vocaboli vanno uniti perché il senso è che si ascoltano voci che suonano come tuoni, forma comune per esprimere la voce di Dio fin dall'Antico Testamento:
Salmi 104 (103), 5-8: “Hai fondato la terra sulle sue basi, mai potrà vacillare. L'oceano l'avvolgeva come un manto, le acque coprivano le montagne. Alla tua minaccia sono fuggite, al fragore del tuo tuono hanno tremato. Emergono i monti, scendono le valli al luogo che hai loro assegnato.”
Notiamo che all'ordine di Dio, la cui voce suona come un tuono, le acque prendono il suo posto. In Giobbe troviamo anche che si associa al tuono con la voce di Dio:
Giobbe 37, 2-5: “Fragore che esce dalla sua bocca. Il lampo si diffonde sotto tutto il cielo e il suo bagliore giunge ai lembi della terra; dietro di esso brontola il tuono, mugghia con il suo fragore maestoso e nulla arresta i fulmini, da quando si è udita la sua voce; mirabilmente tuona Dio con la sua voce, opera meraviglie che non comprendiamo!”
Anche San Giovanni descrive il suono di una voce che viene dal cielo ed è confusa con un tuono:
Giovanni 12, 27-29: “Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!». La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato».”
Crediamo che nell'Apocalisse la voce che come tuono esce del trono è la Parola, il Verbo, come lo espressa San Giovanni nel principio del suo Vangelo:
Giovanni 1, 1-3: “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.”
c) Lampi, Voci e Tuoni:
È molto interessante analizzare quando nell'Apocalisse si usa il vocabolo "tuono" (o il plurale "tuoni") che sempre è significato per il suono di una voce. Appare in 8 passi distinti, in tre dei quali si identifica chiaramente di chi proviene la voce:
*6,1: “Quando l'Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, vidi e udii il primo dei quattro esseri viventi che gridava come con voce di tuono: «Vieni».”
*14,2-3: “Udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di arpa che si accompagnano nel canto con le loro arpe. Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e ai vegliardi.”
In questo brano il canto che suona come tuono si emette davanti al trono e non sorge da lui, e proviene sicuramente dalla gran moltitudine di redenti che stanno lì, come lo descrivono i passi di 7,9-10 e 19,1-6.
*19,6: “Udii poi come una voce di una immensa folla simile a fragore di grandi acque e a rombo di tuoni possenti, che gridavano: «Alleluia. Ha preso possesso del suo regno il Signore, il nostro Dio, l'Onnipotente.”
Quest’altro brano conferma quello visto anteriormente, poiché il cantico come tuono proviene dalla moltitudine davanti al trono. Ma ora analizzeremo cinque passi in cui appaiono associati i tre vocaboli: "lampi, voci e tuoni":
1°) *4,5: è quello che vedemmo già all'inizio in questa analisi del Capitolo 4 dell'Apocalisse.
2°) *8,5: “Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì del fuoco preso dall'altare e lo gettò sulla terra: ne seguirono scoppi di tuono, clamori, fulmini e scosse di terremoto.”
Questa scena succede durante la descrizione del 7° Sigillo che subito vedremo in dettaglio, ma avanziamo un po' ed anticipiamo il significato di quest’ultimo sigillo: è l'inizio degli avvenimenti previ alla Parusía, quello che chiameremo "il tempo della misericordia di Dio", dove ancora esisterà la possibilità della conversione degli uomini (il tempo delle sette Trombe), previo al tempo del giudizio (il tempo delle sette Coppe).
È il momento che ha scelto Dio Padre affinché si comincino a scatenare in forma irreversibile gli avvenimenti che culmineranno con la Parusía di Gesù Cristo. E è il momento nel quale risuona sulla terra dal cielo il compimento delle parole che Gesù espresse come il suo desiderio più ardente nella sua permanenza nel mondo:
Luca 12,49: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!”
3°) *11,19: “Allora si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve nel santuario l'arca dell'alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una tempesta di grandine.”
È la descrizione della settima Tromba, il fine del tempo dell'avvertenza e principio del giudizio di Dio che realizzerà Gesù Cristo, chi regna e giudica al mondo:
*11,15: “Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano: «Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli».”
Cioè, lampi, voci e tuoni simbolizzano nuovamente Cristo che assume il suo regno sul mondo, e che annuncia che si avvicina la fine producendo il segno annunciato di un gran terremoto.
