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lunedì 10 novembre 2025

GESU’ SACRAMENTATO “Le mie vere Ostie…”

 


Volume 12 - Luglio 4, 1917

“Figlia mia, chi fa la mia Volontà sta insieme con Me nel tabernacolo e prende parte alle mie pene, alle freddezze, alle irriverenze, a tutto [ciò] che le stesse anime fanno alla mia presenza Sacramentale. Chi fa la mia Volontà deve primeggiare in tutto, l’è riservato sempre il posto d’onore. Quindi, chi riceve più bene: chi sta davanti a Me o chi sta con Me? Per chi fa la mia Volontà non tollero neppure un passo di distanza tra Me e lei, non divisione di pene o di gioie; forse la terrò in croce, ma sempre con Me. Ecco, perciò ti voglio sempre nel mio Volere, per darti il primo posto sul mio Cuore Sacramentato; voglio sentire il tuo cuore palpitante nel mio, con lo stesso mio amore e dolore. Voglio sentire il tuo volere nel Mio, che moltiplicandosi in tutti Mi dia con un solo atto le riparazioni di tutti e l’amore di tutti; ed il mio Volere nel tuo, che facendo mia la tua povera umanità, la eleva innanzi alla Maestà del Padre come mia vittima continuata”.


venerdì 7 novembre 2025

L’uomo, col peccare si trovò nudo della luce della veste regale della Volontà Divina; nella flagellazione, Gesù volle essere spogliato per impetrare nuovamente dal Padre, per le creature, la nobile veste regale della sua Volontà.

 


(Volume 16 - Gennaio 14, 1924)

[…] “Vuoi tu sapere la causa perché fui spogliato quando fui flagellato? […] L’uomo quando nell’Eden spezzò i vincoli dell’unione tra la Volontà Suprema e la sua, si spogliò delle vesti regali della mia Volontà e si vestì dei miseri cenci della sua, debole, incostante, impotente a far nulla di bene. La mia Volontà gli era un dolce incanto in cui lo teneva assorbito in una luce purissima, che non gli faceva conoscere altro che il suo Dio, da cui era uscito, il quale non gli dava altro che felicità senza numero, ed era tanto assorbito dal tanto dare che gli faceva il suo Dio, che non si dava nessun pensiero di sé stesso. Oh, come era felice l’uomo, e come la Divinità Si dilettava nel dare a lui tante particelle del suo Essere per quanto la creatura ne può ricevere, per farlo simile a Sé! Onde, non appena spezzò l’unione della nostra Volontà con la sua, perdette la veste regale, perdette l’incanto, la luce, la felicità; guardò sé stesso senza la luce della mia Volontà, e guardandosi senza l’incanto che lo teneva assorbito, si conobbe, ebbe vergogna, ebbe paura di Dio, tanto che la stessa natura sentì i suoi tristi effetti, sentì il freddo e la nudità, e sentì il vivo bisogno di coprirsi; e come la nostra Volontà lo teneva al porto di felicità immense, così la sua lo mise al porto delle miserie.

La nostra Volontà era tutto per l’uomo, ed in Essa trovava tutto. Era giusto che essendo uscito da Noi e vivendo come un nostro tenero figlio nel nostro Volere, vivesse del Nostro, e questo Volere doveva sostituirsi a tutto ciò che a lui occorreva. Quindi, come volle vivere del suo volere, ebbe bisogno di tutto, perché il volere umano non tiene potere di potersi sostituire a tutti i bisogni, né tiene in sé la fonte del bene; perciò fu costretto a procurarsi con stento le cose necessarie alla vita. Vedi dunque che significa non stare unito con la mia Volontà? Oh, se tutti La conoscessero! Come avrebbero un solo sospiro: che il mio Volere venga a regnare sulla terra! Sicché se Adamo non si fosse sottratto dalla Volontà Divina, anche la sua natura non avrebbe avuto bisogno di vesti, non avrebbe sentito la vergogna della sua nudità, né sarebbe stato soggetto a soffrire il freddo, il caldo, la fame, la debolezza. Ma queste cose naturali erano quasi nulla, erano piuttosto simboli del gran bene che aveva perduto la sua anima.

Onde, prima d’essere legato alla colonna per essere flagellato, volli essere spogliato per soffrire e riparare la nudità dell’uomo quando si spogliò della veste regale della mia Volontà. Sentii in Me tale confusione e pena nel vedermi così denudato in mezzo a nemici che si facevano beffe di Me, che piansi per la nudità dell’uomo e offrii al mio Celeste Padre la mia nudità, per fare che l’uomo fosse rivestito di nuovo della veste regale della mia Volontà. E per sborso, affinché ciò non Mi fosse negato, offrii il mio Sangue, le mie carni strappate a brani, Mi feci spogliare non solo delle vesti, ma anche della mia pelle, per poter pagare il prezzo e soddisfare al delitto di questa nudità dell’uomo. Versai tanto Sangue in questo mistero che in nessun altro ne versai tanto, tanto che bastava a coprirlo come d’una seconda veste, e veste di Sangue; per coprirlo di nuovo, così riscaldarlo, lavarlo, per disporlo a ricevere la veste regale della mia Volontà”.

[…] “Se l’uomo sentì vergogna della sua nudità e fu soggetto a tante miserie naturali, fu proprio appunto perché perdette il dolce incanto della mia Volontà, e sebbene il male lo fece l’anima, non il corpo, ma però indirettamente [il corpo] fu come complice della cattiva volontà dell’uomo, la natura restò come profanata dal mal volere dell’uomo, quindi l’una e l’altro dovevano sentire la pena del male fatto. In riguardo a Me, […] venni a trovare l’uomo peccatore e con tutte le sue miserie, e dovetti accomunarmi con loro, prendere su di Me tutti i loro mali e assoggettarmi alle necessità della vita, come se fossi uno di loro. […] Volli in tutto sacrificarmi, anche nelle cose più innocenti create da Me stesso, per attestargli il mio ardente amore; anzi ciò serviva ad impetrare dal mio Divin Padre, che per riguardo mio e della mia Volontà tutta sacrificata a Lui, restituisse all’uomo la nobile veste regale della nostra Volontà”.

scelta di Brani dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta


lunedì 27 ottobre 2025

Le meraviglie del Ti amo; l’amore non stanca mai.

 


Dal Vol. 24 - Aprile 29, 1928

Le meraviglie del Ti amo; l’amore non stanca mai.

(…) Seguivo il mio giro nel Voler Divino, e ripetendo il mio ritornello del Ti amo stavo dicendo: “Gesù, Amor mio, voglio lasciare tutto l’essere mio nel tuo Fiat, per potermi trovare in tutte le cose create per imperlarle col mio Ti amo. Anzi voglio mettere il mio cuore nel centro della terra e, come palpito così voglio abbracciare tutti i suoi abitanti e seguendo tutti i loro palpiti col mio Ti amo, voglio darti l’amore di ciascuno di essi. E come si ripete il mio palpito da dentro il centro della terra, così voglio mettere il mio Ti amo a tutti i germi che racchiude nel suo seno; e come i germi spuntano e si formano le piante, le erbe, i fiori, così voglio mettere il mio Ti amo per poterli vedere racchiusi nel mio Ti amo per Gesù”. Ma mentre ciò dicevo, il mio pensiero ha interrotto il mio ritornello del Ti amo, dicendomi: “Quante sciocchezze dici; Gesù stesso ne sarà stanco di sentire la tua lunga cantilena: ‘Ti amo, Ti amo”. E Gesù, movendosi in fretta in fretta nel mio interno e guardando tutta la Creazione per vedere se in tutte le cose, piccole e grandi, c’era la vita del mio Ti amo, mi ha detto: “Figlia mia, che maraviglia, che incanto vedere tutte le cose imperlate col tuo Ti amo! Se si potesse[ro] vedere da tutte le creature, imperlate tutte le piante, gli atomi della terra, le pietre, le gocce dell’acqua, col tuo Ti amo; riempita la luce del sole, l’aria che respirano, il cielo che veggono, col tuo Ti amo; le stelle, che scintillano il tuo Ti amo; qual maraviglia non susciterebbero in loro? Qual dolce incanto non attirerebbe le loro pupille a guardare il tuo ritornello e lunga cantilena del tuo Ti amo? Direbbero: ‘Possibile che non si è fatta sfuggire nulla!? Noi stessi ci sentiamo imperlati dal suo Ti amo!’; ed andrebbero curiosando ed indagando tutto per vedere se di fatto nulla ti fosse sfuggito, per godere l’incanto del tuo Ti amo.

