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domenica 23 ottobre 2022

GENESI BIBLICA EVOLUZIONE O CREAZIONE? CAINO E’ LA CHIAVE DEL MISTERO

 


La nascita della Donna 

L’‘OMEGA’


Il parto

(Nota della curatrice) Le pagine che seguono descrivono immagini molto dure e crude,  per cui don Guido aveva pensato di ometterle nella trascrizione del testo, ma il Signore è  intervenuto dicendogli: “Integrale!”  

§ 103 All’improvviso il soffitto dell’antro buio in cui mi trovavo cominciò ad  oscillare fortemente, avanti e indietro e poi da un lato all’altro. “Accidenti – pensai –  dove sono andato a cacciarmi!?”. Guardai le due colonne di sostegno: si  contorcevano ad ogni oscillazione del soffitto. Mi accorsi che dal soffitto cadeva in  quel momento uno stillicidio di acqua bionda proprio davanti a me39: proveniva da  una fessura; ma non era una spaccatura della roccia perché aveva i bordi aderenti,  neri, levigati e ondulati. Forse si trattava di un lento cedimento di quel ponticello da  armature, che avevo già visto dall’esterno, frontato contro 

38 Questa è un’altra espressione allegorica che fa intendere che se la vecchia madre brizzolata, la capostipite  degli ancestri, è raffigurata da un CEPPO, ossia da un tronco mozzato, perché la sua discendenza come specie  pura è estinta.  

39 Le sequenze, sempre raffigurate con immagini allegoriche, nascondono un certo realismo. Si tratta  probabilmente della rottura delle acque che dà inizio al parto.  

l’uscita della galleria per impedire il franamento del terreno. Non so perché, ma ero  certo che di là fosse l’uscita all’aperto, fuori da quella piccola galleria buia in cui mi  trovavo.  

“Prima che mi crolli tutto addosso – pensai – è meglio che vada fuori”. Mi fermai  all’ingresso del cunicolo e, voltandomi indietro, vidi dentro di esso scendere e salire di  alcuni centimetri quel soffitto storto.  

Come se ci fosse in me una doppia personalità, capivo che si trattava di un’illusione  ottica, perché sentivo di essere seduto sulla sedia e proteso in avanti. Mi raddrizzai,  controllai la mia posizione, il tavolo, la Bibbia, i mobili.  

La solita luce rosea mi impediva di distinguere bene. Vedevo bene, come alla luce del  giorno, solo sul video. Lo guardai di nuovo.  

Quell’antro semibuio era lì, ma ciò che mi era accaduto mi aveva sconcertato. –  Signore, se viene da Voi, fate che io capisca!  – Mi protesi di nuovo verso il quadro  pensando: “Cosa posso fare altrimenti? Se ritornassi in camera mia, la visione mi  inseguirebbe anche là. Farò la volontà di Colui che È. Già non mi costa niente ed è  uno spettacolo insolito. Anzi: forse l’unico al mondo”.  

Mi venne il desiderio di essere ripreso dall’illusione misteriosa di prima. 

§ 104 Intanto il soffitto oscilla ancora dentro quel pertugio. Contemporaneamente  qualcosa si muove dalla parte opposta, fuori del cunicolo, alla luce del sole. Dal lato  superiore del riquadro, occupato interamente dalla feritoia attraverso la quale posso  sbirciare all’esterno, vedo sporgere due stalattiti larghe, corte e rotonde, parallele e  uguali, di forma semicircolare con goccia sotto, di colore bruciato [sono i seni  penzolanti della vecchia madre curva in avanti con l’appendice dei capezzoli che, visti  frontalmente, sembrano gocce].  

Viene a frapporsi intanto un oggetto informe. – Quella sembra una zolla di loppa  secca, con steli bianchi e neri, – dissi – che scende e risale come se qualcuno dal di  sopra la scuotesse su e giù o forse è uno strano pennello largo da imbianchino, dalle  setole lunghe e disuguali, che in gergo vien detto ‘pennellessa’. Non riesco a vedere la  mano che lo scuote [è la ‘chioma’ scapigliata della vecchia madre vista frontalmente  mentre tiene la testa bassa]. –  

– Quel ciuffo, che pare erba secca, ora scende un po’ più basso e sembra attaccato ad  un pezzo di legno nero, informe e relativamente grosso [è il collo]. –   

– Viene ad agitarsi ancora un po’ più in basso.  –  

– Quel pennello ora mi sembra una maschera [perché la vecchia madre solleva la testa e  mostra il suo brutto volto]. –  

Infatti, ad un ripetersi del movimento, vidi il bianco degli occhi vivi della vecchia  intenta nel suo compito di levatrice e anche le sue pupille vivide che per un istante mi  hanno guardato.  

Compresi che quei movimenti erano un’espressione muta come se volesse ripetere...  un “Sì... sì... sì... esci... vieni fuori...”.  

Durante questi scossoni, intravedo all’esterno, rispettivamente all’estremità dell’uno e  dell’altro ramo mosso dal vento, [le braccia della levatrice] un tratto di alcuni centimetri di  una coscia biancastra e liscia, poi un altro tratto uguale dell’altra coscia simmetrica  dalla parte opposta [sono le cosce della partoriente].  

Finalmente rieccomi fuori e l’incubo finisce.  

Dagli scritti di  Don Guido Bortoluzzi  

domenica 25 settembre 2022

GENESI BIBLICA EVOLUZIONE O CREAZIONE? CAINO E’ LA CHIAVE DEL MISTERO

 


La nascita della Donna 

L’‘OMEGA’


La vecchia madre ancestre fa da levatrice  

(Nota della curatrice) La vecchia madre viene vista allegoricamente da don Guido sotto  forma di “albero” perché rispecchia il suo ruolo di capostipite dell’albero genealogico degli  ancestri.  

§ 100 Frattanto, attraverso la piccola feritoia dalla quale ero entrato e che da dentro  guardava all’esterno, vedo prima a destra un tratto di un esile tronco poi, a sinistra,  un tratto d’un altro tronco identico [sono i polpacci della vecchia madre ancestre] che si pongono uno per parte ai lati della feritoia . Lo sfondo del video, tutto nero, mi lascia  vedere la luce diurna solo attraverso quei due tronchetti. Riprendo a descrivere ciò  che vedo: – Vedo due tronchi. Anzi, solo due tratti di tronchi neri e pelosi. – –  Oscillano, si muovono. – Penso che l’Uomo sia intento a piantarli, ma non vedo come  poggino o siano piantati sul terreno, né quanto siano alti. La parte visibile è alta da 20  a 25 cm. In basso sono più sottili e di sezione non rotondi ma di forma ovale. Sono del  tutto simili, come gemelli. Il loro pelo rado, nero e arruffato è volto all’ingiù. Non  possono essere i tronchi di una vite o di un’edera. Forse si tratta di una liana o di una  pianta che non conosco, esotica. – Signore, che piante sono? – 

§ 101 – ALBERO  – mi risponde. Il video si alza più di prima e vedo che i due  tronchetti, più in alto, hanno ciascuno un nodo uguale, ma senza ramificazioni né  segni di potatura [le ginocchia]. 

– Due alberi – replico.  

– UN ALBERO  – insiste.  

– Allora è piantato a margotto36, come si fa con le viti. – Sommessamente mi viene  suggerito: 

 

35 Don Guido capirà più avanti che sono le gambe della vecchia madre ancestre che fa da levatrice e che sta di  fronte alla figlia, la femmina-ponte, distesa in travaglio. Siamo ancora nel linguaggio dei simboli: il fatto che  le gambe della nonna sembrino due tronchetti di legno ci fa capire come per il Signore il regno animale è assai  più simile al regno vegetale che non al Regno dello Spirito a cui appartengono i Figli di Dio.  

36 Ossia piantando nella terra sia la radice che la cima, curvandola.  

  

– UNICO ALBERO37 . –  Il sipario si alza lentamente.  – Sopra i nodi quei tronchetti  vanno ingrossandosi.  –  Mi accorgo che i due tronchetti vanno convergendo verso  l’alto, dove sono più grossi. Frattanto entrano nel video, al rallentatore, due rami  secchi neri con pelo uguale a quello dei tronchetti ma rivolto all’insù, prima quello di  destra, poi quello di sinistra [le braccia].  

– Vedo due rami secchi.  –  

I due rami oscillano, come agitati dal vento, ma non sono rigidi. Sembrano spezzati e  tenuti dalla sola corteccia nel tratto che spunta dall’alto [l’articolazione del gomito].  

Oscillano verso sinistra con movimento sincrono, poi il ramo di sinistra si mette  verticale mentre l’altro si mette obliquo, proteso dalla stessa parte. Gli stessi  movimenti si ripetono dalla parte destra.  

