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giovedì 18 aprile 2024

DIO PUÒ FARE ANCHE IL MALE? Dio non può fare il male, perché non può volerlo; ma lo tollera per lasciar libere le creature, sapendo poi ricavare il bene anche dal male.

 


Gesù Cristo, come Dio, non poteva commettere i peccati che gli suggeriva il demonio che si provò a tentarlo (cfr. Mt 4, 1-10).  

 I. Dio non può commettere il male, perché non può volerlo. - Vi sono due specie di mali: il male fisico e il male morale. Il primo è la mancanza di perfezione fisica in un soggetto capace, che la deve possedere. Non è una colpa, cioè un vero male. La vista è una perfezione, un bene per l'occhio; la cecità, che è la mancanza di questo bene o perfezione, è un male fisico.  

 Il male morale è mancanza di un bene spirituale, la trasgressione della legge morale, che prescrive di fare il bene e di evitare il male. Il male morale è una colpa, cioè un peccato. L'onestà è un bene morale proprio dell'uomo: il ladro, che si appropria della roba altrui, manca di questo bene e commette un male morale, un peccato.  

 Il Catechismo nel numero precedente ci ha detto che Dio può fare tutto ciò che vuole. Ma Dio può fare anche il male? In altre parole, l'onnipotenza divina comporta in Dio anche la capacità di fare il male morale? No! Non può fare il male morale, perché non può volerlo.  

Ed ecco perché non può volerlo: perché è bontà infinita.  

Se volesse il male non sarebbe bontà infinita, perché in Lui ci sarebbe la malizia. Inoltre: perché il male è la mancanza del bene dovuto; in Dio però ci sono tutti i beni; Egli è infatti l'Essere perfettissimo e a Lui non può mancare nessuna perfezione.  

 II .... ma lo tollera per lasciar libere le sue creature. - L'ordine del mondo esige che tutte le cose materiali finiscano: il fiore deve perdere la sua bellezza e appassire, perché possa maturare ii frutto; questo deve marcire, per dar modo ai semi che racchiude di germogliare e dar vita alla nuova pianta. I mali fisici, nei disegni di Dio, sono destinati ad un bene e a uno scopo più alto; Gesù Cristo non   liberò i suoi apostoli dalla povertà materiale, e sottopone i suoi santi alle più dure prove morali e fisiche per renderli più simili a sé e degni della sua gloria.  

Dio invece non può volere il male morale, ma lo permette nelle creature alle quali ha dato la libera volontà, cioè la capacità di fare o non fare, fare una cosa a preferenza di un'altra. Io posso correre o star fermo, a mia libera scelta, posso pregare o leggere, benedire o maledire i miei fratelli, appunto perché sono libero.  

 Purtroppo la libertà, la più grande nostra ricchezza, è divenuta un'arma pericolosa nelle nostre mani: per il peccato noi abbiamo acquistato la tremenda possibilità di fare anche il male, cioè di abusare della libertà. La libertà, nei disegni del Creatore, doveva servire solo per fare il bene; l’uomo, peccando, ha sciupato il dono della libertà e si è reso capace di fare anche il male.  

 Dio tollera il male morale perché non vuole costringere la volontà dell'uomo, che Egli ha voluto creare libero, per il maggior bene di lui. Dio rispetta la libertà umana e sa trarre, nella sua infinita sapienza e con la sua infinita onnipotenza, il bene anche dal male.  

Dio non costringe la volontà umana. A un giovane ricco, che gli chiedeva che cosa dovesse fare per acquistare la perfezione, Gesù, rispose: «Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che hai, dallo ai poveri, e ne avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi» (Mt 19,21). Il giovane non accettò l'invito e se ne andò afflitto. Gesù gli lasciò la libertà e non lo costrinse a seguire il suo consiglio.  

 Se Dio togliesse la libertà all'uomo questi diverrebbe un automa: ma Dio sa bene che vale di più un atto buono di libera volontà che un mondo pieno di perfettissime macchine.  

III. ... sapendo poi ricavare il bene anche dal male. - Il tradimento di Giuda, che consegnò il Redentore ai carnefici e la sentenza del Sinedrio che condannò a morte il Signore, furono grandi peccati, commessi liberamente: ma Dio seppe fare in modo che contribuissero indirettamente alla Redenzione dell'intera umanità. Dio lascia agire il peccatore finché vive su questa terra. Se, aiutato dalla grazia divina, si pentirà, il Signore farà trionfare la sua misericordia; se invece persisterà nel peccato, rifiutando gli inviti della grazia, farà trionfare la sua giustizia.  

Dal male che si commette nel mondo, Dio sa trarre innumerevoli benefici, molti dei quali ci sono ignoti. Uno dei principali è certamente quello di dare agli eletti occasione di rafforzare la loro virtù, di rendersi simili al Figlio di Dio, che volle soffrire e morire sulla croce e di acquistare maggior merito e un grado più grande di gloria in cielo.  

 Dalla crudeltà dei tiranni Dio seppe far nascere gli eroismi dei martiri cristiani; dalle calamità inenarrabili delle guerre, volute dalla iniquità umana per soddisfare innominabili interessi, Dio trae prodigi di rassegnazione, di virtù, di abnegazione e di eroismo. Dalle miserie morali e materiali gli eroismi sublimi della carità, come quelli ammirabili di San Giovanni Bosco e di San Giuseppe Benedetto Cottolengo.  

 Riflessione. - Dio ci ha dato la libertà' perché ne facciamo buon uso. Ogni volta che ne abusiamo, scegliendo liberamente il male, andiamo contro la volontà divina e ci procuriamo la nostra rovina.  

 ESEMPI. – 1. Il re Manasse, castigato da Dio, si pente e fa penitenza dei suoi peccati (cfr. Prl.33, 9-18).  

2. Giuseppe l'Ebreo. - Come Dio sappia trarre il bene anche  dal peccato, risulta assai chiaramente dalla storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, narrata diffusamente nel libro della Genesi (cc. 37-50). Giuseppe fu venduto, dai fratelli che lo odiavano e condotto schiavo in Egitto. In casa di Putifar, dove viveva in dorata schiavitù, non avendo voluto commettere una turpitudine, cui lo invitava la padrona, fu da questa falsamente accusato e fatto cacciare in carcere. Ma il Signore non abbandonò il servo fedele. In prigione Giuseppe fu illuminato da Dio a interpretare alcuni sogni dei grandi della corte e dello stesso Faraone. Dalla prigione Giuseppe passò alla dignità di primo ministro dello stato. I fratelli di lui furono condotti dal loro paese in Egitto a fare acquisti di grano per fronteggiare la generale carestia che infieriva da diversi anni. - Fattosi riconoscere dai fratelli che lo avevano venduto schiavo, non solo non volle vendicarsi, ma li rassicurò e li consolò, dicendo: Non temete e non vi sembri duro l’avermi mandato venduto in questo paese, perché per la vostra salvezza Dio mi ha mandato innanzi a voi in Egitto... Rimangono ancora cinque anni in cui non vi sarà né aratura né messe. Or Dio mi ha mandato, innanzi a voi, perché siate conservati sulla terra e possiate aver cibo per vivere. ...Su, presto, andate da mio padre, e ditegli: «Vieni da me, senza indugio, e dimorerai nella terra di Gessen, e sarai vicino a me, tu con i tuoi figli e i figli dei tuoi figli, con le tue pecore, i tuoi armenti e tutto quello che possiedi. E io vi sosterrò» (Gn.45, 5-12 passim). Giacobbe scese in Egitto, dove i suoi discendenti vissero alcuni secoli e diventarono un grande popolo. 