Ora se questo incanto meraviglioso resta inosservato per le creature terrestri, non resta inosservato per il Cielo, e gli abitatori di lassù godono l’incanto e le meraviglie di vedere la Creazione tutta riempita ed imperlata dal tuo Ti amo; sentono armonizzare il loro Ti amo col tuo. Non si sentono distaccati dalla terra, perché l’amore li unisce insieme e forma le stesse note e le stesse armonie. E poi, tu devi sapere che Io non Mi stancai in tutte le cose piccole o grandi, quando furono create, d’imperlarle coi miei ripetuti ti amo per te; e come non Mi stancai nel metterli, così non Mi stanco a sentirli ripetere da te, anzi ne godo che il mio ti amo non resta isolato, ma tiene la compagnia del tuo che, facendo eco nel mio, si fondono insieme e fanno vita comune. E poi, l’amore non stanca mai, ma invece Mi è portatore di gioia e felicità...”

(Dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta)


venerdì 24 ottobre 2025

GESU’ SACRAMENTATO “Le mie vere Ostie…”

 


E come Tu, dolce Gesù, Ti sei nascosto nell’Ostia per dare vita a tutti e nel tuo nascondimento abbracci tutti i secoli e dai luce a tutti, così anch’io nascondendomi in Te, con le mie preghiere e riparazioni darò luce e vita a tutti. E’ per farmi simile a Te, che io nascondo tutto il mio essere in Te: ed in Te nascondo, o mio Gesù, i miei pensieri, i miei sguardi, le mie parole, i palpiti, gli affetti, i desideri, i passi, le opere e, le stesse mie preghiere le nascondo nelle tue preghiere. E come Tu, mio Amante divino, nell’Eucaristia abbracci tutti i secoli, così anch’io li abbraccio insieme a Te e, stretto a Te, con Te voglio essere pensiero di ogni mente, parola di ogni lingua, desiderio d’ogni cuore, passo d’ogni piede, opera d’ogni braccio. Così facendo posso stornare dal tuo Divin Cuore tutto il male che vogliono farti le creature, sostituendo a tutto questo male tutto il bene che mi è possibile fare. Solo così, o mio Redentore, posso ardire di chiederti per le anime tutte, salvezza, santità e amore. (Cfr. Le Ore della Passione di N.S.G.C. - Riflessioni alla 4a Ora)

RIFLESSIONE: La Comunione deve essere reciproca; perciò come il Signore entra nella creatura, così vuole che la creatura entri in Lui.

Come si entra? Con la fiducia di un bimbo che sa che il suo papà tanto lo ama e lo desidera, e con la semplicità propria di Dio e di tutto ciò che Dio fa, come è respirare o aprire gli occhi per vedere, una cosa così semplice e facile, così logica e spontanea. Dicendogli di cuore, per esempio: O Signore, come Tu sei in me, nella mia anima e nel mio corpo, così voglio anch’io essere in Te, nella tua Umanità e nella tua Divinità.

Perciò, Gesù, prendi possesso del mio essere e della mia vita, prendi possesso della mia anima e del mio corpo, del mio intelletto, memoria e volontà, dei miei occhi e del mio udito, della mia lingua e del mio cuore, delle mie mani e dei miei piedi, di ogni pensiero, battito e respiro, dei miei sentimenti, delle mie gioie e delle mie pene, delle mie azioni e dei miei gusti, del mio passato, presente e futuro, della mia vita intera, della mia morte e della mia eternità…

Allo stesso modo, anch’io prendo possesso, Signore, di tutto ciò che è tuo, di ciò che Tu sei: adesso, Gesù, mi appartiene la tua Incarnazione nel seno di tua Madre; mi appartiene la tua Nascita e tutto ciò che Tu facesti nella tua Infanzia e nella tua vita occulta a Nazareth; prendo possesso di tutta la tua vita pubblica, faccio io ogni tuo miracolo, ogni tuo insegnamento, ogni conversione, ogni chiamata a seguirti, ogni Sacramento che istituisti… Faccio mia tutta la tua preghiera al Padre, mia è la tua solitudine, mia è la tua stanchezza, mie sono le tue pene, mio è tutto il tuo Amore, il tuo Dolore e tutta la tua Passione… Mi appartengono le tue lacrime, i tuoi sudori, tutto il tuo Sangue e le tue piaghe, mia è la tua Croce e la tua agonia, la tua ubbidienza al Padre, la tua Morte e la tua stessa Resurrezione… Così come pure è per me la tua infinita umiltà, la tua purezza divina, la tua pazienza invitta, la tua fortezza e la tua sapienza, la tua Giustizia e Misericordia e il tuo eterno Amore… Cioè, Tu sei tutto mio, come io sono tutto tuo, nella misura che io mi dono a Te tu Ti dai a me… Grazie, Gesù, per questo cuore nuovo che mi dai: il Tuo! Per poter vivere Tu in me ed io in Te…

E adesso, Signore, andiamo fare un giro, perché voglio portarti a tutti i miei fratelli e darti a tutti, imitando la nostra Mamma Celeste nella sua Visitazione.

Così voglio portarti a tutti i miei fratelli in questo mondo: a tutti porto la tua Luce, il tuo Amore e la tua Vita. Ai bambini che vengono al mondo e agli agonizzanti che stanno sul punto di morire, agli infermi e ai tribolati, a quelli che sono oppressi dal peso della loro croce, a quelli che Ti conoscono e a tutti quelli che ancora non Ti conoscono, a quanti vivono in Grazia e a quelli che sono morti nel peccato. Ti porto a quelli che Ti amano e ai tiepidi e a quelli che non Ti amano, e se non Ti vogliono ricevere lo faccio io per essi.

Ti porto alle anime benedette del Purgatorio, per dare sollievo alle loro pene, per inondare con la tua Luce la loro oscurità, per spegnere con il Fuoco del tuo Amore le loro fiamme, per riempire con i tuoi meriti il vuoto dei loro debiti e così consolare il tuo Cuore, che tanto soffre per loro.

Ti porto a tutti i miei fratelli gloriosi del Cielo, agli Angeli e a tutti i Beati, per raddoppiare la loro felicità e la loro gloria, poiché stando in Cielo non possono fare nuove conquiste né guadagni, mentre lo può fare chi è ancora sulla terra… Voglio fare ad ognuno il regalo di “un altro” Gesù, e innanzi tutto alla nostra benedetta Mamma e Regina, perché Lei Ti diede a noi ed è giusto che noi (qualcuno almeno) Ti diamo a Lei. Quale maggior atto d’amore possiamo farle?

Ti porto fin da adesso a tutte quelle creature che ancora non sono venute al mondo, che ancora non esistono nel tempo, alle future generazioni, che il Padre tiene già presenti nell’Atto eterno della sua Volontà: a tutti i miei futuri fratelli, fino all’ultimo uomo che vivrà, a tutti voglio dare anticipatamente la tua conoscenza, la tua Grazia, il tuo Amore e la tua Vita.

E dopo che Ti ho dato a tutti, chiedo loro che mi diano tutto ciò che Ti devono di gratitudine, di adorazione, di benedizioni, di lodi e di amore, per dare tutto a Te e portarti tutti e tutte le opere delle tue mani, e mettere tutti attorno a Te, per darti il ricambio d’amore da parte di tutti. Per tanto, da parte di tutti Ti dico, o Gesù, che Ti lodiamo, Ti benediciamo, Ti adoriamo, Ti glorifichiamo, Ti rendiamo grazie e Ti amiamo.

E con la tua stessa Volontà infinita intendo farlo anche in riparazione per tutte le offese che ricevi ed in sostituzione per tutti gli ingrati e i malvagi che mai lo faranno, affinché il tuo Amore riceva la perfetta corrispondenza che per giustizia gli è dovuta. In questo modo, non voglio che nulla di quanto è uscito con tanto amore dalla tua Volontà non ritorni a Te con altrettanto amore.