Ultime a comparire sono le estremità dei rami che terminano con quattro stecchi  paralleli anch’essi un po’ curvi e snodati e uno un po’ più distanziato lungo il ramo [le  dita]. Poi questi scendono al di sotto della base del riquadro e non li vedo più.  

– Vedo ancora quei tronchetti e quei rami che si muovono. –  

– Signore, cosa succede?  – chiedo. Nessuna risposta. 

 

3_ L’espressione “UNICO ALBERO” va messa in relazione con quella già trovata al § 42. Si tratta della  vecchia madre degli ancestri. “Questa definizione, UNICO ALBERO, è molto importante – commenta don  Guido – perché significa che la vecchia madre brizzolata è la capostipite di quell’ ‘unica’ famiglia di  ancestri e che al di fuori di quei pochi individui da lei generati non ve ne sono altri. Perciò la creazione  degli ‘ancestri’ ha preceduto di pochi anni la creazione dell’Uomo”.  

 

§ 102 Sono desideroso di vedere come i due tronchetti pelosi sono collegati in alto. Il  sipario si alza un millimetro alla volta e vedo che si uniscono in un sol tronco.  

– Signore, che albero è? – insisto.  

– CEPPO – mi risponde sommesso.  

– Direi, piuttosto, che è una ceppaia rovesciata di albero forcello, che si appoggia sul terreno coi rami flosci che si piegano sotto il peso38 . – 

Don Guido Bortoluzzi

martedì 30 agosto 2022

GENESI BIBLICA EVOLUZIONE O CREAZIONE? CAINO E’ LA CHIAVE DEL MISTERO

 


La nascita della Donna 

L’‘OMEGA’


Anche don Guido, come ibrido,  è passato sotto quel ‘ponte’  

§ 98 Tuttavia, assecondando il discorso allegorico, che però non capivo, dissi con  tono quasi scherzoso: – Il ponte oscilla, è sgangherato. Chi vi passa sopra? –  

– L’UOMO È PASSATO DI LÌ. TUTTI GLI UOMINI... LI HO VISTI: HO VISTO  ANCHE TE.  – – Eeeh! Signore!, non passerei sopra quel ponte...!  – 

– NON SOPRA. SOTTO.  – 

– Allora lasciatemi vedere dove qualcuno lo muove.  –

Speravo di vedere al di sopra dell’archetto che ho descritto, ma non fu così. Quel  ponticello mi fu avvicinato in primo piano. Lo vedevo dal di sotto, non dal di sopra.  

Lo fissavo, sperando ancora di vedere sopra di esso chi lo muoveva. Invece mi venne  fatto vedere quel che vi era sotto quel ponticello come se mi stessi inoltrando dentro un  cunicolo buio.  

 

(Nota della curatrice) Abbiamo visto che i Figli di Dio, benché ‘derivino’ dalla specie  estinta degli ancestri, non ‘discendono’ geneticamente da essa in quanto nuova creazione.   Come mai allora il Signore dice a don Guido che anche lui è passato di lì? Proprio perché  don Guido, a differenza del primo Uomo e della prima Donna, ‘discende realmente’ da  quella femmina per il fatto che, per la disobbedienza dell’Uomo, essa è poi diventata  ‘ponte’. In altre parole il Signore dice a Don Guido che anche lui è ibrido, cioè  ‘discendente naturale’ di quella femmina ancestre. Attualmente tutti gli uomini della Terra  sono ibridi perché la specie umana pura si è estinta con la morte di Noè, ultimo Figlio di  Dio, mentre tutti gli ibridi allora esistenti scomparvero per il diluvio così detto universale.  Rimase in vita solo Noè, geneticamente puro, e sua moglie che necessariamente era ibrida,  se ha dato origine a una discendenza ibrida. Dai loro figli ibridi, già meno inquinati di quelli  precedenti, discende tutta l’umanità.  

 

Stavo ancora seduto di traverso sulla sedia a capo del tavolo, rivolto verso la portiera  delle scale che scendono in cantina, sul cui vano mi aveva inseguito per l’ottava volta  quel quadro visivo.  

Tenevo il braccio sinistro sul tavolo e la mano destra sulla Bibbia appoggiata sul  ginocchio. Mi protesi innanzi: distavo dalla scena un metro e mezzo o due.  

Ciò che vidi potrà sembrare effetto di autosuggestione, ma posso assicurare che non  ho mai perduto l’autocontrollo.  

 

(Nota della curatrice) Da questo punto in poi don Guido viene immerso lui stesso nella  visione allegorica in cui si alternano, come in precedenza, immagini simboliche e, allo  stesso tempo, realistiche. Alla nascita della Donna, a cui don Guido sta assistendo, si  sovrappone all’improvviso l’esperienza (virtuale) della propria nascita, come se fosse  avvenuta pure essa dal ventre di questa ancestre. Aveva detto il Signore: “l’uomo è  passato di lì... tutti gli uomini... li ho visti... anche te...” Il Signore vuol fargli presente in  questo modo che non solo la prima Donna è passata di lì, ma anche il primo Uomo e,  disgraziatamente a causa del peccato originale, l’umanità intera, in quanto ibrida, rappresentata in questo caso da don Guido. Egli perciò, nel brano che segue, da spettatore  diventa protagonista.  Non si fatica a capire che don Guido subisce questa esperienza come  una violenza. Contrariato, descrive solo per obbedienza, attimo per attimo, ciò che vede e  che non capisce, ma ad un lettore attento non sfuggono i riferimenti anatomici se pur  espressi in chiave allegorica.  


§ 99 Ebbi l’impressione che quel ‘ponte’ fosse diventato molto grande, e che passandovi sotto io entrassi in un antro buio .  


30 Occorre fare una precisazione: per don Guido questa è la quinta rivelazione e quindi è già al corrente che  la specie umana pura è stata inquinata dal ‘peccato originale’ e che questo peccato è stato un atto di  ibridazione della specie. 

 

Dentro era tutto pieno di brandelli di tele di ragno, bianche, grigie e nere, tutte gocciolanti come ciuffi di pelo bagnato . Fuori di esso non c’era parete. C’era luce, ma non vedevo niente là fuori . L’antro era stretto presso l’ingresso, ma più addentro si allargava . Non vi erano pareti laterali per sostenere il soffitto. Tutto il  peso sembrava poggiare su due tronchi grigi e pelosi che vedevo ai miei fianchi.  

Fui esortato sommessamente, cioè a livello intellettivo, ad osservare il soffitto.  Esaminai il soffitto. Era alto circa m 2,10. Per toccarlo bastava la mano di una  persona normale. Questo non era diritto e orizzontale, se non al centro. Ai lati era  storto e ondulato e voltava all’insù fuori dell’ombra,  


31 L’immagine allegorica del ponte si trasforma in una vera angoscia. Il Signore conduce don Guido a passare  sotto l’arco di quel ponte dal quale si accede ad un antro buio, il ventre della partoriente. Il simbolo è chiaro:  anche don Guido, come tutta l’umanità ibrida, avendo perso la sua perfezione originaria, ha imboccato una  via buia. Tutte le descrizioni sono lugubri e tristi perché devono raffigurare la tristezza della condizione  umana dopo aver perduto la luce dello Spirito che avevano i Figli puri di Dio. È come se il suo  disagioesprimesse lo smarrimento dell’anima che è diventata un ambiente abbandonato e fatiscente, cioè  destinato alla rovina. È chiaro che alla perdita dell’integrità fisica e psichica, che fece retrocedere l’Uomo  perfetto allo stato di ominide, seguì anche la perdita della Vita spirituale perché l’uomo ibrido, animalesco,  non poteva più essere degno tempio dello Spirito Santo. Il buio, è simbolo della morte spirituale. La morte di  cui parla la Bibbia come conseguenza naturale del ‘peccato originale’ è il ritiro, o la perdita, dello Spirito, e  non va confusa con la morte fisica.  

32 Quei Figli puri di Dio che non furono contaminati dal ‘peccato originale’ perché non erano discendenti  dalla bestia-ponte, rimasero fuori dell’antro dove c’era la luce, lo Spirito di Dio. Vedremo poi che le due  discendenze dell’Uomo, quella pura e legittima e quella contaminata, crebbero parallele per un certo numero  di generazioni fino all’estinzione della specie pura.  33 

Un’interpretazione potrebbe essere che l’umanità ibrida, all’inizio esigua (l’antro stretto), col tempo  divenne sempre più numerosa (l’antro più vasto) e oggi coinvolge la totalità dell’umanità. Senza il peccato  originale l’umanità non sarebbe passata di lì perché, geneticamente parlando, non sarebbe discendente  naturale, come si è detto, di questa femmina ancestre.  

