martedì 30 luglio 2019

OPERA DEI "TABERNACOLI VIVENTI"



Il grande dono di Gesù agli uomini d'oggi tramite Vera Grita


26-XII-1967

Gesù
 Domani sarà giorno di festa in Terra e in Cielo. La mia Opera avrà la sua pietra angolare. Ecco il "mio Tempio", ecco il mio "Tabernacolo Vivente" in voi. Noi così andremo insieme verso tutte le anime. Io non rimarrò "chiuso", né dimenticato perché voi mi porterete nella pienezza della mia Grazia. L'anima che racchiude nel suo intimo il Tabernacolo Vivente deve così comportarsi nei confronti di un altro Tabernacolo Vivente, l'uno saluta l'altro adorando insieme Me, Gesù, e ringraziando di tanto dono. Ciascuna anima rimanga nell'umiltà più profonda, rinunzi a se stessa per lasciare il posto a Me. Sarò in ogni anima in misura del posto che questa lascia a Me. La mia Grazia compirà grandi cose. Io, Vivente e Presente nell'anima, entro nelle vostre famiglie, nella vostra casa, rimango con voi. Stamani ti ho detto di portarmi in seno alla tua famiglia; il tuo bacio è stato il mio bacio per ciascuno di loro. Poi saranno le "parole"; saranno le vostre parole. Io mi servirò del vostro modo di parlare, di esprimervi, per parlare, per arrivare alle altre anime. Datemi le vostre facoltà, perché Io possa incontrarmi con tutti e in ogni luogo. Sull'inizio sarà per l'anima un lavoro di attenzione, di vigilanza, per scartare da sé tutto ciò che pone ostacolo alla mia permanenza in lei. Le mie grazie nelle anime chiamate a quest'Opera, saranno graduali. Oggi tu porti di Me in famiglia, il mio bacio; un'altra volta, qualcosa di più e sempre più ancora, finché quasi all'insaputa dell'anima stessa, Io farò, agirò, parlerò, amerò, attraverso lei, quanti si avvicineranno a quest'anima, e cioè a Me. C'è chi agisce, parla, guarda, opera sentendosi guidato dal mio Spirito; ma Io sono già Tabernacolo Vivente e in quest'anima, ed essa non lo sa. Deve però saperlo, perché Io voglio la sua adesione alla mia permanenza eucaristica nella sua anima; voglio che quest'anima mi dia anche la sua voce per parlare agli altri uomini; i suoi occhi perché i Miei, incontrino lo sguardo dei fratelli; le sue braccia perché Io possa abbracciare altri; le sue mani, per carezzare i piccoli, i bambini, i sofferenti. Quest'Opera ha però per base l'amore e l'umiltà. L'anima deve avere sempre innanzi a sé le proprie miserie, le proprie nullità, e mai dimenticare di quale pasta è stata impastata. Quanto do’ all'anima, è un Dono d'Amore del Padre Mio Celeste, per mezzo mio alle anime. È ancora il Padre mio che mi manda a voi, fra voi, per confondermi fra voi, come una volta a Betlemme, per chiamarvi alle cose del Cielo. Dai tutto, tutto di te...; e quanto potrà contrariarti, non è mai opera mia. Adesso distingui gli assalti del nemico. Stai attenta. Io, Gesù, ti darò la mia Forza. Sì, le mie Parole sono semi che devono cadere nel "mio solco"; i seminatori sono i miei Sacerdoti. A p. G. consegnerai le mie Parole. Egli sa cosa fare. È necessario avviare subito le anime chiamate da Me a questa scuola. Vi do una Maestra: mia Madre. Ogni anima faccia passare se stessa dalla sua Anima, e nel suo Cuore di Madre di Dio e degli uomini, deponga preghiere, offerte, consacrazioni, grazie. Io riceverà tutto dalla Madre mia. Ogni anima si consacri a Lei nella donazione completa di se stessa a Me per mezzo suo. Quindi mi parli attraverso il Cuore della Madre mia. Deponga nel Cuore dell'immacolata le anime che va incontrando, di cui desidera con più ardore la salvezza. Io leggerò nel Cuore della Madre mia questi nomi: Voto di obbedienza, umiltà profondissima, spogliamento del proprio io, purità di spirito, purità di intenzioni, semplicità e abbandono. Tutto questo germogIia nell'Amore, dall'Amore, con l'Amore, per l'Amore. P. G. riceverà le mia Parole, lavorerà per la mia Opera. Io lo illuminerò, ed egli scriverà, parlerà, tratterà, lotterà per Me, per la mia Lega. Il suo Gesù esaudisce le sue suppliche, ed Io sono con lui perché lui fa la mia volontà. In lui devi obbedire Me, perché sono Io che ti parlo in lui. Attraverso p. G. ti chiederò quanto desidero da te. Obbedisci, obbedisci, obbedisci: è la via più semplice per la quale troverai pace; è la via per la quale ti avvicinerò alla mia Croce. Vieni, anima mia, vieni e saliremo insieme il Monte del Calvario. Io e te, tu ed Io, perché nulla ci divida in questa terra, ma tutto per amore ci unisca, e faccia di noi una sola Croce, un solo sofferente Crocifisso, sicché non si distingua più l'umana e miserabile creatura dal suo Amore, dal suo Dio: Gesù. Sposa mia diletta, Io ti conduco a questo sposalizio. Lo accetti? Domani... Domani... O figlia mia, domani, domani, domani... Io e te, tu ed Io e il Sacerdote. Domani..., nel primo Sacerdote della mia Opera porrò la mia Pietra. Esulta, figlia di Sion, il tuo Re viene a te, il tuo Sposo avanza. Non lasciarmi senza il tuo amore, senza il tuo respiro, senza te. 

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