Grazie, per avermi chiamato a compiere questo ufficio e per avermi dato la grazia di farlo. Grazie, o Gesù!


domenica 19 ottobre 2025

GESU’ SACRAMENTATO “Le mie vere Ostie…”

 


Ed il 24 febbraio 1917 (Volume 11) così l’anima amante si rivolge a Gesù:

 “Vita mia, quanto vorrei fare ciò che facesti Tu stesso nel riceverti Sacramentato, affinché Tu potessi trovare in me i tuoi stessi contenti, le tue stesse preghiere, le tue riparazioni!”. Ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto: “Figlia mia, in questo breve giro dell’Ostia Io racchiudo tutto, e perciò volli ricevere Me stesso, per fare atti compiuti che glorificavano il Padre degnamente, ché le creature ricevevano un Dio, e davo alle creature il frutto completo della mia Vita Sacramentale; altrimenti [il frutto della mia Vita Sacramentale] sarebbe stato incompleto per la gloria del Padre e per il bene delle creature. E perciò in ogni Ostia ci sono le mie preghiere, i ringraziamenti, e tutto il resto che ci voleva per glorificare il Padre e che la creatura doveva farmi. Sicché, se la creatura manca, Io in ogni Ostia continuo il mio lavorio, come se per ciascun’anima ricevessi un’altra volta Me stesso.

Onde l’anima deve trasformarsi in Me e fare una sola cosa con Me e far sua la mia Vita, le mie preghiere, i miei gemiti d’amore, le mie pene, i miei palpiti di fuoco, ché vorrei bruciare e non trovo chi si lasci in preda alle mie fiamme.

Ed Io in quest’Ostia rinasco, vivo e muoio e Mi consumo, e non trovo chi si consuma per Me; e se l’anima ripete ciò che faccio Io, Mi sento ripetere, come se un’altra volta avessi ricevuto Me stesso, e vi trovo gloria completa, contenti divini, sfoghi d’amore che Mi pareggiano, e do grazia all’anima di consumarsi della mia stessa consumazione”.

  Mio dolce Gesù, mai la creatura avrebbe potuto riceverti, se non ci fossi stato Tu che, preso da eccesso di amore, come un Dio preparatore, Ti sei voluto dare alla creatura per prepararla. Mia Vita, Gesù, Tu hai messo i tuoi passi davanti ai miei, le tue opere davanti alle mie, il tuo amore davanti al mio; e poiché in Te c’era la Passione, hai messo anche le tue pene, per prepararmi. Perciò, rivestimi di Te, coprimi di ciascun atto tuo, ed io potrò riceverti con atti degni di Te. (Cfr. Vol. 12 - 24.10.1918)


venerdì 17 ottobre 2025

Dio vuol trovare nel nostro amore il poggio delle sue opere, il nascondiglio della sua Vita.

 


Dal Vol. 35 - Aprile 10, 1938

Nell’anima che vive nella Divina Volontà Gesù vuol trovare tutto e la vuol trovare in tutti; e l’anima ama Dio con lo stesso Amore delle Tre Divine Persone.
Dio vuol trovare nel nostro amore il poggio delle sue opere, il nascondiglio della sua Vita.

La mia povera mente è sempre di ritorno nel Voler Divino, ed avendo fatto la Santa Comunione stavo dicendo al mio amabile Gesù: “Nel tuo Volere tutto è mio, perciò Ti amo coll’amore della mia e tua Mamma Regina, Ti bacio colle sue labbra, Ti abbraccio stretto stretto colle sue braccia, e prendo Te e mi rifugio nel suo Cuore per darti le sue gioie, le sue delizie, la sua maternità, affinché trovi le dolcezze, la custodia che ti sa fare la tua Mamma”. Ma mentre mi chiudevo insieme con Gesù nella mia Mamma, il dolce Gesù tutto tenerezza mi ha detto: “Figlia mia e figlia della Madre mia, come son contento di trovare la figlia colla mia Madre e la Mamma colla figlia! Perché Lei vuole che le creature Mi amino col suo stesso amore e si servano della sua bocca per baciarmi e delle sue braccia per abbracciarmi; vuol dar loro la sua maternità per mettermi al sicuro e farmi fare da mamma. Trovare la Madre e la figlia che Mi amano con un solo amore è per Me il più gran contento, sento che ambedue Mi danno un nuovo Paradiso in terra. Ma ciò non Mi basta; in chi vive nella mia Volontà voglio trovare tutto, se manca qualche cosa non posso dire ch’è completa nella creatura. E non solo voglio trovare al suo posto d’onore, di Regina e di Madre, in essa, la Madre mia, ma voglio trovare il mio Celeste Padre e lo Spirito Santo; e [l’anima] facendo suo il loro Amore Mi ama coll’immensità ed infinità del loro Amore. Quindi, figlia mia, dammi il gusto di dirmi che Mi ami come Mi amo col Padre e collo Spirito Santo”.

Gesù ha fatto silenzio per aspettare che Gli dicessi come Lui voleva; ed io, sebbene indegna, per contentarlo Gli ho detto: “Ti amo nella Potenza ed Amore immenso del Padre, coll’Amore interminabile dello Spirito Santo; Ti amo coll’amore con cui Ti amano tutti, Angeli e Santi; Ti amo con quell’amore che Ti amano o dovrebbero amarti tutte le creature presenti, passate e future; Ti amo per tutte le cose create e con quell’amore con cui le creasti...”

Il caro Gesù ha tirato un lungo sospiro ed ha soggiunto: “Finalmente Mi sento appagate le mie brame di trovare tutto nella creatura: trovo i nostri mari d’amore che non finiscono mai; trovo le delizie della mia Mamma che Mi ama; trovo tutto e tutti. Sicché in chi vive nella mia Volontà devo trovare tutto e tutti, e la devo trovare in tutti. E poi, il mio Padre Celeste Mi generò nell’Amore e, chi Mi ama e non si fa sfuggire nulla del nostro amore, Me la sento con Me, in atto di darmi e di ricevere Amore continuo”.

Dopo ciò ha soggiunto: “Figlia mia, ecco, perciò sentiamo, nel nostro Amore, un bisogno estremo che le creature Ci conoscano e conoscano le nostre opere: se non Ci conoscono restiamo come appartati da loro, mentre viviamo dentro e fuori di loro e, mentre siamo a giorno di ciò che fanno e pensano, amandole in ogni atto loro, non solo non Ci amano, ma neppure Ci riconoscono. Che dolore! Se non Ci riconoscono l’amore non sorge, e se manca l’amore non abbiamo dove poggiare le nostre opere, né il nostro amore trova un rifugio dove sfogarsi e ricoverarsi; tutto resta come sospeso.

Perciò vogliamo trovare nelle nostre opere il Ti amo della creatura che, armandolo della nostra Potenza, possiamo poggiare le nostre opere più grandi; ed oh, come restiamo contenti nel trovare il piccolo Ti amo di essa per appoggio delle nostre opere! Operare e non trovare dove poggiarle è un dolore per Noi, pare che Ci manca la vita del nostro Amore; il nostro Amore operante viene represso, soffogato: poter fare e non fare, e sol perché la creatura ingrata né Ci riconosce né Ci ama! E siccome tutte le opere nostre sono dirette a pro di essa, non potendole dare, perché mancando la conoscenza, l’amore, manca lo spazio dove poter mettere le opere nostre, quindi Ci legano le braccia e Ci mettono nell’inutilità. E poi, a che pro operare se non troviamo chi le vuole ricevere? Anzi, tu devi sapere che prima d’operare guardiamo chi le deve conoscere, ricevere ed amare, e poi operiamo.

La mia stessa Umanità non faceva atto se prima non trovasse a chi dovea amare e dare quell’atto; ed ancorché non trovassi chi lo ricevesse per allora, Io guardavo i secoli e dirigevo il mio atto a chi l’avrebbe amato, conosciuto e ricevuto, tanto [che], Bambino nato, Io piangevo, [e] quelle mie lacrime erano dirette a chi dovea compungersi, dolersi dei suoi peccati e lavarsi per riacquistare la vita della grazia; camminavo, [e] i miei passi erano già diretti a coloro che doveano camminare la via del bene, per forza, per guida del loro cammino. Non ci fu opera che feci, parola che dissi, pena che soffrii, in cui non cercai le opere delle creature per poggio delle mie: la mia parola per poggiarla nelle parole di esse, le mie pene cercavano il poggio nelle loro pene per dare il bene che conteneva ciò che Io facevo. Era la mia passione d’amore che non Mi faceva fare altro se non ciò che poteva essere utile per i figli miei. Ed è questa una delle ragioni più potenti ché voglio che si viva nel mio Volere, perché solo allora tutte le opere mie, la Creazione, la Redenzione, anche un mio sospiro, troverà dove poggiarsi per farsi opere delle loro opere, pene delle loro pene, passi dei loro passi, vita della lor vita; ed allora tutto ciò che ho fatto e sofferto si cambieranno in gloria e vittoria, da sbandire tutti i nemici e richiamare in mezzo a loro l’ordine, l’armonia, la pace, il celeste sorriso della Patria Celeste ”.

