In Lui la verità di Dio si incarna e diventa verità divina ad altezza di uomo, diventa Verità di Dio in mezzo a noi.
Per cui la conoscenza della verità coincide concretamente con la Fede in Gesù, con l’accoglienza della sua parola e della sua persona.
L’obbedienza alla verità si fa obbedienza al Vangelo.
Qual è la verità che Gesù porta in sé?
Egli ci fa conoscere quello che Lui conosce, ci parla dell’amore che il Padre nutre per noi, ci rende partecipi della sua vita e della sua comunione con il Padre.
Soltanto Lui conosce veramente chi è Dio, perché ne è il Figlio Unigenito.
Sono parole che nessuno può sondare totalmente, queste:
«Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo;
non sono venuto da me stesso,
ma lui mi ha mandato»
(Gv 8, 42).
Anche nella nostra piccola esperienza, chi potrebbe parlarci con proprietà e verità di una persona, se non chi la conosce intimamente, chi gli è amico? Nessuno è in grado di rivelare i segreti del cuore se non colui che è nato dall’amore.
Gesù parla di Dio in maniera unica perché in maniera unica gli è Figlio.
La relazione personale che ha con il Padre è di natura diversa e infinitamente superiore a quella che possono avere tutti gli altri, Abramo compreso. Gesù non solo parla e opera in nome di Dio, come hanno fatto i più grandi profeti, ma dimostra di essere realmente il Figlio.
Escono dalla sua bocca le affermazioni più sconcertanti, come dalle sue mani le opere più meravigliose (cf. Mc 7, 37), ad illuminarci sul mistero della sua persona:
«Sono Figlio di Dio»
(Gv 10, 36).
«Il Padre è in me e io nel Padre»
(Gv 10, 38).
«Chi ha visto me ha visto il Padre»
(Gv 14, 9).
«Chi crede in me, non crede in me,
ma in colui che mi ha mandato;
chi vede me, vede colui che mi ha mandato»
(Gv 12, 44-45).
Come Figlio ha ricevuto la testimonianza del Padre al Giordano e sul monte Tabor (cf. Mc 1, 4; Mt 17, 5). Persino i demoni riconoscono la sua altissima dignità (cf. Mc 5, 7), e Caifa si strappa le vesti e lo condanna a morte perché si è definito Figlio di Dio (cf. Mt 26, 63; Mc 14, 61; Lc 22, 70).
Ma noi ci ritroviamo nelle parole di Pietro, che confessa: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16, 16).
In questa professione di Fede accogliamo tutta la verità su Dio, che Gesù ci rivela in una sola parola: Dio è Padre.
Allo stesso tempo noi accogliamo tutta la verità sull’uomo, che Gesù ci rivela in una sola parola: di essere il Figlio.
Accogliendo la verità di Gesù Figlio di Dio, noi diventiamo figli nel Figlio (cf. Ef 1,5; Eb 2,13-14). L’apertura alla Verità non si ferma ad un livello mentale ed affettivo, ma implica una specie di ‘generazione’ che ci fa rinascere ‘realmente’ come figli di Dio (cf. 1 Gv 3, 1):
«A quanti l’hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati»
(Gv 1, 12-13).
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