giovedì 19 giugno 2025

PASQUA RISURREZIONE DEL SIGNORE

 


Spunti di Riflessione

seguendo la Sacra Scrittura

e gli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta


“Con azzimi di sincerità e di verità” (1 Cor 5,8) Vol. 2 – Agosto 18, 1899 =

[…] “La mia parola non solo è verità, ma luce ancora, e quando una luce entra in una stanza oscura, che fa? Snebbia le tenebre e fa scoprire gli oggetti che ci sono, brutti o belli, se ci sta un ordine o un disordine, e dal modo come si trova [la stanza] si giudica la persona che occupa quella stanza. Or la vita umana è la stanza oscura e quando la luce della verità entra in un’anima, snebbia le tenebre, cioè fa scoprire il vero dal falso, il temporale dall’eterno; onde caccia da sé i vizi e si mette l’ordine delle virtù, perché essendo la mia Luce santa, [per]ch’è la mia stessa Divinità, non potrà comunicare altro che santità ed ordine; quindi l’anima si sente uscire da sé, luce di pazienza, d’umiltà, di carità ed altro”. […]

 

Vol. 17 – Marzo 1, 1925 =

[…] “La Verità conosciuta, abbracciata, amata e messa in pratica dall’anima, è la vera luce, che la trasforma nella stessa Luce e le fa mettere dentro e fuori nuovi e continui parti di luce. E questa Verità forma la vera Vita di Dio nell’anima, perché Dio è Verità, e l’anima sta legata alla Verità, anzi la possiede. Dio è Luce e lei è legata alla Luce e si alimenta di Luce e di Verità. Però, mentre Io alimento l’anima di Verità e di Luce, essa deve tenere aperta la corrente della sua volontà per ricevere la corrente della comunicazione divina; altrimenti può succedere come alla corrente elettrica, che non basta le sue carattere elettrici, vi manca la luce, ma ci vogliono i preparativi per riceverla1; ma con tutto ciò non a tutti va eguale la stessa luce, ma a seconda le lampadine che si hanno: chi ne ha una, riceve una luce; chi ne ha dieci, riceve per dieci la luce. Se le lampadine contengono più fili elettrici, le lampade si veggono più piene di luce; se meno fili, ad onta che c’è il vuoto nel vetro, la luce è piccola, e ad onta che da dove viene la corrente può dare più luce, non la riceve perché manca la forza dell’elettricità nelle lampadine per riceverla. Perciò ci vuole la corrente celeste che vuol dare e la corrente umana per riceverla”. […]

 

Vol. 23 – Settembre 17, 1927 =

[…] “Figlia mia, le pene sono come il ferro battuto dal martello, che lo fa sfavillare di luce ed infuocare tanto da trasmutarsi in fuoco; e sotto i colpi che riceve, [il ferro] perde la durezza, si rammorbidisce in modo che si può dare la forma che si vuole. Tale è l’anima sotto i colpi del dolore: perde la durezza, sfavilla luce, si trasforma nel mio amore e diventa fuoco; ed Io, Artefice divino, trovandola morbida le do la forma che voglio. Oh, come Mi diletto a farla bella! Sono Artefice geloso e voglio il vanto che nessuno può e sa fare le mie statue, i miei vasi, tanto nella forma quanto nella bellezza e molto più nella finezza; e nella luce che sfavilla, le converto tutte in Verità. Sicché ogni colpo che le do, le preparo una Verità da manifestare, perché ogni colpo è una favilla che l’anima mette fuori di sé, ed Io non le perdo come le perde il fabbro nel battere il ferro, ma me ne servo come2 investire quelle faville di luce, di Verità sorprendente, in modo che all’anima servono come il più bell’abbigliamento e le somministrano il nutrimento della vita divina”. […]

 

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