Io son rimasta sorpresa nel sentir ciò, ed il mio amato Gesù ha soggiunto: “Figlia mia benedetta, il vivere nella mia Volontà racchiuderà tali sorprese e molteplici novità divine, da far stupire gli stessi Angeli e Santi; molto più che nella mia Volontà non ci sono parole, ma fatti: le stesse parole, i desideri, le intenzioni, le converte in fatti ed opere compiute. Fuori della mia Volontà, ciò che la creatura vuole si riduce in parole, desideri ed intenzioni; ma dentro di Essa, standovi la virtù creante, ciò che vuole la creatura acquistano [il valore di] fatti compiuti, opere piene di vita; molto più che stando nel nostro Volere [la creatura] già è a giorno di ciò che Noi facciamo, sente ciò che Noi vogliamo, perciò Ci segue nelle opere, vuole ciò che vogliamo né può farne a meno, né mettersi da parte. Per essa diventa, il nostro Fiat, la più grande delle sue necessità, di cui non può farne a meno; per essa è più che respiro che deve dare e ricevere, più che moto che sente l’estremo bisogno di muoversi. Insomma la mia Volontà è tutto per essa; vivere senza di Essa le riesce impossibile. Perciò sii attenta ed il tuo volo sia sempre nel nostro Fiat ”.

Sia tutto a gloria di Dio e per compimento della Divina Volontà.

(Dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta)


domenica 12 ottobre 2025

L’anima gira in tutta la Creazione e Redenzione e con tutte le opere di Dio chiede il Fiat.

 


Dal Vol. 20 - 17 Ottobre 1926

L’anima gira in tutta la Creazione e Redenzione e con tutte le opere di Dio chiede il Fiat.

Mi sembra che non posso fare a meno di seguire il mio giro nella Volontà Suprema, sento ch’è la vera casa mia ed allora son contenta quando giro in Essa. Perché trovo tutto ciò che appartiene al mio dolce Gesù, ché in virtù della sua Volontà tutto ciò che è suo è anche mio. Quindi ho molto da dare al mio amato Bene, anzi c’è tale e tanto da dargli, che non finisco mai di dargli tutto. Onde mi rimane il desiderio di ritornare a seguire il mio giro per potergli dare tutto ciò che appartiene alla sua adorabile Volontà; e pensando al gran bene che porta all’anima il Voler Supremo, mentre giravo pregavo Gesù che subito lo facesse conoscere a tutti affinché potessero prendere parte a sì gran bene, e per ottenere ciò Gli dicevo come giungevo a ciascuna cosa creata: “Vengo nel sole a fare compagnia alla tua Volontà regnante e dominante in esso, in tutto lo splendore della sua maestà, ma mentre Ti faccio compagnia nel sole Ti prego, che il tuo Fiat Eterno sia conosciuto e come regna nel sole trionfante, venga a regnare trionfante in mezzo alle creature; vedi anche il sole Ti prega, tutta la sua luce si converte in preghiera, e come si stende sulla terra ed investe colla sua luce piante e fiori, monti e pianure, mari e fiumi, così prega che il tuo Fiat sia uno sulla terra, che si armonizzi con tutte le creature. Sicché non sono io sola che prego, ma è la potenza della tua stessa Volontà che regna nel sole che prega: prega la luce, pregano i suoi innumerevoli effetti, i beni, i colori che contiene; tutti pregano che il tuo Fiat regni su tutti. Puoi tu resistere ad una massa di luce sì grande, che prega colla potenza del tuo stesso Volere? Ed io piccola qual sono mentre Ti faccio compagnia in questo sole, benedico, adoro, glorifico, la tua Volontà adorabile, con quella magnificenza e gloria con cui la tua stessa Volontà si glorifica nelle opere sue. Sicché solo nelle creature non deve trovare, la tua Volontà, la perfetta gloria delle opere sue? Perciò venga, venga il tuo Fiat ”.

Ma mentre ciò faccio, sento che tutta la luce del sole prega che venga il Fiat Eterno, cioè la sua stessa adorabile Volontà che investendo la luce prega, ed io lasciandola a pregare passo nelle altre cose create a fare la mia piccola visitina, per tenere un poco di compagnia all’adorabile Volontà in ciascun atto suo che esercita in ciascuna cosa creata. Perciò passo il cielo, le stelle, il mare finché il cielo prega, le stelle pregano, il mare col suo mormorio prega che il Fiat Supremo sia conosciuto e regni trionfante in tutte le cose create, come regna in loro.

Dopo d’aver girato su tutte le cose create per tenere compagnia al Fiat Divino e chiedere in ciascuna cosa che venga a regnare sulla terra - come è bello vedere, sentire che tutta la Creazione prega che venga il suo Regno in mezzo alle creature! - poi scendo in tutto ciò che fece il mio Gesù nella Redenzione: nelle sue lacrime, nei suoi gemiti infantili, nelle sue opere passi e parole, nelle sue pene, nelle sue piaghe, nel suo Sangue fin nella sua morte affinché le sue lacrime preghino che venga il suo Fiat. I suoi gemiti e tutto ciò che fece supplicano tutti in coro che il suo Fiat sia conosciuto e che la sua stessa morte faccia risorgere la vita della sua Volontà Divina nelle creature.

Onde mentre ciò facevo ed altro, [che tralascio] perché sarei troppo lunga se volessi dir tutto, il mio dolce Gesù stringendomi a Sé mi ha detto: “Piccola figlia del mio Volere, tu devi sapere che la mia Volontà si lascia regnante in tutta la Creazione per dare il campo alle creature di farle tante visite per quante cose creò. Voleva la compagnia della creatura nel muto linguaggio di tutto l’universo. Com’è duro l’isolamento di questa Volontà sì santa che vuole santificare e non trova a chi partecipare questa Santità, sì ricca che vuole dare e non trova a chi dare, sì bella e non trova chi abbellire, sì felice e non trova chi felicitare. Poter dare, voler dare, e non avere a chi dare è sempre un dolore ed una pena inenarrabile, e per maggior dolore essere lasciata sola. Onde (la Divina Volontà) nel vederle (le creature) uscire nel campo della Creazione per tenerle compagnia si sente felicitare e compiere lo scopo perché (per il quale) si lasciò regnante in ciascuna cosa creata. Ma quello che rende più felice, più glorificati è che tu come giungi in ciascuna cosa creata Gli chiedi che il tuo Fiat sia conosciuto e regni su tutto e muovi la mia stessa Volontà nel sole, nel cielo, nel mare, in tutto a pregare che venga il Regno del mio Volere, perché stando in te il mio Fiat si può dire che è Essa stessa che prega e che muove tutte le opere mie fin le mie lacrime e sospiri ché venga il Regno della mia Volontà. Tu non puoi capire qual contento Mi dai, qual breccia al mio Cuore ed alla mia stessa Volontà, sentire tutte le opere nostre che pregano che vogliono il nostro Fiat; vedi dunque il mio contento che non ti vedo chiedere nulla per te, né gloria, né amore, né grazie, e vedendo la tua piccolezza che non puoi ottenere un regno sì grande giri in tutte le opere mie, dovunque si trova un atto della mia Volontà facendo il suo ufficio e fai dire al mio Fiat stesso: ‘Venga il tuo Regno! Deh, fa’ che sia conosciuto ed amato e posseduto dalle umane generazioni!’ Una Volontà Divina che prega insieme colle opere nostre insieme alla piccola figlia sua è il più grande portento, è una potenza pari alla nostra che prega e il non esaudirla Ci riesce impossibile. Com’è santo, come è puro, nobile e tutto divino senza ombra d’umano il Regno della nostra Volontà; la sua base, il suo fondamento è la profondità di Essa, Sarà lo stesso Fiat nostro che, stendendosi sotto, in mezzo, e sopra a questi figli della Famiglia Celeste, renderà fermo il passo ed incrollabile per loro il Regno della mia Volontà”.


martedì 7 ottobre 2025

GESU’ SACRAMENTATO “Le mie vere Ostie…”

 


Già precedentemente il confessore di Luisa le aveva chiesto di scrivere come lei si preparava a ricevere Gesù Eucaristia. Luisa scrive:

“L’ubbidienza vuole che scriva qualche cosa sul come mi preparo e ringrazio Gesù benedetto nella Comunione. Io non so dirne niente, perché il mio dolce Gesù, vedendo la mia incapacità e che non sono buona a niente, fa tutto da Sé: Lui prepara l’anima mia, e Lui stesso mi somministra il ringraziamento, ed io Lo seguo.

