sabato 27 luglio 2019

IN ADORAZIONE



-Testimonianza di Catalina RIVAS-


DIO VUOLE ABITARE IN NOI

Una mattina, il Signore mi chiese di rimanere in assoluto silenzio: voleva parlarmi dell’incontro silenzioso e profondo con Dio.
Mi disse che, giungere a questo stato, quando l’Anima è abitata dal suo Creatore, è il massimo a cui aspirano le Anime che cercano l’Unione con Lui.
Mi spiegò che sono state scritte molte cose al riguardo, ma che anche quelli, che hanno scritto di questa capacità dell’Anima, non sono riusciti ad andare oltre il punto di arrivo del loro ragionamento naturale.
Regnava un silenzio assoluto, a tratti ero così tesa, cercando di non perdere nessun suono, che potevo sentire il mio respiro mentre provavo a rallentarlo.
Poi, in un istante, non so se stavo dentro o fuori dal mio corpo, gli occhi li avevo chiusi, non sentii né udii più nulla e non so quanto tempo trascorsi così.
Quando aprii gli occhi, avevo davanti a me un'immensa Luce, che mi fece battere le palpebre due o tre volte.
Era una Luce che non accecava, ma che mi attirava a sé con forza, entrava in me dagli occhi, dalle narici, dalla bocca, da ogni poro della mia pelle, lasciandomi immersa in una pace indescrivibile…
Per qualche istante, fui pervasa da un silenzio ancora più profondo di prima, dopo di che udii dentro di me come un mormorio, un bisbiglio, poi, come un vento e, in seguito, una Voce che disse: 
“Mia, ti amo!…”.
Poi, svanirono dentro di me la Luce e la Voce.
Ero di nuovo davanti al mio Gesù, nell’Eucaristia, nel Tabernacolo, nell’Ostia bianca, Immacolata, ma sentivo una pace e una gioia talmente grandi che avevo voglia di ridere e di piangere, nello stesso tempo… e credo proprio che lo feci.
Prima, un sorriso timido, poi, un ampio sorriso, mescolato al mio pianto dolce, gioioso, riconoscente.
C’era un libro sopra l’inginocchiatoio e Gesù mi disse di prenderlo e di leggere ciò che era stato segnato: era la Liturgia della Chiesa, nella preghiera dopo la Comunione di una Domenica del Tempo Ordinario, che diceva così:
“La Grazia di questa Comunione, Signore, penetri nel nostro corpo e nel nostro Spirito, perché sia la sua Forza a muovere la nostra vita e non il nostro sentimento”.
Compresi che Gesù, in quel momento, voleva che meditassi sulle condizioni richieste per ricevere il suo Corpo Sacratissimo, non solo sulle disposizioni normali che chiede la Chiesa, ma quelle interiori, dell’Anima, per ottenere la maggior quantità di Grazie possibili da questo meraviglioso Regalo di Dio.
Non so niente di Teologia, ma nella mia semplicità di donna di casa penso che, se abbiamo la sicurezza che Gesù è Presente nell’Ostia Consacrata, il minimo che possiamo darGli è il nostro grazie, la nostra fiducia, la nostra volontà, il nostro Amore… e il desiderio di intimità, di conoscerLo, di rimanere uniti a Lui.
Perché?
Perché Egli possa utilizzarci come suoi Strumenti.
Dio non deposita una certa quantità di Potere nell’Uomo: Egli detiene il Potere in Sé Stesso, le risorse infinite si trovano unicamente in Lui.
Solamente quando siamo uniti a Lui, quando ci apriamo a Lui e Gli permettiamo di lavorare dentro di noi e attraverso di noi, possiamo, allora, arrivare a vedere le grandi e potenti cose che Egli fa.
Solo in questo modo “è la sua Forza e non il nostro sentimento a muovere la nostra vita”.


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