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martedì 4 novembre 2025

POTERE DELL'IDEA

 


I

Raccoglimento


Ogni idea, ogni immagine che si protrae in noi tende ad impadronirsi di noi e a plasmarci secondo la sua forma; è una sorta di magia interiore che prepara una metamorfosi.

Nel regno animale questa legge si manifesta già. Si può ben dire che l'ape è alveare, miele, ronzio e volo, perché è costituita psicologicamente dalla rappresentazione di queste cose che ha ricevuto alla nascita e che passa ai discendenti.

In noi, le rappresentazioni utili non sono innate; dobbiamo acquisirle, impregnarci di esse, collocarle nella loro gerarchia sotto il dominio del nostro oggetto supremo.

In ogni caso, la loro acquisizione equivale a una sorta di fabbricazione di noi stessi per noi stessi.

Il mistico utilizza questa plasticità dell'anima e questo potere dell'idea per "essere conforme a Gesù Cristo", sperando di poter dire un giorno con l'Apostolo: "Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me"; e nei momenti di più alta concentrazione si sente, per così dire, fondere nel fuoco dell'immagine ardente che porta nel suo cuore.

In compenso, il mondano diventa mondo e il carnale diventa carne per l'unico motivo delle sue rappresentazioni che comportano atti e con questo si rafforzano.

"Penso che se si guardasse sempre ai cieli, si finirebbe per avere ali", diceva Flaubert; guardando troppo verso la terra, non finiremo per avere zampe?

La nostra vita interiore è un'invasione perpetua di idee e di immagini che, se non reagiamo, determinano, senza di noi, la nostra attività fino alle sue conseguenze più lontane.

Reagire, ma come? Con la volontà? E se la volontà non è più del peso, la potenza di attrazione delle stesse idee?

Non siamo liberi contro i pensieri. La nostra libertà consiste solo nel scegliere i pensieri, farli nostri, identificarli, per così dire, con il nostro essere. Così segnati da essi, diventiamo i loro schiavi; tuttavia questo significa schiavi dei nostri stessi e, quindi, liberi.

Tutto sta quindi nel sapere quali pensieri sceglieremo, a quali pensieri permetteremo di assumere il potere. Quelli che ci osservano dall'esterno anarchico e, in generale, tentatore tendono ad impadronirsi di noi a beneficio del male. Si riesce a vincere il loro potere solo con l'opposizione di un potere contrario, quello di un'idea maestra, di qualche punto di vista superiore che ci impedisce di essere totalmente dominati. "Una casa illuminata nel mezzo della notte": tale è, per Barrès, l'ideale dell'anima vigile. Non la sostituiamo con la notte pura che si immagina, perché è piena di vive illusioni, essere luce splendente.

UN. D. Sertillanges, OP

domenica 2 novembre 2025

Raccoglimento

 


I

Raccoglimento


''L'uomo, dice Pascal, visibilmente è fatto per pensare; in questo sta tutta la sua dignità e tutto il suo merito; il suo unico dovere consiste nel pensare bene; e l'ordine del pensiero sta nel cominciare da sé, dal suo autore e dal suo fine. 

Ora, a cosa pensa il mondo? Mai in queste cose; ma a ballare, a suonare il liuto, a cantare, a fare versi, a fare escursioni, a costruirsi, a farsi re, senza pensare a cosa significa essere re e essere uomo. 

Questa osservazione, gettata in fondo a un cassetto, poco rifinita, quasi scorretta, ha, tuttavia, tale portata da provocare la riflessione. 

Noi siamo pensiero. Il pensiero ci dirige. Il segreto del destino allora è qui: regolare i pensieri, dar forza dentro di noi a rappresentazioni che corrispondano alla nostra vera natura e al nostro destino, identificare l'alto con ciò che ha di migliore e tagliare ciò che degrada.

È preciso meditare molte volte su Dio, concepire l'unità della vita e la sua esigenza di progresso, avere una visione semplice delle nostre relazioni e del nostro destino, così confusi dal movimento abituale del mondo. 

La pianta per lungo tempo si espone al sole per fortificare i tessuti, elaborare la linfa, il profumo, il colore; essa non passa, per così dire, da luce trasformata: così l'anima che agisce è solo pensiero che si trasforma in opere e, retta, direttamente o indirettamente, va a cercare la sua luce nel Sole divino. 

La nostra attenzione, attratta da un oggetto centrale – e con maggior ragione dal Centro universale – da esso vede emanare come irradiazioni, onde, che si allargano sempre di più e si dispongono in un'unica sintesi coerente, dove il pensiero si arricchisce e si organizza. 

In questo modo la vita si appropria di sé stessa, legandosi a ciò che la domina, la avvolge e le dà la sua legge. Tutto il mondo pensa; però molti raramente pensano di rivolgersi al pensiero al fine di dirigerlo, ordinarlo, correggerlo se necessario e, penetrando fino in fondo a se stessi, lì ascoltare il rumore delle fonti. 

Tuttavia, Natura, Divinità, umanità individuale e umanità collettiva risuonano lì. Chi pensa a questo o si propone persino di immaginarlo? Sotto pretesto di azione, si dimentica il significato dell'azione, si dimentica la finalità dell'azione, come quel viaggiatore di Marco Aurelio che, sul cammino, si è dimenticato dove stava andando. 

In cerca di un principio direttore per servire, quando necessario, da freno e, sempre, da guida: tale è la formula di una vita sapientemente contemplativa e l'espressione della sua necessità.

UN. D. Sertillanges, OP