mercoledì 31 luglio 2019

Aderire alle mistiche operazioni del Sangue



IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO

- Vedi, figliuola, conta, se puoi, le fibre che compongono questo Cuore immenso; ognuna di esse corrisponde a un'anima; io vivo in esse e per esse e tutte le anime vivono in me e per me, mantenendo, con il loro amore, la mia vita. Guarda più da vicino, vedi le fibre che non intendono questi misteri ineffabili, che rifiutano il mio Sangue e, con esso, la loro vita e la mia vita. Contempla le fibre più vitali del cuore; esse rappresentano le mie anime più care, le elette, le predilette. Almeno esse dovrebbero corrispondere agli intimi movimenti del mio Cuore, aderire alle mistiche operazioni del Sangue, riceverlo, trasmetterlo, mantenere la circolazione, favorirne la trasmissione.
Invece anche tra esse ci sono le fibre morte, le ribellioni, le ripulse amare e pungenti e il Cuore è trapassato nel più vivo, soffocato nelle sue espansioni, torturato ne' suoi slanci, straziato da nuove immolazioni. - q. M.- s. d.

 SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO

SAN PIO DI PIETRELCINA



Non allontanarti dall'altare senza versare lacrime di dolore e di amore per Gesù, crocefisso per la sua eterna salute. La Vergine Addolorata ti terrà compagnia e ti sarà di dolce ispirazione (LdP,66). 

GESU' EUCARISTIA l’amico che ti aspetta sempre



LA CENA DEL SIGNORE

Un aspetto importante della Messa è che Gesù la istituì nel quadro di una cena familiare per indicare così che tutti formiamo una sola grande famiglia in lui. «Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo, tutti infatti partecipiamo dell’unico pane» (1 Cor 10, 17). E san Gregorio afferma: «Tutti siamo incorporati nello stesso e unico Corpo di Cristo». 
Perciò il valore della Messa fuoriesce dal circolo dei partecipanti alla celebrazione e si estende a tutti gli uomini di tutti i tempi, dal primo all’ultimo, dalla prima particola consacrata fino all’ultima, da questo luogo in cui mi trovo fino al più remoto dell’universo. È una Messa cosmica e universale.
In ogni Messa e in ogni Comunione uniamo le nostre vite e i nostri destini con quello di Cristo e con quelli di tutti gli uomini, nostri fratelli. Precisamente, quando Cristo celebrò l’ultima cena, spezzò un unico pane e fece bere da un unico calice per dimostrare che tutti erano uniti nello stesso destino e nella stessa offerta. Lo stesso capita adesso quando partecipiamo allo stesso «banchetto pasquale dell’amore», arrivando ad essere per mezzo della Comunione «corpo e sangue di Cristo». Perciò, partecipare alla Messa e non fare la comunione è come assistere a un banchetto e rifiutarsi di mangiare.
Nella Comunione il desiderio di Gesù che tutti siano UNO si realizza meglio: «Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità» (Gv 17, 23). «Perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro» (Gv 17, 26). Tutti formiamo una UNITÀ in Gesù e per questo dobbiamo amare i fratelli con l’amore di Gesù. Ciò deve manifestarsi nel rispetto, nella comprensione, nel perdono, nella compassione, nella carità... Gesù ci dice: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25, 40). Sarebbe una contraddizione amare Cristo Eucaristia e non amare i fratelli. «Se uno dicesse: io amo Dio, e odiasse il suo fratello, è un mentitore» (1 Gv 4, 20). «Chi ama suo fratello, dimora nella luce e non vi è in lui occasione di inciampo» (1 Gv 2, 10).
Nella Comunione permettiamo che anche gli altri entrino nella nostra vita assieme a Cristo. Questo significa che dobbiamo assumere e, in qualche modo, fare nostre le loro gioie, le loro sofferenze e le loro necessità. Essere di Cristo vuol dire anche essere degli altri e per gli altri. Perciò abbiamo bisogno di riempire il nostro cuore dell’amore di Cristo per condividerlo con gli altri. Dobbiamo testimoniare nella nostra vita quotidiana che amiamo Gesù con tutto il nostro cuore, amando senza riserve tutti come fratelli. Per far questo abbiamo bisogno del quotidiano nutrimento dell’Eucaristia.
Durante la Messa diciamo: «Ti preghiamo Padre perché lo Spirito Santo raccolga in un solo corpo coloro che partecipano al Corpo e al Sangue di Cristo». Quest’unione era una vera realtà tra i primi cristiani che arrivavano a mettere in comune tutti i loro beni e in determinati giorni preparavano la tavola comune; i ricchi portavano i cibi e invitavano i poveri che mancavano di tutto. Successivamente quest’abitudine si perse, e rimase la raccolta delle offerte alla Messa per distribuirla tra i più bisognosi.
Già nell’anno 155 san Giustino afferma che nella Messa «coloro che possiedono dei beni danno ciò che vogliono e queste offerte vengono consegnate al sacerdote che celebra perché aiuti gli orfani e le vedove, i bisognosi, i malati, i prigionieri, i forestieri e in poche parole tutti coloro che sono in difficoltà» (Apologia, 5, 67).
Noi non possiamo comunicare con Cristo e contemporaneamente disprezzare gli altri, «perché tutti siamo un solo corpo e un solo sangue in lui per la partecipazione allo stesso pane e diventiamo concorporei di Cristo» (san Giovanni Damasceno, De fide Ort 4, 13). Lo stesso sant’Agostino definisce l’Eucaristia: «Segno di unità e vincolo di carità». Per questo, san Giovanni Crisostomo, già al suo tempo, condanna coloro che vogliono essere cristiani senza provare amore per il prossimo: «Cristo ha dato il suo corpo per tutti ugualmente e tu non dai nemmeno il tuo pane? Cosa rispondi? Non temi di fare il memoriale di Cristo e di disprezzare i poveri? Non rendi i poveri partecipi della tua tavola?” (In 1 Co hom 27, 4). Anche sant’Agostino afferma: «Mangia indegnamente il Corpo e il Sangue di Cristo chi non vive l’amore, l’unità e la pace, richiesti dal Corpo di Cristo... In questo caso, non riceve un mistero che gli dia beneficio, ma piuttosto un sacramento che  lo condanna» (Sermo 227).
Tutti costituiamo una sola e grande famiglia in Cristo. Tutti siamo uniti allo stesso Gesù Cristo. Egli è l’anfitrione e ci invita alla sua mensa. Egli siede con noi come un amico in ogni Eucaristia, che è il «banchetto pasquale dell’amore». L’Eucaristia è una festa di famiglia in cui tutti mangiamo in amicizia come fratelli, senza preferenze né discriminazioni, in cui si creano legami di amicizia. Per questo, l’Eucaristia è sorgente di solidarietà e di fraternità. Gesù ha voluto che tutti i figli del Padre sedessero alla sua mensa, ebrei e non ebrei, padroni e schiavi, uomini e donne... Questo significa che le differenze razziali, sociali, culturali o nazionali vanno superate, per unirci intorno alla stessa mensa e creare unità. Ricordiamo che nelle prime comunità, i cristiani mettevano i loro beni in comune (At 2, 44; 4, 34) e si chiamavano tra loro «fratelli» (cfr. At 6, 3; 11, 1-29; 15, 32).
La Messa è una festa familiare con Cristo e con i fratelli. Andiamo a questa festa con Gesù in ordine, con la maggiore pulizia possibile di corpo e di anima. Dio nostro Padre ci aspetta almeno tutte le domeniche. Non saremo capaci di obbedirgli? Gli diremo che abbiamo cose più importanti di Lui? 
Se in ogni Messa si distribuissero mille dollari, senz’altro le chiese sarebbero piene e non ci sarebbero posti liberi. Noi crediamo però che la benedizione che riceviamo vale molto di più, infinitamente più di tutti i dollari del mondo. Noi, se non vediamo non crediamo, perché ci manca fede. Ci capita come agli abitanti di Nazaret che non ricevevano miracoli da Gesù per mancanza di fede. Tu, quando vai a Messa, non andare come se andassi alla spiaggia, al mercato o ad un spettacolo pubblico. Si deve vedere anche dal tuo portamento esteriore che ti spinge la pietà e l’amore di Dio. 
Diceva il beato Escrivá de Balaguer: «Dovremmo andare a Messa e alla Comunione con l’anima limpida, ma anche con il corpo pulito indossando un buon vestito, ben pettinati e un poco profumati..., perché andiamo a una festa e dobbiamo avere premure da innamorati verso Gesù, sapendo ricambiare amore con amore. Tutto ciò che faremo per dimostrargli il nostro amore sarà poco...non lesiniamo il tempo per prepararci alla Comunione e per rendergli grazie. Gesù ci benedirà molto più di quanto possiamo immaginare... Amate la Messa figli miei, e accostatevi affamati all’Eucaristia, anche se siete gelidi e l’emotività non risponde. Comunicatevi con fede, con speranza e con ardente carità...Chi non ama la santa Messa non ama Cristo, come anche chi non si sforza di viverla con serenità e pace, con devozione e affetto».
Quanto sono grandi la Messa e la Comunione! «E il verbo di Dio si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14). E continua a ripetersi il miracolo dell’Incarnazione. Gesù si fa l’Emmanuele, il Dio con noi, e rimane per sempre con noi. Continua a celebrare, tutti i giorni con noi la sua cena di amicizia. Perché non gli diamo più importanza?
Se l’uomo riuscisse a mettere il piede su Marte, sarebbe una notizia mondiale, arriverebbe a tutti gli angoli della terra mediante i mezzi di comunicazione sociale. Ma che Dio stesso in Gesù Cristo ogni giorno venga sulla terra in ogni Eucaristia non fa notizia e nemmeno ci si crede. Se apparisse in qualche posto della terra, anche solo mediante un’immagine miracolosa, tutti accorrerebbero a vederlo e a cercare miracoli, ma ci manca fede per credere che Egli è molto vicino, troppo vicino perché possiamo vederlo con gli occhi del corpo, poiché è possibile vederlo solo con quelli dell’anima.
Mettiamo che un solo uomo, ad esempio il Papa, potesse celebrare la santa Messa solo una volta all’anno. Non ci piacerebbe qualche volta assistere a questo miracolo d’amore? E adesso che si celebrano ad ogni ora e in ogni parte del mondo, perché siamo cosi indifferenti? Quando sarai in chiesa, pensa che lì si trova Gesù, parla con lui e rinnova la tua offerta. Per quanto ti riguarda fa in modo che ci sia silenzio e innanzitutto pulizia in chiesa, negli ornamenti, nelle tovaglie e nei vasi sacri. Collabora in questo con i sacerdoti. E, se ti è possibile, porta molti fiori, perché a Gesù piace la gioia e il sorriso delle nostre anime. Ai tempi di sant’Agostino i fedeli raccoglievano i fiori che avevano adornato l’altare e li conservavano come reliquie, poiché erano stati vicino a Gesù. Gesù saprà ricambiare tutto ciò che farai per lui. 
Ogni giorno Egli ci dice: «Venite e mangiate» (Gv. 21, 12). Sii grato e ripeti con San Paolo: «Grazie a Dio per questo suo ineffabile dono» (2 Cor 9, 15). «Benedetto sia Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetto con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo» (Ef 1, 3). «Venite e vedrete» (Gv 1, 39).