Ora, il modo di Gesù è sempre immenso, ed io insieme con Gesù mi sento immensa, e come se sapessi fare qualche cosa; Gesù si ritira, ed io rimango sempre la stupida che sono, l’ignorantella, la cattivella, ed è appunto per questo che Gesù mi vuol bene, perché ignorantella e che niente sono e niente posso. Sapendo che a qualunque costo lo voglio ricevere, per non farsi un disonore nel venire in me, ma anzi sommo onore, prepara Lui stesso la mia povera anima, mi dà le sue stesse cose, i suoi meriti, i suoi abbigliamenti, le sue opere, i suoi desideri, insomma tutto Sé stesso; se occorre, anche ciò che hanno fatto i Santi - perché tutto è suo -; se occorre, ciò che ha fatto la Mamma Santissima. Ed anch’io dico a tutti: “Gesù, fatti onore nel venire in me; Mamma Regina mia, Santi, Angeli tutti, io sono povera povera, tutto ciò che è vostro mettetelo nel mio cuore, non per me, ma per onore di Gesù”. E mi sento che tutto il Cielo concorre a prepararmi. E dopo Gesù discende in me. Mi pare di vederlo tutto compiaciuto vedendosi onorato delle sue stesse cose, e delle volte mi dice: “Brava, brava alla figlia mia, quanto ne sono contento, quanto Me ne compiaccio! Dovunque guardo in te, trovo cose degne di Me; tutto ciò che è mio è tuo. Quante cose belle Mi hai fatto trovare!”…

(Volume 9, 10.04.1910).


venerdì 26 settembre 2025

GESU’ SACRAMENTATO “Le mie vere Ostie…”

 


Leggiamo nel Volume 11 - Dicembre 17, 1914:

“Figlia mia, anche tu puoi formare delle ostie e consacrarle. Vedi la veste che Mi copre nel Sacramento? Sono gli accidenti del pane con cui viene formata l’Ostia. La Vita che esiste in quest’Ostia è il mio Corpo, il mio Sangue e la mia Divinità. L’attitudine che contiene questa Vita è la mia Suprema Volontà, e questa Volontà svolge l’amore, la riparazione, l’immolazione e tutto il resto che faccio nel Sacramento, cui mai si sposta un punto dal mio Volere; non c’è cosa che esca da Me, cui il mio Volere non va innanzi.

Ed ecco come anche tu puoi formare l’ostia: l’ostia è materiale e del tutto umana; anche tu hai un corpo materiale ed una volontà umana. Questo tuo corpo e questa tua volontà, se li manterrai puri, retti, lontani da qualunque ombra di peccato, sono gli accidenti, i veli per potermi consacrare e vivere nascosto in te. Ma non basta, ciò sarebbe come all’ostia senza la consacrazione, onde ci vuole la mia Vita; la mia Vita è composta di Santità, di Amore, di Sapienza, di Potenza, ecc., ma il motore di tutto è la mia Volontà.

Quindi, dopo che hai preparato l’ostia, devi far morire la tua volontà nell’ostia, la devi cuocere ben bene per fare che più non rinasca e devi far sottentrare in tutto l’essere tuo la mia Volontà, e Questa, che contiene tutta la mia Vita, formerà la vera e perfetta consacrazione. Sicché non avrà più vita il pensiero umano, ma il pensiero del mio Volere, e questa consacrazione creerà la mia Sapienza nella tua mente; non più vita dell’umano, la debolezza, l’incostanza, perché la mia Volontà formerà la consacrazione della Vita divina, della Fortezza, della Fermezza e tutto ciò che Io sono. Onde, ogniqualvolta farai scorrere la tua volontà nella Mia, i tuoi desideri e tutto ciò che sei e potrai fare, Io rinnoverò la consacrazione, e come Ostia vivente, non morta, quali sono le ostie senza di Me, Io continuerò la mia Vita in te.

Ma non è tutto, nelle Ostie consacrate, nelle pissidi, nei tabernacoli, tutto è morto, muto, non vi è sensibilmente un palpito, uno slancio d’amore che possa rispondere a tanto mio Amore. Se non fosse ché Io aspetto i cuori per darmi a loro, Io sarei ben infelice e ne resterei defraudato nel mio Amore, e senza scopo la mia Vita Sacramentale; e se ciò tollero nei tabernacoli, non lo tollererei nelle Ostie viventi. Quindi, alla vita è necessaria la nutrizione, ed Io nel Sacramento voglio essere nutrito, e voglio essere nutrito del mio stesso cibo, cioè: l’anima farà sua la mia Volontà, il mio Amore, le mie preghiere, le riparazioni, i sacrifizi, e li darà a Me come cose sue, ed Io mi nutrirò. L’anima si unirà con Me, tenderà le sue orecchie per sentire ciò che sto facendo per farlo insieme con Me; e man mano che replicherà i miei stessi atti, Mi darà il suo cibo ed Io ne sarò felice, e solo in queste Ostie viventi troverò il compenso della solitudine, del digiuno e di ciò che soffro nei tabernacoli”.


domenica 21 settembre 2025

GESU’ SACRAMENTATO “Le mie vere Ostie…”

 


Ed il mio abbandono nella Volontà tua Divina è per poter per tutti riparare:

Mi abbandono quindi, mio Gesù, nella tua Volontà, e tutto ciò che stai facendo Tu intendo farlo io; e siccome tutto ciò che Tu facesti in terra è un continuo atto di riparazione, così col mio volere unito al Tuo, intendo riparare tutte le offese che Ti stanno facendo le creature in questo momento, in modo che la mia voce facendo eco nella tua, e in tutte le offese delle creature, voglia scorrere in tutte in modo divino e, toccando i cuori delle creature, con la potenza del tuo Volere, voglio queste portarle tutte a Te nelle tue braccia.

Gesù, il mio pensiero pensa nel tuo Volere e sulle ali del mio pensiero Ti mando i pensieri di tutte le creature.

Sulle ali del mio sguardo, dato nel tuo Volere, T’invio gli sguardi di tutte le creature.

Sulle ali della mia voce e della mia lingua, mossa nel tuo Volere, Ti mando tutte le voci delle creature.

Sulle ali della mia preghiera, fatta nella tua Volontà, voglio mandarti, o mio Gesù, la preghiera di tutti.

Sulle ali del mio lavoro e dei miei atti fatti nel tuo Volere intendo mandarti gli atti delle creature e tutti i loro lavori.

Sulle ali dei miei passi fatti nel tuo Volere, intendo far volare a Te tutti i passi delle creature.

Sulle ali delle mie sofferenze e delle mie pene, vissute ed offerte nel tuo Volere, intendo offrire a Te tutte le sofferenze e le pene delle creature.


venerdì 19 settembre 2025

Dove regna il Divin Volere l’anima chiama Iddio insieme nel suo operare. L’offerta a Dio delle proprie azioni la purifica e la disinfetta.

 


Dal Vol. 21 - 3 Marzo 1927

Dove regna il Divin Volere l’anima chiama Iddio insieme nel suo operare.
L’offerta a Dio delle proprie azioni la purifica e la disinfetta.

