lunedì 23 giugno 2025

Quanto è mai consolante questa verità, o Dio mio ! quanto per me gloriosa questa indissolubile unione del mio fine col vostro!

 


Conclusione pratica. — Quanto è mai consolante questa verità, o Dio mio ! quanto per me gloriosa questa indissolubile unione del mio fine col vostro! Ma non esagero io troppo dichiarandola indissolubile ? Non già, perchè non può rompersi nè dalle potenze della terra, nè dell'inferno; nè punto ha da temere nè da voi nè dal vostro divin Padre; ma ohimè! troppo facilmente può rompersi per mia colpevole follia. Sì, mio Dio, io l'ho questo potere di separare i miei interessi dai vostri, di opporre alla vostra gloria la mia, il mio capriccio alla legge del vostro Padre, e di costringere voi così a cercare la vostra gloria nelle mie umiliazioni, ed il compimento della volontà paterna nel mio castigo. Potere funesto per l'abuso che io posso farne, ma che per se medesimo è la condizione del mio merito e dovrebbe essere il principio di tutte le mie glorie ! Perocchè appunto pel mio potere di separare il bene mio dal vostro, io merito, rimanendo fedele a voi e resistendo a tutte le seduzioni tendenti ad al lontanarmene. La libertà di perdermi è inseparabile in me dalla libertà di meritare le vostre ricompense. Ma come potrei, mio Dio, usarne per allontanarmi da voi e perdermi, mentre mi vien concessa per salvarmi, unendomi a voi? Come potrei darmi a credere che siavi per me guadagno alcuno, separandomi dal Bene infinito e dall'infinito Amore?Che potrei sperare io mai lontano da voi? Quale creatura potrà rifarmi della perdita del Creatore? Per lusingarmi di sì vana ed insensata speranza, per cedere ad illusione sì stupida, non dovrei, 0 mio Dio, spogliarmi tutto insieme e della fede e della ragione? 

Ma tant'è, mio Signore; io pretendo di conservare l'una e l'altra, e mi rendo ad ogni 0ra colpevole di questa incomprensibile in teorica la riconosco senza fine assurda, in pratica l'ammetto con animo deliberato e continuamente, e in ogni picciola cosa oppongo il mio bene sensibile, la mia gloria umana, le mie terrene affezioni alla vostra gloria eterna, alle vostre divine ragioni ! Così mi persuado che quelle valgono meglio per me; che mi sarebbe troppo difficile il durare costantemente a voi fedele; che troppo dura riescirebbe la mia vita, ove s'assomigliasse più alla Vostra; che qualche cosa mancherebbe al mio cuore, ove fosse puramente animato dei vostri sentimenti; che i miei giorni non sarebbero abbastanza pieni, ove fossero al tutto rivolti a conseguire il fine che occupò tutta la vostra tarriera mortale, ed occupa tuttavia l' intera Vostra eternità. 0h follia della mia pretesa saviezza! oh iniquità dell' apparente mia giustizia ! Altri mi crede giusto, o Dio mio, mentre a ciascun istante io mi rendo colpevole di tali ingiustizie: altri mi loda ed io me ne compiaccio, mentre un atto solo dei mentovati degno mi rende di ogni disprezzo e mi dovrebbe far morire di vergogna!

Oh Dio mio ! quando finirò io dunque di così prevaricare? Quando mi risolverò io a questa unione de' miei beni coi vostri, la quale, comecchè sì bella in teorica, sarà pur mia condanna, se non la riduco in pratica? Quando non cercherò io più la mia gloria se non nella vostra, il mio benessere se non nel vostro beneplacito ? Quando mi terrò assiduamente innanzi gli occhi questo fine glorioso a cui si ri volgono tutti i vostri pensieri, e tutti i vostri affetti ? Solo coltendere ad esso costantemente sotto l'influsso della vostra grazia io potrò far perenni, di libera volontà, i gloriosi nodi che a voi mi stringono, e rendere al tutto indissolubile la unione del mio bene colla vostra eterna felicità!

ENRICO RAMIÈRE S. J.

 

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