mercoledì 31 luglio 2019

SUOR M. MARTA - LA SS. VERGINE -



RELIGIOSA DELLA VISITAZIONE  SANTA MARIA DI CHAMBERY 


Una Sorella chiedeva un giorno a Suor M. Marta se voleva bene alla Santa Vergine: “Oh! questa buona Madre, sicuro che l'amo!” rispose essa, mentre il suo volto si trasformava raggiante di purissima gioia. 
  
Profonda invero, e teneramente figliale era la sua devozione a Maria. Per la nostra Sorella era questo un doveroso ricambio, poiché la SS. Vergine dimostrava alla sua Figliola, il più tenero degli affetti materni. 
  
Percorrendo i manoscritti che riferiscono i favori accordati alla nostra Sorella, l'animo si commuove trovando, quasi ad ogni pagina, presso la visione di Gesù, quella soavissima della Vergine Immacolata. 
  
La celeste Regina le apparve un giorno nella sua gloria. Essa pareva chinarsi verso la terra, per guardare le sue figlie, e tutta occupata di noi, sembrava quasi noncurante dello splendore che La circondava. Questa buona Madre tendeva la mano a Suor M. Marta come per avvicinarsela (3 maggio 1871). 
  
In una festa della Visitazione (2 luglio 1878) durante la Santa Messa, la Regina dei Cieli si offrì di nuovo alla contemplazione della sua Serva. In un trasporto di gioia, Suor Maria-Marta esclamò nel suo cuore: “Eterno Padre, vi offro i meriti del Divin Sacrifizio per la maggior gloria della mia buona Madre!”. Maria sorridente e “ben contenta” (è questa l'espressione stessa di quest'anima ingenua) le disse: “Non t'inganni, figlia mia, io sono una Mamma ancor migliore della Madre che ti ama pur tanto!”. 
  
Questa “bontà sorridente” - sia detto per incidenza - la Madonna avrebbe voluto trasfonderla nella sua figlia e gliela raccomandava spesso: “Il tuo cuore deve trovarsi in una costante disposizione di umiltà e di bontà. Figliuola, non ti è permesso di pensare a te, ma devi pensare costantemente al prossimo”. 
  
Un'altra volta, che Suor M. Marta si intratteneva interiormente con la sua Divina Madre; 
Questa le comparve per attestarle la sua soddisfazione: “Quando la Madre è presente, gode se la figlia le parla, ma è ancor più contenta se viene a sapere che in sua assenza la figliola ha parlato costantemente di Lei. 
  
“Ancorché a volte ti sembri di essermi lontana, mi sei invece ben vicina. Ricordati che ti sono Madre: ricorri a Me con fiducia illimitata e sarai esaudita”. 
  
E la Serva di Dio si regolava su questi materni suggerimenti; in lei nemmeno l'ombra di esitazione o di timore, nel ricorrere alla SS. Vergine. 
  
Quando le si affidava qualche particolare intenzione - dice la Superiora - se vedeva Nostro Signore inflessibile alle sue preghiere si rivolgeva all'Eterno Padre, ma più spesso ancora alla Vergine Immacolata, dalla quale ordinariamente otteneva la grazia desiderata. 
  
Occorre notare, che le grazie richieste, non erano sempre di ordine soprannaturale, né di grande importanza. Qualche volta si trattava semplicemente di un po' di bel tempo. 
(1) “In un'occasione in cui lo avevamo chiesto invano a Nostro Signore, la nostra Sorella, volgendosi alla sua celeste Mediatrice: “Mia buona Madre - le disse - vedete che non ottengo nulla, degnate domandarlo Voi per noi”. I1 giorno stesso - nota il manoscritto - si ebbe un tempo splendido”. 
  
Tra le pratiche di pietà preferite dalla nostra fervente Conversa, va segnalato il S.to Rosario. Questa preghiera essa la sapeva “gradita” sopra ogni altra e sommamente “efficace”. 
  