 

perché i margini laterali erano illuminati dal sole. Non vedevo come fosse attaccato.  Le sue dimensioni, come se lo osservassi attraverso una lente di ingrandimento, mi parvero di m 2 per 1,50.  

Al centro del soffitto squallido scorgevo una piccola sbavatura di calcestruzzo fatto  cadere dal di sopra del soffitto per otturare un foro non livellato al di sotto. “Quello è  il posto dove doveva esserci un punto luce – pensai – e quando questo ambiente è stato  abbandonato perché fatiscente è stato tolto il filo elettrico e turato il foro dal di  sopra con un materiale molle che è venuto a sporgere anche di sotto dove non è stato  levigato!”34 .  

 

34 Sappiamo che lo Spirito e la Grazia vengono da Dio. Quindi Dio ha ritirato il Suo Spirito (la luce)  dall’uomo ibrido che ha perso così ogni diritto (all’eredità spirituale). Dice la Genesi (6,3): “Il mio Spirito  non rimarrà sempre nell’uomo perché egli è (solo) carne” (ovvero solo istinti animali). Ne rimase solo una  traccia di ciò che era un allegorico filo elettrico tagliato dal di sopra e il segno di un buco chiuso con un po’  di gesso non spatolato.  

Don Guido Bortoluzzi  

martedì 23 agosto 2022

GENESI BIBLICA EVOLUZIONE O CREAZIONE? CAINO E’ LA CHIAVE DEL MISTERO

 


La nascita della Donna 

L’‘OMEGA’ 


Il “Capo di ponte” non avrebbe dovuto diventare un “Ponte” fra le due specie pure, quella dei Figli di Dio e quella degli ancestri  


§ 95 Fissando lo sguardo sul cosiddetto video, ebbi l’impressione di essere portato lì,  vicinissimo, all’animale giacente e di guardarlo nuovamente da una posizione terraterra. La visuale è chiusa tutto intorno. Adesso vedo che si avvicina e scompaiono le  cicatrici da un morso e le due sporgenze a semiluna. Vedo solo una striscia verticale  mediana, come attraverso una feritoia larga 4 o 5 cm ed alta 14 o 15: da sotto la  fossetta verso di me. Intanto riprendo a dire ad alta voce quello che vedo:  

– Vedo due paletti al centro.  – Pensavo: se il ruolo di questo animale che assomiglia  ad un otre gonfio è quello di un ponte, direi che quei paletti sono le gambe grezze  della testata di un cavalletto da armature edili detto ‘ponte’, ma non vedo le altre due  gambe del cavalletto dalla parte opposta.  

– Quei paletti sono pelosi solo ai lati. –  

Ho l’impressione che quel cavalletto sia incassato fra le pareti.  

– Quei piccoli paletti si muovono. Signore, cosa succede?– Nessuna risposta. Il  sipario si alza un millimetro alla volta. Sono desideroso di vedere come quei paletti, o  gambe del cavalletto, sono collegati in alto fra loro. Così malsicuri, devono avere un  legaccio rilassato, o un chiodo mal piantato.  

Finalmente vedo che sono uniti, in alto, da un archetto liscio, senza pelo, tutto intero,  senza connessure, dello spessore di uno o due centimetri che sporge sotto la linea  superiore del riquadro.  

Riferendomi alla definizione suggeritami di ‘PONTE’, chiedo:  – È una testata di  ponte? –  

§ 96 – ‘CAPO DI PONTE’29 – risponde – LA VIA ALL’UOMO È COMINCIATA DI  LÌ. – Dopo alcuni secondi soggiunge:  

§ 97 – DOVEVA RIMANERE ‘CAPO DI PONTE’, MA L’UOMO PRESUNTUOSO E  DISOBBEDIENTE L’HA RESA ‘PONTE’. –  

Altre parole dette frammezzo non le ricordo, anche perché dette con voce troppo  sommessa. Non avevo capito il significato allegorico di queste parole né l’immagine  che stavo vedendo.  


29 Mentre don Guido si riferisce a quello che gli sembra un ponticello formato dai due paletti e dall’archetto  che egli paragona a quello di armature edili, il Signore si riferisce all’intero animale giacente supino a terra.  La spiegazione di questa definizione allegorica e di quelle immediatamente successive sarà data dal racconto  stesso.  

Don Guido Bortoluzzi  

giovedì 11 agosto 2022

GENESI BIBLICA EVOLUZIONE O CREAZIONE? CAINO E’ LA CHIAVE DEL MISTERO

 


La nascita della Donna 

L’‘OMEGA’ 


La bestia – “Ponte”  

§ 93 – Quel corpo gonfio si muove, si alza e si abbassa lievemente e ritmicamente. È  proprio un animale vivo! Quelli sono movimenti autonomi, sembrano il moto del  respiro.  –  

– Ora quel corpo si gonfia molto verso un lato e si spiana dall’altro.  –  

– Adesso ritorna nella sua posizione. È come se, dalla parte opposta, un piede  invisibile l’avesse prima premuto e poi rilasciato. –  

– Si inarca di nuovo, e fa una curva così stretta che pare non abbia la spina dorsale. –  La scena si ripete a intervalli regolari. L’animale giacente ansima e rinnova gli sforzi.  “Forse cerca di liberarsi da qualcosa che lo tiene vincolato al terreno” penso.  

Ma questi sforzi sono sempre nello stesso senso e non riesco a capire da che parte  abbia la testa.  

§ 94 Chiedo a voce normale: – È un animale esotico, di specie estinta? –  

– PONTE – mi risponde la Voce.  

Rimango sconcertato. Non so associare l’idea di ‘ponte’ con l’animale che vedo e  nemmeno con l’episodio del ‘peccato originale’ visto due anni prima in cui la stessa espressione riferita ad una femmina ancestre mi era rimasta incomprensibile .  

(Nota della curatrice) Prima di entrare nel vivo del tema, può esser utile spiegare certi  termini usati dal Signore per favorire la comprensione del testo.  

Qui troviamo un linguaggio apparentemente astruso, che racchiude invece chiare e  inequivocabili informazioni di carattere genetico.  

Il “capo di ponte”, che troveremo ai §§ 96 e 9_, simboleggia la femmina di una qualsiasi  specie che, per intervento divino, mette al mondo la prima coppia d’una nuova specie.   Questa femmina è stata chiamata così dal Signore perché simbolicamente può essere  raffigurata dal ‘capo di un ponte’ a cui manchi il resto del ponte: lo potremmo raffigurare  come una mezza arcata. Assomiglia quindi più ad un trampolino che a un ponte perché  dopo la pedana c’è il vuoto, ossia la mancanza di quello che dovrebbe essere il frutto  naturale del suo patrimonio genetico: c’è invece l’inizio di una specie diversa per opera  creatrice di Dio che usa il suo utero solo come incubatrice. In pratica: dal ‘capo di ponte’  viene alla luce una specie nuova, autonoma, che non ha alcuna continuità cromosomica  con quella della femmina da cui è derivata. Quindi, da un ‘capo di ponte’ vi è un percorso  a senso unico, una via senza ritorno. Questa è la regola per la creazione di ogni nuova  specie. Il “ponte” invece indica una struttura che consente il passaggio tra una sponda e  l’altra. Nel significato che ha dato il Signore a questa espressione, è implicito che questa femmina è stata dotata di un numero di cromosomi tale da consentire un percorso a  doppio senso, ossia il passaggio di geni da una specie all’altra e viceversa. Infatti, come  poi si vedrà, questa femmina ha potuto avere figli sia con gli ancestri, che avevano 48  cromosomi, sia con l’Uomo che ne aveva 46. Per questo motivo don Guido ha dedotto  che questa femmina abbia avuto necessariamente 4_ cromosomi per essere idonea, come  passaggio intermedio, alla creazione dell’Uomo. Questa femmina interfertile costituisce  un’eccezione, eccezione voluta dal Signore probabilmente per dare all’Uomo una nutrice  più intelligente e più vicina alle caratteristiche della specie umana. Un’attenzione paterna  di Dio.  

Per questa particolarità essa, terminata la sua funzione di ‘capo di ponte’, avrebbe dovuto  essere allontanata dall’Uomo per non indurlo ad avere rapporti con lei dai quali sarebbero  nati figli secondo natura, ossia ibridi, come purtroppo è accaduto, facendo effettivamente  da ‘ponte’ fra le due specie pure: quella degli ‘ancestri’ e quella dei ‘Figli di Dio’.  