Stavo offrendo i miei piccoli atti come omaggio d’adorazione e di amore al Supremo Volere, e pensavo tra me: “Ma è proprio vero che [ciò che] fa l’anima che fa la Divina Volontà fa lo stesso Dio?” Ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:

“Figlia mia, non Mi senti in te che sto seguendo gli atti tuoi? Dove regna la mia Volontà, tutte le cose, anche le più piccole e naturali si convertono in diletto per Me e per la creatura, perché sono effetto di una Volontà Divina regnante in lei che non sa uscire da sé neppure l’ombra d’infelicità alcuna. Anzi tu devi sapere che nella Creazione il nostro Fiat Supremo stabilì tutti gli atti umani investendoli di diletto, di gioie e di felicità. Sicché lo stesso lavoro non dovea dare nessun peso all’uomo né dargli ombra di stanchezza, perché possedendo il mio Volere possedeva la forza che mai stanca e viene meno. Vedi, anche le cose create sono simbolo di ciò: si stanca forse il sole di dare sempre la sua luce? Certo che no. Si stanca il mare a mormorare continuamente, a formare le sue onde, a nutrire e moltiplicare i suoi pesci? Certo che no. Si stanca il cielo a stare sempre disteso, la terra a fiorire? Certo che no. Ma perché non si stancano? Perché c’è dentro di loro la potenza del Fiat Divino che tiene la forza che non esaurisce mai. Quindi tutti gli atti umani entrano nell’ordine di tutte le cose create e tutti ricevono l’impronta della felicità: il lavoro, il cibo, il sonno, la parola, lo sguardo, il passo, tutto. Ora finché l’uomo si mantenne nel nostro Volere si mantenne santo e sano, pieno di vigore e di energia instancabile, capace di gustare la felicità dei suoi atti e di felicitare Colui che gli dava tanta felicità. Come si sottrasse, cadde malato e perdette la felicità, la forza instancabile, la forza ed il gusto di gustare la felicità degli atti suoi che il Divin Volere con tanto amore avea investito. Questo succede anche tra chi è sano e tra chi è malato: il primo gusta il cibo, lavora con più energia, prende piacere nel divertirsi, nel passeggiare, nel chiacchierare; il malato si disgusta del cibo, non sente forza di lavorare, s’annoia dei divertimenti, l’infastidiscono le chiacchiere. Tutto gli fa male, la malattia ha cambiato la sua natura, gli atti suoi, in dolori.

Ora supponi che il malato ritornasse nel vigore della sua salute, si ripristinerebbe nelle forze, nel gusto di tutto. Sicché la causa della sua malattia è stata l’uscire dalla mia Volontà; il ritornare e farla regnare sarà causa che ritorni l’ordine della felicità negli atti umani e farle prendere la sua attitudine negli atti della creatura. E come offre il suo lavoro, il cibo che prende e tutto ciò che fa, da dentro quegli atti umani si sprigiona la felicità messa in essi dal mio Volere in quei atti e (per) salire al suo Creatore per dargli la gloria della sua felicità. Ecco perciò dove regna la mia Volontà non solo Mi chiama insieme con lei ad operare, ma Mi dà l’onore, la gloria di quella felicità con cui investimmo gli atti umani. Ancorché la creatura non possedesse tutta la pienezza dell’Unità della Luce della mia Volontà, purché offra tutti gli atti suoi al suo Creatore come omaggio ed adorazione, siccome il malato è lui, non Dio, Iddio riceve la gloria della felicità dei suoi atti umani. Supponi un’ammalata che facesse un lavoro oppure un cibo suo lo prendesse ad uno che è sano, questo che gode la pienezza della salute non avverte nulla, né della stanchezza di quel lavoro né lo stento che l’ammalato ha sentito nel farlo né il disgusto di quel cibo che avrebbe sentito se l’avesse preso l’infermo, anzi gode della pienezza della sua sanità, del bene, della gloria e della felicità che gli porterà quel lavoro, e gusta il cibo che le è stato offerto. Così l’offerta delle proprie azioni purifica, disinfetta le azioni umane e Dio riceve la gloria a Lui dovuta, e per contraccambio fa scendere la gloria su colei che offre a Lui le sue azioni”.


mercoledì 10 settembre 2025

LA VERGINE MARIA negli scritti di Luisa Piccarreta

 


Il fine primario di tutto ciò che fecero Gesù e Maria nella Redenzione fu di ottenere il Regno della Divina Volontà sulla terra; la nostra salvezza fu fine secondario 

“Figlia mia, di tutto ciò che fece la mia Mamma e di tutto ciò che feci Io nella Redenzione, il primo scopo primario fu che il mio ‘Fiat’ regnasse sulla terra. Non sarebbe decoroso, né vero amore, né magnanimità grande, né molto meno operare da quel Dio che ero, se venendo nel mondo dovessi e volessi dare alle creature la cosa più piccola, quali sono i mezzi per salvarsi, e non la cosa più grande, qual è la mia Volontà, che contiene non solo i rimedi, ma tutti i beni possibili che ci sono in Cielo e in erra; non solo la salvezza e la santità, ma quella santità che la eleva alla stessa Santità del suo Creatore. Oh, se tu potessi penetrare in ogni preghiera, atto, parola e pena della mia indivisibile Mamma, tu troveresti dentro il ‘Fiat’ che sospirava ed impetrava… 

(…) Non chiamai ed elessi la Mamma mia stando nella mia Patria Celeste? Così ho chiamato ed eletto te con quella stessa potenza a cui nessuno può resistere, per il sospirato ‘Fiat’, anzi, ti dico che per ottenere ciò, tu hai a tua disposizione cose più grandi e più importanti che non ebbe la mia diletta Mamma. Perciò tu sei più felice, perché Lei non ebbe una mamma, né le opere sue, per aiuto nell’ottenere il sospirato Redentore, ma ebbe solo il corteggio degli atti dei profeti, dei patriarchi e dei buoni dell’Antico Testamento e dei grandi beni previsti del futuro Redentore. Invece tu hai una Mamma e tutte le opere sue per aiuto, hai gli aiuti, le pene, le preghiere e la stessa Vita, non prevista, ma effettuata, del tuo Redentore; non c’è bene e preghiera che sia stata fatta e che si fa nella Chiesa che non sia con te, per darti aiuto per ottenere il sospirato ‘Fiat’. Siccome di tutto ciò che è stato fatto da Me, dalla Regina del Cielo e da tutti i buoni, lo scopo primario era il compimento della mia Volontà, perciò tutto è con te per impetrare la fine del loro scopo. Perciò sii attenta, Io sarò insieme con te, anche la mia Mamma; non sarai sola a sospirare il trionfo della nostra Volontà”. (19°, 28-3-1926)  


martedì 9 settembre 2025

GESU’ SACRAMENTATO “Le mie vere Ostie…”

 


Attenta ai tuoi insegnamenti, mi abbandono, Gesù, nella tua Volontà perché:

  Amato mio Bene, voglio far vita con Te nel tuo Voler Divino: voglio dare la forma della tua Mente alla mia mente, voglio dare al mio sguardo la forma del tuo Sguardo e la forma della tua Parola alla mia parola e del tuo moto al mio moto; perché la vera vita della mia anima fatta nel tuo Volere non è altro che la formazione della mia vita nella tua Vita, dando la tua stessa forma a tutto ciò che io faccio. Perdo, così, la mia forma ed acquisto la tua, dando continue morti all'essere umano e continua vita alla Volontà tua Divina.

Con Te io voglio mettere in volo tutti i miei atti - interni ed esterni - nel Santo tuo Volere; ogni pensiero della mia mente, in ogni tuo Pensiero, con Te vola nel tuo Volere, per sorvolare con Te su ogni pensiero di creatura - della quale tutto esiste nel tuo Divino Volere - per farsi quasi corona di ciascuna intelligenza umana per portare alla Maestà del Celeste Padre l'omaggio, l'adorazione, la gloria e l'amore e la riparazione di ogni pensiero creato; e così, nel tuo Volere vola, con Te, il mio sguardo, la mia parola, il mio moto ed il passo. Voglio, della tua Volontà, la Vita divina nell’anima mia completare.
(Cfr. Vol. 12 - 5.1.1921)


domenica 31 agosto 2025

GESU’ SACRAMENTATO “Le mie vere Ostie…”

 


Volume 11 - Settembre 25, 1913 :

“Figlia mia, Io dovevo fare in modo che la santità doveva essere agevole ed accessibile a tutti - [a] meno che loro non la volessero - a tutte le condizioni, in tutte le circostanze ed in tutti i luoghi. E’ vero che il Santissimo Sacramento è centro, ma chi lo istituì? Chi soggiogò la mia Umanità a rinchiudersi nel breve giro di un’Ostia? Non fu la mia Volontà? Quindi la mia Volontà primeggerà sempre su tutto! E poi, se il tutto sta nell’Eucaristia, i sacerdoti che Mi chiamano dal Cielo nelle loro mani e che stanno i più di tutti al contatto delle mie Carni Sacramentali, dovrebbero essere i più santi, i più buoni, ed invece molti sono i più cattivi. Povero Me, come Mi trattano nel Santissimo Sacramento! E tante anime devote che Mi ricevono, forse ogni giorno, dovrebbero essere tante sante, se bastava il centro della Eucaristia, ed invece, cosa da piangere, sono sempre allo stesso punto: vanitose, iraconde, puntigliose, eccetera…! Povero centro del Santissimo Sacramento, come resto disonorato! Invece, una madre di famiglia che fa la mia Volontà e che per le sue condizioni, non che non vuole, ma non può ricevermi tutti i giorni, si vede paziente, caritatevole, porta il profumo in sé delle mie Virtù Eucaristiche; ah! è forse il Sacramento o la mia Volontà cui essa si è sottoposta che la tiene soggiogata e supplisce al Santissimo Sacramento? Anzi, ti dico che gli stessi Sacramenti producono i frutti a seconda che le anime sono assoggettate alla mia Volontà; a seconda il connesso che hanno col mio Volere così producono gli effetti. E se connesso col mio Volere non ce n’è, si comunicheranno di Me, ma resteranno digiuni; si confesseranno, ma resteranno sempre lordi; verranno alla mia Presenza Sacramentale, ma se i nostri voleri non si confrontano, sarò per loro come morto, perché solo la mia Volontà, nell’anima che si fa soggiogare da Essa, produce tutti i beni e dà vita agli stessi Sacramenti”.