Sac. C. T. DRAGONE, P. S. S. P. 

mercoledì 21 febbraio 2024

DIO PUÒ FAR TUTTO? Dio può far tutto ciò che vuole: Egli è l'Onnipotente.

 


SPIEGAZIONE TEOLOGICA DEL CATECHISMO DI S. S. PIO X 


Gesù, come Dio, può fare tutto quello che vuole e compiere qualsiasi prodigio, perché è onnipotente (cfr. per es. Mc.1, 40-43).  

 I re della terra possono fare molte cose impossibili per noi. Però sono infinitamente di più quelle che non possono fare di quelle che sono in loro potere. L'uomo è tanto limitato nel suo potere, che nulla può contro molte malattie, nulla può contro la morte che continuamente gl'insidia la vita, nulla può contro i cataclismi della natura, i temporali e i terremoti.  

Dio solo è onnipotente e può fare tutto quello che vuole.  

Solo non può fare ciò che non può volere. Dio non può volere, ad esempio, non esistere, non essere perfetto, santo, giusto, perché è assurdo che Egli non sia giusto, che non sia santo e perfetto. Dio non può volere le cose assurde, appunto perché sono, assurde, vale a dire, contradditorie nei termini. Se Dio potesse volere l'assurdo non sarebbe più Dio e non sarebbe, per ciò stesso, onnipotente.  

 Dio, come essere infinitamente perfetto, possiede la perfezione dell'onnipotenza, la quale si identifica con la sua infinita volontà.  

 Nel Credo noi esprimiamo chiaramente la nostra fede nell'onnipotenza divina: Credo in Dio ... onnipotente. Lo Spirito Santo nella Sacra Scrittura parla ripetutamente ed esplicitamente della divina onnipotenza: Vi è forse qualcosa di difficile per Iddio? (Gn.18,14). Egli ha parlato e le cose sono state fatte; ha comandato e le cose sono state create (Sal.32, 9).  

 Riflessione. - Umiliatevi dunque. sotto la potente mano di Dio, affinché Egli vi esalti nel tempo della sua visita (1Pt 5,6). Riconoscere la infinita potenza di Dio e starcene umili e confidenti alla sua presenza, è il sentimento che scaturisce genuino in noi alla considerazione dell'onnipotenza di Dio.  

 ESEMPI. - 1. Gesù caccia i demoni dagli ossessi (cfr. Mc 1, 23-28).  

 2. - La creazione è opera dell'onnipotenza di Dio (cfr. Gn.1,1-13).  

Sac. C. T. DRAGONE, P. S. S. P. 

martedì 2 gennaio 2024

DIO SA TUTTO? Dio sa tutto, anche i nostri pensieri; Egli è l'Onnisciente.

 


SPIEGAZIONE TEOLOGICA DEL CATECHISMO DI S. S. PIO X 


Gesù, come Dio, conosceva anche i segreti dei cuori e i pensieri più occulti (cfr. Mt 9, 1-7); Dio infatti conosce tutte le cose.  

 I. Scienza umana e scienza divina. - Il bambino da principio non conosce nulla; quando l'intelligenza comincia a svilupparsi, impara a conoscere la mamma, il babbo e le persone che lo circondano. La mamma gl'insegna allora a conoscere Gesù, la Mamma celeste, Dio e le principali verità della nostra religione. A mano, a mano che le cognizioni aumentano, la brama di sapere si accresce ed egli comincia a tempestare tutti di domande, sempre più numerose e insistenti. Lunghi anni di studi non basteranno a soddisfare la sete di tutto conoscere, di tutto sapere e di rendersi conto di tutto. Anche se, diverrà un grande sapiente, non giungerà a conoscere tutte le cose.  

 L'oracolo di Delfo aveva detto che Socrate era l'uomo più sapiente di tutta la Grecia. Socrate, da parte sua, confessava di non sapersi spiegare la definizione dell'oracolo se non in questo modo: Egli era il più sapiente, perché riconosceva di non sapere nulla; gli altri saggi, invece, erano presuntuosi, credevano di saper tutto, e in realtà non sapevano nulla. L'oracolo lo aveva definito l'uomo più sapiente di tutta la Grecia, solo perché riconosceva la sua ignoranza.  

L'uomo più saggio ignora tante cose, che alla sua scienza conviene il nome d'ignoranza. Provate a interrogare l'uomo più sapiente quanti sono i capelli del nostro capo, quante gocce di sangue scorrono nelle nostre vene, quanti fili d'erba crescono nel prato, quanti granelli di rena giacciono sulla spiaggia del mare, e non saprà rispondere. Chi può conoscere quello che penso io in questo momento? Chi potrà dire se voi domani sarete lieti o tristi, se domani, se fra un anno il tempo sarà bello e il cielo sereno, oppure piovoso o temporalesco?  

 Il sapiente sa qualche cosa. Dio, invece, è l'Onnisciente, e conosce tutte le cose. La scienza infatti è una perfezione e le perfezioni sono tutte in Dio, e tutte nel grado più alto. Se Dio non fosse onnisciente e ignorasse anche una sola verità non sarebbe più Dio, perché non sarebbe infinito e perfettissimo. Egli conosce tutte le cose.  

 II. Che cosa conosce Dio.  

 I) Conosce se stesso. Dio è infinito nel suo essere e nelle sue perfezioni e nessuna creatura, per quanto intelligente, potrà conoscerLo appieno, perché ciò che è finito non può abbracciare l'Infinito.  

 II Concilio Vaticano ci insegna che Dio è infinito nell'intelletto (Sess. 3, c. 1) ed è perciò in grado di conoscere perfettamente l'Infinito, cioè se stesso. L'infallibile parola della Sapienza incarnata è molto chiara al riguardo: Nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e quegli al quale il Figlio lo ha voluto rivelare (Mt 11,27). Nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio (1Cor.2,11).  

 2) Dio conosce tutto ciò che è distinto da Lui. - Dio conosce tutte le cose che esistono, perché le ha create. Come avrebbe potuto crearle se non le avesse conosciute in se stesso? Può forse un cieco dalla nascita, che mai ha sentito parlare di pittura e di colori, dipingere un quadro artistico?  

 Dio conosce anche i pensieri occulti degli uomini: infatti le cose in tanto esistono in quanto partecipano dell'essere di Dio, che solo è Colui che è; le altre cose sono solo in quanto hanno ricevuto per partecipazione l'essere stesso.  

 Gesù infatti conosceva anche le cose più occulte (Cfr. Mt 9, 1-7).  

3) Dio conosce anche le cose future che saranno e quelle che potrebbero essere, ma che non saranno mai. - Più volte Gesù disse ai discepoli che uno di loro lo avrebbe tradito. Predisse che sarebbe risorto dal sepolcro tre giorni dopo morte, predisse nei più minuti particolari la distruzione di Gerusalemme, una quarantina d'anni prima che il fatto avvenisse. Dio fece conoscere a Giacobbe le future vicende della discendenza dei suoi dodici figli.  

 Dio conosce le cose che per noi sono future, ma che a Lui sono presenti, non essendo Egli soggetto al tempo e non essendoci per lui né passato né futuro, ma solo l'eterno presente.  

 Dio conosce anche le cose che potrebbero essere, ma che non saranno mai, perché Egli non le chiamerà mai all'esistenza, (futuri possibili). Infatti ogni cosa in tanto è possibile, in quanto attinge la sua possibilità nell'infinita imitabilità di Dio. Dio, conoscendo perfettamente se stesso, conosce necessariamente tutte le cose che sono tali solo in quanto imitano il suo Essere e la sua perfezione.  

