1932: terza predizione, di mons. Gaetano Masi 6
Vi fu tuttavia fra i suoi Superiori chi lo considerava e lo vedeva con gli occhi del Signore.
Nel gennaio del 1932, mentre erano in corso gli Esercizi spirituali agli ordinandi Sacerdoti, mons. Gaetano Masi, Padre spirituale dei Seminaristi, concluse con questa espressione:
– E quando il Signore si degnerà manifestare a uno di voi – guardando diritto al chierico Guido – il mistero del peccato originale, ringraziateLo, perché solo per mezzo della conoscenza della vera essenza del peccato originale potranno essere compresi il mistero e l’economia della Redenzione.
La consapevolezza della sua missione maturava così, lentamente, nel suo animo, nella riservatezza, modestia e umiltà, col cuore pieno d’attesa e di riconoscente abbandono nella serena disposizione di accettare la Volontà di Dio.
Ma i dolori non gli furono risparmiati neanche il giorno della sua Consacrazione, il 31 gennaio 1932, giorno che egli attendeva con molta emozione insieme ad altri sei consacrandi.
Era felice e compreso della grandezza di quanto stava compiendosi. Arrivò il suo turno e il Rettore disse al Vescovo Cattarossi:
– Ecco il contestatore! –
Il Vescovo, che lo stimava, ne fu palesemente addolorato.
Il giovane Guido gli disse sottovoce:
– Non si rattristi! –
Il Vescovo capì e gli sorrise.
Quella festa che doveva esser un tripudio di gioia fu invece sciupata dalla tristezza. Tuttavia in cuor suo era certo, certissimo, della sua vocazione, consapevole già allora che stava portando la croce con Gesù.
Il 2 febbraio del 1932 celebrò la sua prima Messa. Questa data fu ricordata da lui negli anni come la più importante della sua vita e ad ogni anniversario era preso da grande commozione.
Don Guido Sacerdote
Don Guido fu subito mandato cappellano a Fusine, frazione di Zoldo Alto in provincia di Belluno, dove rimase fino al 1934 quando fu nominato Parroco a Dont, frazione di Forno di Zoldo, a pochi chilometri di distanza dalla sede precedente.
Vi rimase dieci anni, dando tutto se stesso ai suoi parrocchiani e al restauro della chiesa che aveva urgente bisogno di un tetto nuovo e di altri interventi di manutenzione.
Quarta predizione, di Teresa Neumann
Don Guido ebbe anche un altro incontro significativo che può aggiungersi alle predizioni avute in Seminario: fu la visita di Teresa Neumann che venne appositamente dalla Germania fino a Dont per conoscerlo .
Egli ne aveva già sentito parlare, ed aveva anche acquistato un paio di libri che parlavano di lei. Ma quando ella si presentò alla porta della sua canonica, a piedi, vestita con modestia e con un fazzoletto in testa, lì per lì non la riconobbe.
Infatti, al suo saluto in tedesco, don Guido le chiese, sempre in tedesco, chi fosse e come mai fosse arrivata fin lassù.
Ella si presentò e soggiunse che “desiderava conoscere l’uomo sul quale Dio aveva grandi progetti di Misericordia”. Certamente Teresa Neumann alludeva all’umanità. Don Guido invece pensò che la Misericordia fosse rivolta a lui e, sentendosi gran peccatore, rispose:
– Preferirei non provocare la Sua Giustizia. –
Ella sorrise e gli disse:
– Quando il Signore le parlerà scriva tutto, proprio tutto! Il Signore le vuole molto bene. – E, dopo una breve pausa, aggiunse: – Lei avrà molto da soffrire. –
Egli le offrì da mangiare. Teresa declinò l’invito: non volle nemmeno un uovo a bere. A quel tempo ella viveva unicamente d’Eucarestia, ma non lo disse. Gli chiese solo un posto per la notte. Don Guido, però, volendo obbedire al Vescovo che aveva emanato una circolare nella quale si ordinava di non ospitare nessuno nelle canoniche per la notte, specialmente donne, le disse che non poteva e la invitò a proseguire per altri 3 o 4 km dove il Parroco di Fusine poteva ospitarla in una piccola foresteria distaccata dalla canonica. Ella vi andò e vi pernottò.
Il mattino seguente accadde un fatto strano. Don Guido stava celebrando la S. Messa. Poco prima della Comunione, mentre diceva “Agnus Dei qui tollis peccata mundi...”, la Particola che teneva tra le dita improvvisamente scomparve.
Lui e le donne della prima fila la cercarono ovunque, inutilmente.
Tutti furono testimoni di quella sparizione e nessuno capì.
L’indomani don Guido incontrò il parroco di Fusine presso cui era stata ospite Teresa Neumann e gli chiese se era venuta da lui una donna. Egli rispose di sì ed aggiunse che non gli era piaciuta perché gli aveva fatto dei rimproveri. Disse anche che, durante la Messa, le aveva chiesto se volesse fare la Comunione ed ella gli aveva risposto che l’aveva già fatta. Il Parroco di Fusine aggiunse d’averla guardata commiserandola poiché non si era mossa di lì. Don Guido però capì.
Si dice che Teresa Neumann non sia mai uscita dal Reich. Che fosse venuta a Dont in bilocazione? Don Guido non seppe dare una risposta a questo interrogativo.
Don Guido Bortoluzzi
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