lunedì 27 gennaio 2020

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO



Divisione del Mondo Soprannaturale.

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E il combattimento ebbe luogo nel cielo, in Coelo.  Qual’è questo cielo? Sonovi tre cieli o tre sfere di ve­rità: il cielo delle verità naturali; il cielo della visione beatifica; il cielo della fede, intermediario tra i due  primi. Abbiamo visto già che fino dal primo istante  della loro creazione, gli angeli conoscono perfettamente  nel loro insieme e nelle loro ultime conseguenze, tutte  le verità dell'ordine naturale. Questa conoscenza forma  la loro gloria, statuendo l’immensa superiorità di que­sti sull'uomo,. Così non havvi, da parte loro nessun  interesse a protestare contro alcuna di queste verità.  Nessuna possibilità di farlo ; imperocché ogni essere  ripugna invincibilmente alla sua distruzione. Le verità  dell’ordine naturale essendo connaturali agli angeli,  protestare contro di esse sarebbe stato un protestare  contro l'essere proprio: il negarle poi, sarebbe stato una  specie di suicidio: dunque la battaglia non ebbe luogo  nel cielo delle verità naturali.
Tanto meno ebbe per teatro il cielo della visione  beatifica; poiché questo, come ricompensa della prova, è  l’eterno soggiorno della pace. Ivi, tutte le -intelligenze  angeliche ed umane, poste in faccia alla verità con­templata da esse senza velo, confermate nella grazia,  unite in carità e confermate nella gloria, vivono della  stessa vita, senza opposizioni, senza divisioni e senza  possibili gare.
Qual’è dunque il cielo del combattimento? Evidente­ mente la dimora, o lo stato nel quale gli angeli dove­ vano, come l’uomo, subire la prova per meritare la  gloria. In che questa consisteva? certamente ancora  nell’ammissione di qualche mistero sconosciuto dell’or­dine soprannaturale. Questa ammissione, per essere me­ritoria dovea costare. Essa ebbe dunque per oggetto  qualche mistero il quale, al cospetto degli angeli, sem­brava urtare la loro ragione, derogare alla propria ec­cellenza e nuocere alla gloria loro.
Ammettere umilmente questo mistero sopra la parola  di Dio, adorarlo a malgrado delle sue oscurità e delle ri­pugnanze della loro natura, a fine di vederlo dopo averlo creduto; tale era la prova degli angeli. Con quest'atto  di sottomissione, queste intelligenze sublimi, curvando  la loro fronte luminosa dinanzi all'Altissimo, gli dice­vano: « Noi non siamo che creature; voi solo siete  l'Essere degli esseri. La vostra sapienza è infinita;  grande com’ essa, la nostra non è. La vostra carità ag­guaglia la vostra saggezza; noi abbracciamo nella pie­nezza dell'amore il mistero che vi degnate rivelarci. »  Nei consigli di Dio, quest'atto di adorazione, che im­plica l'amore e la fede, era decisivo per gli angeli, come  un atto simile lo fu per Adamo, come lo è per ognuno  di noi: chiunque non crederà, sarà condannato.1
« E Michele e gli angeli suoi combatterono contro  il Dragone. Michael et angeli ejus praelìabantur cum Bracone. Appena venne proposto di credere a questo  domma, uno degli arcangeli più luminosi, Lucifero,  mandò il grido della ribellione: « Io protesto: ci si vuol  far discendere, ed io salirò. Si vuole umiliare il mio  trono, io lo innalzerò al di sopra degli astri. Io sederò  sul monte dell’alleanza, ai fianchi dell'Aquilone. Io e  nessun altro, sarò simile all' Altissimo.% » Una parte  degli angeli, ripete: « noi protestiamo.3 »
A queste parole, un arcangelo, luminoso quanto Lu­cifero, esclama: «Chi è simile a Dio? chi può rifiutarsi  di credere, di adorare ciò che propone alla fede e al­l’adorazione delle sue creature? Io credo e adoro.1 »  La moltitudine delle celesti gerarchie ripete: « Noi cre­diamo e adoriamo. »
Lucifero ed i suoi aderenti non appena commessa la  colpa essendo stati puniti, si viddero cangiati in de­moni orribili, e furono precipitati negli abissi di quel-  l’inferno, che il loro stesso orgoglio avea scavato.2 Spaventevole severità della giustizia di Dio! Quale  n’è la causa, e donde viene ch’egli abbia avuto mise­ricordia per l’uomo e non per un angelo? La ragione  sta nella superiorità della natura angelica. Gli angeli  sono immutàbili, mentre l’uomo non lo é. San Tom­maso dice: « essere un articolo della fede cattolica,  che la volontà degli angeli buoni è confermata nel bene,  e la volontà dei cattivi, ostinata nel male. La causa di  questa ostinazione non è nella gravità della colpa, bensì  nella condizione della natura. Fra l'apprensione dell’angelo e l’apprensione dell’uomo avvi questa differenza, che l’angelo comprende o afferra immutabilmente  col suo intelletto, come noi stessi afferriamo i primi  principii che conosciamo. Al contrario l’uomo, con la  sua ragione, apprende o afferra la verità, in una ma­niera variabile, andando da un punto all’altro, avendo  pure la possibilità di passare dal si al no. Di guisa  che la sua volontà non aderisce a una* cosa che in un  modo variabile, conservando essa altresì la facoltà di  distaccarsene, e di appigliarsi alla cosa contraria. Di­verso è il caso della volontà dell'angelo: essa aderisce  stabilmente e immutabilmente.1 »
Noi conosciamo l’esistenza, il luogo ed il risultato  della prova; ma qual ne fu la natura? In altri termini:  qual’è il domina preciso, la cui rivelazione diventò la  pietra d’inciampo, per una parte delle celesti intelli­genze? 

Monsignor GAUME

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