mercoledì 25 giugno 2025

PASQUA RISURREZIONE DEL SIGNORE - “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che Egli cioè doveva risuscitare dai morti”

 


Spunti di Riflessione

seguendo la Sacra Scrittura

e gli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta


“Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che Egli cioè doveva risuscitare dai morti” (Gv 20,9)

Vol. 25 – Dicembre 13, 1928 =

[…] “Figlia mia, se tu sapessi a che servono le mie privazioni! Tu ti senti senza vita priva di Me, ti senti morta, eppure sopra di quel dolore e di quella morte viene formata la mia nuova vita, e questa nuova vita ti porta le nuove manifestazioni della Vita della mia Divina Volontà, perché essendo la tua pena, pena divina che, ha virtù di farti sentire la morte, ma senza morire, ha virtù di far sorgere di nuovo la mia stessa Vita, coll’incanto della mia Verità. Il dolore della mia privazione prepara il luogo alla mia nuova vita e dispone l’anima tua ad ascoltare e comprendere le importanti Verità sul mio Fiat Divino. Se io non ti privassi di Me spesso spesso, non avresti avuto le nuove sorprese del tuo Gesù, i tanti suoi insegnamenti. Non l’hai visto tu stessa, che dopo che sei stata priva di Me e tu credevi che tutto era finito per te, la mia Vita risorgeva di nuovo in te, e tutto amore e festoso Mi metteva a darti le mie lezioni. Sicché quando ti privo di Me, Io Mi sto nascosto in te e Mi preparo il lavoro da darti, e la mia nuova Vita a risorgere. Anch’io soffrii la pena della morte, per far risorgere nella pena della mia morte tutte le creature; la morte sofferta in ordine divino, e per compiere la Divina Volontà produce la Vita divina, per fare che questa Vita divina la potessero ricevere tutte le creature. E mentre dopo che Io soffersi tante morti volle morire davvero, quanti beni non produsse la mia Resurrezione? si può dire che colla mia Resurrezione risorsero tutti i beni della mia Redenzione, e con essa risorsero tutti i beni alle creature e la stessa lor vita”.


Vol. 35 – Febbraio 20, 1938 =

[…] “Mia piccola figlia del mio Volere, tu devi sapere che il mio amore è tanto, che sente il bisogno di sfogarsi e di affidare i suoi segreti a chi vive nel mio Volere, affinché stando a giorno di tutto, amiamo d’un solo amore e ripeto in essa ciò che Io feci in Me stesso. Ascoltami dunque, figlia, dove giunse l’eccesso del mio amore, il quale Mi faceva fare cose inaudite ed incredibili alle menti create.

Onde col venire sulla terra volli formare di Me tanti Gesù per quante creature erano esistite, esistevano ed esisteranno. Sicché ciascuno dovea tenere il suo Gesù tutto suo, a sua disposizione; quindi dovea tenere il mio concepimento per restare concepito in Me, la mia nascita per rinascere, le mie lacrime per lavarsi, la mia infantile età per ripristinarsi e dar principio alla sua vita novella, i miei passi per vita e guida dei suoi, le mie opere per far sorgere le sue nelle opere mie, le mie pene come balsamo, forza delle sue e come soddisfazione di qualunque debito contratto colla Divina Giustizia, la mia morte per ritrovare la sua vita, la mia resurrezione per risorgere del tutto nella mia Volontà ed alla gloria completa che dovea dare al suo Creatore. E questo con sommo amore, con ragione, con giustizia e con somma sapienza. Il mio Celeste Padre dovea trovare in Me, per soddisfarsi, per glorificarsi, per essere contraccambiato del tanto suo amore, tante mie vite per quante creature avea messo e dovea mettere alla luce del giorno; ed ancorché non tutti questa mia vita la prendono, il mio Celeste Padre esigeva la mia vita per glorificarsi di tutto ciò che avea fatto nell’opera della Creazione e Redenzione. Posso dire che, come l’uomo si sottrasse dalla nostra Volontà, così cessò la gloria che al mio Divin Padre Gli era dovuta. Quindi se non formavo di Me tanti Gesù per quante creature esistono, la gloria del Padre Celeste era incompleta, ed Io non potevo fare opere incomplete; il mio amore Mi avrebbe guerreggiato se non formassi di Me tanti Gesù, prima per decoro e gloria nostra e poi per dare il bene completo a ciascuna creatura.

Perciò il nostro sommo dolore, che ad onta di tante mie vite che sono a disposizione di ciascuno, chi non le riconosce, chi non le guarda, chi non se ne serve, chi le offende, chi prende appena le briciole della mia vita; pochi son quelli che dicono: ‘Faccio la vita di Gesù, con Gesù, ed amo come ama Gesù, e voglio ciò che vuole Lui’. Queste ultime sono il contraccambio, insieme con Me, della gloria ed amore della Creazione e Redenzione. Ma ad onta che queste mie vite non tutte servono alla creatura, servono però mirabilmente alla gloria del mio Divino Padre, perché non venni sulla terra solo per le creature, ma per reintegrare gli interessi e la gloria del mio Padre Celeste. Oh, se tu potessi vedere che bel corteggio formano le tante mie vite intorno alla nostra Divinità, quant’amore e gloria si sprigionano da esse, tu resteresti talmente rapita che ti riuscirebbe difficile ritornare in te stessa!” […]


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