mercoledì 31 luglio 2019

Il Sacro Cuore



«Come in Cielo, così in Terra»

«Voglio perdonare. Voglio regnare.
Voglio perdonare alle anime e alle nazioni.
Voglio regnare sulle anime, sulle nazioni, sul
mondo intero. Desidero diffondere la mia pace
in ogni parte del mondo. Io sono la Sapienza
e la felicità. Io sono l’amore e la misericor-
dia. Io sono la pace. Io regnerò» (Rivelazione
del Sacro Cuore a suor Josefa Menéndez, dell’
11 giugno 1923)


«E’ necessario che Cristo regni»

Come abbiamo visto, il messaggio di Paray-le-Monial contiene non solo un amoroso messaggio di conversione per le anime, ma anche una richiesta rivolta ai popoli e agli Stati; il Regno di Cristo deve realizzarsi non solo nell’intimo delle coscienze ma anche nella vita sociale.
La enciclica Annum sacrum di Leone XIII, afferma che la devozione al Cuore divino trova la sua base teologica nella Regalità sociale di Cristo. Il movimento ecclesiale che ha promosso questa devozione al Sacro Cuore ha promosso, di conseguenza, anche l’idea della regalità sociale di Cristo. Nella devozione fu sempre presente l’aspirazione di conformare a Gesù non solo le anime ma anche le società e i popoli. Da qui l’espressione Regno sociale del Cuore di Gesù. Il padre Ramière sosteneva che questa è la «politica del Sacro Cuore», «la sola politica degna di un cristiano: quella che prega e opera per realizzare l’avvento del Regno di Dio, come in Cielo, così anche sulla terra» 98. 
Ciò è dovuto a due esigenze fondamentali. 
La prima è far sì che Gesù Cristo venga glorificato anche dalle società, perché Egli è Creatore, Redentore e Legislatore dell’ uomo tutto intero, anche nella sua natura sociale, quindi non solo degli individui ma anche dei popoli.
La seconda esigenza è quella di facilitare la salvezza degli uomini. Questi infatti, vivendo organizzati in società, possono salvarsi molto più facilmente se le società in cui vivono, essendo permeate dalla dottrina e dalla morale cristiane, non ostacolano ma anzi facilitano la fedeltà al Vangelo. Ovviamente, questo Regno non può essere imposto da atti ufficiali; esso può realizzarsi pienamente solo se il Redentore regna nelle anime; altrimenti il suo dominio sulle famiglie e sui vari gruppi sociali sarebbe solo formale e apparente. 
Il Regno del Sacro Cuore sulle anime consiste soprattutto nella sincera adesione alla Verità rivelata, nella volontaria pratica dei divini Comandamenti e nella leale obbedienza alle leggi della Chiesa; la grande opera del Sacro Cuore consiste innanzitutto nel conformare al suo i cuori degli individui. In un certo senso, possiamo dire che la società esiste per l’uomo e non l’uomo per la società; tutto quanto si riferisce alla società ha l’uomo come fine prossimo. Le società e gli stessi popoli sono passeggeri, mentre gl’individui sono chiamati a un destino eterno. Il Regno sociale di Cristo mantiene dunque questo aspetto personale. 
Ma è proprio questo Regno sulle anime ad esigere che si realizzi anche un Regno sociale. Se infatti il Vangelo influenzasse decisivamente le anime, in un modo o nell’ altro, prima o poi, giungerebbe a modellare anche l’intera società. Gli ambienti e le istituzioni si conformerebbero alle verità insegnate da Gesù, alle virtù da Lui praticate, ai comandi da Lui espressi. Se un popolo è una sorta di «corpo sociale» dotato di un proprio «cuore», questo cuore può e deve conformarsi al Cuore divino, palpitare all’unisono con Esso. In fin dei conti, le società sono state volute da Dio per facilitare agli uomini il conseguimento della salvezza, ordinando le cose temporali ai fini eterni: «Dalla forma data alla società – consona o meno alle Leggi divine – dipende e s’insinua anche il bene o il male nelle anime» 99. Pertanto il Regno di Cristo ha il còmpito di abbracciare tutte le realtà temporali della vita civile – cultura, arte, scienza, diritto, politica, economia – per disporle in modo che facilitino e non ostacolino la salvezza delle anime, assicurando ad esse quei beni terreni (materiali e spirituali) necessari al conseguimento dei Beni ultraterreni. 
Insegna Pio XII: «Il potere politico (...) è stato stabilito (...) per facilitare alla persona umana, in questa vita terrena, il conseguimento della perfezione fisica, intellettuale e morale, nella prospettiva di aiutare i cittadini a conquistare il fine soprannaturale, che costituisce il loro supremo destino» 100. Da questo punto di vista, realizzare il Regno sociale di Cristo è per l’uomo un dovere di giustizia che deriva dalla virtù di religione: «Cercate innanzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia» (Mt. 6,33).
Essendo Creatore, Redentore e Legislatore dell’ uomo, il Verbo Incarnato ha pieno diritto di ricevere dalle sue creature, anche organizzate in società, l’obbedienza, la riconoscenza e l’amore dovutigli. Questa non è «teocrazia», è la «politica del Vangelo», è la dottrina sociale della Chiesa.
Questo insegnamento viene oggi confermato dalle numerose esortazioni rivolte da Giovanni Paolo II ai cristiani, affinché trasformino la società secondo i princìpi del Vangelo.
Recentemente egli ha detto: «La pastorale deve assumere il compito di plasmare una mentalità cristiana nella vita ordinaria: in famiglia, nella scuola, nella comunicazione sociale, nel mondo della cultura, del lavoro e dell’economia, nella politica» 101.

Guido Vignelli

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