Ciò che qui è bene sottolineare è che nella sua funzione di ‘capo di ponte’ essa non ha  contribuito con il suo ovulo naturale al concepimento dei Figli di Dio. Infatti Dio creò in  lei entrambi i gameti della specie umana per dar origine al primo Uomo mentre, qualche  anno più tardi, per il concepimento della prima Donna, Dio creò in lei solamente l’ovulo  perché lo spermatozoo era reso disponibile dal Giovane Uomo. Se ben ricordiamo ciò che  scrive la Bibbia, Dio fece cadere Adamo nel sonno perché non si rendesse conto di cosa  stesse accadendo affinché questo fatto non dovesse ripetersi. Dio creò così una gerarchia:  prima l’Uomo e poi la Donna.  

Ma, come è stato detto, la femmina ancestre, una volta compiuta la sua funzione di ‘capo  di ponte’, rimaneva con le sue proprietà e i suoi geni naturali della specie ancestrale per  cui dall’Uomo poteva concepire da essa solo ibridi, secondo le leggi di Mendel. Ecco  perché, terminato il suo ruolo di ‘capo di ponte’, essa non avrebbe dovuto avere più  contatti con la specie umana, perché sarebbe diventata un ‘ponte’ fra le due specie.  


28 La spiegazione di questo linguaggio allegorico la troveremo al § 112 e al § 124 ed è da mettere in relazione con i §§ 96 e 9_.  Anche le immagini che don Guido vede e descrive sono allegoriche. Questo è il motivo per cui non capisce ciò che sta  vedendo. Questo stratagemma usato dal Signore ha lo scopo di costringere don Guido ad osservare e a descrivere ciò che  vede evitando che, contrariato, egli si rifiuti. Il fine che il Signore si prefigge è che l’umanità sia conscia in modo  inequivocabile di tutte le fasi della sua creazione per bandire, una volta per tutte, le congetture inesatte che fino ad ora sono  state fatte. 


In quel momento il riquadro si allarga di alcuni centimetri lasciando scoperto,  all’esterno di quel corpo gonfio e giallastro, il principio di una coscia dello stesso  colore giallastro e dell’altra simmetrica. Penso: “Se le due cosce sono attaccate da  questa parte, ciò vuol dire che la testa è di là”.  

Insisto ancora e chiedo:  

– Dov’è la testa? Di qua verso di me, o di là? 

– DI QUA – mi risponde sommessamente. Poi, dopo due secondi, ancora alcune  parole dette sommessamente di cui ricordo solo queste:  – NELLA BUCA.  –  

Queste parole avvalorarono la mia ipotesi che quell’animale esotico avesse la testa in una buca del terreno e che cercasse di divincolarsi.  

Ma mentre io intendevo la testa della bestia, la Voce parlava di quella della Nascitura.  

Nel breve intervallo credo di aver detto o pensato: “Perché perder tempo dietro un  animale esotico? E la Bambina?”.  

Don Guido Bortoluzzi  

domenica 31 luglio 2022

GENESI BIBLICA EVOLUZIONE O CREAZIONE? CAINO E’ LA CHIAVE DEL MISTERO

 


La nascita della Donna 

L’‘OMEGA’ 


(Nota della curatrice) I primi paragrafi di questo capitolo, tra il § 90 e il § 108, si  svolgono in forma allegorica perciò non sono di facile visualizzazione e richiedono da  parte del lettore una particolare attenzione. Essi esprimono in forma simbolica dei  concetti utili in particolar modo ai teologi e agli studiosi di genetica. In pratica viene  spiegato in quale modo Dio abbia creato la prima Donna, partendo dal suo concepimento  fino alla sua nascita, processo che viene ripreso e spiegato anche più avanti. Poi il Signore  afferma che tutta l’umanità attuale discende da Eva. Infine il racconto riprende dalla  scena della femmina ancestre che si stende sul prato (ricollegandosi al § 65), aiutata dalla  vecchia madre che le fa da levatrice, e prosegue con la nascita della Bambina, la vera  prima Donna della specie umana, che diventerà la legittima moglie di Adamo. Quindi, il  lettore che volesse evitare di sforzarsi troppo nel linguaggio dei simboli può proseguire il  racconto andando direttamente al § 109 (che si ricollega appunto al § 65), riservandosi,  dopo esser giunto alla fine del testo, di leggere i paragrafi saltati che, a libro ultimato,  sono di più facilmente comprensione.  


Il concepimento e la gestazione della prima Donna: l’omega  

(Stesso quadro visivo e stesso orientamento, l’8°, verso Est–Sud-Est)  

§ 90 Poco sopra il centro del video vidi comparire un piccolissimo punto bianco  illuminato sullo sfondo nero.  

– ATTENTO! DÌ QUELLO CHE VEDI.  –  

Queste parole mi furono rivolte con voce forte. L’ammonimento mi sembrò un  rimprovero per non essere stato abbastanza attento precedentemente, specialmente  quando disse “alfa”.  

Cominciai a dire quello che vedevo:  

– Vedo un puntino bianco, piccolo, della dimensione della capocchia di uno spillo. –  

– È illuminato e non luminoso come l’altra volta. Non è nel centro del quadro con la  cornice rosea, ma a tre quarti d’altezza del quadro.  –  

 

– Scende adagio verso il centro del video. – [È il gamete femminile, creato or ora da  Dio, che scende nel seno dell’imminente gestante – la femmina ancestre bianca e non  pelosa – e dovrà unirsi al gamete di Adamo per formare la prima cellula della futura Donna. È l’ultima nuova creazione, l’Omega, che scende sulla Terra].  

– Scende ancora. –  

– Ora è circoscritto da un quadratino adagiato sulla base del video. –  

– Quel puntino ora ha l’aspetto di un ‘nodo’, fermo al centro del quadratino. – [I due  gameti, quello femminile testè creato e quello maschile di Adamo, ora sono fusi insieme  formando un nodo].  

– Il nodo cresce e vedo che è di color gialliccio.  –  

– Ora quel nodo sembra un mezzo pisello maturo, gialliccio e secco adagiato con la  parte piatta sul lato inferiore del quadratino e con la curva all’insù. Il riquadro, o  quadratino [il ventre che lo accoglie], segna i limiti di un campo visivo ridotto rispetto  alla cornice rosea. Dentro il quadro visivo vedo solo il quadratino, senza null’altro  all’intorno e senza punti di riferimento. –  

– Quel mezzo pisello continua a crescere [il feto] e cresce con lui anche il quadratino  che lo contiene e che ora ha due centimetri di lato. –  

 

§ 91 – Il mezzo pisello secco e giallastro ora è grande quanto mezza biglia. – – Cresce  e diventa come mezza palla da tennis. – – Ora è grande quanto mezzo pompelmo. –  

– Adesso è come mezzo pallone da calcio la cui altra metà è come se rimanesse  nascosta. –  

Osservo che la base del riquadro combacia quasi con quella del video che lo contiene.    

La linea di contatto fra il riquadro e il video sembra una fascia di erba nera e secca  come quella che si trova sul ciglio di un sentiero campestre nelle vicinanze di  un’officina o di un garage, erba corta, calpestata e intrisa di olio nero scartato dai  motori. Vedo questo mezzo pallone di scorcio, come se lo guardassi stando sdraiato a  terra.  

– Quel mezzo pallone è tutto liscio e del colore del cuoio crudo, naturale, non trattato.  È lucido come se fosse di plastica. –  

– Ora viene avvicinato e le curve laterali di quel mezzo pallone scompaiono tagliate  fuori dai lati verticali del riquadro. –  

– Ora il lato superiore del riquadro si alza di un centimetro o due. Quel rettangolo  lentamente continua ad espandersi nel suo lato superiore.  –  

– Ora quel rettangolo è largo circa 8 cm ed è alto circa 20, sempre di proporzioni  ridotte rispetto a quelle della cornice rosea.  

 

§ 92 – Ora vedo solo la parte centrale di quel mezzo pallone da una posizione più alta,  ma non lo vedo verticalmente. Scorgo che la sua forma non è più rotonda, ma  oblunga.  – Credo sia una palla ovale, o... forse… è un otre di pelle gonfio, ma non  vedo le sporgenze della pelle con gli arti legati alle estremità che hanno gli otri per  chiudere ogni fuoruscita di aria o di liquido. Deduco che i lacci devono essere nella  parte sottostante e che quindi quello che vedo è la schiena dell’otre.  

– Intravedo una fossetta liscia e rotonda alla sommità di esso.  

– Mi dice forte la Voce: 

– CICATRICE DA UN MORSO. – “Se quella è una cicatrice, quello che mi era parso un mezzo otre è allora un animale vivo” penso. “Che animale può essere?” mi  chiedo.  