 Riflessione. - II pensiero che Dio conosce e vede anche i nostri desideri e pensieri più segreti, deve essere per noi una spinta ad amarLo con tutta l'anima, che Egli vede nuda e senza veli: a vigilare perché nell'anima nostra, nella nostra mente, nella nostra volontà, nella nostra immaginazione, nella nostra memoria non si fermino pensieri, desideri, immagini, ricordi contrari alla infinita purezza e alla santità di Dio.  

 ESEMPI. - 1. Gesù predice il tradimento di Giuda (Gv.13, 8-11-21-28).  

 2. - Interrogazioni di Dio a Giobbe (Gb.38, 1-22; cfr. pure ibd cc. 39-40).  

Sac. C. T. DRAGONE, P. S. S. P.

mercoledì 1 novembre 2023

DIO È SEMPRE STATO? - Dio è sempre stato e sempre sarà; Egli è l'Eterno.

 


SPIEGAZIONE TEOLOGICA DEL CATECHISMO DI S. S. PIO X 


I. Esseri mortali. - Tutto ciò che ha principio e fine è detto mortale. Alcune specie di piccoli insetti nascono, crescono, vivono e muoiono, nel giro di poche ore, Gli animali superiori hanno una vita più lunga, che va, da pochi anni per alcuni, fino a parecchie decine e anche a qualche centinaio di anni per altri. Tutti gli esseri che cominciano ad esistere e muoiono, sono mortali. Anche l'uomo è mortale, perché il suo corpo, dopo un numero più o meno lungo di anni, deve piegarsi al volere inesorabile della morte e scendere nel sepolcro, dal quale risorgerà solo il giorno in cui la divina onnipotenza lo richiamerà alla vita. 

II. Esseri immortali. - Gli esseri materiali sono tutti mortali. Gli esseri spirituali, invece, come l'anima umana e gli angeli, dopo che sono stati creati da Dio non possono morire. La morte infatti altro non è che la scomposizione dell'essere nelle sue parti. Gli esseri spirituali, essendo semplici, non possono scomporsi in parti e morire. Essi sono perciò immortali. L'essere immortale comincia la sua esistenza, ma non la finisce mai più.  

 III. L'Eterno. - Dio non è mortale, perché è semplicissimo e necessario e non può non esistere. Egli non può morire, cessando di esistere. Essendo necessario e non potendo non esistere, Dio deve sempre essere stato, e quindi non è semplicemente immortale: Egli non ha avuto inizio e non avrà fine: è «eterno». È sempre stato e sempre sarà; non è soggetto al tempo, che è una specie di misura, essendo immenso; non è soggetto ad alcun limite, perché è l'Essere, infinito in tutte le perfezioni, e non ha limiti di tempo, di perfezioni e di essere; è necessariamente eterno.  

 Il Concilio Lateranense Quarto, il Concilio Vaticano e il Simbolo Atanasiano ci dicono, con parola infallibile, che Dio eterno. Eterno il Padre, eterno il Figlio, eterno lo Spirito Santo, e tuttavia non sono tre eterni, ma un solo eterno. (Simb. Atanas.). Lo Spirito Santo ci insegna la stessa verità: Prima che si formassero i monti e che la terra fosse fatta e il mondo, dal principio alla fine, tu sei Dio (Sal.89,2). E l'Eterna Verità dice di se stessa: Prima che Abramo fosse, io sono (Gv.8,68).  

 Riflessione. - Dio ci ha destinati a condividere la sua eternità beata in cielo. Unica condizione per poter conseguire la felicità eterna è l'osservanza della legge divina. Amare la legge di Dio e osservarla deve essere la prima preoccupazione di ogni uomo.  

 ESEMPI. - 1. Cesario. - S. Gregorio Nazianzeno aveva un fratello, Cesario, che possedeva molte ricchezze e una bella casa, nella città natale di Nazianzo. Un fortissimo terremoto distrusse quasi tutta la città, seppellendo sotto le macerie delle case gran parte degli abitanti. Cesario, rimasto illeso e colpito dalla grazia di Dio, esclamò: «Lungi da me, mondo caduco e passeggero! Voglio fabbricarmi una casa sicura, che nessun terremoto possa giammai distruggere!» Si ritirò dal mondo e trascorse tutta la vita nel servire più diligentemente Iddio.  

 2. S. Tommaso Moro. - San Tommaso Moro, cancelliere del re Enrico VIII d'Inghilterra, era stato imprigionato per il  rifiuto di prestare un giuramento contrario alla religione cattolica. Lo attendeva la pena di morte. Perfino la sua sposa si recò nella prigione della torre di Londra per convincere il Santo a prestare il giuramento. La donna ricorse a tutti gli argomenti suggeriti dalla tenerezza di sposa e di madre. Infine lo scongiurò, per il bene dei figli, a non tradirli gettandoli nella povertà e nel disonore, rifiutando di giurare al suo re, che fino a quel giorno aveva servito tanto fedelmente. «Quanti anni credi tu che io possa ancora passare con te e con i nostri figli?» domandò. - «Oh, almeno venti!» rispose la donna piena di speranza. - «Vuoi tu che io per una ventina d'anni che ancora mi possono rimanere, perda l'eternità?»  

Sac. C. T. DRAGONE, P. S. S. P.

domenica 17 settembre 2023

DOV'È DIO? Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo; Egli è l'Immenso.

 


SPIEGAZIONE TEOLOGICA DEL CATECHISMO DI S. S. PIO X 


I. Dio è immenso. - Immenso significa «non misurabile e non misurato». Misurare vuol dire conoscere e determinare le dimensioni o la quantità di qualcosa. Tutte le cose create sono misurabili, perché finite. Le cose materiali si misurano per la loro estensione in lunghezza, larghezza e profondità; le cose immateriali finite si misurano col tempo. Lo spirito finito appunto perché finito, è limitato e si può trovare contemporaneamente in un solo posto; quando l'angelo agisce in un luogo non può trovarsi e agire in un altro nello stesso tempo, appunto perché è finito nella sua essenza e nella sua esistenza.  

 Dio invece è immenso e la sua presenza non si può limitare a un luogo solo, perché è spirito, e come tale non può essere misurato come gli esseri materiali, col determinarne la grandezza; Dio è infinito ed eterno; per questo, non può sottostare a limiti di spazio e di tempo.  

 La divina rivelazione ci attesta in maniera chiarissima l'immensità di Dio: Immenso il Padre, immenso il Figlio, immenso lo Spirito Santo; tuttavia non sono tre immensi, ma un solo essere immenso (Simb.Atan. Dz.39): È grande e non ha limiti, altissimo e immenso (Br 3, 25). È più alto dei cieli ... più profondo dell'inferno ..., la sua misura è più lunga della terra e più larga del mare (Gb.2, 8-9).  

 II. Dio, è in cielo, in terra e in ogni luogo. - Se Dio ò immenso, non può esservi nessun luogo in cui Egli non è presente. Il cielo e la terra sono pieni di Lui, ma non lo circoscrivono, perché Dio sorpassa, con il suo essere infinito, tutti gli esseri finiti. Dio è in tutti i luoghi e in tutte le cose con la sua potenza perché tutte le cose crea e conserva, e nulla esiste senza di Lui; con la sua presenza, perché tutto abbraccia la sua scienza, e tutte le cose sono davanti a Lui e in Lui; con la sua essenza, perché è indivisibile dalla sua potenza. Dio è dunque in tutte le cose e in tutti i luoghi con tutto il suo essere.  

