“Via, lontano da Me, maledetti, nel fuoco eterno” (Mt 25,41)
Leggiamo nella Sacra Scrittura, fratelli miei, che tutte le volte che Dio ha voluto mandare qualche flagello al mondo o alla sua Chiesa, ha fatto precedere sempre qualche segno per cominciare a infondere nei cuori il terrore, e per indurli a piegare la sua giustizia. Volendo far perire l’universo per mezzo del diluvio, l’arca di Noè, il cui allestimento durò vent’anni, fu un segno per portare gli uomini alla penitenza, senza della quale essi sarebbero periti tutti. Lo storico Giuseppe ci dice che prima della distruzione della città di Gerusalemme, apparve per molto tempo una cometa a forma di spada, che gettò nel mondo la costernazione. Ognuno diceva: Ahimè! Che significa questo segno? Forse è qualche grande sciagura che Dio sta per inviarci. La luna restò otto mesi senza far luce; la gente sembrava non poter più vivere. Ad un tratto, apparve uno sconosciuto, che per tre anni, non faceva altro che gridare per le strade di Gerusalemme, di giorno e di notte: Povera Gerusalemme! Povera Gerusalemme!... Lo prendono, lo battono con le verghe, per impedirgli di gridare: ma niente lo ferma. Alla fine dei tre anni, comincia a urlare: Ah! Povera Gerusalemme! Ah! Povero me! Una pietra lanciata da una macchina da guerra gli piomba addosso e lo colpisce all’istante. Allora, tutti i mali di cui questo sconosciuto aveva minacciato Gerusalemme, caddero su di essa. La carestia fu così grande che le madri arrivarono al punto di sgozzare i loro figli per servirsene come cibo. Gli abitanti,senza sapere perché, si sgozzavano gli uni gli altri; la città fu presa e quasi annientata; le strade e le piazze erano tutte coperte di cadaveri; il sangue colava come un fiume; quei pochi che riuscirono a salvare la loro vita furono venduti come schiavi.
Ma, poiché il giorno del giudizio sarà il più terribile e il più spaventoso che sia mai esistito, sarà preceduto da segni che getteranno il terrore fino in fondo agli abissi. Nostro Signore ci dice che, in quel momento infelice per il peccatore, il sole non darà più la sua luce, la luna sarà simile a un ammasso di sangue, e le stelle cadranno dal cielo. L’atmosfera sarà talmente piena di fulmini, che sembrerà tutta fuoco, e si udranno tuoni che faranno un tale fracasso che gli uomini resteranno impietriti dal dolore sulla pianta dei loro piedi. I venti saranno così impetuosi che niente potrà fermarli. Gli alberi e le case saranno trascinati nel caos del mare; il mare stesso sarà così agitato dalle tempeste, che i suoi flutti si leveranno fino a quattro cubiti al di sopra delle più alte montagne, e scenderanno così in basso che si potranno vedere gli orrori dell’inferno; tutte le creature, anche quelle inanimate, sembreranno voler scomparire nel nulla per sfuggire alla presenza del loro Creatore, vedendo come i crimini commessi dall’uomo hanno sporcato e sfigurato la terra. Le acque del mare e dei fiumi bolliranno come olio nel braciere; gli alberi e le piante vomiteranno torrenti di sangue; i tremori del terreno saranno così grandi che si vedrà la terra aprirsi da tutte le parti; la maggior parte degli alberi e delle bestie saranno sprofondati, gli uomini che sopravviveranno resteranno privi di senno; le rocce e le montagne crolleranno con un furore spaventoso. Dopo tutti questi orrori, il fuoco divamperà ai quattro angoli del mondo, ma sarà un fuoco tale che brucerà le pietre, le rocce e il terreno, come un filo di paglia gettato in una fornace. Tutto l’universo sarà ridotto in cenere; bisogna che questa terra, che è stata insozzata da tanti crimini, sia purificata dal fuoco che verrà acceso dalla collera del Signore, dalla collera di un Dio giustamente irritato.
Dopo che questa terra, fratelli miei, tanto coperta di crimini,sarà stata purificata, Dio invierà i suoi angeli che suoneranno la tromba ai quattro angoli del mondo, e che diranno a tutti i morti: Alzatevi, morti, uscite dai vostri sepolcri, venite a comparire in giudizio. Allora tutti i morti, buoni e cattivi, giusti e peccatori, riprenderanno le medesime sembianze che avevano prima, il mare vomiterà tutti i cadaveri che sono racchiusi nei suoi abissi (il Santo dice “nel suo caos”), la terra getterà fuori tutti i corpi sepolti da tanti secoli nel suo seno. Dopo questi sconvolgimenti, tutte le anime dei santi discenderanno dal cielo, tutte raggianti di gloria; ciascuna anima si avvicinerà al suo corpo, dandogli mille e mille benedizioni: Vieni, gli dirà, vieni compagno delle mie sofferenze. Se hai faticato per piacere a Dio, se hai fatto consistere la tua felicità nelle sofferenze e nelle battaglie, oh! Quali beni ci sono riservati! E’ da più di mille anni che io mi godo questa felicità (è l’anima separata che parla al suo corpo); oh! Quale gioia per me venire ad annunciarti quali beni ci sono preparati per l’eternità! Venite benedetti occhi, che tante volte vi siete chiusi alla visione di oggetti impuri, per paura di perdere la grazia del vostro Dio, venite in cielo dove non vedrete altro che quelle bellezze che è impossibile vedere in questo mondo. Venite care orecchie, che avete avuto in orrore le parole e i discorsi impuri e calunniosi; venite e in cielo ascolterete una musica celeste che vi getterà in un continuo rapimento. Venite cari piedi miei e care mani, che tante volte vi siete adoperati a dare sollievo ai poveri disgraziati; andiamo a trascorrere la nostra eternità nel bel cielo, dove vedremo il nostro amabile e amoroso Salvatore che tanto ci ha amati. Ah! Vedremo quella mano ancora tinta di sangue del nostro Salvatore, per mezzo della quale egli ci ha meritato tanta gioia. Infine, i corpi e le anime dei santi si scambieranno mille e mille benedizioni, e questo avverrà per tutta l’eternità.
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S. Giovanni Maria Vianney
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