– Al di là di quella fossetta, o ‘cicatrice da un morso’, la superficie è bassa e piatta. Da  una parte e dall’altra di quella zona bassa e piatta scorgo due sporgenze lisce, curve  verso la linea esterna, come due mezze lune simmetriche attaccate al corpo centrale  solo nella parte superiore.  –  

Quell’animale strano ora mi sembra poggiato sopra il bordo sdrucito di una stuoia di  crine dai peli neri, radi, corti e arruffati. –  

Don Guido Bortoluzzi

lunedì 11 luglio 2022

GENESI BIBLICA EVOLUZIONE O CREAZIONE? CAINO E’ LA CHIAVE DEL MISTERO

 


Sesto ‘giorno’. La creazione dell’Uomo e della Donna  


§ 89 Ripensando all’Alfa e a quei puntini con cui si era aperta la seconda parte della  visione, compresi quali fossero i sei giorni, o fasi, della creazione, le quattro fasi in  cielo e le due sulla Terra. Io le interpreterei così: a) nella prima fase Dio creò  ‘l’energia cosmica’ che consente l’esistenza dello spazio e del tempo. I buchi neri  potrebbero essere gli spazi rimasti increati frammezzo la creazione, le smagliature  delle coordinate ‘tempo’ e ‘spazio’. Ciò che vi cade dentro sparisce; b) nella seconda  fase Dio creò ‘l’atomo’ e quindi ‘tutti gli elementi naturali’ della materia e tutto ‘il  cosmo’; c) nella terza fase comprenderei la nascita del ‘Sole’e della ‘Terra’, frutto per  entrambi dell’impatto di una stella con una cometa; d) nella quarta fase considererei  la nascita della ‘Luna’ dovuta alla Iª esplosione della Terra quand’era ancora “arida  et vacua”;  

e) nella quinta fase vedrei la creazione della ‘vita’ vegetale e animale, e la IIª  esplosione della Terra che prepara l’ecologia alla creazione dell’Uomo;  

f) e nella fase ultima ‘la creazione dell’Uomo e della Donna’, l’Omega, nei quali Dio  introduce ‘l’Elemento spirituale’. L’Alfa e l’Omega, i due poli estremi della prima  immagine che mi fu mostrata, avevano in comune una stessa Realtà: lo Spirito di Dio.  L’Uomo, il primo Uomo, vero Figlio legittimo di Dio, e con lui la Donna, era il  depositario dei doni dell’intera Creazione. Doveva, con la sua corrispondenza, dar  prova a Dio di esserne degno;  

g) nel settimo tempo ‘Dio si riposò’: è un eufemismo per dire che Dio volutamente si  astenne dall’intervenire di fronte agli errori dell’Uomo in rispetto alla libertà che gli  aveva donato. In realtà provvederà poi al recupero dell’umanità decaduta, cioè alla  sua redenzione.  

(Nota della curatrice) Qui finisce la descrizione geofisica e geografica della Terra.  Nell’immensa commozione che don Guido provò ripensando a quanto il Signore gli aveva  mostrato ‘nel viaggio più lungo che l’uomo potesse mai fare nel tempo e nello spazio’ 

assistendo alla creazione del cosmo, scrisse questi versi come inno d’amore, di  riconoscenza e di lode a Dio.  

 

Ovunque il guardo io giro, Immenso Dio ti vedo.  Nell’opre Tue T’ammiro. Ti  riconosco in me.  Quando Tu, nel nulla assoluto e buio creavi lo spazio  con minuscole  parti di cosmica energia,  e dentro la prima luce accendevi,  provocando una reazione  a catena che innumerevoli luci intorno diffuse  nello spazio, roteando e moltiplicando,   a me Tu pensavi che ancor non ero.  Tu mi guardavi con Amore e non lo sapevo.  

Quando mandavi una stella cometa ad infrangere un’altra stella e la sua energia  mutavi nei 93 elementi della materia, che in nube nera oscurava il cielo, e nei 9 pianeti  quella nube concentravi, Tu mi vedevi, ed io nol sapevo. Tu mi amavi prima che io  potessi amarTi.  

Quando la Terra, liscia e compatta finì di raccogliere la polvere intorno e i raggi del  Sole infuocati cementavano in croste sovrapposte la polvere umida di vapori notturni  e dentro preziosi metalli nascondevi, inaccessibili all’uomo, Tu ‘l sapevi. In parte  ascosi nella sotterranea notte li volesti, in parte alla luce del Sole. E nel contempo  disponesti che uno specchio nel cielo quaggiù riflettesse il Sole ad illuminare la celeste  notte. Con grande sussulto la Terra tremò. Dall’esterno i raggi del Sole, all’interno la  pressione dei gas, squarciavan la crosta terrestre e un fiotto immane verso il cielo  eruttò.  

PENSAVI... VEDEVI... AMAVI... CERCAVI... TROVAVI... SALVAVI.  

Don Guido Bortoluzzi  

domenica 22 maggio 2022

GENESI BIBLICA EVOLUZIONE O CREAZIONE? CAINO E’ LA CHIAVE DEL MISTERO

 


Quinto ‘giorno’. La comparsa della vita vegetale e animale e la seconda  esplosione della Terra  


L’età della Terra  


La Terra rinnovata

§ 86  La geofisica dà al nostro pianeta l’età di 4 miliardi di anni. La misurazione fu  eseguita su materiale esterno, oppure su quello fuoruscito dall’interno con le due  esplosioni? La differenza è certamente notevole. Per conoscere l’età della Terra si  dovrebbe ricercare l’età della polvere cosmica depositata sulla Terra o sulla Luna  prima delle due esplosioni. Anzi quella di quest’ultima sarebbe molto più sicura,  perché non influenzata dai cambiamenti della massa terrestre. E il suo spessore  andrebbe rimisurato là dove la crosta è rimasta intatta, cioè al centro del continente  Eurasiatico. 


§ 87 Nuova scena. Il quadro visivo presentò uno scenario meraviglioso, più bello di  prima. Il cielo purissimo. Il mare turchino. La vegetazione copriva tutto l’emisfero,  eccetto la parte Nord dell’Africa, che appariva color cammello come le coste o spiagge  del Mediterraneo, sia meridionali che settentrionali. È chiaro che fra la scena  precedente e questa sono intercorsi nuovamente altri milioni di anni.  

Questa volta lo scenario era spostato verso sinistra, e comprendeva, eccetto la costa  e l’Atlantico, tutto il Portogallo che nel quadro precedente era rimasto escluso. Dalla  parte opposta, ad Est, non vedevo più la Cina intera perché le mancava quel tanto che  ad Ovest comprendeva il Portogallo.  

Al Nord la calotta polare era coperta di ghiaccio. La penisola Scandinava mi  sembrava meno staccata di adesso. L’alta Siberia aveva un color verde pallido.  

L’Africa si era spostata verso Sud, lasciando più ampie le coste del bacino del  Mediterraneo rispetto a prima della 2ª esplosione. I mari erano quasi come prima di  quest’ultima esplosione. I due Mari chiusi, il Mar Nero e il Mar Caspio mi  sembravano più piccoli di ora.  

Non vedo il Mare d’Azov, né l’Egeo, né la Gran Sirte. Là è tutto verde con qualche  laghetto. A Sud, verso oriente, non vedo la Penisola Malacca, perché la linea inferiore  del video passa all’altezza di Madras, quasi in fondo alla Penisola Indiana. Il Mare  Arabico è isolato entro una spiaggia molto larga da tutti i lati. La nuova voragine del  Pacifico ha assorbito tutte le acque?  

La Penisola Arabica è unita al continente, quindi non c’è il Golfo Persico. Non riesco  a vedere l’estuario dei due fiumi confluenti, Eufrate e Tigri.  

Forse è nascosto dalla vegetazione.  

Vedo il così detto ‘Corno d’Africa’ proteso molto verso Nord, in confronto col  parallelo che passa per Madras’  

Il Mar Rosso è ridotto assai. La sua lunghezza corrisponde a quella dell’Eritrea. Una  larga fascia di spiaggia lo separa dalle coste ed anche dalle due estremità, di Bab-el- Mandeb e di Suez.  

La zona del Mar Egeo è tutta verde con alcuni laghi.  

La Gran Sirte non ha mare: è spiaggia. Vedo un mare piccolo sotto la Sicilia,  anch’esso separato e contornato da grande spiaggia brulla.  

La Penisola Italica è unita alla Penisola Balcanica. Nessun segno del Mare Adriatico.  

Distinguo bene la costa occidentale dell’Italia. Il Tirreno, isolato da larga spiaggia, è  compreso entro la lunghezza della Sardegna. Il Golfo di Lione è spiaggia verde  pallido.  

Il Mediterraneo è molto più stretto dell’attuale; una larga spiaggia lo separa dalle  coste attuali. La sua lunghezza va dalla Tunisia alla Mauritania.  

