SAN GIOVANNI APOSTOLO APOCALISSE
[9]Io, Giovanni, vostro fratello e vostro compagno nella tribolazione, nel regno e nella costanza in Gesù, mi trovavo nell'isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza resa a Gesù.
Chi scrive è Giovanni. È lui che riceve la rivelazione di Dio, per mezzo di Cristo, attraverso il suo Angelo, come già precedentemente affermato al v. 1: “Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede per render noto ai suoi servi le cose che devono presto accadere, e che egli manifestò inviando il suo angelo al suo servo Giovanni”.
Dei discepoli di Gesù Giovanni è fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella costanza in Gesù.
È fratello perché è in Cristo una cosa sola assieme agli altri discepoli del Signore.
In Cristo, nostro fratello, siamo tutti figli dell’Unico Signore e Dio e quindi tutti fratelli gli uni degli altri. Fratellanza vera, non fittizia; spirituale e reale insieme, perché spirituale e reale è il corpo di Cristo che ci costituisce una cosa sola in Lui.
È compagno nella tribolazione, perché anche lui è perseguitato come loro, assieme a loro.
Lui non scrive loro da fuori della persecuzione, da uomo libero. Scrive loro invece da dentro la persecuzione, scrive da perseguitato come loro e più di loro.
È compagno nel regno perché anche lui come loro appartiene a quel regno di sacerdoti, costituito da Dio, perché ognuno offra il culto nuovo dell’offerta della propria vita. La persecuzione è l’altare e il fuoco della consumazione del loro sacrificio.
È compagno nella costanza in Gesù, perché lui vuole perseverare sino alla fine come il suo Maestro. Lui del Maestro è il discepolo amato. Lui il Maestro lo ha accompagnato fino alla croce. Ora gli resta da salire in croce e compiere il sacrificio del suo Maestro.
L’amore rende simile in tutto. L’amore crocifisso del Maestro esige l’amore crocifisso del discepolo. Giovanni sta amando il Signore nella grande persecuzione, nel dolore, nella sofferenza. Lo sta amando nella costanza, cioè nella perseveranza sino alla fine.
Giovanni è in esilio. Il luogo del suo esilio è l’isola di Patmos. È un isola sotto Efeso, a circa 75 Km. Era a quei tempi un luogo di pena.
Lui è esiliato in questo luogo di pena a causa della parola di Dio e della testimonianza resa a Gesù.
Giovanni si presenta ai discepoli di Gesù come un vero testimone di Gesù. Lui è il testimone di Gesù che dona forza, vigore a tutti i testimoni di Gesù, perché perseverino nella testimonianza sino alla fine.
Giovanni sa che solo chi avrà avuto la forza di andare fino in fondo, fino al versamento di sangue, come Cristo Gesù, entrerà nel suo regno.
Per questo egli non si risparmia in niente per aiutare i suoi fratelli e compagni a perseverare anche loro sino alla fine.
Il discepolo di Gesù può essere perseguitato per una sola ragione: “a causa della parola di Dio e della testimonianza resa a Gesù”, lui, cioè, può essere perseguitato solo perché vero, autentico, fedele discepolo di Gesù.
La parola di Dio è predicata, annunziata, proclamata, vissuta, ricordata, testimoniata, attestata, dichiarata come l’unica verità della propria vita.
Cristo Gesù è adorato, obbedito, scelto, amato, seguito, fino alla morte di croce, come il solo ed unico Signore della propria vita.
Chi fa questa duplice scelta dal mondo sarà sempre perseguitato. È questa scelta la via della vita eterna.
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