 

mercoledì 20 agosto 2025

GESU’ SACRAMENTATO “ Le mie vere Ostie…”

 


Sempre nel Volume 11, il 20 Agosto 1913:

“Figlia mia, nella mia Volontà ci sono tutti i beni possibili, e l’anima che vive in Essa è necessario che vi stia con fiducia operando insieme con Me da padrona. Tutto aspettano le creature da quest’anima, e se non hanno si sentono defraudati; e come può dare se non sta con tutta fiducia operando insieme con Me? Perciò è necessario, all’anima che vive nella mia Volontà, la fiducia per dare, la semplicità per comunicarsi a tutti, col disinteresse di sé per poter vivere tutta [dedita] a Me ed al prossimo. Tale sono Io”.

Poi ha soggiunto: “Figlia mia, [a] chi fa davvero la mia Volontà succede come a quell’albero innestato, che la forza dell’innesto tiene virtù di far distruggere la vita dell’albero che riceve l’innesto; sicché non più i frutti, le foglie del primo albero si veggono, ma quelli dell’innesto. E se il primo albero dicesse all’innesto, voglio ritenermi almeno un piccolo ramoscello per poter dare anch’io qualche frutto, per poter far conoscere a tutti che io esisto ancora, l’innesto direbbe: ‘Tu non hai ragione di più esistere, dopo che ti sei sottomesso a ricevere il mio innesto; la vita sarà tutta mia’.

Così l’anima che fa la mia Volontà può dire: ‘La mia vita è finita; non più le mie opere usciranno da me, i miei pensieri, le mie parole, ma le opere, i pensieri, le parole di Colui di cui la Volontà è mia vita’.

Sicché Io dico a chi fa il mio Volere: ‘Tu sei vita mia, sangue mio, ossa mie’. Onde succede la vera e reale, sacramentale trasformazione, non in virtù delle parole del sacerdote, ma in virtù della mia Volontà.

Come l’anima si decide a vivere del mio Volere, così la mia Volontà crea Me stesso nell’anima; e come il mio Volere scorre nella volontà, nelle opere, nei passi dell’anima, tante mie creazioni subisce. Succede proprio come ad una pisside piena di particole consacrate: quante particole ci sono, tanti Gesù stanno in ciascuna particola. Così l’anima, in virtù della mia Volontà Mi contiene in tutto ed in ciascuna parte del suo essere.

Chi fa la mia Volontà fa la vera Comunione eternale, e Comunione con frutto completo”.

 

 

Ad una sola voce, invitiamo allora la Divina Volontà:

Vieni, Divina Volontà, vieni in questa comunione mia con Te; vieni perché io intendo non solo donarti all’anima mia, ma a tutti coloro che non Ti ricevono, per riparare i nostri peccati e dare gloria al Padre.

E chiediamo continuamente a Gesù:

Gesù, sperdi la mia volontà nella Tua e dammi la Tua per vivere!

(Cfr. Vol. 36 - 11.7.1938)


Selezione di brani tratti dagli Scritti della Serva di Dio LUISA PICCARRETA


lunedì 18 agosto 2025

ADAMO E LA SUA VITA NELL’UNITA’ DEL SUO CREATORE E PADRE

 


scelta di Brani dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta


Nel Volume 16 - Dicembre 8, 1923, Gesù confida a Luisa che: Maria SS. ricevette il germe del Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra, che la nobilitò e la restituì al suo principio, quale fu da Noi creato l’uomo, prima che peccasse.

[…] “Voglio far conoscere l’Immacolato Concepimento della Vergine, concepita senza peccato… […] tutto ciò che Io, Verbo Eterno, dovevo fare nella mia assunta Umanità, formava un solo atto con quell’Atto solo che contiene la mia Divinità. Sicché prima che questa nobile Creatura fosse concepita, tutto esisteva di ciò che doveva fare sulla terra il Verbo Eterno; onde nell’atto che questa Vergine fu concepita, si schierarono intorno al suo concepimento tutti i miei meriti, le mie pene, il mio Sangue, tutto ciò che conteneva la Vita d’un Uomo e Dio, e restò concepita negli interminabili abissi dei miei meriti, del mio Sangue divino, nel mare immenso delle mie pene. In virtù di essi restò Immacolata, bella e pura; al nemico sbarrato il passo dagli incalcolabili meriti miei e non potette recarle nessun nocumento. Era giusto che chi doveva concepire il Figlio d’un Dio, doveva essere prima Lei concepita nelle opere di questo Dio, per poter tenere virtù di concepire quel Verbo che doveva venire a redimere il genere umano. Sicché, Lei prima restò concepita in Me ed Io restai concepito in Lei; […] Oh, la bellezza di questa tenera Piccina! Era un prodigio della Grazia, un portento della nostra Divinità; crebbe come Figlia nostra, fu il nostro decoro, la nostra allegrezza, l’onore e la gloria nostra”.

[…] Pensavo nella mia mente: “E’ vero che la mia Regina Mamma fu concepita negli interminabili meriti del mio Gesù, ma il sangue, il corpo, furono concepiti nel seno di S. Anna, la quale non era esente dalla macchia d’origine, dunque, come può essere che nulla ereditò dai tanti mali che tutti abbiamo ereditato dal peccato del nostro primo padre Adamo?”

E Gesù: “Figlia mia, tu non hai capito ancora che tutto il male sta nella volontà. La volontà travolse l’uomo, cioè la sua natura, non la natura travolse la volontà dell’uomo; sicché la natura restò al suo posto, quale fu da Me creata; nulla cambiò. Fu la sua volontà che si cambiò, si mise nientemeno contro una Volontà Divina, e questa volontà ribelle travolse la sua natura, la debilitò, la contaminò e la rese schiava di vilissime passioni. […] Alla mia Mamma l’essere concepita in una creatura della razza umana non le recò nessun nocumento, perché la sua anima era immune da ogni colpa: tra la sua volontà e Quella del suo Dio non c’era divisione; le correnti divine non trovavano intoppo né opposizione per riversarsi su di Lei; in ogni istante stava sotto la pioggia dirotta di nuove grazie. Onde con questa volontà e quest’anima tutta santa, tutta pura, tutta bella, il recipiente del suo corpo che prese dalla sua madre restò profumato, riabilitato, ordinato, divinizzato, in modo da restare esente anche da tutti i mali naturali di cui è invasa l’umana natura.

Ah, fu proprio Lei che ricevette il germe del Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra, che la nobilitò e la restituì al suo principio, quale fu da Noi creato l’uomo, prima che peccasse! Anzi, lo sorpassò; la abbellì di più ancora ai continui flussi di quel Fiat che ha solo virtù di riprodurre immagini tutte simili a Colui che le ha create. Ed in virtù di questa Volontà Divina che agiva in Lei, si può dire che ciò che Dio è per natura, Lei è per Grazia.