Guardando le vaste spiagge deserte attorno ai mari (Mar Rosso, Mar di Sicilia, Mar  Tirreno e Mediterraneo), pensavo come fosse facile alle popolazioni dei tempi  antichissimi, una volta creato l’Uomo, passare da un continente all’altro, e come  l’Arabia e l’Etiopia potevano comunicare.  


§ 88 Nell’illusione di vedere sul quadro visivo, come al televisore, il globo terraqueo  girarsi verso oriente, tenevo fisso lo sguardo alla costa occidentale del Portogallo per  constatare di quanto le due Americhe si fossero scostate dalle coste Euro-Africane.  

Invece la visuale, entro la cornice rosea rettangolare, si restrinse. Sparì il Portogallo,  la Francia, la Germania e vidi che altrettanto succedeva dalla parte orientale.  

Mi accorsi che il quadro visivo veniva ridotto entro un cerchio che si restringeva  sempre più. Le ultime immagini furono il Mar Nero e il Mar Caspio. Ultima zona  visibile, compresa entro il limite del cerchio, era rimasta la parte sud-occidentale del  Mar Caspio. Poi il cerchio si restrinse ad un punto piccolissimo, nel centro, e sparì  anche quello. Il quadro entro la cornice luminosa e rosea, restò al buio assoluto.  

Ho cercato, in seguito, di tracciare dei cerchi concentrici di cui uno abbracciasse  quella parte del Caspio, senza interessare il Mar Nero. Il centro mi sembrò Ninive,  presso la confluenza dei due rami superiori del Tigri tra Ninive, Assur e Calach, ma il  posto esatto non lo posso assicurare se non vedo di persona il luogo che corrisponda  alla topografia che ho descritto all’inizio del racconto di questa visione.  

Dagli scritti di Don Guido Bortoluzzi  


domenica 10 aprile 2022

GENESI BIBLICA EVOLUZIONE O CREAZIONE? CAINO E’ LA CHIAVE DEL MISTERO

 


Quinto ‘giorno’. La comparsa della vita vegetale e animale e la seconda  esplosione della Terra  


Previsioni future  

§ 85 La seconda esplosione avvenuta ancora nel Pacifico dimostra che quella zona è  più vulnerabile, e che il fenomeno potrebbe ripetersi.  

Vedi Isaia 24,1-13 e 24,17-23.  

Vedi in Apocalisse di S. Giovanni 20,9 .  

Vedi il Vangelo di Luca 21,25-26. 

Vedi il Vangelo di Matteo 24,29; 25,13. 


Isaia 24,1-13 (i versetti delle note 23-24-25-26 sono stati ricopiati dalla Bibbia del Sales): “Ecco che il  Signore desolerà la Terra e la spoglierà e ne renderà afflitta la faccia e disperderà i suoi abitanti... La  Terra sarà devastata del tutto e sarà predata del tutto. La Terra è in lacrime e si consuma e viene meno... e  pochi uomini resteranno... La città della vanità (in senso figurato questa città non è solo Gerusalemme, ma  la civiltà umana intera) è distrutta. ... Nella città è rimasta la solitudine e la calamità opprime le sue porte.  Poiché avverrà come quando si scuotono le poche olive rimaste sull’albero e si tolgono i racimoli, finita  che sia la vendemmia”. Questi versetti furono sempre interpretati come una profezia dell’imminente minaccia  assira sul Regno del Sud e la disfatta di Gerusalemme, ma visti con una panoramica più vasta, potrebbero  assumere una valenza universale. Infatti Isaia continua (24,17-23): “Lo spavento e la fossa e il laccio sono  sopra di te, o abitante della Terra. E avverrà che chi fuggirà per il grido dello spavento cadrà nella fossa;  e chi si salverà dalla fossa sarà preso dal laccio perché si apriranno dall’alto le cateratte e le  fondamenta saranno scosse. Si schianterà con fracasso la Terra, andrà in frantumi la Terra, si  sconquasserà la Terra. Sarà in agitazione la Terra come un ubriaco e muterà sito come la tenda alzata  per la notte... La Luna arrossirà e il Sole si oscurerà...”. Appare chiaro che qui è descritto un fenomeno  geofisico.  

25  Apocalisse 20,9: “E dal cielo cadde un fuoco spedito da Dio e il fuoco le divorò (le città) e il diavolo che  le seduceva fu gettato in uno stagno di fuoco e di zolfo dove anche la bestia e il falso profeta (l’anticristo) saranno tormentati dì e notte pei secoli dei secoli”.  


6 Luca 21,25-26: “E (vi) saranno prodigi nel Sole, nella Luna e nelle Stelle; e in Terra costernazione di  popoli per lo sbigottimento dal fiotto del mare e delle onde: gli uomini si consumeranno per la paura e  per l’attesa di quanto starà per accadere a tutto l’universo perché le potenze dei cieli saranno  sconvolte...”.  

Anche a questo brano non venne quasi mai dato un valore apocalittico universale perché segue direttamente  la predizione della caduta di Gerusalemme. Ma è chiaro che i due fatti sono distinti e che in origine dovevano  essere separati e solo poi, con le ripetute copiature, sono finiti vicini. Infatti il brano continua: “...e allora  vedranno il Figlio dell’Uomo venire sopra una nuvola con potestà e grande maestà...”. Poiché questo  deve ancora accadere, quanto descritto è un fatto distinto dalla caduta di Gerusalemme avvenuta nel 70 d.C.  Quindi il brano può essere considerato anch’esso un brano apocalittico.  

2_ Il Vangelo di Matteo (24,29-35) ci riporta queste parole di Gesù: “...dopo la tribolazione di quei giorni il  sole si oscurerà, e la luna non darà più la sua luce, e cadranno dal cielo le stelle (rocce catapultate e rese  incandescenti dall’attrito dell’atmosfera) ... e piangeranno tutte le tribù della terra... In verità vi dico: non  passerà questa generazione (la generazione dei figli degli uomini sempre in contrapposizione alla  generazione dei Figli puri di Dio) che non siano adempiute tutte queste cose. Il cielo e la Terra passeranno (si chiuderà un’epoca), ma le Mie parole non passeranno mai (cioè sono verità assolute)...”. E poco oltre  Matteo continua (24,37-40): “E come fu ai tempi di Noè, così sarà ancora... e come nei giorni prima del  diluvio gli uomini se ne stavano mangiando e bevendo... così sarà (anche questa volta)... E allora due si  troveranno in un campo: uno sarà preso e l’altro sarà lasciato Vegliate dunque perché non sapete... né il  giorno né l’ora” (25,13). Scrive don Guido nei suoi commenti: “Credo che quando avverrà la prossima  esplosione della Terra, questa sarà ancora nel luogo dove vidi che la crosta terrestre è stata rotta già due  volte, cioè nell’Estremo Oriente, nell’Oceano Pacifico. Il materiale che ne uscirà cambierà la  configurazione geografica e topografica del suolo terrestre perché seminerà nuovi monti, nuove colline,  valli, laghi, ecc. Bonificherà la Terra dal suo inquinamento e metterà allo scoperto minerali ricercati e  nasconderà sotto le nuove montagne le piante che diver- ranno nuovo carbone”.  Chiesi a don Guido se, a  parer suo, la Terra potrebbe esplodere di nuovo entro un tempo  relativamente breve.  – E perché no? rispose.  – Ma perché preoccuparci tanto? È certo che in tal caso il Signore  la rifarebbe più bella di prima! – – E  l’umanità? – – Forse che il Signore, nella sua potenza, non potrebbe salvare ‘quel piccolo resto’di uomini degni di perpetuare la specie?  –   

 È chiaro che il Signore mostrò a don Guido le due esplosioni più significative, ma è intuibile che ve ne  furono molte in tanti milioni di anni e che ciclicamente si ripetono. Sicuramente una nuova esplosione, come  le precedenti, precederà una nuova glaciazione e aprirà una nuova epoca per l’umanità. Le premesse razionali  ci sono. Il fenomeno delle anomalie del Niño, apparso negli ultimi anni con i suoi effetti crescenti e  devastanti sul clima del pianeta, potrebbe prendere la sua origine da un surriscaldamento abnorme dei fondali  dell’Oceano Pacifico portando delle variazioni alle correnti marine e quindi ai venti. Il repentino  innalzamento di temperatura potrebbe non essere causato solamente dall’effetto serra, ma anche da una  crescente tensione della crosta terrestre nel luogo ove la Terra ha già dimostrato d’essere più fragile. I  devastanti uragani in zone solitamente tranquille, la moria di pesci lungo certe correnti dell’Oceano Pacifico,  il disorientamento di alcuni branchi di cetacei e la migrazione di pesci tropicali verso il Mediterraneo mai  visti prima, potrebbero essere dei sintomi di una nuova imminente esplosione del globo terrestre. Se gli  studiosi esaminassero la temperatura delle acque nelle profondità marine ove il calore atmosferico non può  influire sulla loro temperatura, avremmo una ragionevole risposta.  