Angel Peña

Il Sacro Cuore



«Come in Cielo, così in Terra»

«Voglio perdonare. Voglio regnare.
Voglio perdonare alle anime e alle nazioni.
Voglio regnare sulle anime, sulle nazioni, sul
mondo intero. Desidero diffondere la mia pace
in ogni parte del mondo. Io sono la Sapienza
e la felicità. Io sono l’amore e la misericor-
dia. Io sono la pace. Io regnerò» (Rivelazione
del Sacro Cuore a suor Josefa Menéndez, dell’
11 giugno 1923)


«E’ necessario che Cristo regni»

Come abbiamo visto, il messaggio di Paray-le-Monial contiene non solo un amoroso messaggio di conversione per le anime, ma anche una richiesta rivolta ai popoli e agli Stati; il Regno di Cristo deve realizzarsi non solo nell’intimo delle coscienze ma anche nella vita sociale.
La enciclica Annum sacrum di Leone XIII, afferma che la devozione al Cuore divino trova la sua base teologica nella Regalità sociale di Cristo. Il movimento ecclesiale che ha promosso questa devozione al Sacro Cuore ha promosso, di conseguenza, anche l’idea della regalità sociale di Cristo. Nella devozione fu sempre presente l’aspirazione di conformare a Gesù non solo le anime ma anche le società e i popoli. Da qui l’espressione Regno sociale del Cuore di Gesù. Il padre Ramière sosteneva che questa è la «politica del Sacro Cuore», «la sola politica degna di un cristiano: quella che prega e opera per realizzare l’avvento del Regno di Dio, come in Cielo, così anche sulla terra» 98. 
Ciò è dovuto a due esigenze fondamentali. 
La prima è far sì che Gesù Cristo venga glorificato anche dalle società, perché Egli è Creatore, Redentore e Legislatore dell’ uomo tutto intero, anche nella sua natura sociale, quindi non solo degli individui ma anche dei popoli.
La seconda esigenza è quella di facilitare la salvezza degli uomini. Questi infatti, vivendo organizzati in società, possono salvarsi molto più facilmente se le società in cui vivono, essendo permeate dalla dottrina e dalla morale cristiane, non ostacolano ma anzi facilitano la fedeltà al Vangelo. Ovviamente, questo Regno non può essere imposto da atti ufficiali; esso può realizzarsi pienamente solo se il Redentore regna nelle anime; altrimenti il suo dominio sulle famiglie e sui vari gruppi sociali sarebbe solo formale e apparente. 
Il Regno del Sacro Cuore sulle anime consiste soprattutto nella sincera adesione alla Verità rivelata, nella volontaria pratica dei divini Comandamenti e nella leale obbedienza alle leggi della Chiesa; la grande opera del Sacro Cuore consiste innanzitutto nel conformare al suo i cuori degli individui. In un certo senso, possiamo dire che la società esiste per l’uomo e non l’uomo per la società; tutto quanto si riferisce alla società ha l’uomo come fine prossimo. Le società e gli stessi popoli sono passeggeri, mentre gl’individui sono chiamati a un destino eterno. Il Regno sociale di Cristo mantiene dunque questo aspetto personale. 
Ma è proprio questo Regno sulle anime ad esigere che si realizzi anche un Regno sociale. Se infatti il Vangelo influenzasse decisivamente le anime, in un modo o nell’ altro, prima o poi, giungerebbe a modellare anche l’intera società. Gli ambienti e le istituzioni si conformerebbero alle verità insegnate da Gesù, alle virtù da Lui praticate, ai comandi da Lui espressi. Se un popolo è una sorta di «corpo sociale» dotato di un proprio «cuore», questo cuore può e deve conformarsi al Cuore divino, palpitare all’unisono con Esso. In fin dei conti, le società sono state volute da Dio per facilitare agli uomini il conseguimento della salvezza, ordinando le cose temporali ai fini eterni: «Dalla forma data alla società – consona o meno alle Leggi divine – dipende e s’insinua anche il bene o il male nelle anime» 99. Pertanto il Regno di Cristo ha il còmpito di abbracciare tutte le realtà temporali della vita civile – cultura, arte, scienza, diritto, politica, economia – per disporle in modo che facilitino e non ostacolino la salvezza delle anime, assicurando ad esse quei beni terreni (materiali e spirituali) necessari al conseguimento dei Beni ultraterreni. 
Insegna Pio XII: «Il potere politico (...) è stato stabilito (...) per facilitare alla persona umana, in questa vita terrena, il conseguimento della perfezione fisica, intellettuale e morale, nella prospettiva di aiutare i cittadini a conquistare il fine soprannaturale, che costituisce il loro supremo destino» 100. Da questo punto di vista, realizzare il Regno sociale di Cristo è per l’uomo un dovere di giustizia che deriva dalla virtù di religione: «Cercate innanzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia» (Mt. 6,33).
Essendo Creatore, Redentore e Legislatore dell’ uomo, il Verbo Incarnato ha pieno diritto di ricevere dalle sue creature, anche organizzate in società, l’obbedienza, la riconoscenza e l’amore dovutigli. Questa non è «teocrazia», è la «politica del Vangelo», è la dottrina sociale della Chiesa.
Questo insegnamento viene oggi confermato dalle numerose esortazioni rivolte da Giovanni Paolo II ai cristiani, affinché trasformino la società secondo i princìpi del Vangelo.
Recentemente egli ha detto: «La pastorale deve assumere il compito di plasmare una mentalità cristiana nella vita ordinaria: in famiglia, nella scuola, nella comunicazione sociale, nel mondo della cultura, del lavoro e dell’economia, nella politica» 101.