Come bene comprendeva il Salmista questa verità! Dove andrò per sfuggire al tuo spirito e dove fuggire dalla tua presenza? Se salirò in cielo, tu ci sei; se discenderò nell'inferno, sei presente; se al mattino presto prenderò le ali e andrò ad abitare agli estremi confini del mare, anche là mi condurrà la tua mano, e mi terrà la tua destra (Sal.138, 7-11). Credi forse che io sia solo Dio da vicino - dice il Signore - e non Dio da lontano? ... Forse che io non riempio il cielo e la terra? - dice il Signore (Gn.23, 23-24).  

«Sappiamo che Dio è presente ovunque, sente e vede tutto, e penetra con la pienezza della sua maestà anche nelle cose nascoste e occulte «(S. CIPR., De orat. 4). «Riempie tutto e non è mai confuso, penetra tutto e non è mai penetrato, è presente tutto ovunque e nello stesso tempo è sia in cielo, sia in terra, sia nel più lontano mare» (SANT'AMBROGIO, De fide, I, 16, 106).  

Dio è presente in tutte le cose, ma in modo speciale, più intimo e più reale è presente con la sua potenza, con la grazia e l'amore nelle anime dei giusti: Chi mi ama osserverà  la mia parola e il Padre mio lo amerà e verremo a lui e presso di lui staremo (Gv.14, 23).  

 In modo specialissimo e del tutto misterioso la divinità del Verbo è presente nella umanità sacratissima di Gesù Cristo, nel quale abita corporalmente ogni pienezza della divinità (Col 2, 9).  


 Riflessione. - Se pensassimo più spesso alla immensità di Pio e vivessimo alla sua presenza, la nostra santificazione, mediante il compimento perfetto della divina volontà, non sarebbe affatto impossibile, e nemmeno difficile.

  

 ESEMPI. - 1. Giuseppe l'Ebreo. - Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto schiavo dai fratelli e condotto in Egitto, viveva in casa di Putifar, ufficiale del Faraone. La moglie del padrone tese insidie alla onestà del giovane, che le rispose: Come posso fare male e peccare davanti, al mio Dio? Tentato altre volte, fuggì da lei e si lasciò accusare dalla perfida donna presso il padrone e condannare alla prigione piuttosto che offendere la presenza di Dio, al quale ogni peccato, per quanto occulto agli uomini, è sempre manifesto, perché Egli è in ogni luogo e tutto vede (Gn.39).  

2. Susanna. - L'onestissima Susanna fu sorpresa da sola nel suo giardino da due vecchi pieni di passioni, che tentarono di indurla al peccato e minacciarono di accusarla come adultera e farla condannare a morte, se non avesse acconsentito ai loro innominabili desideri. Susanna disse piangendo: Da ogni parte mi trovo oppressa: se faccio questo Per me è morte, se non lo faccio non potrò scampare dalle vostre mani. Ma per me è meglio cadere nelle vostre mani, senza aver fatto il male, che peccare nel cospetto del Signore. Falsamente accusata dai due miserabili, Susanna già stava per essere condotta a morte, quando, ispirato da Dio, intervenne Daniele, il profeta del Signore, e la salvò smascherando il laido intrigo dei due vecchi ributtanti (Dn.13).  

 3. Alessandro Manzoni raccontava ... - Manzoni da vecchio si compiaceva assai nel raccontare il seguente episodio: Ancora fanciullo si trovò solo per alcuni momenti nel convento dei Cappuccini di Pescarenico, non poté trattenersi dall'andare a dare uno sguardo alla stanza della frutta. Vi erano mele bellissime ... La tentazione era troppo forte per resistere: allungò subito la mano., ma in quel mentre gli occhi suoi si incontrarono nella scritta: «Dio mi vede». «Quella scritta mi mise addosso tanto improvviso sgomento, che fuggii a gambe levate e fui per quella esperienza liberato per sempre dalla tentazione di allungare le mani».

Sac. C. T. DRAGONE, P. S. S. P.

giovedì 17 agosto 2023

DIO HA CORPO COME NOI? Dio non ha corpo, ma è purissimo spirito.

 


SPIEGAZIONE TEOLOGICA DEL CATECHISMO DI S. S. PIO X 


Gesù rivelò alla donna Samaritana che Dio è spirito e che per questo la vera adorazione è quella che gli si dà in spirito e verità (cfr. Gv.4, 5-11; 16-25).  

 I. Dio non ha corpo. - La statura dell'uomo è compresa tra un metro e cinquanta e un metro e novanta. Quelli che sono inferiori a questa statura normale, sono pochi, e sono  chiamati nani; quelli che la superano sono altrettanto pochi. Nessun uomo, per quanto si sappia, raggiunge i cinque metri di statura. Ciò vuol dire che il corpo dell'uomo è limitato, come è limitato tutto ciò che si può misurare, e tutto ciò che è materiale.  

 Dio invece (come più diffusamente si dirà parlando dell'immensità divina) non può essere misurato, perché è infinito nella sua grandezza e nelle perfezioni. Perciò non può né avere, né tanto meno essere un corpo. 

Siccome tutti i corpi sono percettibili dai sensi dell'uomo, se Dio fosse un corpo si dovrebbe poter vedere. e sentire (come si sente il vento, il caldo, il freddo) e gustare e toccare.  

 II. ... ma è purissimo spirito. - Dio non è un corpo e non ha corpo: è dunque uno spirito. Infatti è spirito tutto ciò che esiste e non è corpo. Lo spirito non è materiale, è intelligente e pensa e vuole e agisce.  

Lo spirito può essere unito a un corpo, come l'anima umana, o può esistere come intelligenza attiva separata dalla materia, come gli angeli. L'angelo però non è intelligenza infinita e potenza senza limiti. È un puro spirito, ma non è infinito; è stato creato da Dio e non è immenso. È uno spirito puro perché libero dalla materia, ma è finito.  

 Dio invece è infinito, libero da qualsiasi limite di materia e di potenza e di essere: è uno spirito purissimo, cioè solo atto, solo vita, solo bellezza, solo perfezione e quindi perfettissimo. In Lui si assommano tutte le perfezioni, in grado sommo.  

Se Dio è purissimo spirito, senza corpo, perché allora diciamo che la mano di Dio ci guida, che il suo occhio vigila sopra di noi, che il suo cuore ci ama? Perché i pittori rappresentano il Padre eterno come un vecchio venerando con la  barba antica, e lo Spirito Santo in forma di colomba?  

Questo linguaggio e queste raffigurazioni tentano in qualche modo di far Dio, presente al nostro pensiero e alla nostra immaginazione, servendosi di simboli, senza avere la pretesa di darci la vera immagine di Dio. Noi sappiamo benissimo che lo spirito non può essere rappresentato con mezzi materiali.  

Se Dio è purissimo spirito, ne consegue che è semplicissimo, perché solo i corpi sono, composti di parti. Il nostro corpo è infatti composto del capo, del tronco e delle estremità. Il capo a sua volta comprende diverse parti, come il cranio, la faccia... La faccia poi comprende gli occhi, la bocca, le guance... Tutto quello che è composto di parti si può accrescere e si può diminuire, può mutare da uno stato a un altro. Dio, invece, è immutabile perché infinito e perciò perfettissimo e semplicissimo.  

Il Concilio Vaticano ci dice che Dio è «sostanza spirituale» (Dz.1782), basandosi sulla parola di Gesù C.: «Dio è spirito» (Gv.4, 24). «Non si deve credere che Dio abbia un corpo o sia un corpo, ma è una natura intellettuale semplice» (ORIGENE, De Princip. I, I, 6). 