Dagli scritti di Don Guido Bortoluzzi  

domenica 13 febbraio 2022

GENESI BIBLICA EVOLUZIONE O CREAZIONE? CAINO E’ LA CHIAVE DEL MISTERO

 


Quinto ‘giorno’. La comparsa della vita vegetale e animale e la seconda  esplosione della Terra  


Gli effetti astronomici delle due esplosioni  

§ 83 Dalla prima esplosione derivano: 1° la formazione della Luna, avvenuta per  attrazione reciproca delle rocce lanciate nello spazio che superarono la forza di  gravitazione terrestre, poiché non le vidi riapparire sul video. Non si sono saldate fra  loro per assenza di calore; 2° il giro circolare di circonvoluzione della Terra intorno  al sole divenne ellissoidale;  

3° l’inclinazione dell’asse terrestre, a tutto vantaggio della variazione delle stagioni  che si sarebbero verificate sulla Terra. Così il pianeta venne riscaldato anche verso i  poli e la vita potè svilupparsi anche dove prima sarebbe stata impossibile;  

4° lo sdoppiamento del polo magnetico da quello geografico.  

Dalla seconda esplosione deriva l’accentuazione degli ultimi tre effetti.  


Gli effetti geografici delle due esplosioni  

§ 84 Dalla prima esplosione derivano: 1° la prima fase dell’improvviso e repentino  distaccamento delle Americhe dall’Europa e dall’Africa; probabilmente si sarà  verificato lo stesso fenomeno di distaccamento sia dell’Australia dall’Africa e  dall’Eurasia, sia dell’Antartide dall’Eurasia, dall’America e dall’Australia, ma  questo, dal mio punto di osservazione, non mi fu possibile vedere; 2° la formazione di  molti massicci montuosi, ma solo quelli ‘privi di fossili’, e la formazione di alcuni  nuovi vulcani.  


Dalla seconda esplosione derivano:  

1° la successiva ed altrettanto improvvisa fase di allontanamento delle Americhe  dall’Europa e dall’Africa. Quindi l’ulteriore allargamento dell’Oceano Atlantico il cui  bacino già con la prima esplosione si era formato. Stesso fenomeno per le terre del  Polo Nord. Idem, presumo, per l’Africa dall’Australia e dall’Eurasia;  

2° il richiamo di enormi quantità di acqua riversata nell’invaso dell’Oceano Atlantico  per l’improvviso ulteriore allontanamento dei continenti; 

3° il risucchio di altre immani quantità di acqua nella voragine dell’Oceano Pacifico  con il conseguente riaffioramento di terre prima sommerse; 

4° il primo repentino e devastante diluvio, dopo la comparsa della vita vegetale e  animale, per l’improvviso sopraggiungere di gigantesche onde anomale chesca  valcarono interi continenti23; 

5° la formazione di altre montagne costituite da rocce proiettate dai fondali  dell’Oceano Pacifico ‘già ricche di fossili’ e la formazione di altri vulcani; 

6° la formazione dei giacimenti di petrolio per la parziale combustione delle foreste  sepolte dal materiale incandescente precipitato; 

7° una probabile glaciazione per il fumo dovuto al perdurare dell’immane attività  vulcanica; 

8° la scomparsa dei grandi sauri sorpresi dal fumo dei vulcani riattivati e dal  conseguente improvviso e prolungato abbassamento della temperatura. 


Il diluvio di cui parla don Guido è un evento distinto da quello detto ‘universale’ che viene descritto  nella Bibbia perché al tempo della seconda esplosione della Terra l’Uomo non c’era ancora e, come vedremo  più avanti, verrà creato dopo. Inoltre l’espressione biblica ‘universale’ va intesa in senso limitativo e riferita  ad una zona circoscritta, anche se molto vasta, altrimenti ogni specie vegetale e animale precedente sarebbe  scomparsa. Non è infatti pensabile che Noè avesse potuto raccogliere sull’arca ogni specie esistente sulla  Terra. Più probabilmente la Bibbia sottintende le specie di animali domestici che gli sarebbero state utili  dopo.  


(Nota della curatrice) A questo proposito don Guido mi spiegava: – Di certo dopo questa  esplosione è avvenuta una glaciazione. Poiché la geologia ci insegna che nella storia del  nostro pianeta le glaciazioni sono state più d’una, si può presumere che ad ogni ripetersi di  queste esplosioni della Terra sia seguita una diffusa riattivazione dell’attività vulcanica.  Questa avrebbe provocato una grande quantità di fumo, tale da impedire ai raggi solari di  riscaldare la terra, con una conseguente glaciazione, più o meno lunga a seconda  dell’estensione e del prolungarsi di queste eruzioni. Quelle esplosioni alle quali il Signore  volle che assistessi non erano che le più significative. Ma chissà quante furono quelle  effettive! Dallo studio degli strati rocciosi si può risalire al numero delle glaciazioni e da  queste all’intensità delle esplosioni della Terra che le hanno provocate.  

Durante la lunga vita del nostro pianeta sono state probabilmente molte. –  


Considerando che le esplosioni a cui ho assistito si sono verificate entrambe  nell’Oceano Pacifico e che la seconda era stata meno imponente della prima, si può  avanzare l’ipotesi che la cicatrice della crosta terrestre in quel luogo si sia fatta più  sottile, e che la loro intensità sia stata di volta in volta decrescente perché la resistenza  che la pressione interna ha incontrato è stata via via minore. Per la stessa ragione si  può supporre che gli intervalli siano stati più ravvicinati.  

Non dobbiamo però considerare di queste esplosioni solo i loro effetti distruttivi. I  lunghi periodi di glaciazione, alternati a quelli di surriscaldamento, veri respiri della  Terra, si sono succeduti, o sono stati guidati, come i doppi anelli di una catena che ha  portato avanti lo sviluppo della vegetazione dallo stato primitivo (felci, licheni, ecc.)  fino allo stato attuale, spostando continuamente, ora verso Nord, ora verso Sud, il  limite delle nevi perenni costringendo animali e popolazioni a continue migrazioni e al  loro diffondersi su tutto il pianeta.  

Don Guido Bortoluzzi  

lunedì 24 gennaio 2022

GENESI BIBLICA EVOLUZIONE O CREAZIONE? CAINO E’ LA CHIAVE DEL MISTERO

 


Quinto ‘giorno’. La comparsa della vita vegetale e animale e la seconda  esplosione della Terra  


§ 80 Cambio di scena.  

L’oscurità è cessata. Il cielo è limpido e vedo l’emisfero settentrionale della Terra tutta  coperta di verde eccetto al Polo Nord. È evidente che dalla scena precedente sono  passati milioni di anni perché ora ci sono i mari e c’è la vegetazione.  

Il video inquadra solo l’emisfero settentrionale, dal Polo al parallelo che passa vicino  a Madras, nella costa orientale della penisola dell’India, e dal confine tra il Portogallo  e la Spagna fino all’estremo confine della Cina.  

Osservo che la Cina ha solo la Penisola di Camchatka e, sotto di essa, la costa è tutta  compatta e si protende molto curva verso il Pacifico. Al Polo Nord vedo il bianco dei  

ghiacciai, non pianeggianti, ma con dei rilievi e delle ombre. Non vi è più il cono  altissimo della Terra arida. Ad Ovest vedo l’azzurro del Golfo di Guascogna e del  Mar Baltico. A Sud non vedo mare nel Golfo Persico. Nella zona del Mar Rosso vedo  solo una striscia d’acqua. Il Mar Nero e il Mar Caspio erano quasi come adesso. Il  Mar Egeo non c’era e neppure il Mar d’Azov. La zona dell’Egeo era tutta verde con  qualche punto azzurro di laghetti.  

Il Mediterraneo era stretto come un fiume e lungo quanto dista la Mauritania dal  Golfo di Tunisi.  

L’Adriatico era coperto di verde, così che non ho potuto vedere la nostra penisola.  C’era un lago sotto la Sicilia, e uno tra la Sardegna e l’Italia.  

Desideroso di vedere quanto l’America si fosse scostata dai cosidetti Vecchi  Continenti, tenevo d’occhio il limite Ovest del panorama, nell’illusione che la Terra,  girando come alla TV all’inizio del telegiornale, mi facesse vedere il mare.  

