Apparizioni a Ghiaie
Tredicesima apparizione, mercoledì 31 maggio
È l'ultima volta che la Vergine appare ad Adelaide Roncalli.
L'afflusso dei pellegrini a Ghiaie è imponente. Le autorità sono molto preoccupate per motivi di ordine pubblico e di carattere politico-militare.
Cito dal Cortesi (v. Storia dei fatti di Ghiaie, o.c. p.170): "Il vescovo è in ansie e mi fa chiamare al telefono: vuole avere notizie, vuole che la bambina preghi la Madonna a non comparirle mai più. Prendo sul serio quest'ordine e lo comunico alla piccola: - Stasera devi dire alla Madonna che, per piacere, non venga più. Lo chiede il vescovo, sai chi è il vescovo?
Adelaide s'affretta ad avvertirmi che l' ordine è inutile: -Sì, sì, te l'ho detto che questa è l'ultima sera...
Il vescovo chiama al telefono la Direttrice: insiste perché Adelaide preghi la Madonna a non comparirle più; vuole che, chiuso il ciclo delle apparizioni, Adelaide venga trasferita, subito, domani stesso, nel convento di Gandino".
Il dott. Giulio Loglio scrive:
"31 maggio: Sono presenti a questa visione circa 300.000 persone e numerosi medici: dott. Zonca, dott.ssa Maggi, dott. Sala, dott. Moroni, prof. Cazzamalli ed altri. La Roncalli viene portata sul luogo alle 18,25, ma è alquanto disturbata da dolori intestinali e la visione ha inizio solo alle 19,52 per terminare alle 20,05. Il polso è di 110 alle 18,25; 116 alle 18,30; 120 alle 18,40; 108 alle 19,18; poi discende a 74 alle 20,03. Si notano i sintomi soliti degli altri giorni. Adelaide reagisce ad un pizzicotto del dott. Zonca e porta la mano destra alla regione temporale destra per ravviare i capelli che sulla fronte, madida di sudore, le davano noia. Come le altre volte non fu possibile interrogarla dopo la visione".
Relazione della dott.ssa Maggi:
"Adelaide giunse al luogo del convegno alle 18,25. Gli esami furono uguali come risultato ai precedenti e furono praticati da più medici e psichiatri. Ma quella sera la bambina non stava bene e ad un certo punto accusò violentissimi dolori all'addome, con tutti i caratteri clinici di una colica intestinale. La sindrome dolorosa era così forte da costringere la piccola a raggomitolarsi su se stessa.
A prima vista può essere un paradosso ma devo confessare che fui soddisfatta di questo incidente che mise in risalto la figura di una bimba che ebbe a soffrire di un comune, banale mal di pancia in un momento tutt'altro che opportuno poiché ritardò il colloquio misterioso. E con questo episodio avvenuto in mezzo a tanti medici e psichiatri che de visu hanno potuto constatare e controllare le sue sofferenze fisiche, tanto che hanno cercato con molta premura e con ogni mezzo di sollevargliele, Adelaide dimostrò di non essere un'illusa, né tanto meno una volgare simulatrice, o un'isterica, o un'ipnotizzata come da molta gente è stata giudicata, perché i sintomi stessi del male ne erano efficace e dimostrativo elemento di negazione.
Il suo viso era di un pallore terreo, con occhiaie profonde e lineamenti stirati, labbra pallide violacee, polso frequente: 110-116, figura piegata su se stessa per i crampi addominali, sudore diffuso, estremità gelide.
Nonostante le sue sofferenze non solo non riuscii a persuaderla a lasciare il luogo per andare e casa, ma non si riuscì a farle prendere nulla di quello che gentilmente il prof. Cazzamali aveva offerto e preparato come calmante; la pozione a lei destinata fu invece bevuta dai circostanti per accontentare la sua volontà un po' capricciosa a prima vista. Fu infatti contenta e soddisfatta quando vide il bicchiere vuoto.
I dolori continuarono ancora e lo stato fisico della bambina non accennava a migliorare; improvvisamente però balzò in piedi con visibile fatica e iniziò a pregare: dopo qualche tempo si verificarono i soliti prodromi della visione, il suo sguardo sofferente diventò limpido e raggiante fisso in avanti, ormai parlava già con l'Invisibile Interlocutrice perché si sentivano i bisbigli: con naturalezza passò la mano destra sulla fronte per ravviare i capelli madidi di sudore che erano molto in disordine.
Cronometrai il polso più volte ed a distanza durante la visione, esso scese progressivamente a 107 all'inizio e dopo qualche minuto a 74, mantenendosi tale fino alla fine. Il viso della piccola si fece serio e triste, sembrò compresa di qualcosa di grave, abbassò gli occhi sui circostanti: nel cielo ormai non vedeva più nulla.
Rapidamente venne portata via attraverso i campi per sot trarla al fanatismo della folla che la impauriva e ben a ragione povera piccola, perché oltre agli urtoni, alle manate, si è sentita strappare anche ciocche di capelli. Accompagnai la bimba che era sfinita fino all'automobile che attendeva sulla riva del Brembo, cercando di allontanare, anche in malo modo, elementi della folla che ci rincorrevano. Finalmente la bimba chiusa in macchina fu al sicuro e poté andare a riposare tranquilla".
Adelaide descrive l'ultima apparizione:
"La Madonna in questo giorno apparì alle ore otto. Vestiva come nella prima apparizione. Sorrideva ma non era il suo sorriso bello come nelle altre sere, però la sua voce era soave. Mi disse: "Cara figliola, mi spiace doverti lasciare, ma la mia ora è passata, non sgomentarti se per un po' non mi vedrai. Pensa a quello che ti ho detto, nell'ora della tua morte verrò ancora. In questa valle di veri dolori sarai una piccola martire. Non scoraggiarti, desidero presto il mio trionfo. Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà la intercederò presso mio Figlio. Sarò la tua ricompensa se il tuo martirio sarà allegro. Queste mie parole ti saranno di conforto nella prova. Sopporta tutto con pazienza. Quelli che volontariamente ti faranno soffrire non verranno in paradiso se prima non avranno riparato e si saranno pentiti profondamente. Sta allegra che ci rivedremo ancora piccola martire".
Sentii un dolce e soave bacio posarsi sulla mia fronte, poi come le altre sere scomparve.
N.B. Ogni visita della Madonna era preceduta dalle due bianche colombe. La Vergine aveva sempre le rose bianche ai piedi".
Quella sera avvenne la guarigione immediata e completa "da sindrome atopica da trauma cranico chiuso" di Anna Sala, di Mandello Lario (Como).
Severino Bortolan
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