Guido Vignelli

LA MISERICORDIA DIVINA NELLA MIA ANIMA



Il 14. In questo giovedì, mentre si faceva l'adorazione notturna, sin dall 'inizio non mi è stato possibile pregare. Una strana aridità si era impadronita di me, non riuscivo a riflettere sulla dolorosa Passione di Gesù. Allora mi stesi sui pavimento a forma di croce ed offrii la dolorosa Passione di Gesù al Padre Celeste in riparazione dei peccati del mondo intero. Quando mi alzai da terra dopo quella preghiera andai al mio inginocchiatoio, ad un tratto vidi Gesù li vicino. Gesù aveva l'aspetto uguale a quello che aveva durante la flagellazione. Teneva nelle mani una veste bianca, che mi fece indossare, ed un cordone col quale mi cinse i fianchi e mi copri con un manto rosso, tale e quale a quello con cui fu coperto Lui durante la Passione, ed un velo dello stesso colore e mi disse: 
« Tu e le tue compagne avrete un abito così. La Mia vita, dalla nascita alla morte sulla Croce, sarà la vostra regola. Specchiati su di Me e vivi secondo questo modello; desidero che tu penetri più a fondo nel Mio spirito e tenga presente che sono mite ed umile di Cuore ». Una volta avvertii nell'anima una sollecitazione a mettermi all'opera ed a compiere tutto ciò che Dio esigeva da me. Entrai un momento in cappella ed udii questa voce nell'anima: « Perché hai paura? Pensi forse che Mi manchi l'onnipotenza e non possa venirti in aiuto?». Ed in quell'istante avvertii nell'anima una forza singolare e nulla mi sembravano tutte le contrarietà che mi potevano capitare nell'adempimento della volontà di Dio. Venerdì, durante la S. Messa, quando la mia anima era inondata dalla felicità di Dio, sentii nell'anima queste parole: « La Mia Misericordia è giunta alle anime attraverso il Cuore divino e umano di Gesù, come un raggio di sole attraverso un cristallo». 
Sentii nell'anima e compresi che ogni avvicinamento a Dio ci viene concesso per Gesù, in Lui e per Lui. Un giorno in cui terminò la novena a Ostia Brama, verso sera, dopo che erano state cantate le litanie, un sacerdote portò il Santissimo Sacramento nell'ostensorio. Quando lo posò sull'altare, vidi subito il Bambino Gesù, che allungava le Sue braccine verso Sua Madre, che allora aveva l'aspetto vivo. Quando la Madonna parlava con me, Gesù allungava le braccine verso il popolo lì riunito. La Madre Santissima mi disse dì accettare tutte le richieste di Dio come una bambina senza indagare minimamente; in caso contrario la cosa non sarebbe piaciuta a Dio. In quell'istante scomparve il Bambino Gesù e la Madonna perse l'aspetto vivo e l'immagine del santuario rimase come era prima. La mia anima allora venne inondata da una gioia ed un'esultanza grande e dissi al Signore: « Fa' di me quello che ti piace; sono pronta a tutto. Ma Tu, Signore, non allontanarTi da me nemmeno un istante ». 

Diario di Santa Sr. Faustina Kowalska 

PREGHIERA PER LA GUARIGIONE FISICA



Signore Gesù, ti lodo e ti ringrazio per la fede che mi hai dato col battesimo. Tu sei il 
Figlio di Dio che è diventato uomo, tu sei il Messia, il Salvatore.
In questo momento voglio parlarti come Pietro: Sulla terra non c'è altro nome dato 
all'uomo per mezzo del quale ci possiamo salvare".
Ti accetto, Signore Gesù, nel mio cuore e nella mia vita, desidero che diventi il mio 
Signore assoluto.
Perdona i miei peccati, come li hai perdonati nel Vangelo al paralitico. Purificami con 
il tuo Sangue divino.
Ai tuoi piedi porto le mie sofferenze e la mia malattia. Guariscimi, Signore,
per il potere delle tue sante Piaghe, per la tua santa Croce e per il tuo preziosissimo 
Sangue.
Tu sei il Buon Pastore ed io una pecorella del tuo gregge: abbi pietà di me.
Tu sei Gesù che ha detto: chiedete e vi sarà dato. Signore, il popolo di Galilea
veniva portando ai tuoi piedi i suoi malati che tu guarivi.
Tu sei sempre uguale, hai sempre lo stesso potere. Credo che mi puoi guarire perché 
hai quella stessa compassione che avevi per i malati che incontravi, perché Tu sei la 
Risurrezione e la Vita. Grazie, Gesù, per quello che farai, accetto il piano del tuo 
amore per me. Credo che mi rivelerai la tua gloria. Prima di conoscere come mi 
aiuterai Ti lodo e ti rendo grazie. Amen.

L’ira è un fuoco molto pericoloso.



Bisogna ricercarne le cause ed eliminarla! Può dipendere dai troppi impegni che ci siamo presi; da persone particolarmente moleste; dal demonio…Individuiamo la causa, "eliminiamola" e ritroveremo la pace di Dio.