 Riflessione . - Gesù Cristo dice: Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli (Mt 5,48). Questo comporta innanzitutto che facciamo servire il corpo all'anima, cercando di distaccarci il più possibile dalla materialità cui ci trascina la nostra natura corrotta. Il corpo deve servire all'anima, non l'anima al corpo.  

 ESEMPI. - 1. Dio non ha corpo: analogie. - Un fanciullo domandava al suo catechista: «Se Dio non ha corpo, né mani come noi, come può operare nel mondo esteriore?» E il catechista: «Dio e gli Angeli possono comunicare con il mondo materiale senza l'aiuto dei sensi. Ecco un fatto che può dare un'idea del modo di agire degli esseri spirituali: il vento, che ti spinge qualche volta, quando cammini, ha forse le braccia? ... Il calore che  ti fa indietreggiare quando ti avvicini al fuoco, ha forse le mani per spingerti indietro? ... Così è Dio; noi viviamo in Lui e non lo vediamo, non Io tocchiamo, non lo sentiamo». Questi paragoni non spiegano perfettamente l'immaterialità di Dio, ma possono darcene un'idea, sia pure imperfetta e approssimativa. 


2. Il discorso di S. Paolo all'Areopago di Atene (At 17, 22-30).  


Sac. C. T. DRAGONE, P. S. S. P. 

giovedì 3 agosto 2023

CHE SIGNIFICA SIGNORE? Signore significa che Dio è padrone assoluto di tutte le cose.

 


SPIEGAZIONE TEOLOGICA DEL CATECHISMO DI S. S. PIO X


Il vento e il mare obbediscono al comando di Gesù Cristo, perché Egli è il Signore e il padrone di tutte le cose (cfr. Mt 8, 23-27).  

 I. Che cosa significa Signore. - La parola «signore» significa «padrone». Padrone, secondo San Tommaso (C. C. III, 120) è colui che comanda e che non riceve ordini da nessuno. L'artigiano e l'artista sono padroni delle opere delle loro mani. Dio, che ha creato tutto, è padrone di ogni cosa. Che cosa può sottrarsi al dominio e alla sovranità di Dio? Non è soggetto a Lui soltanto ciò che non è opera delle sue mani. Ma dov'è quell'essere che può dire a Dio: «Io non sono opera tua?» Dio è il creatore di tutte le cose: perciò è anche il padrone o signore di tutto.  

 II. Dio è Signore assoluto di tutte le cose. - Dio è signore assoluto di tutte le cose, perché tutte le ha create, tutte le conserva nel loro essere, e senza la sua provvidenza conservatrice, nessuna cosa, potrebbe continuare ad esistere.  

 Avendo creato tutte te cose e conservandole nel loro essere, Dio è di tutte e di ciascuna il signore supremo e assoluto. Questo è il dominio di proprietà. Ma se Dio è padrone di tutte le cose, e ne è signore per diritto di proprietà, Egli ha anche il diritto di governarle con la sua Provvidenza, dirigendole, come di fatto le dirige, al fine per il quale le ha create. Egli è quindi padrone o signore per diritto di giurisdizione.  

 Il Concilio Vaticano afferma che Dio è Signore del cielo e della terra (Sess. 3, c. 1; Dz.1782) e la Sacra Scrittura,  ad ogni pagina, attesta che Dio è il padrone assoluto e il Signore di tutte le cose. Tuoi sono i cieli - e tua è la terra; tu hai fondato il mondo e la sua grandezza (Sal.88,12). Dio è Re dei re, e dominatore dei dominanti (1Tm 6,15).  

 Riflessione. - Se Dio è padrone e Signore, noi siamo i suoi servi, e, per servirLo, dobbiamo dipendere dalla sua volontà, osservando la sua legge, che è compendiata nei dieci Comandamenti.  

 ESEMPI. - 1. Branks. - Il grande viaggiatore ed esploratore Branks fu un giorno interrogato dal re d’Inghilterra: - Che cosa avete visto di più bello nei vostri lunghi viaggi e nelle vostre scoperte?  

- Il Padrone dell'universo, Sire!  

 2. S. Canuto e gli adulatori. - San Canuto, re di Danimarca, era nauseato delle smaccate adulazioni dei cortigiani. Un giorno era sulla spiaggia del mare e le onde si spingevano fino a lambirgli i piedi. Allungando la mano con gesto imperioso comandò: «Onde del mare, vi comando di ritirarvi!» Ma le onde continuarono a spingersi ai suoi piedi, bagnandoglieli. «Vedete? - disse allora il Santo re rivolto ai suoi cortigiani - vedete tutta la grande e illimitata potenza che mi attribuite? Non può nemmeno farsi obbedire da una piccola onda del mare! Dio solo è veramente potente, perché è il Signore di tutte le cose, e tutte obbediscono al suo cenno onnipotente». 

Sac. C. T. DRAGONE, P. S. S. P. 

domenica 30 luglio 2023

CHE SIGNIFICA CREATORE? Creatore significa che Dio ha fatto dal nulla tutte le cose.

 


SPIEGAZIONE TEOLOGICA DEL CATECHISMO DI S. S. PIO X 


CHE SIGNIFICA CREATORE?  

 Creatore significa che Dio ha fatto dal nulla tutte le cose. 


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> In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e vuota, e le tenebre coprivano la faccia dell'abisso, e io Spirito di Dio si librava sopra le acque (Gn.1, 1-2).  

 L'eroica madre dei sette fratelli Maccabei, dopo che tutti gli altri figli erano stati uccisi dal tiranno Antioco, così esortava il figlio più piccolo, perché non si lasciasse impaurire dalla minaccia di una morte crudele, ma restasse fedele alla legge di Dio, che il re tentava di fargli rinnegare: Figlio mio, abbi pietà di me. Ti prego, figlio, di guardare il cielo e la terra e tutto quello che  è in essi, e comprendi che dal nulla le fece il Signore e anche l'umana stirpe (2Mcc 7, 27-29).  

 I. Dio solo può creare. - Creare significa trarre qualcosa dal nulla, con nulla fare qualcosa. Ora dal nulla all'essere vi è una distanza infinita, che la potenza di nessuna creatura (e nemmeno la potenza di tutte le creature assieme) può colmare. L'uomo infatti può fare molte cose, ma non può creare. Per fare qualcosa di nuovo, l'uomo ha bisogno di qualcosa: i muratori non creano la chiesa, ma hanno bisogno di calce, mattoni; pietre, legname... Se tutti gli uomini e tutti gli angeli faticassero tutta l'eternità per creare, non riuscirebbero nemmeno a creare un microscopico granellino di sabbia. Per creare dal nulla e con il nulla fare qualcosa, si richiede una potenza infinita, che supera il potere di tutte le creature assieme, le quali, appunto perché creature, possiedono un potere limitato.  

 II. Dio ha creato dal nulla tutte le cose, e perciò è Creatore. - Il mondo esiste (non occorre dimostrarlo) e non può essere stato creato da un essere finito.  

1) Il mondo ha avuto principio.  

 a) Non può essere eterno perché non esiste necessariamente. - Dire che il mondo è sempre stato e non è stato creato è una sciocchezza senza senso. Se fosse eterno non potrebbe non esistere.  

