Quel Dio onnipotente che, per la Fede, ha tratto dalle pietre i figli di Abramo: quel Dio grande e buono che a diffusione della Fede usa sovente adoperar le cose deboli per confondere le forti, e ciò che non è per confondere quello che è, onde tutti riconoscano che le cose più mirabili sono opera non dell'uomo, ma di Dio: Lui, il Signore e Padre nostro mi ha portato su questa terra lontana, su questo fiume immenso e lontano, perché testimoniassi la Fede.
Sostenuto dalla grazia del Signore, e dalla bontà materna della Chiesa, ho evangelizzato i piccoli, gli umili, il popolo, ho procurato di evangelizzare i poveri, di confortarli con la Fede e con lo spirito di cristiana carità. Confesso che avrei dovuto far molto e molto di più, e ne chiedo perdono al Signore. Ho evangelizzato i piccoli, gli umili, il popolo, il povero popolo, che, avvelenato da teorie perverse, è strappato a Dio e alla Chiesa.
Nel nome della Divina Provvidenza, ho aperto le braccia e il cuore a sani e ad ammalati, di ogni età, di ogni religione, di ogni nazionalità: a tutti avrei voluto dare, col pane del corpo, il divino balsamo della Fede, ma specialmente ai nostri fratelli più sofferenti e abbandonati. Tante volte ho sentito Gesù Cristo vicino a me, tante volte l'ho come intravisto, Gesù, nei più reietti e più infelici.
Questa Opera è tanto cara al Signore, che parrebbe l'Opera del Suo Cuore; essa vive nel nome, nello spirito e nella Fede della Divina Provvidenza: non ai ricchi, ma ai poveri e ai più poveri e al popolo, mi ha mandato il Signore.
S. Luigi Orione
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