Nel Ritiro del 1870, e precisamente il 3 settembre, mentre in tempo di ricreazione recitava il Rosario con le altre Sorelle Solitarie (come d'uso), Maria SS. le manifestò la sua predilezione per quelle che si assoggettavano a questa pia consuetudine: “Le Sorelle che procurano d'intervenire al Rosario, mi fanno piacere; quelle che lo dicono con fervore, saranno un giorno al mio seguito”. 
  
Una volta che l'intera Comunità era intenta a questo pio esercizio, fu concesso a Suor M. Marta di vedere le grazie e le benedizioni numerose che il Salvatore versava sulle nostre famiglie, come frutto delle preghiere in onore di Sua Madre. 
  
“Io sono la Madre di tutte le anime, ma voglio essere pregata”, dichiarava la SS. Vergine in un'altra circostanza.  
“Dovete offrirmi quindici fiori al giorno”. 
  
Ma, il materno compito di Maria è, soprattutto, di attirare e unire le anime a Gesù. Con quale cura lo assolveva presso la nostra Sorella! 
  
In un primo di maggio le diceva: “Figlia mia, per ben trascorrere il mio mese, bisogna che tu costantemente stia ritirata nel tuo cuore con Gesù”. Questo è stato l'esercizio di tutta la mia vita: bisogna imitarmi”. 
  
Nei giorni delle Sue ricorrenze Essa amava far godere la sua figlia prediletta della presenza sensibile del Bambino Dio. 
  
Così il 2 luglio: “Figlia mia, ti dono il mio piccolo Gesù. Egli sarà ben collocato nel tuo cuore innocente, che ignora il male”. 
  
E in una mattina dell'Assunzione, mentre Suor M. Marta si comunicava, le ripeté: “E' tuo questo Bambinello; Egli appartiene alle anime infantili”. 
  
Deponendo, un altro giorno, il Divino Emanuele tra le braccia di Suor Maria-Marta: “Bisogna portarlo, le diceva amabilmente, e chiedergli di far piovere le sue grazie sul mondo”. La felice Sorella, con gioia infinita colmò di carezze il suo caro piccolo Gesù e se lo strinse al cuore per un quarto d'ora. “Vivere con Gesù in una gioia infantile - le aveva spiegato le SS. Vergine - vuol dire prendere cura della Sua infanzia, divenendo così partecipe della gioia da Me gustata, quando circondavo di amorose sollecitudini la sua Culla”. 
  
Via d'infanzia spirituale, sempre! E' su questa via che la Divina Signora guida la nostra Sorella. Per questo scopo Ella le raccomanda l'obbedienza: “Io non voglio che tu faccia alcun atto, per quanto buono possa essere, fuori dell'obbedienza”. 
  
Essa le raccomanda la purità d'intenzione: “Fortunate le anime che van diritte a Dio con purità d'intenzione, che aspirano soltanto a Dio, che fan tutto per Dio. Esse conducono sulla terra la vita degli Angeli in Cielo!”. 
  
La celeste Madre la mantiene nella confidenza e nell'abbandono. Suor M. Marta trovandosi alle prese con una grave pena di spirito ricevé queste parole di consolazione: “Figlia mia, non aver alcun timore, Io sarò la tua cauzione” - Mia buona Madre, sono in pena dello stato in cui mi trovo. - “Figliola, non devi turbarti per voler raggiungere la perfezione, ma devi compiere la Volontà del mio Figlio, senza considerare te stessa. 
Lascia a Lui il pensiero della tua perfezione e avrai ciò che ti è necessario. 
  
“Non fate come gli schiavi che vivono sempre in timore; voi non avete nulla da temere, ma dovete molto amare. Siete come figliole amate con gran tenerezza dal loro Padre”. 
  
Ma più spesso ancora ritorna sulle labbra della gran Madre di Dio, la lezione di umiltà: “Figlia mia, abbassati al disotto di tutte e ringrazia il Signore di averti ammessa tra Religiose così sante”. 
  
E l'Augusta Vergine pareva farsi simile alla sua piccola Serva mettendosi al suo livello affine di umiliarsi: “Figlia mia, Noi ci umilieremo insieme per i poveri peccatori. Renditi ben piccina e sarai mia vera Figlia”. “Io ammiro di continuo la degnazione di mio Figlio verso una creatura così miserabile e imploro continuamente per te l'umiltà.” 
  