Il mondo continuerebbe ad esserci anche se davanti alla chiesa non ci fosse il piazzale; anche se cadessero i campanili di tutte le chiese; anche se scomparisse il Monte Bianco, se si sprofondasse l'America, se ci fosse qualche decina dii stelle che si spegnessero. Ora, se le singole parti del mondo possono anche non esistere, tutto il mondo assieme può anche non esistere. Perciò il mondo non è eterno.   

 b) Il mondo ha avuto principio perché è mutevole. - Oggi il cielo è sereno e ieri era nuvoloso. Vuol dire che è finito il nuvolo e che è cominciata la serenità. Nel mondo tutto cambia, dal piccolissimo insetto che ha una vita di poche ore, ai monti giganteschi. Dove ora sono le catene montuose un tempo lontano vi erano dei vulcani, o il mare. Dove ora impera il mare che tutto sommerge, un tempo vi erano catene di monti altissimi, praterie sconfinate e pianeggianti, verdi e fiorite. Nel mondo tutto è soggetto al movimento, cioè al cambiamento. Invece quello che è eterno è necessariamente immutabile.  

 c) Il mondo ha avuto principio, perché è limitato - Ciò che è eterno in quanto al principio e in quanto alla fine, deve essere senza limiti. Invece il mondo è assai limitato. Chi infatti oserebbe asserire che il numero delle stelle sia il più grande possibile e che la loro luminosità sia somma, in modo che non possano risplendere maggiormente? Se il mondo non è infinito, non è eterno, e se non è eterno ha avuto un principio.  

 2) Il mondo non si è fatto da sé, né può essere opera del caso. L'universo, che deve avere avuto un principio, si è forse fatto da sé? Ma come può essersi fatto prima ancora di essere? Per fare qualcosa bisogna prima esistere!  

Allora il mondo è opera del caso? Il caso è confusione; nel mondo invece tutto è regolato da leggi, tutto ha un ordine, che è frutto d'intelligenza. Dove è quel paese fortunato dove i fanciulli, tornati da scuola, non buttano alla rinfusa i libri e i quaderni e il calamaio e la penna e la matita sul tavolo e poi vanno a giocare? Fin qui tutto il mondo è paese! Ma dove è quell'altro paese fortunato dove lo studentello che ha gettato alla rinfusa i libri e gli oggetti di scuola ed è andato a giocare per varie ore, tornando a casa trova il compito fatto e corretto dal caso?  

 3) L'universo è tutto opera di Dio. Se il mondo ebbe un principio, e se questo principio non se lo diede da se stesso e non lo ebbe dal caso, bisogna ammettere che il mondo fu creato da Dio, come ci insegnano la parola rivelata della Sacra Scrittura e la Chiesa Cattolica.  

 Dio, con un atto della sua volontà onnipotente, trasse dal nulla tutte le cose e a tutte diede il loro essere, la loro bontà e la loro bellezza. Noi diciamo nel Credo: «Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra» (cioè di tutte le cose), Il Concilio Lateranense quarto (1215) ha definito che «uno solo è il vero Dio ... creatore di tutte le cose visibili e invisibili, spirituali e corporali; il quale, con la sua onnipotente virtù, assieme al principio del tempo fece le creature dell'una e dell'altro ordine, cioè spirituale e corporale, angelico e mondano». E il Concilio Vaticano: «Il mondo e tutte le cose che sono contenute in esso, spirituali e materiali, furono da Dio prodotte dal nulla, secondo tutta la loro sostanza» (Can. 5).  


 Riflessione. - Noi dobbiamo conoscere, amare e servire Colui che ci ha creati, che ha pienissimo diritto alla nostra adorazione, alla nostra obbedienza e al nostro servizio.  

 ESEMPIO. - Un detto di Edison. - Il grande scienziato Edison era salito sulla cima della nuovissima torre Eiffel al tempo dell'Esposizione parigina del 1889. Nello scrivere il suo nome sul «libro d'oro», destinato a raccogliere le firme degli uomini più celebri che visitavano l'Esposizione e salivano sull’altissima torre. Edison fece precedere il suo nome da una considerazione e che volle egli stesso leggere ad alta voce, perché fosse monito agli increduli: «Al coraggioso costruttore di un modello sì gigantesco e cosi originale dell'arte dell'ingegneria moderna, un uomo che ha il più grande rispetto e la più grande ammirazione per tutti gli ingegneri, compreso il più grande di tutti, il buon Dio».  

Sac. C. T. DRAGONE, P. S. S. P. 


domenica 16 luglio 2023

CHE SIGNIFICA PERFETTISSIMO? Perfettissimo significa che in Dio è ogni perfezione, senza difetto e senza limiti, ossia che Egli è potenza, sapienza, bontà infinita.

 


SPIEGAZIONE TEOLOGICA DEL CATECHISMO DI S. S. PIO X 


3 . CHE SIGNIFICA PERFETTISSIMO?  

 Perfettissimo significa che in Dio è ogni perfezione, senza difetto e senza limiti, ossia che Egli è potenza, sapienza, bontà infinita. 


I. Perfettissimo significa che in Dio è ogni perfezione.  

 Due poveri ciechi gridavano a Gesù: «Signore, Figlio di David, abbi pietà di noi!» (cfr., Mt 20, 29-34). Si sentivano infelici  perché mancava loro una qualità o perfezione che avevano tutti gli altri: la vista.  

 Gli uomini, per essere perfetti devono avere l’anima e il corpo integri in tutte le loro parti. Perfetto infatti è tutto ciò cui nulla manca di quello che è richiesto dalla sua natura. Se all'uomo manca il senso della vista o dell'udito non è perfetto, perché gli manca qualcosa che è richiesto dalla sua natura; ma non può dirsi imperfetto se gli mancano le ali dell'uccello per volare: la natura dell'uomo non richiede affatto le ali.  

Le qualità o perfezioni nelle creature hanno dei gradi, e possono essere maggiori o minori, Il bambino che ricorda le sue preghiere e che sa bene il catechismo, dimostra di avere la perfezione della memoria. Però i filosofi Seneca e Pico della Mirandola, l'Imperatore Adriano, i quali, a quanto, si dice, ricordavano da capo a fondo un intero libro dopo averlo letto una sola volta, avevano una memoria molto più perfetta della maggior parte degli uomini. Tuttavia neppure la memoria di costoro era perfettissima, perché anche se ricordavano alla lettera un libro intero, non credo che potessero ricordarne un centinaio, dopo una sola lettura.  

 Gli esseri creati né hanno tutte le perfezioni possibili, né hanno in grado sommo le perfezioni che possiedono.  

Le creature possono essere perfette, ma non perfettissime. Perfettissimo è solo colui che possiede tutte le perfezioni possibili e ciascuna perfezione possiede nel massimo grado. possibile. In questo senso, solo Dio è perfettissimo.  

I) In Dio vi sono tutte le perfezioni di tutti gli esseri creati. Tutte le creature sono opera di Dio. Orbene; poiché nelle creature vi sono molte perfezioni tutte ricevute da Dio, in Dio ci devono essere le stesse perfezioni. Perché se Dio ne fosse privo, come potrebbe comunicarle? Se Dio non avesse tutte le perfezioni che si trovano nelle creature, come potrebbe essere il loro creatore?  

 Se vi sono creature che, come i santi e gli angeli, sono buone, in Dio vi deve essere la bontà. Se vi sono esseri che, come il vento, l'acqua, il fuoco, hanno una grande potenza, Dio che le ha create, deve essere potente. Se l'uomo e l'angelo conoscono molte cose e sono sapienti, in Dio, loro creatore, necessariamente vi devono essere la scienza e la sapienza.  

 2) In Dio vi sono tutte le perfezioni di tutte le cose possibili. Oltre le cose esistenti e create, innumerevoli altri esseri potrebbero ricevere l'esistenza da Dio. Invece di un solo mondo sidereo ve ne potrebbero essere moltissimi altri; invece di due miliardi di uomini che vivono attualmente sulla terra, altri innumerevoli potrebbero esistere. Tutte le perfezioni degli esseri possibili deriverebbero da Dio; che perciò deve possedere tutte le perfezioni possibili. È anzi più esatto dire che Dio è tutta la perfezione possibile, che è la perfezione stessa.  

