Quinto ‘giorno’. La comparsa della vita vegetale e animale e la seconda esplosione della Terra
Gli effetti astronomici delle due esplosioni
§ 83 Dalla prima esplosione derivano: 1° la formazione della Luna, avvenuta per attrazione reciproca delle rocce lanciate nello spazio che superarono la forza di gravitazione terrestre, poiché non le vidi riapparire sul video. Non si sono saldate fra loro per assenza di calore; 2° il giro circolare di circonvoluzione della Terra intorno al sole divenne ellissoidale;
3° l’inclinazione dell’asse terrestre, a tutto vantaggio della variazione delle stagioni che si sarebbero verificate sulla Terra. Così il pianeta venne riscaldato anche verso i poli e la vita potè svilupparsi anche dove prima sarebbe stata impossibile;
4° lo sdoppiamento del polo magnetico da quello geografico.
Dalla seconda esplosione deriva l’accentuazione degli ultimi tre effetti.
Gli effetti geografici delle due esplosioni
§ 84 Dalla prima esplosione derivano: 1° la prima fase dell’improvviso e repentino distaccamento delle Americhe dall’Europa e dall’Africa; probabilmente si sarà verificato lo stesso fenomeno di distaccamento sia dell’Australia dall’Africa e dall’Eurasia, sia dell’Antartide dall’Eurasia, dall’America e dall’Australia, ma questo, dal mio punto di osservazione, non mi fu possibile vedere; 2° la formazione di molti massicci montuosi, ma solo quelli ‘privi di fossili’, e la formazione di alcuni nuovi vulcani.
Dalla seconda esplosione derivano:
1° la successiva ed altrettanto improvvisa fase di allontanamento delle Americhe dall’Europa e dall’Africa. Quindi l’ulteriore allargamento dell’Oceano Atlantico il cui bacino già con la prima esplosione si era formato. Stesso fenomeno per le terre del Polo Nord. Idem, presumo, per l’Africa dall’Australia e dall’Eurasia;
2° il richiamo di enormi quantità di acqua riversata nell’invaso dell’Oceano Atlantico per l’improvviso ulteriore allontanamento dei continenti;
3° il risucchio di altre immani quantità di acqua nella voragine dell’Oceano Pacifico con il conseguente riaffioramento di terre prima sommerse;
4° il primo repentino e devastante diluvio, dopo la comparsa della vita vegetale e animale, per l’improvviso sopraggiungere di gigantesche onde anomale chesca valcarono interi continenti23;
5° la formazione di altre montagne costituite da rocce proiettate dai fondali dell’Oceano Pacifico ‘già ricche di fossili’ e la formazione di altri vulcani;
6° la formazione dei giacimenti di petrolio per la parziale combustione delle foreste sepolte dal materiale incandescente precipitato;
7° una probabile glaciazione per il fumo dovuto al perdurare dell’immane attività vulcanica;
8° la scomparsa dei grandi sauri sorpresi dal fumo dei vulcani riattivati e dal conseguente improvviso e prolungato abbassamento della temperatura.
Il diluvio di cui parla don Guido è un evento distinto da quello detto ‘universale’ che viene descritto nella Bibbia perché al tempo della seconda esplosione della Terra l’Uomo non c’era ancora e, come vedremo più avanti, verrà creato dopo. Inoltre l’espressione biblica ‘universale’ va intesa in senso limitativo e riferita ad una zona circoscritta, anche se molto vasta, altrimenti ogni specie vegetale e animale precedente sarebbe scomparsa. Non è infatti pensabile che Noè avesse potuto raccogliere sull’arca ogni specie esistente sulla Terra. Più probabilmente la Bibbia sottintende le specie di animali domestici che gli sarebbero state utili dopo.
(Nota della curatrice) A questo proposito don Guido mi spiegava: – Di certo dopo questa esplosione è avvenuta una glaciazione. Poiché la geologia ci insegna che nella storia del nostro pianeta le glaciazioni sono state più d’una, si può presumere che ad ogni ripetersi di queste esplosioni della Terra sia seguita una diffusa riattivazione dell’attività vulcanica. Questa avrebbe provocato una grande quantità di fumo, tale da impedire ai raggi solari di riscaldare la terra, con una conseguente glaciazione, più o meno lunga a seconda dell’estensione e del prolungarsi di queste eruzioni. Quelle esplosioni alle quali il Signore volle che assistessi non erano che le più significative. Ma chissà quante furono quelle effettive! Dallo studio degli strati rocciosi si può risalire al numero delle glaciazioni e da queste all’intensità delle esplosioni della Terra che le hanno provocate.
Durante la lunga vita del nostro pianeta sono state probabilmente molte. –
Considerando che le esplosioni a cui ho assistito si sono verificate entrambe nell’Oceano Pacifico e che la seconda era stata meno imponente della prima, si può avanzare l’ipotesi che la cicatrice della crosta terrestre in quel luogo si sia fatta più sottile, e che la loro intensità sia stata di volta in volta decrescente perché la resistenza che la pressione interna ha incontrato è stata via via minore. Per la stessa ragione si può supporre che gli intervalli siano stati più ravvicinati.
Non dobbiamo però considerare di queste esplosioni solo i loro effetti distruttivi. I lunghi periodi di glaciazione, alternati a quelli di surriscaldamento, veri respiri della Terra, si sono succeduti, o sono stati guidati, come i doppi anelli di una catena che ha portato avanti lo sviluppo della vegetazione dallo stato primitivo (felci, licheni, ecc.) fino allo stato attuale, spostando continuamente, ora verso Nord, ora verso Sud, il limite delle nevi perenni costringendo animali e popolazioni a continue migrazioni e al loro diffondersi su tutto il pianeta.
Don Guido Bortoluzzi
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