La nostra Volontà tutto può fare, dovunque giungere, quando l’anima Ci dà libertà d’agire e non interrompe con la sua volontà umana il nostro operato!”


domenica 10 agosto 2025

GESU’ SACRAMENTATO - “Le mie vere Ostie…”

 



Selezione di brani tratti dagli Scritti della Serva di Dio LUISA PICCARRETA la PFDV

 

“Figlia mia, la mia Volontà è la Santità delle santità. Sicché l’anima che fa la mia Volontà [secondo la perfezione che Io t’insegno, cioè come in Cielo così in terra], per quanto fosse piccola, ignorante, ignota, lascia dietro gli altri Santi, ad onta dei portenti, delle conversioni strepitose, dei miracoli; anzi confrontandole, le anime che fanno la mia Volontà [qual è nel mio terzo <<Fiat>>] sono regine e tutte le altre le stanno come a servizio.

L’anima che fa la mia Volontà pare che fa niente e fa tutto, perché stando nella mia Volontà [queste anime] agiscono alla divina, nascostamente ed in modo sorprendente. Sicché sono luce che illumina, sono venti che purificano, sono fuoco che brucia, sono miracoli che fanno fare i miracoli; quelli che li fanno sono i canali, in queste, invece, ne risiede la potenza. Sicché sono il piede del missionario, la lingua dei predicatori, la forza dei deboli, la pazienza degli infermi, il regime dei superiori, l’ubbidienza dei sudditi, la tolleranza dei calunniati, la fermezza nei pericoli, l’eroismo degli eroi, il coraggio dei martiri, la santità dei Santi e così di tutto il resto, perché stando nella mia Volontà vi concorrono a tutto il bene che ci può essere in Cielo ed in terra.

Ecco come posso ben dire che sono le mie vere Ostie, ma Ostie vive, non morte, perché gli accidenti che formano l’Ostia non sono pieni di vita, né influiscono alla mia Vita, ma l’anima è piena di vita e facendo la mia Volontà influisce e vi concorre a tutto ciò che faccio Io. Ecco perciò Mi sono più care queste Ostie consacrate dalla mia Volontà che le stesse Ostie Sacramentali, e se ho ragione di esistere nelle Ostie Sacramentali è per formare le Ostie Sacramentali della mia Volontà.

Figlia mia, è tanto il piacere che prendo della mia Volontà, che al solo sentirne parlare ne gongolo di gioia e chiamo tutto il Cielo a farne festa. Immaginati tu stessa che sarà di quelle anime che la fanno! Io trovo tutti i contenti in loro e do tutti i contenti a loro, la loro vita è la vita dei Beati. Due sole cose loro stanno a cuore, desiderano, agognano: la Volontà mia e l’Amore. Poche [altre cose] hanno da fare, mentre fanno tutto. Le stesse virtù restano assorbite nella mia Volontà e nell’Amore, sicché non hanno più che ci fare con loro, perché la mia Volontà contiene, possiede, assorbe tutto, ma in modo divino, immenso ed interminabile. Questa è la vita dei Beati”. Volume 11 - Marzo 15, 1912


martedì 5 agosto 2025

La Chiesa conosce finora i beni e la Legge della Redenzione, che furono depositati da Gesù nel Cuore di sua Madre SS

 


LA PASSIONE DELLA CHIESA

Negli scritti di Luisa Piccarreta

Riflessione di don Pablo Martin


La Chiesa conosce finora i beni e la Legge della Redenzione, che furono depositati da Gesù nel Cuore di sua Madre SS.:

“Figlia mia, tutta la legge e i beni della Redenzione furono scritti da Me e deposti nel Cuore della mia cara Mamma. Era giusto che, siccome fu Lei la prima che visse nel mio Volere e perciò mi attirò dal Cielo e mi concepì nel suo seno, che conoscesse tutte le leggi e fosse depositaria di tutti i beni della Redenzione.

E non aggiunsi una virgola in più, e non perché fossi incapace, quando uscendo fuori alla vita pubblica la manifestai alle genti, agli Apostoli, e gli stessi Apostoli e tutta la Chiesa nulla hanno aggiunto di più di quello che dissi e feci Io quando stetti sulla terra. Nessun altro vangelo ha fatto e nessun altro sacramento in più ha istituito, ma si gira sempre [attorno] a tutto ciò che Io feci e dissi. Chi è chiamato per primo è necessario che riceva il fondo di tutto quel bene che voglio fare a tutte le umane generazioni. È vero che la Chiesa ha commentato il Vangelo, che ha scritto tanto su tutto ciò che Io feci e dissi, ma mai si è allontanata dalla mia fonte, dall’origine dei miei insegnamenti.

Così sarà della mia Volontà. Metterò in te il fondo della legge eterna del mio Volere, ciò che è necessario per farla comprendere, gli insegnamenti che ci vogliono. E se la Chiesa si allargherà nelle spiegazioni e nei commenti, non si partirà mai dall’origine, dalla fonte da Me costituita; e se qualcuno vorrà partirsi resterà senza luce e nel buio oscuro, e sarà costretto, se vorrà la luce, a ritornare alla fonte, cioè ai miei insegnamenti”.

Io, nel sentire ciò, ho detto: Dolce Amor mio, quando i re costituiscono le leggi chiamano i ministri come testimoni delle leggi che stabiliscono, per deporle nelle loro mani, affinché le pubblichino e le facciano osservare dai popoli. Io non sono ministro, anzi, tanto piccola e incapace che non sono buona a nulla”.

E Gesù ha soggiunto: “Io non sono come i re della terra, che se la fanno coi grandi. Io amo meglio di farmela coi piccoli, perché sono più docili e nulla attribuiscono a sé, ma tutto alla mia bontà. Ma con tutto ciò anch’Io ho scelto un mio ministro, che ti assista in questo tuo stato, e per quanto tu mi hai pregato che ti liberassi dalla sua venuta giornaliera, non ti ho dato mai retta, e ancorché tu non fossi più soggetta a ricadere in quello stato, Io non permetterò che ti manchi la loro assistenza. Era questa la causa perché avessi un mio ministro che fosse a giorno della legge della mia Volontà e conoscendo i miei insegnamenti fosse testimone e depositario di legge sì santa, e come mio fedele ministro pubblichi nella mia Chiesa il gran bene che voglio fare ad Essa col far conoscere la mia Volontà”. (Volume 16°, 24-02-1924)


domenica 3 agosto 2025

La dottrina della Divina Volontà sarà nella Chiesa come un nuovo Sole che la rinnoverà e così si trasformerà la faccia della terra

 


LA PASSIONE DELLA CHIESA

Negli scritti di Luisa Piccarreta

Riflessione di don Pablo Martin


“…Nella mia onniveggenza vedo che questi scritti saranno per la mia Chiesa come un nuovo Sole che sorgerà in mezzo ad essa, che [gli uomini], attratti dalla sua luce sfolgorante, si applicheranno per trasformarsi in questa luce ed uscire spiritualizzati e divinizzati, per cui, rinnovandosi la Chiesa, trasformeranno la faccia della terra.

La dottrina sulla mia Volontà è la più pura, la più bella, non soggetta ad ombra di materia o d’interesse, tanto nell’ordine soprannaturale quanto nell’ordine naturale. Perciò sarà, a guisa di sole, la più penetrante, la più feconda e la più benvenuta e accolta, e siccome è luce, per se stessa si farà capire e si farà via. Non sarà soggetta a dubbi, a sospetti di errore, e se qualche parola non si capirà sarà [per] la troppa luce, che eclissando l’intelletto umano, non potranno comprendere tutta la pienezza della verità, ma non troveranno una parola che non sia verità; al più, non potranno del tutto comprenderla.

Perciò, in vista del bene che vedo, ti spingo a nulla tralasciare di scrivere. Un detto, un effetto, una similitudine sulla mia Volontà può essere come una rugiada benefica sulle anime, come è benefica la rugiada sulle piante dopo una giornata di sole ardente, come una pioggia dirotta dopo lunghi mesi di siccità. Tu non puoi capire tutto il bene, la luce, la forza che c’è dentro una parola, ma il tuo Gesù lo sa e sa a chi deve servire e il bene che deve fare”.

Ora, mentre ciò diceva, mi ha fatto vedere nel mezzo della Chiesa un tavolo e tutti gli scritti sulla Divina Volontà messi sopra. Molte persone veneranti circondavano quel tavolo e uscivano trasformate in luce e divinizzate e, come camminavano, comunicavano quella luce a chi incontravano.

E Gesù ha soggiunto: “Tu vedrai dal Cielo il gran bene, quando la Chiesa riceverà questo alimento celeste, che, fortificandola, [la farà ] risorgere nel suo pieno trionfo”. (Vol. 16°, 10-02-1924)