 II. ... senza difetto e senza limiti. – Se a Dio mancasse anche una sola perfezione possibile, non sarebbe più Dio poiché sarebbe finito. Invece Dio è necessariamente infinito e possiede tutte le perfezioni. A Lui non solo non ne manca alcuna, ma ognuna è senza limiti, è somma. Infatti se qualche perfezione di Dio fosse limitata, Dio sarebbe limitato. cioè finito, e per questo non sarebbe più Dio.  

 Il Concilio Vaticano (1) insegna che Dio è «infinito in ogni perfezione, al di sopra di quanto è e si può pensare  fuori di Lui, in modo ineffabile» (Sess. 3, c. I; Dz 1782). Lo Spirito Santo ci assicura che «grande è il Signore e sommamente degno di lode, e di sua grandezza non si giunge al fondo» (Sal.144, 3). «Il Signore è perfetto in tutto» (TERT. contro Marc., I, 24), e «tutto il bene che si può pensare dì Lui tocca l'infinito e non può affatto essere circoscritto» (SAN GREG. NAz., In Cant., hom. 5).  

 Le perfezioni di Dio sono senza difetto, e senza limiti, perciò sono infinite. Però un solo essere infinito può esistere. Come infatti sono concepibili più infiniti distinti l'uno dall'altro? Le perfezioni di Dio sono Dio stesso, sono una sola cosa con Lui. Perciò non solo Dio ha la bontà, ma è la stessa bontà; non solo è sapiente, ma è la stessa sapienza; non solo è santo, ma è la stessa santità; è la giustizia, è la misericordia ... A noi è impossibile comprendere tanta grandezza. «Le perfezioni di Dio sono così grandi e così mirabili che se il mondo fosse ripieno di libri e tutti gli uomini fossero scrittori e l'acqua del mare fosse cambiata in inchiostro, i libri sarebbero esauriti e stanchi gli scrittori e asciugato il mare prima che si possa esporre perfettamente una sola sua perfezione» (SANT' AGOSTINO). Noi non possiamo comprendere appieno le perfezioni di Dio, e anche se le comprendessimo, non potremmo esprimerle.  

 III. ... ossia ch'Egli è potenza, sapienza e bontà infinita.  

Tutte le perfezioni sono in Dio, e tutte le perfezioni di Dio sono infinite. Però ai nostri occhi risplendono di più la potenza, la sapienza e la bontà, delle quali si parlerà più ampiamente nei numeri seguenti.  

 Riflessione. - Dio è perfettissimo e da Lui derivano tutte le perfezioni delle creature, le quali devono essere la scala che ci eleva a Dio, e non una catena che ci trascina al peccato. Beato  l'occhio puro che sa vedere Dio in tutte le cose e in tutti gli avvenimenti! Tutto è puro per colui che è puro e che in tutte le cose vede rispecchiate la bontà e la bellezza di Dio!

  

 ESEMPIO. - 1. Dio è ordine, bellezza e amore:  

 Nell'ora che pel bruno firmamento Comincia un tremolio di punti d'oro, d'atomi d'argento, guardo e dimando: dite, o luci belle, ditemi che cosa è Dio?  

- Ordine - mi rispondono le stelle.  

Quando all'april la valle, il monte, il prato, i margini del rio, ogni campo dai fiori è festeggiato, guardo e dimando: Dite, o bei colori, ditemi che cosa è Dio? - Bellezza - mi rispondono quei fiori.  

Quando il tuo sguardo innanzi a me scintilla, amabilmente pio, io chiedo al lume della tua pupilla:  

Dimmi, se 'l sai, bel messagger del core, Dimmi: che cosa è Dio?  

E la pupilla mi risponde: Amore!  

(Aleardo Aleardi)  


Sac. C. T. DRAGONE, P. S. S. P.

domenica 9 luglio 2023

CHI È DIO? Dio è l'Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra.

 


SPIEGAZIONE TEOLOGICA DEL CATECHISMO DI S. S. PIO X 


2 . CHI È DIO?  

 Dio è l'Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra. 


Dio nell'Esodo (3,4) definì se stesso: Colui che è, cioè colui che ha la pienezza dell'essere, che è lo stesso Essere (v. tutto il capo 3 dell'Esodo).  

 Quando la mamma sveglia il bambino, egli prima sente che c'è qualcuno che lo tocca. Ma non sa ancora: chi sia. Poi apre gli occhi e vede che è la mamma.  

 Prima noi apprendiamo l'esistenza delle cose, quindi ciò, che sono.  

Il Catechismo prima ha accennato all’esistenza di Dio; ora spiega la natura di Dio, chi è Dio:  

 La presente risposta dice che «Dio è l'Essere perfettissimo creatore del cielo e della terra». Le risposte seguenti parlano le perfezioni divine. Ora parliamo soltanto della natura di Dio: Chi è Dio? - Dio è l'Essere.  

Chi è Dio? È una domanda inquietante, e difficile la risposta.  

Fu chiesto al filosofo Epitteto: «Chi è Dio? - Per potervi dire chi è Dio, rispose il saggio, o Dio non dovrebbe più essere Dio, o dovrei essere Dio io stesso!» Ci ammonisce infatti lo Spirito Santo: Comprenderai tu forse le vie di Dio, e intenderai perfettamente l'Onnipotente? È più alto del cielo e che cosa farai tu? È più profondo dell'inferno e come lo conoscerai? La sua misura è più lunga della terra e più larga del mare» (Gb.11, 7-9). «Ecco, Dio è grande, e sorpassa ogni scienza nostra» (Gb.36,26). Per comprendere pienamente chi è Dio dovremmo avere la sua infinita intelligenza ed essere Dio noi stessi.  

Ha l'«essere» ogni cosa che è: dalla piccola formica, che con pazienza grandissima e con fatica trasporta il suo minuscolo bottino nella minuscola buca, all'uomo che domina con l'intelligenza il mondo sensibile, all'Angelo, che è spirito puro, la cui potenza sorpassa la virtù di ogni altro essere creato.  

 Le cose create hanno l'essere: sono qualcosa ed esistono perché Dio le ha create, ma non sono l'Essere. Al di sopra di tutti gli esseri deve esistere un Essere supremo, che non solo ha l'essere, ma che è l'Essere stesso, in tutta la sua pienezza; che non ha ricevuto l'esistenza, ma che ha dato l'essere a tutte le cose. Quest'Essere infinito e perfettissimo è Dio, che non può dipendere da nessun altro essere, che nulla riceve da nessuno e che tutto dà.  

A ragione dice Sant' Agostino: «Guardai le altre cose, che sono al di sotto di te; e vidi che né assolutamente sono, né assolutamente non sono: sono, perché in quanto sono dipendono da Te; non sono, perché non sono quello che Tu sei. Questo solo è veramente, che perdura senza mutazione» (Conf. VII, 11). Nostro Signore disse a Santa Caterina da Siena: «Sai tu, figliola mia, sai tu che cosa sei e che cosa sono io? Sarai ben fortunata se tu saprai e intenderai bene queste due parole: Tu sei quella che non è, ed io sono Colui  che solo è» (B. RAIMONDO DA CAPUA, Vita di Santa Caterina; X, X).  


Riflessione. - Dio è il Tutto e noi siamo nulla. Tutto ciò che abbiamo e tutto ciò che siamo è dono di Dio, eccetto il peccato. Per questo a Dio conviene l'onore e la gloria, e a noi convengono, l'umiltà e la riconoscenza verso di Lui.  