4°) *16, 17-18: “Il settimo versò la sua coppa nell'aria e uscì dal tempio, dalla parte del trono, una voce potente che diceva: «È fatto!». Ne seguirono folgori, clamori e tuoni, accompagnati da un grande terremoto, di cui non vi era mai stato l'uguale da quando gli uomini vivono sopra la terra.”
È culminato il "Giorno dell'ira di Dio” del quale parlano i profeti dell'Antico Testamento, il giudizio di Gesù Cristo sui vivi, e si è stabilito il Regno di Dio. Nuovamente i lampi, voci e tuoni simbolizzano questo Cristo che assume il suo regno che non avrà fine.
5°) *10, 1-4: “Vidi poi un altro angelo, possente, discendere dal cielo, avvolto in una nube, la fronte cinta di un arcobaleno; aveva la faccia come il sole e le gambe come colonne di fuoco. Nella mano teneva un piccolo libro aperto. Avendo posto il piede destro sul mare e il sinistro sulla terra, gridò a gran voce come leone che ruggisce. E quando ebbe gridato, i sette tuoni fecero udire la loro voce. Dopoché i sette tuoni ebbero fatto udire la loro voce, io ero pronto a scrivere quando udii una voce dal cielo che mi disse: «Metti sotto sigillo quello che hanno detto i sette tuoni e non scriverlo».”
Esaminiamo questo ultimo passo dell'Apocalisse che si riferisce al vocabolo "tuono." Qui solo si parla di "sette tuoni" che alzano le sue voci e parlano. Ricordiamo che il numero sette ha in ebreo il significato di pienezza (vedemmo già che lo Spirito Santo si presenta in 4,5 come sette lampade di olio accese), e qua sembrerebbe indicare al Figlio di Dio incarnato, Gesù Cristo, che parla.
Osserviamo che quando Giovanni si dispone a scrivere quello che ha detto la voce dei sette tuoni, un'altra voce distinta che viene dal cielo (possibilmente è il Padre), gli dice che lo metta sotto sigillo. Se accettiamo che Cristo è quello che parla, allora possiamo dedurre che le sue parole non sono per conoscerle ora, al contrario di tutto il contenuto del Libro dell'Apocalisse, il quale l'angelo chiede espressamente a Giovanni che non lo metta sotto sigillo (22,10). È possibile che queste parole del Signore che si sigillarono siano quelle che pronuncierà quando nella sua Parusia "tutte le razze della terra vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole dal cielo con gran potere e gloria”. (Mateo 24,30)
Diamo così per provata la nostra affermazione che il Capitolo 4 dell'Apocalisse ci mostra alla Trinità Eterna nel cielo, dalla creazione del mondo fino all'ascensione del Signore Gesù Cristo al Cielo.
Seguendo con l'analisi della scena descritta nel Capitolo 4 vediamo che inoltre circondano a Dio Padre quattro "Viventi" che sembrerebbero essere angeli simili ai serafini di Isaia ed i cherubini di Ezechiele, che servono permanentemente a Dio nel suo trono, e danno gloria a Lui gridando e chiamandolo "il tre volte santo”, come i serafini in Isaia 6,15.
Troviamo anche attorno al Trono altri ventiquattro troni occupati per Vegliardi di candide vesti ed corone di oro, che si inchinano adorando a Dio ogni volta che i Viventi gli danno "gloria, onore ed azione di grazie", e riconoscendo in Lui al creatore di tutte le cose.
L'identità di questi anziani è misteriosa, ed al massimo si può dire che rappresentano una specie di
consiglio celestiale, trovandosi permanentemente in presenza di Dio. Magari un riferimento ad essi lo troviamo in Geremia 23,18-22, dove il profeta menziona un "consiglio di Yahveh" che è chi espressa ai veri profeti di Dio il messaggio che devono comunicare. Se uniamo questi concetti a quello che si dice su essi nel seguente Capitolo dell'Apocalisse, vale dire che offrono le preghiere dei santi (5,8), è probabile che siano esseri angelici.
Ma quello que veramente importa è non perdere di vista a causa dei dettagli il quadro generale di questa grandiosa visione del cielo, che si va ripetendo durante l'Apocalisse con varianti molto importanti man mano che avanzino gli avvenimenti che sboccheranno nella Parusía.
Il tratto fondamentale che troviamo è l'adorazione a Dio Trinità, portata a capo "giorno e notte senza cessare", cioè, sempre ed in ogni momento, per gli angeli, i quattro viventi ed i 24 vegliardi, riconoscendo a Dio Trinità come il principio di tutte le cose.
GIANFRANCO BENEDETTO
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