§ 81 All’improvviso una striscia di vapore bianco, seguita da grande fumo, partendo  dal fondo del Mediterraneo, procede zigzagando verso Nord e dal Golfo di Lione si  inoltra fino alla Manica. Contemporaneamente, altre strisce bianche serpeggiano in  mezzo al verde dell’Europa e del Medio Oriente. Tutto scomparve in breve tempo  sotto il fumo seguito al vapore e vidi alzarsi, oltre l’orizzonte della Cina, un nuvolone  enorme. Non era come il precedente tutto nero, ma composto anche di vapori bianchi.  Questi scompaiono ad una certa altezza e si cambiano in blocchi di ghiaccio bianchi e  lucidi, molto grandi, mescolati agli spezzoni di roccia che salgono più veloci del fumo.  Il sole è oscurato dal fumo, ma al di sopra del fumo vedo che questi blocchi salgono  ad un’altezza molto minore di quelli della prima esplosione, forse 1°) perché era minore la pressione dello scoppio, o 2°) perché c’era ormai uno strato di atmosfera  che li frenava, o 3°) perché il materiale risucchiato dai bordi nell’immane voragine  non aveva costituito un tappo resistente come la crosta terrestre naturale e poi 4°)  perché le stesse proporzioni della scena, in confronto con la prima, stanno a  dimostrare che la seconda esplosione fu meno violenta della prima.  

Tutti quei blocchi, dopo una parabola molto alta (e mi aspettavo che anche questa  volta ne uscissero dal lato superiore del quadro visivo, ma quel lato fu per qualche  istante sollevato di circa 5 o 6 cm tanto che potei constatare il ritorno di tutti),  ricaddero verso il suolo scomparendo nel fumo e, per il girare della Terra, anch’essi  compirono una traiettoria in direzione Nord-Ovest.  

Come nella prima esplosione, quei blocchi caduti dal cielo, dopo una parabola di  decine di migliaia di chilometri, hanno trovato la Terra girata verso oriente di alcuni  meridiani. Presumo che dove sono caduti abbiano schiacciato la crosta terrestre e  siano rimbalzati, adagiandosi poi alla meglio, con gli strati rocciosi inclinati in varie  direzioni, o orizzontali, o obliqui, o verticali, o contorti dall’enorme pressione.  Certamente hanno lasciato cadere lungo i fianchi molti lembi rocciosi che,  frantumandosi, si sono fermati in tante colline.  

Altro materiale solido proiettato più in alto sulla traiettoria del Polo Nord è caduto  anche questa volta sopra il continente americano e il Polo Nord stesso che, a  quell’epoca, non era arrivato alla deriva attuale. Ma non è escluso che il lembo  marginale dell’immane cratere che guarda la costa orientale del Pacifico, sollevato  dall’esplosione marginale e non centrale, sia salito ad altezza relativamente modesta e  sia caduto ad oriente, cioè sul continente Sud Americano, formando alcune vette della  Cordigliera delle Ande e del Mato Grosso. Poi tutto l’emisfero settentrionale divenne  buio.  

§ 82 Le rocce sedimentarie che tempo prima erano state dei fondali marini e che già  racchiudevano nei loro strati sovrapposti le conchiglie che hanno lasciato la loro  traccia, vennero proiettate nei più lontani angoli della Terra. Ne abbiamo un esempio  anche nelle nostre Dolomiti. I nostri monti non hanno il materiale che c’è alla base:  questo è un fatto. Quando si verificò la seconda esplosione queste rocce già ricche di  fossili si trovavano sotto le spiagge amplissime attorno all’immane voragine, le quali  ancor prima erano state sommerse lentamente dalle acque che andavano crescendo 22 anche in virtù della fotosintesi della vegetazione . 


22 Circa le origini delle nostre Dolomiti, don Guido pensava: il fatto che esse contengano fossili non prova  che siano sorte per effetto di bradisismo, ma quasi sicuramente esse derivano dalla seconda esplosione della  Terra che catapultò, insieme a queste rocce contenenti fossili, anche delle rocce magmatiche che non  avrebbero ragione di trovarsi in luoghi ove manca un condotto vulcanico. – Dobbiamo tener presente che  alcuni gruppi o massicci dolomitici sono blocchi monolitici che non hanno alcuna continuità geologica  con gli strati sottostanti,  – spiegava. – Per questa discontinuità inspiegabile si sono formulate varie teorie riguardo alla loro  origine, ma alla luce di queste nuove conoscenze ognuna di queste tesi può essere riconsiderata. –   L’ipotesi formulata da don Guido potrebbe trovare conferma nel fossile di un pesce simile a un’orata, lungo  una ventina di centimetri, esposto in una bacheca al centro della hall della UniCredit Banca Spa di Belluno.  Questa esplosione è avvenuta in epoca successiva a quella in cui don Guido era giunto a queste conclusioni.  Il fossile del pesce porta sotto questa iscrizione:  

“AMPHISTIUM PARAOXUM – Pesce fossile trovato nel giacimento oceanico di Bolca (Verona) risalente  a 50 milioni di anni fa. Amphistium è una forma fossile, ma pesci simili vivono attualmente lungo le coste  dell’Oceano Indo-Pacifico. La perfezione della conservazione di questo esemplare è dovuta alla grana  finissima del sedimento che ricoprì l’animale  dopo la morte”. Ciò che impressiona fortemente è il periodo al quale viene fatto risalire questo fossile,  poiché corrisponderebbe a quello della seconda esplosione della Terra che, secondo la rivelazione ricevuta  da don Guido, sarebbe avvenuta proprio intorno a 50 milioni di anni fa, poco prima della creazione  dell’Uomo, come vedremo al § 157.  


La lontana origine di queste rocce non esclude che a questi fenomeni se ne siano  aggiunti altri come il bradisismo e il corrugamento del manto terrestre e che infine  siano inter-venuti anche fattori di erosione dell’acqua e del vento. In natura sempre i  fenomeni si assommano e si accavallano. Pensavo anche a quel materiale che  nell’attraversare l’atmosfera sarà diventato esternamente rovente e avrà soffocato e  bruciato la vegetazione sulla quale è caduto.  

– Questo è meraviglioso, Signore. Avete seppellito le foreste e gli animali perché  l’Uomo avesse la gioia di scoprire il petrolio, il metano, il carbon fossile e potesse  trovare i metalli che erano sotto la crosta terrestre e servirsene. Con la polvere lavica  avete fatto il tufo perché vi racchiudesse il petrolio in fondo ai mari, l’oro nero che ci è  tanto utile! –  

L’esplosione avrà portato anche l’acqua del mare, proiettata in cielo, diventata  all’improvviso ghiaccio con i suoi pesci surgelati, nelle più recondite regioni del  pianeta. Insieme agli spezzoni di rocce già contenenti fossili e a blocchi di ghiaccio,  saranno stati catapultati in aria anche piante e animali.  

Altri animali invece saranno stati trasportati da gigantesche onde anomale, gli  tsunami, che li avranno spazzati via dalle loro terre e, scavalcando interi continenti,  depositati in luoghi lontanissimi insieme a brandelli di tigri, di leoni, di alligatori e a  tutto ciò che le onde avranno travolto. Ma quanti si saranno lesionati in questo  cataclisma sparendo senza lasciare traccia?  

Certamente il fumo avrà oscurato il sole e questo avrà causato un improvviso  abbassamento della temperatura. Suppongo che la temperatura sarà scesa  repentinamente a parecchie decine di gradi sotto lo zero e il probabile perdurare della  estesissima attività vulcanica avrà fatto morire i grandi sauri.  

Catapultando verso l’Eurasia nuovo materiale, con le piante e gli animali tropicali  cresciuti sulle rive del Pacifico e risucchiati nell’immensa voragine, l’esplosione ha  bonificato nuovamente la Terra che aveva bisogno non solo di acqua ma anche di  sostanze organiche fertilizzanti, vegetali e animali, riciclate per preparare l’ecologia  dell’Era Quaternaria.  

Delle due esplosioni si devono considerare alcuni relativi effetti astronomici e alcuni  effetti geografici.


Due sono le deduzioni che si possono trarre da questo e da altri reperti di Bolca, dove se ne trovano a decine  di migliaia. Per prima cosa si può pensare che vi fu un’esplosione così potente da proiettare placche di crosta  terrestre dall’Oceano Pacifico fino in questa regione; la seconda deduzione ci porta a ipotizzare che se quelle  rocce sedimentarie contenevano già da prima questi pesci intatti sotto forma di fossili in ottime condizioni di  conservazione, è segno che questi pesci tropicali hanno trovato la morte molto tempo prima e tutti  contemporaneamente, forse per l’improvvisa presenza di anidride carbonica e solforosa nell’acqua e per la  contemporanea caduta di grandi quantità di polvere vulcanica che in breve li ha sepolti. Infatti non sono stati  divorati da altri pesci, ma si sono solidificati rapidamente prima di andare in decomposizione.  

Dagli scritti di  Don Guido Bortoluzzi