SUOR M. MARTA - LA SS. VERGINE -



RELIGIOSA DELLA VISITAZIONE  SANTA MARIA DI CHAMBERY 


Una Sorella chiedeva un giorno a Suor M. Marta se voleva bene alla Santa Vergine: “Oh! questa buona Madre, sicuro che l'amo!” rispose essa, mentre il suo volto si trasformava raggiante di purissima gioia. 
  
Profonda invero, e teneramente figliale era la sua devozione a Maria. Per la nostra Sorella era questo un doveroso ricambio, poiché la SS. Vergine dimostrava alla sua Figliola, il più tenero degli affetti materni. 
  
Percorrendo i manoscritti che riferiscono i favori accordati alla nostra Sorella, l'animo si commuove trovando, quasi ad ogni pagina, presso la visione di Gesù, quella soavissima della Vergine Immacolata. 
  
La celeste Regina le apparve un giorno nella sua gloria. Essa pareva chinarsi verso la terra, per guardare le sue figlie, e tutta occupata di noi, sembrava quasi noncurante dello splendore che La circondava. Questa buona Madre tendeva la mano a Suor M. Marta come per avvicinarsela (3 maggio 1871). 
  
In una festa della Visitazione (2 luglio 1878) durante la Santa Messa, la Regina dei Cieli si offrì di nuovo alla contemplazione della sua Serva. In un trasporto di gioia, Suor Maria-Marta esclamò nel suo cuore: “Eterno Padre, vi offro i meriti del Divin Sacrifizio per la maggior gloria della mia buona Madre!”. Maria sorridente e “ben contenta” (è questa l'espressione stessa di quest'anima ingenua) le disse: “Non t'inganni, figlia mia, io sono una Mamma ancor migliore della Madre che ti ama pur tanto!”. 
  
Questa “bontà sorridente” - sia detto per incidenza - la Madonna avrebbe voluto trasfonderla nella sua figlia e gliela raccomandava spesso: “Il tuo cuore deve trovarsi in una costante disposizione di umiltà e di bontà. Figliuola, non ti è permesso di pensare a te, ma devi pensare costantemente al prossimo”. 
  
Un'altra volta, che Suor M. Marta si intratteneva interiormente con la sua Divina Madre; 
Questa le comparve per attestarle la sua soddisfazione: “Quando la Madre è presente, gode se la figlia le parla, ma è ancor più contenta se viene a sapere che in sua assenza la figliola ha parlato costantemente di Lei. 
  
“Ancorché a volte ti sembri di essermi lontana, mi sei invece ben vicina. Ricordati che ti sono Madre: ricorri a Me con fiducia illimitata e sarai esaudita”. 
  
E la Serva di Dio si regolava su questi materni suggerimenti; in lei nemmeno l'ombra di esitazione o di timore, nel ricorrere alla SS. Vergine. 
  
Quando le si affidava qualche particolare intenzione - dice la Superiora - se vedeva Nostro Signore inflessibile alle sue preghiere si rivolgeva all'Eterno Padre, ma più spesso ancora alla Vergine Immacolata, dalla quale ordinariamente otteneva la grazia desiderata. 
  
Occorre notare, che le grazie richieste, non erano sempre di ordine soprannaturale, né di grande importanza. Qualche volta si trattava semplicemente di un po' di bel tempo. 
(1) “In un'occasione in cui lo avevamo chiesto invano a Nostro Signore, la nostra Sorella, volgendosi alla sua celeste Mediatrice: “Mia buona Madre - le disse - vedete che non ottengo nulla, degnate domandarlo Voi per noi”. I1 giorno stesso - nota il manoscritto - si ebbe un tempo splendido”. 
  
Tra le pratiche di pietà preferite dalla nostra fervente Conversa, va segnalato il S.to Rosario. Questa preghiera essa la sapeva “gradita” sopra ogni altra e sommamente “efficace”. 
  
Nel Ritiro del 1870, e precisamente il 3 settembre, mentre in tempo di ricreazione recitava il Rosario con le altre Sorelle Solitarie (come d'uso), Maria SS. le manifestò la sua predilezione per quelle che si assoggettavano a questa pia consuetudine: “Le Sorelle che procurano d'intervenire al Rosario, mi fanno piacere; quelle che lo dicono con fervore, saranno un giorno al mio seguito”. 
  
Una volta che l'intera Comunità era intenta a questo pio esercizio, fu concesso a Suor M. Marta di vedere le grazie e le benedizioni numerose che il Salvatore versava sulle nostre famiglie, come frutto delle preghiere in onore di Sua Madre. 
  
“Io sono la Madre di tutte le anime, ma voglio essere pregata”, dichiarava la SS. Vergine in un'altra circostanza.  
“Dovete offrirmi quindici fiori al giorno”. 
  
Ma, il materno compito di Maria è, soprattutto, di attirare e unire le anime a Gesù. Con quale cura lo assolveva presso la nostra Sorella! 
  
In un primo di maggio le diceva: “Figlia mia, per ben trascorrere il mio mese, bisogna che tu costantemente stia ritirata nel tuo cuore con Gesù”. Questo è stato l'esercizio di tutta la mia vita: bisogna imitarmi”. 
  
Nei giorni delle Sue ricorrenze Essa amava far godere la sua figlia prediletta della presenza sensibile del Bambino Dio. 
  
Così il 2 luglio: “Figlia mia, ti dono il mio piccolo Gesù. Egli sarà ben collocato nel tuo cuore innocente, che ignora il male”. 
  
E in una mattina dell'Assunzione, mentre Suor M. Marta si comunicava, le ripeté: “E' tuo questo Bambinello; Egli appartiene alle anime infantili”. 
  
Deponendo, un altro giorno, il Divino Emanuele tra le braccia di Suor Maria-Marta: “Bisogna portarlo, le diceva amabilmente, e chiedergli di far piovere le sue grazie sul mondo”. La felice Sorella, con gioia infinita colmò di carezze il suo caro piccolo Gesù e se lo strinse al cuore per un quarto d'ora. “Vivere con Gesù in una gioia infantile - le aveva spiegato le SS. Vergine - vuol dire prendere cura della Sua infanzia, divenendo così partecipe della gioia da Me gustata, quando circondavo di amorose sollecitudini la sua Culla”. 
  
Via d'infanzia spirituale, sempre! E' su questa via che la Divina Signora guida la nostra Sorella. Per questo scopo Ella le raccomanda l'obbedienza: “Io non voglio che tu faccia alcun atto, per quanto buono possa essere, fuori dell'obbedienza”. 
  
Essa le raccomanda la purità d'intenzione: “Fortunate le anime che van diritte a Dio con purità d'intenzione, che aspirano soltanto a Dio, che fan tutto per Dio. Esse conducono sulla terra la vita degli Angeli in Cielo!”. 
  
La celeste Madre la mantiene nella confidenza e nell'abbandono. Suor M. Marta trovandosi alle prese con una grave pena di spirito ricevé queste parole di consolazione: “Figlia mia, non aver alcun timore, Io sarò la tua cauzione” - Mia buona Madre, sono in pena dello stato in cui mi trovo. - “Figliola, non devi turbarti per voler raggiungere la perfezione, ma devi compiere la Volontà del mio Figlio, senza considerare te stessa. 
Lascia a Lui il pensiero della tua perfezione e avrai ciò che ti è necessario. 
  
