lunedì 30 giugno 2025

Gesù Cristo cerca di accrescere i nostri Vantaggi con sì gran zelo come fossero a lui necessari.

 


Gesù Cristo cerca di accrescere i nostri Vantaggi con sì gran zelo come fossero a lui necessari. – Quando la cosa stia così, come potremo dire, essere fra Dio e noi una inseparabile unione di perdite e di guadagni? Se i nostri profitti non arrecano a lui vantaggio di sorta, se le nostre perdite a lui tornano di gloria eguale, che mai avviene di quella connessione che parve a noi sì compiuta? E un terzo mistero da cui ci si porge un terzo oggetto di ammirazione ed il motivo principale della nostra riconoscenza. 

Ne troviamo la spiegazione, apparentemente impossibile, nella carità del Cuore del nostro divino Maestro e nel Nome di Gesù, che ne è la più commovente espressione. Così è: facendosi egli Gesù, che vuol dir Salvatore, ha ristabilito e sigillato questa dipendenza fra gl'interessi di Dio ed i nostri, la quale pareva ripugnasse alla divina perfezione. Niente obbligavalo a farsi Salvatore, e poteva del pari farsi giudice glorificando Dio suo Padre nel peccato degli uomini, come questo Dio infinitamente giusto erasi glorificato nel peccato degli angeli ribelli, punendolo col meritato castigo. Ma egli amò meglio di farsi Salvatore, e per questo titolo si obbligò a cercare anzi tutto la gloria del Padre e la propria nella salute del peccatore. Giacchè dove consiste la gloria del Salvatore se non in salvare ? Dove si mostra la perizia e la cura del medico se non in curare e guarire il maggior numero di infermi e le malattie più incurabili? Dirà egli: Queste malattie non mi riguardano e, morto il malato, io non ne resterò men sano? No, chè parlando così, egli rinuncerebbe al titolo e all' officio di medico. Ora Gesù non può rinunciare all'officio suo di Salvatore, essendo questa tutta la ragione della sua venuta, e lo scopo della sua missione sopra la terra: Non venit Filius in hunc mundum , ut iudicet mundum, sed ut salvetur mundus per ipsum (Jo., III, 17). Gesù non è per lui accidentale, ma proprio suo nome, Vocabis nomen eius Jesum; ipse enim salvum faciet populum suum a peccatis eorum (MAT., I, 21).

Vero è che gli uomini rimangono liberi di accettare la salute loro arrecata, e se persistono in rigettarla, il Salvatore, che dee sopratutto glorificare il Padre, sarà costretto a ricordarsi di esser giudice, ed in tal caso sarà sforzato a separare i loro interessi da quelli di Dio; ma questa separazione non sarà opera sua, bensì degli uomini. E anche allora, dopo quanti sforzi della umana malizia per costringere la divina Bontà a tal passo, e dopo quante cure di Gesù per non essere altro se non Salvatore, e sfuggire la necessità d'esser giudice! Finchè dura la vita presente, non serba egli verso la rubella sua creatura l'attitudine di supplichevole? Egli, che non ha niente da guadagnare dalla nostra salute, non si conduce forse come se da essa dipendesse il suo proprio bene? Ci offre il perdono, ci spinge ad accettarlo, ci scongiura di non volerci perdere: manda i suoi ministri in traccia de' suoi nemici, ordina loro di non lasciarsi disgustare da veruna resistenza, da verun risulto, da veruna persecuzione; di dare il sangue, ove bisogni, e lasciarsi trattare da micidiali, piuttosto che rinunciare a salvar dalla eterna morte coloro che liberamente preferiscono tal morte alla vita che Gesù Cristo vuole dar loro ad ogni costo. E non contento di correr dietro in persona de' suoi ministri a questi ingrati, viene egli stesso, e ferma la sua dimora fra noi, per esser più vicino a cui vuol salvare; di nuovo si espone agli oltraggi ed alle violenze dell' odio loro, pure bramando di esser loro più presso al momento che venissero a pentirsi!

O Dio mio! e potreste voi fare di più, quand'anche il vostro eterno bene dipendesse dalla nostra salvezza ? Posso io concepire un legame più forte di quello onde l'amor vostro congiunge i vostri interessi co' miei? Una madre, che vedesse dipendere per lei ogni bene dall'unico suo figlio, potrebbe, per salvarlo dai pericoli, far più di quello che voi fate per ritrarre i vostri nemici dall'abisso in cui si precipitano abbandonandovi ? 

Ma se voi così trattate i nemici più ostinati, che non avremo a sperar noi, de'quali, per grazia vostra, la brama più ardente si è di rimanervi fedeli? Permetterete voi che il nostro bene sia, mal nostro grado e per sola nostra fiacchezza, separato dal vostro, mentre vi opponete di tutta forza contro questa separazione, anche quando la malizia del peccatore vi costringerebbe a compirla? No, mio Gesù, nol permetterete; al contrario voi c' inspi rerete una stima ognor crescente della ineffa bile società che a voi ci lega ; voi ci riempirete ciascun giorno di nuovo zelo per l'avanzamento dei nostri comuni interessi; voi fortificherete vieppiù nel cuor nostro il sentimento della nostra unione con voi, ed animandoci a crescere di continuo in voi, crescerete voi stesso in noi, riempiendoci al fine di tutta la pienezza di Dio, ut impleamini in omnem plenitudinem Dei.

ENRICO RAMIÈRE S. J.


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