 ESEMPI. - 1. Gerone e Simonide. - Gerone, re di Siracusa, domandò a Simonide che cosa fosse Dio.  

 - Dammi un giorno di tempo perché ci possa pensare. Te lo dirò domani.  

 Ma Il giorno seguente Simonide chiese Un altro giorno di tempo, poi una settimana, e infine disse al re: «Non so dirti che cosa è Dio; più ci penso e meno trovo parole per dire quello che penso che sia».  

2. S. Tommaso. - Aveva pochi anni, ma era intelligentissimo. I compagni, nei momenti liberi dallo studio e dalla preghiera, si disperdevano confondendosi con il verde dei prati, scomparendo nel folto dei boschi, ebbri di vita e di sole. Il piccolo Tommaso, figlio dei conti di Aquino, restava solo, immobile e pensoso, appoggiato a una pianta. Quando qualcuno lo avvicinava egli chiedeva ansioso: «Oh, ditemi, chi è Dio?» Questa domanda lo preoccupò e lo occupò per tutta la vita. Dopo molti anni di studi e di preghiere, il suo genio possente concluse che l'uomo riguardo a Dio può conoscere ben poco, e che questo poco lo conosce molto imperfettamente. 


domenica 2 luglio 2023

CHI CI HA CREATO? - Ci ha creato Dio.

 


SPIEGAZIONE TEOLOGICA DEL CATECHISMO DI S. S. PIO X 


1 . CHI CI HA CREATO?  

Ci ha creato Dio. 


Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza; e sia a capo dei Pesci del mare, dei volatili del cielo, delle bestie di tutta la terra, e di ciascun rettile che si muove sulla terra (Gn.1,26) ... Perciò il Signore Dio formò l'uomo dal fango della terra e soffiò sulla faccia di lui il soffio della vita; e l'uomo diventò anima vivente (Gn.2,7) ... Disse anche il Signore Dio: «Non è bene che l'uomo sia solo; facciamogli un aiuto simile a lui (Ib.2,18) ... Perciò il Signore Dio mandò in Adamo il sopore; ed essendosi egli addormentato, tolse una costola di lui e fece crescere la carne al suo Posto e il Signore Iddio trasformò la costola che aveva tolta da Adamo in donna e la condusse ad Adamo (Ibd 2, 21-22) ... Adamo diede alla sua moglie il nome di Eva, perché essa era la madre di tutti i viventi (Ibd 3, 20).  

 Il racconto biblico, ispirato dallo Spirito Santo, ci rivela che Dio ha creato, direttamente il primo uomo e la prima donna, dai quali ebbe origine tutto il genere umano.  

 Ragionando, noi giungiamo alla stessa verità: siamo creati da Dio.  

 Non molti anni fa nessuno di noi esisteva. Solo esistevano i nostri genitori; prima del babbo e della mamma c'erano i nonni e prima dei nonni i bisnonni. Non possiamo, però, risalire all'infinito. È necessario fermarci a un primo uomo e a una prima donna, il padre e la madre di tutti gli altri uomini.  

 Il primo uomo e la prima donna non sono sempre esistiti. Infatti anch'essi morirono. Questo significa che ebbero anch'essi principio, perché ciò che muore non è eterno. Dobbiamo quindi ammettere che furono creati.  

 Creare significa fare dal nulla, servendosi di nulla. Solo Dio può creare, perché gli uomini per fabbricare e costruire hanno bisogno di qualcosa: al muratore per fabbricare le case sono necessarie la calce, i mattoni e le pietre; al falegname per fare i mobili occorre il legno.  

I poeti favoleggiano di maghi, i quali con un colpo di bacchetta, facevano sorgere nel deserto giardini e palazzi incantati (1). Se i maghi esistessero e facessero ciò che dicono i poeti, sarebbero veri creatori.  

Dio creò il primo uomo e la prima donna, e crea tutti gli altri uomini che discendono da essi. Vi è però una differenza. L'anima e il corpo dei progenitori furono creati direttamente da Dio. Invece per dare agli altri uomini il corpo, Dio si serve dei genitori. L'anima di ciascun uomo (per la quale noi siamo intelligenti, liberi e immortali) è creata direttamente da Dio per essere unita al corpo che deve vivificare: Se l'anima nostra non fosse creata da Dio, ma derivasse dai genitori come il corpo, perché il babbo e la mamma non ridarebbero la vita ai figli, rapiti dalla morte? Invece davanti al cadavere restano impotenti, capaci solo di spargere lacrime inefficaci. 

 

 Riflessione. - Noi dipendiamo totalmente da Dio, che ci ha creati con la sua onnipotenza e ci conserva in vita con il suo amore gratuito. Tanto amore merita tutta la nostra riconoscenza e il nostro amore.  


ESEMPI. - 1. Le creature ci parlano di Dio. - Sant'Agostino, sente la voce delle creature che gli parlano di Dio. «Mio Dio, da per tutto ti ho cercato, e per trovarti mi rivolsi alle creature tutte quante. Domandai alla terra semmai fosse essa Dio. E mi rispose: Non lo sono. Interrogai il mare e gli abissi e tutto ciò che abita in essi, e mi risposero: Noi non siamo Dio: cercalo più in alto, al di sopra di noi. Interrogai i venti e l'aria e tutti i suoi abitanti, e mi risposero: T'inganni, figliolo; se credi che noi siamo Dio: non lo siamo! Interrogai il cielo, il firmamento, il sole, la luna, le stelle: Noi non siamo Dio che tu cerchi, risposero. Allora domandai alle creature che sono fuori di me: Se voi non siete Dio, ditemi dunque che cosa siete. Sapete voi nulla di Lui? Esse mi risposero con voce così sonora che si fece udire da per tutto: Ipse fecit nos! Noi siamo fattura sua, opera delle sue mani!»  


 2. L'incredulo e il mappamondo. - Il celebre astronomo tedesco, P. Atanasio Kircher, S. J., aveva un amico che non credeva nell'esistenza di Dio. Un giorno l'ateo, girando lo sguardo attorno nello studio del Kircher, vide un bellissimo mappamondo.  

- Che bel mappamondo! Chi te lo ha dato?  

- Nessuno, si è fatto da sé, per caso ... qui nel mio studio!  

- Non scherziamo! Se il mappamondo c'è, qualcuno l'ha pur fatto! Lascia stare gli scherzi puerili e dimmi chi lo ha fabbricato e chi te lo ha dato!  

 - Amico, rispose il Kircher, tu ti offenderesti se io insistessi a dirti che questo mappamondo si è fatto da solo, e hai ragione. Ma questo mondo, del quale tu vedi la bellezza e la grandezza, come si è potuto fare per caso, come tu dici, senza l'intervento creatore di Dio? Come tu ti rifiuti di ammettere che questo mappamondo, che è solo una piccolissima immagine del mondo vastissimo, non lo ha fatto il caso, io, con maggior ragione devo rifiutarmi di ammettere che il mondo, con tutta la sua grandezza e con tutta la sua bellezza, sia stato fatto dal caso, e non da Dio. Come potrebbe Dio non esistere se esiste l'opera di Lui, il mondo? 

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(1) In cima ad una montagna (Armida) ascende disabitata, e d'ombre oscura e bruna; e per incanto a lei nevose rende le spalle e i fianchi, e senza neve alcuna gli lascia il capo verdeggiante e vago; e vi fonda un palagio appresso un lago. (TASSO, Ger. lib. c. XIV1 70) 

Sac. C. T. DRAGONE, P. S. S. P.