“Non fate come gli schiavi che vivono sempre in timore; voi non avete nulla da temere, ma dovete molto amare. Siete come figliole amate con gran tenerezza dal loro Padre”. 
  
Ma più spesso ancora ritorna sulle labbra della gran Madre di Dio, la lezione di umiltà: “Figlia mia, abbassati al disotto di tutte e ringrazia il Signore di averti ammessa tra Religiose così sante”. 
  
E l'Augusta Vergine pareva farsi simile alla sua piccola Serva mettendosi al suo livello affine di umiliarsi: “Figlia mia, Noi ci umilieremo insieme per i poveri peccatori. Renditi ben piccina e sarai mia vera Figlia”. “Io ammiro di continuo la degnazione di mio Figlio verso una creatura così miserabile e imploro continuamente per te l'umiltà.” 
  
Suor M. Marta avendo allora supplicato la Madonna ad ottenerle questa preziosa virtù del suo Cuore, Maria SS. le rispose: “Figliuola, tu vuoi la grazia più grande che Io possa accordarti e la più cara al mio Figlio ed alla Corte celeste: l'umiltà.... Io te l'accorderò se tu me la domanderai tutte le volte che avrai occasione di insuperbirti”. - Mia buona Madre, insisté l'ingenua Sorella, io la voglio per sempre. “Vi è più amore e più umiltà a domandarla di frequente.... è necessario crescere in umiltà fino alla morte; in tal modo voi rallegrerete il mio cuore materno”. 
  
E Maria aggiunse questa parola profonda, soggetto inesauribile di meditazione: “Con l'umiltà voi diverrete come Me “Madre di Gesù”. 
 
Ma la SS. Vergine non vuole vederci porre in dimenticanza che il Suo Gesù è morto crocifisso e che Egli è morto per le anime. Essa confida a Suor M. Marta, l'ardente brama del proprio cuore: “Io ho fame di anime! Se tu sapessi quanto desidero con Gesù la loro salvezza!”. 

La salvezza delle anime non si opera che per i meriti della Passione del Cristo. E' da parte di Sua Madre, un richiamo alla “Missione” affidata alla nostra Sorella: “Pregate molto per i peccatori, affinché ricevano i frutti della Redenzione. Il mio cuore di Madre ne avrà sollievo e conforto. 
  
“E' nei vostri cuori che Gesù trova riparazione, mediante l'offerta delle sue Sante Piaghe. 
  
“Se volete consolarmi mettetevi a piè della Croce di mio Figlio, e offrite con umiltà i Suoi meriti all'Eterno Padre, in soddisfazione dei peccati degli uomini”. 
  
Il dono supremo della Vergine Maria, come quello di Gesù, nell'attesa del Paradiso è - dopo la Culla e la Croce - la Santa Eucarestia: 
  
“Figlia mia, te L'ho donato il bel giorno della tua prima Comunione e, in seguito, a tutte le Comunioni tu vedi questo caro Bambinello, ma nell'ora della morte te Lo darò per l'eternità”. 
  
Sentendo il suo cuore vuoto e povero, Suor M. Marta, prima di avvicinarsi alla Santa Mensa, si volgeva volentieri verso la sua buona Madre, offrendo a Nostro Signore le disposizioni del di Lei cuore verginale per supplire alle proprie. “Io mi faccio povera con te - le disse allora Maria con la più commovente benignità - e insieme andremo, così poverelle, a ricevere mio Figlio; e non possedendo nulla, noi possederemo tutto”. 
  
Un'altra volta, il 27 maggio 1880, è al Coro, per l'Ora di adorazione che la SS. Vergine l'accompagna: “Figlia mia, le dice, bisogna venire senza il tuo corpo”. Appena inginocchiata davanti al SS. Sacramento, Suor M. Marta restò immobile, gli occhi chiusi, le mani giunte, con l'espressione di un'anima che gusta Dio pienamente. Durante questi momenti deliziosi, la sua celeste Educatrice non le aveva fatto fare altra cosa che offrire i meriti del Salvatore, uniti a quelli della Madre di Lui, e ripetere costantemente a N. Signore, per sé e per il mondo intero: “Gesù mio, perdono, grazie!”. 
  
Figlia amantissima e amatissima della Madre celeste, tale a noi sembra dunque Suor M. Marta. 
  
E' senza dubbio al suo indirizzo particolare che Maria pronunciava queste parole: “Le anime fanciulle, che camminano con rettitudine e semplicità, queste sono le mie vere figlie”. 
  
A questo ideale corrispondeva senza dubbio la nostra Sorella, poiché, cosa ineffabile e capace di rivestire un'anima dei più puri candori, l'Immacolata chinandosi verso la sua umile Figlia la degnò di un soavissimo bacio materno dicendole: “E' così che ti amo quando tu ami mio Figlio”. 

SE MI APRI LA PORTA...



Cammina accanto a Me

Tieni sempre i tuoi occhi rivolti a Me in umile attesa. Piace tanto al maestro l'attenzione dello scolaro, al padre l'obbedienza del figlio, e allo sposo lo sguardo fisso su di lui della sposa per essere pronta e eseguirne i voleri.
Da te, ripeto, non pretendo grandi cose, solo l'osservanza di tutti i tuoi doveri e l'unione inalterabile con Me. Come vedi sono cose semplici e chiare, senza pretese; ma in questa vita umile e nascosta si cela una santità eminente che, senza far rumore, ti rende la beniamina del mio Cuore.
Tu lo senti, e sei sorpresa del dominio che hai di te stessa, quando sei proprio unita a Me. Nulla ti turba; sai soffrire ogni cosa. Vedi dunque la necessità di sempre pensare con affetto a Me, poiché senza di Me, fuoco d'amore, non sei più nulla, non vali più nulla.
Quando un'anima si dà tutta a Me, è nella natura della mia bontà infinita di accettarla, anzi quasi assorbirla in Me, qualunque sia la sua piccolezza e indegnità.
Mi si dona, e Io devo prenderne la responsabilità e la cura speciale. Quell'anima poi, liberamente donandomi la sua volontà, perde quasi la sua iniziativa. Come uno, per quanto refrattario a un bagno molto caldo, se, vi viene immerso da forza maggiore, deve necessariamente subirne le conseguenze, così l'anima che Io unisco alla mia Divinità deve assoggettarsi all'influsso della grazia.
Fa' dunque in modo che le creature non ti trovino più se non immedesimata con il tuo Dio, in perfetta fusione con lui. Il mondo, le creature, gli eventi siano per te come un mare tempestoso che mette paura e che non affronti da sola.
Cammina silenziosamente accanto a Me. Se non vedi che Me, se non segui che Me, se non pensi e ami che Me, come potrai essere nelle tenebre, nel gelo, nelle incertezze dolorose? 

DON RENZO DEL FANTE 

SPIRITO SANTO



Vieni, o Amore Eterno, che (appunto perchè sei Amore) allontani da noi il nemico della nostra salute; vieni, e liberaci da ogni inganno e tentazione del demonio, aiutandoci a tenerlo sempre lontano colla mortificazione delle passioni e dei sensi. 

LE SETTE ARMI SPIRITUALI



La terza diabolica apparizione 

Dopo qualche tempo, nel vedere che non l'aveva del tutto gettata a terra, il nemico le apparve nuovamente nelle forme della Vergine Maria con Gesù bambino in braccio e la rimproverò così: - Tu non hai voluto ripudiare l'amore vizioso, perciò non ti darò l'amore virtuoso, cioè quello del mio Figliolo. - e, detto questo, disparve con espressione turbata.  