Suor M. Marta avendo allora supplicato la Madonna ad ottenerle questa preziosa virtù del suo Cuore, Maria SS. le rispose: “Figliuola, tu vuoi la grazia più grande che Io possa accordarti e la più cara al mio Figlio ed alla Corte celeste: l'umiltà.... Io te l'accorderò se tu me la domanderai tutte le volte che avrai occasione di insuperbirti”. - Mia buona Madre, insisté l'ingenua Sorella, io la voglio per sempre. “Vi è più amore e più umiltà a domandarla di frequente.... è necessario crescere in umiltà fino alla morte; in tal modo voi rallegrerete il mio cuore materno”. 
  
E Maria aggiunse questa parola profonda, soggetto inesauribile di meditazione: “Con l'umiltà voi diverrete come Me “Madre di Gesù”. 
 
Ma la SS. Vergine non vuole vederci porre in dimenticanza che il Suo Gesù è morto crocifisso e che Egli è morto per le anime. Essa confida a Suor M. Marta, l'ardente brama del proprio cuore: “Io ho fame di anime! Se tu sapessi quanto desidero con Gesù la loro salvezza!”. 

La salvezza delle anime non si opera che per i meriti della Passione del Cristo. E' da parte di Sua Madre, un richiamo alla “Missione” affidata alla nostra Sorella: “Pregate molto per i peccatori, affinché ricevano i frutti della Redenzione. Il mio cuore di Madre ne avrà sollievo e conforto. 
  
“E' nei vostri cuori che Gesù trova riparazione, mediante l'offerta delle sue Sante Piaghe. 
  
“Se volete consolarmi mettetevi a piè della Croce di mio Figlio, e offrite con umiltà i Suoi meriti all'Eterno Padre, in soddisfazione dei peccati degli uomini”. 
  
Il dono supremo della Vergine Maria, come quello di Gesù, nell'attesa del Paradiso è - dopo la Culla e la Croce - la Santa Eucarestia: 
  
“Figlia mia, te L'ho donato il bel giorno della tua prima Comunione e, in seguito, a tutte le Comunioni tu vedi questo caro Bambinello, ma nell'ora della morte te Lo darò per l'eternità”. 
  
Sentendo il suo cuore vuoto e povero, Suor M. Marta, prima di avvicinarsi alla Santa Mensa, si volgeva volentieri verso la sua buona Madre, offrendo a Nostro Signore le disposizioni del di Lei cuore verginale per supplire alle proprie. “Io mi faccio povera con te - le disse allora Maria con la più commovente benignità - e insieme andremo, così poverelle, a ricevere mio Figlio; e non possedendo nulla, noi possederemo tutto”. 
  
Un'altra volta, il 27 maggio 1880, è al Coro, per l'Ora di adorazione che la SS. Vergine l'accompagna: “Figlia mia, le dice, bisogna venire senza il tuo corpo”. Appena inginocchiata davanti al SS. Sacramento, Suor M. Marta restò immobile, gli occhi chiusi, le mani giunte, con l'espressione di un'anima che gusta Dio pienamente. Durante questi momenti deliziosi, la sua celeste Educatrice non le aveva fatto fare altra cosa che offrire i meriti del Salvatore, uniti a quelli della Madre di Lui, e ripetere costantemente a N. Signore, per sé e per il mondo intero: “Gesù mio, perdono, grazie!”. 
  
Figlia amantissima e amatissima della Madre celeste, tale a noi sembra dunque Suor M. Marta. 
  
E' senza dubbio al suo indirizzo particolare che Maria pronunciava queste parole: “Le anime fanciulle, che camminano con rettitudine e semplicità, queste sono le mie vere figlie”. 
  
A questo ideale corrispondeva senza dubbio la nostra Sorella, poiché, cosa ineffabile e capace di rivestire un'anima dei più puri candori, l'Immacolata chinandosi verso la sua umile Figlia la degnò di un soavissimo bacio materno dicendole: “E' così che ti amo quando tu ami mio Figlio”. 

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