PRIMA PARTE
Sorella Maria Josefa Menéndez
Religiosa della Società del Sacro Cuore di Gesù
(Manifestazioni degli infiniti tesori della misericordia del Sacro Cuore di Gesù).
La sorella Josefa Menéndez nacque il 4 febbraio 1890 a Madrid e fu battezzata il 9 con il nome di Maria Josefa. Nel febbraio del 1901 fu accettata tra le Riparatrici su richiesta del suo direttore, R. P. Rubio, che in seguito sarebbe entrato nella Compagnia di Gesù. Il 19 marzo dello stesso anno fece la prima Comunione e la promessa di "mantenere sempre la preziosa virtù della verginità", senza altro desiderio se non quello di "piacere a Gesù", scritta su un pezzetto di carta che conservò fino alla morte. Da allora la santa Comunione divenne la gioia di Josefa. I suoi genitori la posero nell'Ufficio del "Fomento dell'Arte", dove le sue dita agili realizzavano piccole meraviglie, e così divenne una preziosa operaia, una sarta molto abile, all'età di quindici anni. La sua grande gioia era allora andare alla Cappella delle Religiose del Sacro Cuore (Pensionato e scuola in via Leganitos, Madrid) e visitare alcune volte la Priora del Carmelo di Loeches, sorella di sua madre. Nel frattempo Dio, che aveva su di lei disegni particolari, stava preparando l'anima della sua serva con molte sofferenze. Il suo intimo desiderio di diventare Religiosa fu anche tormentato. Tuttavia, il P. Rubio non la abbandonava. Tuttavia dovette aspettare diversi anni durante i quali sostenne sua madre malata con il suo lavoro di sarta. Infine, Nostro Signore, che aveva sostenuto la sua fedeltà con intime comunicazioni celesti, le aprì la porta del noviziato della Società del Sacro Cuore, dove già era entrata una sua sorella (a Chamartin, Madrid). La sorella Josefa fu inviata in Francia per fare il suo noviziato a Poitiers nel vecchio monastero dei "Bernardini", impregnato dai ricordi della Fondatrice, Santa Maddalena Sofia Barat, che lì istituì il primo Noviziato della Società del Sacro Cuore e lo visitò varie volte, essendo favorita di grazie straordinarie nello stesso edificio. (Vedi nota alla fine del libro). La sorella Josefa visse solo 4 anni di vita religiosa, e li trascorse senza che nessuno sospettasse neppure della sua eroica santità e tanto meno delle comunicazioni divine con cui la distingueva il Sacro Cuore di Gesù. Era di natura allegra ed espansiva. Lavorava come le altre sorelle coadiutrici, in cucina, in lavanderia, nella sartoria. Grande era, tuttavia, la sua fedeltà alla Regola e l'unione con il Sacro Cuore di Gesù. Era avvolta da un'atmosfera di raccoglimento tale che sembrava essere in preghiera continua, nonostante il suo lavoro incessante. D'altra parte, il suo atteggiamento in Cappella, da solo, era una rivelazione della fede viva che la animava. Sembrava che un magnete irresistibile la attirasse lì a orari regolari, e una volta lì, inginocchiata, con le mani unite e gli occhi bassi, tutto sembrava scomparire per lei. "Uno degli impieghi più cari al suo cuore era prendersi cura della cella di Santa Maddalena Sofia, trasformata in oratorio, e della Cappella delle Opere dove si trovava abitualmente il Santissimo Sacramento". Josefa amava molto i bambini e dava loro tutta la sua dedizione. Il 16 luglio 1920 prese il Santo Abito, e nella stessa data, nel 1922, fece i suoi primi voti religiosi. Nell'ottobre del 1923 accompagnò la sua Superiora nel viaggio a Roma, da dove tornò il 26 dello stesso mese. Le sue forze erano esaurite dalle sofferenze, si avvicinava la fine della sua vita come le rivelò il suo Divino Sposo. Il 12 dicembre fece la sua Professione religiosa mentre riceveva l'Estrema Unzione, e il 29, un sabato, alle otto di sera volò verso l'eternità. Ecco in brevissime parole, e in uno stile quasi telegrafico, le poche notizie sulla vita esteriore della sorella Josefa Menéndez, raccolte in varie pagine della sua biografia.
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Padre Antônio Paulo Ciríaco Fernandes, S.J.