Si può ben comprendere in quale stato di indicibile amarezza essa rimase, convinta di avere veramente visto la Madre di Cristo e di essere in colpa verso di Lei e il suo Figlio; e si pensi in quanta mortale miseria e tristezza si ritrovò nei giorni che seguirono l'apparizione che, a malapena, sopportava sé stessa tanto che, più volte, fu sul punto di cedere alla disperazione; se non avesse saputo che il peccato più grave è la disperazione; ma la divina bontà la sostenne, lasciandole il dono della buona volontà e il vivo desiderio di non fare nulla contro il volere divino.  

Allora il maligno parve ricevere da Dio la libertà di accrescere la sua rabbia. 
Poiché non riusciva a dannarla con gli inganni, cercò di affliggerla con altri mezzi e colpi il bene comune a tutte le sorelle e l'onore del monastero, che lei amava sinceramente; una notte, mentre le altre sorelle dormivano, essa lo udì girare intorno alle mura del monastero urlando rabbiosamente con spaventosa e terribile voce e, se Dio gli negò la libertà di abbatterlo, come invece poté fare con la casa del beato Giobbe, tuttavia intrigò tanto che, in poco tempo, rimase vuoto delle sorelle e delle cose.  

Ferma nei suoi propositi, essa non acconsentì di abbandonarlo senza la certezza del ritorno in migliori condizioni e, con questa promessa, anche se con grandissimo dolore, dopo le altre uscì anch'essa, ma volle essere accompagnata in un luogo dove non fosse stato possibile vedere e parlare con alcuno.  

Come piacque alla divina Provvidenza, con cinque sorelle, già sue compagne, tornò poi al monastero e lo rimise in ordine; ma passò alquanto tempo prima che riuscissero a chiudersi in clausura, perché molte persone desideravano visitarlo.  

Il nemico approfittò della situazione per tentare ancora di nuocere e istigò alcune persone, altolocate secondo il mondo, a proporle con insistenza di trasferirsi nella loro casa, come compagna di una loro figliola ammalata, e credevano di rassicurarla nel dire che, se fosse stato necessario trovare licenza dal Papa o da qualunque altro superiore, non dubitasse e, così, per il necessario alla salute dell'anima e del corpo, che sarebbe stata servita meglio di quanto avesse saputo domandare. Ma essa non acconsentì, forte e costante nel proposito di chiudersi in clausura sotto la regola di Santa Chiara. E così avvenne.  

Ma il nemico non si disarmò e tentò di distruggere nuovamente l'edificio rinnovato; così lei, temendo fortemente, ricorse all'arma della orazione e invocò dal Cielo il divino aiuto, con tutto il suo affetto. Narrare ogni cosa, sarebbe troppo, basti sapere che, prima di essere pienamente esaudita, sostenne ancora molti e diversi tormenti e con lei anche le sue compagne; ma infine, come è scritto, così avvenne: «Nel giorno della sofferenza ti hanno invocato e Tu, dal Cielo, li hai esauditi».  

L'edificio finora è prosperato di bene in meglio, il nemico ha perduto la battaglia ed è rimasto confuso, a lode del Signore Iddio che non abbandona coloro che sperano in Lui, anche se, a volte, permette che vengano colpiti da molti e grandi mali, per metterli alla prova e farli degni di maggiore gloria.  

La infernale penuria, durata circa cinque anni, è passata e Dio, apertamente, le ha rivelato che le apparizioni furono permesse al diavolo per farla giungere a una grande conoscenza di sé. Essa è rimasta tanto illuminata dalla vera divina visitazione e nella conoscenza della propria impotenza, che se tutte le anime beate le giurassero il contrario, non lo crederebbe. Se è stata nuovamente consolata, è rimasta però in grande salutare timore, che al cospetto della divina Maestà, vede sé stessa come assoluta, incomprensibile e spregevole nullità.  

Santa Caterina da Bologna

FEDE, PREGHIERA, CORAGGIO E AVANTI IN DOMINO!



... Così Iddio ci    aiuti, o miei cari Figli, Alunni e Benefattori, e ci conforti sino alla morte    et ultra!
  
Amare nostro Signore, la nostra celeste Madre e Fondatrice Maria Santissima; amare il Papa, i Vescovi, la Chiesa; amare i piccoli e i poveri più abbandonati; mi pare di esser già un po' in Paradiso; non sento più la stanchezza, non le calunnie, non i dolori, che pur, grazie a Dio, non sono pochi.
  
Allora, anzi, Gesù    mi porta a chiedergli ardore nell'operare la salvezza della anime:
  
fede, più fede, "ma di quella", come diceva il Cottolengo; amore alle angustie, alle ostilità - alla Croce: o beata tribolazione, o pane di consolazione!
  
Fede, preghiera e    coraggio, figliuoli e amici miei, e avanti in Domino!
  
Cercate costantemente di avere l'umiltà e la carità: state buoni, pii, lavorate, camminate sotto lo sguardo di Dio: il mio cuore è con voi!

S. Luigi Orione

NON DIMENTICHIAMOLI



ARDENTE SUPPLICA PER LE ANIME DEL PURGATORIO

O Cuore dolcissimo di Gesù, Fornace ardentissima del Divino Amore, accogli la preghiera che col cuore Ti eleviamo per tutti i nostri amati fratelli e sorelle che soffrono nel fuoco del Purgatorio.

Gesù, volgi il Tuo sguardo di Salvatore amoroso a queste creature, che tanto desiderano il Tuo eterno abbraccio di Misericordia.

Signore, Te le presentiamo tutte; in modo speciale, le anime più derelitte e abbandonate, e quelle che solo all’ultima ora hanno fatto ricorso alla Tua infinita Pietà, dopo un’esistenza dissipata nell’affetto egoistico di se stesse e nei vizi, ed ora sempre più comprendono la verità di Dio e del proprio essere, che solo in Lui può raggiungere quella Vita e pienezza di Felicità per cui siamo stati creati.

Gesù, Eterno Sacerdote, Ti raccomandiamo i Tuoi unti, coloro che ci hanno annunciato il Tuo Santo Vangelo e amministrato i Tuoi Sacramenti: ammettili presto a celebrare la Liturgia celeste, in comune esultanza con gli Angeli.
Gesù, Agnello di Dio, abbi misericordia delle Tue anime vittime, che talvolta non hanno saputo offrire se stesse con grande amore e portare pazientemente la croce dietro di Te, Martire Crocifisso: incoronale presto con la gioia dei Tuoi mistici amplessi cui tanto sospirano.
Gesù, Sposo supremo delle anime, volgiTi benigno agli sposi, che non sempre si sono reciprocamente donati custodendo integra la fedeltà promessa all’altare, e amandosi intensamente e castamente come Tu ami la Chiesa; e che non hanno seguito fedelmente la Tua Legge di vita, chiudendosi in una ricerca egoistica del proprio interesse e diffidando della Tua Provvidenza, la quale non manca mai ai Tuoi veri servi ed amanti.
Ricordati anche di tutti coloro che, ingannati dal demonio della concupiscenza, buttando a terra la Tua Croce, hanno preferito l’abbraccio viscido del vero nemico dell’uomo, satana: gli uomini e le donne che si sono volontariamente prostituiti, che hanno adorato la carne disprezzando lo spirito; di coloro che hanno praticato e favorito il grave delitto dell’aborto; di quanti hanno scandalizzato il prossimo con comportamenti gravemente illeciti ed abbigliamenti immodesti; di chi ha praticato e diffuso la pornografia.
Abbi speciale compassione, o Gesù Buono, di tutte le anime che, nel breve corso di questa vita mortale, hanno addolorato il Tuo sguardo divino con quelle azioni che maggiormente affliggono il Tuo Cuore castissimo ed ardente. Segnatamente ricordaTi, Gesù Caro, dei Tuoi servi, che non sempre hanno mantenuto i voti che Ti avevano solennemente professato; ma, al contrario, opponendo una scarsa resistenza alle tentazioni, non amandoTi fino al sangue e al sacrificio di sé, con troppa facilità e malizia, hanno permesso al demonio impuro di degradarli con atti indegni dell’uomo e, in special modo, di anime da Te predilette.
Concedi dunque, Salvatore Santissimo, che stai nascosto col Tuo vero ed immacolato Corpo nell’Ostia Consacrata, che tutte queste anime possano quanto prima sperimentare la vera dolcezza dell’infuocata Tua Carità.
Gesù, Amante delle vergini, abbi pietà delle Tue consacrate, che non sempre hanno alimentato con l’olio della fede la lampada del loro cuore, e che talvolta hanno profanato la mistica sponsale alleanza a cui Tu, con gran Misericordia, Ti sei degnato elevarle: accoglile presto nella Tua stanza nuziale e saziale dei Tuoi casti ed ardenti baci, cui tanto anelano, sospirando il Tuo Amore.
Gesù, vero Uomo, Ti presentiamo le anime dei giovani, la cui esistenza terrena è stata come un soffio e non vissuta nella ricerca del Tuo progetto su di loro, ma sciupata nelle vanità mondane, nell’alcol, nella droga …, e magari divelta all’improvviso, come una tenda di pastori: accoglili pietoso nel Giardino della vera Gioia che essi, errando, cercarono nei piaceri ingannevoli del mondo.
Gesù, figlio del falegname, abbi compassione di tutte le anime che la morte ha portato dinanzi a Te per infortuni sul lavoro, incidenti o violenze subite: ritrovino pace perfetta e letizia senza tramonto nella Tua Casa celeste, nel Giorno eterno che non conosce sera.
Gesù, dona magnanimo il Tuo Perdono a quelli che hanno oppresso e maltrattato il loro prossimo, e l’hanno danneggiato con lo scandalo, oppure moralmente o materialmente: possano anch’essi, ora che comprendono l’assurdità della loro cattiveria, invidia e durezza di cuore, sperimentare la soavità della Tua clementissima Misericordia.
Gesù, che Ti sei fatto povero per arricchirci, abbi pietà dei ricchi - spiritualmente o concretamente - che, per egoismo ed accidia, in questa vita terrena hanno trascurato le tanto necessarie opere di misericordia e non hanno aiutato i poveri lazzari nei quali Tu Ti nascondevi in attesa di amorevole soccorso, e di tutti coloro che sono passati indifferenti dinanzi al dramma dell’altrui miseria e povertà: dona a questi ricchi, che ora sono nel Purgatorio i poveri, l’abbondante e consolante Tua Dilezione.
Gesù, Vita dei morti, ricordati di coloro che hanno incontrato una morte violenta e dei Tuoi poveri fiori strappati dalle guerre fratricide: riposino per sempre nell’Oasi della Pace perfetta, il Santuario del Tuo Cuore Divino.
Gesù, con tutto il cuore, Ti supplichiamo di concedere la piena salvezza a coloro che, in un’ora di profonda angoscia e grande sconforto, col suicidio hanno rifiutato il dono della vita: possano presto godere la Luce dell’Amore sconfinato della Trinità e i beni della Vita Divina, che ci hai acquistati a prezzo del Tuo Sangue.
O Gesù, nostro Dio e Fratello, vero Amico degli uomini, perdona tutte queste anime che soffrono grandi tormenti e dolori perché hanno adorato la creatura al posto del Creatore.
Assolvi coloro che si sono prostrati al maligno, praticando la magia e partecipando alle messe nere, nelle quali, con odio grande, Ti maledicevano. Maledivano Te, Trinità Adorabile, Sorgente della vita, Sommo Bene, Signore Santissimo dell’Amore eterno, degno di lode, onore e gloria nei secoli.
O Divino Salvatore, perdona benigno anche coloro che, trascinati dall’ira, hanno bestemmiato il Tuo Nome dolcissimo: assolti da questi gravi oltraggi alla Tua Adorabile Persona, possano presto esultare nella lode eterna della Tua ineffabile Misericordia.
A tutte queste anime concedi, mio Signore, la Luce, la Gioia, la Quiete del Tuo Regno celeste.
E voi, anime elette della Sua Misericordia, aiutate noi, pellegrini in questo breve sabato del tempo, a capire col cuore che le cose del mondo non sono importanti, che non da esse trarremo quella felicità cui tanto ardentemente il cuore dell’uomo anela; che SOLO DIO BASTA; che la vera sapienza consiste nel disprezzare il peccato e nel tendere con tutte le nostre forze all’unione con le Tre Divine Persone, al possesso amoroso del Supremo Bene: Dio, che tanto ardentemente desidera riabbracciarci tutti un giorno nel Suo santo Paradiso.
Amen.




martedì 30 luglio 2019

"Gesù e la Samaritana"


Per mantenerci costanti nel suffragare le Anime del Purgatorio.



Nella vita umana, se si fugge un incomodo s'incappa in un altro; ma, se si soffre qualche cosa per le Anime, non accade mai senza un guadagno.

VENITE A ME CHE SONO L'INFINITA VOSTRA RICCHEZZA



Gesù alle anime:
Sono io, Gesù Eucaristia, tesoro delle vostre anime, ricchezza del mondo, pace di tutte le creature!

Come la poderosa energia nascosta nel filo elettrico 

Voi state intorno a me come le pecorelle intorno al Pastore, ed io voglio rivolgervi una parola paterna per guidarvi al pascolo del mio amore.
Guardate questo mio Cuore, di quante fiamme è ripieno. È un fuoco ardente, ma è nascosto alle anime che non si mettono in comunione con me annientadosi. Chi supporrebbe nel filo elettrico una fiamma nascosta, una energia così potente che può muovere, può illuminare, può riscaldare, può scuotere, può ravvivare? Non ha significato stare in distanza da questo filo, né si può percepire la corrente senza mettersi in comunicazione.
Così sono io in questo Sacramento di amore: sono inerte, nascosto, silenzioso, arido, freddo per chi non si inabissa nella mia vita eucaristica, con un atto di fiducia, con una dedizione completa, con una umiltà profonda!
Quanto più piccoli vi fate, quando vi isolate dalla terra, quando mettete in me il vostro principio ed il vostro fine, voi siete in me come il filo di una lampada elettrica e vi riempite di calore, di luce, di vita.
Il filo di una lampada deve essere sottile, deve essere isolato dalla terra, deve essere in comunione dei due poli elettrici, deve stare nel vuoto...
Così voi dovete farvi piccoli, dovete staccarvi dalla terra, dovete mettervi in comunione con me, dovete essere nel vuoto completo, affinché l'atmosfera del mondo non vi consumi e vi bruci.
Oh, quanto sono poche le anime che vengono innanzi a me con queste disposizioni! Quando si va in chiesa pieni di orgoglio e di ostentazione, quando si è legati alla terra, si è distratti dal mondo, come volete che io parli all'anima?
Questa è dunque la prima via per essere pascolati da me!

SAc. DOLINDO RUOTOLO 

PREGHIERA PER LA GUARIGIONE INTERIORE



Signore Gesù, tu sei venuto a guarire i cuori feriti e tribolati,
ti prego di guarire i traumi che provocano turbamenti nel mio cuore;
ti prego, in particolar modo, di guarire quelli che sono causa di peccato.
Ti chiedo di entrare nella mia vita, di guarirmi dai traumi psichici che mi hanno 
colpito in tenera età e da quelle ferite che me li hanno provocati lungo tutta la vita.
Signore Gesù, tu conosci i miei problemi,
li pongo tutti nel tuo cuore di Buon Pastore. Ti prego, in virtù di quella grande piaga 
aperta nel tuo cuore, di guarire le piccole ferite che sono nel mio. Guarisci le ferite dei 
miei ricordi, affinché nulla di quanto m'è accaduto mi faccia rimanere nel dolore, 
nell'angustia, nella preoccupazione.
Guarisci, Signore, tutte quelle ferite che, nella mia vita, sono state causa di radici di 
peccato. Io voglio perdonare tutte le persone che mi hanno offeso, guarda a quelle 
ferite interiori che mi rendono incapace di perdonare. Tu che sei venuto a guarire i 
cuori afflitti guarisci il mio cuore.
Guarisci, Signore Gesù, quelle ferite mie intime che sono causa di malattie fisiche.
Io ti offro il mio cuore: accettalo, Signore, purificalo e dammi i sentimenti del tuo 
Cuore divino. Aiutami ad essere umile e mite.
Concedimi,  Signore,  la  guarigione  dal dolore che mi opprime per la morte delle 
persone care.
Fa' che possa riacquistare pace e gioia per la certezza che tu sei la Risurrezione e la 
Vita. Fammi testimone autentico della tua Risurrezione, della tua vittoria sul peccato e 
sulla morte, della tua presenza di Vivente in mezzo a noi. Amen.

Maria Madre di Dio



Più dolori voi tutti accettate di prendere su di voi e più anime, Mio Figlio, può ancora salvare.

Ritorno a casa



Cristiani, atei ed ebrei convertiti alla fede cattolica


Cristiani non cattolici 

Come abbiamo detto i cristiani sortiti dalla Riforma luterano non furono un esempio di santità. E se nella Chiesa cattolica vi fu l’eccesso e l’Inquisizione, l’intolleranza di Lutero e dei suoi seguaci fu peggiore. 
Relativamente agli evangelici tedeschi, possiamo dire che al tempo di Hitler si organizzarono i deutschen christen (cristiani tedeschi) con il motto Una nazione, una razza, un Fuhrer. La chiesa evangelica era la chiesa del Reich e, inoltre, nel suo statuto contemplava un paragrafo sull’arianesimo nel quale si proibiva l’ordinazione di pastori che non fossero di razza pura, e dettava restrizioni sul battesimo di coloro che non potevano assicurare una buona discendenza sanguinea. Per questo motivo l’allora cardinal Ratzinger ebbe modo di dire: La concezione luterana del cristianesimo nazionale, antilatino, offrì ad Hitler un buon punto di partenza, parallelo alla tradizione della Chiesa di Stato, con una forte enfasi posta sull’obbedienza all’autorità politica, che è naturale tra i seguaci di Lutero... Un movimento tanto aberrante come quello dei “cristiani tedeschi” non avrebbe potuto aver luogo nella cornice della concezione cattolica della Chiesa. 
Un altro caso riguarda la Germania comunista. Secondo lo storico luterano Gerhard Bieser, ci furono tremila dei quattromila pastori esistenti, che erano informatori della polizia segreta di Stato, la terribile Staztsichereit, chiamata Stasi. La collaborazione dei pastori protestanti non fu, dice lo storico, occasionale né fu delimitata nella cornice della vita religiosa, bensì costituì un problema strutturale per la chiesa evangelica. 
Evidentemente il fatto che i pastori fossero sposati e volessero la sicurezza per le loro famiglie, influì su questo, però è altrettanto vero che vi è una lunga storia di sottomissione allo Stato sin dai tempi di Lutero, che si inchinò all’autorità dei suoi principi protettori, dai quali dipendeva la sua sopravvivenza. Questo di fatto non avviene tra i cattolici che hanno l’autorità papale che detiene la massima libertà di azione in quanto capo di uno Stato indipendente. 
Il fatto di non esser sposati dà ai sacerdoti maggior indipendenza. E ancor più, i cattolici attribuiscono un senso universale alla loro missione. Questo manca alle chiese ortodosse, che sono state praticamente chiese sottomesse di volta in volta ai loro rispettivi governi ed è mancato loro un senso missionario per allargare la fede ad altri popoli. 
Esser cattolico significa essere universale e far parte della chiesa fondata da Cristo duemila anni fa. Vale la pena esser cattolici e vivere la nostra fede in pienezza. Ci si può lamentare che tra i 1.100 milioni di cattolici ce ne sono molti pessimi, così come tra i protestanti, soprattutto nei paesi dove costituiscono la maggioranza della popolazione. Imitiamo i buoni e santi cattolici. Dio giudicherà i cattivi cattolici, ma tutti sono invitati ad appartenere alla Chiesa cattolica a tornare a casa, se si sono allontanati da essa.

Padre ángel Peña

Gesù versa Sangue nel viaggio al calvario



O Salvatore del mondo, il Sangue versato sulla via del Calvario, illumini il nostro cammino e ci aiuti a portare la croce con te, per completare in noi la tua passione. 

La visione di una mano insanguinata



IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO

Più volte durante il giorno, passò per lo spirito la visione di una mano insanguinata. Nel sonno e allo svegliarmi, la mano ricomparve più viva, con un foro sanguinante e, nel foro, un grosso chiodo che insistentemente allargava la ferita spingendosi a ricrocifiggere la mano straziata. Forse Gesù voleva impressionare l'anima con i Misteri della sua Passione, forse li rendeva così vivi e sensibili perchè l'anima, a sua volta, penetrata di amore e di dolore, ripetesse l'offerta delle piccole immolazioni.
Nella S. Comunione Gesù rinnova la visione, la sua candida, bellissima, adorabilissima mano che sta per essere ricrociîissa, che già sanguina per la punta crudele che vuole immobilizzarla. - Sei tu che mi crocifiggi; è la tua resistenza a' miei impulsi che vuole nuovamente legarmi all'inazione, al martirio della croce.
Questa mano benedetta dissipa i veli che ti nascondono sublimi verità, essa ti schiude la via per le ascensioni soprannaturali, ti svela i misteri più reconditi; ti porta sui sentieri della grazia che guidano all'incontro con la Divinità; ti introduce nel sacrario del mio Amore e del mio dolore, e tu la respingi con la tua incredulità, tu la paralizzi con la tua resistenza e la crocifiggi con il chiodo spietato della tua ingratitudine. - q. Il : s.d.

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO